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Storia dell'architettura moderna: dal Trecento al Cinquecento, Appunti di Storia Dell'architettura

Appunti dettagliati, dotati di immagini e parole in grassetto per rendere più immediata la comprensione. Nella prima pagina del file potete leggere l'indice completo dei miei appunti relativi al corso di Storia dell'architettura moderna, tenuto dalla prof. ssa Renata Samperi, durante l' A.A. 2021-22 (sono tutti caricati qui sul mio account Docsity).

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/06/2022

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Scarica Storia dell'architettura moderna: dal Trecento al Cinquecento e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA Corso tenuto dalla professoressa Renata Samperi – A.A. 2021-22 Appunti presi da Federica Moscatelli LEZIONE 1 – 3 MARZO 2022 – UMANESIMO e RINASCIMENTO CONTESTO STORICO Dopo la pace di Lodi, Italia frammentata. Arte: Trinità di Masaccio (vediamo l’ordine che inquadra l’arco e anche la volta a botte cassettonata), Storie di Salomone di Ghiberti, ritratto di giuliano da sangallo di Pietro di Cosimo (importante è il rapporto che c’è ora tra committente e architetto), ecc. Leon Battista Alberti è stato sicuramente a Ferrara. San Pietro → abbiamo tanti disegni che mostrano la costruzione della basilica di san Pietro nelle sue varie fasi. La su costruzione iniziò dal transetto. Bramante aveva realizzato una struttura temporanea (il tegurio) che doveva proteggere l’altare principale durante la fase di cantiere. Pilastri a sbarra sostengono dei pennacchi trapezoidali su cui poggia la cupola centrale della basilica. NEL TRECENTO Rinascenze ≠ Rinascimento Con il termine Rinascenze si fa riferimento a opere che si avvicinano a quelle rinascimentali anche se non lo sono. Classificazione: Architettura classica -> classicismo -> rinascimento -> manierismo -> barocco Questa concettualizzazione di periodi storici non deve però creare limiti, non deve ingabbiare le opere, ogni opera può mostrare delle variazioni rispetto alle caratteristiche del periodo. Umanista = Colui che si dedica agli studi del passato antico, soprattutto romano e in parte anche greco. Un tipo di studio che usa l’approfondita conoscenza dl passato per generare un rinnovamento nel presente. Rivalutazione dell’antico, consapevolezza di dover studiare l’antico. Filologia = Disciplina dedita a ritrovare la versione originali e corretta dei testi. F. Petrarca → è toscano ma passa gran parte della vita in Francia. Va in Francia perché la corte pontificia nel 300 è in esilio in Francia; Roma senza la corte pontificia entra in crisi (“cattività avignonese”), c’era il contrasto tra lo splendore del passato, testimoniato dai monumenti in rovina, e la crisi del presente. Petrarca vede il medioevo come un periodo di tenebre. Nel 300 → i monumenti erano in stato di rovina. C’era una sorta di atmosfera di lutto, di perdita della bellezza del passato. C’è necessità di un rinnovamento. Consapevolezza della perdita e del bisogno di conoscere e studiare attraverso la filologia per poter capire e arrivare ad un rinnovamento. Continuità -> Distanza (perdita, lutto) -> Conoscenza (prospettiva storica) -> recupero attraverso la filologia -> Questione delle fonti (testi letterari, monumenti) Umanesimo è la parte iniziale del rinascimento; l’umanesimo crea i principi su cui poi si fonderà il rinascimento. Non sono due cose diverse, ma sono uno la base dell’altro. Il rinascimento è la concretizzazione dell’umanesimo. Sistema medievale del sapere diviso nelle sette arti liberali: arti del trivium (grammatica, dialettica, retorica) e arti del quadrivium (aritmetica, geometria, astronomia, musica, a cui si potevano aggiungere la giurisprudenza, la medicina e tutte le altre materie più scientifiche). Gli amanuensi che copiavano i testi non conoscevano la grammatica né il contenuto di quello che copiavano e questo provocò diversi errori, ecco perché diventa fondamentale la filologia. IL RAPPORTO CON L’ANTICO NEL MEDIOEVO: RINASCENZE E CONTINUITÀ Torhalle di Lorsh → c’è un richiamo all’antico e all’ordine ma è evidente che si tratta di una architettura diversa da quella antica. Battistero di Firenze → netto richiamo all’architettura antica. un dettaglio che si discosta dall’arte antica è l’architrave che rigira. Proto rinascimento = coincide con il romanico Nel medioevo, mentre in Europa e in Italia si costruiscono chiese più innovative, a Roma si continua a costruire basiliche. Chesa di santa Maria in Trastevere, Roma → Pezzi di cornice usati come mensole poste sopra al fregio; c’è una strana sintassi dell’ordine architettonico. Dei pezzi di gocciolatoio vengono tagliati e usati come mensole. C’è un distacco dal rigore dell’uso dell’ordine. LEZIONE 2 – 4 MARZO 2022 - BRUNELLESCHI CONTESTO E BIOGRAFIA Brunelleschi → inventore della nuova architettura. iniziatore del rinascimento in architettura o comunque di questo rinnovamento che si compie in architettura basato sul recupero del patrimonio antico. Orafo, orologiaio, scultore, pittore prospettico, architetto. Inventore della prospettiva. Testo in pdf -> Brunelleschi e la nuova architettura fiorentina di bruschi Cenni biografici Nasce nel 1377 e muore nel 1446. Inizia a lavorare come architetto nel 400. Vasari descrive Brunelleschi come un “uomo donato dal cielo”, con lui l’architettura ritrovò misura e proporzione dopo un periodo di “fabbriche senza ordine, con mal modo, co tristo disegno, ...”. grande attenzione agli ordini architettonici e all’architettura antica. Fece tanti viaggi a Roma, molto importanti per la sua formazione. Il biografo di Brunelleschi fu A. Manetti. Egli viaggiò a Roma insieme a Donatello e insieme giravano a fare rilievi attraverso disegni molto dettagliati. Radici del rinnovamento che si concretizzò con Brunelleschi Ospedale in cui venivano accuditi i bambini abbandonati. Qui possiamo veder bene la ripresa di diversi elementi dell’antico. La struttura venne ricostruita con dei disegni da A. Bruschi. Il portico costituisce la parte più innovativa del progetto. Portico composta da archi su colonne e coperto da volte a vela (volta costituita da una cupola semisferica tagliata dai piani corrispondenti ai quattro lati del quadrato inscritto nel cerchio della cupola); la freccia dell’arco corrisponde alla metà della corda dell’arco, grande attenzione alla modularità e alla relazione tra le parti. Il progetto originario prevedeva una sequenza di archi su colonne inquadrate dall’ordine formato da paraste e trabeazione tangente alla chiave degli archi (notevole richiamo a san miniato al monte: trabeazione tangente alla chiave degli archi e presenza di pulvini). Sacrestia vecchia Commissionata da cosimo il vecchio de medici. È una sorta di manifesto dell’architettura brunelleschiana. Un vano principale quadrato coperto da cupola a ombrello su pennacchi (come cupola di chiesa di santa sofia di Costantinopoli o anche come cupola del battistero di Padova.); questo vano quadrato si associa ad un altro vano quadrato coperto da cupola, in cui vediamo nicchie sui tre lati. Dicotomia tra ordine architettonico in pietra grigia e parete chiara che sembra non essere portante, come se il grigio volesse rappresentare la parte portante mentre il colore chiaro volesse rappresentare la parete più leggera, non portante (in realtà è il contrario naturalmente). Sotto alla trabeazione vengono aggiunte delle mensole che mettono in evidenza l’ordine murario; allo stesso modo la parte muraria viene enfatizzata dalla marcata strombatura delle finestre (questo è quindi in contrasto con la scelta cromatica di fare le pareti chiare, come se si volesse nascondere la sua valenza portante). Presenza di parasta filiforme sull’angolo come per voler far sembrare che l’ordine era portante e non il muro. San Lorenzo Sistema di arcate su colonne ripresa dal modello della basilica paleocristiana. Elemento diverso rispetto alla architettura paleocristiana: sopra al capitello delle colonne c’è un tronco di trabeazione e poi l’arcata. Impianto: nella parte del transetto c’è un chiaro riferimento alla architettura cistercense, ovvero la terminazione rettilinea/piatta delle cappelle e dell’abside affacciati sul transetto. Razionalizzazione del sistema usato in san miniato al monte: sistema sintattico, trabeazione tangente agli archi, archi diaframma che candiscono le campate. Anche qui c’è la cupola su pennacchi. Sintagma (schema) brunelleschiano. La campata centrale con la cupola su pennacchi è come se volessero imitare un grande ciborio. Nel progetto originale non erano previste le cappelle laterali che si affacciano sulle navate laterali. Presenza di parasta filiforme posizionata sull’angolo, come nella sacrestia vecchia. Capitello corinzio Brunelleschi usa quasi sempre un determinato tipo di capitello corinzio; una sorta di suo capitello corinzio standardizzato che usa in tutte le sue opere. È un capitello un po' diverso dal capitello corinzio antico. Brunelleschi non lo copia dall’antico ma usa dei modelli di capitelli corinzi medievali, Brunelleschi guarda a modelli medievali locali fiorentini (differenza con altri architetti del tempo che usano capitelli di fantasia ispirandosi a capitelli corinzi antichi e non medievali). Il rigore di Brunelleschi era probabilmente finalizzato a stabilire dei modelli, per creare un nuovo codice di questa nuova architettura. Lo vediamo ad esempio in San Lorenzo o nel portico degli Innocenti. Cappella de Pazzi Parte centrale rettangolare affiancata da spazi coperti a botte. Volte a botte molto strette. Parasta piegata a libro in corrispondenza dell’angolo. Santo Spirito Navate coperte da volte a vela. Navate laterali girano su tutto il perimetro, come se fosse un deambulatorio che avvolge lo spazio centrale. quasi come se fosse un impianto centrico, fusione tra impianto longitudinale e impianto centrico a croce greca. L’unico punto in cui la navata laterale “non gira” è in corrispondenza della facciata; nel progetto originale doveva girare su tutto il perimetro, anche lungo la facciata, ma poi non venne costruito così. Modularità geometrica: basato sul modulo quadrato. Il quadrato delle campate della navata centrale ha il lato