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storia dell'arte contemporanea - monografico 2° semestre - DAMS 2021/2022, Appunti di Storia dell'arte contemporanea

Appunti 2° semestre di storia dell'arte contemporanea - corso monografico - DAMS - anno accademico 2021-2022

Tipologia: Appunti

2021/2022
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Scarica storia dell'arte contemporanea - monografico 2° semestre - DAMS 2021/2022 e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! Storia dell’arte contemporanea 1 LEZIONE 01/03/2022 AVANGUARDIE E DONNE ARTISTE Si inizia a portare attenzione alle donne ma non è tanto arte femminista ma femminile. Questo tema dell’attenzione all’arte femminile nasce nel momento in cui ci si rende conto che molte delle artiste che esistevano non si conoscevano e non sono nemmeno entrate nei libri di storia dell’arte. Si è iniziato a riflettere su questo argomento verso fine anni 60 inizio 70 proprio quando ci sono i primi moti femministi. È importante affrontare con una prospettiva storica l’arte di quelle artiste che in passato non sono emerse e non si conoscevano, questo non vale solo per le avanguardie ma anche per alcune artiste degli anni 60 e 70 che sono rimaste in secondo piano rispetto agli uomini di quel periodo. Le tappe che anno protratto ad un’attenzione nell’arte delle donne anche quelle del periodo precedente ovvero quelle delle avanguardie.  copertina del catalogo della mostra “l’altra metà dell’avanguardia” a cura di Lea Vergine. Copertina firmata anche da Grazia Varisco (una delle artiste presentate nella mostra) Prima tappa = è la mostra “l’altra metà dell’avanguardia” a cura di Lea Vergine nel febbraio del 1980  ha portato l’attenzione per la prima volta sulle artiste donne che tra 1910 e 1940 hanno fatto parte dei gruppi dell’avanguardia (comprendeva anche artiste che facevano parte del cubismo, delle tendenze dell’astrattismo...) mostra ha avuto sede a Milano, Roma e a Stoccolma. C’è anche uno studio fatto su questa mostra fatto da Angela che ha ricostruito questa mostra (lo studio delle mostre (= exhibition study) è un fenomeno molto attuale). Grazia Varisco è un’artista degli anni 60-70 in gruppi prettamente maschili quello della optical art, gruppo N Mostra nasce da una ricerca durata 13 mesi durante la quale Lea Vergine ha viaggiato in tutta Europa per cercare artiste sconosciute in quegli anni. Mostra suddivisa in 11 sezioni in base ai movimenti artistici: 1. Dall’espressionismo 2. Antinovecento a valori plastici ((forse questo va a capo)), quindi ritorno all’ordine 3. Cubismo 4. Cubo futurismo, quindi molte donne russe 5. Cercle et carré 6. Dadaismo 7. Bauhaus  aveva dei laboratori dedicati interamente alle donne = tessevano e si dedicavano alla ceramica 8. Astrattismo All’inaugurazione della mostra L‘altra metà dell’avanguardia 1910-1940. In piedi da sinistra Achille Castiglioni, Grazia Varisco, Vittoria Alliata di Villafranca, Pierre Rouve e Elisabetta Fermani; sedute Dora Vallier e Lea Vergine. Foto di Maria Mulas. Storia dell’arte contemporanea 2 9. Nuova oggettività 10. Surrealismo L’allestimento era molto interessante, le foto sono state trovare all’interno dell’archivio di Achille Castiglioni, l’architetto che ha allestito le sale. Opere collocate tutte sullo stesso lato e il resto della sala coperta da un telo bianco per creare una sorta di intimità all’interno della mostra. Il femminismo in questo caso non è da intendersi come rivendicazione femminista perché in realtà lo scopo era quello di far emergere delle artiste che erano state trascurate e non era quello di mettere sullo stesso piano uomini e donne o rubare agli uomini dello spazio, ma si tratta semplicemente di ottenere uno spazio che non avevano ottenuto. Mentre il invece il femminismo che negli anni 70 nasce in America è un femminismo che rivendica la parità La mostra emerge alla fine degli anni 70 e nasce da un certo tipo di femminismo che è molto italiano e punta l’attenzione sulla differenza tra uomo e donna (definito anche femminismo della differenza). In Italia in ambito artistico viene sostenuto da una storica dell’arte, Carla Lonzi, autrice di un’opera capitale che si in intitola “Autoritratto”, 1969 Carla Lonzi sostenitrice del femminismo della differenza e fondatrice della rivista “Rivolta femminile“ che ha raccolto le femministe italiane, soprattutto quelle interessate all’ambito artistico e culturale. Nell’opera “Autoritratto”  porta le teorie dell’autocoscienza = un metodo psicologico che portava le donne, attraverso l’autocoscienza, a riconoscere la loro importanza e valore nell’arte e nel mondo della cultura. Non si tratta di un’opera autobiografica ma è composta da una serie di colloqui che lei realizza con personaggi importanti dell’arte contemporanea, sia uomini che donne. Nel colloquio che lei svolge con Carla Cardi si parla per la prima volta il tema de femminismo in Italia nell’arte. Le interviste servivano per far emergere l’autoconsapevolezza dell’artista come artefice di qualcosa che può servire al mondo dell’arte ma anche alla società. La mostra di Carla Pellegrini nasce in seguito a queste intervista. Importante sottolineare anche che sempre in quegli anni arrivavano dall’America (che è luogo principale dove si parlava di femminismo) alcuni studi e mostre che indagano il tema del femminile. Importante la posizione di Linda Nochlin che nel 1971 aveva scritto su “Art news” un articolo provocatorio nel quale si chiedeva perché non ci fossero state grandi artiste donne nella storia dell’arte  quindi la rivendicazione femminista nasce anche dallo studio del passato e da quello che era stato il ruolo della donna nel passato. La risposta che lei stessa dà costituisce una critica radicale al sistema culturale fino a quel momento. Storia dell’arte contemporanea 5 ELLE FONT L’ABSTRACTION Mostra che si è tenuta al Centre Pompidou di Parigi nella quale sono state inserite molte artiste donne dal periodo della avanguardie ai tempi più recenti. Anche in questo caso non è semplicemente un elenco di artiste donne ma è una visone critica e puntuale di un certo tipo di indagine, che è quella dell’astrazione, fatta dalle donne. Ci sono sezioni diverse, ad esempio sezione dedicata alle artiste futuriste alla danza. LEZIONE 03/03/2022 La galleria del Milione e l’astrattismo in Italia Il milione è il centro principale in cui convergono tutti gli artisti interessati nel futurismo. Fine anni 20 e inizio 30 il panorama artistico italiano è contraddistinto da artisti figurativi che rifiutano il linguaggio complesso e disarticolato dell’avanguardia  sono infatti quegli artisti che fanno parte del ritorno all’ordine, c’è un richiamo al passato e un rifiuto dell’avanguardia, questo perché nel mezzo c’è la cesura della prima guerra mondiale e quindi con essa cambiano molte situazioni dal punto di vista sociale, cambiano anche le spinte ideologiche delle avanguardie. Un esempio è il futurismo, esso era volto al rinnovamento del linguaggio dell’arte perché attraverso l’arte si poteva migliorare la società. In seguito alla guerra però, una guerra che non fa altro che riportare indietro anziché spingere verso il futuro, si crea una crisi nei futuristi. Guerra da proprio fine al futurismo ma sappiamo che alcuni futuristi non lo sono più, non porteranno avanti il linguaggio futurista. Ce ne sono alcuni però, come Balla e Prampolini, che portano avanti quello che viene definito Secondo Futurismo detto anche Aerofuturismo. Questa avanguardia del futurismo tende all’astrazione e ci sarà negli anni 30 ci sarà un’unione, a Como, di artisti astrattisti e futuristi. A Milano, invece, in via Brera (centro storico milanese dell’arte) c’è la Galleria del Milione. Le sue sale sono disegnate e arredate dall’architetto Pietro Lingeri che parte del gruppo Sette  gruppo di architetti razionalisti che riorganizzano la galleria di Brera che diventa poi galleria del Milione. Link https://www.youtu be.com/watch?v=Z Rvx7SvcZzY Disegno progettuale dell’interno e ingresso della Galleria del Milione, a seguito del restyling degli ambienti della galleria di Brera, operato dall’architetto Pietro Lingeri Galleria di Brera era gestita da Pier Maria Bardi Roma lasciando la galleria a Peppino e Gino razionalista (stile di Lingeri) e a partire dal 31 cominciano a lavorare all’intero della galleria. Ne diventano proprietari anche il terzo fratello, Livio, INGRESSO Molto pulito, essenziale  appunto, raz Uso del vetro cemento  tipico dell’architettura razionalista INTERNO Si vede un angolo della galleria che aveva anche una libreria d’arte ma è un luogo di ritrovo per gli artisti, ci possono fare internazionali.  questa è un’organizzazione Si propone quindi come qualcosa di nuovo dato che in Italia non vi erano mai state gallerie di questo genere. Edoardo persico Dopo che Pier Maria Bardi si è trasferito a Roma è necessario trovare un nuovo direttore un critico d’arte all’ordine Perché si chiama “il Milione”? La parola era que potevano conoscere le ricerche artistiche di tutto il mondo. Inoltre augurio se si pensa ricerca di Marco Polo e alla sua sc Nella galleria largo spazio dedicato ala musica Stravinsky, anche italiani come Casella, Quindi come detto prima le prime mostre dedicate ad artisti più figurativi come Rosai, Di Terlizzi, pittori del 900  sono definiti anche Naif colori più chiari. La svolta si ha con l’arrivo di una nuova direttrice della dimissioni. Lei è Teresa Gege Bottinelli fotografia molto vicina al dadaismo  Si sposa con Luigi Figini che era un architetto All’interno della galleria del passato. Pietro Maria Bardi illustra a Mussolini la «Tavola degli orrori» edifici eclettici Ciò avviene durante la mostra CIAM = organizzazione internazional internazionali. Storia dell’arte contemporanea , è uno storico dell’arte e architetto che nel 30 si trasferisce a Geringhelli che sistema questo spazio, lo rinnovano con uno stile e Maria Geringhelli, fidanzata di Gino. ionale quindi non è solo un luogo dove esporre opere conferenze, fermarsi per leggere libri, riviste tipica francese, molte gallerie francesi avevano uno spazio  lo diventa Edoardo Persico, già collaboratore della rivista interessato all’arte figurativa, interessato  quindi prime mostre dedicate ad artisti più figurativi. Milione ricorda Marco polo lla di creare un luogo che fosse un luogo di ritrovo di viaggio, dove si Milione rappresentava un operta di nuovi luoghi.  