Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

STORIA DEL TEATRO - IL NOVECENTO, Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo

STORIA DEL TEATRO - Il novecento teatrale e la narrazione appunti lezioni 2017/2018

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 02/10/2019

andrea-lara-cucchi
andrea-lara-cucchi 🇮🇹

4.6

(60)

34 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica STORIA DEL TEATRO - IL NOVECENTO e più Appunti in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! IL NOVECENTO TEATRALE La narrazione è oralità, raccontare qualcosa significa lavorare sulla compresenza di colui che racconta qualcosa e di colui che ascolta. Se si scrive un racconto ci immaginiamo il soggetto narrante e lo si percorre orizzontalmente, si segue un filo che non ci possono trasferire le emozioni attraverso il tono di voce. Non c’è la dinamica del racconto. Da qualche decennio il teatro di narrazione è diventato quasi un genere, a tal punto di essere considerato quasi come un intruso all’idea di teatro che era basato sul mettere in scena un’azione fisica. Mentre se uno racconta, parla e non ha bisogno degli elementi del teatro (luci, scene, costumi). La critica teatrale ha sempre ritenuto il teatro di narrazione un qualcosa che non apparteneva al teatro. L’uomo è cosciente della sua presenza all’interno di un mondo, sai chi è e cosa vede e la prima forma di racconto di chi si è e di cosa si vede è il suono. È stata la prima forma di performance che trasmette il sapere. È molto diversa l’oralità primitiva da quella della nascita della scrittura e della stampa. Il cinema all’inizio usò molti elementi del teatro però la fruizione del cinema era teatrale (sala comunitaria e palcoscenico). Nel teatro dal vivo il suono è fisico ed è efficace nella misura in cui trasmette colui che parla a colui che ascolta. Il poeta è colui che è capace di restituire della esperienza del singolo una dimensione universale che crea empatia e condivisione. La memoria è il tema centrale della narrazione, non solo come ricordo ma nell’accezione precisa di un qualcosa che costituisce la persona umana in sé che è la sua vita e il suo cuore inciso. Ricordare significa incidere nel cuore e tenere nel cuore un qualcosa. Graffiare deriva da grafia quindi io segno incido, imprimo. Nel concetto di impronta salta il concetto di imitazione e di riproduzione. L’originale e la copia coesistono, nel concetto di impronta c’è il concetto di matrice e di suo derivato. Il processo di mascheratura in Grecia è un processo rituale che a che fare con l’interpretare. Oggi il teatro di narrazione ha un suo genere ed è di successo perché empaticamente è travolgente più di uno spettacolo di finzione. Col teatro di narrazione c’è quell’interlocuzione attore e pubblico per la quale l’attore è il narratore (sé stesso che racconta). Da quando Dario Fo riscopre le tecniche della narrazione e della recitazione che lui colloca nel rinascimento in poi che colloca nel gruppo laboratorio teatro settimo Laboratorio teatro settimo erano un gruppo di giovani che vivevano a settimo torinese negli anni’70, un quartiere dormitorio degli anni boom della Fiat. Questi ragazzi si trovano in biblioteca e propongono di fare teatro, un laboratorio teatrale con l’idea di raccontare chi erano loro. Convocare la gente al racconto di sé stessi. Diventano molto famosi al pubblico in 2 momenti: l’esplosione del racconto del Vajont di Marco Paolini. YT VIDEO DEL RACCONTO DEL VAJONT DI MARCO PAOLINI: Costruzione del racconto: è ritmico (usa i suoni), unione del racconto tragico con il comico, l’unione del personale con il generale, rapporto con il pubblico a locuzione diretta. Paolini ha come tecnica in quasi tutti gli spettacoli la ricostruzione da narratore onnisciente, cioè ricostruire la vicenda dall’alto (sa già tutto), punto di vista quasi da indagine giornalista del fatto in modo tale