pari al doppio del quadrato della campata delle navate laterali. La parete piana è molto molto ridotto e questo denota un cambiamento nello stile di Brunelleschi; molti interpretano questi cambiamenti come l’inizio della fase matura di Brunelleschi. Anche qui, con in san Lorenzo. La campata centrale è trattata come fosse un ciborio. Interessante è notare come si comportano le nicchie negli angoli, come si raccordano tra loro. Solitamente la costruzione di una basilica iniziava con la costruzione dello spazio presbiteriale e poi di campata in campata si procedeva con la realizzazione delle navate; la facciata solitamente era l’ultima ad essere realizzata ed ecco perché spesso non è coerente con il resto, poiché viene fatta tempo dopo. Rotonda degli angeli Impianto centrico. Prima chiesa a impianto centrale rinascimentale dell’età moderna. Spazio centrale cupolato e spazi laterali costituiti da cappelle tra loro comunicanti. Anche qui la parete piana si riduce moltissimo poiché ci sono molte nicchie, molte parti scavate o aperte. Non c’è una distinzione netta tra ordine e pilastro; l’ordine sembra una parte del pilastro. Non c’è l’ordine posizionato sull’angolo (richiamo ai romani), poiché non essendo portante ma decorativo, l’ordine non aveva necessità di essere sull’angolo. Palazzo di parte guelfa Grandi paraste che inquadrano la facciata. Le paraste e la parete sono fatte nello stesso modo, con lo stesso materiale (come i romani). LE SUE OPERE Tempio malatestiano, rimini A Roma non c’era la possibilità per Alberti di progettare qualcosa, dovette spostarsi in contesti un po' più piccoli come appunto rimini. È un edificio che sorge su un’altra chiesa. È una ristrutturazione. Alberti decide di rivestire la chiesa preesistente con una sorta di pelle marmorea. La ristrutturazione non è stata completata, manca la parte superiore. Navata centrale più alta affiancata da cappelle laterali. È un impianto che mostra altezze diverse, poiché appunto la navata centrale è più alta. Alberti si ispira a modello dell’arco di trionfo per realizzare la facciata; vediamo infatti l’arco maggiore centrale, le due fornici laterali, l’ordine addossato alla parete, la trabeazione sporgente che poggia sulle paraste e sulle semicolonne, l’angolo è libero dall’ordine e lascia vedere l’ordine murario. Probabilmente l’arco a cui si ispira non è un modello generico dell’arco di trionfo, ma è l’arco di augusto a rimini; vediamo infatti i tondi posti sull’estradosso dell’arco e il capitello (Alberti non usa un capitello standardizzato come Brunelleschi. Ad Alberti piace la varietà però come elemento comune, come elemento di riconoscimento usa la lettera L). nel progetto iniziale c’era l’idea di coprire lo spazio presbiteriale con una grande cupola che si sarebbe intravista anche dal prospetto frontale (richiamo al pantheon). Nella parte superiore della facciata doveva esserci una struttura arcuata in corrispondenza della navata centrale affiancata da dei semi timpani curvi posti in corrispondenza delle cappelle laterali (vedi ad esempio la facciata della chiesa di Sebenico oppure di san Michele a Venezia. Questa forma comunque era diventata abbastanza comune nel 400). Sul fianco vediamo invece una serie di archi su pilatri senza ordine architettonico (come nel Colosseo, dentro); questi archi si posizionano in modo regolare e non seguono il ritmo delle finestre della chiesa preesistente. Facciata di Palazzo Rucellai, Firenze La data non è certa, tra il 1453 e il 1460. Si tratta di una facciata estremamente innovativa perché applica un ordine architettonico all’antica alla facciata di un palazzo. Vediamo una serie di lastre lapidee come rivestimento. L’ordine inquadra degli archi che incorniciano la finestra fiorentina che viene in questo caso modernizzata. Il modello a cui probabilmente si rifà questo progetto è il Colosseo. Gli archi sono degli archi falcati. Le finestre sono delle finestre tradizionali fiorentine ma attualizzate. Oltre alla ripresa delle finestre tradizionali, anche il bugnato si rifà a delle opere precedenti come, ad esempio, il bugnato della tradizione fiorentina che vediamo nel Palazzo Vecchio o nel Palazzo Medici. Poi vediamo anche il fatto che le campate degli archi non sono tutti della stessa grandezza; ci sono archi leggermente più alti di altri. Un’altra cosa molto importante è il cornicione di palazzo Rucellai, che riprende nuovamente il Colosseo. Ancora una volta quindi l’Alberti non copia l’antico ma ne riprende le caratteristiche (caratteristica del cornicione del Colosseo: presenza delle mensole posizionate sotto al gocciolatoio e non nella sottocornice, inoltre sono molto grandi ed invadono il fregio. Inoltre, vediamo che la cornice sporge molto rispetto al solito. Le mensole così grandi fanno sporgere molto il cornicione generando delle ombre imponenti, tutto ciò non porta ad aumentare la sua altezza che rimane proporzionata agli ordini sottostanti. Gli edifici con più ordini sovrapposti sono abbastanza rari.) Alberti prende questa soluzione dal Colosseo e usa le mensole anche nel suo cornicione. Inoltre, i capitelli più alti e lontani sono semplificati (anche questa cosa richiama i romani). Nella facciata ci sono tre ordini sovrapposti e ogni ordine ha un capitello diverso; quindi, ci sono tre tipi di capitelli diversi. Nella parte inferiore c’è una sorta di sedile per i cittadini. San Pancrazio, cappella Rucellai, Firenze È una cappella che riprende questa dicotomia brunelleschiana molto fiorentina che abbiamo visto ad esempio nella cappella pazzi. Vediamo un involucro con degli intarsi marmorei bicromi che riprende l’architettura romaica fiorentina. Vediamo le volute a S o sigma. L’Alberti mostra soluzioni di capitelli molto diversi tra loro. Facciata di santa Maria novella, Firenze È una chiesa medievale con un coro di ascendenza cistercense; come spesso avviene la facciata è stata fatta successivamente, solo la parte bassa era stata iniziata nel 300 (tardo medioevo). Alberti si trova ancora a lavorare su preesistenze ed è interessante notare il rispetto che egli mostra nei confronti di tali preesistenze. Facciata bicroma. Gli archi a sesto acuto e il rosone erano probabilmente già esistenti, Alberti si dovette adattare ad essi. Anche l’altezza totale della facciata era già stata fissata nel medioevo e segue la proporzione “ad Quadratum”. C’è un richiamo notevole a San Miniato al Monte. C’è la sovrapposizione di due ordini. Come possiamo vedere negli interni del Pantheon, anche qui vediamo una fascia che separa i due ordini che potrebbe essere motivata dal tentativo di dissimulare la mancanza di alcuni allineamenti. Altro elemento importante che serve per collegare la parte centrale più alta con quelle più basse laterali è la voluta di raccordo (non si tratta di semi timpano curvo), che aveva usato anche Brunelleschi nella lanterna. Nell’ordine inferiore vediamo grandi pilastri con delle paraste addossate (richiamo al tempietto longobardo di Clitunno). Il portale inquadrato dall’ordine con semicolonne corinzie richiama la trinità di Masaccio. Interessante è anche la presenza di de paraste posizionate nella strombatura del portale, al di sotto di una stretta volta a botte. Vediamo inoltre i capitelli diversi, anche affiancati tra loro. Ad esempio, in uno dei pilastri vediamo un capitello corinzio affiancato da un capitello non facile da definire che richiama al capitello composito che unisce una sorta di echino rettilineo ad un abaco curvo che permette di collegare un po' questi due capitelli diversi. Vediamo quindi come l’architettura Albertiana raccoglie testimonianze del passato e ne assembla gli elementi caratteristici creando una architettura nova e innovativa che non dimentica la tradizione. Alcuni studiosi la usano come modello di una architettura in cui si è raggiunta e una armonia tra le parti, l’applicazione di quella concinnitas teorizzata dall’Alberti. Rotonda della SS. Annunziata È probabile che egli avesse progettato uno spazio centrico nella zona presbiteriale coperto da una cupola. Questo corpo centrico doveva accorparsi all’impianto longitudinale della navata. Tale spazio centrico doveva essere circondato da una serie di cappelle radiali semicircolari. Al centro era posto l’altare. Questo progetto non viene però realizzato, ma verrà realizzato un altro progetto disegnato dall’Alberti. Associazione di impianto centrico ad impianto longitudinale → Santo Spirito, SS. Annunziata, Tempio Malatestiano. Tutti questi edifici mostrano questa fusione tra i due impianti anche se attraverso atteggiamenti diversi. Vediamo un legame, un collegamento, una giustapposizione. L’impianto centrico è spesso preferito dagli architetti perché il cerchio, il poligono o la croce greca vengono considerate delle figure geometriche perfette; l’uso della geometria come garante della bellezza formale (pensiero di tendenza pitagorica in cui si teneva sempre conto dei numeri perfetti). Pertanto, gli architetti tendono a questo impianto oppure alla fusione di questo con quello longitudinale. Palazzo medici Impianto di palazzo regolare ispirato all’impianto della domus antica che verrà ripreso da tanti palazzi rinascimentali. Cortile regolare porticato servito da una scala. Sullo stesso asse del cortile vi è successivamente un giardino. Osservando la pianta vediamo lungo l’asse centrale il vestibolo, seguito dal cortile, seguito dal giardino. C’è chi considera il vestibolo come atrio e chi invece considera il cortile come atrio. L’esterno riprende la tradizione fiorentina del bugnato e anche la finestra tipica fiorentina con l’arco falcato come palazzo Rucellai (si tratta però di archi diversi, inoltre nelle finestre di palazzi Rucellai ci sono piccole trabeazioni mentre qui no). Qui però non c’è l’ordine architettonico. Si tratta di un bugnato rustico molto sporgente; interessante notare che a mano a mano che ci si alza questo bugnato diventa sempre meno sporgente fino a diventare quasi piatto. La facciata si divide in tre fasce orizzontali grazie a delle fasce marcapiano. Facciata con fasce e senza ordine. Tale facciata influenzerà i palazzi successivi. Il cornicione usa soltanto una parte della trabeazione; vediamo infatti che ci sono le mensole che stanno sotto