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storia dell' arte 1400-1500-1600-1700, Dispense di Storia dell'Arte Moderna

riassunti per esame di storia dell' arte

Tipologia: Dispense

2015/2016

Caricato il 06/07/2016

selene_di_martino
selene_di_martino 🇮🇹

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Scarica storia dell' arte 1400-1500-1600-1700 e più Dispense in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! RINASCIMENTO = Rinascita, rinnovo della pittura tradizionale di Giotto e Cimabue = il ritorno al mondo classico Italia 1400-1500 Stagione letteraria,artistica, filosofica e scientifica Caratteri distintivi: • Amore per il mondo antico • Uomo artefice del suo destino (Umanesimo) Nelle arti visive artisti dovevano competere con gli antichi , riuscire a superare la loro grandezza Romani NATURALISMO , scopo arte è l’ imitazione della natura. Nel RINASCIMENTO l’ uomo Indaga la natura con la scienza per scoprire ogni segreto. STRUMENTO PRINCIPALE=PROSPETTIVA Fu inventata da Filippo Brunelleschi realizzando due tavolette prospettiche, una che rappresentava il battistero di Firenze visto dal portale di Santa Maria del fiore l’ altra forniva visione del palazzo vecchio e della vicina loggia de lanzi Significa vedere distintamente un insieme di proiezioni su un piano ( ha 2 dimensioni) di oggetti (con 3 dimensioni) tale che quanto è stato disegnato corrisponda agli oggetti reali come noi li vediamo nello spazio. Si suppone che dall’ occhio dell’ osservatore partano dei raggi che vadano a circondare l’ oggetto. Tali intersecano la pellicola trasparente ( il foglio) e questa intersezione che individua un’ immagine simile ma piu’ piccola dell’ oggetto ne costituisce la rappresentazione prospettica. In una prospettiva tutte le linee convergono in un punto di fuga, tutte le linee orizzontali parallele al quadro e fra loro equidistanti restano parallele . Le lunghe operazioni per creare la prospettiva vennero poi ridotte di numero da Leon Battista Alberti che creo’ il procedimento prospettico di costruzione abbreviata. Primo trattato su prospettiva di Piero della Francesca Leonardo da Vinci teorizzazione e messa in pratica della PROSPETTIVA AEREA riuscì a tenere conto dei vari mutamenti di colore e forma delle cose a causa dell’ atmosfera. PROPORZIONI Indicano la corrispondenza di misura fra due o piu’ parti in relazione tra loro. sono applicate all’ architettura, nel rinascimento veniva usata per rendere armoniose e resistenti le strutture. Le proporzioni sono essenzialmente numeriche. Tali derivano dalla musica nel mondo greco, l’ armonia udibile generata da note si trasforma in armonia visibile. Un edificio sacro avrebbe dovuto rispecchiare il corpo umano questo perché la natura lo aveva reso ben proporzionato . 1 FILIPPO BRUNELLESCHI Diede vita alla nuova architettura del Rinascimento , aveva iniziato la sua carriera come orafo. Egli tramite un soggiorno a Roma venne formato su arte e architettura degli antichi, tornato a Firenze partecipo’ ad un concorso per la creazione della cupola di Santa Maria del Fiore. Egli propose di costruire una cupola AUTOPORTANTE cioè capace di sostenersi da sé durante la costruzione senza l’ aiuto di armature in legno. La sua proposta venne accettata e incomincio’ i lavori affiancato da Lorenzo Ghiberti. CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE • si erge su un tamburo ottagonale forato da 8 grandi finestre circolari che danno luce all’ interno. • Vista esternamente pare una rossa collina segnata da otto bianche nervature che convergono vs un ripiano ottagonale. Su questa poggia una lanterna cuspidata( a punta) stretta da 8 contrafforti a volute. • vi sono scale a chiocciola ricavate all’ interno di 2 pilastroni alla fine delle navate laterali da cui si arriva ad un terrazzino che a sul vuoto della parte concava della cupola. • La cupola è costituita da 2 cupole distinte una interna l’ altra esterna queste sono collegate da 8 costoloni d’ angolo e 16 costole intermedie disposte lungo le facce delle vele. • Quando venne conclusa la costruzione essa inizio a lesionarsi ( 4 vele su 8) Brunelleschi si occupo’ anche della costruzione di altri edifici come lo Spedale degli innocenti… La sua architettura si svolge sempre alla luce della ricerca e della sperimentazione Le forme geometriche del Brunelleschi sono dimensionate nel modo che chiunque possa sentirsi a suo agio fra strutture che non lo vogliono né opprimere né annientare cio’ di crea con forme geometriche semplici come il quadrato. 2 Ghiberti nelle altre formelle fa propri alcuni dei suggerimenti della formella brunellesca Per realizzare la porta Ghiberti apri’ una dedita bottega che divenne uno dei più importanti centri di Firenze. 1424 la porta è terminata : • 28 formelle • Rappresentano la vita e la passione di Cristo, evangelisti, dottori della chiesa Ghiberti concilia la scultura gotica internazionale con la realisticità del periodo nella rappresentazione di masse e volumi , inizia anche ad affrontare la prospettiva. Formella della caccia dei mercanti dal tempio ancora legata ad aspetti artistici del Medioevo (personaggi poggiano su una specie di mensola orizzontale ) ma l’ impeto del gesto di Cristo che scaccia i mercanti prelude a un naturalismo rinascimentale. Colpiti dalla sua opera L’ Arte Dei Mercanti decide di commissionare a Ghiberti anche la terza porta lasciandogli libera scelta sui soggetti e il modo di elaborarla. • Decise di fare solo 10 formelle • Ne sopprime le cornici • Storie dell’ AT • Ai bordi inserisce figure e testine dentro dei tondi ( c’è suo presunto autoritratto) • Spariscono i rimandi all’ arte medievale • Robusta modellizzazione personaggi • Paesaggi complessi 5 • Architetture prospetticamente rinascimentali Usa una nuova tecnica STIACCIATO = rappresenta figure e personaggi in lontananza con pochissimo rilievo come se fossero schiacciate sul fondo ciò crea illusione di maggior profondità prospettica Cambiamento artistico si nota: DECIMA FORMELLA incontro al tempio fra la regina Seba e re Salomone Progressione del bassorilievo e stiacciato, realismo dei personaggi, costruzione prospettica del tempio QUARTA FORMELLA un nuovo Sacrificio di Isacco Angelo compie un gesto imperioso e deciso, grande gusto decorativo Trasparisce però grande senso di immediatezza espressiva NANNI DI BANCO • si formò presso il cantiere di S. Maria del Fiore. • entrò in società con Donatello, di cui condivise ideali e sperimentazioni, ma si distinse da lui per un più marcato classicismo e maggiore solennità. Realizzò il gruppo scultoreo Quattro santi coronati (inizio ‘400): • caratteristiche: • quattro martiri disposti a semicerchio: le figure hanno un diverso rapporto con la luce. Quelle più esterne più illuminate, più in ombra le interne. Sottolineata la loro collocazione nello spazio. Questo fu un importante passo in avanti, innovazione per la scultura nelle tre dimensioni. • grande realismo nelle figure: dimestichezza con anatomia • grandezza morale e solennità: le quattro figure come togati romani Nanni di Banco = ideali classicistici Umanesimo + naturalismo JACOPO DELLA QUERCIA ( senese) La sua formazione tardo gotica si riallaccia alla scultura di Pisano e a Firenze entra in contatto con la bottega di Ghiberti . E’ attivo a Siena, Lucca,Bologna e Firenze. A Siena lavora nel cantiere del duomo. MONUMENTO FUNEBRE ILARIA DEL CARRETTO 6 Commissionato dal marito che era il signore di Lucca. Fu realizzato intorno 1406. Sarcofago più volte disfatto e ricomposto nei secoli è diviso in due parti: • Arca a forma di parallelepipedo decorata sui lati da puttini danzanti che reggono festoni di fiori e frutta • Lastra di copertura dove è scolpita Ilaria più o meno a grandezza naturale. La veste ha canoni medievali, panneggio accurato. Ai suoi piedi vi è un cagnolino che simboleggia la fedeltà coniugale. Il volto di ilaria : • è rinascimentale. • Lineamenti distesi come una fanciulla addormentata • Capelli realistici • Lieve affossatura del cuscino di marmo come se cedesse sotto il peso del suo capo Altra opera: Fonte Gaia • fontana monumentale per piazza del Campo a Siena • opera ebbe successo e Iacopo fu detto Iacopo della Fonte. • nell’800 il complesso fu sostituito da una copia a causa del degrado. • esaltazione della storia di Siena 7 Sinistra: grotta del drago simboleggia rozzezza e primitività Uso stiacciato crea chiaroscuri simili a quelli usati nella pittura PROFETA ABACUC 1425 Importanza della notazione chairoscurale Creata per uno dei nicchioni del campanile di Giotto Uso luce e ombra danno al personaggio imponenza e dignità Donatello si ispira a un popolano, volto sembra un ritratto e raffigura un uomo magro e calvo, lontano dai canoni classici o del gotico internazionale, i lineamenti sono quasi disarmonici. La bellezza nuova ritratta da Donatello sta nella grandezza d’ animo e nella dignità morale. FONTE BATTESIMALE DEL BATTISTERO DI SIENA con Ghiberti e Jacopo DQ 1427 Realizza una formella bronzea che narra il BANCHETTO DI ERODE, usa la prospettiva. • Servo inginocchiato offre a Erode la testa del Battista , il re si ritrae quasi disgustato , partecipanti del banchetto sono quasi agghiacciati. • Con questa composizione si crea vuoto al centro • Il vuoto + la fuga prospettica del pavimento e della tavola crea profondità e realismo • Archi su sfondo fatti con stiacciato ulteriore rilievo con gioco luci ombre • Il racconto assume un aspetto di drammatico realismo DAVID in bronzo 10 Committenti: Medici nel 1440 • Espressione naturale di pensositä in contrasto con la posa del corpo innaturale • Luce modella masse si addensa sui piedi della statua dove crea ombre profonde sella testa di Golia • Donatello non lo vede come un cavaliere né un eroe ma come un uomo del suo tempo • Significato: Razionalità trionfa su forza bruta , virtu’ e intelligenza devono sempre trionfare sulla violenza e l’ irrazionalità CANTORIA di Santa Maria Del Fiore 1433 ( balcone in pietra o legno dove canta il coro) Il tema era quello del Salmo 150 dell’ AT dove tutti sono invitati a cantare per lodare Dio … Donatello inventa uno spazio prospettico nuovo entro il quale muovere i personaggi. Questo è delimitato da colonnette rivestite da mosaico e dal piano di fondo del bassorilievo. Entro questi due limiti c’è la corsa dei putti danzanti, gioiosa vivacità quel che emerge dal convulso agitarsi è una quasi ossessiva voglia di movimento che Donatello rende piu’ credibile lasciando alcune figure appena sbozzate in modo che appaiano sfuocate quasi come se stessero danzando veramente. MONUMENTO EQUSTRE DEL GATTAMELATA 1447-1453 • Bronzo • Si ispira alla statuarità romana • Rivendica la propria umanità • Tratti severi del volto, stempiato, sguardo risoluto. • Verismo del destriero contribuisce alla credibilità del cavaliere. UOMO E ANIMALE COME TUTTUNO 11 • MADDALENA LIGNEA scolpita per il Battistero di S Giovanni • Analisi psicologica profonda da parte di Donatello • Maddalena è rappresentata dopo il digiuno del deserto • ASPETTO: consunta nel fisico e dilaniata nell’ animo volto ossuto e sofferente mani con dita lunghe e nodose corpo mortificato da un informe ammasso di capelli piedi scheletrici modellati come vecchie radici tutto questo esprime la grandezza interiore di questo personaggio DONATELLO RAPPRESENTA I VALORI PIU’ PROFONDI DELLA DIGNITA’ UMANA MASACCIO 1401-1428 Nasce ad Arezzo muore a Roma Avrebbe frequentato la bottega di Masolino da Panicale ma cio’ fu smentito. 