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Storia dell'arte contemporanea dall'800 ad oggi - Roberto Pinto, Prove d'esame di Storia Dell'arte

elenco opere principali dei vari movimenti artistici ordinate per data e artisti. Esame di Roberto Pinto, Dams

Tipologia: Prove d'esame

2017/2018

Caricato il 04/06/2018

maria.vatrella
maria.vatrella 🇮🇹

4.3

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Scarica Storia dell'arte contemporanea dall'800 ad oggi - Roberto Pinto e più Prove d'esame in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! IMPRESSIONISMO MOSTRE DEGLI IMPRESSIONISTI 1874 – 1876 – 1877 – 1878 – 1880 – 1881- 1882 - 1886 -> 1ª del 1874 collettiva di tutti gli Impressionisti (tranne Manet), tenuta presso lo studio del fotografo Nadar (con opere di Degas, Monet, Renoir, Sisley) 8ª del 1886 l’ultima, con la presenza di alcuni del gruppo e di Seurat e Signac (post-impressionisti). Tuttavia già dal 1880 le mostre erano per lo più individuali. Si tratta in sintesi di rendere l’impressione luminosa di un paesaggio (o di una folla, di una persona o di un interno, ecc.) servendosi di colori puri. CARATTERI GENERALI DELL’IMPRESSIONISMO 1) Luogo di ritrovo e di dibattito è il Café Guerbois di Parigi. 2) Rifiuto dei soggetti storici, mitologici, religiosi, letterari, accademici → 3) Adozione di temi nuovi desunti dall’osservazione della natura o dei tanti aspetti della vita moderna (= lo spettacolo della città). 4) Rifiuto del disegno preparatorio, della prospettiva e dell’illuminazione di studio → le distanze e i passaggi di piano resi unicamente attraverso contrasti di colore. 5) Pittura en-plein-air e stesura pittorica realizzata attraverso una pennellata a piccoli tocchi, fitti e rapidi che accostano i colori puri senza mescolarli. 6) Nuova visione soggettiva, data dall’individuale impressione retinica che coglie un preciso attimo passeggero., ma nessuna partecipazione emotiva 7) Studio costante dei fenomeni della luce: questa, colpendo gli oggetti, si scompone nei vari colori. Inesistenza del colore locale perché ogni colore subisce l’influenza del vicino; le ombre non sono nere, ma colorate. 8) Importanza della fotografia e degli studi sul colore del fisico Chevreul. 9) Influenza delle stampe giapponesi (Japanisme) → tagli compositivi e prospettici nuovi, bidimensionalità. 10) Precursori dell’Impressionismo sono: Delacroix (→ pittura fondata sui contrasti cromatici); Scuola di Barbizon (→ pittura en- plein-air); Corot (→ paesaggi realistici); Courbet, Daumier e Millet (→ forte realismo). Constable (→ resa di un paesaggio o di un brano paesistico in una data stagione e in una data ora); Turner (→ studio degli effetti della luce). 11) Non esiste un’unica versione dell’Impressionismo, ma scelte individuali che lasciano libertà nell’uso della tecnica e nella scelta dei temi. Gli Impressionisti più famosi sono Monet, (Manet), Renoir, Degas, Sisley, Bazille, Caillebotte, Mary Cassatt, Berthe Morisot. Linea del tempo degli impressionisti EDOUARD MANET (1832 – 1883) 1) Dopo una formazione accademica, studia a fondo i grandi maestri del Cinquecento e del Seicento → desiderio di rinnovare la pittura all’interno della tradizione, rielaborando temi classici (v. la Colazione sull’erba). 2) Viene rifiutato al Salon ufficiale del 1863 → espone al Salon des Refusés, dando scandalo con la Colazione e ripete l’esperienza negativa con l’Olympia nel 1865. 3) La sua pittura è respinta per la bidimensionalità delle immagini, le forme apparentemente sommarie perché ottenute col solo colore, l’accostamento di nudi a personaggi vestiti, la presunta volgarità dei soggetti femminili. 4 ) Non può essere considerato un impressionista a pieno titolo perché usa il nero, si mantiene legato alla tradizione, considera prioritaria la figura umana; tuttavia ha una fase impressionista negli anni ‘70 quando si avvicina a Monet, dipingendo insieme a lui dei paesaggi → pennellata più vibrante ed energica. 5) Non espone mai insieme agli Impressionisti che però lo considerano il loro maestro. CLAUDE MONET (1840 – 1926) 1) E’ il pittore impressionista che segue con maggiore coerenza i principi dell’Impressionismo. 2) Non ha una formazione artistica regolare, ma a Le Havre guarda con interesse il pittore di marine Boudin. A Parigi frequenta il Café Guerbois e conosce Manet, Degas, Pissarro e dipinge en- plein-air. 3) Lavora prima ad Argenteuil, poi lungo la Senna su un battello-studio, infine a Giverny nella sua casa di campagna dotata di uno stagno di ninfee. 4) Dal suo dipinto Impressione, sole nascente (1872) prende il nome tutto il movimento. Vi compaiono già chiare tutte le caratteristiche dell’artista: nessun disegno preparatorio, pennellate brevi e veloci, capacità di cogliere l’attimo, uso giustapposto di colori freddi e caldi. Dagli anni Ottanta emergono altri elementi: lo studio delle ombre colorate, le serie (della Gare Saint-Lazare, dei covoni, della cattedrale di Rouen, delle ninfee, dei salici, ecc.), l’interesse per l’acqua e la sua mutevolezza. 5) Nelle opere della vecchiaia si perdono i confini tra forma e colore e l’immagine svanisce. PIERRE-AUGUSTE RENOIR (1841 – 1919) 1) Frequenta la Scuola di Belle Arti di Parigi dove incontra Bazille e Monet e con quest’ultimo diventa il rappresentante più convinto del movimento impressionista. 2) E’ considerato “il pittore della gioia di vivere”: oltre che sui paesaggi si concentra sulla vita quotidiana parigina, riuscendo a renderne la vivacità, sui ritratti in particolare di adolescenti e bambini, sulle bagnanti prosperose. 3) Dipinge per vibrazioni luminose, contrapponendo luci ed ombre, toni caldi e toni freddi, trascurando disegno e prospettiva. 4) Nel 1881 compie un viaggio in Italia, rimanendo impressionato da Raffaello e riportandone una profonda crisi: sente la mancanza del disegno e rende le forme meno vibranti e più consistenti, deprimendo i colori. 5) Negli ultimi anni si dedica soprattutto a dipingere il tema delle bagnanti, in cui riprende le Veneri di Giorgione e di Tiziano ammirate in Italia. EDGAR DEGAS (1834 – 1917) 1) Nato da una nobile e ricca famiglia di origine italiana, frequenta il Louvre ammirando i grandi del Rinascimento. Ha una formazione accademica, profondamente influenzata da Ingres e dalla purezza del suo disegno. 2) Dal 1854 al 1859 viaggia più volte in Italia (v. soggiorno a Firenze col Ritratto della Famiglia Bellelli). 3) Nonostante sia un impressionista, rimase sempre un convinto sostenitore del disegno e della pittura in atelier. 4) Amico di Manet, ne condivide la passione per le stampe giapponesi. delle civiltà precolombiane, le pitture dell’antico Egitto, conosciuti attraverso fotografie. 