si ascoltavano registrazioni di compositori come Debussy, Malipiero sempre legati alla musica futurista. perché fanno un tipo di figurazione molto bucolica, di evasione, basata su galleria = avviene nel febbraio 1931 quando (era l’allieva di Raffaello Giolli) era un’artista = era una fotografa lavorava direttamente in camera oscura senza macchina fotografica.  lo conosce all’interno della galleria. del milione si cercava di contrastare quella che in stile liberty, principalmente quelli peggiori. e degli architetti che organizzava delle mostre 6 di ritrovo Belvedere, è all’arte del ritorno = infatti l’idea numero di buon Tullio Garbari  Persico da le  tipo di era l’architettura  dove ci sono tutti gli Storia dell’arte contemporanea 7 All’interno della galleria emergono l’architettura modernista e quella astratta. Alcuni: Terragni, Piacentini, Muzzio. Un’altra rivista strettamente collegata ala rivista è Quadrante diretta da Massimo Bontempelli e Pier Maria Bardi  sostiene questa l’arte nuova che non si può ancora definire astratta. pittori primitiveggianti, di un realismo magico, della corrente di strapaese è una corrente all’interno di questa tendenza e ne fanno parte: Ottone Rosai  nei suoi dipinti abbiamo una figurazione molto pulita senza troppi elementi. Rappresenta scene tipiche che avvengono nei paesi. Al Caffè, 1923 Conversazione, 1922 Fidanzati (L’addio), 1914 Di Ubaldo Oppi  uno degli artisti del realismo magico Madonna della Pace, 1927 Tullio Garbari  pittura molto semplificata, elementare. Il tema qui è un tema familiare, è una religiosità intima, non ufficiale, ci sono comunque dei segni simbolici (pane, vino, giglio, l’albero con i frutti)  Bollettino del Milione dedicato alla mostra di Tullio Garbari 25 gennaio-12 febbraio 1936 Insieme agli artisti figurativi ci sono anche artisti che affrontano un linguaggio astratto o che va verso l’astrazione. Uno di questi è Lucio Fontana Qui accanto foto della copertina del saggio di Edoardo Persico dedicato a Lucio Fontana, Ed. di Campo Grafico, Milano, 1936. Nel saggio racconta l’arte del pittore. Durante la guerra andrà in argentina e nel secondo dopoguerra la sua arte conosce un ulteriore sviluppo nell’ambito dell’informale. Ma prima della guerra Fontana frequenta i luoghi più ala’avanguardia = il milione Fontana si distingue per la sua figura, per la particolarità e l’intensità della sua arte. Nel 1936 Viene coinvolto nella progettazione di una sala all’interno della Triennale di Milano  nell’edificio si tengono delle mostre importanti a partire dal 1933  prima si trovava a Monza ed era la biennale di Monza e La «Tavola degli orrori» realizzata da Pietro Maria Bardi per la Seconda mostra di architettura razionale. 1931 (Seconda esposizione del MIAR Movimento Italiano per l’Architettura Razionale) Galleria di Roma Storia dell’arte contemporanea 10 Talvolta i dipinti così astratti possono sembrare semplici, ma non lo sono, perché per poter ottenere un equilibrio all’interno dell’opera ogni elemento è studiato in modo molto specifico. Per esempio nell’opera se non ci fosse l’elemento verticale, non ci sarebbe stabilità. Espone opere dal 1925 al 1934 Un altro artista molto interessante di quegli anni che partecipa al gruppo del Milione è Osvaldo Licini. Fino al 1933 non supera mai completamente la figurazione, continuando a realizzare opere figurative. Attorno al 34 abbandona completamente ogni riferimento alla realtà e fa delle composizioni basate su un equilibrio instabile. Lavora sui pieni e sui vuoti. Archipittura,Osvaldo Licini, 1932. Ricordano un grattacielo, in effetti il titolo che dà sta a significa un unione strettissima tra architettura e pittura. Ma se in questo periodo gli architetti si sono sentiti primi ad aver raggiunto un linguaggio geometrico, Licini sostiene il contrario, sostiene che sono proprio i pittori che hanno raggiunto l’astrazione geometrica ad aver influenzato gli architetti.  quelli del gruppo Sette, Figini, Terragni, cesare Cattaneo, Pietro Lingeri, Giovanni Muzi. Sono stati i pittori ad aver suggerito agli architetti una struttura dell’edificio più asciutta, elementare, priva di decorazioni che stanno al di fuori della struttura dell’edificio e infatti per l’architettura razionalista è insito nel disegno stesso dell’edificio. I materiali stessi sono scelti in modo che possano dare per esempio la trasparenza, come il vetro cemento. Questo rapporto è in realtà molto complesso, non si sa se sia veramente così però il rapporto è esistente, ed è una peculiarità italiana, anche se questo tipo di rapporto è esistente anche nel neoplasticismo. Lo dice molto bene nei suoi scritti Alberto Sartoris, architetto svizzero che fa parte delle tendenze dell’architettura razionalista. Svolge un ruolo importante per l’arte e architettura italiana perché sposa un’artista comasca, Carla Prina entrando quindi in diretto contatto con l’ambiente comasco. Sarà un punto di raccordo importante per il gruppo del Milione. Aveva un ruolo importante nel CIAM. Mette in luce nei sui scritti questo rapporto così incrociato tra architettura e pittura e lo stesso Le corbusie che nei primi anni nel razionalismo aveva sostento di non ammettere nessun tipo di rapporto con la pittura o scultura nelle sue architetture, nel 1936, in un convegno che si chiama “Convegno Volta” che si svolse a Roma, dove c’erano i maggiori architetti del tempo, lo stesso le corbusie ammette che se collocato nel posto giusto, e se non è troppo invadente ci può stare anche della pittura nell’architettura razionalista. Quindi negli anni 30 si avvicinano molto architettura e pittura Molta dell’architettura fascista (come decorazioni presenti in piazza Vittoria) in genere erano fatte da scultori pittori figurativi non astratti. Sarà proprio a Como negli anni della “Galleria del Milione” che gli architetti iniziano a coinvolgere artisti astratti per le decorazioni. Il primo esempio è la collaborazione tra Mario Radice e Giuseppe Terragni nella “Casa del Fascio” a Como, attorno al 1936 Mario Radice farà delle decorazioni in questa casa, che viene costruita tra 1932-1936. “Bollettino del Milione”, Mostra di Osvaldo Licini, 1935 Storia dell’arte contemporanea 11 LEZIONE 08/03/2022 ASTRAZIONE TRA MILANO E L’EUROPA Primo gruppo che entra in contatto con galleria del milione e che teorizza in modo più complesso il tema dell’astrazione è «Cercle et Carré», associazione di artisti astrattisti fondata da Michel Seuphor (è belaga) e Torres Garcia (uruguaiano) nel 1929. Il gruppo nasce come una reazione al surrealismo che allora, negli anni 30, dominava la scena parigina  decidono perciò di contrastare questi artisti, in particolare volevano contrastare la critica che facevano quegli artisti contro l’astrattismo, dicendo che era priva di contenuto, arida, puramente decorativa. Vogliono affermare che l’astrazione non è pura geometria ma ha un contenuto. Vuole mettere insieme un unione tra arte astratta e un’arte che ha qualche riferimento figurativo che tende però all’astrazione, come lo stesso Seuphor faceva, che veniva dal cubismo  si tratta quindi di un astrattismo abbastanza ampio, non puramente geometrico che ha anche dei ricordi figurativi. E che già dal primo numero pone l’attenzione sull’idea di un’architettura, costruzione di un spazio che può essere architettonico però all’interno dell’opera, del quadro. Artisti di fondano una rivista omonima, tra marzo e giugno del 1930, riescono a pubblicare tre numeri della rivista. Aveva lo scopo di teorizzare l’arte, si parlava di musica, teatro, poesia e cinema oltre che arte e scultura. La rivista coinvolge subito gli artisti più rilevanti del tempo, tra cui Mondrian, Vantongerloo, Le Corbusier, Walter Gropius (fondatore del bauhaus), Raoul Hausmann (artista del dadismo berlinese), Hans Richter (arriva dal dadaismo e realizza i primi film astratti). Sono solo tre pubblicazioni ma sono piuttosto significativi. Sul terzo numero viene pubblicata una foto dello studio di Piet Mondrian  arte uscita dal quadro, aveva copertole pareti dello sudi, questa è una caratteristica del plasticismo = estendere il linguaggio artistico anche a diversi ambiti della vita come al design e all’architettura. «Cercle et Carré», n. 2, 15 aprile 1930 «Cercle et Carré». Primo numero della rivista, promossa da Michel Seuphor e Torres Garcia, 15 marzo 1930 «Cercle et Carré», n. 3, 20 Storia dell’arte contemporanea 12 Torres Garcia  altro fondatore del gruppo, sebbene non fosse completamente astrattista, aveva aderito al gruppo. Nel 1934 (quando finisce il gruppo) si trasferirà poi in Uruguai (Paese natio) dove fonda un nuovo gruppo “Circulo y cuadrado”  usciranno 10 numeri dellarivista Usa l’assemblaggio nelle sue opere  usanze del dadaismo L’evento più importante che riguarda il gruppo “Cercle et carré” è l’organizzazione di una mostra nel 1930, che si tiene a Parigi nella Galerie 23. Presenti artisti come: Van Doesburg, Vantongerloo, Richter. La cosa interessante della mostra è che sono presente ben 11 donne su 46 partecipanti. Tra le opere c’è quest’opera realizzata da Piet Mondrian e