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storia dell'arte appunti libro "itinerario dell'arte", Appunti di Arte e territorio

storia dell'arte appunti libro "itinerario dell'arte"

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 19/11/2022

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Scarica storia dell'arte appunti libro "itinerario dell'arte" e più Appunti in PDF di Arte e territorio solo su Docsity! RINASCIMENTO: Con il termine Rinascimento si indica la stagione letteraria artistica filosofica e scientifica che nasce in Italia tra il 400 e 500. Sappiamo che inizia nel 1401 quando viene bandito il concorso per la seconda porta del battistero e si hanno due ipotesi su quando termina: 1. 1595 quando arriva Caravaggio a Roma 2. 1564 quando muore Michelangelo Si passa dal Comune alla signoria e nel XV secolo ci sono cinque Stati regionali più importanti. A Firenze durante questo periodo c’è Cosimo primo dei medici (1389/1464) IL MECENATISMO:È un fenomeno che caratterizza il 400 dove c’è un interesse protezione delle arti infatti molti artisti Vivevano e lavoravano presso le corti dei grandi signori. Il termine Rinascimento inizia ad essere usato nel XVI secolo e rinascono le arti perché il medioevo non era un periodo di sviluppo artistico. Gli artisti rinascimentali non propongono limitazione dei modelli classici ma la loro elaborazione che diventa oggetto di studi discussioni e trattati. Importante per il suo sviluppo e la famiglia dei medici che erano delle maggiori committenti di opere d’arte promotrice della cultura(nasce la committenza privata di genere linguaggio laico). Il Rinascimento non è una semplice ripresa dell’antichità classica ma un’arte propria del suo tempo. Abbiamo un nuovo elemento ovvero la collocazione dell’uomo al centro del mondo che è capace di usare la propria ragione la sua visione matematica del mondo che porta alla codifica della prospettiva,inoltre si scopre la sezione aurea. La sezione aurea è un numero irrazionale dato dal rapporto tra due lunghezze diverse della quali la maggiore media proporzionale tra la minore la somma delle altre due. (A+B):A= A:B. LA PROSPETTIVA: Brunelleschi tra il 1414 e il 1416 codifica le leggi della prospettiva lineare centrica,non inventa la prospettiva ma elabora le regole. Non abbiamo testimonianze dei suoi studi teorici però. Nel 1436 abbiamo il trattato de pittura (dedicato a Brunelleschi) di Alberti. La sezione aurea è un numero irrazionale dato dal rapporto tra due lunghezze diverse della quali la maggiore media proporzionale tra la minore la somma delle altre due. (A+B):A= A:B La prospettiva intuitiva fin dall’inizio del 400 è l’insieme di proiezioni di oggetti su un piano e ciò che viene disegnato corrisponde agli oggetti reali come noi li vediamo. Tramite un procedimento grafico si raffigurano oggetti tridimensionali su un piano bidimensionale. È necessario dunque conoscere la posizione esatta dell’osservatore rispetto all’oggetto, dagli occhi dell’osservatore partano dei raggi che circondano l’oggetto chiamato piramide visiva. Questi raggi intersecano la superficie su cui si disegna e individuano un’immagine simile all’oggetto ma più piccola. La prospettiva rinascimentale lineare centrica infatti si serve di un solo centro di proiezione chiamato visione monoculare. Nel 1413 Filippo con Alice Di scopre le regole geometriche della rappresentazione prospettica realizzato e tavolette prospettiche che sono andate perdute del battistero del palazzo vecchio con la loggia dei Lanzi. Ma Non conosciamo le regole usate da Brunelleschi per disegnare tavolette prospettiche. Le operazioni di calcolo vennero semplificate da Leon battista Alberti. Nel 1485 abbiamo il the PIC Tura che è giunto fino a noi senza illustrazioni mentre nel 1475 Piero della Francesca crea il the prospettiva pingendi che è un trattato illustrato. Leonardo da Vinci utilizza la prospettiva aerea. Nelle proporzioni c’è una corrispondenza di misure tra due o più parti in stretta relazione tra loro chiamate rapporto matematico i rapporti numerici più usati sono [1:1/1:2/2:3/3:4]. PROPORZIONI UMANE E ORDINI ARCHITETTONICI: Ci si basa sul modello di partenza che è un uomo Vitruviano. Vitruvio architetto romano scrive il de architectura Dove afferma che l’uomo perfetto si può iscrivere in un cerchio o dentro ad un quadrato. In architettura servirono alcuni generazioni per ricostruire le proporzioni degli ordini antichi e alcuni usavano la figura umana come modello. L’IMPORTANZA DELL’ANTICO: Quanto resta degli antichi edifici romani viene studiato usato come fonte di ispirazione infatti vengono studiate le tecniche costruttive di questi, oltretutto vengono copiati i motivi decorativi. CONCORSO DEL 1401: È stato istituito per realizzare la seconda porta del battistero di Firenze in quanto la parte del battistero era stata realizzata circa sessant’anni prima da Andrea pisano ora Fede bandista ed è il modello per quella successiva a doppio battente ognuno di questi è decorato con 14 formelle per un totale di 28 e queste formelle sono quadrilobi ovvero hanno quattro lobi lati e misti line ovvero con linee curve o miste. Raffigurano storie di San Giovanni battista in 20 formelle Nelle restanti formelle sono rappresentati le sette virtù e l’umiltà. Questo concorso è stato bandito dall’arte dei mercanti il tema era una formella quadri lobata mistilinea uguale appunto a quella della porta precedentemente realizzata da pisano che raffigurava il sacrificio di Isacco. Ci furono molti