8) I colori sono innaturali, la stesura piatta, le inquadrature inedite. 9) A Gauguin si ispireranno i Simbolisti, anch’essi portatori di una pittura antinaturalistica e dal significato misterioso e affascinante e gli Espressionisti, dalla pittura deformante e affascinata da paradisi lontani. VINCENT VAN GOGH (1853 – 1890) 1) Dopo varie esperienze finite male e una prima formazione pittorica, dipinge la vita dei contadini con un linguaggio di radice realistica dai colori terrosi e pastosi, ma deformando le immagini per esigenze espressive. 2) Trasferitosi a Parigi nel 1886 presso il fratello Theo, conosce Toulouse-Lautrec, Monet, Degas, Renoir, Seurat, sperimentando le loro tecniche pittoriche e si lega di amicizia con Gauguin nel 1887. Conosce, colleziona e copia le stampe giapponesi. Riproduce, reinterpretandole, opere di Millet. 3) In Provenza tenta con Gauguin una sfortunata collaborazione di vita e di lavoro , ma manifesta sintomi di malattia mentale e viene più volte ricoverato. 4) Rispetto all’oggettività impressionista, rivendica la libertà di esprimere la sua interiorità → colori intensi e luminosi, stesi per linee di forza che strutturano l’immagine; pennellate evidenti e materiche; tagli compositivi influenzati dalle stampe giapponesi. 5) Nelle ultime opere si notano una forte carica visionaria, un segno di contorno deformato e dall’andamento curvilineo, una stesura del colore molto materica e nervosa → anticipazione dell’Espressionismo del Novecento. HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC (1864 – 1901) 1) Nato da nobile famiglia, nell’infanzia subisce gravi traumi ai femori con conseguente deformità degli arti → sofferenze fisiche e psicologiche → alcoolismo. 2) A Parigi frequenta scuole private di pittura e conosce Van Gogh di cui diventa amico e gli Impressionisti (ammira Degas). 3) Frequenta e rappresenta cabaret, circhi, café- chantants, case di tolleranza, avvicinandosi con rispetto alla loro umanità derelitta. 4) Ripudia i principi e i soggetti preferiti dagli Impressionisti: l’en-plein-air, il paesaggio, i colori luminosi, la mancanza della prospettiva geometrica e del disegno. 5) a) Dipinge in atelier, dopo molti schizzi o fotografie sul posto, soggetti umani in interni notturni dalle luci artificiali; b) usa colori irreali, opachi e di una gamma limitata, stesi con tratti giustapposti, sovrapposti o incrociati; c) diluisce i colori e lascia intravedere il fondo della tela e della carta; d) ha una linea di contorno nervosa, a volte spezzata, a volte elastica e veloce (→ linea sinuosa e scattante dell’ Art Nouveau) e) le composizioni hanno tagli fotografici o derivati dalle stampe giapponesi. f) oltre alla produzione di dipinti e disegni, realizza cartelloni pubblicitari di locali notturni, di spettacoli teatrali e anche di prodotti industriali, usando un segno marcato di contorno e campiture piatte (tecnica litografica) g) per l’uso non sempre naturale dei colori, per il segno deformante ed espressivo anticipa l’Espressionismo. SIMBOLISMO 1) Nasce ufficialmente nel 1886 con il Manifesto del Simbolismo dello scrittore Jean Moréas. 2) Nato come fenomeno letterario, in ambito artistico non è un movimento unitario, ma un clima culturale che si diffonde trasversalmente in tutta Europa, interessando artisti appartenenti a contesti diversi che vanno dal Divisionismo all’Art Nouveau, dall’Espressionismo al Futurismo. 3) E’ una reazione al Positivismo, alla sua fiducia nella scienza che tutto può conoscere e spiegare, soffocando ciò che non è razionale. 4) Critica l’Impressionismo perché considerato troppo freddo e realistico in quanto basato sulla pura impressione retinica e rivendica la rappresentazione di un mondo che va oltre la realtà sensibile, fatto di simboli e allegorie che possiamo soltanto intuire. 5) Attinge ai temi mitologici, religiosi e letterari già rifiutati da Realismo e Impressionismo, considerandoli come un velo oltre il quale emergono verità misteriose che riguardano l’esistenza umana come la vita e la morte, l’amore, la poesia e l’arte, ecc. 6) Si possono distingure due gruppi di artisti del Simbolismo: a) gli anticipatori, che lavorano dalla metà del secolo XIX, come Gustave Moreau e Pierre Puvis de Chavannes b) i simbolisti veri e propri come Odilon Redon e Rodin francesi, Arnold Böcklin tedesco e Segantini, divisionista italiano. 7) Non esistono uno stile e una tecnica unici, ma ogni artista fa scelte autonome: coesistono una pittura tradizionale per tecnica e, apparentemente per contenuto, con una pittura evocativa e poco definita. 8) Il Simbolismo pone le basi della Metafisica e del Surrealismo per il senso di mistero che comunica e per l’accostamento irrazionale di elementi apparentemente incongrui. DIVISIONISMO ITALIANO 1) Nasce tecnicamente per influenza delle teorie di Chevreul sul colore e per l’uso della pennellata divisa del Puntinismo, pur con una certa libertà nella stesura; queste novità arrivano a Milano grazie al pittore e mercante d’arte Vittore Grubicy de Dragon. 2) Si considera l’atto ufficiale di nascita del Divisionismo l’esposizione del 1891 nella Triennale di Milano del dipinto di Segantini Le due madri . 3) Le sue basi sono nella Scapigliatura lombarda degli anni ‘70 4) ) I contenuti della pittura divisionista italiana sono diversi da quelli francesi che proseguono le tematiche impressioniste. 5) Nel Divisionismo di possono individuare tre tendenze a proposito dei soggetti: a) un filone simbolista (v. Segantini); b) un filone realistico e di denuncia sociale(v. Morbelli, Longoni e Pellizza da Volpedo); c) un filone paesaggistico (v. Nomellini). 6) Non esiste una tecnica unica: Segantini e Previati usano filamenti di colore, mentre Pellizza da Volpedo e Morbelli sono più vicini ai Puntinisti francesi e usano puntini; in ogni caso si raggiunge un effetto di grande luminosità. SUDDIVISIONE SCHEMATICA DELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO ● ART NOUVEAU E SECESSIONI (ultimi decenni del XIX sec – inizi del XX) ● FAUVES ( 1905 – 1907) ● DIE BRÜCKE [o Espressionismo tedesco] (1905 – 1913) ● ESPRESSIONISMO AUSTRIACO ( 1907 - anni venti) ● IL CAVALIERE AZZURRO (1903 – 1912) ● CUBISMO (1907 – 1914) ● ECÓLE DE PARIS (primi decenni del secolo) ● ASTRATTISMO (1909 –anni quaranta) ● BAUHAUS (1919 – 1933) ● FUTURISMO (1909 – 1944) ● DADAISMO (1915 – 1922) ● METAFISICA (1910/15 – anni trenta) ● RITORNO ALL’ORDINE E DÉCO ( anni venti – trenta) ● SURREALISMO (1924 - anni quaranta) ● ARCHITETTURA RAZIONALISTA (1915 – anni sessanta) ART NOUVEAU CARATTERISTICHE GENERALI 1) Assume diverse denominazioni a seconda dei luoghi: ● Art Nouveau in Francia e Belgio ● Jugendstijl nell’area germanica (Secession a Vienna) ● Modern Style in Gran Bretagna e Stati Uniti ● Liberty o Floreale in Italia ● Modernismo in Catalogna ● Niewe Kunst nei Paesi Bassi 2) Nasce in Gran Bretagna in relazione all’avanzare della società industriale; da qui si diffonde in tutta Europa e oltre. Suo diretto precedente è l’esperienza delle Arts and Craft di William Morris. 