1422 Masaccio iscritto come pittore dell’ Arte dei Medici e degli Spaziali. Masaccio si riallaccia alle intuizioni di Giotto, concepisce una pittura nuova arrivando a distinguersi con Brunelleschi e Donatello come il terzo fondamentale punto di riferimento della rivoluzione artistica rinascimentale. Lavora a Pisa, Firenze e Roma 12 CROCIFISSIONE • 4 personaggi • Maria a sinistra , immobile e severa piange di dolore, mantello con chiaro scuro le da una monumentalità scultorea • A dex San Giovanni quasi come non credesse a cio’ che vede • Al centro in alto Cristo morto la vista dal basso in alto gli scorcia il collo e gli arti in modo innaturale • In basso la Maddalena di spalle della quale si vedono solo i capelli e due mani disperatamente protese verso Cristo quasi a formare un triangolo rovesciato Masaccio riesce a farci intuire il suo straziante dolore anche senza mostrarcene il viso. Masaccio si rifà a Giotto anche nel ciclo degli affreschi della cappella brancacci. CAPPELLA BRANCACCI dipinta con Masolino dal 1424 Committente Felice Brancacci Prima di iniziare il lavoro i due concordano la distribuzione delle scene per mescolare i loro modi diversi di pittura senza metterli in contrasto ma creando equilibrio Scene: vita di S Pietro e alcune della Genesi • Affresco del TRIBUTO Nello stesso dipinto vi sono 3 episodi: 1) gabelliere che chiede il tributo a Cristo e apostoli per entrare è di spalle. Stupore dipinto 15 sul viso degli apostoli che si guardano increduli tra loro perché non possiedono denaro necessario. In questa scena vi è il preludio a quella successiva posta in secondo piano. Cristo comanda a Pietro di pescare e questi indica il mare 2) sulla parte sinistra Pietro e la pesca prodigiosa ( è in secondo piano) 3) a dex in primo piano Pietro con gesto deciso paga l’ esattore. Masaccio con chiaroscuro definisce i possenti volumi e i panneggi , i personaggi paiono statue. PROSPETTIVA usata è sempre la stessa, essa unifica sia lo spazio che il tempo in una visione chiara e unitaria della realtà. PAESAGGIO : brullo e desolato , senso prospettivo dato dalle montagne disposte in successione cromatica verdi quelle vicine, grigio-azzurre in lontananza con la neve sulle vette. OMBRE: proiettate nella stessa direzione, fonte luminosa usata da masaccio è unica e puntiforme= sole, che proviene dal lato destro in alto fuori dai limiti dell’ affresco. • LA CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE è accanto al tributo Adamo ed Eva sono rappresentati nel momento in cui l’ angelo li caccia dall’ Eden, figure nude. hanno volumetrie quasi massicce , quasi sgraziate, Masaccio ne modella i corpi con il chiaroscuro. • Adamo : piede destro sta ancora varcando la soglia dell’ Eden, piange coprendosi il volto per la vergogna. • Eva: si accorge per la prima volta della sua nudità e si copre i seni e il pube per la vergogna. il suo volto sfigurato dal dolore rappresenta uno dei vertici piu’ alti e drammatici della pittura di Masaccio. Vi è gioco di luce e ombre con predominio di ombre. Bocca spalancata in un urlo straziante, occhi contratti nel pianto. • Paesaggio al di fuori dell’ Eden: una roccia e un cielo profondo senza nuvole quasi irreale nel suo azzurro troppo intenso. 16 Nei suoi affreschi Masaccio usa prospettiva per individuare e porre in rapporto i personaggi che appaiono vivi. TRINITA’ 1426-1428 La prospettiva è usata per misurare e rendere comprensibile lo spazio • Si trova nella chiesa di Santa Maria Novella • Prospettiva divisa su piani • Grande profondità spaziale non sembra dipinta ma quasi scavata nel muro 17 Essa sarebbe dovuta diventare un monumento celebrativo della memoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta e della moglie Isotta e dei piu’ noti uomini della cultura riminese. L’ edificio viene incapsulato in un moderno involucro di marmo senza curarsi molto di quello che già era presente. Secondo Alberti l’ attività dell’ architetto era puramente mentale = teorica. Egli non si occupa direttamente della direzione dei lavori. L’ esecuzione dei lavori fu affidata a Matteo de Pasti . l’ opera rimase incompiuta. Dalla medaglia commemorativa possiamo osservare che : • la parte superiore della facciata avrebbe dovuto essere coronata da un fastigio nel centro, • mentre dei semi timpani ad andamento curvilineo l’ avrebbero raccordata con la cornice sottostante. • Una grande cupola emisferica avrebbe completato l’ edificio divenendo l’ elemento unificante La facciata voluta da Alberti era con canoni dell’ antichità romana, egli non imito’ le forme del tempio classico ma prese come esempio gli archi di trionfo come quello di Rimini e l’ arco di Costantino di Roma. I fianchi ricordavano con gli archi a tutto sesto gli antichi acquedotti Alto basamento somiglia a un podio o un creidoma, sorregge sia pilastri che le semicolonneche dividono la superficie della porzione inferiore in 3 parti . Centrale= portale Le arcate sono cieche mentre nella medaglia commemorativa di Matteo appaiono profonde tanto da accogliere i sarcofagi di Isotta e Sigismondo ma la morte impedi’ il compimento dell’ opera. FACCIATA DI MARIA NOVELLA 20 La facciata aveva gia una parziale realizzazione in stile 300esco , aveva già i portali laterali, archi acuti con le tombe gotiche e le arcate cieche Alberti doveva armonizzare il vecchio col nuovo PARTE INFERIORE: • Inseri’ un portale centrale all’ interno di un arco a tutto sesto incorniciato da 2 semi colonne corinzie • Le semicolonne vennero messe anche alle estremità della facciata affiancate ai pilastri d’ angolo rivestite con fasce orizzontali di marmo verde e bianco • Alto attico fra l’ ordine inferiore e superiore segna l’ inizio della realizzazione 400esca PARTE SUPERIORE: • Organizzata come un tempio classico • 4 paraste corinzie in zebratura marmorea sorreggono • una architrave su cui poggia • un timpano • due ampie volute nascondono gli spioventi del tetto delle navate laterali PROPORZIONI: • La facciata sta in un quadrato • Le due quadrati minori circoscrivono la parte inferiore • Uno quella superiore DUE CHIESE DI MANTOVA 21 1. SAN SEBASTIANO 1460 • Pianta centrale • Pianta a croce greca preceduta da un pronao • Le lesene in facciata dovevano essere 6 ma infine furono 4 • Sopra le 4 lesene c’è una cornice che sorregge il frontone spezzato 2. SANT’ANDREA 1470 • Pianta longitudinale ESTERNO: • Fonde nella facciata il tema dell’ arco di trionfo con un tempio classico • 3 aperture su pronao quella centrale è ampia e ha una grande arcata • Lesene corinzie sorreggono un basso architrave che sorregge un timpano • Il tema di apertura sormontata in successione da una nicchia e da una finestra INTERNO: • ampia volta a botte cassettonata sorretta da pilastri • Tra i pilastri si aprono cappelle con volte a botte • Il tema di apertura sormontata in successione da una nicchia e da una finestra della facciata ricorre anche all’ interno AGOSTINO DI DUCCIO 22 Qui l’ indagine prospettica è spinta fino gli estremi per saggiarne le possibilità. • La composizione comprende due scene distinte e sono contenute nei magini dell doppia presenza dell’ arca • ci sono due punti fuga, uno per ogni rappresentazione SINISTRA: • arca lignea è illusionisticamente delineata fino ad avere un vertice coincidente per il punto di fuga dilatazione spazio pare infinito • nel fondo si origina un fulmine che colpisc un albero e le fronde cadute sembrano andare contro lo spettatore. • In primo piano vediamo 2 giganti che lottano armati di spada e clava incuranti dell’ ira di Dio • Un uomo cerca rifugio dalla morte aggrappandosi all’ arca altri cercano di salire e altri cercano di salvarsi in ogni modo, alcuni travolti dall’ acqua si aggrappano a cio’ che galleggia o emergono all’ improvviso sputando l’ acqua DESTRA: • Noè compare 2 volte, 1) affacciato alla finestra quando torna la colomba con il ramoscello di ulivo che segna la fine del diluvio universale 2) Eretto e solenne uscito dall’ arca che poggia i piedi per terra senza le acque punitive. • Prospettiva di un morto con un corvo che gli cava gli occhi • Un putto annegato Importante è il MAZZOCCHINO una decorazione che presenta una ciambella a scacchi ( attorno al collo del gigante e in testa alla dama) era una struttura foderata di stoffa usata dai fiorentini , corrisponde a un solido che in prospettiva è di grande complessità da realizzare. Il modo di usare i colori di Paolo Uccello è innaturale , usa i colori del Gotico Internazionale . uso disinvolto dei colori denuncia la libertà dell’ artista. 25 VISIONE PROSPETTICA La prospettiva = modo per rappresentare su una superficie piana una forma tridimensionale. Anche se già in Giotto vediamo schemi prospettici, nel Rinascimento nasce la prospettiva lineare, basata su regole matematiche. Brunelleschi fu il primo a sperimentare e giunse alla formulazione di alcuni principi (Donatello e Masaccio per primi misero in pratica). • oggetti in primo piano sono più grandi di quelli sullo sfondo • esiste il punto di fuga = punto in cui tutte le linee convergono • può essere centrale (un punto di fuga) o bifocale (due punti di fuga) • prospettiva lineare non corrisponde alla percezione reale dell’occhio. Questo limite fu superato da L. Da Vinci, con l’introduzione della prospettiva aerea. con la lontananza i colori si sfumano, le forme si sfocano per l’aria e la luce che illumina gli oggetti varia. BEATO ANGELICO Affreschi nel convento di San Marco • il convento di San Marco fu affidato ai dominicani (metà 1400) e il convento divenne importante luogo spirituale e culturale. La ristrutturazione del convento iniziò grazie a Michelozzo e contemporaneamente Beato Angelico dipinse opere su tavola e decorazioni a fresco. • dormitorio (celle dei frati): ogni cella è decorata con una scena della vita di Cristo. • composizioni semplici, no dettagli (perchè i frati dovevano raccogliersi e pregare) • colori chiari e delicati • ciascun episodio è presentato all’osservatore da santi dominicani • assetto prospettico in uno schema piramidale con al vertice Cristo. Nitida e profonda spazialità spiega come Beato Angelico usasse le leggi della prospettiva di Brunelleschi. • corridoi (pareti): scene più articolate rispetto a quelle essenziali delle celle. • maggiore ricchezza cromatica, decorativa e luministica • spazio architettonico impostato prospetticamente con un punto di fuga centrale MICHELOZZO Palazzo Medici-Riccardi (Firenze) • progettazione ed esecuzione di Michelozzo, seguace di Brunelleschi. • Michelozzo è architetto prediletto di Cosimo il Vecchio, che gli commissiona la ristrutturazione di ville e castelli, la ricostruzione del convento di San Marco e il suo palazzo, poi detto Palazzo Medici-Riccardi perchè più tardi acquistato da questa famiglia. • caratteristiche: • l’edificio continua la tradizione fiorentina della casa fortificata • i piani sono segnati orizzontalmente da due cornicioni (Michelozzo non inserisce le lesene, facciata più austera). Il pian terreno è più rustico, fino ad arrivare ad una parete lineare dell’ultimo piano. • molte finestre: danno armonia 26 • cortile interno = elemento rinascimentale. Lo spazio qui è delimitato da un portico con arcate a tutto sesto, colonne corinzie, fregio decorato (questo impianto è diventato una costante nei palazzi signorili). Dal cortile, attraverso un’apertura, si va nel giardino protetto da mura. FILIPPO LIPPI • E’ diventato frate perchè orfano e adottato da confratelli. • vita movimentata: soggiorno a