Michel Seuphor, Tableau-poème, litografia, 1928 C’è un testo di Seuphor che fa riferimento alla geometria ed elementi e colori primari ispirato alla griglia dei quadri di Mondrian Apertura della prima mostra di Cercle et Carre Group, Parigi, 1930; Da sinistra a destra: Franciska Clausen, Florence Henri, Manolita Piñade Torres, JTG, Piet Mondrian, Jean Arp, Pedro Daura, Marcelle Cahn, Sophie Taeuber Arp, Michel Seuphor, Friedrich Vordemberge-Gildewart, sconosciuto, Luigi Russolo, sconosciuto, sconosciuto e Wassily Kandinsky Le più famose forse la moglie di Torrse. Sale interne della mostra Joaquin Torrès-Garcia Senza titolo olio su tavola, cm 44 x 31 J. Torrès-Garcia, Estructuraen blanco, 1930 (legno dipinto, cm 53 x 36,5; Musée de Grenoble) Manifesto e invito alla mostra del gruppo «Cercle et Carré», Galerie 23, Parigi, aprile 1930 Storia dell’arte contemporanea 15 forme organiche, dinamiche, sperimentazioni geometriche, strutturali, definizione di norme e proposte di variazione, la lezione del Bauhaus, le creazioni grafiche, il riferimento ai modelli e ai maestri riconosciuti, il principio di evoluzione… la linea curva e la linea retta (il «cerchio» e il «quadrato»).” Il gruppo a Parigi che fonde la visione più ampia di “Cercle et Carrè” e quella di Art Concret è il gruppo Abstracion creacion tra 1932-36  è Van Doesburg a proporre l’unione degli altri due gruppi  fondato nel febbraio 1931 ma attivo tra 1932-36  ci sono gli ex membri di Cercle et Carré e quelli di Art Concret, oltre a loro ci sono anche artisti come:  Fernand Léger = Cubista che perde un po’ il riferimento al reale e diventa molto più geometrico  Kandinskij diventa un dei principali artisti del gruppo. E si sa che egli negli anni 30 quando arriva a Parigi non è più un astrattista lirico ma un astrattista geometrico, anche grazie al Bauhaus. Durante il Bauhaus realizza quest’opera Trenta, Kandinskij Ci sono delle forme vagamente biomorfe come anche nella copertina del bollettino del Milione. Nella mostra della Galleria del milione negli anni 30 vi partecipa per la prima volta Kandinskij  in Italia lui non era conosciuto REGOLA: Se le immagini nelle opere erano troppo riconoscibili e legate alla realtà NON ERANO SI É AMMESSI nel gruppo, come ad esempio Giacometti  conosceva molti degli artisti che partecipavano al gruppo. Crea delle opere che hanno qualche rimando all’astrattismo. I partecipanti del gruppo tenevano riunioni al Caffè Volter. È un gruppo abbastanza flessibile dato che alcuni artisti che entrano nel gruppo escono solo alla fine, altri entrano a farne parte e ne escono quasi subito come Jean Helion. Fra quelle artiste che maggiormente si distinguono nel gruppo. Essendo vicino al marito assorbe qualcosa delle ricerche del marito Jean Arp, ma nonostante ciò porta avanti un‘indagine autonoma  il suo studio è più concentrato sulla geometria e sull’equilibrio a differenza del marito dove nelle sue opere troviamo forme astratte che richiamano a qualcosa di organico, sono più flessuose e morbide. Lei inizia come danzatrice e in quest’opera c’è un collegamento con essa  si nota l’equilibrio, e le forme sembrano quasi muoversi all’interno della composizione ma non c’è alcuna allusione alla realtà. Alla fine degli anni 30 questi artisti si disperdono in tutta Europa e in America a causa della guerra. Sophie Taueber-Arp e il marito per esempio si trasferiscono a New York così come Cesar Domelà. Saranno importanti perché sarà grazie a loro se si ha la nascita della nuova scuola espressionista americana. Bollettino della mostra di Kandinskij alla Galleria del Milione, 1935 Sophie Taueber-Arp, Composizione, 1931 Storia dell’arte contemporanea 16 Jean Helion si trasferisce in America nel 1937 Moholy Nagy  artista costruttivista che aveva insegnato al Bauhaus. Nel 1937 fonda a Chicago il New Bauhaus Negli anni 50 Mondrian e Naum Gabo (scultore) arrivano in America e vanno ad insegnare al Black Mountain College new Carolina  danno vita a dei gruppi di ricerca astratta in America. LEZIONE 10/03/2022 AREA COMASCA Mario radice, meglio ro, Marcello Nizzoli con la moglie  è un architetto e designer, è il creatore della macchina da scrivere Olivetti. Importante qui è però Giuseppe Terragni che è un architetto. La svolta e l’inizio dell’arte astratta a Como, quindi l’abbandono della pittura precedente che era una pittura più figurativa, la realizzano proprio confrontandosi con l’architettura e questa opera è ne un esempio  è una composizione per la C.F. (= casa del fascio). Mario Radice viene invitato da Giuseppe Terragni a creare delle decorazioni all’interno della Casa del Fascio, edificio iconico del razionalismo costruito tra il 1932 e il 1936. Si parla di razionalismo mediterraneo perché non guada solo le Corbusier e la scuola funzionalista europea ma guarda anche alle matrici dell’ architettura classica, vi è infatti una corte interna, è un grande atrio luminoso che crea questo dialogo fra interno ed esterno che è tipico dell’architettura romana. Architettura razionalista non vuole decorazione ma il gioco di prospettiva e i vuoti e pieni che si vedono sulla facciata sono un elemento. Un altro elemento che crea un dialogo con l’esterno è il soffitto che è aperto. Nel 1936 viene pubblicato un fotomontaggio dell’edificio sulla rivista “Quadrante”  rivista guidata da Pier Maria Bardi e Massimo Bontempelli. Le fotografie che si vedono sul muro della facciata erano state realizzate da Nizzoli con la stampa fotografica su alluminio  non sono mai state messe sulla facciata dell’edificio però. Ve né una che ritrae Mussolini e anche scene della vita sociale e culturale del fascismo. La casa del Fascio era il palazzo del podestà e la sede del fascismo. Cristina Casera in una mostra definisce la CF come una macchina politica e come un edificio per promuovere il fascismo. La CF doveva essere aperta verso la città, doveva dialogare con la città e con i cittadini, infatti all’interno c’era un atrio dove la gente poteva entrare liberamente e all’esterno c’è un selciato creato appositamente per le adunate e le manifestazioni che facevano nel periodo fascista. Adesso è la sede della guardia di finanza. Terragni, per la prima volta nell’architettura razionalista, chiede l’intervento di un pittore astratto. Terragni era anche un pittore ma era figurativo, e avrebbe potuto cercare dei pittori figurativi ma sceglie Radice. Confrontandosi con le linee della casa del fascio che ha delle linee molto pulite e geometriche, e il vetro cemento usato all’interno dalla casa (materiale che da questa idea di leggerezza perché è una parete che fa passare la luce), realizza questo dipinto. È una rielaborazione del pannello che Mario Radice progetta per la sala del podestà all’ interno della casa del fascio dipinto che ha un aspetto architettonic Nell’atrio la luce che penetra dall’alto e da senso di apertura. C’è la sala del podestà nel centro. A dx c’è la sala dove c’è il dipinto di Radice. Fotomontaggio Mario Radice, Composizione C.F. 123 B È un dipinto che si trova nella Casa del Fascio si nota il richiamo all’architettura Vi è lo studio delle ombre, lo si nota grazie all spazio tra le tre fi Si riesce a vedere il riferimento all’architettura.  una delle sua composizioni più riuscite Casa è un edificio costruito elementi che danno vetrocemento, le coperture sopra il ba M. Radice, Partita di pallone, 1933 (esposto nella I Mostra Interregionale dei Sindacati Fascisti di Belle Arti, Firenze) Radice era anche figurativo questo dipinto avviene prima della svolta e adesione all’arte astratta (svolta si ha tra il 35 e 36 in concomitanza con la costruzione della casa del fascio) Novocomum, edificio per appartamenti, Como, 1928 Un altro edificio importante di Terragni è il fascio. Abbiamo la li due  si trova v Storia dell’arte contemporanea  ci sono degli elementi che si incrociano. È un o, pare quasi una piantina. , la foto del duce non è mai stata inserita , 1934 (Musei Civici, Como) ’area nera dietro fa sembrare che ci sia dello gure verticali e lo sfondo. Mario Radice, Composizione, 1935, olio su , pare quasi un edificio ad esempio quello della Casa sul lago per un’artista sul lago per un’artista, Giuseppe Terragni, 1933 (V Triennale di Milano in occasione della Triennale di molta leggerezza all’edificio  lcone. -1929 Novocomum, che è p nea retta e un movimento curvilineo  ci crea così un incrocio icino allo stadio di calcio di Como. 17 . tela Milano, ci sono molti le strutture in recedente alla casa del fra le Storia dell’arte contemporanea 20 Senza titolo, 1936 Si vede un po’ la pennellata ma è comunque molto statico. Si vede un quasi un dialogo fra i due. Nell’opera di Manlio Rho si può vedere qualcosa che ricorda il progetto di architettura ma non così evidente come nelle opere di Mario Radice del 36. Un altro aspetto tipico di Manlio Rho era che studiava le sue opere con tanti progetti. Le sue opere sono studiate nei particolari per creare equilibrio nell’opera. Importante anche il tema della trasparenza, le forme si sovrappongono e vanno a creare nuovi colori sovrapponendosi con altre. Composizione 24, 1936 Elemento grigio si sovrappone sul bianco e il giallo sul grigio  vanno a creare tutti e tre un altro colore. I suoi colori sono più freddi rispetto a quelli Radice Composizione 81 R.D.S.A., 1939 Rispetto a radice vi è più leggerezza data dagli spazi vuoti e dalle linee più sottili. Composizione, 1939 Realizzare delle varianti di uno stesso quadro è proprio l’esito dell’esperienza di un disegnatore per tessuti perché un disegno per tessuti prevede le varianti in base ai colori e alle stagioni. Composizione 43, 1936 Altra doppia composizione. È la composizione più famosa. Ci sono elementi più rigidi e flessuosi. Progetto di decorazione per tessuti ispirato ai dipinti sopra. Storia dell’arte contemporanea 21 Carla Badiali Nelle sue opere ci sono elementi più curvilinei. C’è un interesse per Kandinsky che negli altri artisti non c’era. Nel 34 alla galleria del milione di Milano c’è in mostra un’opera di Kandinsky. Ed è molto probabile che l’abbia vista dal vivo anche perché il fratello esponeva alla galleria del milione. Composizione, 1935-36 e Senza titolo, 1937-42 In queste due opere si vede molto bene la sua influenza. Le vent se léve, 1942 Kandinskij, Deux tension, 1934 ALDO GALLI Scultura, 1939-1974 È stata realizzata in alluminio La doppia data è dovuta la fatto che l’opera è stata realizzata nuovamente dall’artista, probabilmente perché l’altra andata persa. È un incrocio di linee, questo tipo di opere sono state definite spazi armonici, spazi in cui c’è un’armonia di linee che si incrociano, una sorta di risonanza di linee. Progetto per scultura, 1938, e Scultura, 1940 Sembra quasi un progetto creato da un architetto. Scultura creata in legno. Rilievo, 1938  può essere avvicinato alla scultura di Hans Arp Composizione, 1939 Costruzione, 1939 Le ultime due sono composizioni che valorizzano i materiali con cui sono fatte, cosa tipica della ricerca astratto-geometica del costruttivismo. Storia dell’arte contemporanea 22 LEZIONE 24/03/2022 LE DONNE DLLL’ASTRAZIONE STORICA Le donne riescono a partecipare ai gruppi dell’astrazione solo dopo il 1941, quindi quando il gruppo di astrattisti si riunisce nel Gruppo primordiali futuristi. Il manifesto verrà firmato da Carla Badiali e il gruppo, con anche le donne sarà presente alla Biennale del 1942. Alcuni componenti del gruppo: Manlio Rho, Carla Badiali, Benedetta Cappa Marinetti e Filippo Tommaso Marinetti, Aristide Bianchi, Mario Radice, Carla Badiali, Eligio Torno, Carla Prina. Gruppo era formato sia da astrattisti che da futuristi. L’obiettivo era quello di accogliere futuristi negli astrattisti e viceversa. il gruppo firma il Manifesto del Gruppo Primordiali futuristi Sant’Elia (sant’elia era il titolare del movimento futurista). Tra le firme delle donne ci sono Carla Badiali e Benedetta Cappa Marinetti. Ci sono diverse versioni del manifesto: Prima versione Manifesto del Gruppo Futurista Primordiale (giugno 1941) “L'alto splendore dell'eternità arde nell'epoca morente / Dall'alba delle origini emerge l'inesplorato / Oltre il bagliore dei ricordi appare il primordio svelando l'inesauribile / Le sue fonti hanno tentato i fondatori di stili ma il presagio si è rotto nei riflessi... di forme / L'opera astratta non è evocazione ma estasi solare dell'apparizione memorabile dell'Uno / Infinito radioso della singolarità che crea la leggerezza degli inizi che si riversa nei ritmi del mondo / cerchio di trasfigurazione dove tutto è silenzio assenza di ombra” Viene utilizzato un tono aulico, spiritualizzante  tipico di Ciliberti. Apparizione dell’uno  è il primordio per Ciliberti, ovvero quell’aspetto della realtà che sta all’origine. Il primordio è un concetto che permane nel tempo, che non ha età, che valica i confini geografici e temporali. Per esempio per lui dei principi possono essere nella cultura europea ma possono anche trovarsi nella cultura orientale e possono trovarsi in tutte le epoche. L’arte astatta è quella che incarna meglio questo principio di primordialità proprio perché non ha nessuna connotazione spazio temporale. Versione finale Manifesto del Gruppo Futurista Primordiale di Sant'Elia (ottobre 1941) “Da Sant'Elia e Boccioni (due principali protagonista dell’architettura e pittura astratta), luci generative / architettura e pittura astratta modulano / unità dove tutto sfuma / ma l'astralità lirica sfuma ovunque nel derivabile / solo ci rivolgiamo all'eterna originalità primordiale della genesi / fonte di prodigi alla trasmutazione del mondo / diamante dove sorge l'alba inattesa / nel numero delle volte...” Tema base = volontà di raggiungere una forma d’arte unitaria che si basa su un principio unico, che non è collocato in un tempo e uno spazio ben preciso, ma che è primordiale, e in ogni epoca si trova sempre uguale. Questo manifesto (quello del giugno 1941) è firmato da Carla Badiali, Cesare Cattaneo, Osvaldo Licini, Pietro Lingeri, Bruno Munari, Marcello Nizzoli, Mario Radice, Manlio Rho, Alberto Sartoris, Attanaglio Soldati, Giuseppe Terragni. Storia dell’arte contemporanea 25 Negli ultimi anni ammette che il suo lavoro professionale, che aveva mantenuto separato dalla suo lavoro artistico, aveva influito anche sulla sua composizione artistica. La pratica che ha fatto per il disegno per tessuto, l’uso carta quadrettata, delle variante dei colori sono stati importanti per lei per entrare in contatto con l’astrazione. Cordelia Cattaneo Il rapporto molto stretto con il fratello che era l’architetto Cesare Cattaneo, così anche con il suo maestro, Carlo Radice, era molto importante. Realizzava molti schizzi, alcuni poi diventati quadri. Oppure guardava le opere del maestro per crearne di nuove varianti. Per lei la pratica pittorica è stata anche un motivo per aiutarla a trovare un equilibro psicologico, in quanto era stata ricoverata più volte e probabilmente soffriva di un disturbo legato alla depressione. Disegno che la ritrae serena all’interno di tutte queste figure geometriche con un occhio, che allude a qualcosa di spirituale e quindi c’è una componente spirituale  il tema della spiritualità appare anche nelle architetture del fratello. L’architettura entra nell’arte. Composizione astratta, 1941 Dinamismo astratto n. 16, 1942 Sono le due opere più famose. In mostra alla biennale del 1942. Composizione astratta, 1942 Storia dell’arte contemporanea 26 Cesare Cattaneo Casa per appartamenti, Cernobbio Oggi sede dell’archivio Cattaneo, Cernobbio (Como) Carla Prina È nata nel 1911 Vive in svizzera a Losanna. Composizione assoluta n. 8, 1942 Quest’opera racchiude un po’ il senso della ricerca di quegli anni. Composizione assoluta n. 7, 1942 Alberto Sartoris avvicina il lavoro di Carla Prina ad altre donne della sua generazione come Sonia Delaunay (delone) o Sophie Taeuber-Arp e definisce la sua pittura assolitista, basata su una scienza estetica che conclude sul piano ottico, spirituale e fisico la catena di casualità che definisce la natura e la materializzazione del suo pensiero artistico. Parla di scienza estetica, quindi mette insieme la scienza con la componente creativa, e degli elementi che alludono ad una certa spiritualità. E quindi nei sui dipinti convivono futurismo e rigore neoclassico. Convivono aspetti che danno senso di meccanicità e strutture che ricordano la rigorosità neoclassica. Questa poi la porterà a delle composizioni più fluide, che ricordano forme biomorfe e che possono essere messe in relazione con le opere di Enrico Prampolini. Enrico Prampolini, Figura nello spazio, 1937 Carla Prina, Composizione assoluta n. 6, 1942 Accumuna sia nel tipo di forma che nell’atmosfera sospesa e surrealista. Mario Radice, disegni della Fontana di Camerlata 1936 Cordelia Cattaneo, disegni. Sembrano i disegni della fontana di camerlata Storia dell’arte contemporanea 27 Forma occulta, 1942 Senza Titolo, 1943 Lei differente dalle altre due perché si forma all’accademia di Brera e segue le lezioni di Rho e di Radice. Queste suggestioni un po’ surrealisteggianti e metafisiche le sviluppa nel dopoguerra quando si avvicina alla escuela de altamira dove lavora accanto a Mirò e ad Alberto Sartoris e sarà proiettata verso l’astrazione concreta. Composizione astratta, 1939 Composizione, 1942 Regina Cassolo Bracchi Originaria di Pavia. Le prime opere degli anni 46 sono astratte anche se il suo punto di partenza è in rapporto al futurismo. Dopo aver frequentato l’accademia prima a Torino e poi a Brera, viene invitata dai futuristi, che hanno visto le sue opere in alluminio, a firmare nel 1934 il manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista. Sono gli aerofuturisti a portare avanti il futurismo e si interessano agli aspetti innovativi della società e delle invenzioni tecnologiche. Regina è presente alla Biennale di Venezia nel 34-36-38-40 e quindi anche nella mostra dove non ci sono ancora le donne dell’astrazione comasca. La sua innovazione si basa proprio sull’uso dell’alluminio negli anni 30 e della plastica negli anni 50. Si vede già in queste opere il suo avvicinamento all’astrazione. Studi per Il Paese dei ciechi, 1936 Il Paese dei ciechi 1936 Fiore, 1946 l’amante dell’aviatore 1935-1936 Aerosensibilità, 1935 Storia dell’arte contemporanea 30 L’arte concreta nasce fra 1936 e 1949 ed è un tipo di arte non figurativa e prevalentemente geometrica che propone un tipo di astrattismo libero da ogni imitazione e riferimento al mondo esterno. Il nome di “arte concreta” è stato coniato da Van Doesburg, quando ha formato il gruppo “abstraction creation” a Parigi e secondo questa sua indicazione l’arte concreta è un’arte astratta che nasce dalla mente dell’artista; per questo motivo i mezzi pittorici devono essere ridotti all’essenziale, alla tecnica e alla forma. Deve essere tutto molto chiaro e limpido all’interno del dipinto. Questo atteggiamento si inserisce molto bene nelle tendenze razionalistiche e nello spirito scientifico che si sta manifestando in diversi ambiti come architettura e la grafica. A seguito di questa mostra nasce il MAC = Movimento Arte Concreta nel 1948. In occasione della prima mostra alla libreria Salto vengono esposte le prime 12 stampe realizzate da artisti che si riconoscono del MAC. I primi membri Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Lucio Fontana, Luciano Garau, Piero Guerrini, Attilio Mazzon, Gianni Monnet, Bruno Munari, Achille Perilli, Attanasio Soldati, Ettore Sottsass e Luigi Veronesi. In seguito si aggiungono