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Realismo e Impressionismo: Transizione tra Rappresentazione e Impressione, Appunti di Storia dell'arte contemporanea

Storia dell'Arte ModernaStoria dell'arte europeaStoria dell'arte contemporanea

Il realismo e l'impressionismo, due movimenti artistici che hanno rivoluzionato l'arte. Courbet, teorico del realismo, introduce la fedele rappresentazione del mondo reale. Il realismo si afferma in Francia negli anni '40 dell'800. La fotografia critica il realismo, ma Courbet sottolinea l'innovazione degli anni '50, che rappresenta il mondo nella sua complessità. La battaglia realista inizia dopo la rivoluzione del 1848 e culmina durante il secondo impero. Il realismo succede al romanticismo, unificando la storia e amando la natura. L'impressionismo si basa sul realismo, cogliendo il momento presente e osservando attentamente la natura. I soggetti di vita moderna vengono accettati al salon grazie ai pittori realisti. Le opere di grande formato come il funerale di Ornans di Courbet suscitano critiche per la loro verità. Il realismo cerca la verità oggettiva della natura e l'uomo nella società, eredità illuminista.

Cosa imparerai

  • Come il Realismo si distingue dalla tradizione accademica?
  • Che teorico del Realismo è considerato Gustave Courbet?
  • In quale periodo storico si afferma il Realismo in Francia?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 30/04/2019