al gocciolatoio, poi non c’è la cornice. Riguardo all’interno, il cortile interno richiama l’ospedale degli innocenti ma la grande differenza è il trattamento dell’angolo; nell’angolo vi è una colonna che è una soluzione che poi verrà superata, molto spesso viene giudicata come qualcosa di debole anche dal punto di vista visivo (trasmette disagio, non solidità). Villa medici – Fiesole Piani orizzontali artificiali, ovvero presenza di terrazze. Quest’ultime richiamano le ville antiche romane, che presentavano terrazze che seguivano il pendio (l’uso della terrazza deriva quindi dalla conoscenza dell’architettura antica). Michelozzo è quindi importante perché introduce degli elementi che verranno ripresi dai posteri. PIENZA Il nome Pienza deriva da Pio II; in origine Pienza si chiamava Corsignano ma poi venne rinnovata per merito di Pio II e acquisì il nome Pienza. Per rinnovare questo borgo medievale, verrà chiamato Bernardo Rossellino. Questo rinnovamento avvenne con l’introduzione di questo centro, di questa piazza circondata da cattedrale, palazzo vescovile, palazzo Piccolomini e si tratta di edifici all’antica. Cattedrale Ha una facciata all’antica che riprende il modello della fronte di tempio. Vediamo il timpano sostenuto da un ordine con paraste. Vediamo la sovrapposizione di due ordini. Impianto a Hallenkirche → impianto diffuso in Germania in periodo gotico. Impianto che possiede una caratteristica importante: le navate hanno tutte alla stessa altezza. Si può chiamare anche impianto a sala. Qui non c’è quindi il problema della facciata che deve usare elementi di raccordo per collegare l’altezza maggiore della navata centrale con le navate laterali più basse. Fu proprio il committente a chiedere questo impianto perché queste chiese erano molto luminose, la maggiore altezza dele navate laterali permetteva l’ingresso di più luce diretta. I pilastri interni sono formati da un nucleo quadrato a cui si addossano quattro semicolonne che poi proseguono nelle nervature delle volte. Vediamo però che a differenza dei pilastri medievali qui vediamo l’inserimento della trabeazione, quindi, c’è il richiamo all’antico fuso con il linguaggio medievale. Le finestre sono a sesto acuto. Palazzo Piccolomini Viene riproposto l’impianto di palazzo medici di Michelozzo. A differenza di palazzo medici, il giardino può affacciarsi sul paesaggio creando un forte collegamento con la natura circostante. Il giardino è una sorta di prosecuzione della architettura dove però si usano elementi vegetali. Idea dell’inquadramento della natura attraverso l’architettura: presenza di un loggiato con tre livelli sovrapposti (ci sono dei capitelli interessanti, piuttosto articolati). La facciata è molto vicina a quella di palazzo Rucellai. Rossellino era molto vicino all’Alberti. Si pensa che Rossellino si fosse ispirato a palazzo Rucellai, quindi, probabilmente è sato realizzato prima. Vediamo le finestre inquadrate dall’arco e sormontate da una piccola trabeazione. C’è l’ordine architettonico. GIULIANO DI FRANCESCO GIAMBERTI DETTO DA SANGALLO Figlio di una famiglia di architetti. Fece tantissimi disegni, grazie a lui abbiamo tante rappresentazioni di architetture antiche. I suoi disegni spesso sono a metà tra rilievo e progetto, ci si rifà all’antico però si aggiunge qualcosa. Ville medici – Poggio a Caiano Commissionata da Lorenzo De Medici. Villa posta su un podio sul quale si può salire tramite due scale rettilinee (NON curve come quelle che ci sono oggi). Una novità è che al centro della facciata è posta una fronte di tempio. Il fatto di usarla in un palazzo civile è una novità e probabilmente è dovuta alla volontà di nobilitare l’edificio, valorizzare la facciata. Questa soluzione avrà successo e sarà uno dei punti focali di Palladio. La pianta è geometrica, inscritta in un quadrato. Lo spazio centrale rettangolare è coperto da una volta a botte cassettonata realizzata in opus cementicium e non in mattoni. Anche all’interno della loggia della fronte di tempio c’è una volta a botte contenuta del corpo di fabbrica e non è quindi visibile dall’esterno. Facciata affacciata sulla parte urbana Fase di completamento → Francesco di Giorgio. Facciata incompiuta che mostra finestre inquadrate da paraste e trabeazione. Non ci sono allineamenti verticali. Ci sono delle aperture finte. Angolo → parasta che riveste l’angolo. Novità: la parasta non ha il capitello ma si passa direttamente alla trabeazione. La trabeazione va ad occupare lo spazio in cui avrebbe dovuto esserci il capitello. Giardino pensile Fase di completamento – Francesco di Giorgio. Fora irregolare. Presenza di un torricino sull’angolo. Interessante è il modo in cui F. di Giorgio risolve l’angolo non retto, non regolare: utilizza una forma curva, precisamente una scala elicoidale che funge da cerniera (uso della curva per risolvere raccordi irregolari → richiamo all’architettura romana). Bagno privato del duca Fase di completamento – Francesco di Giorgio Spazio molto irregolare delimitato dall’ordine architettonico che si piega sugli angoli. FRANCESCO DI GIORGIO Santa Maria delle grazie l calcinaio – Cortona Realizzata da Francesco di Giorgio. Rapporto tra esterno interno. All’interno le paraste scandiscono le campate. Tali paraste interne corrispondono alle paraste esterne. Facciata molto semplice che termina con un timpano triangolare. L’ordine architettonico è molto semplificato. Anche qui vediamo la fusione tra capitello della parasta e trabeazione che richiama il pilastro d’angolo del palazzo ducale di Urbino. Interessante confrontare tale facciata con quella della chiesa di san Pietro in Montorio a Roma. LEZIONE 5 - 17 MARZO 2022 – ITALIA NEL QUATTROCENTO – II PARTE San Pietro di Niccolò V L’impianto riprende l’impianto dei grandi spazi interni romani, come ad esempio le terme oppure la basilica di Massenzio. Transetto con volte a crociera; si tratta di volte a crociera con chiave alla stessa altezza della chiave degli archi d’imposta (nel medioevo non avevano la chiave alla stessa altezza). Santa Maria maggiore Nella seconda metà del Quattrocento molte chiese romane vengono voltate; viene coperta la copertura a tetto con un sistema voltato. Queste volte inizialmente vengono messe solo negli spazi più piccoli perché nelle navate centrali non sarebbe stato possibile per mancanza di sostegni adeguati. Questa volontà di riconfigurare gli spazi interni con sistemi voltati è molto molto frequente. Questa chiesa fu appunto una di quelle che furono riconfigurate: le navate centrali vennero voltate a botte mentre quella centrale rimase coperta a tetto. La stessa cosa avvenne per la chiesa di s. Maria in Arcarceli, santa cecilia a Trastevere e santa croce a Gerusalemme). Volta a crociera medievale → chiave della volta più alta delle chiavi degli archi. Probabilmente per colpa della tecnica di costruzione. Volta a crociera antica → chiave della volta alla stessa altezza della chiave degli archi Santa Maria sopra Minerva Anche questa fu una delle chiese che subirono una riconfigurazione. Commissionata dall’ordine dei domenicani alla fine del Duecento. Fu costruita come chiesa coperta da volte sostenute da pilastri, l’impianto riprende quello degli ordini mendicanti. La costruzione non terminò nel 200, la navata centrale alla fine venne coperta a tetto nonostante i pilastri (che permisero la realizzazione delle volte, in epoca successiva). In questa chiesa, infatti, la navata centrale è oggi voltata perché ci sono pilastri e non colonne. Sono volte a crociera termali, all’antica. Successivamente queste volte vennero trasformate in volte leggermente ogivali e vennero dipinte. Elemento particolare → non era comune costruire una chiesa voltata nel 200. Solo nel 300-400 si iniziarono a costruire le chiese con le volte e i pilastri, nel 200 si era soliti costruire chiese ad impianto basilicale, coperte a tetto, con colonne e non con pilastri. San giacomo degli spagnoli Affacciata su piazza Navona. Ha l’impianto a sala o impianto a Hellenkirke. I pilastri sono quelli tipici medievali, le volte sono volte a crociera all’antica. In questa chiesa vediamo una fusione di elementi antichi con elementi medievali. Ad oggi la facciata del 400 non c’è più e la chiesa è stata inglobata a quella del palazzo novecentesco. La facciata che affaccia su piazza Navona richiama invece la facciata di santa Maria novella: vediamo infatti due ordini sovrapposti, ma essendo una chiesa a sala non ha un dislivello di altezze, quindi, non c’è bisogno delle volute di raccordo per collegare la navata centrale più alta con quelle laterali. C’è il timpano triangolare. San Marco È un palazzo cardinalizio contiguo alla chiesa. È una chiesa inglobata al palazzo, palazzo Venezia. I muri laterali vennero scavati per ricavare delle nicchie. Vennero messe delle colonne dietro ai pilastri per rinforzare la struttura. Poi vennero costruite le volte a crociera. Santa Maria del Popolo Chiesa costruita ex novo. Non si tratta di una chiesa antica che è stata riconfigurata ma è una chiesa nuova. È stata quindi coperta direttamente con le volte. A livello del piano nobile c’era poi un giardino pensile; ad oggi questo giardino non c’è più perché venne demolito quando fu costruito l’altare della patria perché ne ostruiva la vista. Il palazzo venne trasferito, cioè venne demolito e poi ricostruito con gli stessi pezzi; in quel tempo era abbastanza comune “spostare” gli edifici. Si tratta comunque di un palazzo composto da parti di epoche diverse. Secondo Bruschi, l’Alberti fu il consulente di questo progetto poiché in alcune soluzioni ritroviamo “il suo stile”. Richiami a elementi dell’Alberti: • Fianco del tempio malatestiano • scritti in cui Alberti parla della pianta dell’antica palestra; descrizione che lui fa della palestra richiama l’impianto del cortile interno di palazzo Venezia • capitelli molto variati. • Pilastro d’angolo dove ci sono delle ali di muro e non la colonna • Nel cortile interno di palazzo Venezia vediamo degli archi su colonne e questo è in contrasto con l’Alberti perché secondo lui gli archi non dovevano poggiare su colonne. • Il disegno delle mensole anticheggianti segue gli scritti dell’Alberti così come la riproduzione dell’ordine ionico • Mensole nella