altri artisti: Regina e Giulia Mazzon Sala (moglie di Attilio). Tra il 48 e il 51 era un gruppo che si dedicava alla realizzazione di tipo pittorico e scultoreo. Dal 1951 al 55 gli artisti allargano il loro orizzonte anche all’arte dell’ambiente, quindi per esempio, decorazioni, pannelli decorativi, decorazioni per l’architettura e oggetti. E i protagonisti della seconda face del MAC diventeranno anche designer come Bruno Munari ed Ettore Sottsass. Le caratteristiche delle opere di questi artisti: ATTANASIO SOLDATI Uno dei protagonisti anche della prima stagione dell’astrattismo e che aveva fatto parte del gruppo del Milione. Ha sempre avuto una pittura dominata da una composizione geometrica anche perché aveva avuto una formazione da architetto. Dopo la guerra continua a partecipare alla vita artistica milanese frequentando il gruppo con cui si stava formando il primo nucleo dei concretisti, ci sono: Munari, Veronesi, Dorfles e artisti di Como come Rho e Radice. Nelle opere c’è un abbandono completo a qualsiasi riferimento al reale, all’inizio nelle sue opere invece c’è sempre stato qualcosa di figurativo e dopo il 1958 abbandona completamente l’arte figurativa. GIANNI MONNET  Nelle opere si vede il suo interesse per il surrealismo, filtrato attraverso l’astrazione;  Era un artista che si era formato come architetto;  Era di Torino e dopo essersi trasferito a Milano nel 46 prende parte al MAC nel 48  È stato uno dei principali fondatori all’interno del gruppo, molto attivo nell’organizzazione di mostre, nell’editoria.  scriveva molto e nella libreria Salto ha la sua personale intitolata “pitture concrete” presentata da Gillo Dorfles  è sempre presente nelle mostre del MAC. Atanasio Soldati, Senza titolo, serigrafia, 1958 Atanasio Soldati, Senza titolo, serigrafia, 1954 Storia dell’arte contemporanea 31 Mostra delle somiglianze con il Picasso surrealista = ovvero il Picasso di Guernica  con delle linee curve e allungate. Trae spunto dal linguaggio di Picasso, questo tipo di forma ricorda la deformazione di oggetti e corpi presenti in Guernica. Si tratta di uno “Studio per un progetto parietale” del 1950, che poi non è stato realizzato. Si può notare che si interessa anche al rapporto arte-architettura, è un tema che soprattutto a Milano emerge proprio fra gli anni 50-60. BRUNO MUNARI È uno dei padri del design moderno. documenti arte d’oggi, copertina, 1955-56 Dipinto che viene tradotto nella copertina della rivista “documenti arte d’oggi”. La forma geometrica bianca sembra emergere da quella azzurra. Cura la veste grafica di molti bollettini del MAC  in totale solo 15 i bollettini e vengono disegnati e decorati dagli artisti del gruppo con le loro opere d’arte. Munari inizia a realizzare i primi oggetti tra cui l’ora 1945 È un orologio a variazione cromatica composto da semidischi colorati e trasparenti. Riprende la forma dell’orologio ma non lo è, non può segnare l’ora. La sua figura sarà abbastanza prevalente perché poi la ricerca del gruppo si baserà sulle arti applicate, iniziando quindi a realizzare oggetti di design basati sulle forme geometrice. MAX BILL  Anche lui farà parte del MAC.  È svizzero, ha studiato a Zurigo e avendo frequentato la Germania porta con sé in Italia anche tutta la matrice costruttiva del Bauhaus.  Lavora come architetto e decoratore fin dagli ani 30.  E dal 1936 promuove l’arte concreta, dove astrazione non ha alcun riferimento alla realtà.  Realizza scultura e pittura, tutte basate su sequenze geometriche che si incrociano e si ripetono.  Ha un’attività importante come grafico  Apre un negozio Wohnbedarf dove vende oggetti, alcuni realizzati da lui e altri da artisti e architetti che erano stati formati dal Bauhaus. Il suo concetto di arte concreta si riallaccia dalla definizione di Van Doesburg del 1930 “Arte che nasce dai suoi stessi mezzi e dalle sue stesse leggi senza che questi debbano essere ricavati o ripresi da fenomeni naturali esterni e la cui estrinsecazione visiva si basa sul colore, sulla forma, sul volume, sulla luce, sul movimento. Gianni Monnet, Metamorfosi, 1949 Storia dell’arte contemporanea 32 Regina Cassolo Bracchi È una figura certamente innovativa. Fino a quel momento arte era stata concentrata sugli uomini, ora anche le donne cercano una loro strada che le distingua da quella degli uomini, ciò le spinge a provare nuove tecniche. Non è quindi un caso che si utilizzino materiali mai usati fino a quel momento, come disegno per tessuti. Lei usa l’alluminio, materiale moderno, richiama i primi viaggi nello spazio, riflette la luce creando una dimensione luminosa che è propria del futurismo, è facilmente plasmabile. Uso dell’alluminio è innovativo nell’arte futurista. Lei farà parte del secondo futurismo, promosso da Filippo Tommaso Marinetti che coinvolge gli aero-futuristi  ovvero un futurismo legato al tema dell’aereo e alla sua velocità. Non è interessata tanto al tema della velocità ma più all’aspetto di innovazione dei materiali e alla luce che si riflette sulle sue opere. L’amante dell’aviatore, 1935 Composta da diversi strati di alluminio che vengono intagliati dall’artista. La base di questo lavoro è il ritaglio di carte che vengono poste una sopra l’altra dando una sorta di spazialità al lavoro. Esposto alla Mostra di Scenografia cinematografica, Villa Olmo Como Dovevano servire per la realizzazione di alcune scenografie per un cortometraggio intitolato ”Il Paese del cieco”. Lavorando sul tema della cecità nel dipinto emerge il senso del tatto  rappresentato da delle mani, organo con cui i ciechi riescono a relazionarsi con il mondo. L’aspetto interessante è l’aspetto astratto di questi studi  emerge principalmente nello studio del museo della città di origine di Regina Bracchi. DOPO LA GUERRA ADERISCE AL MAC fiore realizzato con il gesso  ricorda ancora però qualcosa di reale Struttura, 1951 Non hanno più nessun ricordo della realtà Struttura, 1960 Ha usato il ferro e il perspex, somiglia molto al plexiglas. Crea strutture molto leggere che hanno sicuramente qualche riferimento alle opere che erano state realizzate nel bauhaus da Moholy Nagy o dai costruttivisti russi (la loro era un’astrazione concreta) Struttura, 1959 Composta da due lastre sovrapposte di perspex  all’interno ci sono dei pezzi di perspex colorati. Storia dell’arte contemporanea 35 Abbandona il bianco e nero e riutilizza quindi i colori. Il segno diventa un linguaggio, è quindi pienamente informale, e si ripete nelle sue opere. Piccoli settori, 1965 Potrebbe aver osservato il concetto della sequenzialità della pop-art. Che arriva in questi anni a Roma. Inizia poi a realizzare opere con il sicofoil è un materiale che arriva nel periodo di piena maturità dell’artista. Crea delle tende tutte con quel materiale, si può entrare, è una sorta di arte aperta, che entra in relazione con l’ambiente  questo derivante dal fatto che fine anni 60’ si diffonde l’arte povera che è un tipo di arte che si pone in relazione con lo spazio e l’ambiente che lo circonda. Il primo viene presentato alla galleria “notizie” di Roma ed è presentata con un testo di Carla Lonzi, una delle principali critiche d’arte di quegli anni. Ha invento un nuovo modo di realizzare critica = l’intervista. Questo rapporto che ha con Carla Accardi, la porta a promuovere una sorta di arte legata al femminismo. Lei però non perde mai l’attenzione al concreto che aveva manifestato all’inizio nel gruppo Forma 1. Infatti queste ultime opere le chiama opere di estetica pura dove l’arte = integrazione di vita e i segno realizza interamente la propria natura quando diventa oggetto, diventa concretezza nell’oggetto artistico. nel 1969 crea la Triplice tenda, ha usato un rosa particolare, dichiarando di essersi “aperta a quell’inconscio femminile che non scegliendo il rosa prima aveva negato”. = Una delle tecniche che vengono usate dalle femministe è proprio quella della psicologia dell’inconscio. Fare sedute psicologiche in cui le donne parlavano e facevano uscire tutto ciò che avevano nell’inconscio. Fin a quel momento nell’inconscio della donna avevano cercato di negare la loro natura (perché considerata più debole) per avvicinarsi a quella degli uomini (considerata più forte). Invece rendendosi consapevole della diversità della donna (anche proprio fisicamente e biologicamente) questa sua apparente debolezza diventa invece una forza. Quindi usa il rosa per rivendicare la forza della donna. Quindi ROSA = rappresentazione della FORZA DELLA DONNA, DONNA FORTE. Questa sua presa di coscienza la porterà a partecipare al femminismo e per questo suo impegno ha interdetto il suo insegnamento nella scuola media a Roma. E poi progressivamente dopo la fine degli anni 70’ lascerà il femminismo. Carla Accardi, vortice del vento verde, 1998 Storia dell’arte contemporanea 36 Carol Rama Morta nel 2015 è un’artista torinese che comincia come autodidatta negli anni 30. Nonna Carolina, 1936 Dorina, 1940 Porta con se una difficoltà del vivere dovuta a fatti personali: morte del padre e malattia psichica della madre dovuta alla morte del padre. Pur essendo autodidatta già nel 31 è molto brava, studia poi da Casorati che è figurativo e da lui apprende il concetto di astrazione. È stata conosciuta per la sua mano molto forte. La sua arte con moli riferimenti erotici e molto forte (corpi amputati) ha attirato l’attenzione. Dopo l’insegnamento di Casorati e supera la sua difficoltà nel vivere aderisce al MAC  questo periodo rappresenta un periodo di maggior quiete e maggior riflessione sull’opera e sul segno e negli anni 50’ nello studio di Casorati osserva le sue opere dove c’è una semplificazione della forma  qui lei apprende il suo (di lei) concetto di astrazione. Partecipa alle Biennali di Venezia del 48 e del 50. In quel