3) Interessa tutti i settori, superando la distinzione tra arti maggiori (pittura, scultura, e architettura) e arti minori (dal mobile alla suppellettile, dal gioiello al cartellone pubblicitario). 4) Caratteri stilistici figurativi sono: a) l’asimmetria e l’ispirazione alla natura → linea avvolgente, serpentinata, sinusoidale e dinamica; b) repertorio iconografico stilizzato con animali e vegetali sinuosi← revival neogotico; c) colori piatti nell’opera grafica ← arte giapponese; d) contenuti simbolisti e letterari. 5) Importanza dell’Art Nouveau: ● consolida l’alleanza arte-industria ● ha eliminato in architettura l’eclettismo e nelle arti figurative l’accademismo ottocentesco ● apre la strada all’Astrattismo in pittura e al Razionalismo in architettura 6) Si individuano due filoni nell’architettura e nell’arredo dell’Art Nouveau: 1. Ricerca di funzionalità, sintesi delle forme, prevalenza delle linee rette, logicità delle strutture che prevale sulla loro piacevolezza, modularità (v. Scozia e Austria). 2. Coincidenza degli elementi decorativi con quelli strutturali, ricorso a motivi vegetali stilizzati e linearistici (“colpo di frusta”) (v. Belgio e Francia) . La situazione italiana si presenta in ritardo e vi prevale la decorazione floreale spesso sovrapposta ad edifici e a mobili ancora tradizionali. KLIMT (1862-1918) 1) Si forma alla Scuola di Arti decorative di Vienna → interesse per la decorazione e conoscenza delle tecniche artigianali. 2) Aderisce alla Secessione viennese, di cui diventa presidente e collabora alla rivista “Ver sacrum”. 3) Ad una prima attività di successo nella decorazione di palazzi ufficiali, segue una fase considerata scandalosa per la mentalità dell’epoca a causa dei contenuti scabrosi e provocatori. 4) Alla formazione del suo linguaggio figurativo contribuiscono vari elementi: ● gli studi sulla psicanalisi di Freud → psiche femminile, fémme fatale ● i viaggi a Ravenna e a Venezia → mosaici bizantini, uso dell’oro ● le stampe giapponesi di Hokusai e Utamaro → bidimensionalità ● la conoscenza dell’arte greca e dell’antico Oriente ● la conoscenza della forma delle cellule e del mondo organico ● l’influenza del Simbolismo → contenuti allegorici e simbolici (v. binomio amore-morte) 5) Caratteristiche della sua pittura: ● bidimensionalità delle immagini e appiattimento dello spazio ● linearismo ● decorativismo esasperato che non si limita agli sfondi, ma invade le figure ● violento contrasto tra i corpi realistici (talvolta in modo brutale) e tridimensionali da un lato e il preziosismo cromatico della decorazione e la sontuosità dell’oro degli sfondi dall’altro, dagli effetti bidimensionali ● immagine impietosa della donna, percepita come nemica dell’uomo ● scelta di soggetti macabri, scandalosi, dal contenuto esplicitamente sessuale ESPRESSIONISMO 1) Sotto il termine di Espressionismo vanno compresi i movimenti: 4) Parte da Klimt, ma ne semplifica i fondi, ne mitiga le decorazioni ossessive e bizantine, ne deprime il colore. 5) Si dedica soprattutto a ritratti e autoritratti in disegni dal vero in cui mostra corpi nudi e tormentati, mutilati e deformati, in atteggianenti erotici espliciti. Affronta tabù del comportamento come l’omosessualità femminile e l’autoerotismo; riduce l’anatomia a quella di esseri scorticati in cui proietta la sua interiorità tormentata. 6) Dipinge anche paesaggi innovativi e anticonvenzionali nel taglio compositivo e nell’uso della prospettiva, dando loro un significato simbolico. KOKOSCHKA 1) Ben inserito nel mondo artistico e culturale di Vienna negli anni precedenti la prima guerra mondiale, è amico di Loos, Schiele, Schönberg e conosce gli studi di Freud. 2) Si forma nella Scuola di arti decorative di Vienna, già frequentata da Klimt e, dopo essersi diviso tra la carriera letteraria e quella artistica, decide di dedicarsi alla pittura su incitamento di Loos. 3) Nelle opere giovanili si ispira all’Art Nouveau (Klimt) e a Van Gogh, a El Greco e all’arte tedesca del XVI secolo. 4) Realizza soprattutto dei ritratti in cui non cerca la verosimiglianza col soggetto ma scava dentro quasi facesse un’indagine psicanalitica e insieme mostra il suo stato d’animo . 5) Usa un colore materico e violento, dispone le pennellate secondo moti rotatori, distorce le forme per esprimere il suo stesso stato di solitudine e di depressione. 6) Anche lui è accusato di essere un “artista degenerato e sue opere sono requisite e distrutte. 7) Nel secondo dopoguerra, allentatasi la tensione morale, l’esasperazione espressionista si placa → colori vivaci quasi neoimpressionisti. CUBISMO (1907 – 1914) • Pablo Picasso (1881-1973) • Georges Braque (1882-1963) • Juan Gris (1887-1927) • Robert-Victor-Felix Delaunay (1885- 1941) 1) Si divide in tre fasi: • Protocubismo (1907-1909) • Cubismo analitico (1909-1912) • Cubismo sintetico (1912-1914) Il nome deriva dai commenti del critico Vauxcelles (→ paesaggi a cubetti); in effetti la realtà è scomposta in piani e volumi elementari. 2) Non è un movimento unitario (anche se Picasso e Braque lavorano in comune), non ha prodotto manifesti programmatici. 3) Si introduce il concetto di quarta dimensione (=il tempo) come definito nel saggio di Apollinaire, poeta e teorico del gruppo, scritto nel 1913. 3) PROTOCUBISMO: è la fase iniziale che parte con la mostra retrospettiva di Cèzanne nel 1907 ad opera di Braque e Picasso (che nello stesso anno dipinge Les demoiselles d’Avignon). Si tratta di paesaggi realizzati negli stessi luoghi di quelli di Cèzanne, di cui esasperano la semplificazione geometrica . 4) CUBISMO ANALITICO: consiste nello scomporre gli oggetti della vita quotidiana secondo i principali piani che li compongono → piattezza dei volumi e perdita del chiaroscuro, progressiva riduzione dei colori, principio di simultaneità (= sovrapposizione in una stessa immagine di più punti di vista). 5) Sono nature morte in interni, dai colori grigio e bruno. Dal 1911 Braque comincia a introdurre lettere dell’alfabeto che evitano al dissolvimento dell’immagine di cadere nell’astrazione 6) Vengono introdotti imitazioni di legno e di marmo, titoli di giornali → papiers collés (= carte incollate) e collages ( bidimensionali = appiccicare sulla tela del legno, della carta da parati, delle stoffe), tecniche che saranno sviluppate nel Cubismo sintetico e riprese dai Surrealisti e dai movimenti artistici del secondo dopoguerra. 