Padova, bottega a Firenze, si innamora di una monaca di Prato e ha un figlio (Filippino, anche lui pittore), ottenendo nel 1461 lo scioglimento dei voti. La Pala Barbadori • eseguita dal 1437 per la chiesa fiorentina di S. Spirito • scansione prospettica rigorosa: i due santi inginocchiati conducono lo sguardo dello spettatore verso la Madonna. • i volumi appaiono solidi (Masaccio): santo a destra ottenuto con forte contrasto tra luce e ombra. • Lippi ha gusto più marcato per la decorazione che Masaccio (pavimento colorato, braccioli marmorei trono, venature colonne). • corposa fantasia nel definire atteggiamenti ed espressioni: (bambino annoiato, frati) DOMENICO VENEZIANO • si forma a Venezia, dove conosce la pittura fiamminga. Non certamente portò lui a Firenze la nuova tecnica di stesura ad olio, ma egli bene conosceva l’arte fiamminga. • Suo stile = ricerca di una luce reale e cristallina (arte fiamminga), interpreta in chiave rinascimentale i colori della pittura veneta precedente (rinascimento), razionalità spaziale (Masaccio). Egli diventa riferimento per artisti come Piero Della Francesca e Beato Angelico. Madonna con il bambino e i santi (Pala di S. Lucia dei Magnoli) • commissionata dai Medici tra 1445 e 1447 • caratteristiche • Veneziano trasforma la tripartizione di un polittico in un’architettura dipinta • luce = determina la qualità del dipinto. E’ quasi abbagliante, schiarisce i colori, sottolinea il rosa e il verde delle vesti e dei giochi geometrici. • impostazione prospettica = prospettiva con tre punti di fuga, poco diffusa all’epoca. Essa consente l’effetto in profondità dei rombi del pavimento, quasi in linea con l’occhio dell’osservatore. • figure sono salde nei volumi, ma sembrano fondersi nella luce (si allontanano da figure monumentali di Masaccio). 27 • taglio innovativo della scultura, arriva fino all’ombelico, includendo interamente braccia e mani. • dettagli nei tratti del volto • capo inclinato per rendere la posa più naturale • sfumature luminose evidenziano le pieghe della veste e il velo trasparente sul collo. • anatomia perfetta Verrocchio preferisce il realismo, il naturalismo rispetto alla solennità e aspetto classicheggiante delle statue del primo rinascimento. ANTONIO DEL POLLAIOLO • si formò come orafe e scultore in bronzo • avviò una bottega a Firenze col fratello, lavorò anche a Roma. • fu anche pittore e fu il primo a creare stampe. Ecco perchè il suo stile è caratterizzato da linearismo, concentrato sulle anatomie ed espressioni del viso. Tavola con Ercole e l’Idra • piccolo quadro per fruizione privata • caratteristiche: • l’opera rappresenta la seconda delle dodici fatiche di Ercole, in cui l’eroe affronta l’Idra, il serpente a più teste. • forte dinamismo nella composizione (muscoli tesi) • uso del chiaroscuro che sottolinea anatomia e muscolatura • ogni dettaglio delineato con il talento da orafo opera scultorea: Ercole e Anteo • rappresentazione di Ercole che stringe in una morsa letale Anteo, gigante invincibile. • drammaticità contenuta, data dallo sforzo contrapposto dei due soggetti: Ercole stringe, Anteo urla cercando di liberarsi. • slancio dei movimenti nello spazio: movimento delle gambe del gigante è opposto all’inarcarsi della schiena di Ercole. • intensa espressività emotiva LA CORTE DI URBINO (metà ‘400) Il Palazzo Ducale di Urbino fu voluto da Federico da Montefeltro, come simbolo del proprio potere. E’ il rimo esempio in Italia di un edificio che tiene conto del paesaggio circostante e ne è in armonia. Abbiamo diversi livelli di architettura: • parte superiore: facciata bassa e lunga (tipo villa di stile classico) 30 • parte opposta: struttura alta e stretta, chiusa da due snelle torri. Questo palazzo fu realizzato in quasi 30 anni (1455-1482). All’inizio fu costruito un palazzetto che unificava due strutture preesistenti, ma la svolta arrivò quando vi fu l’intervento di LUCIANO LAURANA (1446). Egli concepì l’impostazione generale del nuovo complesso, alzò la facciata delle due torri e realizzò il piano inferiore del Cortile d’onore. Nel 1472 la direzione del cantiere fu affidata a Francesco di Giorgio Martini, che completò. • facciata delle due torri (“torricini”): • è stretta tra due torri • presenta una sequenza verticale di logge (rinascimentali, ma slancio verso alto ancora gotiche) • dietro la facciata si trova l’appartamento del duca. • appartamento del duca: • comprende una biblioteca con il famoso Studiolo, piccolo locale senza finestre con le pareti coperte da tarsie lignee che riproducono illusionisticamente armadi aperti contenenti libri. Gioco tra spazi reali e fittizi è frutto degli studi prospettici di L. Laurana. • in alto: doppio registro con 28 ritratti di uomini illustri, religiosi e laici (opera di G. di Gand e P. Berruguete). • Cortile d’onore: • logg iato a pian terreno si basa su ripetizione modulo arco a tutto sesto (classico, solenne) • piano nobile scandito da lesene, che inquadrano finestre rettangolari architravate. • sopra due attici arretrati riprendono lo schema del primo piano semplificandolo. Laurana ha concepito lo spazio e le superfici come parti di un organismo definito dalla luce e dai colori. GIUSTO DI GAND • pittore fiammingo • arrivato ad Urbino, in Italia, realizza la Comunione degli Apostoli, che si trova a Palazzo Ducale a Urbino. La pala fu inizialmente commissionata a P. Uccello, passò poi a P. della Francesca, fino ad arrivare a Giusto di Gand (1473-74). La scelta di un 31 pittore fiammingo è forse testimoniata dall’amore di F. da Montefeltro per questo tipo di arte. • caratteristiche: • scena: tema eucaristico con al centro Cristo che distribuisce la comunione agli Apostoli. E’ presente (a destra) anche il duca Federico. Successivamente, G. di Gand eseguì delle opere per lo studio di F. da Montefeltro, dove evidente è l’influsso di P. della Francesca. L’opera di Gand costituisce il più notevole punto di incontro tra pittura italiana e fiamminga. PEDRO BERRUGUETE • studiò in una bottega di tradizione fiamminga • arrivò in Italia e ad Urbino su di lui influì molto Piero della Francesca. • collaborò con G. di Gand per la decorazione dello Studiolo e della biblioteca di F. da Montefeltro (insieme realizzarono gli Uomini Illustri). PIERO DELLA FRANCESCA Fu il primo a disegnare i poliedri regolari e semiregolari . egli era molto in contatto con la corte di Urbino. BATTESIMO DI CRISTO • Committenti: Monaci camldolesi di Sansepolcro per onorare Traversari, venne scelto il paesaggio di Sansepolcro allude alle benemeranze acquisite dal Traversari • Ora si trova a Londra, • Cristo immobile come una colonna occupa il centro della tavola • Destra Giovanni Battista lo battezza • Sinistra 2 angeli assistono ala scena 32 L’ identificazione di Ponzio pilato con l’ ultimo imperatore d’ oriente svela il vero significato del dipinto discussione verte sull’ imperatore che aveva fatto si che la chiesa greca si staccasse da quella latina. Egli era ritenuto responsabile delle sofferenze che i turchi inflissero ai cristiani d’ Oriente. La tavoletta fu inviata in dono a Federico da Montefeltro da parte di Bacchi per convincerlo ad appoggiare la criciata del 1459 per scacciare i turchi da Costantinopoli; cio’ spiega la presenza di Buonconte il cui pallore lo indica come già morto ( era morto di peste a 17 anni) Le sue sofferenze vengono paragonate a quelle di Cristo flagellato e per tanto a quelle dei cristiani in oriente, il dolore di Federico invece è assimilato a quello della chiesa. Montefeltro non è comunque favorevole alla crociata. OPERA PIU’ IMPO= LA SACRA CONVERSIONE( APPUNTI PRIME LEZIONI) ARTE FIAMMINGA La pittura del primo periodo del 1400, in voga nelle Fiandre, viene denominata "Scuola di Primitivi Fiamminghi". I Pittori dipingeva quadri a tematica religiosa, ritratti e paesaggi. La tecnica dell'olio, a differenza dell'affresco, favoriva la minuziosità, il naturalismo e l'amore per il paesaggio. Per Fiandre si intende la vasta area geografica del nord Europa che comprende Belgio, Olanda e Francia L'Arte stava abbandonando lo Stile Gotico ed era entrata nel periodo Tardo-Gotico, che preannunciava il Rinascimento. Nelle Fiandre, che avevano molti contatti d'affari con il resto d'Europa, si era formata una società ricca, cosmopolita ed interessata culturalmente, che esprimeva una crescente domanda artistica. L'arte fiamminga nel XV secolo si affianca all'arte italiana e partecipa all'evoluzione del gusto artistico dei popoli Europei dei secoli successivi. I colori e la velatura della Pittura Fiamminga Uso dei colori ad olio trascurando l'affresco ancora molto in voga in Italia. I colori ad olio avevano alcuni difetti: si stendevano male e rischiavano di alterare la cromia desiderata. I fiamminghi nel XV secolo, perfezionarono questa tecnica di pittura, rendendola adatta alle sfumature. I colori ad olio asciugavano molto lentamente era necessario procedere a successive velature, cioè strati di colore traslucidi, trasparenti e sovrapposti, che rendevano il dipinto brillante e lucido, permettendo di definire la diversa consistenza delle superfici fin nei più minuti particolari, anche se per completare un quadro, occorrevano mesi o addirittura anni. Invece di utilizzare un colore coprente si utilizza un colore di consistenza semi-trasparente (velatura) che dà la possibilità di ottenere una maggiore gamma cromatica: sovrapponendo più velature si può, gradualmente, giungere al tono preferito. La prospettiva L'Arte Fiamminga è soprattutto un’evoluzione dell’arte tardo gotica, evoluzione tesa a conquistare una maggior naturalezza, senza però mettere in crisi un’arte che era ancora espressione di un mondo basato su principi e valori propri del medioevo europeo. I pittori fiamminghi giungono alle soglie della prospettiva, anche se in realtà non arrivano a 35 comprenderne completamente i meccanismi ottici e le leggi geometriche. La costruzione dello spazio è quasi sempre precisa. Spazialità e luce nei Fiamminghi I Fiamminghi sviluppando l'interesse verso la realtà e la rappresentazione naturalistica, arrivarono a una completa integrazione tra figure e paesaggio, dove la luce è l'elemento che unifica tutta la scena. Nei quadri fiamminghi le figure principali, quanto i vari oggetti raffigurati in secondo piano, sono raffigurati con incisività e precisione scrupolosa, quasi scientifica. La luce dei fiamminghi, non è selettiva, ma illumina con la stessa forza l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, utilizzando più fonti luminose, che moltiplicano le ombre e i rilessi, permettendo di definire acutamente le diverse superfici ed i diversi materiali. La figura umana e il simbolismo La visione attenta al dettaglio ed ai più svariati oggetti non lo vede piu’ l’ uomo come il centro del mondo, ma solo una parte dell'Universo. Un'opera simbolo della pittura fiamminga Il celebre "Ritratto dei coniugi Arnolfini" di Jan van Eyck è un vademecum delle caratteristiche della pittura fiamminga. Il dipinto è come una testimonianza dell'avvenuto matrimonio, come un documento ufficiale che garantisca l'avvenuto giuramento dei coniugi, alla presenza di testimoni tra cui lo stesso pittore, ritratto nello specchio di fondo, mentre entra con l'altro testimone. Ritratti di tre quarti Jan Van Eyck introduce una nuova postura del personaggio raffigurato: la posa a tre quarti. Questa permette una più minuta analisi fisica e psicologica del modello una analisi del reale stato d’animo del soggetto, cogliendo