periodo conosce alcuni lavori di Man Ray e ne suggestionata dalle opere di rady made di lui creerà delle opere più sperimentali. Composizione, 1951 Gioco di forme che si liberano nello spazio. Mantiene l’interesse per il disegno che aveva all’inizio. Molte sue opere sono su carta. Composizione, 1952 Si vede bene il disegno a matita e poi c’è il colore sapientemente dosato in alcuni punti della carta. Composizione (variazione) In questo vediamo riapparire la forza e senso di drammaticità presenti nelle opere degli anni 30’. Questo lo si vede anche in Bricolage inserisce qualcosa che ricorda l’immagine. Qui aggiunge gli occhi  è un lavoro informale e queste sono le opere che si avvicinano a Man Rey e la sua fascinazione per lui. Idilli Ritorno al disegno, usa carte riciclate Storia dell’arte contemporanea 37 BICE LAZZARI Nasce nel 1900 a Venezia e già negli anni 30 realizza delle opere pienamente astratte. Non ha avuto la stessa fama delle due precedenti. Studia decorazione a Venezia e questo la porta ad interessarsi all’arte applicata come gli arazzi od oggetti come cinture e borse, quindi arte tessile già astratta. In questo ha avuto l’influenza del bauhaus, non è andata in Germania però grazie all’ambiente vivace e dinamico veneziano ha potuto conoscere il bauhaus. Si trasferisce a Roma dove può realizzare opere di grandi dimensioni e pannelli decorativi negli anni del regime che hanno già il disegno pienamente geometrico. È una delle poche artiste che fuori Milano e Como che in questi anni (dal 29 al 39) dipinge in modo astratto. Essendo artista astratto - geometrica confluisce all’interno degli artisti che sono vicini al MAC. Non realizza molte opere astratta di piccole dimensioni negli anni 30’  qui realizza o arte applicata (quindi tessuti) opere pannelli decorativi. Negli anni 50 invece esplode la sua produzione più astratta. Negli anni 50’ inizia ad avere i primi riconoscimenti e a vendere alcune delle sue opere come Tracce rosse, 1954 Gioco di incastri fra le forme. Segni che si distribuiscono sulla superficie Non c’è un riferimento alla realtà quindi si può parlare di arte astratta, ma forse però ha avuto qualche influenza da Klee  di conseguenza qualche riferimento al sentimentalismo in lei c’è. Anni 50 espone molto Venezia e Roma. Esperienza, 1959 Esperienze, 1958 Fine anni 50 inizi 60 si accosta all’informale, si avvicina ad un informale più materico. Opere abbandonano i colori ad olio e invece usa tempere e acrilici insieme a materiali come colla, sabbia, elementi vegetali. E questa fase dura fino al 1964, quando riparte completamente da zero, abbandona l’informale per tornare alla geometria, con forme più semplici tracciate con la grafite su sfondo spesso monocromo ed arrivando ad una ricerca pienamente moderna  molto vicina alla pittura analitica. Misure e segni. Curvature, 1967 È tutto fatto con la grafite Senza titolo, 1971 Va alla ricerca di modalità diverse con cui fare astrazione ma la declina a seconda delle epoche in modo diverso ciò significa che è anche molto attenta agli studi che si fanno in quegli anni. Storia dell’arte contemporanea 40 Robert Mangold Un altro modo ancora per fare pittura in questi anni è quello di usare la tela come fosse un oggetto  il pittore la dipinge stendendo il colore in modo uniforme, senza quindi mostrare il segno della pennellata. La tela diventa una tela sagomata in modo tale da creare una struttura geometrica, quindi la geometria non è più disegnata sulla tela ma è la risultante della sagomatura della tela. Mangold è anche litografo, proprio perché ha una formazione come grafico è interessato a questo lavoro. Vertical, 1968 Distorted Circle within a Polygon I, 1972 Questa è una tela all’interno della quale c’è un esagono e inscritto un cerchio distorto. Questa è un’indagine più sulla geometria. Questo tipo di lavoro serve anche per suggerire una distorsione dell’immagine e quindi creare un’attenzione percettiva diversa in chi osserva perché si trova di fronte ad una distorsione di un cerchio che dovrebbe essere regolare e invece non lo è. Agnes Martin Una delle protagoniste in America della nuova pittura, di origine canadese che lavora soprattutto con l’acrilico. Parte dall’espressionismo astratto e giunge ad uno stile più personale. Lavora inizialmente sulla geometria e soprattutto sulla simmetria per poi arrivare, negli anni 60, ad utilizzare una pittura molto diluita che sfuma e che quindi allude ad una geometria che pare si espanda al di fuori della tela. Questo era il periodo ancora legato all’espressionismo astratto americano. Peace and Happiness,1973 Negli anni 70 inizia a dipingere queste strisce, la tela viene definita attraverso una serie di linee che nascono da delle pratiche zen, quindi anche ei molto interessata al buddismo come ricerca della calma interiore. On a Clear Day, 1973 È una serie di opere con delle griglie che si ripetono proprio per dare il senso di ritmo, di meditazione e di riflessione. Quindi gli artisti sperimentano diversi modi per fare pittura, per dipingere. In America è un tipo di ricerca individuale non sono legati in gruppi, in Francia invece c’è un gruppo che si chiama support surface, quindi supporto come superficie. È un gruppo che vuole rimettere in gioco la storia della pittura da Storia dell’arte contemporanea 41 un prospettiva più materialista (allude anche al costruttivismo russo) e cerca di decostruire in modo analitico le componenti primarie e concrete della pittura, ovvero la superficie che è la tela e la pittura cioè il pigmento. I 3 principali artisti sono: - Louis Cane - Deseos - Vialla Che non solo indagano la pittura da un punto i vista materiale ma insinuano nel loro modo di dipingere anche contenuti politici, come avviene anche in Italia ma non in America. Scrivono molto e le loro teorie vengono raccolte in una rivista che si chiama pintour caie théoriqu. Il movimento di cui fanno parte mette in discussione i principi, le finalità e i mezzi del fare art, del fare pittura, smontando il quadro tradizionale in tela, supporto, piano e superficie. Mettono a nudo la tela togliendola dalla cornice e dalla struttura del telaio, quindi usano la tela libera e in questo mondo rivendicano un’occupazione libera dello spazio Senza titolo, 1967 Si tratta di una tela appesa alla parete con dei chiodi. Vi è la presenza di una composizione data da questi quadrati che nascono attraverso una pittura vaporizzata, non usa un pennello. Sol/Mur, 1970 Pittura sempre realizzata con la tecnica della vaporizzazione Tela appesa al muro con dei chiodi E opera che invade lo spazio circostante Vengono messi in scena i rapporti primari del fare pittura quindi: tema, colore, il rapporto tra verticalità e orizzontalità che significano apertura dello spazio interno della tela verso l’esterno (il pavimento) Per quanto riguarda l’ambiente italiano che fa riflette sulla valenza fisica, materiale del fare pittura, quindi un riflettere sulla pittura è un artista che arriverà dall’arte povera che ha una forte matrice concettuale ed è Giulio Paolini Senza titolo, 1961 Presenta l’opera senza titolo e mette in evidenza gli oggetti del fare pittura. QUINDI tra gli anni 60 e gli inizi degli anni 70 nasce un nuovo pensiero intorno all’astrazione. Per poter rivitalizzare la pittura che con gli anni 60 non era più aggiornata rispetto ad un contesto dove predomina il concettuale gli artisti italiani decidono di unire la progettualità con il fare pittura, suggestionati anche dalle opere francesi e americane. I pittori cominciano a indagare le ragioni del fare pittura, indagare sul perché fare pittura, caricare l’attenzione sulle meccaniche del dipingere e non sui soggetti che vengono dipinti. Si tratta quindi di portare l’attenzione sulla luce, la linea, la pennellata e mettere in relazione i rapporti che nascono tra superficie, colore e forma che viene associata all’opera d’arte. Storia dell’arte contemporanea 42 Questi aspetti vengono teorizzati da un filosofo, Filiberto Verna, che pubblica nel 1975 la linea analitica dell’arte moderna, le figure e le icone. Nel testo spiega che nell’arte moderna c’è un filone meno espressivo e più analitico del fare pittura, lui dice per esempio che gli artisti francesi sono analitici. Nel testo egli dice che “fare pittura significa fare contemporaneamente un discorso sulla pittura”. Quindi se l’arte concettuale in quegli anni indagava il sistema dell’arte, la nuova pittura indagava il sistema o il sottosistema della pittura. Questi pittori mettono in luce l’atto concreto del dipingere e riflettono sul come, sul perché e sui mezzi del dipingere stesso, perché dipingere richiede competenze tecniche, impone norme e può essere una memoria di processualità, cioè del processo che ha portato alla realizzazione del dipinto. Ecco perché una porzione di tela non toccata dal pennello, la colatura di materia lungo i bordi, una linea tracciata mano libera sulla tela sono tutti segni minimi ma acquistano vigore nel momento in cui si pongono su una superficie minimale, ovvero dove non c’è un agglomerato di colori. È una tela sagomata che viene ritagliata e diventa un oggetto. La seconda ha la forma di una falce, fa riferimento al marxismo Claudio Verna, original, 19 È una tela senza supporto, appesa alla parete dove fa dei segni minimi che non coprono completamente la superficie. Riccardo Guarneri, 8 strisce + 12 linee C’è un accenno ad un segno geometrico e a delle linee con delle tracce di pittura che sono però minimali. Vi è la presenza di 8 strisce (tracciate con la pittura) e le 12 linee tracciate con la matita Riccardo Guarneri, Ritmi, colore/luce, 1976 Griglia molto fitta dove le linee in pittura sono quelle in verticale. E quelle in grafite sono quelle orizzontali. Crea quelle linee con lo