da entrare in empatia con lui perché senti che ti sta dicendo la verità. Potremmo dire che usa tecniche per suscitare emozioni costruendo immagini (gesti mimetici). La narrazione era pensata per arrivare al momento in cui si stacca la montagna nell’esatto momento in cui accade la narrazione e da quel momento usa il presente, quindi una tecnica importante è che quello che stai riportando stia accadendo, in questo caso è ancora più forte perché sono nel luogo esatto in cui è accaduto (qui ora in questo momento è osservato 30 anni fa), quindi aumenta il ritmo perché in 4 minuti deve raccontare tutto quello che è successo in quei 4 minuti e fa vedere tante scena da diversi punti di vista. C’è un altro elemento ed è che lui utilizza il linguaggio colloquiale spesso con dialettismo ed è un linguaggio profondamente empatico perché lavora su cosa pensi in quel momento e lavora sul piano emotivo. Questo evento del Vajont comportò l’arrivo in prima serata del tetro di narrazione e fu una cosa impensabile ed ebbe un successo enorme e Paolini diventò il più grande attore di narrazione e sdoganò il teatro di narrazione. In modo particolare la sua tecnica (quella della ricostruzione) fu mediata da una serie di trasmissioni e narrazioni (da Lucarelli con Profondo nero a Telefono giallo). YT VIDEO DI LUCILLA GIAGNONI PEZZO FINALE DI BIG BANG: spettacolo sull’origine del mondo. lei ha una tecnica di teatro di narrazione poetica, parte sempre da una vicenda grossa da investigare e la riconduce ad un condizione personale femminile e la investiga attraverso la poesia e il sapere umano. La costruzione dello spettacolo si accompagna sempre ad un impianto di luci e musiche, generalmente si veste di bianco (Lucilla) e ha alle spalle le proiezione di parole che dice e si accompagna con le musiche sottolineando i ritmi di narrazione. Le cose di simile tra Paolini e la Giagnoni sono ritmo, musica, unione di personale ed universale, utilizzo di una parola che è significante in sé (Paolini dialetto, Lucilla la letteratura in quanto modello poetico che struttura un sapere, un qualcosa in cui noi crediamo). Paolini fa un teatro di attualità raccontando fatti di attualità, la Giagnoni a si interroga sulle grandi tematiche contemporanee. NARRAZIONE-UCUNTU Lucilla Giagnoni (anche attrice) visione mescola la narrazione pura con interpretazione teatrale, grandi temi, ricerca di ricostruzione PRIMA: storia della narrazione e dell’oralità importanza racconto orale basato sul racconto da bocca a bocca. No metodo per insegnare come fare. Apprendere facendo e guardare modalità tipica delle arti fino a certo periodo storico (anche ingenieria dell’architettura) La perfomitività dell’apprendimento: (docente, Io, imito e imparo), carattere del racconto orale, poi altri elementi: RITMO, basata su memoria interna, organizzata per quadri, restituita attraverso la dimensione canora del suono (modalità dei cantori epici) OGGI tecniche due diversi tipi di racconto: MIMMO CUTICCHIO è un cunto siciliano, colui che racconta vicende Gerusalemme liberata, Orlando… CUNTO legato ai pupari Sicilia YT Morte di Patroclo (iliade): Come ha appreso il cunto ? il cuntista (colui che racconta) gli insegna.. Caratteristiche: • Scandisce con piede e spada • Spezza parola per restare nel ritmo (ritmo spezza aggancio del pubblico) • Cori metro variante • Racconto metro fisso • Poesia è mood/atmosfera VINCENZO PIRROTTA trasferisce la tecnica del cunto, la mescola alla rappresentazione teatrale: • Spezzare frase/ritmi anche col corpo per dare ritmicità • Muove spada per segnare spesso frasi • Anche narrazione distesa (un pezzo ti fermi), anche per fare diversi personaggi • Tecniche mimiche per raccontare la scena consente di vedere quello che si racconta • No accessorio: ATTORE, VOCE, RITMO YT Ricordi di Cantastorie Siciliani (CICCIU BUSACCA)
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved