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La Roma Barocca e il Neoclassicismo: Architettura e Urbanistica, Appunti di Storia Dell'architettura

La costruzione di una cappella a roma, inviata a lisbona e la sua influenza sulla urbanistica e l'architettura barocca e neoclassica in europa. Il documento tratta anche del ruolo di roma durante il xvi e xvii secolo, il piano urbanistico di christopher wren per londra, il classicismo nel xviii secolo e la forte influenza di piranesi. Il testo include anche biografie di architetti come sisto v, christopher wren, piranesi e winckelmann.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 28/05/2019

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davide-avesani 🇮🇹

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Scarica La Roma Barocca e il Neoclassicismo: Architettura e Urbanistica e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! Portogallo In Portogallo la fioritura del Barocco si verificò durante il regno di Giovanni v (1706-50), quando le ricchezze affluivano nel Paese dalle miniere di oro e dia manti del Brasile. Questa nuova ricchezza incoraggiò la tendenza a realizzare ambienti eccentricamente dorati già presenti in alcune chiese della fine del XVI secolo, per esempio nel rimaneggiamento delle chiese gotiche di Santa Clara e São Francisco a Porto. Il sontuoso simbolo di questa situazione di sicurezza fu il palazzo convento di Mafra, vicino a Lisbona, un gigantesco edificio più grande dell'Escorial costruito per Giovanni V a partire dal 1717 secondo un progetto dell'architetto di origini tedesche Johann Friedrich Ludwig (1670/75-1752 noto come Ludovice). Ludovice, attivo come orafo a Roma realizzò un edificio il cui impianto ricorda un grande monastero tedesco come Weingarten, con padiglioni angolari di tipo tedesco sormontati da coperture bulbiformi. Tuttavia l'interpretazione architettonica e decorativa è un insieme eclettico di motivi degli architetti barocchi romani, soprattutto di Carlo Fontana e della sua scuola. Questa opera splendente e opulenta, in uno stile che deriva dal coevo stile Régence francese, è suddivisa in tre ambienti collegati da due grandi archi, con elaborate librerie in lacca cinese rossa e oro. La predilezione di Giovanni V per il Barocco italiano e la sua mancanza di fiducia negli architetti portoghesi furono la ragione per cui nel 1742 commissionò una cappella a due importanti architetti romani, Luigi Vanvitelli e Nicola Salvi. Sorprendentemente questa cappella venne costruita a Roma, benedetta dal papa e infine spedita a Lisbona, dove fu eretta sotto il controllo di Ludovice come cappella di S. Giovanni Battista, nella chiesa gesuita di São Roque. Si tratta di un minuscolo gioiello barocco (di appena 6 x 4 m), incrostato, secondo la moda portoghese, di lapislazzuli, ametiste, agate, onice, bronzo dorato, argento e mosaici. L'unico altro progetto di rilievo per un palazzo reale nel periodo qui considerato è il palazzo di Queluz ( Mateus Vicente de Oliveira ; 1706-1786 ; allievo di Ludovice). La ricchezza e varietà rococò di Queluz e i suoi interni si riflettono anche negli splendidi giardino alla francese. Urbanistica: Il contributo di Roma Padre dell'urbanistica barocca fu papà Sisto V che nel XVI secolo, come si è visto, riprogetta Roma aprendo grandi strade dalla funzione scenografica oltre che funzionale. L'arte barocca del XVII secolo suggerisce la metafora del «mondo come palcoscenico», in cui l'esuberante aspetto terreno esprime un ordine impartito da Dio. I progettisti adottarono gli stessi espedienti teatrali nella loro progettazione. Ad Alessandro VII (Papa) si deve l'incarico a Bernini nel 1656 per la realizzazione di un'ampia piazza scandita da colonne di fronte alla basilica di S. Pietro, una sorta di palcoscenico per lo spettacolo pontificio. Importante realizzazione dello stesso papa fu la trasformazione a opera di Carlo Rainaldi (1658), di Piazza del Popolo in una scenografia ottenuta erigendo ai lati delľ'accesso dal Corso due chiese.Questo tipo di pianificazione rimase un modello fino alla fine del XX secolo. Più raccolta rispetto a una piazza del Popolo, ma non meno scenografica, piazza S. Ignazio a Roma (1725 Filippo Raguzzini). Ugualmente poetico era il porto Ripetta (Alessandro Specchi) a Roma, ora distrutto, commissionato da papa Clemente X. Capolavoro in miniatura di pianificazione urbanistica, studiato in modo da funzionare qualsiasi fosse il livello dell'acqua, il porto di Ripetta fu anche uno dei pochi progetti urbanistici nella storia di Roma includere il Tevere come parte dello scenario. Queste tre opere tuttavia erano troppo particolari per poter esercitare una grande influenza. Fu l'apertura delle nuove strade nella Roma papale del xVI e XVII secolo a stabilire la regola secondo cui le nuove strade dovevano essere rettilinee, fiancheggiate da edifici uniformi e concludersi con un monumento che attirasse lo sguardo. L'apertura di strade dirit te e aperte nei vecchi centri cittadini si diffuse in tutta Europa. La più sorprendente di queste nuove strade fu l'Unterden Linden, un enorme viale per le parate creato a Berlino nel 1647 da Federico Guglielmo di Prussia. Versaile e la sua influenza La soluzione di far convergere tre strade in diagonale verso una piazza, una novità quando era stata realizzata per la prima volta in piazza del Popolo, trovò una sorprendente applicazione nel piano per la città di Versailles di Le André Le Nôtre e Louis Le Vau, che ricorda i progetti per i giardini di Vaux-le-Vicom te e Versailles a cui entrambi avevano lavorato. Entro il 1669 furono realizzati tre grandi viali alberati che convergevano verso la piazza d'armi !1 antistante il castello, dove nel 1682 Luigi XIV trasferi la sede della corte e del governo da Parigi. Nel 1701 il re spostò la propria camera da letto, dove si svolgeva il rituale che accompagnava il suo risveglio e il suo ritiro, al centro esatto del palazzo. Cosi il simbolismo dei raggi vitali che emanavano dal Re Sole assunse un'espressione prettamente urbana. Questo concetto venne pienamente impiegato nella città di Karlsrue, capitale del Baden, dall’architetto militare Johann Friedrich (al centro si erigeva una torre ottagonale che successivamente divenne un palazzo, da cui partivano 32 strade radiali). A Versailles si ispirarono anche i progetti di residenze principesche all'interno di una città a strade ortogonali, come Ludwigsburg, vicino a Stoccarda. Ancora più notevole è Mannheim, Baden, città decagonale fortificata con pianta a griglia, fondata nel 1606. Non esistevano termini o teorie politiche che di stinguessero una capitale da una sede reale. In alcuni casi coincidevano, mentre in altri erano ben distinte, come nei Paesi Bassi, dove Amsterdam era la capitale e l'Aia la sede della corte. Una divisione simile esisteva anche in Francia tra Parigi e Versailles, mentre un esempio moderno potrebbe essere quello di Washington e New York, con i loro ruoli complementari. Vauban e la cittá fortificata Sébastien le Prestre, Maresciallo di Vauban (16331707 ingegnere militare francese), realizzò oltre 120 fortezze, affrontando per la prima volta su base nazionale il problema della difesa della Francia. Sébastien ebbe anche ruolo di rilievo nella pianificazione del territorio con i suoi progetti per città di nuova fondazione lungo le frontiere, come Sarrelouis, Longy e Montlouis sui Pirenei. Emblematico è il caso di Neuf-Brisach, fondata nel 1697 a sud-est di Colmar a difesa dell'attraversamento del Reno, che presenta fortificazioni geometriche a stella, tipiche del progettista, su una pianta a griglia con al centro una grande piazza aperta che poteva essere usata anche come piazza d'armi. Egli, oltre che Versailles, in fluenzò indubbiamente anche la città di Karlsruhe. La place Royale La Place royale, dominata da una statua del re, era tipica in particolare modo della Francia del XVI secolo, soggetta a una monarchia fortemente centralizzata. A Parigi place des Vosges e place des Victoires furono seguite da place de Louis-le-Grand (Vendôme), voluta da Luigi XIV nel 1685 come la piazza più grande di Parigi. Fiancheggiata dalle accademie reali, dalla zecca e dalla biblioteca reale, era concepita come la celebrazione dei successi militari e culturali francesi. I la vori di costruzione furono interrotti 1691 perché giudicati troppo ambiziosi il progetto fu rielaborato da Jules Hardouin-Mansart e la piazza trasformata nel 1700 circa in un complesso residenziale per i finanzieri di Parigi. La place royale fu riproposta in altri Paesi, ad esempio a Copenhagen dove nel 1750 fu realizzata l'Amalienborg, con palazzi ad angolo ispirati a place Vendôme. A Bruxelles nel 1766 Carlo di Lorena, governatore generale dei Paesi Bassi aus una place royale a imitazione delle piazze di città francesi come Bordeaux, Reims e Rouen. Il piano di Christopher Wren per Londra Il principale piano urbanistico dell'Inghilterra barocca fu quello redatto da Christopher Wren per la città di Londra. Presentato a Carlo II dopo l'incendio di Londra del 1666, questo piano radicale si ispirava alla Roma pontificia, conosciuta dall'architetto attraverso incisioni, e ai progetti di giardini a pianta assiale di Le Nôtre per Vaux- le-Vicomte e Versailles, visti in occasione del suo viaggio in Francia nel 1665. Anche qui, come a Berlino e Versailles, notiamo il concorso di architettura del paesaggio e pianificazione urbanistica. Wren inserì anche delle banchine lungo il Tamigi, ispirandosi a quelle francesi. Il progetto, uno dei primi tentativi di combinare un reticolo rettangolare di strade, con ampi viali diagonali, interrotti da piazze esagonali o a pianta stellare, era raffinato ma complesso e anticipava piani urbanistici anche molto posteriori, fra cui quello di Washington. Nonostante i grandi consensi ottenuti, il progetto non aveva la possibilità di essere realizzato dato che l'Inghilterra non aveva ancora una regolamentazione centralizzata per la progettazione urbanistica. Regolamento edilizio: il ruolo della conformitá Amsterdam che nel XVI secolo era la cittá più ricca della nuova repubblica d’Olanda nel secolo successivo divenne il più importante mercato commerciale del mondo. Vivendo esclusivamente di commercio, era priva dei simboli caratteristici di una grande città, cioè la cattedrale, il castello, l'università e il monastero. La necessità di proteggere le case e i magazzini dal mare, tuttavia, fu uno stimolo, un po' come era successo a Venezia, per !2 Lo slancio creativo ed eclettico del Piranesi influenzò notevolmente Johann Joachim Winckelmann, archeologo romantico. A partire dal 1758, con la carica di curatore e bibliotecario del cardinale Alessandro Albani, grande collezionista, sembra che Winckelmann abbia fatto da consulente nel progetto di villa Albani, costruita nel 1751-67 dall'architetto Carlo Marchionni (1702-86). Come impostazione d'insieme, villa Albani è tardo barocca, ma è ricoperta internamente ed esternamente da statue e rilievi. antichi e neoclassici che creano un effetto piuttosto simile alla chiesa di S. Maria del Priorato: questo è evidente soprattutto nei due «templi greci», che sonò formati da portici connessi alle ali della villa e in cui si fondono sculture e colonne secondo un eclettico modello neo-antico, dove si può individuare la