partecipanti ma i finalisti furono Ghiberti e Brunelleschi ma vinse Ghiberti perché la sua formella era più tradizionale oltre a proporre un metodo che permetteva di risparmiare metallo. Sia Ghiberti che Brunelleschi dimostrano di conoscere molto bene l’arte antica. La formula di Ghiberti è un unico blocco di fusione che era più economico mentre quella di Brunelleschi è costituita da una piastra di base sulla quale sono assemblati sette diversi pezzi fusi separatamente e saldati ma i mercanti preferivano risparmiare. Ghiberti realizza la porta nord e la porta del Paradiso(3ª porta). FORMELLA DI GHIBERTI: Il gruppo dei personaggi di sinistra si bilancia perfettamente con quello di destra con un’ispirazione classica. La roccia che divide geometricamente questa scena sottolinea i due diversi momenti della narrazione. A sinistra abbiamo i servitori che parlano tra loro mentre dall’altra parte ci sono Abramo Isacco. Le figure dei protagonisti sono state realizzate con molta tecnica i tanti particolari mentre compiono gesti armoniosi. Non traspare la drammaticità,E il numero di Isacco rimanda al classico. L’angelo si materializza inarcandosi in senso inverso rispetto a quello della posteriore e costituisce una presenza simbolica. In basso a sinistra abbiamo anche un asino che bruca l’erba quasi a sottolineare la contrapposizione fra la dimensione terrena e quella divina(quindi tra roccia/animale e Angelo/Cielo). quelle esterne più sottile e tra le due c’è un’intercapedine ovvero uno spazio che rende possibile un passaggio infatti grazie a questo si può raggiungere la lanterna. Due calotte ogivali sono collegate da otto costoloni d’angolo che sono oltretutto quelli che vediamo anche all’esterno rivestiti di marmo bianco. Viene utilizzata la tecnica spina di pesce che consiste nel disporre mattoni verticalmente e di piatto in modo che i mattoni formino un angolo retto. Sulla cupola c’è una lanterna E Brunelleschi dovette parteciparono a un nuovo concorso per poterla costruire(che ovviamente vinse). SPEDALE DEGLI INNOCENTI: È commissionato dall’arte della seta. Fu iniziato nel 1419 nella piazza dell’annunciata Firenze. È un blocco costituito da chiostro centrale, dormitorio degli orfani, chiesa e portico. Il portico a colonne si trova su un po’ di nove gradini ed è composto da nove campate a pianta quadrata coperte con delle volte a vela, sopra si trova una serie di finestre rettangolari sormontate da un timpano. Le colonne hanno dei capitelli Corinzi(senza il dado). Le misure dell’ospedale partirono da un modello matematico e la colonna e L’Unità di misura di Brunelleschi. I materiali utilizzati sono la pietra serena grigia e l’intonaco bianco che creano un bicromia tipica di Brunelleschi. I tondi decorativi ragione sono stati aggiunti successivamente (decorazioni di bimbi in fasce). L’architrave a tre fasce di uguale altezza giro all’estremità, piegandosi ad angolo retto e volgendo verso il basso, affiancandola parasta(non sarebbe opera di Brunelleschi). SAGRESTIA VECCHIA: Nel 1419 Giovanni di bici dei medici in carica Brunelleschi di progettare la sua cappella funebre adiacente al transetto sinistro della basilica paleocristiana. Tra il 1422 1428 si svolsero i lavori. Il nuovo edificio secondo il committente avrebbe dovuto servire anche da cappella funeraria di famiglia infatti si trova un sarcofago del committente e della moglie. Successivamente denominata vecchia per distinguerla da quella realizzata nel 500 da Michelangelo. Vista dall’alto la planimetria della sacrestia forma rettangolare,quadrata nel vano centrale, unito alla scarsella, zona apsidale in cui vi sono due stanze di servizio. Il quadrato maggiore è coperto da una cupola emisferica diviso in 12 spicchi dei costoloni che alla base hanno finestre circolari. L’ambiente centrale è la scarsella nonostante siano di dimensioni diverse sono abbastanza simili. Per quanto riguarda l’interno è essenziale ,ornato da archi e lesene realizzati in pietra serena di colore grigio in netto contrasto con il bianco dell’intonaco. All’inizio degli anni 30 Cosimo de’ medici commissionò Donatello e due porte bronzee sulle quali vennero realizzate le figure degli apostoli,dei martiri e le storie di San Giovanni Evangelista. CAPPELLA PAZZI: Costruita all’interno del chiostro della basilica di Santa Croce e fu commissionata da Andrea dei pazzi esponente importante delle più potenti famiglie di mercanti fiorentini. Fu commissionato il 1429 i lavori iniziarono nel 1433. È tradizionalmente attribuita Filippo Brunelleschi ma non abbiamo nulla di documentato,ma si pensa che fu costruita in gran parte dopo la morte di Brunelleschi. L’ambiente principale è basato sulla forma quadrata che si dilata in un rettangolo la cui copertura comprende una cupoletta emisferica centrale affiancata da due volte a botte. Il tutto decorato da tondi di terracotta invetriata di Luca della robbia. La scarsella ripete lo schema della sagrestia vecchia A differenza della copertura del porticato che è uguale a quella del vano interno. Troviamo la panca in muratura che racconta le due quote dei pavimenti. Brunelleschi non usa le colonne architravate . C’è chi dubita della paternità del progetto pensando a Michelozzo di Bartolomeo come architetto . (A causa della scarsa accuratezza dei particolari, Del linguaggio architettonico degli interni che a volte è ripetitivo). BASILICA DI SAN LORENZO: La Basilica di San Lorenzo fu eretta dall'architetto Filippo Brunelleschi a Firenze nel 1420 su una struttura preesistente ovvero la