scopo di creare quelli che lui chiama ritmi colore-luce, fa emergere l’aspetto della luminosità della luce attraverso il colore. Enzo Cacciola, Senza titolo, 1970 cemento su tela applicata su tavola è un pittore molto sperimentale che usa cemento su tela applicata su tavola. Impasta i materiali con la polvere di cemento, con l’amianto e vengono poi stesi sulla tela dall’artista. Claudio Verna, La Falce, 1969 immagine Sono proprio gli anni in cui nasce l’informale, non sono opere particolarmente cariche di colore. Non vi è ne un segno netto, ne una gestua tela con il colore. Pian piano nel corso dell’inizio degli anni 60 fa affiorare una componente surrealisteggiante. Un surrealismo astratto naturalmente, più vicino ad artisti come Masson E quindi è chiaro che abbandonato la figurazione dando via ad opere che progressivamente recuperano una dimensione geometrica geometrico con echi surrealisti Con delle ombre che vengono emanate dalle figure geometriche come fossero delle porte, delle aperture che nascondono qualcosa. una sorta di ambiguità. Opera, 1970 La serie che più la caratterizza è una serie di composizioni astratte che lei definisce vedere dei movimenti, le linee e le ombre suggeriscono delle pieghe con dei In questo caso la linea curva getta un’ombra sulla superficie piana e terza dimensione, crea una sorta di apertura e questo la porterà ad amplificare ancora di più la tensione fra dimensione surrealisteggiante. Non si trovano esempi di questo tipo di pittura nelle opere degli anni 80 Vi sono delle grinzature/piegature della tela ma non ci sono queste pieghe che portano a formare una terza dimensione solo attraverso le ombre e le curve. [[I colori delle opere degli anni 80 sono meno accesi perché non vuole più troppa attenzione al colore, quindi que questa dimensione]] senza titolo, 1969 Nasce nel 1942 e nel 1953 si trasferisce con la famiglia a Milano, ora vive in Toscana Questa è una fra le prime opere che realizza Composizione, 1973 Storia dell’arte contemporanea , 1957 astrazione, 1963 un informale materico, c’è una sensibilità per il pigmento anche se componente che è quella dell’inconscio, una , si parlò di . Quindi con delle forme che ritmi astratti movimenti il geometrico quindi ragione dipinte degli uomini. porre ll’idea di materia z come materiale per dipingere Carmengloria Morales negli anni 60. Arrivando in Italia, 45 lità, copre solo tutta la . astrattismo suggeriscono perché si possono . crea una e l’onirico quindi ma le interessa di più . visita a Roma Composizione, 1982 Storia dell’arte contemporanea 46 nel 1962 la mostra di Mark Rothko, era la prima volta ch esponeva in Italia, rimane colpita dalle sue opere e capisce che la sua strada è quella per il colore. Si può inserire la sua pittura nella pittura analitica. Le sue prime opere sono opere abbastanza fredde che giocano sulla composizione di forme colorate, non c’è una vera a propria geometria ma si tratta di un colore che si associa una certa forma. Si tratta solo di indagare i rapporti dei colori fra di loro. Questo tipo di pittura negli anni 70 diventa sempre più minimalista, meditativa e autoriflessiva. E sempre in questi anni comincia a definire la sua peculiarità che porterà avanti sino ad ora, ovvero il DITTITCO. All’inizio sono monocromi come quello dell’immagine qui accanto, composto da una tela grezza bianca (non è colorata) e da una tela blu. Poi passa alla policromia prima con colori primari e poi colori metallici. I titoli dei dittici solo delle sigle formate dalle iniziali del luogo dove si trova l’opera, l’anno, il mese e il numero progressivo. In questo caso: R  Roma 71  anno (1971) 10- 11  è la 11° opera che fa nel mese di ottobre Nel dittico sono presenti la pittura e il vuoto, la memoria della pittura data dal vuoto della tela grezza e l’immanenza della pittura, ovvero la pittura che c’è perché è sulla superficie della tela. La parte non dipinta sta in seconda posizione perché fa parte della pittura, non viene prima ma è dentro l’atto creativo, lei vuole mostrare come è prima la tela e ciò che sarà dopo ma tutto l’atto creativo nello stesso momento. Idealmente la tela grezza fa parte del lato creativo anche quando l’opera è finita. Altri monocromi: Maria Morganti Nata nel 1965 è stata un’allieva di Carmengloria Morales. Ha trovato un linguaggio che la differenzia dagli altri artisti che però ha sempre una motivazione simile a quella di Carmengloria Morales. In alto rimane un bordo che racconta il passaggio di tutti i colori che l’hanno portata a quell’ultimo strato. Ogni sedimentazione è il frammento di un quadro (perché prima di essere una striscia era un quadro dato che era completamente colorato) che si sviluppa nel tempo e che si dipana all’infinito. Idealmente questo processo può durare all’infinito. Sedimentazione n. 15, 2014 Storia dell’arte contemporanea 47 È un atto svuotato di qualsiasi narrazione, perché non vuole raccontare nulla se non il processo del dipingere, racconta cosa significare fare pittura. Significa avere la consapevolezza di fare tutti i giorni un gesto che abbia un significato all’interno del mondo dell’arte. Nel suo modo di procedere Maria Morganti fa anche una serie di lavori come questo accanto intitolato “diari”, nei quali racconta tutti i giorni con dei colori diversi. È come se registrasse varie ore del giorno e a seconda dell’ora utilizzava un colore diverso. Un particolare di una delle sue opere Renata Boero Cromogramma, 1971 È sempre legata al colore come le due artiste precedenti. Per realizzare l’opera utilizza materiali naturali come erbe e radici ed ha un processo molto lungo. Vi sono diverse fotografie che mostrano come realizzava il suo lavoro. Colorava i teli, ricavai dalle vele delle barche, li faceva asciugare al sole e poi li piegava quando non erano ancora completamente asciutti, andava così a crearsi una griglia. Le pieghe della griglia potrebbero avere anche una spiegazione filosofica  Deleuze (Delöse), dice che la piega sta ad indicare la spiegazione del proprio pensiero, quindi questo lavoro potrebbe indicare la spiegazione e mostrare l’animo e il pensiero dell’artista. Tanti de suoi cromogrammi vengono usati in interventi pubblici. Apriva i teli di fronte al pubblico e faceva partecipare il pubblico dell’attività del dipingere, era anche un modo per coinvolgerlo emotivamente. questa idea del mettersi a nudo e di mostrasi lo vediamo anche in opere più piccole dove cerca di mettere a nudo se stessa. Come in questa piccola opera che si intitola “specchio”, 1974 Negli anni 70 ha potato questo lavoro anche sulle carte non solo sulla tela. Una carta dove vi è l’idea della piega, è come se sulla superficie della carta si sia depositato il passare della carta dato che con il tempo essa si rovina e si spiegazza, Sequenza di fiori di carta, 2010 In anni più recenti ha realizzato questa sequenza Le carte sono carte usate, usurate dal tempo. Karte, 2019 Storia dell’arte contemporanea 50 Crcano di contrastare i mass media utilizzando lo stesso linguaggio dei mass media  un po’ come era accaduto con la pop-art. Vincenzo Accame che ha seguito da vicino questi artisti scrive: “Quando l’oggetto-simbolo, la parola-simbolo, non corrispondono più alla logica dei mass media che li ha determinati, il sistema comunicativo entra in crisi; la comunicazione è distorta, il messaggio giunge alterato dai disturbi che confondono il ricevente, si crea lo stato anomalo, alternativo, ‘eccezionale’”  è questo ciò che avviene all’interno dei gruppi di poesia visiva = usano la parola per proporre un linguaggio usato anche dai mass media, in modo tale da far si che delle frasi usate proprio da loro (dai mass media) in modo da rendere esplicito ciò che veramente quella frase significa. Usano frasi, lettere o parole ritagliate dalle riviste o dai giornali. ESEMPI: Corrado D’Ottavi, Ciò che si può dire, 1974 Nanni Balestrini Cronogrammi 1972 Come detto all’inizio possono essere definiti “guerriglia semiologica” perché si oppongono al sistema del linguaggio usato dai mass media e si oppongono anche al potere che questi hanno nei confronti della gente (alla quale proponevano dei messaggi consumistici) e usano questo stesso potere per diffondere messaggi politici. Si servono della comunicazione di massa per ristabilire gli equilibri tra i messaggi e il valore che questi messaggi comunicano. Il primo gruppo “gruppo 70” è un gruppo maschile guidato da Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti e ci sono anche delle donne: Lucia Marcucci, Ketti la rocca, Mirella Bentivoglio. All’inizio propongono frasi proposte dai mass media e organizzate sottoforma di immagine. Questo è dedicato alla tv per esempio. Michele Perfetti L'ingranaggio. La TV, 1966 Gianni Emilio Simonetti, Senza titolo, 1963 Luciano Caruso Metalinguaggio 1969 Questo mette in contrapposizione mondo carta stampata e della natura. Storia dell’arte contemporanea 51 Artisti che vengono da formazioni diverse, ci sono musicisti, poeti, pittori, letterati. Il loro punto di riferimento teorico è McLuan che scrive “il mezzo è il messaggio”  il loro OBIETTIVO diventa quindi = Vogliono ribaltare la logica dell’arte avuta fino a questo momento che aveva dato fino a quel momento importanza più al contenuto. Vogliono mostrare che anche il mezzo è importante. Oltre a McLuan c’è anche la tradizione della storia dell’arte. Già nel futurismo si è visto come la parola può essere usata per creare delle composizioni grafiche un esempio sono le PAROLIBERE. A partire dagli anni 70 poi il gruppo fiorentino comincia ad usare anche l’immagine fotografica, usando (oltre alle parole) anche delle foto per creare dei collage. Tendono quindi ad associare l’immagine alla parola. ESEMPIO: Hanneh Hoch, Da-dandy, 1919 Lamberto Pignotti, La