maggiori informazioni della fisionomia. Un quadro che meglio rende il ritratto preso di tre quarti è quello dell'"Uomo con il turbante", di Van Eyck. Per mettere in evidenza l’individualità del singolo, il pittore concentra l’attenzione sul viso che emerge da un fondo scuro. Lo sguardo penetrante e il volto assorto, rendono partecipe l’osservatore di un’ansia esistenziale, mentre i colori utilizzati sono in forte contrasto fra loro e il turbante rosso esalta l’incarnato chiaro del volto. JAN VAN EYCK 1390-1441 Fu il capostipite della pittura dei Paesi Bassi del 1400 ed il maggiore pittore nord europeo del suo tempo. Le prime informazioni sul suo conto risalgono al 1422-1424 quando si trova alla corte del conte d’Olanda . egli divenne poi pittore del duca di Borgogna per conto del quale fece anche delle missioni diplomatiche recandosi a Lisbona nel 1428 per concordare le nozze del duca con Isabella del Portogallo. Abito’ poi in Francia a Lille e nel 1432 si trasferi’ a Bruges. La sua arte rappresento’ il superamento delle convenzioni del gotico in nome di una concezione naturalistica ricondotta alle istanze della percezione visiva e all’ indagine scientifica della realtà. Le opere sono tutti oli su tavola 36 CROCEFISSIONE 1430 • Spazio organizzato secondo un unto di vista rialzato che aumenta la profondità • Ai piedi della croce c’è una folla di personaggi: soldati, dignitari di corte con aria di distacco contrapposta alla disperazione di Maria inginocchiata in primo piano in un largo abito celeste che lascia scoperto solo il volto • Senso di drammaticità accentuato da un ladro sulla destra raffigurato con il corpo piegato sulla croce che cerca di liberarsi dalle funi mentre il cielo plumbeo annuncia la morte di Gesu’ • Citta’ sullo sfondo con strutture fiamminghe del tempo indica la Gerusalemme celeste. GIUDIZIO FINALE • Tavola 37 • Scena in un ambiente chiuso ma con un’ ampia arcata di fondo che crea un gioco di luci e ombre • Vergine e Donatore sono figure perfettamente bilanciate e disposti l’ una fronte all’ altro. • Cancelliere con abito decorato con preziosi ricami • Bambino in braccio alla madre tiene in mano un monile luminescente • Vergine abito lungo rosso con ricamate in lettere d’ oro i passi dell’ ufficio mattutino recitato durante la messa celebrata davanti al cancelliere. • La veduta dalle arcate è una città fluviale dipinta in ogni minimo dettaglio: strade, edifici e minuscoli abitanti. MADONNA DELLA FONTANA 1436 (museo nazionale di Anversa) chiamata anche Madonna di Lucca • una Madonna col bambino. • Il trono è decorato da intagli leonini, resi con magistrali effetti di luce, • La stanza è piccola, soprattutto in rapporto al trono, e si tratta di un effetto voluto che accresce l'atmosfera di intimità familiare della rappresentazione. • Vari oggetti arricchiscono la composizione e hanno vari significati: dalla descrizione di un interno ricco (il tappeto turco, il parato del trono) alla specificazioni di simboli. In questo senso l'acqua e il vetro sono simbolo della purezza "senza macchia" di Maria, mentre le due arance sul davanzale sono un richiamo al frutto proibito del Peccato originale, spesso indicate al posto della mela nei paesi nordici. • Ampio mantello rosso di Maria, che riempie tutta la parte inferiore del dipinto, disegnando delle pesanti increspature che nascondono il corpo della Vergine. • Luce varia a seconda delle superfici che incontra • Il morbido tappeto ai piedi della Vergine definisce lo spazio tramite l'applicazione della prospettiva ,la linea dell'orizzonte è più alta e la definizione delle pareti è di solito incompleta, non mostra cioè tutti gli elementi: l'effetto che ne deriva è quello di uno spazio più avvolgente, che include lo spettatore nella raffigurazione. RITRATTO DEI CONIUGI ARNOLFINI 1434 40 • Duplice ritratto (nello specchio deve si raffigura con un altro testimone dell’ evento) e numerosi simboli inseriti dall’ autore. • ritratto indipendente da opere religiose con tematica piu’ umana , del quotidiano • rappresenta il matrimonio tra Giovanni Arnolfini (ricco mercante lucchese) e Giovanna Cenami • il matrimonio si svolge nella camera da letto degli sposi • coppia in piedi lui benedice la moglie che gli offre la mano destra e quella sinistra è poggiata sul suo ventre • posa dei personaggi pare teatrale • camera descritta nei minimi dettagli ogni dettaglio è ricco di significato che ci forniscono una piu’ ampia comprensione e interpretazione di cio’ che stiamo osservando • il quadro funge come testimonianza dell’ avvenimento e la presenza dei testimoni, non era quindi necessario un sacerdote • allegoria del matrimonio e della maternità • la coppia rappresenta i ruoli diversi che ognuno copre nel matrimonio lui severo ostenta il potere morale della casa e sostiene con autorità la mano della moglie Lei abbassa lo sguardo sottomettendosi e posa la mano sul ventre segno della gravidanza che simboleggiava all’ epoca il culmine della donna • tutto quello che contiene il quadro proclama la ricchezza della coppia • VESTI: pesanti vestimenti che rivelano la loro alta posizione sociale-economica Lui tunica scura e sobria con pelle di marmotta Lei ampolloso vestito di colori vivi e allegri con i pugni d’ ermellino indossa anche gioielli e una cintura di broccato tutta d’oro • ARANCE: simbolo di lusso, erano importate dal sud per alludere alle loro origini mediterranee, rappresentano anche il frutto proibito dell’Eden in allusione al peccato mortale della lussuria . gli istinti peccaminosi dell’umanità si santificano con il matrimonio cristiano 41 • LETTO: posto dove si nasce e si muore , era uso di tenerne uno in soggiorno per sedersi o per permettere la visita di famigliari e amici alla neo-madre e al bebè. Tessuto rosso richiama la passione • TAPPETO: orientale lussuoso e caro, posto vicino al letto • ZOCCOLI: i protagonisti sono scalzi pestare il suolo scalzi significava assicurare fertilità, rappresentano il vincolo col suolo sacro della casa e sono segno che si stava celebrando una cerimonia religiosa. Importante anche la loro disposizione, quelli di lei vicino al letto quelli di lui piu’ vicini al mondo esterno. • ROSARI: regalo del fidanzato alla futura moglie, vetro simbolo di purezza questo suggerisce le virtu’ della fidanzata e l’ obbligo di essere devota • SPECCHIO: cornice rappresenta 10 episodi della passione di Cristo , si usava per scacciare la sfortuna . al suo interno inserisce una finestra e il panorama della città cio’ crea una luce che avvolge dolcemente ogni oggetto senza creare forti chiaroscuri, nello specchio è riflessa l’ immagine del momento dipinto dove appare anche il pittore e l’ altro testimone delle nozze • LAMPADA: Con una sola candela accesa simbolo dell’ amore e della presenza di Cristo • VESTE DI GIOVANNA: color verde che indica la fertilità, ella non è incinta la sua posizione si limita a denunciare il ventre che allora si considerava una delle parti piu’ belle del corpo e l’ esagerata curvatura dello stesso richiama la fertilità che pero’ non ebbe mai • TESTIERA DEL LETTO: c’ü intagliata una donna con un drago forse Santa Margherita patrona delle partorienti o Santa Marta patrona della casa. • CANE: simbolo di fedeltà dell’ amore eterno, da grazia e sollievo in una composizione solenne e seria • Naturalismo e realismo • C’è firma del pittore Questo quadro funge da : ritratto di due membri importanti della società • ritratto di due membri importanti della società • testimone del matrimonio • come sommario degli obblighi che comporta il matrimonio • come illusione , come un mistero SANDRO BOTTICELLI 1445-1510 Chiamato cosi’ perché da fanciullo aveva lavorato presso il maestro orafo Botticello Lavoro’ con Da Vinci nella bottega di Verrocchio Dal 1470 divenne pittore indipendente con una sua bottega artistica. Lavoro’ per i Medici 42 Il collo troppo lungo La gran massa di capelli ELLA E’ IL SUNTO DELLA DOLCEZZA E DEL PIACERE DELLA LINEA URBINO E FERRARA URBINO Sotto Federico Da Montefeltro PALAZZO DUCALE LUCIANO LAURANA • È in laterizie ha forme articolate che si adattano alla conformazione naturale della collina e alla funzione per cui sono state studiate • I fronti ortogonali che danno sulla piazza non si discostano da quelli del tipico palazzo del 400 con porte e finestre architravate e bugne in pietra che rivestono( anche se parzialmente perché l’ opera rimase incompiuta) una delle facciate • Inconsueto è l’ accostamento di 3 portali con 4 finestre • Il fronte che guarda verso valle ha l’ aspetto di mura urbane dominate da due torri (= facciata dei torricini) • 2 torri cilindriche dotate di beccatelli e terminati in guglie con copertura conica stringono la facciata dalla quale sporge un loggiato che contribuisce a ingentilirla e a sottolineare l’ effetto inoffensivo delle torri • Loggiato con 4 arcate coronate da due ampie volute contrapposte • Motivo architettonico è una sorta di arco di trionfo moltiplicato in verticale ma non è ripetitivo varia nel trattamento degli ordini architettonici e nel cassettonato delle profonde volte a botte. • Sembra vi sia fusione del palazzo con la città . FERRARA A Ferrara, il duca Ercole I d’Este (al potere dal 1471) chiese all’architetto ferrarese, BIAGIO ROSSETTI, la realizzazione di un quartiere monumentale per ampliare la città. Questa richiesta fu fatta sia per rispondere ad esigenze politiche che per rispondere ad una notevole crescita demografica. Rossetti diede quindi vita alla prima grande pianificazione urbanistica, chiamata Addizione Erculea. A partire dal 1492 fu inglobato un territorio a Nord della città medievale per la fortificazione, per le dimore patrizie e per edifici di culto; Rossetti unì la parte nuova a quella già esistente senza distruggerla, ma da una parte ne seguì le linee principali, dall’altra introdusse strade rettilinee, che organizzate attorno a due assi perpendicolari, creano una scansione ortogonale. All’incrocio di queste strade sorsero notevoli architetture, come il Palazzo dei Diamanti, splendida dimora. 45 Costruito da Rossetti, esso evidenzia gli elementi peculiari dell’architettura albertiana: • aspetto austero del rivestimento è mitigato dall’inserimento di decorazioni all’antica. Il progetto dell’Addizione erculea non venne portato a termine, per il decadere della fortuna di Ferrara dopo la guerra contro la Repubblica di Venezia. Nel 1598 Ferrara tornò ad essere parte dello Stato Pontificio. Il 400 pittoresco a Ferrara Il 400 è il secolo di maggiore splendore della pittura a Ferrara; le arti figurative, in questo periodo a Ferrara si svilupparono controcorrente rispetto al classicismo (Medici-Gonzaga): • si fusero la prospettiva e l’astrazione di P. della Francesca, con l’espressionismo donatelliano e la durezza dei contorni delle prime opere di Mantegna. • le opere dei pittori in questo periodo sono contraddistinte da: • sovrabbondanza di dettagli • colori violenti e irreali • profili marcati • espressività (quasi grottesco) I principali esponenti dell’Officina furono Cosmè Tura, caposcuola, Francesco del Cossa e Ercole de’ Roberti. COSME’ TURA Questo artista ferrarese realizzò una tavola (intorno agli anni 50 del ‘400): La musa Calliope • essa faceva parte di una serie di allegorie dipinte da diversi artisti per lo Studiolo d’Este, a Ferrara. • caratteristiche • Calliope (dea poesia epica) è raffigurata seduta su un trono, in una posa di forte torsione (gambe e busto verso sinistra, mani verso destra), per manifestare energia. • I colori sono prevalentemente freddi. • Vediamo la presenza della linea, ma una linea aspra e tagliente. 