trabeazione richiamano mensole di palazzo Rucellai e del Colosseo • Alberti dice che i giardini e le ville sono architetture più libere in cui l’architetto può prendersi libertà in più; quindi, la soluzione degli archi su colonne può essere considerata come una libertà in più che Alberti concesse all’architetto del giardino. Chiesa di san marco È inglobata al palazzo. Elemento particolare → conchiglia nelle nicchie Loggia di san marco Richiama la loggia delle benedizioni di san Pietro. Sono i primi due esempi della struttura del Colosseo, richiama il legame tra arco e ordine. Ordine superiore con paraste, più piatto, a differenza dell’ordine inferiore che è più sporgente. Vestibolo su piazza Venezia Vestibolo con volta a botte cassettonato in conglomerato cementizio. Alberti non parla di palazzo Venezia però nel de re aedificatoria parla della volta di questo vestibolo. Cortile Trabeazione che sporge. Ordine dorico nell’ordine inferiore. Nell’ordine superiore ci sono invece capitelli di fantasia e una trabeazione continua. Angolo → compenetrazione di due colonne PALAZZO DELLA CANCELLERIA – Roma È un palazzo cardinalizio, commissionato dal cardinale Raffaele Riario. Committente molto colto, molto più colto anche di Paolo II. La corte pontificia ebbe un ruolo importante nella cultura umanistica. Palazzo cardinalizio che contiene una chiesa e che sorge su un palazzo cardinalizio preesistente. Il palazzo è un grande blocco che occupa un intero isolato con quattro facciate di cui una inclinata (segue l’andamento della strada). Sul lato inclinato si susseguono anche una serie di botteghe. Sul retro c’è il giardino. Facciata principale L’assetto della facciata principale viene ripreso anche nelle altre facciate. Sui 4 angoli ci sono dei corpi sporgenti che rimandano all’idea della torre. C’è un paramento bugnato in opus isodomo. Sopra alla fascia inferiore ci sono due ordini; quindi, in totale ci sono tre fasce, una senza ordine e due con ordini. L’angolo di raccordo con la facciata inclinata è irregolare. In corrispondenza della scala a due rampe, in facciata ci sono due grandi finestre ad arco. La facciata sul retro è più regolare. In generale si segue un assetto abbastanza unitario e coerente. Tale facciata richiama la facciata di palazzo Rucellai con ordine addossato alla parete. LEZIONE 6 – 18 MARZO – ITALIA NEL QUATTROCENTO – PARTE III FERRARA – MILANO – VENEZIA – NAPOLI FERRARA Ci sono diverse posizioni storiografiche riguardo la storia di Ferrara. L’urbanistica è una disciplina “moderna” molti studiosi preferiscono usare il termine “interventi urbanistici” per quei secoli, poiché usare il termine urbanistica sarebbe prematuro. Ercole I D’Este → Committente importante Leon Battista Alberti → Consulente di architettura, ebbe un ruolo importante a Ferrara Biagio Rossetti → Architetto a cui si attribuiscono gli interventi urbani di Ferrara Bruno Zevi ritiene che Rossetti fu l’architetto che si occupò di tutti gli interventi ferraresi, Zevi esalta la figura di rossetti e lo considera l’unico autore. Ci sono però anche posizioni diverse; alcuni non considerano Rossetti come un vero architetto e danno molta più importanza al committente; altri (come, ad esempio, Folin) non considerano Rossetti come unico autore ma fanno ancora riferimento al “cantiere collettivo”. Ceccarelli invece rappresenta una via di mezzo tra Zevi e Folin; non nega la figura di rossetti come architetto. Il disegno del giardino fu un elemento importante per Ferrara. I giardini ferraresi verranno usati come esempi per altri giardini, ad esempio i giardini di villa d’este a Tivoli (ci sono due ville d’este, una a Ferrara e una a Roma). Campanile della cattedrale Attribuito a Leon Battista Alberti. Iniziato sotto Nicolò V ma i lavori vennero interrotti. Si ripresero i lavori nei primi anni 50 del Quattrocento con l’Alberti. Possiamo notare il sintagma brunelleschiano: i due archi sono inquadrati dall’ordine e la trabeazione è tangente alla chiave degli archi. Si tratta di una soluzione sintattica. Il capitello richiama il capitello delle paraste di santa Maria novella e dei capitelli presenti negli interni di Sant’Andrea a Mantova. Possiamo vedere un echino con ovoli e un abaco curvo che rimanda all’ordine corinzio e composito; si tratta di un capitello che rispecchia un tipo di capitello composito, ovvero capitello composto da parti diverse. Questo capitello è una prova abbastanza chiara del fatto che si tratta dell’Alberti, poiché questo è il primo capitello albertiano, questo precede tutti gli altri che lui farà. La trabeazione è abbastanza semplice, è priva di dentelli. Anche l’uso di alcuni materiali è stato ricondotto all’Alberti, poiché ritroviamo gli stessi materiali del campanile di Ferrara anche nel tempio malatestiano. Sintagma brunelleschiano → Portico degli innocenti, campanile di Ferrara, loggia Rucellai Facciata →il modello è ancora una volta santa Maria novella. La fascia superiore è stata ricostruita dopo il terremoto e questo lo si può notare dalla differenza dei mattoni e dello stile in generale tra fascia sotto e fascia sopra. La facciata originaria la possiamo osservare in alcuni disegni. Da tali disegni possiamo notare non delle volute di raccordo ma dei timpani curvi in corrispondenza della fascia superiore; vediamo tre campate su cui si sovrappongono due ordini e terminano con tre timpani curvi semicircolari. Richiamo a Venezia LOMBARDIA Milano - contesto Siamo nel periodo sforzesco. In questo periodo la tradizione medievale continua a essere molto forte e a condizionare le opere di architettura e non solo. L’aristocrazia locale continua a sostenere maestri locali profondamente legati allo stile medievale, mentre la committenza sforzesca ingaggia anche maestri fiorentini. Filarete, Trattato È un trattato illustrato che mostra la pianta della città ideale che doveva chiamarsi “sforzinda”. Si basa sull’uso di una figura geometrica regolare e considerata perfetta, ovvero il cerchio. Vediamo anche la rappresentazione di un duomo ideale, che doveva essere situato in questa città ideale, e anche la rappresentazione di un ospedale ideale, l’ospedale maggiore di Milano Guiniforte Solari → colui che realizzò l’ospedale maggiore di Milano Portale del banco mediceo Portale molto decorato in cui vediamo anche le volute a S. decorazione molto ricca caratteristica dell’architettura milanese. Cappella portinari di S. Eustorgio – Milano Cappella sepolcrale. Chiaro riferimento allo schema della sagrestia vecchia. Vano centrale quadrato coperto da una cupola su pennacchi unito ad un altro vano quadrato anch’esso coperto da una cupola su pennacchi. A differenza della sagrestia vecchia, qui c’è una decorazione molto molto ricca (mentre nella sagrestia vecchia, Brunelleschi prediligeva essenzialità) Certosa di pavia Alla facciata lavora Giovanni Antonio Amedeo. Usa soluzioni riprese dall’antico nelle forme e negli impianti però poi tutto viene rivestito da una ricchissima decorazione. È come se fossero sculture che si sovrappongono all’architettura Cappella Colleoni a Bergamo Architetto → Giovanni Antonio Amadeo, architetto locale Anche qui la decorazione è la protagonista. VENEZIA Venezia è una repubblica, quindi, ha un determinato ordinamento politico. Venezia guarda molto al medioevo, forte legame. Si nota una profonda difficoltà di introduzione del nuovo. Palazzo ducale Loggiati gotici che vengono ripresi anche in altre architetture della città, come ad esempio Ca’ Foscari o Ca’ d’Oro. Porta dell’arsenale Riprende l’assetto di una architettura antica locale, ovvero l’arco dei Sergi a Pola. Arco inquadrato da colonne binate. L’antico locale è sempre un riferimento importante. S. Michele in Isola Mauro Codussi. Uso di semi timpani curvi come elemento di raccordo. Uso della pietra come ulteriore riferimento all’antico. Cattedrale di Sebenico Utilizzo dei semi timpani curvi che risolvono il raccordo tra ordine inferiore e ordine superiore San Giovanni crisostomo Mauro Codussi. Interessante è la pianta che allude alla pianta a quincunx (riferimento all’antico). Palazzo Loredana Bifore inquadrate dall’arco che appartengono alla tradizione veneziana. NAPOLI Il rinnovamento a Napoli avviene con un riferimento a Firenze. Tra gli architetti che operarono a Napoli ci sono Giuliano da sangallo e francesco di Giorgio. Tavola Strozzi Dipinto in cui si vede una veduta di Napoli che nonostante sia abbastanza fedele, traduce questi edifici in modo un po' fiorentini; a Napoli non ci sono questi tetti spioventi o le finestre ad arco. Castel Nuovo Archi affiancati da colonne binate, nicchie con conchiglie, ordini che si sovrappongono. Compresenza di due culture: Napoli + Firenze. Palazzo di Diomede Carafa Portale incorniciato da un architrave rigirato. Qualcuno guardando tale palazzo sosterrà di vedere Firenze a Napoli. Porta capuana Chiaramente riferita all’antico. L’attribuzione è incerta. Villa di poggio reale Commissionata dal re di Napoli. Situata ai margini della città. Non conosciamo bene l’assetto originario, ma viene rappresentata in un libro che mostra un impianto regolare. Oggi non c’è più. Tempietto di Giovanni Pontano Siamo alla fine del Quattrocento. Ordine architettonico di paraste. È un tempietto per il quale si è pesato all’intervento di francesco di Giorgio, ma son solo ipotesi; è probabile la compresenza di più architetti. Forte richiamo all’architettura fiorentina. Palazzo di Capua Non è quattrocentesco. C’è un netto riferimento a Roma che mostra quanto nel Cinquecento sia più importante Roma come modello piuttosto che Firenze. Ordine di paraste. Finestre ad arco. Siamo già nel Cinquecento. LEZIONE 8 – 25 MARZO – BRAMANTE E LA NUOVA ARCHITETTURA RINASCIMENTALE Lingua intersoggettiva di Bramante. Palazzo Castellesi 1499-1501 Come nella casa antica c’era l’atrio e il peristilio, nella casa rinascimentale c’è il cortile e il giardino. Lungo la via alessandrina, oggi affaccio su via della costituzione. Impianto regolare che riprende palazzo Medici; vestibolo centrale che introduce a spazio quadrato, poi presenza di un secondo giardino. Scala a 3 rampe con 2 rampe ortogonali laterali su modello urbinate poiché mancava lo spazio per un accesso diretto con 2 rampe sole. Facciata come