vecchia chiesa paleocristiana E completata da Antonio manetti ciaccheri dopo la morte di Brunelleschi. Molto simile alla Basilica di Santo Spirito dallo stesso Brunelleschi eretta vent'anni dopo (1440) e simile alle molte altre chiese di Firenze quali Santa Croce, Santa Maria Novella o Santa Trinità, la pianta è a croce commissa (latina) e a tre navate di cui le due laterali più piccole. Ai lati di tali navate, cappelle rettangolari che continuano in altre cappelle ai lati dell'abside (quattro). All'interno della struttura, colonne a fusto liscio con capitelli corinzi (tipici romani) sono sormontate da un pulvino (elemento dell'architettura lombarda e carolingia che consiste in un imbuto scanalato o decorato che nell'architettura brunelleschiana è scanalato). Sormonta ancora il pulvino un nuovo elemento architettonico introdotto proprio dallo stesso Brunelleschi: il dado brunelleschiano, elemento innovativo su capitello e pulvino a forma di dado decorato che ha il compito di slanciare la colonna e di conseguenza alzare gli archi che fanno sì che l'intera struttura si sviluppi in altezza per dare ariosità al tutto. Infine, il soffitto è a cassettoni. La Sagrestia Nuova della basilica fu eretta successivamente da Michelangelo Buonarroti su commissione della famiglia medici È presente Il motivo a Serliana (la Seriana è un elemento architettonico composto da un arco a tutto sesto affiancato simmetricamente da due aperture sormontate da un architrave, tra l’arco e le due aperture sono collocate due colonne) BASILICA DI SANTO SPIRITO: La Basilica di Santo Spirito è un'opera architettonica dell'architetto Filippo Brunelleschi sita a Firenze ed eretta intorno al 1440, vent'anni dopo la molto simile Basilica di San Lorenzo, sempre sita a Firenze, del 1420. Eretta su una struttura medievale preesistente, Santo Spirito è una basilica a tre navate con pianta a croce commissa (latina) circondata da cappelle semicircolari. Sulle campate si aprono 40 cappelline semicircolari. Colonne hanno fusto liscio e capitello corinzio (tipiche romane) percorrono tutta la croce, anche nel transetto e sono composte, oltre che dal capitello, da un pulvino (elemento dell'architettura lombarda e carolingia che risulta essere un imbuto scanalato o decorato che nell'architettura brunelleschiana è scanalato) e dal dado brunelleschiano, (elemento innovativo introdotto dallo stesso Brunelleschi che sormonta capitello e pulvino dalla forma di dado decorato che ha il compito di slanciare la colonna, di conseguenza alzare gli archi e far sviluppare in altezza l'intera struttura e dare, infine, più ariosità al complesso) Gli elementi della struttura sono divisi per colori in elementi portanti ed elementi portati: gli elementi portanti più scuri, quelli portati più chiari. La facciata non è mai stata completata. Il soffitto è a cassettoni (rosoni in questo caso). DONATELLO Donatello nasce a Firenze nel 1386 circa e lì vi muore nel 1466. E' considerato il più grande scultore del Quattrocento e uno dei maggiori protagonisti della rivoluzione artistica rinascimentale, insieme a Brunelleschi e a Masaccio. Figlio di un cardatore di lana e di modesta cultura, Donatello si forma alla bottega di Ghiberti. Amico del Brunelleschi si reca poi con lui a Roma, durante i primi anni '30, a studiare scultura e monumenti antichi. Il suo percorso stilistico è molto complesso: anticlassico e, talvolta, antinaturalistico, dà prova di saper indagare le emozioni umane per dar vita alle sue sculture. Il distacco stilistico e qualitativo rispetto agli altri scultori della sua epoca, lo rendono l'artista più isolato e meno seguito del Rinascimento; nemmeno i suoi allievi più diretti, riescono a seguirne gli insegnamenti dopo la sua morte. LE STATUE DI ORSANMICHELE SAN GIORGIO Sangiorgio è una statua in marmo composta attorno al 1416 commissionatogli per una nicchia esterna della chiesa fiorentina di or San Michele. La statua presenta ancora qualche traccia di gotico.San Giorgio è in una postura orgogliosa e ci appare solido e ben piantato al suolo con le gambe leggermente divaricate mentre tiene il grande scudo che funge da appoggio. Il suo volto è tranquillo oltre oltre alla fermezza fisica abbiamo anche quella morale che viene espressa da un volto sereno e consapevole. Donatello nel basamento dell’opera realizza un bassorilievo con San Giorgio e la principessa. Il drago simbolo del peccato ed è rappresentato in modo verosimile durante la lotta possiamo notare il mantello che si agita al vento e fuoriesce in parte dal margine superiore della lastra. società ed ora si presenta il problema di conciliare un Dio nel corpo di un essere inutile. San Giuseppe non viene quasi mai rappresentato perché nel vangelo appare solo nella natività e nell'infanzia di Gesù e perché pare sia stato molto più anziano di Maria e che quindi sia morto presto. POLITTICO DI PISA Negli anni 1425-1426 Masaccio dipinge per il Carmine di Pisa un polittico. È dedicato ai santi Giuliano e Nicola di Bari e la pala è progettata in funzione di una complessa struttura tardo gotica destinata appunto alla chiesa del Carmine.La forma, è ancora medievale, e medievale è anche il fondo in oro. La prospettiva elimina la frammentaria propria del polittico. La luce colpisce tutte le immagini con lo stesso raggio di incidenza. Una volta che, con la luce e l'ombra, i volumi sono così definiti, il fondo oro perde il significato simbolico. 