46 • Il trono è un’insolita costruzione, con in alto serpenti marini dai colori metallici. L’artista ha preso spunto dal patrimonio figurativo medievale di origine nordica e orientale, cercando di adattarlo all’interesse rinascimentale per l’antico. Una seconda opera realizzata da Cosmè Tura fu il Polittico Roverella, commissionatogli dal vescovo Lorenzo Roverella nel 1470. Terminato 4 anni dopo, fu disperso sul mercato dell’antiquario. L’assetto di questa pala fu ricostruito in base ai pezzi conservati in vari musei: • caratteristiche: • pannello centrale sormontato da una cimasa con La pietà e affiancato da un pannello con Lorenzo Rovella e santi. • pannello centrale: • come nella Musa Calliope, il trono della Vergine nel pannello centrale, ha un’architettura fantasiosa e fiabesca (molte figurazioni simboliche). Ha lo schienale a forma di nicchia conchigliata e molto ornato. • la Madonna è pallida, ed ha un’espressione enigmatica • contorni taglienti • colori freddi, intensi • sottolineato il verticalismo, ma frenato dalla volta a cassettoni (in scorcio). • nella cimasa: • iconografia di origine nordica: Cristo adagiato sulle ginocchia della Madonna, attorno a lui le pie donne. • corpo di Gesù livido, contratto e deformato dalla morte (opposto agli ideali anatomici classici) • le espressioni dolenti sono teatrali • la cupa gamma cromatica sottolinea la tensione drammatica FRANCESCO DEL COSSA Una tavola rappresentativa di questo pittore è certamente l’Annunciazione, facente parte della cosiddetta Pala dell’Osservanza. • caratteristiche: • evento divino ambientato sotto un portico rinascimentale (grandi arcate a tutto sesto) 47 DIPINTO NORIDCO= paziente sommatoria di particolari minuti e perfetti non viene lasciato all’ immaginazione né dimenticato nulla del soggetto . SAN GEROLAMO NELLO STUDIO Tavola londinese, 1474 • Interno gotico con volte ogivali e bifore • Al centro san Gerolamo che studia in un ambiente all’ interno dell’ ambiente che ben rende l’ intimità del raccoglimento del santo nella lettura • Dx prospettiva delle piastrelle colorate rafforzata dalle colonne esili sormontate da archi a volte ci conducono a guardare i due vani aperti nel fondo • Sx lo sguardo va verso l’ ampia finestra che si apre su un paesaggio • Uccelli e gatto e vasi • È un continuo intrinsecarsi di miniature fiamminghe e spazialità prospettica italiana • Tutto è unificato dalla luce che investe oggetti e architetture Questo artista faceva ritratti innovativi i soggetti venivano rappresentati di ¾ e non più di profilo. Sguardo acuto rivolto verso chi osserva il quadro Ciò da al personaggio ritratto un’ aria interessante ,viva e una personalità enigmatica 50 SAN SEBASTIANO di Dresda • Viso dolcissimo e ovale leggermente inclinato • Occhi rivolti al cielo • Ha la stessa solidità delle architetture ritratte con lui • Corpo delineato da chiaroscuri e proporzioni perfette non è minimamente compromesso dalle frecce • Muscoli rilassati • La luce scivola rendendo il corpo tornito allo stesso modo della colonna levigata e spezzata a destra che poggia sul pavimento fatto da cerchi e quadrati in prospettiva VERGINE ANNUNCIATA 51 • Palermo • Sintesi di spazio, forma e luce e colore • Il leggio ligneo in una ardita prospettiva si incunea nello spazio dell’ osservatore quasi come un baluardo eretto per proteggere la Vergine • La mano protesa è come un gesto imperioso per non avvicinarsi • Velo blu cobalto che si staglia contro uno sfondo scurissimo mostra il volto luminoso e dolce di donna del sud dallo spiraglio a goccia che si genera dall’ unione dei due lembi del manto accostati con un gesto delicato di pudore ANDREA MANTEGNA 1431-1506 NACQUA A Padova , fece il primo apprendistato nella bottega di Squarcione . 1460 andò a Mantova a lavorare per i Gonzaga , lavorò anche in toscana e Roma. Gli anni della formazione Padovana furono importanti per andrea e ricchi di stimoli, Padova era un grande centro universitario e di cultura antiquaria( erudito, aspetto dell’ antichità classica) L’ attività del Mantegna ha base antiquaria a ciò si somma l’ osservazione diretta di antichi monumenti e reperti di cui era ricca la bottega dello Squarcione , l’ insegnamento delle opere di Donatello… Il suo modo di disegnare tende ad un effetto scultoreo, ha segno duro secco e spigoloso tipico degli artisti tedeschi (forse noti a Mantegna per la diffusione delle stampe) Tra le prime opere del mantegna ricordiamo la CAPPELLA OVERATI nella chiesa degli emirati di Padova e l’ ORAZIONE NELL’ ORTO. CHIESA DEGLI EMIRATI AFFRESCHI STORIE DI SAN GIACOMO Narra come il santo durante il tragitto si fosse fermato a risanare un malato . • Scena organizzata secondo una griglia prospettica¨ • La linea dell’ orizzonte genera una visione dal basso vs alto cosi’ le figure acquistano monumentarietà e volume 52 • Tra un peduccio e l’ altro dei finti cursori metallici sorreggono dei tendoni di cuoio con impressioni in oro questi sono variamente sollevati mostrando delle scene. • Elezione a cardinale di Francesco Gonzaga • Nella parete nord è dipinta la corte mantovana riunita su un balcone attorno al marchese Ludovico e la consorte Barbara DI Brandeburgo al momento di ricevere la notizia dell’ elezione si nota la ricchezza di particolari che caratterizza ogni personaggio è una tipica corte rinascimentale amante del lusso e dei divertimenti. Ludovico Gonzaga seduto su un trono a sinistra in veste "de nocte".Egli è ritratto mentre tiene in mano una lettera e parla con un servitore dal naso adunco. La posa del marchese è l'unica che rompe la staticità del gruppo, attirando inevitabilmente l'attenzione dello spettatore. Sotto il trono sta accucciato il cane, simbolo di fedeltà. Dietro di lui sta poi in piedi il terzogenito che tiene le mani sulle spalle di un bambino. L'uomo col cappello nero è il precettore del marchese e dei suoi figli. Al centro troneggia seduta la moglie del marchese, Barbara di Brandeburgo, in posizione quasi frontale e con un'espressione di dignitosa sottomissione, con una bambina alle ginocchia che sembra porgerle una mela in un gesto di fanciullesca ingenuità. Dietro la madre sta in piedi un uomo, affiancato a destra da una donna. Gli altri personaggi sono incerti.in basso sta la nana di corte, che guarda direttamente lo spettatore • Parete ovest raffigurano l’ incontro del marchese con il figlio cardinale, Francesco è al centro della scena circondato dai parenti e altri nobili. I gesti bloccati sono il mezzo per eternare l’ evento , i profili a ¾ sono le posizioni che Andrea predilige per i ritratti, scelta ancora legata al tardogotico della medaglistica celebrativa. Alle spalle dei personaggi vi è la Roma idealizzata,come omaggio, augurio al cardinale per il raggiungimento di una meta ambita. • OSSERVATORE POSTO AL CENTRO della frizione pittorica è fondamentale perché la storia sembra animarsi MILANO In campo pittorico, a metà 400 a Milano, importante fu la figura di Vincenzo Foppa, che realizzò l’opera I Tre Crocifissi, in cui testimonia il suo attaccamento al Gotico Internazionale, ma l’interesse per le novità rinascimentali. Successivamente, l'artista fu chiamato da Francesco Sforza per decorare la Cappella Portinari, dando prova di uno stile più moderno. Inoltre, in un terzo momento, egli realizzò piccole tavole di devozione privata, dove l’artista mostra l’influsso della pittura emiliana. Con l’avvento di Ludovico il Moro, inizia un periodo di mecenatismo con scopo propagandistico, con la presenza di Leonardo e Bramante a Milano. VINCENZO FOPPA La Cappella Portinari fu eretta tra il 1462 e il 1466 da un anonimo architetto lombardo, e ha degli affreschi di notevole bellezza e importanza. E’ stata riportata all’antico splendore, dopo un lungo restauro (1989-2000). 55 • commissione di P. Portinari per ospitare la propria sepoltura e per offrire collocazione ad un’arca gotica contenente una reliquia di S. Pietro martire. • decorazione ad affresco di Vincenzo Foppa; alcuni studiosi gli riconoscono anche un ruolo nella progettazione. • programma iconografico: • Storie di San Pietro Martire (lunette laterali) e figure di Dottori della Chiesa (pennacchi 4 tondi) • finestre a oculi nella cupola • la volta rappresenta il paradiso • la disposizione degli affreschi riflette le aspirazioni religiose del committente: vivere ispirandosi all’esempio del santo martire domenicano e agli scritti dei Dottori della Chiesa per aspirare alla salvezza eterna con la mediazione della Vergine. • le fonti e i modelli: • affreschi concepiti secondo un solo punto di vista (al centro) Insegnamento della prospettiva albertiana. • uso di colori chiari Masaccio nella Cappella Brancacci e Beato Angelico. • caratteristiche e stile: • attenzione al quotidiano (lontano da drammaticità teatrale dei ferraresi) • uso realistico della luce (quasi come sensibilità fiamminga) • prospettiva razionale: scene riprese in perfetto scorcio • forme solide e geometriche • tono della scena coinvolgente FILARETE Nel 1451, Filarete, fu chiamato a Milano e nominato architetto ducale. • si formò presso la bottega di L. Ghiberti • aveva realizzato i battenti bronzei della porta di ingresso della basilica di S. Pietro a Roma • lavorò poi a Firenze e Venezia • egli rimase sempre legato al tardogotico, nonostante si accostò allo studio dell’antico. L’edificio più innovativo da lui realizzato è L’Ospedale Maggiore a Milano, iniziato nel 1456. • pianta rettangolare, comprendente un grande cortile porticato • al centro del cortile: cappella con 4 torri angolari • due corpi quadrati laterali a loro volta divisi in 4 cortili • le crociere avevano al centro un altare, così che ogni malato potesse assistere alle funzioni religiose dal proprio letto. 56 • vi erano servizi igienici ricavati nel muro, dotato di acqua corrente grazie a opere di canalizzazione sotterranea. • sotto vi erano cantine e magazzini con funzioni di servizio. • facciata attuale: compromesso tra novità rinascimentali e tradizione tardogotica: è percorsa da una finta arcata a tutto sesto, con loggiati brunelleschi e bifore gotiche. Dopo la partenza del Filarete, i lavori all’edificio proseguirono, ma non fu mai interamente completato. GIOVANNI BELLINI PROSPETTIVA CROMATICA Nasce a Venezia 1430 è l’ innovatore della pittura Veneziana che fu chiusa per molto tempo nel tardo-gotico. Lavoro’ nella bottega materna con il fratello . importante fu l’ incontro con Mantegnache lo guido’ nelle scelte definitive del suo stile come l’ uso della prospettiva , fu influenzato anche da Piero della Francesca e Antonello di Messina. 1483 fu nominato pittore ufficiale della Repubblica Veneta. Mori’ nel 1516. L’ influenza del mantegna è verificabile anche nella produzione grafica di Bellini specie nelle linee secche e metalliche. Giovanni mostra poi la sua personalità con la PIETA’ di Venezia la linea è piu’ fluida e l’ effetto cercato non è scultoreo ma quello chiaroscurale pittorico. ORAZIONE NELL’ ORTO Per bellini l’ uomo è solo una parte del mondo naturale. La roccia su cui Cristo si inginocchia a pregare in modo teatrale possiede piu’ morbidezza di quella disegnata da Mantegna essendone troncate e arrotondate le estremità. Il paesaggio perde ogni artificiosità attenendosi al vero e gli edifici non sono piu’ legati all’ antichità ma sono quelli del tempo. 