quella di Palazzo della Cancelleria. Chiostro S. M. della Pace 1500-1504 Evoluzione dell’architettura verso una ripresa fedele dell’antico. Impianto quadrato con ingresso completamente laterale = disassato. Pertanto, la visione di scorcio è la prima che si ha entrando nel chiostro. Spostamento dell’ingresso permette di evitare il vuoto in asse → sguardo dell’osservatore è respinto su assi pieni e il centro assume importanza; il centro è vuoto ma in questo caso questo vuoto diventa materia. Impianto modulare quadrato geometrico che regola la parte scoperta e i portici e ancora la parte del refettorio anteriore. Il modulo geometrico lo ritroviamo anche in alzato: rettangolo costruito da due quadrati accostati (2:1) + ordine superiore B è in altezza pari all’ordine inferiore A – un quarto (questa cosa era stata definita perfetta da Vitruvio). B = A – ¼ Ordini del portico con archi inquadrati sotto e ordine trabeato con inserimento al ritmo doppio sopra. Prima ricerca di sequenza di ordini voluta da Vitruvio e Serlio: ionico femminile nelle paraste, tuscanico nei pilastri laterali alla base di arco e sulle paraste nel fondo del muro dove prosegue come modanatura della cornice, composito nei pilastri superiori, corinzio nelle colonne superiori. Esilità delle strutture rinascimentali ≠ massività degli spazi romani. La mancanza di mezzi e finanze porta a complicazioni sia nell’aspetto finale che nella scelta dei materiali. Angolo del chiostro caratterizzato da pilastri di dimensioni contenute e per questo nei 2 pilastri incastrati non è possibile avere spazio per una parasta; quest’ultima diventa filiforme sormontata da capitello ridotto all’estremità (soluzione anomala → contrapposizione tra bidimensione dello schema lineare geometrico e tridimensionalità della materia ≠ Bruschi). Trabeazione presenta mensole nel fregio → modello del Colosseo ripreso dall’ Alberti. Il ritmo della trabeazione porta ad avere delle mensole ravvicinate nel punto del capitello MA chiusura senza sporgenze. Cornie del Belvedere dal 1503 Voluto da Giulio II → spazio aperto come giardino rettangolare (riferito alle ville antiche) da Palazzi Vancari fino a Palazzo di Innocenzo VIII. Oggi → biblioteca vaticana di Sisto V interrompe a metà lo spazio prima continuo. Ville antiche non conservate → utilizzo di fonti diverse e descrizioni letterarie. Spazio rettangolare in pendio con rampe verso terrazzamenti delimitati da portici; spazio prospettico con leggera salita nella parte finale (prospettiva solida per donare profondità). Modello dello stadio romano del palazzo di Domiziano (stadio → associato alla villa e organizzato come giardino porticato). Modello dell’articolazione del pendio del santuario della fortuna primigenia a Preneste → scalinate + rampe + esedra finale. Ordini architettonici molto vicini agli ordini classici (sovrapposizione di 3): 1. Antico = novità per presenza di fregio nella trabeazione co metope e triglifi. Lettura + interpretazione di Vitruvio con confronto di monumenti 2. Ionico = modello di tempio di saturno 3. Corinzio = modello del Pantheon nel capitello che viene esattamente copiato e poi ripreso poi da tutti i successivi anche grazie a trattati. Presenta paraste con semi paraste → soluzione che NON esiste nell’antico ma molto usata da Bramante; tema dell’ordine addossato a parete dove forse contro paraste sono mediazione della parete ≠ Bruschi. La stessa soluzione viene vista da Serlio come sostengo della trabeazione arretrata; ordine visto stavolta come portante ≠ addossato. Necessità di sostegno delle contro paraste perché sporgente. Nicchia semicircolare con scalini disposti all’esterno con pianta concentrica e all’interno concava. Scala elicoidale con sovrapposizione di 4 ordini (toscano = dorico semplificato, dorico, ionico, composito). Colonne tutte alte uguali MA con proporzioni diverse. Tempietto di San Pietro in Montano 1503-1505 Forse su luogo del martirio del Santo realizzato come tholos periptero antico → coincidenza tra antico e cristianesimo di Giulio II. Rielaborazione dell’antico sulla base del Tempio della Sibilla a Tivoli (Palladio la riconosce come unico tempio degno dei modelli di tempio antico), variazione nella peristasi interna che nel modello continua. Sotto il tempio c’è piccola cripta con incisione della prima pietra del 1502. Le incisioni indicano i committenti dei re spagnoli d’Aragona e di Castiglia. Forse doveva essere delimitato da cortile porticato, spazio molto ridotto. Impianto radiocentrico verso il centro comporterà dei problemi: avvicinandosi al centro gli interessi diminuiscono e spesso manca spazio per le porte che vengono a sovrastare le paraste (finestre nello stipite). Problema dell’applicazione di una legge geometrica assoluta. Logica radiocentrica non riesce a mantenere il ritmo anche all’interno. Vengono aumentati gli interassi tra le paraste. Trabeazione con metope e triglifi, raffigurazione di temi cristiani nelle metope. Tamburo con ordine semplificato sia sulle colonne sia sulla trabeazione; semplificano per alleggerire visivamente. Tamburo con balaustra molto bassa non utilizzabile; tuttavia, anche se non è utilizzabile, è proporzionata, se fosse stata di dimensione standard avrebbe creato una percezione diversa dell’intero complesso (tempio sarebbe sembrato più grande). Palazzo Caprini 1501-1510 Su via alessandrina: facciata con bugnato nella parte inferiore e ordine nella parte superiore. Trabeazione con metope e triglifi. Botteghe inferiori delimitate da piattebande riprendono mercati traianei. Nell’angolo: triade di colonne con colonna centrale che avvolge angolo. Palazzo NON realizzato in pietra MA con mattoni spezzati e poi stuccati. Nuova basilica di San Pietro – dal 1505 Per commissione di Giulio II. Idea di ricostruzione integrale della basilica partendo dalla zona presbiteriale. Bramante è il primo architetto; poteva succedere che più architetti lavoravano in contemporanea (competizione) con progetti diversi. I progetti di Bramante sono agli Uffizi, anche se il materiale è lacunoso ed è stato protagonista di interpretazioni diverse. Fonti fondamentali: • Uffizi 1A → disegno di presentazione di una parte di impianto • Medaglia di fondazione → alzato semplificato • Uffizi 20A → disegno di lavoro, sullo stesso foglio ci sono diverse prove progettuali sovrapposte “prima si sarebbe potuto sperar di vedere l’ultimo giorno del mondo, che San Pietro finito” – Ascanio Candivi, 1500. Nel 1505, primi progetti di Bramante con concorrenza di Giuliano da Sangallo e consultazione di Fra Giocondo. Prima pietra nel 1506. Nel 1520, progetto passa a Raffaello, poiché nel 1514 muore Bramante. Primo progetto presentato non fu realizzato; la pianta centrale presentava una cupola centrale con 4 cupole diagonali con impianto analogo di cupola su pennacchi (impianto tipico bizantino a quincunx), campanili presenti anche nella medaglia di Caradosso. Carattere innovativo di gestione dello spazio → masse murarie molto leggere (“cartilagini”) per nicchie murarie, diversa dalla spazialità antica nella sua concretezza. Pilastri obliqui ampi, definiti “a barra”, che allargano la cupola perché su di questi poggiano i pennacchi creando una forma trapezoidale, senso di dilatazione dello spazio. Bramante passa poi a progetto longitudinale. Toenes Cristof → fece confronto dei due progetti: il primo prevedeva un coro con pilastri più piccoli (poi ingranditi) posto in connessione con ampiezza delle navate laterali. Il pilastro di connessione è molto simile al primo progetto del piano di pergamena. GEOMETRIA DELLA CUPOLA Calotta esterna, calotta interna e 4 punti di collegamento per ogni lato (in ogni lato poggiano due costoloni angolari all’estremità del lato e due costoloni mediani). Poi c’è un rivestimento estero costituito da grandi tegole sostenute da ancoraggi metallici. Poi c’è la lanterna. 45m di diametro, 90m di altezza da terra, la lanterna e tra i 18 e i 32 metri. Lo spessore murario della cupola è di 4,1 metri. Massa muraria della calotta interna è circa 4 metri, la massa muraria della calotta esterna è circa 2 metri e mezzo. La cupola poggia su un ottagono irregolare. Tra le due calotte c’è un corridoio percorribile. LA MURATURA INTRADOSSALE Spinapesce → Gli spinapesce sono disposti in modo radiale, sono dirette verso l’asse della cupola. I mattoni che costituiscono gli spinapesce sono disposti un po' di sbieco; hanno una cresta, cioè sporgono, perché sono di sbieco dato che si rivolgono verso l’asse. Non funzionano come le piattebande, negli spinapesce il mattone cade se non c’è la malta. Tra uno spinapesce e un altro c’è tanto spazio. A mano a mano che salgono gli spinapesce girano e si avvicinano sempre più. La radialità degli spinapesce è evidenziata dalle creste di quest’ultimi. Corda blanda →I filari di mattoni sono disposti a corda blanda, non sono a 180 gradi. Parliamo di letti conici. La cupola è l’intersezione tra un cono e un poligono ottagonale. Il letto conico risolve il problema degli angoli e delle mezzerie e riesco ad avere tutti angoli da 180 gradi. Malta → i mattoni son tenuti insieme dalla malta. Non c’è aggiunta di pozzolana. Ancora oggi la malta è in ottimo stato di conservazione. Pezzi speciali → negli angoli sono stati usati dei pezzi speciali, ovvero dei mattoni realizzati con casseforme speciali. Si è scoperto però che non è vero, non ci sono pezzi speciali. Ci sono le casseforme ma nella cupola non ci sono mattoni con queste “forme speciali”. Masse ferrose intradossali → sono stati trovati degli anelli brunelleschiani che servivano per sostenere i ponteggi di servizio (non le armature!). ci sono anelli piccoli e anelli grandi. Staffe negli spigoli → Sono poste a sinistra di ogni lato. Alcune sono ancora visibili, forse perché si sono dimenticati di tagliarle. Le centine progressive → nelle varie fasi costruttive le centine vengono spostate. Sono state spostate tre volte. Le centine servivano per fare in modo che gli spigoli fossero archi di circonferenza precisi. Sesto di quinto acuto → ci sono 8 archi di circonferenza che si basano sul sesto di quinto acuto; non si tratta assolutamente di archi policentrici ma di archi di circonferenza. La punta degli archi non coincide perfettamente con il sesto di quinto acuto ma sono leggermente più bassi. Se prendo il lato e lo divido in 5 parti trovo i due centri di curvatura che mi permettono di tracciare l’arco acuto il cui punto sommitale corrisponde al “sesto punto”. L’interno della cupola è tutto intonacato; gli arcarecci, gli spinapesce, i filari di mattoni son nascosti dall’intonaco. I mattoni dello spinapesce sono più regolari rispetto ai mattoni della corda blanda. Gli spigoli sono archi di circonferenza perfetti! Massimo ricci → egli ipotizza la “regola della margherita”. Questa sua ipotesi però è sbagliata perché non ci sono letti conici ma ci sono delle merlature quindi non abbiamo gli angoli a 180 gradi. SAN LORENZO a FIRENZE Prima della basilica che vediamo oggi c’era una basilica medievale con una configurazione diversa da quella attuale. Ai lati della basilica c’è la sagrestia vecchia fatta da Brunelleschi, la sagrestia nuova fatta da Michelangelo, la cappella dei santi Cosma e Damiano. La basilica di san Lorenzo, infatti, si inserisce in una serie di architetture medicee. L’esemplare restauro della sagrestia vecchia riservò notevoli sorprese relativamente all’impianto decorativo e all’assetto cromatico. Quest’ultima, infatti, era molto colorata; a terra c’era coccio-pesto e nelle pareti pietra serena e intonaco. Dal 1452 al 1465 → c’è una forte interruzione del cantiere, non si hanno finanziamenti. 