7) CUBISMO SINTETICO: l’oggetto smontato viene ricomposto e, anche se non in forma originaria, è tuttavia riconoscibile come concreto con l’inserimento di parti a collages e bricolages (= collages tridimensionali che anticipano i ready- made dadaisti, gli objet trouvé surrealisti e gli assemblage postbellici). 8) È una pittura che non esprime movimento, a differenza del Futurismo che ne viene influenzato. 9) Non usa volutamente il colore dei Fauves → differenza col Cubismo Orfico di Delaunay che è convinto che il colore da solo possa creare ritmo e movimento. BRAQUE 1) Dopo un percorso formativo poco lineare, nel 1907 conosce Picasso, riscopre Cézanne ed è impressionato dalle maschere africane. 2) Negli anni del Cubismo analitico lavora in simbiosi con Picasso, facendo a gara con lui, tanto che spesso le loro opere sono indistinguibili; ma se in Picasso prevalgono l’aspetto intuitivo e la forza immaginativa, Braque preferisce la riflessione e la misura. 3) Il sodalizio si interrompe con la partenza come volontario nella prima guerra mondiale. Al ritorno, la sua produzione si fa meno esasperata e più serena , con composizioni chiare e semplici. 4) Nei decenni successivi sviluppa due importanti serie di dipinti: gli Ateliers e gli Uccelli. PICASSO 1) Giudicato come il più importante pittore del XX secolo, ha un lungo e mutevole itinerario artistico, fatto di continui ribaltamenti. 2) •1881-1900. - Figlio di un modesto pittore che è stato il suo primo maestro, è stato un bambino prodigio che segue la tradizione spagnola, • 1901-1904. Periodo blu – È a Parigi, subisce l’influsso degli Impressionisti e di Toulouse- Lautrec, si accosta al Simbolismo. Dipinge il mondo dei derelitti con colori freddi che simboleggiano malinconia. •1904-1906. Periodo rosa - I colori diventano caldi e più luminosi. Soggetto ricorrente è il mondo del circo (Arlecchino). •1907-1908. Dipinge Les demoiselles d’Avignon → nascita del Cubismo. •1908-1911. Cubismo analitico e lavoro in comune con Braque. •1911-1917. Cubismo sintetico. •1917-1924. Classicismo - Compie un viaggio in Italia nel 1917 → pittura classicista con figure femminili monumentali, dolci, dai volumi espressi sinteticamente. Lavora come costumista e scenografo. •1925-1927. “Età dei mostri” - La fisionomia delle figure perde ogni legame col reale (occhi, naso, bocca assumono posizioni intercambiabili). L’impegno civile e politico si esprime in Guernica . •1937-1973. Ultima fase, caratterizzata da un’intensissima attività creativa che riguarda anche la ceramica, la grafica e la scultura (soprattutto dal 1946). Rende omaggio ai grandi maestri sotto forma di citazioni e fa lavori sul rapporto tra pittore e modella. FUTURISMO (1909 – 1944) • Umberto Boccioni (1882-1916) • Giacomo Balla (1871-1958) • Gino Severini (1883-1966) • Antonio Sant’Elia (1888-1916) • Fortunato Depero (1892-1960) • Gerardo Dottori(1884-1977) 1) Nasce il 20/02/1909 a Parigi con la pubblicazione del Manifesto del Futurismo scritto da Marinetti. 2) Il Manifesto del Futurismo in 11 punti programmatici rifiuta e vuole distruggere la cultura tradizionale (passatismo) ed esalta dinamismo e velocità attraverso il mito della macchina. 3) Alla base del Manifesto ci sono le teorie sulla volontà di potenza e sul superuomo di Nietzsche, le idee sullo scorrere soggettivo del tempo di Bergson, la cronofotografia di Marey e gli studi sul movimento di Muybridge. 4) Successivi manifesti sono: ● Manifesto dei pittori futuristi (1910) ● Manifesto tecnico della pittura futurista (più tardo) ● Manifesto tecnico della scultura futurista (1912) ● Programma politico futurista (1913) ● Manifesto dell’architettura futurista (1914) ● Ricostruzione futurista dell’universo (1915) Esistono poi ulteriori manifesti dei musicisti futuristi, dei drammaturghi futuristi, della cinematografia futurista, della danza futurista, dell’aeropittura, dell’arte sacra futurista e della letteratura futurista. 5) Altro strumento di diffusione delle idee futuriste sono le Serate futuriste. 6) I Futuristi sono interventisti, molti si arruolano volontari e alcuni muoiono. Dal 1913 al 1920 Marinetti costituisce un partito futurista; durante il ventennio il movimento futurista mantiene una certa autonomia e negli anni trenta mantiene vivo l’interesse per l’arte moderna, contro le scelte ufficiali del regime fascista . 7) Il Futurismo svolge un ruolo fondamentale anche nel rinnovamento della scultura e dell’architettura, aprendo successive strade all’arte del Novecento. 8) Si tratta dell’ultima esperienza artistica italiana di valore internazionale, come dimostrano i movimenti artistici che ne derivano, dal Vorticismo anglosassone, al Raggismo e al Cubofuturismo in Russia, e l’influenza esercitata sugli artisti tedeschi degli anni della prima guerra mondiale. 9) Il vero erede del Futurismo è tuttavia il Dadaismo che per la sua carica eversiva porta le idee futuriste alle estreme conseguenze. 10) Importante è il rapporto tra Cubismo e Futurismo: il Cubismo fu di aiuto a frantumare gli oggetti, a liberarsi del puntinismo e a trattare il colore in modo meno sgargiante. Le differenze sono: 1) I Futuristi hanno contenuti simbolici, i Cubisti no; 2) i Futuristi cercano di rendere il movimento, mentre i Cubisti creano immagini statiche (nature morte o ritratti); 3) i Futuristi hanno una base teorica e affermano le loro idee in modo chiassoso, mentre il Cubismo non ha manifesti e nasce dal lavoro schivo di Picasso e Braque; 4) i Futuristi hanno una marcata ideologia politico-sociale, i Cubisti no; 5) i Futuristi si occupano di ogni forma d’arte, i Cubisti solo di pittura e scultura. 11) La critica ha distinto: a) un Primo Futurismo “eroico” (Marinetti, Balla, Boccioni, Sant’Elia) che si esprime in pittura e scultura, avendo come luogo di diffusione i musei e le Gallerie (con l’eccezione delle “Serate futuriste”), da b) un Secondo Futurismo che, proprio a partire dalla "Ricostruzione futurista dell'universo" di Balla e Depero, entrò veramente nella vita quotidiana della gente, e lo fece grazie alla pubblicità, all‘arredamento, agli allestimenti teatrali, alla moda, all‘architettura, all’arte postale. BALLA 1) Comincia come divisionista, mostrando da subito grande interesse per il verismo e per lo studio della luce. Nel 1910 aderisce al futurismo, sottoscrivendone il manifesto iniziale ed altri successivi manifesti. 