mano di Winckelmann, avvertibile anche nel notevole Tempietto Diruto. Le origini del pittoresco: La nuova arte dell'architettura dei giardini aveva trasformato l'Inghilterra in un Paese in cui “ogni viaggio viene compiuto attraverso una serie di quadri". Questa attenzione ai valori pittorici nella progettazione sia degli edifici che dei giardini è alla base del movimento artistico inglese del XVIII secolo chiamato Pittoresco. Fu l'invenzione di una società agiata e colta, che poteva dedicarsi alla ricerca dell'esperienza estetica attraverso il godimento della natura e dell'arte, soprattutto viaggiando. Lord Burlington e William Kent Non va dimenticato che il desiderio di scoprire i segreti della progettazione e delle tecniche costruttive degli antichi era stata l'aspirazione fondamentale degli architetti italiani. Con la rottura della monarchia inglese e il Papato l’Inghilterra è entrata in una sorta di Isolamento con le realtà romane. Questa prospettiva aiuta a comprendere l'attività di artisti come William Kent (c. 1685-1748), che sembra incredibilmente varia, finché non si considera che ciò che lo rese così gradito ai suoi committenti inglesi fu la sua impareggiabile conoscenza di prima mano della cultura italiana. A Roma incontrò il conte di Burlington, Richard Boyle (1694-1753), il facoltoso mecenate e connoisseur a cui avrebbe dovuto la sua fortuna professionale e presso il quale, dal 1719 alla morte, avrebbe abitato nella Burlington House a Piccadilly. A Lord Burlington spettò il compito di promuovere in modo alquanto privo di fantasia uno stile neopalladiano quale espressione dello spirito nazionale. L'affermazione del Palladianesimo come stile nazionale. Il monumento perenne dello stile neopalladiano furono i tre volumi, ognuno di cento tavole, del Vitruvius Britannicus (1715.25), a cura dell'architetto Colen Campbell (1676-1729), concepito come testimonianza degli edifici moderni sia pubblici che privati in Gran Bretagna, soprattutto delle case di campagna delle famiglie dominanti; vi veniva anche sottolineata la superiorità della "Semplicità degli Antichi" rispetto alle forme "ricercate e arbitrarie" del Barocco. L'opera multiforme di William Kent riflette queste e altre tendenze contradditorie. Pur essendo un artista per natura esuberante, formatosi nella Roma tardo barocca, si riteneva che aderisse alle più moderate aspirazioni stilistiche di Lord Burlington. Dopo il 1720 per Giorgio II a Kensington Palace decora tre interni in stili completamente diversi: I. Scalone: dipinti murali nei modi dell’illusionismo Barocco Veneto; II. Cupola Room: in stile neoantico, con il soffitto a cassettoni, pilastri giganti, statue contenute in nicchie e bassorilievi sopra i camini; III.Presence Chamber: i soffitti dipinti sono un'interessante ripresa delle grottesche realizzate da Raffaello; Lord Burlington era stato così fortunato da riuscire ad acquistare molti disegni di Palladio, tra cui i suoi studi sulle terme dell'antica Roma. Pubblicati da Burlington nel 1730 con il titolo in italiano Fabbriche Antiche disegnate da Andrea Palladio, questi disegni di terme (con ambienti spazialmente articolati da absidi e colonnati) ebbero una forte influenza sull'impostazione planimetrica degli edifici settecenteschi, ad esempio sulle Assembly Rooms di Burlington a York (1731-32) e sui progetti non terminati di Kent per le nuove Houses of Parliament, disegnati durante gli anni Trenta. L'edificio più riuscito di Kent è Holkham Hall, Norfolk, progettata verso il 1734 in collaborazione con il suo proprietario, il conte di Leicester, e con Lord Burlington. Era un edificio con finalità esclusivamente artistiche, concepito come scrigno per i quadri e le sculture acquistati appositamente in Italia da Lord Leicester. La