1461 → consacrazione del nuovo altare 1467 → viene demolita la basilica medievale, antecedente alla configurazione attuale Dal 1465 al 1480 → ripresa e completamento dei lavori La fase iniziale di costruzione, quella che precede l’interruzione del 52, è attribuita a Brunelleschi e viene anche detta fase brunelleschiana. Nei capitelli possiamo notare delle differenze rispetto a quelli fatti nella fase brunelleschiana rispetto a quelli fatti nella seconda fase: • Diminuzione del numero dei dentelli • Diversa tipologia delle volute • Qualità inferiore dei rilievi dei fregi, il fregio è molto più rigido • Foglie d’acanto sostituite con foglie d’ulivo Anche la copertura (soffitto ligneo a cassettoni) cambia notevolmente. Nella parte brunelleschiana i cassettoni erano diversi rispetto a quelli appartenenti alla parte risalente alla fase successiva. I cassettoni di Brunelleschi erano molto decorati ed erano colorati, con i colori dei Medici. La parte della fase successiva è molto più semplice e scarna. Intervento di Gaetano baccani: • Cantoria • Sostituzione integrale degli intonaci, nuova coloritura delle pareti e del soffitto ligneo • Approfondimento cappelle laterali • Nuova pavimentazione in marmo bianco e bardiglio (quindi scacchi bianchi e neri) Nei suoi interventi di restauro ottocentesco, Baccani decide di dipingere il fregio bianco come il setto murario, quindi, di assimilare il fregio all’ordine murario; questo separa nettamente l’architrave dalla cornice, creando una sorta di trabeazione interrotta. Dado brunelleschiano =tronco di trabeazione che poggia sopra al capitello della colonna. LEZIONE 9 – 1° APRILE 2022 – MAGGIORI ARCHITETTI DEL CINQUECENTO RAFFAELLO CENNI BIOGRAFICI Nasce ad Urbino nel 1453 e muore nel 1520. Noto per la sua attività di pittore ma fu anche un importante architetto. Lettera a Leone X → Raffaello scrisse una lettera a Leone X; è una lettera che si riferisce alla ricostruzione della Roma antica fatta studiando i monumenti antichi. Disegno dei monumenti antichi per poterli studiare e conoscere. È una lettera molto importante perché illustra questa volontà ed è importante perché si riferisce al tipo di rappresentazione grafica che doveva essere usata per i rilievi architettonici; si afferma ancora una volta l’importanza fondamentale delle proiezioni ortogonali, e quindi di pianta, prospetto e sezione. L’impresa non viene completata, abbiamo solo delle bozze di questo documento. Possiamo comunque cogliere l’attenzione verso l’architettura antica. Raffaello riuscì a riprendere lo spirito, le idee dell’architettura antica. ALCUNI DIPINTI Osserviamo alcuni dipinti di Raffaello in cui vediamo delle architetture. Sposalizio della Vergine → sullo sfondo ci sono architetture Madonna del Baldacchino → sfondo architettonico che si riferisce all’abside del pantheon quella posta in asse con l’ingresso (c’è una nicchia centrale con due colonne poste lateralmente) Scuola di Atene → rappresentazione di una architettura che fa riferimento ai progetti che all’epoca Bramante stava realizzando per San Pietro; si è ipotizzato anche che questo sfondo era stato disegnato da Bramante. Raffaello era il secondo architetto, dopo Bramante, del cantiere di San Pietro. L’esperienza di architetto a fianco a Bramante sarà fondamentale per lui. Incendio di Borgo → ci sono una serie di ordini architettonici. vediamo un ordine dorico nell’edificio sul fondo da cui si sporge il Papa; c’è il fregio dorico a metope e triglifi, c’è la serliana (struttura costituita da una parte centrale arcuata affiancata da due parti più piccole trabeate). Vediamo poi il bugnato disposti in modo da costruire una piattabanda nella parte inferiore. Poi vediamo l’ordine ionico. Infine, vediamo dei capitelli compositi che sostengono una trabeazione corinzia con mensole poste sotto al gocciolatoio. Sul fondo dello sfondo (dietro all’edificio dorico dove c’è la serliana e il Papa che saluta) c’è l’antica basilica di San Pietro paleocristiana. romano. Il progettista principale è Raffaello, il quale scrisse anche una lettera che illustra il programma che aveva in mente per costruire la villa. È una villa che rimane incompiuta che appartiene a una serie di progetti ambiziosi commissionati dai Papi. Qui notiamo l’attenzione all’orografia del terreno, l’attenzione alla direzione dei venti, la citazione a una serie di ambienti che si basano su modelli antichi. È una villa inserita nell’orografia naturale, con una vista sul Tevere. Ci sono due assi principali, non c’è una perfetta simmetria. Al centro c’è uno straordinario cortile circolare. Sul lato del pendio era previsto un teatro. Lungo uno degli assi si susseguono un vestibolo, il cortile, una grande loggia, un giardino pensile (su cui si apre la loggia) e una peschiera. Nell’altro asse si susseguono l’ingresso, il cortile e il teatro. La loggia affacciata sul giardino non è simmetrica, un lato termina con una nicchia semicircolare e l’altro ha terminazione piatta; è una loggia voltata che presenta tre campate. La campata centrale è coperta da una cupola su pennacchi mentre le due campate laterali son coperte da volte a crociera. Anche qui c’è il riferimento alla basilica di Massenzio. È una loggia molto decorata e colorata, in linea quindi con la visione di Raffaello. La cupola su pennacchi poggia su pilastri leggermente smussati. Nei pennacchi vediamo la decorazione a grottesche, ovvero decorazioni un po' fantasiose che non mostrano animali, piante, o qualcosa di esistente (richiamo alla domus aurea dove c’erano decorazioni a grottesche). Il muro che circonda il cortile centrale mostra, nella parte inferiore, la bozzatura. Solitamente queste bozzatura veniva ricoperta con un rivestimento, non si doveva vedere. Al di sopra di questa parte vediamo l’ordine architettonico con colonne con conci di tufo alternati a mattoni. Interessante è il piedistallo in pietra su cui poggia la base della colonna; uso della forma curva anche in questo piedistallo dove c’è una sorta di “fascia bombata” (a volte, nel Cinquecento, anche il fregio non era rettilineo ma veniva “bombato”). C’è il fregio bombato. ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE CENNI BIOGRAFICI Proviene da una famiglia di architetti professionisti. La sua architettura sarà una architettura adatta ad essere replicata. È anche lui molto interessato a Vitruvio e all’antico; fece tanti disegni con dettagli e annotazioni estremamente utili e importanti per la conoscenza dell’antico. Ha prodotto tantissimo in termine di disegni di progetto e di opere realizzate. Redige tantissimi progetti anche per San Pietro anche se poi non verrà realizzato quasi nulla perché poi farà tutto Michelangelo. OPERE FONDAMENTALI PALAZZO FARNESE 1514-1515 → inizio dei lavori Primi anni ’40 → ripresa dei lavori Commissionata inizialmente dal cardinale Alessandro Farnese che poi diventa papa Paolo III; quindi passa da essere palazzo cardinalizio a essere palazzo papale. Parteciparono diversi architetti. I Farnese sono committenti molto importanti che commissionarono tante opere sprse in vari luoghi dell’Italia. Paolo III aveva tantissime residenze a Roma; a lui piaceva molto stare in una villa al Quirinale che però non era sua. Egli aveva anche tanti figli. Comunque, in generale, tutta la famiglia Farnese rappresentava una committenza ricchissima. Oggi → Palazzo Farnese è la sede dell’ambasciata di Francia. È un palazzo molto regolare che occupa un intero isolato. Impianto regolare con un asse centrale lungo cui si susseguono un grande vestibolo, un cortile, un secondo vestibolo, una loggia, un giardino. L’asse del palazzo è allineato alla via papale che si trova di fronte al palazzo; è come se l’asse del palazzo fosse il prolungamento di tale strada. È interessante che c’è anche il progetto redatto da Michelangelo che prevedeva la prosecuzione dell’asse oltre al giardino, e attraverso un ponte avrebbe dovuto oltrepassare il Tevere e arrivare in un'altra opera appartenente ai Farnese, ovvero la Farnesina. Osservando l’impianto vediamo il vestibolo d’ingresso, poi si arriva al cortile porticato su tutti e quattro i lati, poi c’è una scala (a sinistra, sul lato del cortile), poi sul portico del cortile si affacciano una serie di saloni, poi infine si arriva al giardino. Osservando la facciata notiamo una cosa che si discosta dalle facciate tipiche dei palazzi del Quattrocento e cinquecento: l’ordine addossato alla parete, qui non c’è l’ordine architettonico (c’è solo un ordine relativo alle edicole). Altri elementi che lo diversificano dai palazzi tipici sono: cornicione molto grande e sporgente, sproporzionato rispetto alla facciata, e poi l’allineamento verticale tra i pieni e i vuoti. Palazzo Farnese richiama l’impianto e soprattutto la facciata di Palazzo Medici di Michelozzo, anch’essa senza ordine architettonico. In questo palazzo c’erano tre