marisav88
marisav88 🇮🇹

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35 documenti

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Scarica Realismo e Impressionismo: Transizione tra Rappresentazione e Impressione e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! REALISMO E IMPRESSIONISMO GUSTAVE COURBET è considerato il teorico del realismo, questo termine indica la traduzione fedele delle qualità del mondo reale nella rappresentazione artistica. Il Realismo inteso invece come tendenza “programmatica” si afferma in Francia alla metà degli anni 40 dell’800. La sua consacrazione risale però al 1855 quando Courbet definisce la poetica realistica in un opuscolo scritto per l’Esposizione Universale di Parigi. Lo stesso Courbet apre il “Pavillon du realisme” dove espone le sue tele, nel 1857 Champfleury (un suo amico) pubblica un volume, Realisme, e definisce così un “atto costitutivo” del movimento. La diffusione della fotografia provocò forti critiche al realismo, definito mera riproduzione simile ad un processo automatico come quello fotografico. Ma Courbet sottolinea l’innovazione del Realismo degli anni 50, lontano dall’imitazione e teso alla rappresentazione del mondo nella sua complessità naturale e sociale e deciso a rivitalizzare l’arte soffocata dallo “sterilismo accademico”. La “battaglia realista” scoppia in Francia dopo la Rivoluzione del 1848 e vive il periodo culminante durante il Secondo Impero caratterizzato dal massimo sviluppo economico e tecnologico della borghesia. Il Realismo come categoria estetica succede al Romanticismo del quale riprende il valore unificante della storia e l’amore per la natura. Mentre la volontà di cogliere la verità oggettiva della natura e l’uomo impegnato nella società sono dei lasciti illuministi. Alcuni tratti del realismo a loro volta porranno le basi per l’impressionismo che verrà: la volontà di cogliere il momento presente si trasformerà nel desiderio di appropriazione dell’istante, l’impressionismo porterà a compimento, inoltre, l’osservazione attenta della natura e l’accentuazione del momento percettivo rispetto a quello fantastico. Soggetti di vita moderna sono tollerati al Salon fino a quando i pittori realisti non li impongono all’attenzione del pubblico, elevandoli al rango della pittura di storia con opere di grande formato come il Funerale di Ornans (28) presentato da Courbet nel 1850. Il dipinto suscitò molte critiche per l’eccessiva verità dei personaggi infatti la tela ritrae persone a grandezza naturale e racconta un episodio di vita socio-familiare ambientati nella provincia francese. L’affollamento in primo piano di personaggi dalla fisionomia cosi rude determina la franchezza percepita come provocatoria. La fossa aperta costringe l’osservatore ad un’immediata partecipazione all’evento come se fosse di fronte al personaggio in ginocchio. I personaggi sono ripartiti in 3 gruppi omogenei: a sinistra il clero, a destra donne e fanciulli e al centro le figure di maggior rilievo. I toni neri dominanti sono rialzati dalle zone bianche del drappo funebre, dei mantelli e dei copricapi che sovrastano con il rosso dei cardinali. Courbet evita con ogni mezzo di nobilitare i personaggi: l’artista predilige un’inquadratura quasi fotografica suggerita dai margini laterali tagliati, la costruzione è tesa a scandalizzare il pubblico borghese: è co questo “scandalo” che la pittura realista si impone. Con Gli spaccatori di pietre (29) le condizioni del proletariato francese rurale si impongono sulla scena artistica, le figure massicce sono rappresentate con estrema precisione e poste di profilo e di schiena per sottrarre i volti all’osservatore. Courbet vuole esprimere la dignità del lavoro manuale e non suscitare commozione. L’accentuato interesse del Realismo per la vita contemporanea è condiviso da alcuni pittori che nel 1874 costituiscono “la Società” degli impressionisti. Intorno al 1865 CLAUDE MONET e EUGENE BOUDIN dipingevano en plein air, quando nel 1847 gli impressionisti presentano per la prima volta le loro opere come gruppo, al Salon domina ancora il sistema espositivo francese e la loro migliore possibilità di ottenere credito e diventare famosi era appunto il Salon poiché le opere premiate erano acquistate dallo Stato o dai collezionisti a prezzi molto elevati. Il Salon era sostenuto dalla borghesia parigina come baluardo della tradizione. In un contesto di privilegi e garanzie elargite dal Salon, l’apparizione di artisti che si pongono fuori dall’arte ufficiale suscita scandalo e riprovazione. Nel creare una sede di esposizione alternativa non intendevano contestare il Salon, desiderando anzi di essere ammessi. Napoleone III ordina di aprire nuove sale al Palais de l’industrie, sede del Salon, per accogliere i “rifiutati”, nasce cosi il Salon des Refuses per benevola decisione dell’imperatore. Manet ci espone Le déjeuner sur l’herbe (30) bollato dalla critica come volgare e indecente sia nel soggetto che nella tecnica pittorica che abbandona la resa abituale dell’incarnato femminile. Manet fornisce indicazioni sommarie del fondo e delle forme, non usa la linea per definire i contorni, tracciati con colpi di pennello. Inoltre crea ulteriore sconcerto la visione di una donna nuda in mezzo a 2 uomini in abbigliamento cittadino moderno nei quali lo spettatore è indotto a identificarsi. L’autore associa quotidianità a contenuto erotico che urta la morale corrente, nemmeno l’allestimento di un Salon alternativo aveva moderato il giudizio negativo espresso dalla commissione esaminatrice nei confronti di questa nuova pittura. Il pubblico conformista rimane sconvolto da questa pittura luminosa che si ispira alla vita quotidiana, il gruppo di artisti viene definito in maniera negativa “impressionisti”, termine che nonostante l’accezione si adattava allo stile capace di rendere con immediatezza la percezione visiva del mondo naturale, cioè l’impressione. La loro arte infatti rinunciava a intenti oggettivi del Realismo, della realtà privilegiavano soprattutto la luce: l’osservazione dei suoi effetti sull’acqua ha generato una nuova tecnica secondo cui il colore, steso in rapida successione di piccoli tocchi, annulla i contorni netti e rende sulla tela gli effetti istantanei e mutevoli della percezione visiva. L’osservazione della natura suggerisce agli impressionisti di esprimere la luce attraverso l’opposizione dei colori, senza usare toni scuri e ombre. I colori complementari contrapposti si intensificano,
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