pianta, con quattro padiglioni esterni, si ispirava alla villa Mocenigo, opera non realizzata di Palladio, ma nell'ambiente interno di maggior bellezza, la hall d'ingresso con lo scalone, si fondevano elementi delle basiliche a colonnati dell'antica Roma, la cosiddetta Sala Egizia di Vitruvio e il diaframma colonnato curvilineo di Palladio nella chiesa del Redentore a Venezia. Tale contrasto tra una sobria facciata palladiana e un interno spettacolare è presente anche in uno degli ultimi !5 edifici di Kent: una casa in 44 Berkeley Square a Londra, costruita nel 1742-44 per Lady Isabella Finch. Contiene uno dei più dinamici scaloni barocchi d'Inghilterra, oltre a un salone con un soffitto dipinto a cassettoni che compete come magnificenza con quelli di Giulio Romano a palazzo Te (p. 221); questa casa racchiude perciò la storia dell'architettura italiana dal Manierismo al Barocco, passando per il Palladianesimo. Plinio il Giovane Nella sua opera nella sua opera Villas of the Ancients Illustrated, pubblicata nel 1728 con una dedica a Lord Burlington, Robert Castell ricostruì la villa di Plinio in Toscana per proporre un modello in cui si fondevano una casa classica simmetrica e giardini informali che si affacciano sull'aperta campagna circostante. Plinio aveva descritto il genere di vita che conduceva nelle sue ville dove, rilassandosi dagli affari di Stato, andava a caccia, collezionava libri e opere d'arte e perfezionava i sistemi agricoli cercando di migliorare le condizioni di vita dei suoi dipendenti. Anche questo fu un modello emulato dai possidenti inglesi del xvm secolo. Robert Adam Una delle più felici applicazioni di questa complessa estetica alla progettazione di una grande casa con giardino è a Kedleston, Derbyshire, dove nel venne progettata da Matthew Brettingham (1699, 1769) per Sir Nathaniel Curzon una casa collegata mediante porticati curvilinei a quattro padiglioni, come nella villa Mocenigo di Palladio. Brettingham, che aveva diretto la costruzione di Holkham nel 1734, venne abbandonato nel 1759 a favore di James Paine, a sua volta sostituito verso il 1760 da Robert Adam (1728-92). Questo avvicendamento di architetti con altri ritenuti più all'avanguardia era tipico sia dell'atteggiamento arrogante dei grandi proprietari terrieri Whig che dell'importanza che essi attribuivano al tenersi aggiornati con la moda: nel 1758 Curzon consultò infatti un quarto architetto, James «Athenian» Stuart (1713-88), che al momento sembrava essere un serio rivale di Robert Adam in ambito architettonico, mentre poi in realtà non si rivelò tale. Kedleston fu terminata tra il 1760 e'il 1770, anche se vennero eseguiti solo due dei quattro padiglioni. Uno di essi, come a Holkham, comprende le stanze private della famiglia, in quanto gli appartamenti di rappresentanza di queste case non venivano mai adibiti all'uso quotidiano. Il principale cambiamento esterno effettuato da Adam fu la facciata meridionale, che venne ad assomigliare a, un'evocazione romantica dell'Arco di Costantino a Roma; un simile intervento scenografico può essere definito come pittoresco. Questo tema imperiale fu ripreso nell'interno di questa grandiosa dimora, dove là porta principale nell'enorme pronao corinzio conduce direttamente nella great hall: le pareti sono qui fiancheggiate da colonne corinzie, come nella ricostruzione palladiana della Sala Egizia di Vitruvio, e adorne di nicchie che contengono calchi di antiche sculture e da pannelli raffiguranti soggetti omerici. Si trova poi uno splendido ambiente a cupola ispirato al Pantheon: alto 19 m. La ricerca personale di Adam era bella di ricreare lo splendore della Roma antica. Come aveva potuto acquisire tanta abilità all'età di poco più di trent'anni? Le numerose vedute di antiche rovine