1)La tavola centrale ha un tema della Madonna in trono con Il Bambino e gli angeli, sviluppando l'umanità e la solidità delle figure. II trono è solido nella sua struttura, uno spazio atto ad accogliere l'uomo. L'aureola di Gesù in prospettiva costituisce un'altra straordinaria novità. Nella tradizione cristiana medievale, l'aureola significa la luce della presenza divina. È messo in evidenza la fisicità della vergine da un panneggio con forti chiaroscuri infatti Maria non era presentata secondo i canoni di giovinezza anzi possiamo notare dal suo volto che è molto stanco. Masaccio grazie alla frequentazione con Donatello ha preferito ispirarsi al vero piuttosto che ai modelli di bottega. Il bambino sta mangiando un acino d’uva da un grappolo che la mamma le sta porgendo. l’allusione è quella al simbolo eucaristico del sangue di Cristo. Anche qui la prospettiva è molto importante e la linea d’orizzonte coincide con la superficie della seduta in questo modo Masaccio presuppone che il polittico venga posto dietro un altare. La struttura del tono è innovativa infatti dimostra l’interesse che Masaccio aveva riguardo all’architettura. Il seggio alla conformazione di un edificio monumentale e la predella su cui è vergine poggiapiedi ricordi sarcofagi romani. 2)Nella crocifissione che posta nella parte superiore della Pala i personaggi sono posti su un fondo oro che ne esalta il volume. A sinistra Maria di profilo che piange avvolta in un mantello azzurro, A destra invece San Giovanni frontale rivolto verso l’esterno con l’espressione sconfortata. San Giovanni appoggia la testa piegata verso sinistra sulle proprie mani. Al centro invece è rappresentato Cristo nel momento della dolorosa morte sulla croce. Al collo insaccato nelle spalle le braccia tese e le gambe tozze che ricordano la natura umana del Cristo. In basso di spalle di tre quarti avvolta in un mantello di un rosso aranciato abbiamo la Maddalena di cui si vedono solo i capelli biondi e le mani disperate protese verso Cristo. Nonostante non possiamo vedere il viso della Maddalena ne possiamo intuire il dolore grazie la posizione in cui si trova il viso dell’apostolo che diventa uno specchio psicologico della donna. CAPPELLA BRANCACCI Cappella brancacci ha personaggi con volumi decisi e paesaggi oltre che l’architettura riconoscibili. Cappella brancacci si trova nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze,il ciclo di affreschi è stato voluto da felice di Michele brancacci un ricco mercante fiorentino. Il ciclo di affreschi della Cappella Brancacci verrà completato soltanto una cinquantina di anni dopo da Filippino Lippi. Il ciclo narra Storie di san Pietro. Sulle pareti di questa piccola cappella Masolino e Masaccio hanno lavorato separatamente, ma secondo un piano di lavoro comune di 12 scene disposte su due registri sovrapposti. TRIBUTO : E il secondo in alto della parete di sinistra e viene narrato un episodio del Vangelo di Matteo dove viene descritto l’ingresso di Cristo e dei suoi apostoli nella città di Cafarnao. ha un unico punto di fuga verso il quale convergono tutte le linee in profondità, ma entrambe mantengono la perfetta frontalità prospettica. Il gabelliere pretende da loro un tributo per il tempio di Gerusalemme e Gesù non vuole trasgredire le leggi di conseguenza incarica Pietro di pescare un pesce,nella sua bocca troverà una moneta d’argento per pagare la tassa. L’artista concentra quattro momenti temporalmente diversi: 1) il primo corrisponde a quando il gabelliere esige il tributo ed è rappresentato di spalle e possiamo notare lo stupore nei volti degli apostoli perché nessuno aveva denaro. 2) nella seconda scena come preannunciato nella prima Cristo comanda Pietro di recarsi a pescare. 3) nella terza possiamo notare sulla riva sinistra Pietro da solo mentre pesca. 4) nell’ultima scena a destra invece compare Pietro di nuovo nel momento in cui consegna il denaro all’esattore. Masaccio definisce con il chiaroscuro i volumi i panneggi attraverso pochi colori. La prospettiva è sempre la stessa fonte pertanto sia lo spazio c’è il tempio una visione unitaria della realtà. Il paesaggio è desolato con montagne accentuate dal senso di profondità perché disposte in successione cromatica,verdi quelle più vicine mentre grigie-azzurre quelle più lontane. L’architettura sulla destra ispirata all’edilizia fiorentina infatti abbiamo una loggia esterna. la fonte luminosa che magari utilizza è unica ed è il sole viene immaginata proveniente dal lato destro fuori dall’affresco infatti ci sono le ombre proiettate dei vari personaggi che hanno tutte la stessa direzione. CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE: In questo affresco sono rappresentati Adamo ed Eva nel momento in cui l’angelo di Dio di caccia dall’eden.Le due figure sono nude e grazie un restauro del 1984 vengono eliminate le foglie che erano state dipinte per mascherare il sesso dei personaggi. Questo affresco si trova appena prima del tributo e qui la luce che illumina la scena è analoga. Masaccio descrive i personaggi con volumetrie massicce con grande uso dei chiaroscuri. Adamo Il cui piedi è ancora in parte sulla porta del paradiso è disperato e si copre il volto dalla vergogna. Eva si accorge dopo aver commesso il peccato della propria nudità e ne prova vergogna cercando di coprirsi i seni e il pube. La postura proviene da una copia romana della tipologia della Venus pudica (ripresa da pisano in passato). Masaccio ne stravolge la compostezza interpretandola in senso drammatico infatti il volto di Eva e anche esso disperato. Le ombre sono predominanti e appaiono nella bocca spalancata