57 Inizialmente era nella chiesa veneziana , si nota il rapporto tra architettura reale e quella dipinta. • La tavola finge un portico absidato che dilata lo spazio della cappella questo è aperto sui due lati da cui penetra la luce del sole che dora le figure si nota anche la natura retrostante. (FUSIONE UOMO-NATURA tipica dell’ arte di Bellini) • Vergine in trono col bambino sopra di essa una lampada veneziana e un uovo simbolo di virginale maternità di Maria. • Sotto di lei un angelo musicante • 4 santi occupano i 4 angoli della campata: 1) santa Cecilia 2) Santa Lucia rivolte verso l’ interno del portico 3) San Pietro 4) San Girolamo rivolti vs chi guarda (posa del vecchio pensoso con abito cardinalizio, solitamente è raffigurato scarno e penitente) • Composizione equilibrata segno di una composta classicità IL 1500 Lo scopo dell’ arte era l’ imitazione della natura nella terza età ci fu una terza maniera cioè la perfezione delle arti, maniera era detta anche moderna. Inizia con Leonardo da Vinci poi si affiancarono Bramante, Raffaello e Michelangelo Ideale = artista completo e universale che supera i confini di una sola arte riuscendo perfetto anche in altre. Bisognava essere dei maestri in tutto. L’ artista da artigiano divenne intellettuale. Pittura, scultura e architettura= arti liberali proprie degli intellettuali La pittura poteva: • dipingere i sentimenti • studiare i movimenti dei corpi cioè le conseguenze di una decisione l’ espressione corporea derivante da uno stato d’ animo 60 • spaventare l’ uomo il primo 20ennio del 500 vede il predominio artistico di Roma, vi era desiderio di restaurare la Roma imperiale sostenendo le arti 1527 sacco di Roma la città riusci a risollevarsi anche grazie a Michelangelo che la rese sempre all’ avanguardia e una città guida dal punto di vista storico-artistico. il sacco diede l’ avvio alla diffusione delle concezioni artistiche e conquiste espressive a cui i grandi interpreti della maniera moderna erano pervenuti nel primo ventennio a Roma Gli artisti allievi dei 4 grandi scappando trovarono rifugio nelle varie corti italiane diffondendo il loro stile e maniera. 1400 ritorno all’ antico recupero degli ideali e della cultura dei classici 500 collezionismo divenne una attività diffusa È il secolo della massima diffusione dell’ arte italiana in Europa ma coincide con il peggiorare delle sorti della penisola sempre piu’ scenario di guerre (Es pace di Cateau Cambresis, riforma protestante, controriforma con concilio di Trento…) DONATO BRAMANTE 1444-1514 Nacque a Urbino nel 1444, si formò nella scuola urbinese . 1478 a Milano fu in rapporto con Leonardo , lavorò presso la Corte di Ludovico Sforza e poi a Roma(1499) e fece delle opere di architettura che avrebbero mutato Roma e dato avvio all’ architettura del 1500. Mori’ a Roma nel 1514 La pittura prospettica e la classicità saranno una costante nell’ arte del Bramante Disegno del NUDO MASCHILE (Monaco) mostra un uomo seduto con il braccio destro sollevato quello sinistro con la mano poggiata a un sostegno, , gambe flesse e capo sollevato. Il corpo che segue un moto di avvitamento dal basso vs alto e da sinistra a destra. È in prospettiva. Molta attenzione è riservata alle proporzioni e alla resa anatomica i muscoli sono rilevati dal tratteggio della biacca e sono chiaroscurati pittoricamente. Un segno sottile e leggero delinea mani, piedi e avambracci. CRISTO IN COLONNA 1490 61 Deposto a Brera in un interno classicheggiante • mezzo busto di Cristo in modo fiammingo( dal colorito e dall’ anatomia ricca di particolari • perfetto e classico nelle proporzioni. • Paesaggio con rocce e piante dipinto oltre la finestra a sinistra FINTO CORO DELLA CHIESASANTA MARIA PRESSO SAN SATIRI 1482-1486 • Prospettico, illusionistico • Corpo longitudinale • 3 navate • Navata centrale e transetto hanno copertura a botte cassettonata • Cupola emisferica cassettonata celata da triburio copre la crociera all’ intersezione del corpo longitudinale con il transetto • La mancanza di spazio costrinse Bramante a inventare un finto coro è come un supporto psicologico all’ equilibrio della cupola che altrimenti sarebbe apparso precario • Finto coro ricompone visivamente il senso di dilatazione spaziale di cui la cupola è centro e che il muro pieno avrebbe invece arrestato bruscamente • Lo realizzo in uno spazio esiguo profondo 90 cm con l’ uso della prospettiva CORO a 3 arcate con ampia volta a botte • A conferire maggiore realtà usò gli effetti degli ori luminosi ,fasce azzurre, cotto.. BRAMANTE VEDE L’ ARCHITETTURA CON GLI OCCHI DEL PITTORE A orientare bramante vs forme architettoniche possenti e classiche e una concezione organica delle masse strutturali tale che ogni elemento fosse in armonia con gli altri , contribuirono sia lo studio di alcuni trattati che i contatti con Leonardo che aveva maturato interesse per l’ architettura specie per la pianta centrale e la resistenza delle strutture Un’ opera che segnò il mutamento di indirizzo di Bramante fu: TRIBUNA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE MILANO 1492-1497 • Pianta centrale 62 National Gallery Londra 1508-1510 , gessetto nero,biacca e sfumino • rappresenta 3 generazioni: - Sant’Anna -Maria -Gesù - i personaggi sono legati da una catena fisica e di sguardi, sant’anna volge la testa e lo sguardo vs la figlia che accoglie in grembo Gesù che osserva amorevolmente. Il bambino fa sollevare la testa a San Giovannino che conclude la concatenazione di sguardi invertendone la direzione TECNICA: • Contrapposto: bilanciamento delle masse corporee che hanno subito una torsione attorno ad un asse. Vergine ad es ha le gambe vs sinistra e il busto girato vs destra • Sfumato: nel passaggio graduale e impercettibile dall’ ombra alla luce , ottenuto sfumando il segno del gessetto, perdita graduale della precisione dei contorni che non sono più netti e continui ma delineati da infinite linee spezzate Leonardo inseguito divenne pittore autonomo ADORAZIONE DEI MAGI 65 • Scena all’ aperto • Vergine al centro attorniata dai magi , pastori e angeli • La capanna è in secondo piano, se ne vede una piccola parte in alto a destra • Rovine simbolo della distruzione del tempio di Gerusalemme messe in prospettiva occupano la parte sx della tavola • Secondo piano: fanciulle , cavalli e cavalieri in una zuffa simbolo del mondo pagano che non ha ancora ricevuto la buona novella • Costruzione prospettica sottolineata dai 2 alberi sulla stessa linea di fuga essi indicano la vita di gesù sono l’ alloro e la palma simbolo di trionfo e martirio • Questo dipinto non su finito, venne abbandonato nel 1482 • Scuri sono accentuati per far risaltare le parti colpite dalla luce • Leonardo introduce il linguaggio dei gesti e dei volti : le figure che circondano vergine e bambino manifestano stupore in un momento vorticoso dovuto alla presenza divina e alla manifestazione della verità rivelata Leonardo abbandonò questo dipinto perché si mise a scrivere una lettera a Ludovico Sforza legato all’ arte militare e ai temi civili. Agli anni milanesi appartengono chiese a pianta centrale e gli scritti relativi alla città. Leonardo immaginò e disegnò una città più reale di quanto sembri nel Ms B dopo aver letto un brano di Plinio il Vecchio illustrante Roma con i suoi acquedotti e canali sotterranei La città era su due livelli • Inferiore con strade per il trasporto di merci e circolazione persone 66 • Superiore cin strade perpendicolari a quelle precedenti adibite al passaggio e a tutte le attività umane • Dei canali sotto le strade del livello più alto sono collegati al fossato che circonda la città e ai fiumi e hanno la funzione di ricevere le acque piovane e di portare via le lordure degli abitanti • Strade hanno forma a V per facilitare il deflusso delle acque • Arco per superare le strade del livello basso sia per accedere ai canali Nelle intenzioni di Leonardo un’ organizzazione urbana del tipo di quella da lui proposta avrebbe portato ordine e creato salubrità li dove la crescita disordinata della città aveva ridotto gli uomini a similitudine di capre ammassati uni sugli altri. LA VERGINE DELLE ROCCE 1483 -1486 • Committenti: Confraternita dell’Immacolata Concezione • Per la chiesa San Francesco Grande che sorge sul luogo dove un tempo era stato un cimitero detto grotta • In uno spazio roccioso vi sono sprazzi di luce e un paesaggio lontano e profondo stanno la vergine, gesù , san giovannino e un angelo • Varie erbe sono distribuite con equilibrio nella composizione sembrano quasi dei giacigli attorno ai corpi nudi dei bambini, sono un richiamo alla vita • La vergine al centro della scena, nella posizione più arretrata, il suo braccio destro è teso quasi ad abbracciare giovannino che è in adorazione di Gesù, l’ altro si protende nello spazio antistante in prospettiva, la mano si apre in un gesto protettivo sul capo di Gesù • Angelo in ginocchio sorregge il bambino e guarda ad un ipotetico spettatore fuori dal quadro e indica San Giovannino 67 Nasce a Urbino nel 1483 educato nella bottega del padre fra le opere d’ arte della corte di Montefeltro. Si volse poi all’ esperienza leonardesca. 1504 va a Firenze e vi rimase fino al 1508 quando su invito del papa Giulio II con l’ appoggio di Bramante si trasferì a Roma dove stette a contatto con gli esponenti di punta della cultura letteraria della corte pontificia. Fu stimolato da Bramante e Michelangelo e dal confronto con l’ arte classica si compii la sua formazione. Morì a roma nel 1520 ,mentre era intento alla realizzazione di un grandioso progetto di rilievo della città antica per l’ esecuzione di una Pianta della Roma imperiale. I Disegni In essi si coglie l’ evoluzione stilistica dell’ artista che ha lasciato grafiche diverse da poter sembrare addirittura che siano di artisti differenti. STUDIO DI UN NUDOO MASCHILE E BRACCIA ( British Museum ) • Decisa delimitazione del contorno delle figure realizzata non con una linea continua ma con tanti tratti i cui inizi e le cui fini si sovrappongono e con un tratteggio ondulato ad archetti che modella la muscolatura, • Resa anatomica è essenziale le linee sembrano scavare il corpo mettendone in evidenzia tendini tirati e muscoli come se fossimo in presenza di un uomo scorticato L’ influenza di Leonardo è visibile nel San Giorgio e il drago (Uffizi) si nota l’ influsso ne: • Posizione del cavallo • Il cavaliere • Collo lungo del drago • Chiaro scuro con tratteggio incrociato • Risalto della testa del cavallo • Volumetria drago • Mantello svolazzante Per primo Raffaello disegnò modelli nudi per poi rivestirli nella traduzione pittorica al solo fine di studiare l’ anatomia e senso di movimento DUE UOMINI NUDI (Louvre) • Realizzato a sanguigna che ripassa anche i segni precedenti a punta di metallo • Linea di contorno morbida • Volumetria ottenuta con il tratteggio curvo che da senso di arrotondamento • Chiaro scuro con tratteggio incrociato e il segno spesso della matita 70 RAFFELLO E PERUGINO LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE CONSEGNA DELLE CHIAVI A SAN PIETRO RAFFAELLO PERUGINO RAFFAELLO 1504 Per Chiesa di San Francesco Città del Castello - schema compositivo risale al quadro di Perugino Per la presenza di due gruppi di persone , per l’ introduzione del tempio a pianta centrale per l’ intelaiatura prospettica sottolineata dalla pavimentazione della piazza Scelta soggetti, e degli atteggiamenti Porta del tempio aperta che lascia intravedere il paesaggio che continua dietro Forma della tavola ricordano la tavola del Perugino. -la tavola è più piccola di quella del Perugino PERUGINO 1481-1482 -tavola più grande -I personaggi si affollano -Sacerdote dipinto in posizione eretta irrigidendo la maggiore libertà del Cristo della Consegna delle Chiavi -linea prospettiva orizzontale piu’ bassa • Tempio incombente , sembra costruito con 71 - dispone le figure secondo una curva che lascia vuoto lo spazio antistante al sacerdote -a destra ha voluto maggior movimento accentuato da San Giuseppe che sembra venire in avanti e del giovane che spezza una verga con il ginocchio che si contrappone alla calma del lato opposto dove vi sono figure femminili che accompagnano la vergine -linea orizzontale della prospettiva più alta da un effetto scenografico che arricchisce lo spazio e da monumentalità ai personaggi tramite il variare delle loro pose.la vista dall’ alto scorcia le figure diminuendo l’ imponenza -Tempio meno incombente, non a base ottagonale ma a 16 lati meno pesante e rigido è più simile a un cilindro che un prisma. C’è un portico colonnato che crea uno spazio circolare e ruotante attorno l’ edificio - Figure sotto i portici sono evidenti artifici per consentire a chi osserva di definire una scala di rapporti che rende il tempo misurabile sovrapposizione di fasce orizzontali è troncato dal bordo superiore della tavola ne costituisce il centro visivo configurando un limite , una sosta per l’ occhio che cerca il paesaggio profondo Pesante , ottagonale Raffaello riprende le composizioni piramidali e linguaggio dei gesti e degli affetti di Leonardo. 