dipinte da parte di Adam ebbero un'importante influenza sullo sviluppo della tradizione pittoresca, in quanto suggerivano che gli edifici raggiungevano il massimo della bellezza quando erano in rovina, rappresentati per mezzo dell’acquarello . Durante i suoi quattro anni di soggiorno in Italia, Adam esaminò edifici e interni di tutte le epoche, conducendo ovviamente uno studio più approfondito sulla riproposta degli interni decorati a stucchi o affrescati di Roma antica, elaborata da artisti rinascimentali come Raffaello e Vasari. In un certo senso il culmine del suo viaggio sul continente fu la visita compiuta a Spalato in Dalmazia con Clérisseau nel 1757, per eseguire i rilievi delle rovine del palazzo di Diocleziano, pubblicati in edizione molto sontuosa nel 1764. Fu saggio da parte sua dedicarsi all'antica architettura domestica piuttosto che agli edifici pubblici o religiosi, perché si trattava di un argomento poco approfondito dagli archeologi e di grande interesse per gli architetti moderni. Come si è già visto, ciò gli permise di esprimersi autorevolmente sul tipo di progetto adottato per Kedleston. I primi interni di grande eleganza eseguiti da Adam sono quelli di Syon House, un edificio medievale e giacobita vicino a Londra, che ristrutturò nel 1762-69 per Sir Hugh Smithson. Il committente decise che il tutto doveva essere fatto in stile antico. !6 Tuttavia (concretizzando la richiesta), Adam si ispirava alla Francia contemporanea come riferimento per la distribuzione degli interni. Contemporaneamente manifestava la sua propensione per gli ideali inglesi del Pittoresco ponendo in risalto, invece che nasconderlo, l'infelice dislivello del pavimento all'estremità meridionale dell'atrio d'ingresso. L'approccio di Adam alla progettazione è talmente intriso del Pittoresco piuttosto che delle teorie architettoniche, che in questo caso si espresse nei confronti di un ambiente interno proprio come un architetto di giardini come Lancelot «Capability» Brown. La stessa attenzione all'effetto pittoresco influenzò il progetto dell'attigua anticamera, dove dodici colonne isolate di marmo azzurro, secondo le parole di Adam, "servono a definire la stanza ed elevare l'ambiente". Inoltre le colonne soddisfacevano i desideri del committente, che le voleva autenticamente antiche: sono infatti colonne romane rinvenute nel letto del Tevere. Adam realizzò una serie di interni di stupefacente bellezza in tutta l'Inghilterra e la Scozia, a Bowood, Osterley, Nostell, Kenwood e Saltram tra il 1760 e il 1770 e, durante i dieci anni successivi, a Mellerstain, Alnwick, Headfort e Newby, dove la sua galleria di sculture anticipa i musei a cavallo tra il XVII e il XIX secolo. Gran parte dell'attività di Adam in questo periodo consisteva nella trasformazione o nell'ampliamento di case di campagna preesistenti, a causa della diffusa preoccupazione di tenersi aggiornati con i cambiamenti della moda nella vita artistica e sociale. Tuttavia a Londra, tra il 1770 e il 1780, ebbe l'opportunità di progettare diverse nuove case di città, tra cui quella in 20 St James's Square e la Derby House, ormai demolita. L'ingegnosa pianta di queste case prevedeva stanze di forme contrastanti, spesso absidate o ellittiche edificate sui lotti lunghi e stretti tipici delle case di Londra. Nella Derby House in Grosvenor Square, la successione di tre salotti e un'anticamera collegati uno all'altro al primo piano per facilitare la circolazione durante i ricevimenti. Benché le sue opere migliori siano i suoi interni neoantichi finemente decorati con stucchi e affreschi, Adam seppe anche realizzare una monumentale architettura di esterni, come nella Stowe House (1771), nell'Università di Edimburgo (1789-93) e nella Gosford House a Lothian (c. 17901800). 