2) La sua prima produzione futurista è dedicata al dinamismo, risentendo delle contemporanee 8) Gli artisti dada passeranno ad altre esperienze artistiche: chi al Surrealismo, chi all’Astrattismo, chi cesserà ogni attività. HUGO BALL - Imprenditore teatrale e poeta, è famoso per le sue performance al Cabaret Voltaire di Zurigo dove si recitavano poesie di parole senza senso alternate a rumori cacofonici, si suonava musica “negra”(= jazz), si tenevano improvvisazioni teatrali. TRISTAN TZARA - Poeta, autore di testi poetici costruiti sulla semplice combinazione casuale di parole; diventa poi surrealista. HANS (o JEAN ) ARP - Pittore e scultore, basava la sua arte sul caso, ottenendo composizioni astratte, in rapporto col Bauhaus; si trasferisce successivamente a Parigi e diventa surrealista. KURT SCHWITTERS - Inventore dell’opera ambientale = sedimentazione disordinata di oggetti di varia natura dal valore affettivo e simbolico collocati all’interno dello studio dell’artista. MAN RAY - Prima pittore cubista, dopo l’incontro con Duchamp produce gli oggetti d’affezione, molto vicini ai ready-made dell’amico, titolati con giochi di parole e presentati come fotografie. Come fotografo sperimenta varie tecniche di cui la più importante è la rayografia (= foto di oggetti ottenuta per contatto con la pellicola e per esposizione alla luce). DUCHAMP 1) Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, si occupò di pittura (attraversando le correnti del Fauvismo e del Cubismo), fu animatore del Dadaismo e del Surrealismo, e diede poi inizio all’Arte concettuale, ideando il Ready-made (= prefabbricato) e l'assemblaggio (o ready-made rettificato). 2) Il suo periodo dada si divide tra Parigi e New York (dal 1915) 3) Dal 1913 sostituisce progressivamente alla pittura i suoi ready-made e dal 1923 smette di fare l’artista dedicandosi ad altro: gli scacchi, la consulenza a collezionisti (v. Peggy Guggenheim) e a gallerie. 4) Ha costruito un nuovo prototipo di artista da intendersi come intellettuale sempre pronto a proporsi in maniera inaspettata, anche solo per il piacere di essere diverso dal normale. L’anormalità, intesa come rifiuto di qualsiasi norma, diventa pratica sia di arte sia di vita. 5) Rifiuta la pittura "retinica“ (nata dall’Impressionismo e proseguita con le avanguardie storiche cubiste e futuriste) o "olfattiva" (con riferimento all’odore di trementina) a favore di un’arte puramente intellettuale che eleva ad opera d’arte qualunque oggetto, anche il meno nobile, con intento provocatorio. 6) Le sue opere possono essere inscritte in tre categorie principali: i dipinti, gli oggetti e le fotografie (spesso di sé stesso). 7) Della sua opera resta molto poco perché lui stesso non dava importanza all’oggetto in sé, ma all’idea, per cui i suoi ready-made “originali” sono stati subito distrutti e poi rifatti. METAFISICA (1917 – anni venti) • Giorgio De Chirico (1888-1978) • Alberto Savinio (1891-1952) • Carlo Carrà (1881-1966) • Giorgio Morandi (1890-1964) 1) Nasce ufficialmente a Ferrara nel 1917 con l’incontro di De Chirico, Savinio e Carrà e con l’adesione l’anno successivo di Morandi. 2) Il nome di Metafisica, di origine filosofica, significa: «Ciò che supera la natura» (= che va oltre ciò che vediamo). 3) Nasce come reazione al Futurismo italiano e all’Impressionismo; del primo rifiuta il dinamismo, la scomposizione delle forme, il disprezzo della tradizione, del secondo l’immediatezza visiva e lo spazio indefinito. 4) Precede cronologicamente Dada e Surrealismo, infatti entrambi i movimenti ne furono influenzati: riviste dadaiste pubblicarono scritti di De Chirico e i Surrealisti lo considerarono un precursore delle loro ricerche. 5) In realtà De Chirico già dal 1910 aveva iniziato una pittura basata sul rispetto della tradizione classica e quattrocentesca che rientrerà poi nel generale «ritorno all’ordine» europeo degli anni venti con il confluire della Metafisica nella corrente di Valori Plastici. 7) Descrive una realtà che va al di là delle apparenze sensibili: a) le immagini danno un senso di mistero, di allucinazione o di sogno; b) le costruzioni prospettiche hanno molteplici punti di fuga incongruenti tra loro; c) le immagini sono statiche (→ scena fuori dal tempo); d) risulta assente la figura umana se non sotto forma di manichino, statua, ombra → solitudine; e) le campiture di colore sono piatte e uniformi; f) il segno di contorno è netto; g) i volumi sono solidi e ben definiti dal chiaroscuro. h) Le ombre sono troppo lunghe rispetto agli orari del giorno rappresentato. i) ha riferimenti filosofici a Nietzsche e alla mitologia greca antica. 8) Nonostante alcune somiglianze, a partire dal nome (Metafisica= al di là della fisica, cioè della natura; Surrealismo= al di là del realismo), e il fatto che cronologicamente la Metafisica è precedente, i due movimenti sono diversi: la Metafisica è una reazione al Futurismo e all’Impressionismo e non ha una connotazione politica, il Surrealismo si basa sugli studi di Freud e fa ricorso al sogno, all’automatismo, all’inconscio. DE CHIRICO 1) Nasce in Grecia → amore per la cultura classica e la mitologia. A Monaco frequenta l’Accademia di Franz von Stuck ed è influenzato dal simbolista Böcklin; ammira Nietzsche e accoglie i suggerimenti dei suoi scritti. 2) Tornato in Italia, dipinge le «opere dell’enigma» e la serie delle Piazze d’Italia; nel 1911 compaiono le prime nature morte e manichini, statue, automi al posto della figura umana. 3) Ricoverato all’ospedale militare psichiatrico di Ferrara nel 1917, dà il via ufficiale alla pittura metafisica con Carrà, Savinio, De Pisis e verso gli anni venti finisce questa sua esperienza. 4) Dal 1918 al 1922 abbiamo il cosiddetto Periodo classico di Valori Plastici, col ritorno alla tradizione italiana da Giotto ai grandi maestri del Rinascimento e la presa di posizione contro le avanguardie. 5) A questa fase ne succedono velocemente altre (tra cui un passeggero avvicinamento al Surrealismo) che si possono ricondurre a due filoni: 1) un classicismo baroccheggiante, dalla pennellata più sfrangiata e virtuosa; 2) repliche e variazioni dei suoi lavori metafisici, eseguiti per motivi commerciali. CARRA’ PITTURA METAFISICA 1) Reduce dalla precedente adesione al Futurismo, si stacca da questo per cercare l’immagine statica, rifacendosi a Rousseau, Giotto e Paolo Uccello. 2) Nel 1917, mentre è convalescente nell’ospedale militare di Ferrara, incontra De Chirico e con lui inizia la breve esperienza metafisica. 3) Mentre in De Chirico è l’attesa a determinare l’enigma e l’impressione che qualcosa di incontrollabile stia per accadere, in Carrà è la sospensione del gesto. 4) Tende al recupero totale della tradizione pittorica italiana del tre-quattrocento e alla sua spiritualità, sostenuto da Valori Plastici e da Realismo magico. SURREALISMO (dal 1924 ) • Max Ernst (1891-1976) • René Magritte (1898-1967) • Joan Miró (1893-1983) • Salvador Dalì (1904-1989) 1) Nel 1924 il poeta André Breton pubblica il Primo manifesto del Surrealismo (cui ne seguiranno un secondo nel 1930 e una introduzione a un terzo nel 1942). 