in un’urlo straziante di Eva e negli occhi. Il paesaggio si riduce a una roccia il cielo è profondo senza nuvole. TENTAZIONE DI ADAMO ED EVA: È un dipinto nel secondo registro del pilastro di destra dell’arco di accesso alla cappella di fronte alla cacciata dal Paradiso terrestre. Dipinge l’azione che precede giustifica il castigo divino. Possiamo notare la pianta frondosa che rappresenta un fico che alludess al biblico albero del bene e del male. L’albero si attorciglia al braccio di Eva e al serpente con testa femminile, presenta un’iconografia e ha lasciato la tradizione della pittura cortese tardo gotica. I due personaggi appena composti con Adamo che assume una postura Policletea mentre Eva reggi delicatamente il frutto proibito nella mano destra. Sono entrambi nudi e il petto di Eva assomiglia molto a quello di Adamo alludendo che in quel tempo non c’è ancora importanza nella differenza di genere. I personaggi sono disposti lievemente a tre quarti ma come se stessero guardando lontano . Eva ha un volto ovale con dei capelli ricci biondi raccolti in una treccia mentre il volto di Adamo ho una barba appena accennata i capelli corti. LA TRINITÀ Si trova nella terza campata di Santa Maria Novella. Ha una profondità spaziale molto ben definita. In primo piano troviamo uno scheletro che rappresenta la transitorietà delle cose, in secondo piano troviamo i due committenti (questa è una novità in quanto finora non sono mai stati rappresentati i committenti nella loro opera tranne che nella cappella degli scrovegni, affrescata da Giotto) e Maria e san Giovanni ai piedi della croce e Gesù crocifisso Che ricorda quello del polittico di Pisa, in terzo piano, alle sue spalle, è rappresentato Dio con una colomba che rappresenta lo spirito santo Che in atto di volare verso il basso con lei al aperte. I movimenti sono morbidi e l’architettura rappresentata si ispira allo stile classico e si pensa sia stata progettata da Brunelleschi applicando le regole della sua prospettiva scientifica. Dalla morte del corpo ci si eleva grazie all’intercessione e per mezzo della preghiera fino alla salvezza dell’anima e della definitiva sconfitta della morte stessa. Con questo affresco che Masaccio afferma la pittura moderna rinascimentale. LEON BATTISTA ALBERTI: ARCHITETTO Leon Battista Alberti è il figlio naturale di Lorenzo Alberti e di Bianca Fieschi. È nato a Genova il 18 febbraio 1404 da una famiglia ricca fiorentina in esilio dal 1431. Si è trasferito a Venezia, poi a Padova e poi si è laureato in Diritto a Bologna e dopo è a Firenze, poi va a Ferrara e infine a Roma. Lui ha vissuto 68 anni. Lo avevamo già nominato per quanto riguarda i Trattati, trattati sulla prospettiva, trattati sul disegno, sulla composizione, di architettura, lui scriveva in latino, ci lascia i disegni della piramide visiva. Alcuni dei suoi trattati spiegano anche le tecniche di Brunelleschi. Completa la facciata riuscendo ad amalgare e armonizzare il tutto: come prima cosa usa lo stesso materiale, cioè la pietra bianca e la pietra verdina, che erano già state utilizzate in precedenza, e sono tipiche fiorentine. Modifica però il portale centrale, fa un arco a tutto sesto e NON a sesto acuto. L’arco si appoggia su dei pilastri!!! e a lato ci sono le due semicolonne di ordine corinzio. L’idea di questo grande portale, circondato da una cornice deriva dalla porta d’ingresso del Pantheon. La struttura della facciata è divisa in due parti da un alto attico. Nella parte superiore c’è un coronamento a timpano, che ricorda quelli templari, romani, sorretto da 4 paraste che reggono l’architrave. La parte superiore è infatti molto all’antica. Un’innovazione sono le volute laterali, che coprono le navate laterali (coprono gli spioventi del tetto) (collegam. Con Santa maria Novella) La parte superiore ha un effetto di tempio tetrastilo 3) SANT’ANDREA Siamo a Mantova. Tempio classico rivisitato in chiave moderna. Fu progettata nell’anno 1470, ma i lavori furono iniziati due anni dopo dall’architetto Luca Fancelli. Fu voluta dal marchese Ludovico II di Gonzaga. La chiesa ha una pianta a croce latina, con un’unica navata centrale, ai lati della quale si aprono delle cappelle alternate come dimensioni: una + piccola e poi una + larga. PIANTA LONGITUDINALE con TRANSETTO Come al solito lui fa il progetto e poi è Luca Fancelli che dirige il cantiere. La cappella + piccola non è visibile dalla navata perché è una stanza, mentre quella + grande sì, perché è aperta con un arco a tutto sesto. L’aspetto eccezionale è la copertura. La navata centrale ha una copertura a volta a botte, idem le cappelle + grandi, mentre quelle + piccole hanno una copertura a cupola. È importante perché è una ripresa diretta della Basilica di Massenzio. È una delle ultime grandi basiliche (ultimata da Costantino). La Basilica di Massenzio nel corso del tempo è crollata. A noi rimane una parte dell’edificio ancora interamente conservato. Tutti i rivestimenti in marmo che c’erano, sono stati staccati (perché non c’erano leggi per tutelare i documenti). Anche nella facciata della chiesa si nota una ripresa dell’antichità: arco con una sola apertura, ma lo fonde insieme a un sistema tetrastilo, che avevam già visto nella Chiesa di Santa Maria Novella (non solo nel capitello, ma anche nella struttura, tipo gli acquedotti, gli archi di trionfo…) PAOLO UCCELLO Paolo Uccello, nato a Firenze, era di povere origini ed il suo soprannome deriva proprio dalla predilezione nel disegnare volatili. A Firenze lavorò alla rifinitura della porta nord del battistero per Ghilberti, mentre nel 1425 si recò a Venezia. Solo al ritorno da Venezia egli si rese conto dell’esistenza di Masaccio e di Donatello e mise anima e corpo nella ricerca della prospettiva. Non solo la prospettiva stimolava il suo interesse, anche la Figura era oggetto dei suoi studi . A tal fine è particolarmente significativo un Foglio agli Uffizi per un’Angelo che corre. In esso si possono notare due diversi disegni:  Un angelo e la prospettiva di un calice sfaccettato (probabile studio per una cacciata dal paradiso terrestre). L’angelo è mostrato in corsa con una spada tenuta nella mano destra, mentre la mano sinistra tiene il fodero. Il disegno è realizzato con una punta di metallo su una carta preparatoria in ocra.  