 Chambers & Wyatt Antagonisti di Adam possono definirsi un inibito e un esibizionista. Chambers: I primi anni di formazione in architettura gli diedero un’impronta internazionale. Visitò india e Cina. Studiò a Parigi. Durante il suo soggiorno a Roma è ispirato dall’arte del Piranesi. A Roma preparò nel 1751 il progetto per un mausoleo nei giardini di Kew per Federico, principe di Galles. Questa solenne rotonda a cupola si ispirava alle riproduzioni di antichi mausolei romani effettuate da architetti dell'Accademia di Francia a Roma. Tuttavia, influenzato da Clérisseau, lo rappresentò in un disegno sotto forma di rovina, dimostrando così come la sensibilità pittoresca tendesse a porre in secondo piano l'architettura. Benché il mausoleo non sia stato realizzato, Chambers progettò i giardini pittoreschi di Kew per la vedova del principe (1757-63) con una serie di edifici classici e orientali tra cui il Tempio della Pace, il Ponte palladiano, l'Alhambra, una moschea, una pagoda e un arco in rovina, gli ultimi due ancora esistenti. Due tra le prime e più interessanti opere di Chambers si trovano nei dintorni di Dublino e di Edimburgo: il Casino di Marino House (175876) e Duddingston House (1763-68). Casino di Marino House: è un pavillon francese, una minuscola casa in uno stile classico. Duddingston House: fu un'importante pietra miliare nell'evoluzione della casa di campagna, in quanto Chambers vi abolì il piano nobile; ponendo gli ambienti principali al piano terreno fece sì che il portico si trovasse a livello del suolo, eccetto un semplice stilobate come nei templi greci, invece che elevato su una scalinata come nel tipico tempio romano. Essendo i locali principali a pianterreno, era possibile accedere direttamente da essi al giardino: disposizione che si diffuse nel periodo della Reggenza (c. 1790-c. 1820) con la fusione, tipica del Pittoresco, tra abitazione e giardino. James Gandon: (1743-1823), allievo di Chambers, si dimostrò più abile del maestro a realizzare un'architettura pubblica monumentale. !7 Le origini del Neoclassicismo in Francia L’influenza di Roma Nel XVIII secolo insorse una reazione contro la ricca ed elaborata decorazione architettonica barocca e rococò, oltre che verso il cerimoniale ugualmente complesso inerente al genere di vita condotta nel Seicento e nel primo Settecento nei solenni ambienti di rappresentanza dei palazzi. Il Petit Trianon a Versailles, edificato per Luigi xv da Jacques-Ange Gabriel nel 1761-64, è l'espressione perfetta di questa duplice reazione: nei fronti del corpo centrale della casa non si trova neppure una linea' curva; questo prisma di pietra armoniosamente proporzionato, con il riservato profilo di linee orizzontali ininterrotte, deve il suo effetto non all'esuberanza barocca bensì all'aspetto raffinato ed equilibrato. Il Petit Trianon è progettato con una certa sensibilità verso l'ambiente in cui è inserito, che non domina, ma di cui è complementare. Gli assi del fronte d'ingresso e del giardino sono ortogonali, poiché il giardino, posto sul lato occidentale e rialzato rispetto al fronte d'ingresso, era già esistente. Tutte e quattro le facciate presentano quindi sottili differenze e godono viste alquanto diverse: il fronte d'ingresso a sud e il fronte settentrionale sono animati semplicemente da pilastri; il fronte orientale, che prospetta sul giardino botanico, non ha ordini che lo contraddistinguono, mentre il fronte occidentale, che è il principale e si affaccia sul giardino reale, ha colonne corinzie staccate dalla parete, di adéguata ricchezza. Le scale esterne sui fronti occidentale e settentrionale consentono l'accesso diretto ai gigdini. All'interno la presenza di tre piani, insolita in un edificio relativamente piccolo, diede a Gabriel la libertà di disporre i servizi nei punti più comodi cosicché tutta la casa potesse funzionare nel modo più semplice: il progetto originario di Gabriel per la sala da pranzo e l'attigua sala piccola o buffet prevedeva infatti due tavoli a scomparsa dotati di un meccanismo, che, posti normalmente dai domestici nel seminterrato, potevano essere sollevati nei locali al piano superiore, permettendo di consumare il pasto in presenza di un numero minimo di servitori. Gabriel realizzò diversi altri edifici minori: tra essi il Pavillon Frainais Madame de Pompadour presso il Petit Trianon e il suo Ermitage