2) Partendo dagli studi di Freud sulla psiche umana, Breton propone il concetto di “Surrealismo” che definisce come: «automatismo psichico puro che esprime il funzionamento del pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione e al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale». → Si può raggiungere la realtà superiore o surrealtà in cui veglia e sogno si conciliano. 3) La bellezza surrealista nasce dalla presenza contemporanea di oggetti reali che non hanno nulla in comune in uno stesso luogo estraneo ad essi → il Surrealismo è arte figurativa (con l’eccezione di Mirò). 4) Per ottenere una pittura automatica (← scrittura automatica) si usano diverse tecniche: a) cadavres exquis (= lavoro a più mani) ; b) frottage (= strofinamento); c) grattage (= grattamento o raschiamento); d) collage; e) fotomontaggio; f) decalcomania. Per la scultura, gli objets trouvés(= associazioni improbabili di oggetti). 5) Alla prima mostra collettiva del 1925 parteciparono artisti di varia provenienza, come Arp, Ernst, Mirò, Man Ray, Picasso, De Chirico e Klee, alcuni dei quali poi alcuni se ne andarono. 6) A differenza dei Dadaisti, anarchici e distruttivi, i Surrealisti credevano in una nuova scienza, la psicanalisi, e aderirono all’ideologia rivoluzionaria e comunista per costruire una nuova società. 7) Il Surrealismo ha anche una cinematografia: Buñuel e Dalì (Un chien andalu del 1929) e Buñuel (L’age d’or del 1930), particolarmente violenti e scandalosamente erotici ERNST 1) Dopo un periodo dada, incontra Breton e passa al Surrealismo dal 1922 al 1938. 2) Si trasferisce nel 1941 negli Stati Uniti dove sposa Peggy Guggenheim e nel 1943 torna in Francia. 3) Ha inventato il frottage e utilizza spesso il collage e la decalcomania come mezzi della pittura automatica. 4) Leggendo i testi di Freud, realizza opere cariche di simboli onirici e di allusioni erotiche che conferiscono un fascino misterioso e inquietante. MIRÒ 1) Inizialmente attratto dal Puntinismo, dai Fauves, dal Cubismo, dall’Espressionismo e dal Futurismo, nelle prime opere prende la realtà come modello in modo analitico. 2) Nel 1924 aderisce al Surrealismo e produce una pittura totalmente diversa, dando libero sfogo alla fantasia, creando un sistema di segni e di figurette in parte geometriche e in parte zoomorfe allusive alla realtà; i colori sono vivaci e comunicano un senso di gioia. 3) Nel 1929 cambia idea e “rifiuta di fare cose belle” → si dedica all’antidipinto (= collage dI materiali inconsueti e sgradevoli). Nel 1930 ritorna alla pittura praticando l’automatismo psichico. ● Il trasferimento a Dessau (1925-1932), in una sede progettata da Gropius, sotto la direzione di questi prima, poi di Meyer e di Mies van der Rohe. ● L’ultimo periodo a Berlino (1932-1935), sotto la direzione di van der Rohe. 2) Nasce come unione dell’ Accademia d'arte e della Scuola di arti e mestieri. Di Weimar; è una scuola democratica in cui allievi e docenti studiano, vivono e lavorano insieme, fondata sull’esperienza pratica; accoglie allieve e docenti donne. 3) Vi sono rappresentate tutte le tendenze della moderna ricerca artistica: pittura, scultura, grafica, architettura, tessitura, cartellonistica pubblicitaria,, urbanistica, disegno industriale (per la produzione industriale di arredi e di oggetti d’uso). 4) Gli insegnanti seguono gli allievi durante tutto il percorso creativo: progettazione, sperimentazione, realizzazione in officina dei prototipi per l’industria. 5) I corsi si dividevano in un corso propedeutico di sei mesi, in cui gli allievi studiavano le caratteristiche dei materiali, del colore, delle forme naturali e geometriche e le leggi della percezione visiva sotto la guida di Kandinskij, Klee, Moholy-Nagy, Itten e poi Albers. ->Nella seconda fase, di tre anni, l’allievo era impegnato in attività di laboratorio (falegnameria, metalli, tessitura, fotografia, stampa, scultura, ceramica, pubblicità), dove si apprendevano e si sperimentavano le caratteristiche tecniche e di lavorazione dei materiali sotto la guida di Marcel Breuer, Marianne Brandt, Gunta Stölzl, ecc. ->La terza fase prevedeva lo studio della progettazione architettonica, con un tirocinio nei cantieri edili, ma prevedeva anche l’interazione tra i linguaggi visivo, musicale, di teatro e danza. I maestri erano Gropius e Schlemmer. 6) La fase di Weimar ha un’impronta prevalentemente artistica, mentre col trasferimento a Dessau prevale la produzione di oggetti e nell’ultimo periodo l’interesse per l’architettura. 7) Nel campo dei mobili, soprattutto per sedie e poltrone fu escogitata da Breuer la soluzione geniale di sostituire il legno con tubi di metallo cromato e la pelle con il tessuto → mobili più economici, robusti e veloci da realizzare rispetto a quelli tradizionali, tanto che sono in produzione ancora oggi. ARCHITETTURA FASCISTA • Giuseppe Terragni (1904-1943) • Gio Ponti (1897-1979) • Marcello Piacentini (1881-1960) • Giovanni Michelucci (1891-1990) 1) Mentre il Razionalismo tedesco è espressione di una società democratica desiderosa di venire incontro ai bisogni delle masse popolari e all’affermazione del nazismo viene perseguitato, il Razionalismo italiano si sviluppa all’interno della dittatura fascista, diventandone quasi l’espressione artistica prediletta per la volontà di cambiamento e di rifiuto delle tradizioni. 2) ll regime fascista tra le due guerre promuove massicce iniziative architettoniche e urbanistiche (ridisegno di intere aree urbane, costruzione di nuovi edifici pubblici e di monumenti, creazione di quartieri residenziali e di zone industriali, fondazione di nuove città). Alcuni interventi sono rilevanti, come l’EUR, altri sono pure operazioni di propaganda, altri sono scempi come via della Conciliazione. 3) Con il consolidarsi del regime l’architettura cambia, passando dalla purezza geometrica dei volumi ad un sempre maggiore monumentalismo → ricchezza dei materiali di rivestimento, predominanza degli effetti scenografici, classicismo freddo (v.Piacentini). ARCHITETTURA NAZISTA 1) E’uno stile architettonico, espressione del Terzo Reich, sviluppatosi in Germania durante la dittatura di Hitler; è un esempio di architettura totalitaria che rientrava nei piani del Partito nazista per la realizzazione di una rinascita culturale e spirituale della Germania, rafforzandone la coscienza nazionale, in parallelo con quanto avveniva in Italia e in Unione Sovietica. 2) Di conseguenza il modernismo architettonico era condannato e soppresso a favore di uno stile neoclassico. 3) L'Architettura nazista ha tre ruoli primari nella creazione del suo nuovo ordine: a) funzione Teatrale → grandiosità, b) funzione Simbolica→ richiamo alla Roma imperiale, c) funzione Didattica → propaganda per la creazione di un nuovo ordine. 