Un’uguale tecnica è stata usata per lo studio di cavaliere, eseguito su carta preparatoria verde. Un cavaliere dalla elaborata armatura monta un cavallo impennato, tenendo un braccio alzato per far forza alla lancia che tiene in mano. MONUMENTO A GIOVANNI ACUTO Nel 1436 l’artista dipinge sulla parete della navata sinistra della cattedrale di Firenze, il monumento a Giovanni Acuto, un affresco di notevoli dimensioni. L’opera celebra il condottiero inglese Jhon Hawkwood . Il dipinto figura un cavallo ed un cavaliere eretti sopra un sarcofago che poggia su un basamento sporgente, a propria volta sostenuto da tre mensoloni ornati da lunghe foglie ricurve. Per la prima volta dalla fine dell’età classica l’attenzione dell’artista si rivolge verso il cavallo che viene dunque trattato con grande sapienza. Alla conoscenza anatomica del cavallo Paolo Uccello aggiunge la geometria per proporzionare il gruppo: cavallo e cavaliere sono inscrivibili in un quadrato perfetto. BATTAGLIA DI SAN ROMANO L’esecuzione delle tre grandi tavole raffiguranti la Battaglia di San Romano risale circa al 1438. Esse sarebbero state richieste da Lionardo di Bartolomeo Bartolini Salimbèni per la sua residenza Fiorentina si corso degli Strozzi. Lorenzo il Magnifico li fece prelevare e condurre a Palazzo de Medici in via Larga. In quell’occasione le tavole furono rese rettangolari con delle aggiunte nei pressi degli angoli. I tre dipinti oggi dispersi tra Londra (National Gallery), Firenze (galleria degli Uffizi) e Parigi (Louvre) raffigurano la battaglia nella quale le truppe fiorentine sconfissero il forte esercito senese il primo giugno 1432. La tavola di Parigi ha vari punti su fuga rispetto alle altre, essa inoltre è priva di un paesaggio retrostante e fa gravitare l’intera composizione intorno a Micheletto Àttendolo da Cotignola, il personaggio centrale in groppa al cavallo nero che si sta impennando, definendolo un momento di sosta nella battaglia. Nella tavola londinese invece che ha subito una ma drastica pulitura è mostrato Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini. Il comandante è al centro della composizione su un cavallo bianco. PIERO DELLA FRANCESCA Piero della Francesca fu maestro raro di copie regolari. Prima che come artista Piero viene celebrato come Trattatista e matematico. Scrisse cinque libri sui corpi regolari e uno di prospettiva e si aggiunse poi una traduzione dell’opera di Archimede da lui illustrata. Nessuno è come di Piero della Francesca aveva disegnato i poliedri regolari semi regolari. Nacque a borgo Sansepolcro presso Arezzo nel 1412 circa da Benedetto di Pietro di Benedetto e da romana di Renzo di Carlo da Montecchi , ed era il primo di otto figli. Allievo di Giovanni da Anghiari e nel 1439 si trova a Firenze e lo sappiamo grazie un documento fiorentino relativo al pittore Domenico veneziano con cui aveva cominciato a collaborare. Essendo nel capoluogo toscano l’artista viene a conoscenza delle opere di Masaccio beato Angelico Paolo uccello. Lavoro anche a Ferrara alla corte degli Este a Rimini a a Roma. Nel 1440 il 1450 era entrato in contatto con la corte urbinate ospite di Giovanni santi padre di Raffaello. Morì nel 1492 nella città natale. IL DISEGNO Il suo disegno si caratterizza per il tocco leggero e sapiente e per la sottigliezza del disegno. Ricorre anche allo stilo di metallo per graffiare la pergamena e ne sono esempi il de prospectiva pingendi . In realtà non esistono i segni di Piero se non quelli nelle copie dei suoi trattati e non è mai stato possibile individuare un disegno preparatorio di uno dei suoi dipinti. IL BATTESIMO DI CRISTO La tavola con il Battesimo di Cristo, oggi conservata alla National Gallery di Londra. Realizzata per l’Abbazia di Sansepolcro attorno al 1443,costituiva la parte centrale di un polittico, destinato probabilmente all’altar maggiore, completato, per le restanti parti, dal pittore Matteo di Giovanni. L’episodio del battesimo di Gesù, cui l’artista fa riferimento, è narrato nei Vangeli di Marco Matteo e Luca. Il Vangelo di Giovanni riporta la testimonianza da parte di Giovanni Battista della discesa dello Spirito Santo su Gesù ma senza parlare del battesimo di Cristo. Nell’anno XV del regno di Tiberio Giovanni Battista giunse nei pressi del Mar Morto, dove confluisce il fiume Giordano, e iniziò a predicare l’avvento del Regno di Dio e ad amministrare il battesimo per il perdono dei peccati. Secondo i Vangeli, in quel momento lo Spirito Santo, in forma di colomba, scese su di lui. Il capolavoro di Piero della francesca presenta, al centro, la figura di Gesù, sovrastato dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo. Cristo è affiancato, a sinistra, da un albero, simbolo della vita che si rigenera con l’avvento