livelli distinti con delle fasce marcapiano e il bugnato al piano terra, però non c’è l’ordine. Michelozzo è un architetto importante. Questo tipo di facciata avrà molta fortuna nel Cinquecento e anche dopo. Antonio da Sangallo userà questa facciata come la sua “facciata tipica”. Le finestre sono inserite in delle edicole inquadrate dall’ordine architettonico. C’è un portale molto imponente. Al centro c’è lo stemma dei Farnese (il giglio). Questo palazzo appare come una sorta di blocco inserito nello spazio urbano. Nelle pareti che delimitano il cortile vediamo la sovrapposizione di ordine dorico, ionico e infine ordine corinzio (ci sono tre livelli). Il grande vestibolo di ingresso è coperto da una volta a botte che poggia su una trabeazione senza fregio, con le regule. È un vestibolo monumentale. PALAZZO BALDASSINI 1514-1517 È una sorta di figlio di Palazzo Farnese. Commissionata da un avvocato ambizioso che voleva costruirsi il suo palazzo; si tratta comunque di una committenza ben diversa da quella dei Farnese, estremamente più ricca. Lungo l’asse centrale si susseguono un vestibolo, un cortile, un secondo vestibolo, un giardino. Cortile porticato solo sull’asse d’ingresso. Il vestibolo presenta l’ordine addossato che imita le due navate laterali del vestibolo monumentale di palazzo farnese. Stesso assetto di palazzo farnese, è tipo un “mini palazzo farnese”. Il portico del cortile ha solo due livelli, non tre. La facciata è come quella di palazzo farnese ma più semplificata. Ha gli angoli bugnati e le fasce marca soglia. Il palazzo non occupa un intero isolato ma comunque la sua facciata sporge rispetto ai palazzi posti a fianco come se volesse imitare l’imponenza di Palazzo Farnese. PROGETTO DEFINITIVO PER SAN PIETRO 1539 Modello ligneo realizzato da Sangallo Presenta un impianto centrico con una sorta di avancorpo che prolunga la parte centrica. Ci sono due campanili ai lati dell’abside centrale. L’esterno propone la sovrapposizione di più ordine, in cui non vediamo un ordine maggiore rispetto ad un altro; Antonio sovrappone tanti piccoli ordini, senza una gerarchia di ordini ma una semplice sovrapposizione. È una sorta di rielaborazione del progetto di Bramante. Egli verrà estremamente criticato da Michelangelo per questo progetto. LEZIONE 10 – 7 APRILE 2022 – PERUZZI, ROMANO e SERLIO BALDASSARRE PERUZZI CENNI BIOGRAFICI Architetto e pittore senese. Nasce nel 1481 e muore nel 1536. Peruzzi inizia a lavorare a Roma e poi si sposta r aroma, Siena, carpi e non solo. Collabora per architetture importanti; fu terzo architetto di san Pietro dopo la morte di bramante per poi diventare il secondo architetto successivamente. Disegna tantissimo e fa tantissimi progetti anche non realizzati. Si tratta di progetto molto importanti, che presentano elementi innovativi che verranno ripresi da architetti successivi del 500 ma anche del 600; potremmo parlare quindi di un architetto “visionario” che anticipa soluzioni che verranno applicate solo in epoca successiva. Peruzzi a differenza di Antonio da sangallo il giovane, disegna tantissimo ma non realizzerà tanti progetti, inoltre non presenta soluzioni “ripetibili, replicabili” come quelli di sangallo il giovane. OPERE PRINCIPALI VILLA CHIGI – DAL 1505 detta anche “farnesina2 Villa suburbana situata lungo via della Lungara (strada retta che va dal vaticano fino a porta settimina, a Trastevere); è molto vicina al lungo Tevere. PALAZZO STATI MACCARANI – 1522-23 Può essere confrontato con Palazzo Alberini. Si rifà al modello di Palazzo Caprini; vediamo l’ordine architettonico nei due piani superiori e non al piano terra dove invece c’è il bugnato. Al primo piano vediamo delle paraste che si fondono con la trabeazione (non hanno il capitello, il capitello si fonde con la trabeazione). L’ultimo piano è piuttosto semplificato: mostra delle fasce che rappresentano una semplificazione estrema (chiamato anche “ordine a fasce” e verrà usato spesso nel periodo successivo). Nella parte inferiore è interessante notare il rapporto tra l’ordine architettonico e il bugnato, c’è una sorta di contrasto tra le rifiniture dell’ordine e l’imponenza del bugnato. All’interno il palazzo si adatta e accetta l’irregolarità; non c’è simmetria ne assialità. Giulio romano non si preoccupa dell’irregolarità. CASA DI GIULIO ROMANO a ROMA Situata nella zona dei fori imperiali. Questa casa non esiste più ma è molto documentata da innumerevoli disegni. È la sua casa, Romano la progetta per sé. Importante è il rapporto tra il bugnato e le parti rifinite dell’ordine architettonico: le “bugne” si sovrappongono ad alcune parti dell’ordine (ricorda la Porta Maggiore dell’imperatore Claudio). PALAZZO TE a MANTOVA Committenti: famiglia Gonzaga. La famiglia Gonzaga lo chiama a Mantova e lo nomina prefetto di tutte le architetture di Mantova (questo avviene prima del sacco di Roma). Nel 1524 Giulio Romano si trasferisce a Mantova, dove rimarrà fino alla morte. È una sorta di villa suburbana che sorge a Te, una zona poco fuori da Mantova. Palazzo con proporzioni particolari, molto base (costituite solo da un piano e da un mezzanino). Impianto planimetrico piuttosto regolare che tuttavia contiene degli aspetti irregolari al suo interno. Facciata principale → non è regolare. Il ritmo delle campate non segue una regola, c’è una irregolarità di cui l’architetto non sembra preoccuparsi. Anche gli angoli sono diversi: uno presenta tre paraste adiacenti, l’altro mostra due paraste staccate tra loro. Il bugnato è un bugnato fatto con mattoni e poi stuccato, non è in pietra. Da notare il triglifo nel fregio: sembra scivolare verso il basso portando con se anche l’architrave (sembra cadere verso il basso). Le finestre sono sormontate da un timpano triangolare che mostra un dettaglio particolare: il timpano mostra una spaccatura nella parte centrale (dettaglio quasi ironico dato che il timpano doveva proteggere la finestra dalla pioggia ma questa fessura fa passare l’acqua). Angoli → molto importanti. Uno dei 4 angoli richiama l’angolo di Palazzo Caprini, mostra tre paraste (angolo pieno). Possiamo notare questo stesso angolo a palazzo Thiene a Vicenza (forse realizzato anch’esso da Giulio Romano e poi completato da Palladio. Le finestre, le paraste con il bugnato, il ugnato al piano terra richiamano giulio romano). Conflitto angolare → Giulio Romano risolve il conflitto angolare spostando il triglifo. Impianto → si entra attraversando un vestibolo a tre campate, per poi accedere a una peschiera, poi una sorta di secondo vestibolo voltato a botte (o loggia), e infine un giardino pensile. Peschiera → su di essa si affaccia una grande loggia con gruppi di 4 colonne su cui poggiano gli archi. Vediamo il tema della serliana; è interessante notare il ritmo irregolare di queste serliane. Nella parte finale vediamo una serliana senza colonne, come se le mancasse un pezzo. Parliamo di ritmo sincopato, un ritmo in cui vengono eliminate delle parti. Notiamo un contrasto tra la dimensione dell’ordine della serliana e dell’ordine della parete muraria. Dalla parte opposta, lungo l’asse, vediamo poi una loggia con volte a botte affrescate, che conduce al giardino. Interno → ci sono sale molto belle e decorate. Importante è la Sala dei Giganti dove è raffigurato il crollo di una architettura sotto ad un cielo con figure molto piccole che sono in contrasto con figure giganti posizionate nella parte sottostante. Palazzo Te è considerato uno dei maggiori esempi di manierismo architettonico. Ernest Gombi parlerà di palazzo te come di un palazzo che mette in crisi una serie di regole tradizionali. Peruzzi e Romano sono interpreti molto originali della maniera di Bramante. Si tratta di una stagione artistica molto creativa. Raffaello e Peruzzi sono molto più regolari di Romano, il quale è più libero e scenografico; sono comunque tutti interpreti estremamente originali. SEBASTIANO SERLIO Nato nel 1475, morto nel 1554. Scrive tanto; scrive 7 libri sull’architettura che affrontano diverse questioni su quest’ultima. I suoi libri costituiscono uno strumento fondamentale per diffondere l’architettura del suo tempo. Collaborò molto con Peruzzi. È di religione evangelica, pertanto si sposta molto per tutt’Italia, vivrà a Roma, Venezia, e poi andrà anche in Franca. Lui era di Bologna. Egli scrisse le “regole generali sopra le cinque maniere degli edifici” (si chiamavano ancora maniere, successivamente si chiameranno ordini) all’interno del quarto libro: in questo articolo si classificano i 5 ordini architettonici (dorico, ionico, corinzio, tuscanico, composito). Sarà Serlio a definire le caratteristiche dei 5 ordini, le loro proporzioni e i loro componenti. In alcuni libri sembra voler ricercare la regola, in altri se ne discosta. A volte asseconda gli accademici, altre volte è attratto dalla varietà. Nel quarto libro rappresenta un portale con un fregio in cui i triglifi prendono la forma di mensole, soluzione estremamente originale (si definiscono “mensole triglifate” e sono delle invenzioni, non esistono nell’antichità). Nell’ultima parte della sua vita si trasferisce in Francia dove realizza il Castello di Ancy-Le-France. LEZIONE 11 – 8 APRILE 2022 – MICHELANGELO ARCHITETTO Testo utile → J.S. Ackerman, “L’architettura di Michelangelo”, Torino, Einaudi 1968. CONTESTO E CENNI BIOGRAFICI Nasce nel 1475 e muore nel 1564 Pittore, scultore, architetto e poeta. È un genio, un genio terribile, solitario. Per quanto riguarda l’architettura, Michelangelo inizia a lavorare come architetto piuttosto tardi. Tra i primi lavori ci sono gli affreschi delle volte della cappella sistina e anche i progetti per la tomba di Giulio II. Il progetto definitivo della tomba di Giulio II, realizzato presso S. Pietro in Vincoli, risale al 1542-1545. Tra i primi progetti di architettura, ricordiamo la facciata di San Lorenzo. Vasari → egli scrive di Michelangelo sottolineandone i suoi caratteri innovativi, la sua novità. Michelangelo si inoltra verso la strada dell’innovazione, o meglio dell’invenzione, personalizza i modelli antichi e studia in maniera accurata l’antico per poi farne un’interpretazione propria (si dice che rompe i lacci e le catene con l’architettura antica). Michelangelo può permettersi di prendere