4) Caratteristica principale dell’architettura nazista è il gigantismo. 5) Il suo principale rappresentante è Albert Speer, inventore delle “cattedrali di luce” per le adunate del partito. Nella progettazione dei monumentali edifici di regime, Speer sostenne la teoria del "valore delle rovine" (entusiasticamente accolta da Hitler) secondo cui la grandiosità dei nuovi edifici avrebbe lasciato rovine altrettanto grandiose per migliaia di anni a venire, testimoniando la grandezza del Terzo Reich alle generazioni future. RITORNO ALL’ORDINE • 1918-1922 Valori Plastici • 1922-1929 Gruppo Novecento 1) Il movimento “Novecento”, nato nel 1922 a Milano, si presenta ufficialmente nel 1923 con un'esposizione alla Galleria Pesaro delle opere di 7 artisti tra cui Mario Sironi e Achille Funi, provenienti da esperienze e correnti artistiche differenti, ma strette da un senso comune di Ritorno all’ordine. 2) E ’un'arte che dopo le eccessive sperimentazioni delle avanguardie (soprattutto del Futurismo) torna ad avere di nuovo come supremo riferimento l'antichità classica, la purezza delle forme e l'armonia nella composizione. 3) Il movimento Novecento si manifesta anche nella letteratura e soprattutto nell'architettura. 4) “Coordinatrice” del movimento era la critica d'arte Margherita Sarfatti, stretta collaboratrice e amante di Mussolini. Le mostre del gruppo furono: nel 1924 alla Biennale di Venezia, con opere caratterizzate da forme plastiche e geometriche, privilegiando ritratti, nature morte e paesaggi; nel 1926 alla Permanente di Milano con centodieci artisti, i più importanti del panorama italiano; nel 1929 con una seconda esposizione. 5) Del Gruppo fecero parte tra gli altri i pittori: Felice Casorati, Achille Funi, Gino Severini, Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Antonio Donghi, Virgilio Guidi, Giorgio Morandi, Ubaldo Oppi e gli scultori Arturo Martini, Francesco Messina, Adolfo Wildt. 6) Comune era la convinzione che la pittura dovesse guardare alla grande tradizione italiana, da Giotto al Rinascimento, e rivisitarla con canoni attuali. Il movimento fu molto seguito, non solo per motivazioni politiche ma soprattutto per il grande talento degli artisti che ne fecero parte. 7) Un filone all’interno di Novecento, in linea con altre esperienze non solo europee (come la Nuova Oggettività tedesca o il realismo dello statunitense Edward Hopper), è il cosiddetto “Realismo magico” che in Italia ha per maggiori esponenti Antonio Donghi, Felice Casorati e Cagnaccio di San Pietro. Oltre a rifarsi alla tradizione nazionale, prendendo particolare spunto dalla tradizione figurativa del Trecento e del Quattrocento, si caratterizza, soprattutto nei suoi esiti in Italia, per una resa della realtà precisa, curata nei particolari e ben definiti nello spazio; lo scenario è immobile, incantato, immerso in una magica sospensione; i personaggi vivono una situazione di classicità assorta e spesso dall'effetto inquietante. 8) Intorno agli anni trenta e fino alla II guerra mondiale si sviluppa la cosiddetta “Scuola romana” in netta contrapposizione alla sensibilità del Ritorno all'ordine. È un sodalizio spontaneo di artisti (Scipione, Mario Mafai e Antonietta Raphaël, Renato Guttuso, Mirko Basaldella, Corrado Cagli), che si incontrano nello studio di Scipione, unito non da vere e proprie direttive programmatiche, ma piuttosto da amicizia, sintonia di intenti culturali e dalla coesione pittorica. Si rivolgono all´espressionismo europeo, proponendo una pittura neo-barocca, selvaggia, espressiva, disordinata e violenta, dai toni caldi ocra e bruno rossastri, caratterizzata da una visionarietà nettamente espressionista. LA SECONDA METÀ DEL NOVECENTO HENRI MOORE (1898 -1986) 1) Uscito dalla Scuola d’arte, si interessa della scultura classica e rinascimentale che vedrà dal vivo in Italia (Michelangelo), ma anche alla scultura africana, primitiva ed esotica ed è affascinato dalla perfezione delle forme naturali di minerali, conchiglie, ossi e fossili. 2) Nel viaggio del 1925 in Francia, Spagna e Italia conosce a Parigi le avanguardie contemporanee del Surrealismo (in particolare Arp) e dell’Astrattismo). 3) Suo interesse quasi esclusivo è la figura umana, in particolare femminile, che realizza su scala monumentale. Le forme femminili sono sinuose e avvolgenti come quelle naturali (v. le Maternità), quelle maschili dure e squadrate. 4) Negli anni Quaranta del novecento introduce nelle sue sculture dei vuoti che attraversano la figura da parte a parte (→ rivelazione simbolica della realtà più intima e nascosta dell’uomo). Negli anni Cinquanta e Sessanta realizza opere monumentali fatte per stare all’aperto, a contatto con la natura e in relazione ad essa. 5) Nelle sue opere Moore parte da un’ispirazione figurativa che poi si trasforma in astratta o non completamente figurativa; costruisce potenti forme antropomorfe, dai volumi pieni fusi in bronzo o scolpiti nella pietra, che apre per renderle più partecipi dello spazio (non è tanto la forma che si apre, quanto lo spazio che entra dentro di lei = scultura «a levare») . 6) Si propone sempre il rispetto dei materiali, cioè il non nasconderli, valorizzandone le proprietà intrinseche. In questo può essere accostato agli architetti suoi contemporanei come Wright. ALEXANDER CALDER (1898 - 1976) 1) Figlio e nipote di artisti, si dedica abbastanza tardi alla scultura e, dopo una prima formazione statunitense, si reca a Parigi nel 1926 e qui comincia a costruire giocattoli (v. il Circo) e sculture di filo di ferro, diventando amico di molti artisti dell‘Avanguardia, incluso Mirò, Arp e Duchamp. 2) Nel 1930 Mondrian lo convince a passare all’Astrattismo; entro la fine del 1931 arriva rapidamente alle sculture delicate che derivavano il loro moto dalle correnti d'aria negli ambienti (mobiles), ma sperimenta anche sculture astratte autoportanti e monumentali, soprannominate stabiles da Arp per differenziarle dai mobiles. 3) I materiali usati per i mobiles sono: filo di ferro, lamiera verniciata con i colori primari, il bianco e il nero; per gli stabiles sono: acciaio per gli scafi delle navi, verniciato di nero o di rosso, con parti in origine saldate a fuoco, poi imbullonate. Durante la guerra, non potendo disporre di acciaio, usa legno e filo di ferro (v. le Costellazioni). entra in scena un linguaggio fatto di sigle trine («forchette») che si dispongono con tre combinazioni grafiche impiegate per descrivere lo spazio (l’orizzontale, la verticale, la curva) come strutture aperte, dinamiche. Sembrano calligrammi arcaici e misteriosi, ma in qualsiasi Superficie da quell’unica matrice prolifera e si sviluppa un campo pulsante di relazioni, di forze visive, in un gioco di infiniti concatenamenti. Le sigle sono nere, il colore non è mai materico, le campiture sono piatte. 