del Salvatore, e a destra da san Giovanni Battista, vestito di una pelle a brandelli. Il Redentore è mostrato frontalmente, immobile, con le mani giunte e gli occhi umilmente abbassati. La perfezione del suo corpo e la sua posa rigida lo rendono simile ad un’antica statua greca e il colore pallidissimo della sua pelle contribuisce a conferirgli un aspetto scultoreo. All’estrema sinistra, tre angeli assistono all’evento. Quello con un drappo rosa sulla spalla, seminascosto dall’albero, guarda dritto verso l’osservatore. Sul fondo si scorgono dei farisei. Uno di loro, il più vecchio, indica il cielo con il braccio destro, puntando alla colomba sospesa sul Cristo. Questo suo gesto è enfatizzato dalla posizione parallela spazialità per gradi successivi. Le due guardie sono disposte in posizione simmetrica, rispondendo al fascio luminoso come uno stesso corpo solido visto da due diverse posizioni. In questo scenario di silenzio, in questa atmosfera di sospensione e attesa, emerge ancora una volta l'inquietudine per le sorti dell'Occidente, in quegli anni di profondo cambiamento degli equilibri internazionali. le stelle dipinte da Piero non sono Casuali ma corrispondono a vere costellazioni ma in controparte ovvero non come le vediamo noi ma dall’altra parte. FLAGELLAZIONE DI CRISTO I due scene distinte sono connesse e si svolgono una all’aperto e l’altra all’interno. E la tavola nonostante le sue dimensioni ridotte e mostra grandi spazi grazie alla prospettiva. Grazie Alle linee bianche,alla pavimentazione e agli architravi abbiamo l’unicità del punto di fuga sul quadro prospettico. L’edificio della flagellazione è costituito da un portico di marmo sul bianco luminoso con colonne d’ordine composito e dal fusto scanalato che reggono una Trabeazione. Sul soffitto ci sono piane cassettonate e con rosoni. Sulla parete di fondo abbiamo un marmo rosso e un serpentino verde dove si aprono due porte una che è aperta, Dove possiamo notare delle scale che conducono al piano superiore nella parte sinistra mentre a destra invece una porta chiusa. E al centro del cerchio c’è una colonna ionica che sostiene un idolo d’oro. Gli esterni sono pavimentati con un cotto rosso in quadrato da fasce di marmo bianco. Abbiamo due punti di luce il primo che arriva da destra illumina la parte di sinistra mentre l’altra è una fonte di luce aggiuntiva che illumina i cassettoni della campata centrale. Con questa doppia direzione della luce l’artista ha voluto suggerire una separazione tra le due scene rappresentate. I personaggi sono immobili infatti il colloquio dei tre personaggi sulla testa sembra congelato. E la presenza della scena evangelica in secondo piano suggerisce che i protagonisti della tavola siano i due uomini a destra insieme al giovane. Ci sono state numerose interpretazioni del dipinto di Piero:  La prima è che o personaggi fossero il cardinale bassarione,buonconte da monfeltro figlio naturale di Federico, il signore di Urbino e Giovanni bacci e di conseguenza sarebbe un’evocazione cioè l’argomento di cui forse stava parlando il bassarione.  La seconda equivale all’identificazione di Ponzio Pilato con l’imperatore d’oriente e Giovanni VIII svela il probabile significato del dipinto in quanto l’argomento della discussione sarebbe sull’imperatore stesso che con la sua politica di condiscendenza nei confronti del clero scismatico di Costantinopoli aveva fatto sì che la Chiesa greca si staccasse di nuovo a quella latina. Inoltre veniva ritenuto responsabile delle sofferenze inflitte dai turchi hai cristiani d’oriente,Piero lo rappresenta impassibile (Ponzio Pilato) che senza muovere un dito assista la tortura di Cristo.  La piccola tavola è probabile fosse stata inviata al signor Federico da Montefeltro per convincerlo ad appoggiare la crociata di Papa Pio II per deliberare Costantinopoli dei turchi. Ed è per questo che c’è la presenza del buon conte da Montefeltro. Il ragazzo amatissimo dal padre è amico del vessazione era morto di peste però nell’autunno del 1458 molto giovane. Le sue sofferenze vengono paragonate quindi a quelle del Cristo flagellato mentre il dolore di Federico assimilato a quello della Chiesa.  Una più recente sostituisce Tommaso Paleologa fratello di Giovanni VIII e di Costantino XI rifugiatosi in Italia a metà del quattrocento a buon conte da Montefeltro Nicolò terzo d’Este al bacci. la tavola urbinate ispirata dal bestiario ne sarebbe stata donata dall’essere proprio il cardinale di origini greche che sarebbe stata realizzata per riguardare sia il concilio di Ferrara Firenze sia le aspirazioni di Tommaso Paleologa di salire al trono di Bisanzio. Tommaso veste una tunica rossa in quanto concepito nella porpora,è scalzo perché stava attendendo di calzare le scarpe attribuite dall’imperatore. SACRA CONVERSAZIONE È uno degli ultimi dipinti di Piero della Francesca ed è nota anche come pala Montefeltro nella chiesa di San Bernardino a Urbino. Fu realizzata con la pittura a olio e ricorda la nascita a Gubbio dell’erede di Federico Guidobaldo,la successiva morte per conseguenze del parto della moglie battista sforza e la conquista di Volterra da parte di Federico che appare nella sua armatura da battaglia. Fu commissionato proprio da Federico che viene ritratto in basso a destra. La Madonna è seduta frontalmente su un trono al centro della grande Pala di Piero della Francesca. Unisce le mani di fronte al petto in segno di preghiera. I suoi occhi sono abbassati e pare guardare in basso verso Gesù addormentato. Il Bambino è