1507 SACRA FAMIGLIA CANIGIANI Dipinta per Domenico Canigiani • Sacra famiglia con Maria Giuseppe Gesù San Giovannino e Sant’ Elisabetta • Una scena piena di affetto su un prato dai colori brillanti 72 Il primo papa era mprigionato a Gerusalemme da re Erode Agrippa. Egli credette di sognare un angelo che lo liberava dalle catene, si accorse di essere veramente libero e lontano dal carcere, si recò dai suoi confratelli che stavano pregando. Il racconto secondo tre scene distinte separate dalle mura della cella di Pietro. Al centro l’ Angelo luminosissimo scuote Pietro per svegliarlo , a destra si prestano a scendere da una scalinata su cui dormono dei soldati A sinistra c’è un militare con una torcia che sveglia i compagni addormentati indicando loro la scena della liberazione e istigandoli a inseguire il fuggiasco. Protagonisti sono : la notte e la luce, • luce naturale della luna tra le nuvole si diffonde sulla città lontana con i primi chiarori dell’ alba • luce della torcia • luce dell’ angelo imbianca le armature dei soldati addormentati e fa emergere le architetture della cella • luce reale della finestra che è nella parte dell’ affresco , effetto di controluce consiste nel non poter vedere bene il dipinto su una parete se su questa si apre una finestra in quanto i nostri occhi sono abbagliati dalla luce che entra da questa INCENDIO DI BORGO 1514 Cessazione dell’ incendio del 847 in Borgo, vicino alla basilica vaticana con il segno della croce del papa Leone IV , ma allude all’ opera di pacificazione dei principi cristiani di Leone X Dipinto sembra organizzato come in un teatro con un fondale e quinte laterali , è ricco di movimento e pone a confronto la San Pietro di Costantino e l’ architettura 500 “moderna” Ci sono 3 ordini architettonici : • dorico della loggia papale • ionico edificio a destra con colonne lisce • composito di quello a sinistra con colonne scanalate c’è una ripresa letteraria legata a un uomo con un vecchio in spalla che fugge affiancato da suo figlio ciò rimanda alla fuga da Troia di Enea 75 esercizio stilistico nel disegno di un uomo nudo che si scavalca un muro per fuggire per dimostrare la conoscenza anatomica di Raffaello RITRATTO DI LEONE X CON DUE CARDINALI 1518-1519 Il papa è colto mentre siede davanti a uno scrittoio osservando con una lente un libro miniato Cardinali: giulio de Medici e Luigi De Rossi Sono immersi in una quasi totale oscurità non tanto però da non seguire le linee oblique delle cornici che confluiscono nel punto di fuga esterno al quadro a cui concorre la linea dello spigolo dello scrittoio e dalle braccia del papa. Lo sguardo di Leone X è intelligente, curioso, e indagatore come dimostra il libro miniato e il pregiato campanello sullo scrittoio Ha mani femminee , volto e corporatura di chi vive nell’ agiatezza. Colore dominante: rosso, variato per adattarlo alle vesti di diversa specie. Maggiore capacità espressiva nel mantello e nel camauro del papa bordato di ermellino. Ciò anche per contrasto della sua veste bianca Raffaello era legato al mondo classico nella pittura e negli edifici, ma anche nello stile letterario soprattutto nella sua descrizione legata al progetto di VILLA MADAMA. La villa era stata progettata per il cardinale Giulio de Medici sorgeva sulle pendici di un monte, non fu mai conclusa.ma restò come modello per le generazioni future. La villa comprendeva ambienti e destinazioni a livelli diversi seguendo l’ andamento del terreno in lieve salita. Con cortili, giardinetti e porticati. 76 Ci sarebbe dovuto essere un ippodromo, una stalla le terme e un teatro. Leone X incaricò Raffaello di preparare una grande pianta di Roma imperiale. morendo lasciò incompiuto questo progetto. Quando morì lascio incompiuta la TRASFIGURAZIONE questa fu posta sul suo letto di morte • iniziata nel 1518 • 2 racconti evangelici • Porzione superiore :trasfigurazione di Cristo quando si mostrò ai discepoli splendente di luce e appaiono anche i profeti Mosè ed Elia • Porzione inferiore: un bambino che viene liberato dal demonio • Nella contrapposizione delle due parti il dipinto trae la sua forza : quella sopra ovattata e solare e calma e la seconda concitata e tempestata dalla luce dove si fronteggiano gli apostoli e la famiglia dell’ indemoniato . • Grande studio fisionomico • Linguaggio dei gesti • Colloquio degli sguardi • Trasparire dei sentimenti MICHELANGELO BUONARROTI 1475-1564 Nasce a Caprese nel 1475 Studia a Firenze finchè ando’ nella bottega di Ghirlandaio , il giovane si formo’ copiando gli affreschi di Giotto e di Masaccio , la scultura degli antichi e sotto la guida Bertoldo di Giovanni , osservando lo stile di Nicola e Giovanni Pisano e Donatello. 77 La statua alla fine venne posta davanti al Palazzo Vecchio sede del potere cittadino diventandone simbolo. Prima di recarsi a Roma nel 1504 dipinse una SACRA FAMIGLIA chiamata anche Tondo Doni perché richiesta per il matrimonio di Doni • In primo piano in un solo blocco ci sono i componenti della Sacra Famiglia: Maria, Giuseppe e Gesu’ . scena d’ avviamento vs l’ alto. La vergine accoccolata per terra ha smesso di leggere chiudendo il libro e ponendolo sulle sue gambe e si gira vs Giuseppe che inginocchiato le porge il bambino = mondo cristiano • Al di là di un muretto alle loro spalle sulla destra c’è San Giovannino=mediazione tra i 2 mondi • Dietro san Giovannino disposti a semicerchio su un rilievo roccioso stanno dei giovani nudi,accennano dei movimenti orientati in senso orizzontale = mondo pagano • A Michelangelo interessa poco il paesaggio lui pone al centro l’ uomo • Colori vivaci e cangianti • Corpi in maniera scultorea, chiaroscurati e spiccati dal fondo della tavola tramite una linea netta e decisa La migliore pittura era quella che si avvicinava alla scultura cioè quella che possedeva il piu’ elevato grado di plasticità possibile, volume e tridimensionalità A Roma Michelangelo progetto’ il monumento funebre del papa di Giulio II,che fu rinviato piu’ volte dell’ esecuzione che potè avere luogo solo molti anni dopo la scomparsa del papa. Alla seconda versione del progetto risalgono il MOSè, LO SCHIAVO MORENTE E LO SCHIAVO RIBELLE MOSè Nel primo il contrapposto si arricchisce di moto rotatorio della veste che circonda la gamba destra , metre la barba fluente accentua la saggezza e la vecchiezza del patriarca dallo sguardo intenso. LO SCHIAVO MORENTE E LO SCHIAVO RIBELLE 80 Si fa concreto il tema dell’ anima prigioniera del corpo e anelante alla libertà, sono un pretesto per fare corpi perfetti, ora tesi nello sforzo, ora abbandonati nel languore dello sfinimento. 1508 Giulio II, gli fece affrescare la CAPPELLA SISTINA Ci lavoro’ fino al1512 da solo. 81 La volta venne organizzata fingendo delle membrature architettoniche alle quali illusione prospettica conferisce un realismo sconcertante. Infatti essa si presenta appoggiata su una cornice corrente poco al di sopra delle vele triangolari e sorretta da pilastrini che affiancano i troni dei 7 profeti e cinque sibille. Gli arconi e la cornice ripartiscono la superficie centrale in 9 riquadri con scene tratte dal libro della Genesi , 5 dei quali sono di dimensioni minori poiché lasciano spazi a 10 coppie di Ignudi che reggono altrettanti medaglioni a monocromo con scene bibliche. Nelle vele e nelle sottostanti lunette sono raffigurate le quaranta generazioni degli Antenati di Cristo. Infine nei pennacchi angolari trovano posto le raffigurazioni di quattro eventi miracolosi fondamentali per la salvezza di Israele in pericolo. Il tempo e il fumo delle candele hanno offuscato i colori dell’ immenso affresco,ma un recente restauro li ha ricondotti alla vita. • Colori accesi e cangianti, grande libertà negli accostamenti CREAZIONE DI ADAMO : • A destra Dio padre in volo è sorretto da angeli ed è avvolto da un manto che si gonfia col vento • Sinistra Adamo steso sulla terra nuda si solleva attratto dalla potenza vitale che si sprigiona dalla mano di Dio • I due non si toccano si sfiorano solo con le dita al centro della composizione • Cielo chiaro Concetto di bellezza di Michelangelo , pare che lo scopo dell’ artista sia quello di dar vita al suo ideale estetico: corpi perfetti, proporzionati atletici e maestosi nei quali si rifletta la bellezza stessa della divinità . 20 anni dopo creo’ il GIUDIZIO UNIVERSALE 1536-1541 sulla parete dietro l’ altare della stessa cappella. 