8) EMILIO VEDOVA (1919-2006) La formazione veneziana, basata sull’uso del colore, e la lezione futurista ed espressionista lo portano ad esprimersi con esplosioni di pennellate contrastanti in grandi cicli dedicati a conflitti sociali. Partito da un'impostazione di matrice futurista e neocubista (ciclo Europa, 1950; ciclo della Protesta, 1953), giunge, attraverso il progressivo abbandono delle griglie geometriche e una costante sperimentazione tecnica e materica, ad una libera e dinamica gestualità informale che trova espressione, dagli anni Sessanta, anche in serie di costruzioni dipinte (in ferro, legno, cartone, vetro, ecc.) ed environments (cicli Lacerazione, 1977-78; Per uno spazio, 1989-90). ESPRESSIONISMO ASTRATTO / ACTION PAINTING USA • Jackson Pollock (1912-1956) • Mark Rothko (1903-1970) 1) L’ Arte informale statunitense corrisponde all’Informale europeo contemporaneo, di cui condivide le cause, le motivazioni e le ricerche. 2) Tuttavia da un lato è legata alle tradizioni pratiche del popolo americano, dall’altro agli influssi esercitati dai molti artisti europei, soprattutto espressionisti e surrealisti, rifugiati durante la guerra. 3) Sue espressioni sono l’Action Painting (letteralmente "pittura d'azione“ gestuale) di Pollock e il Colorfield Painting di Rothko. 1) JACKSON POLLOCK (1912-1956), dalla vita breve e sregolata, è il massimo esponente dell’Action Painting. Dopo una formazione abbastanza irregolare, è affascinato dalla pittura popolare messicana e dai riti magico-propiziatori dei nativi americani, ma anche dalle teorie psicanalitiche e dalle ultime avanguardie culturali europee. Nel 1947 mette a punto la tecnica del dripping (letteralmente sgocciolatura, parzialmente anticipata da Ernst) usando colori sintetici puri fatti gocciolare o schizzare dal pennello su tele o cartoni distesi al suolo. Il pittore, quasi in uno stato inconsapevole, si muove in cerchio come in una danza con sottofondo musicale, facendo cadere il colore in modo casuale, e quindi sempre diverso, fino a riempire completamente la superficie. 2) MARK ROTHKO (1903-1970) Concettualmente agli antipodi dell’Action Painting è il Colorfield Painting di Rothko, cioè la pittura per campi o bande di colore, nel quale non è tanto il contenuto gestuale o anticonformista a definirlo, quanto il colore e la sua capacità di provocare emozioni. Di origine lituana, dopo aver interrotto gli studi universitari, dal 1923 si dedica alla pittura, iniziando come realista e diventando surrealista dal 1940, con soggetti soprattutto mitologici. Dal 1946 al 1949 comincia a semplificare le forme e a valorizzare il colore, fino a raggiungere nel 1949 la liberazione del colore dalla forma, riducendo le macchie fino a tre e poi due che occupano tutta la tela: rettangoli dai bordi incerti che sembrano fluttuare sopra il fondo monocromo della tela senza cornice. La sua ultima opera prima della morte per suicidio sono i pannelli cupi e neri per la Cappella de Menil alla St. Thomas Catholic University di Houston. NEW DADA/ NOUVEAU RÈALISME • Robert Rauschenberg (1925-2008) • Jasper Johns (1930) 1) In conseguenza del boom economico del dopoguerra negli Stati Uniti, con l’importanza attribuita agli oggetti come status symbol, cominciano a diffondersi opere che li includono, unendo scultura e pittura e utilizzando tecniche molto diverse tra loro e impiegate contemporaneamente (Combine Painting). 2) Nel nome ricorda il Dada e la sua carica eversiva, insistendo sul legame tra opera d’arte e oggetto comune e così aprendo la strada alla Pop Art. Gli artisti fanno ricorso a materiali di recupero e a oggetti di uso comune, privi di valore estetico, ma esaltati dalla comunicazione di massa. 3) Il corrispondente europeo contemporaneo del New Dada è il Nouveau Réalisme nato nel 1960 , i cui esponenti usavano oggetti reali e i veri soggetti di un’opera erano la creatività e la sensibilità dell’artista (v. Yves Klein e Piero Manzoni). 4) Gli artisti più significativi del New Dada negli Stati Uniti sono Robert Rauschenberg e Jasper Johns. 1) ROBERT RAUSCHENBERG, fotografo e pittore statunitense, è stato erroneamente considerato appartenente alla Pop Art, che ha comunque ispirato. All’inizio realizza dipinti monocromi che assorbono la vita intorno loro, poi mette a punto la tecnica del Combine Painting (assemblaggi di disegni, fotocopie, pagine stampate inserite con il transfer, fotografie istantanee, oggetti trovati di ogni tipo che prendono ispirazione dal sovrapporsi nel campo visivo e nella memoria di informazioni di ogni tipo, senza distinzioni tra messaggi culturali elevati e comuni). Ispirandosi a Duchamp, rinnova il linguaggio artistico sovvertendo le regole. 2) JASPER JOHNS, amico di Rauschenberg, legato alle avanguardie musicali e interessato alle tematiche visuali del Dada e di Duchamp, aderisce al New Dada. Dal 1955 comincia a dipingere bandiere americane, bersagli, calchi anatomici, mappe geografiche, lettere e numeri standard. Tecnicamente è all’opposto del ready- made, unendo la tecnica dell’encausto a quella del collage; l’andamento ripetuto del pennello ricorda la gestualità degli Espressionisti astratti; l’unica cosa che condivide con Duchamp è la scelta di soggetti banali che in scultura trasfigura con materiali tradizionali. POP-ART • Richard Hamilton (1922-2011) • Andy Warhol (1928-1987) • Roy Lichtenstein (1923-1997) • Claes Oldenburg (1929) 1) Nasce negli anni sessanta in Inghilterra, ma matura negli Stati Uniti come forma d’arte popolare cioè arte di massa (= prodotta in serie), in contrapposizione all’intellettualismo dell’Espressionismo Astratto, rimasto confinato ad una ristretta élite.. 2) Si rivolge agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi → temi che riguardano la mercificazione dell’uomo moderno, l’ossessivo martellamento pubblicitario, il consumismo come sistema di vita (v. il cibo), il fumetto come unico veicolo rimasto di comunicazione scritta. 3) I soggetti, tutti noti e riconoscibili, sono tratti dall’universo del quotidiano americano. L’intervento artistico consiste nella manipolazione dei soggetti (dilatati, ripetuti e alterati nelle forme e nei colori) grazie alle nuove tecniche fotografiche e tipografiche. 4) La Pop Art usa lo stesso linguaggio della pubblicità → asseconda il mondo della società dei consumi senza criticarlo → ambiguità dell’artista che realizza opere più curiose che provocatorie, senza alcuna scelta estetica, ma come puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche.
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