disteso sulle ginocchia di Maria. Il suo braccio sinistro è appoggiato sul fianco mentre il destro è ripiegato sotto il capo a formare un sostegno. La Vergine indossa un abito giallo decorato con motivi in porpora. L’ampio mantello blu scuro, invece, la copre interamente. Il tessuto, in alto e in basso, è decorato con un nastro a motivi floreali. Sul capo, invece una cuffia a fettucce raccoglie i capelli. Gesù Bambino è nudo e porta un pezzetto di corallo intorno al collo. Sotto di lui è steso un panno bianco. Tre anziani Santi sono raggruppati a destra e altri tre a sinistra. Quattro giovani angeli invece sono allineati frontalmente dietro a Maria. Assumono pose ferme e composte e osservano verso il devoto. Inoltre in prossimità dell’angolo destro un uomo d’arme è inginocchiato di profilo. Le sue mani sono giunte e guarda di fronte a se. Indossa una pesante armatura di metallo lucente. Dal suo fianco sinistro poi pende una lunga spada riccamente decorata. Dietro la schiena inoltre si intravede un mantello raccolto a pieghe. Infine, l’elmo e le manopole che proteggono le mani sono posate a terra di fronte a lui. Gli angeli posti alla spalle della Madonna indossano vesti rinascimentali dai colori vivaci. Inoltre portano gioielli sul capo e intorno al collo. L’angelo a destra è vestito con un abito simile alla Vergine. I Santi indossano infine semplici vesti o abiti logori da eremita. La scena religiosa è ospitata all’interno di una chiesa di stile rinascimentale. Gli angeli sono in piedi su un piano rialzato. Sopra di loro poi si apre un’abside coperto da una volta a botte con cassettoni. Sulla parete frontale è rappresentata una grande valva di capasanta. Dal suo interno pende un uovo. La valva di capasanta che decora l’abside è un simbolo cristiano mentre l’uovo, simbolo di perfezione, simboleggia la rinascita, quindi, la Resurrezione di Cristo. Sull’ L’armatura di Federico Si riflettono il manto della vergine e la finestra che era fonte di luce nascosta a sinistra dunque la funzione del metallo è di unire in un unico corpo i due personaggi più importanti della tavola ovvero il conte di Urbino e la vergine. Gesù bambino al collo a un pendente con un corallo rosso come il sangue, È disposto posizione in cui una lancia lo avrebbe perforato da uomo. DITTICO DEGLI UFFIZI: Il Ritratti di Federico da Montefeltro e della moglie Battista Sforza, noto come Dittico degli Uffizi perché attualmente conservato in questo museo risale ai tempi posteriori alla morte della moglie. Il doppio ritratto celebrativo era composto da due tavole oggi separate, un tempo erano unite da cerniere, che permettevano di chiudere il dittico a libretto lasciando all’esterno i due Trionfi allegorici. Entrambe le tavole, come una medaglia, presentano da un lato il profilo dei signori; dall’altro lato, un dipinto mostra Federico vestito con l’armatura e seduto su un carro trainato da due cavalli bianchi; l’altro, invece, la moglie Battista, ancora su un carro ma questa volta trainato da unicorni. Entrambi i Trionfi, che recano in basso una iscrizione in latino, alludono alle qualità morali dei signori di Montefeltro. È bene osservare che in Italia, ancora nella seconda metà del Quattrocento, il ritratto di profilo veniva adottato ogniqualvolta si doveva celebrare la sovranità o il prestigio dei personaggi raffigurati. Federico e Battista sono rappresentati nel dittico uno di fronte all’altra: la donna a sinistra, l’uomo a destra. Il signore di Urbino veniva sempre rappresentato da questo lato per ragioni di decoro in quanto, aveva perso l’occhio destro durante un torneo. Il duca guarda immobile la moglie, la quale invece sembra fissare lo sguardo verso un punto lontano e indeterminato. L’incarnato della donna presenta un’intonazione pallidissima, che risalta sulla stoffa nera della veste funebre al pari delle perle che le ornano il collo; i capelli biondi, coperti da un velo, sono acconciati in un nodo fermato da un monile sopra l’orecchio. Il volto di Federico, dalla carnagione scura, è reso con impietoso realismo. Anche il paesaggio alle spalle dei duchi, con le navi che solcano uno specchio d’acqua, è dipinto con tecnica quasi miniaturistica e con un’attenzione degna dei migliori modelli fiamminghi, di cui Piero si confermava interprete tra i più sensibili in Italia. Il paesaggio è protagonista non secondario anche nei Trionfi allegorici del verso dei ritratti, in cui prospettiva e profondità creano effetti di straordinaria suggestione. BOTTICELLI Il vero nome di Botticelli è Alessandro filipepi, nasce a Firenze nel 1445 e successivamente fu un pittore indipendente infatti ebbe una sua bottega artistica. Lavorò per i medici e fu esecutore della loro politica culturale. Data la profonda crisi mistica aderì senza riserve il movimento religioso del frate domenicano ferrarese Girolamo Savonarola e grazie al suo inquieto sentimento religioso che dipinse le proprie opere. LA PRIMAVERA Sandro Botticelli ha portati in vita i soggetti mitologici a un pubblico invece abituato a soggetti sacri. Nel 1478 dipinse per la residenza fiorentina di Pierfrancesco de’ medici la tavola rappresentante la primavera ed ora si trova agli Uffizi. Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari. La scena dell'opera si svolge in una radùra verdeggiante, punteggiata di tantissime piante e fiori, limitata da alberi d’arancio . La lettura del dipinto avviene da destra a sinistra in base alle posture e all’andatura dei personaggi.
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