questa licenza. Vasari dice anche che questo atteggiamento verso l’innovazione ha invogliato anche altri artisti successivi a imitare tale atteggiamento e a inventare (tuttavia vasari non lo vede come un aspetto positivo, poiché Michelangelo era un genio, gli altri no, non ne avevano le capacità). Michelangelo viene considerato perfetto da Vasari, poiché eccelle in tutte le arti del disegno ovvero pittura, architettura e scultura. Frammento di lettera → Michelangelo scrisse una lettera. Qui parla del rapporto con la natura e anche del rapporto con l’anatomia umana. Sottolinea il fatto che chi non conosce profondamente l’architettura non può fare architettura. Scrive ad esempio: “E però è cosa certa che le membra dell’architettura dipendono dalle membra dell’uomo. Chi non è stato o non è buon maestro di figure, e massime di notomia, non se ne può intendere”. Parla dell’imitazione della natura, del mondo organico, che corrisponde ad un mondo imperfetto, vivo, mutevole. Michelangelo con le membra dell’architettura richiama le membra umane, cerca di richiamarne la vitalità e l’energia; non si parla di una imitazione astratta ma di imitazione organica. I prigioni → sculture non finite realizzate da Michelangelo. Si nota l’idea della figura che è imprigionata nella pietra. Richiama l’idea del fatto che l’uomo, la figura, esiste già nella pietra, è solo nascosta al suo interno e sta allo scultore trovarla e scoprirla. Il tema del non finito torna spesso nelle sue opere di scultura ma anche di architettura. Si tratta di opere interrotte, non finite da Michelangelo e a volte lasciate così, altre volte completati da altri artisti. Michelangelo è molto partecipe anche alla vita cittadina, alle questioni politiche e civili del suo tempo. Michelangelo tende alla perfezione. È una figura molto problematica e drammatica per certi vers. Sarà la sua aspirazione alla perfezione a fargli bruciare tutti i suoi disegni di architettura prima di morire. Vestibolo → lo scalone fa da protagonista. Pareti scandite da più livelli di ordini architettonici in cui cediamo delle colonne libere binate. Si tratta di colonne libere, ovvero non addossate alla parete ma sono staccate da essa, sono colonne anteposte alla parete e non semicolonne. Sono però incassate nella parete, non sporgono (grande novità portata da Michelangelo. Non sono mai esistite colonne incassate prima di lui). Sotto queste colonne libere incassate nella parete, ci sono delle grandi mensole. Nell’angolo vediamo due colonne e un pilastro tra le due. Osservando le edicole vediamo delle paraste con rastremazione inversa. La parasta oltre alla rastremazione inversa presenta un fusto in cui si alternano parti lisce a parti scanalate. C’è una grande attenzione all’impatto visivo che richiama il suo occhio da scultore. Scalone → paragonato ad una colata lavica. I gradini sono quasi ovali, danno la sensazione che si stanno espandendo. PALAZZO FARNESE – DAL 1546 Articolazione complessa che vede la presenza di paraste, semicolonne, colonne libere. Al centro c’è il grande stemma della famiglia Farnese (lo stemma è il giglio). Cornicione → è un cornicione enorme, sproporzionato rispetto alla totalità del palazzo. Verrà criticato perché era sovradimensionato e non rispettava le proporzioni vitruviane. Cortile → nel cortile Michelangelo progetta il terzo livello. Qui ritroviamo il sistema della parasta affiancata da due semi paraste un po' più arretrate rispetto alla parasta centrale (soluzione bramantesca); questo arretramento rende il tutto più plastico e scultoreo. Finestre → delimitata da una cornice, ci sono due mensole laterali e un timpano semi curvo. Tutto molto plastico. SAN PIETRO – 1546-1564 1539 → modello definitivo di Sangallo 1546-1564 → intervento michelangiolesco Impianto sangallesco → impianto centrico, a quincunx. C’è un avancorpo che allude ad un corpo longitudinale. Ci sono due campanili laterali. In facciata, sovrapposizione di un ordine inferiore, un attico, un ordine superiore. Sono ordini piuttosto minuti che si giustappongono in altezza; sono stati molto criticati per la loro minutezza. La cupola è decorata all’esterno con due loggiati sovrapposti. Questo modello è rappresentato in un modello ligneo. Intervento michelangiolesco → lascia la quincunx nella sua essenzialità, collega le absidi, con i relativi vani cupolati, tramite una sorta di pilastro cavo contenente delle scale. Elimina i campanili. Elimina i deambulatori. C’è un piccolo cenno ad un avancorpo, ma l’impianto è esclusivamente centrico. La facciata allude al modello del fronte di tempio. In facciata non c’è una sovrapposizione di ordini, ma c’è una sorta di ordine gigante e poi un attico superiore. La cupola è emisferica e poggia su un tamburo; è una cupola a doppia calotta, in travertino (ci sono anche delle sbarre di ferro per aumentarne la stabilità). Impostazione generale diversa da quella da sangallo; Michelangelo afferma di volersi allontanare dal modello sangallesco e di voler riprendere il modello bramantesco. Nell’ordine gigante della facciata vediamo grande plasticità espressa dalle paraste e contro paraste; la plasticità è espressa anche dalle colonne binate della loggia della cupola. PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO dal 1538-39 “A parte pochi frammenti autografi e l’impostazione generale, non possiamo sapere nulla di come Michelangelo avrebbe realizzato, se vivo, il complesso capitolino” (Bruno Contardi). Realizzata sotto il pontificato di Paolo III Farnese. Il Campidoglio ha una doppia committenza: quella civile e quella papale. Ricordiamo che questi due poteri erano spesso in contrasto tra di loro. Si pensa che a questa vicenda hanno partecipato tanti committenti diversi, tanti altri architetti oltre a Michelangelo, tante figure diverse. A. Bruschi → egli sottolinea il cambiamento di visione che avviene già a partire da questi anni, un cambiamento di concezione del prodotto architettonico, cambia l’approccio storiografico. Si passa dal considerare l’architettura come prodotto finito al considerare il processo formativo, il procedimento con cui si arriva al prodotto architettonico finale. “Frammenti autografi” di Michelangelo: • Basamento della statua di Marco Aurelio Primo incarico che Papa Paolo III affida a Michelangelo. Il piedistallo, quindi un’opera scultorea. • Scalone secondo incarico dato da Papa Paolo III. La presenza di scaloni esterni, definiti profferli, è frequente nel medioevo. Attacco dello scalone con il nuovo prospetto di palazzo senatorio è irregolare e questo conferma la tesi che inizialmente si pensava di mantenere la facciata medievale. • Campata del Palazzo dei Conservatori una sola campata della facciata del palazzo. Campata molto innovativa. La novità principale è: presenza di ordine gigante che si interseca con un ordine minore (vediamo delle paraste giganti). Possiamo considerare questo come un primo esempio di uso dell’ordine gigante. L’idea dell’intreccio di ordini era già stata applicata, ad esempio in Sant’Andrea a Mantova. L’ordine minore è sostenuto da due colonne (colonne trabeate posizionate alle estremità laterali del vano). Non c’è quindi un portico con archi, ma si tratta di un portico trabeato. Inoltre, l’ordine minore deve relazionarsi con una preesistenza, che naturalmente Michelangelo decide di conservare e adattarsi ad essa. lo stratagemma che usa per adattarsi alla preesistenza è: la struttura del portico viene distaccata e assume la forma di una sorta di baldacchino, dotato di 4 colonne libere incassate in nicchie all’interno della parete. C’è armonia tra nuovo e preesistenza. Notiamo anche un capitello ionico diverso dal solito; quest’ultimo diventerà un nuovo modello di ionico e assumerà il nome di “capitello ionico moderno” ovvero il capitello ionico michelangiolesco (differenze rispetto al capitello ionico antico: abaco curvo, presenza di una “maschera” al posto del classico fiorone centrale del corinzio, incurva molto le volute verso il basso e inserisce tra le volute una sorta di festone. si tratta di un capitello molto plastico e curvilineo. Le maschere e il festone vengono posizionate su tutti e 4 i lati. Non c’è una forte gerarchia tra fronte e lati, sono tutti e quattro importanti). C’è quindi una netta differenza tra capitello ionico antico e capitello ionico moderno. Anche sangallo proverà ad immaginare un nuovo capitello ionico (lo vediamo in un chiostro, a Firenze). • Impostazione Michelangelo immagina una impostazione generale della piazza C’erano già delle preesistenze, tra cui il Palazzo dei conservatori realizzato per volere di Nicolò V (si parla del palazzo quattrocentesco, non quello che vediamo oggi). La piazza ha una pianta trapezoidale che determina un certo tipo di visione. Questa piazza non era stata progettata da Michelangelo ma era una conseguenza della posizione dei palazzi preesistenti; era quindi un vincolo, un vincolo che diventa un punto di forza, uno spunto per nuove invenzioni. 1537 → sistemazione del Marco Aurelio sotto pontificato di Papa Paolo III 1540-1543 → lavori di sistemazione della piazza, sempre sotto Paolo III. Commissionati ad architetti municipali, non da Michelangelo. Solitamente la committenza municipale affidava i compiti ad architetti municipali, mentre la committenza papale affidava i compiti ad architetti come Michelangelo. 1546 → scalone di palazzo senatorio, sotto Papa Paolo III, costruito di fronte al palazzo medievale. Il palazzo senatorio era un palazzo medievale a cui si anteponeva uno scalone “moderno” che avrebbe creato un forte contrasto; inizialmente l’idea era quella di mantenere questo contrasto, senza dover rinnovare anche la facciata del palazzo. Si Michelangelo, che Paolo III, volevano mantenere questo contrasto; Michelangelo aveva grade rispetto nei confronti delle strutture antiche e delle preesistenze. Anche i gusti architettonici di Paolo III non contrastavano con tale idea; egli era a favore di uno stile medievaleggiante. Questa scelta iniziale di mantenere il palazzo medievale era visto anche come una sorta di forma di rispetto verso il potere civile da parte del potere pontificio. 1563 → palazzo dei conservatori, sotto Papa Pio IV
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