82 Nel 1547 l’ incarico passo’ a Michelangelo egli ripropose la pianta centrale rendendone piu’ limpido l’ interno nel cui grande spazio trovavano posto solo i pilastri già costruiti. Intervenne nella zona absidale con una struttura muraria che usa paraste di ordine gigante alle quali sovrappone un’ alta cornice . tale organizzazione ha continuazione all’ esterno con il tamburo anulare e nei costoloni della cupola. CUPOLA era stata progettata da Michelangelo ma venne modificata nella costruzione. È a doppia calotta conclusa da una lanterna che ripete il motivo delle colonne binate del tamburo TAMBURO ritmato da colonne binate che irrigidiscono la struttura e che affiancano i finestroni timpanati o centinati. Michelangelo negli ultimi anni di vita riprende il tema della Pietà PIETA’ DI SAN PIETRO 1550-1555 Medita sul mistero della morte. Oltre alla Vergine e Gesu’ inserisce altri personaggi e il corpo di Cristo non piu’ cullato dalla madre ma verticale sorretto da tutti e compostamente abbandonato . PIETA’ RONDANINI 85 Ci stava lavorando quando mori’ Il corpo eretto e affusolato quasi infantile del Figlio è sorretto amorevolmente ma a fatica dalla Vergine che lo stringe a sé accostandosi col viso in un abbraccio tenero , mesto e senza fine. GIORGIONE DA CASTELFRANCO Nasce a Castel Franco Veneto nel 1477-78 frequento’ la bottega del Bellini. Dal maestro apprese il gusto per il colore e l’ attenzione per i paesaggi In seguito apri’ una sua bottega dove si formo’ anche Tiziano Giorgione dipinge sotto committenza dei patrizi dei quali condivide i gusti e gli ideali preferendo i soggetti mitologici o fantastici rispetto a quelli religiosi. Muore di peste nel 1510 Molte delle opere a lui collegate furono smentite perché probabilmente fatte da Tiziano, i due avevano una tecnica molto simile. Nei soggetti dei suoi dipinti pur traendo spunto dalla realtà le trasfigura collocandola in una dimensione pacata e senza tempo immersa in un’ atmosfera ove è il colore e non il disegno ad assumere il principale valore espressivo. PALA DI CASTELFRANCO 86 • Madonna in trono con il bambino fra i santi Liberale (sx) e francesco (dx) • Fu realizzata per il duomo di Castelfranco • Sacra conversione all’ aperto con un paesaggio e non all’ interno di un edificio • Il trono e il parapetto che separa la parte pavimentata dalla natura retrostante non hanno alcuna caratterizzazione di tipo architettonico ma sembrano puri di volumi geometrici frutto di una visione fantastica e scenografica • La campagna all’ orizzonte i monti che si intevedono dalla nebbia , il castello sulla collina a sinistra non sono uno sfondo accessorio ma sono indispensabili per creare l’ effetto di sfondamento prospettico ovvero di illusione di profondità. • Prospettiva creata con il colore= pittura tonale. Crea una illusione di profondità • I personaggi sono in una propria meditazione , sono modellati per masse di colore e assenza di disegno sottostante li inserisce in modo piu’ naturale e armonioso all’ interno di uno spazio che tutto contiene senza priorità specifiche. TEMPESTA 1505-1510 87 Nella furia della battaglia È un disegno, il cavallo è colto nell’ atto di impennarsi sopra un nemico caduto mentre il cavaliere equilibra la composizione dandole nel contempo un senso di concitato movimento. Abbandona la grafica a tratteggio derivante dalle incisioni di gusto nordico per orientarsi verso l’ uso dei carboncini lumeggiati e biacca. Ciò permette maggiore praticità di sfumare e ombreggiare usando il carboncino e la grana della carta. Il disegno non era concepito come un’ opera a sé stante ma come bozzetto di partenza da riprodurre sulla parete o sulla tela da dipingere ingrandendolo. Tiziano incomincia a sviluppare uno stile tutto suo che prevede un uso dei colori tutto nuovo , questi vengono stesi in modo rapido e a volte impreciso senza disegni preparatori e poco scrupolo per i contorni Le forme che sono libere da vincoli disegnativi sono più accennate che descritte ciò da vivezza e un realismo sconosciuto. Dopo la morte di Giorgione e Bellini Tiziano divenne il primo pittore di Venezia., le commesse iniziano a susseguirsi a ritmo serrato oltre alle tele e gli affreschi per le tele si aggiungono anche richieste per ritratti dei quali a breve diventerà uno degli artisti più richiesti e rinomati. 1518-1520 lavora a Ferrara per il duca Alfonso d’ Este e allo stesso tempo per i Gonzaga. Ricevette anche due importanti commesse da Brescia e Ancona, Venezia gli commissionò affreschi, pale d’ altare e ritratti. Tiziano entra in contatto con molte corti sia italiane che europee, si reca a Pesaro e a Roma fa una serie di viaggi poi arrivato a Venezia apre una sua bottega nella quale gli allievi e aiuti realizzano con modi “tizianeschi” i dipinti più ordinari riservando a Tiziano le opere di maggior prestigio. Nel mentre continua a sperimentare tecniche pittoriche arrivando negli ultimi anni a dipingere quasi senza pennelli utilizzando le dita. PALA D’ ALTARE ASSUNTA 90 • Committente il priore del convento dei Frari • Olio su tavola • Rappresenta l’ assunzione in cielo di Maria • Narrazione su tre registri: dal mondo terreno agitato da passione e peccato ci conduce alla perfezione e alla gloria divina • In basso ci sono gli Apostoli il cui il gesticolare rende con estremo realismo il senso di incredulità che provano davanti l’ evento soprannaturale Le braccia sono protese verso il cielo in mezzo al quale si libra la Vergine equidistante dagli uomini e da Dio. • Maria è in piedi sopra una nube biancastra attorniata d auna torma festosa di cherubini che cantano e suonano inni di lode. Il piede destro quasi completamente sollevato e le braccia levate al cielo sottolineano la tensione ascendente della figura in procinto di spiccare il volo, volto radioso colto nell’ estati, l’ espressione intensa e dolce • Manto della vergine dipinto in modo naturalistico come se fosse gonfiato da un turbine di vento ascensionale che lo fa capire in tutto il suo volume. • In alto il padre eterno nella gloria dei cieli. La sua pacata immobilità (simbolo dell’ essenza divina) si contrappone al movimento che anima gli altri personaggi. È rappresentato come un vecchio canuto con le braccia spalancate in simbolo di misericordia Vivacità espressiva nuova , creatore appare in controluce rimaniamo abbagliati dello splendore in cui è immerso Ciò attenua i contorni rendendo la scena simile a una situazione sovrannaturale e dota la metà superiore del dipinto di una fonte di luce autonoma e intensa . questo permette all’ artista di svincolarsi dal realismo della luce naturale che illumina gli apostoli da sotto la nube. 91 Effetti di colore sul manto della madonna e sulla gioiosa folla di cherubini i cui corpi risultano perfettamente definiti e modellati anche senza il disegno. • temi: colore, movimento e luce gli stessi temi sono presi nella PALA PESARO -committente vescovo Pesaro nel 1519 ma fatta solo nel 1526 Destinata alla chiesa di Frari. • Rappresentata la madonna in trono fra santi Pietro,Francescco d’ Assisi e Antonio da Padova , intorno genuflessi e oranti sono raffigurati diversi personaggi della famiglia Pesaro.. • È una sacra conversione • La cosa diversa sta nel fatto che la madonna non è al centro ma spostata sulla destra lungo una simbolica linea diagonale che collega in senso ascendente l’ angolo a sinistra in basso con la mezzeria del lato destro della pala • Tiziano immagina la scena in uno spazio complesso e profondo tra il primo piano dei committenti inginocchiati e il luminoso cielo del lontano oriente. Dentro questo spazio ogni figura ha una propria collocazione ed è in rapporto con le altre per definire i vari spazi prospettici • Nuvola su cui due angioletti stanno erigendo una croce proprio sopra la testa di san Pietro e getta l’ ombra su delle massicce colonne che si stagliano contro il cielo retrostante • Le colonne suggeriscono uno spazio molto ampio • Si nota anche nella rappresentazione dei committenti dove alcuni dettagli sono tagliati per ribadire che il dipinto non rappresenti solo che un frammento di una realtà più grande e complessa • I santi sono messi su piani prospettici intermedi tra committenti e colonne sono rappresentati con grande naturalezza senza gerarchia né pomposità la simbolica chiave di s 92 • Sfondo = nicchione incorniciato da un massiccio portale manierista • Scena di grande drammaticità • A sx Maddalena disperata urla con rabbia il suo dolore, lo slancio del braccio sembra quasi proiettarla fuori dal dipinto, • Si contrappone la pacatezza della Madonna che osserva con amore il volto reclinato del figlio morto. • Dx Nicodemo in atto di sorreggere devotamente cristo sotto l’ascella sinistra • All’ estrema destra appoggiata a un piedistallo marmoreo a testa di leone vi è una tavoletta rappresentante Tiziano e il figlio che pregano verso una rappresentazione allegorica della madonna. • Colori cupi e impastati • Luce livida conferisce ai personaggi una connotazione dolorosamente spettrale • Pennellate rapide e imprecise ( braccio destro di Cristo è appena abbozzato • Atmosfera è quella del tetro incombere della tragedia • Nel doppio protrarsi di Nicodemo e delle due figure oranti nella tavoletta votiva è racchiuso il testamento di Tiziano • Nel dramma della PIETA’ si consuma anche il dramma della morte per tutti anche dopo una vita di fama e onori l’ appuntamento con la morte ci trova sempre soli e impreparati EMILIA IL CORREGGIO 1489-1534 Pur non avendo avuto una preparazione classica né alcun reale contatto con la maniera moderna usava molto bene i colori, dava morbidezza alle carni e grazia ai suoi lavori. Era un eccellente disegnatore diversamente dagli artisti del 500 Correggio continuava a usare il disegno solo in funzione preparatoria dei dipinti e mai come forma espressiva autonoma. 95 La quadrettatura dei fogli fa capire come il bozzetto sia destinato ad essere ingrandito per essere riprodotto su una tela di più grandi dimensioni. La tecnica è mista : • Penna rossa a tratto discontinuo per i contorni • Matita nera e sanguigna per gli effetti del chiaroscuro • Leggera acquerellatura • Lumeggiatura fatta con gessetto bianco Egli lavora prevalentemente nel suolo emiliano. Per le grandi capacità e sensibilità del colore venne chiamato a Parma 1519 per affrescare il soffitto della CAMERA DELLA BADESSA nel convento di San Paolo. Committente : Badessa Giovanna Piacenza • Dipinse una volta della sala su un finto pergolato ligneo ricoperto da una fitta vegetazione nel quale si aprono 16 ovati da cui si affacciano dei putti che giocano • Putti sono grassocci le loro membra danno un senso di gioia tenerezza e rimando e una visione della natura pura e incontaminata estranea a qualsiasi desiderio di idealizzazione classica • Alla base dei 16 spicchi sono raffigurate entro delle lunette alcune figure allegoriche della mitologia classica • Sono dipinte in monocromia con diverse sfumature dello steso colore al fine di imitare il rilievo di una scultura a tutto tondo • Sulla cappa del camino c’è la dea Diana simbolo di castità in segno di omaggio alla propria committente La presenza di mitologia e classicità è per il correggio un pretesto per collocare figure in libertà all’ interno di spaz1i illusori di grande suggestione prospettica e cromatica. 1520-1523 LA VISIONE DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA 96 • Struttura prospettica più complessa e impegnativa di quella del convento di San Paolo . • Condizioni di scarsa luminosità e la deformazione particolare che l’ esasperata visione prospettica richiedeva l’ artista dovette creare più bozzetti per i personaggi prima di ottenere quello con l’ equilibrio giusto di proporzioni e forme. • Al bordo inferiore della cupola affacciati su nubi dense sono disposti gli apostoli in atteggiamento solenne che dialogano fra loro. Dietro di essi le nuvole rarefacendosi sia per consistenza sia per colore fino a dissolversi nel centro in uno squarcio di vivida luce coronato da cherubini festanti • Su questo sfondo si stagli il Cristo dell’ Apocalisse circonfuso da luce dorata con la veste agitata dal vento • la sua presenza soprannaturale sembra però colta solo da san Giovanni Evangelista che emerge a mezzo busto dal limite di imposto dalla cupola ha le mani protese verso l’ alto e sguardo rapito dalla visione divina • nell’ insieme la rappresentazione appare più scenografica che mistica • graduazione dei colori e l’ intenzionale diversità del chiaroscuro aumentano la profondità dell’ affresco • lo spazio prospettico è slegato da quello architettonico della cupola • l’ illuminazione attorno al Cristo ci induce a ritenere che l’ altezza della costruzione sia maggiore del vero. Dipinse anche delle PALE D’ ALTARE • approfondisce soprattutto nei personaggi femminili la ricerca della grazia (sensualità quasi piacevole e artefatta)che sarà un ingrediente della pittura del tardo-500 e del 600 ASSUNZIONE DI MARIA 1526-1530 97
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