a Fontainebleau, oltre a un gruppo di padiglioni o casini da caccia nelle foreste vicino a Versailles. Si trattava di incarichi insoliti per Gabriel perché, dopo aver preso il posto del padre come Primo Architetto nel 1742, fu molto impegnato con incarichi da parte del re a Versailles. Soufflot e Ste-Geneviève Soufflot architetto di una nuova grande chiesa dedicata alla santa protettrice di Parigi, Ste Geneviève, che avrebbe dovuto competere come splendore con S. Pietro a Roma e S. Paolo a Londra; Soufflot fu all'altezza della situazione, proponendo una nuova e rivoluzionaria chiesa, che poco aveva in comune con quelle erette a Parigi nel secolo precedente. L'effetto dipende soprattutto da una combinazione di imponenti colonne isolate e lunghi architravi orizzontali, non interrotti da pilastri o paraste come nelle chiese rinascimentali e barocche. Nella versione definitiva del progetto del 1757, a differenza di quello originario, la chiesa fu preceduta da un massiccio pronao templare, con ventiquattro colonne, più alte di quelle del Pantheon romano. Al di sotto fu posta una vasta cripta con volta in pietra retta da colonne doriche, anch'essa un po' semplificata nell'esecuzione. L'architetto Brébion spiegò che l'intento di Soufflot era di "riunire in una delle forme più belle la leggerezza di costruzione degli edifici gotici e la purezza e lo splendore dell'architettura gotica". È anche vero però che la chiesa così com'è ora non riesce pienamente a tradurre in realtà strutturale permanente la bella idea di Soufflot: apparvero presto crepe nelle murature, per cui i pilastri del transetto dovettero essere rinforzati nel 1806, mentre le finestre laterali erano già state chiuse nel 1791 dietro consiglio dell'influente teorico e critico d'arte A.-C. Quatremère de Quincy. Nello stesso anno Ste Geneviève fu secolarizzata dal governo rivoluzionario e trasformata nel Panthéon, il monumento in cui sono sepolti gli eroi nazionali, e tale è rimasta fino a oggi. Peyre e de Wailly Dopo Soufflot, Marie-Joseph Peyre (1730-85) fu uno degli architetti che esercitò la maggiore influenza sul corso del Neoclassicismo settecentesco. !10 Oltre al Théàtre Franyais (poi de l'Odéon) a Parigi, dalla severa facciata, Peyre costruì poco di significativo; tuttavia il suo straordinario progetto del 1763, non realizzato, di un palazzo per il principe di Condé, cugino di Luigi XV, ispirò l'Hòtel de Salm, iniziato nel 1782 da Pierre Rousseau (1751-1810) per il principe Federico di Salm-Kyrberg. Pagò doppiamente il suo entusiasmo, perché non solo fu rovinato finanziariamente dal costo esorbitante dell'Hotel de Salm, ma alla fine venne anche ghigliottinato. Le scarse testimonianze sull'architettura domestica degli antichi Romani di cui disponeva Peyre lo portarono a unire nel palazzo Condé caratteristiche tipiche sia dell'architettura pubblica che di quella religiosa del mondo antico. Lo stesso problema si era presentato a James Paine e a Robert Adam circa un anno prima a Kedleston, dove realizzarono una casa moderna con un atrio che si ispirava al tempio di Marte, un salone ispirato al Pantheon e una facciata sul giardino ispirata all'Arco di Costantino. Fu così che nel disegno di palazzo Condé Peyre investì il tradizionale hótel parigino: la casa di città impostata intorno a un cortile. Marie-Joseph Peyre e Charles de Wailly (1729-98) avevano espresso idee simili a quelle di Louis nello scalone e nel foyer a colonnato del loro Théàtre Francais (in seguito de l'Odéon e ora de France), progettato nel 1767-70, costruito nel 1779-82 e da allora parzialmente rimaneggiato. De Wailly introdusse una nota più poetica rispetto alla prosa severa di architetti come il suo socio Peyre o come Gondouin. Interessato ai risultati delle recenti ricerche archeologiche, come si può vedere nelle sue colonne di stile greco dell'Hòtel Voyer d'Argenson (c. 1760), era tuttavia al corrente della spettacolarità barocca, come è dimostrato dal sontuoso salone del suo palazzo Spinola (ora Campanella) a Genova (1772-73), con l'insieme di colonne, archi a volta e specchi che ricorda Piranesi. I due elementi si fondono nel suo chdteau di Montmusard presso Digione, costruito nel 1764-72 per il marchese J.-Ph. de la Marche, viaggiatore, uomo di cultura e primo Presidente del Parlamento di Borgogna. !11 !12
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