rivoluzione toglie il dolore, 1965 Foto + parole e frasi prese dai giornali. Man mano tendono a preferire quindi l’immagine fotografiche anziché le parole. Il modo in cui vengono posizionate le frasi la fanno sembrare le opere degli slogan pubblicitari. Sarenco, Transfert, 1974 Lavoro legato alla politica  fa riferimento alle lotte irlandesi Tema della licenza poetica legato ad una ragazza che sta per lanciare una pietra. Quindi vi è come una giustificazione della lotta anche armata per aggiungere valori in cui una persona crede. Emilio Isgrò, Volkswagen, 1964 Tema legato allo status sociale del tempo, a quel tempo avere il maggiolino della Volkswagen era come avere una delle macchine più costose di oggi. Lucia Marcucci, Bumm, 1972 Tema sociale della famiglia e della donna. Nella foto si vede la gerarchia della famiglia e il bambino con il fumetto che vuole soverchiare questa idea di famiglia. Pignotti Lamberto, L'atomica cinese, 1965 Lamberto pignotti che affronta il tema della guerra Immagine del lancio della bomba atomica contrapposto con una foto di un fotoromanzo  contrapposizione fra ciò che accade nella realtà e ciò che invece i mass media vogliono far pensare delle donne, che vogliono far credere che le donne pensino solo all’amore e alle gioie della vita quotidiana. Mostra come i mass media vogliano portare l’attenzione della popolazione lontano dalla guerra. Storia dell’arte contemporanea 52 Ketty La Rocca, Elettro… addomesticati  tutto quello che i mass media propongono alle donne sono gli elettrodomestici Le poetesse visive quindi portavano attenzione sulla mercificazione della donne e il ruolo marginale che le donne hanno nella società. Episodio più significativo è una mostra che si è tenuta in Italia nel 1973 e si chiamava “scrittura visuale”. Gruppo internazionale della poesia audiovisiva fondato 1974  raccoglie artisti che si occupno di questo linguaggio della parola. Prime artiste che portano la poesia visiva nell’astrazione: Mirella Bentivoglio, Irma Blanc e Betti Danon MIRELLA BENTIVOLGIO Mirella Bentivoglio, Il cuore della consumatrice ubbidiente, 1975 Ha trasformato il marchio della coca-cola e lo ha fatto diventare “oca” Mette in relazione il prodotto emblema del consumismo e la donna, che è consumatrice obbediente. Mirella Bentivoglio, Lapide della casalinga, 1975 Riferimento donna relegata ad usare gli elettrodomestici e badare alla casa. Mirella Bentivoglio, Gabbia (ho), 1966-1969 Uno dei primi testi concretisti, in cui ha usato le lettere è questo. È una gabbia fatta di H. Lei stessa parla di astrazione quando parla dell’opera Sono delle lettere che rappresentano l’organizzazione, il sistema (l’avere). Tutte le H danno senso dell’ordine e dell’organizzazione e si contrappongono con al O finale del testo (che nella grammatica italiana rappresenta un’alternativa). Questa O è la porta che permette di uscire dalla gabbia. La H non ha un suono ma è un simbolo che incasella mentre la O ha un suono e indica l’uscita = utilizzo delle lettere per rappresentare la fuga dalle logiche del consumismo e dalla massificazione della gente. De-nominazione, 1966 Organizza le parole in senso grafico. È una “pagina-finestra” Aveva la misura di una pagine e la trasparenza della finestra. Scrive parola “piove” e sotto ogni O scorrevano in verticale le virgolette, simbolo di Storia dell’arte contemporanea 55 LEZIONE 05-05-2022 Astrazione, materia e concetto Concetto nell’opera viene introdotto da Duchamp. L’indagine della materia e del concetto, insieme quella della parola, è al centro degli anni 70. Nelle tappe principali dell’esplosione verso l’arte delle donne non c’è solo la materializzazione del linguaggio di Bentivolgio ma c’è anche l’attività di una mostra del 78 alla galleria di Porta Ticinese che si intitolala Mezzo Cielo. Sulla scia di queste mostre escono diverse riflessioni proprio sul tema dell’arte delle donne. Tra queste: - Simona Weller, Il complesso di Michelangelo. Ricerca sul contributo dato dalla donna all’arte italiana del Novecento (1977); - Elsa Emmy, Donna Arte Marxismo (1977);  ha una lettura più sociologica e politica - Luciano Rubino, Le spose del vento: la donna nelle arti e nel design degli ultimi cento anni (1979)  mette in evidenza anche il design La mostra viene realizzata alla Galleria di porta ticinese, l’area gestita da una donna  Gigliola Rovasino. Ha avuto importanza in particolare per l’arte per le donne. La mostra diventa famosa per una la “mostra incessante sul Cile” realizzata da un collettivo dove c’erano sia uomini che donne ed era dedicata al Cile, ovvero alla guerra e alla situazione cilena di quegli anni. La mostra che comprendeva più artiste donne si chiama “mezzo cielo”, si tiene nella Galleria di Porta Ticinese nel 1978 da maggio ad ottobre. Ci sono alcune installazioni collettive perché opere sono state create da tutte le donna insieme  realizzata con dei teli che pendevano dal soffitto su cui c’erano indicati nomi di artiste delle avanguardie, per sottolineare la loro presenza, dimenticata però dalla storia dell’arte. L’obiettivo delle donne era indagare meglio se stesse e capire il loro valore e capire la loro differenza rispetto agli uomini. Volevano una parità nella differenza, uomo e donna sono differenti ma hanno lo stesso valore. Il gruppo facevano riunioni settimanali. E il gruppo realizza anche altre mostre: Le barriere, il trasparente, 4 donne (sono le donne del gruppo metamorfosi)  la caratteristica di questo lavoro è quella di essere un lavoro concettuale. Nonostante il prevalere di approcci ideologici, una delle caratteristiche dell’arte delle donne è la sperimentazione di tecniche nuove ed è in questo senso che recuperano una specificità che le distingue dagli uomini. Una di queste caratteristiche è la tessitura tipica di Maria Lai È originaria della Sardegna, Ulassai, nell’ogliastra. Non è vissuta sempre lì, ha studiato a Cagliari e poi a Roma. Uno dei suoi maestri è Arturo Martini e sarà influenzata dalla sua scultura molto massiccia e volumetrica. Però nelle sue opere continua comunque a notarsi la sua origine Sarda. Composizione, 1964 C’è una propensione alla materia e ad un informale materico. La realizza negli anni in cui studia a Brera e incontra artisti dell’informale. Nell’opera c’è la corteccia e mostra una vicinanza alla natura anche per le sue origini. Storia dell’arte contemporanea 56 Nonostante parta come artista del periodo informale già nelle prime opere del 66 Senza titolo 1966 si vede un accenno di tessuto. La tessitura è un ambito importante per le donne perché permetteva loro di esprimersi. In particolare per lei perché come da tradizione sarda, le donne dovevano saper maneggiare e creare tessuti, lavoravano col telaio. Progetto per ordito, 1964 Qui si vedono anche fili che vengono tirati e fissati al bordo della tela e ricorda molto i telai. Un tema che le interessa molto è il vento, è nata in un paese circondato ma molte montagne e quindi c’è molto vento. Realizza quest’opera dedicata al vento Passaggio al vento, 1976 È sempre un vento evocativo non è descrittivo. Nel suo lavoro emerge il voler riflettere attorno all’arte, sul valore che l’arte può trasmettere non solo per chi la produce (ovvero l’artista che sente il bisogno di esprimersi attraverso l’arte) ma anche un valore per chi la riceve, che la riceve come fosse un dono prezioso.  è questo che la rende un’artista concettuale. Realizza tutta una serie di opere con dei diari cuciti. Crea diario intimo, 1977 Scrive molto e due testi da lei scritti: Il silenzio della pietra La condizione umana è la passione di Cristo Il silenzio della pietra Il punto di partenza dei suoi pensieri è il luogo in cui è nata, luogo molto importante per lei, così come lo è anche il tema della natura e in particolare con la pietra e le montagne. La pietra è un oggetto inanimato attraverso il quale si definisce la natura dell’opera. “L’opera crea attorno a se onde di energia, moltiplica le chiavi di lettura. È una questione di affinità profonde e di radici lontane che affiorano nel momento della contemplazione e della lettura dell’opera. L’artista, quando crea, (tema della pietra) getta un sasso con la sua opera a da quel gesto è tutto trasformato perché si avvia un dialogo con l’altro. Questo colloqui si riempie di significati che derivano dalle esperienze e dalla storia che ciascuno porta con se” Il diario è un pensiero personale che l’artista ha con se stessa e che mette nell’opera ma lei dice che è come se gettasse una pietra nell’acqua e creasse qualcosa che permetta di dialogare con lo spettatore. La condizione umana è la passione di Cristo Associa all’opera d’arte anche il tema religioso  lei non era particolarmente religiosa però vive la religione come uno degli aspetti fondanti del suo paese. E quindi come nella religione si trovano delle risposte così anche nell’arte si trovano delle risposte. Ha così creato molte opere legate alla via crucis e al presepe. Storia dell’arte contemporanea 57 Uno dei suoi maestri è stato Arturo Martini che nel 45 fa questa opera Atmosfera di una testa, 1945 Vi è un passaggio da una scultura più tradizionale a una contemporanea. Scrive un testo “scultura lingua morta” ----Maria lai parte da questo tipo di idea non si deve più ritrarre solo delle figure con la scultura, si possono scolpire anche dei temi, come il tema del vuoto. (esempio  questa opera). Tema del vuoto. È un tema che lei indaga in diverse opere come in queste due opere: Geografia, 1987 il tetto infinito, 1993 legate anche al tessile, forme geometriche da un lato richiamano il mondo dall’altro le costellazioni. Idea quindi del vuoto e dello spazio cosmico che a confronto con il tema religioso Cuore mio, 1996 Un presepe. Forme estremamente semplicifcate. Non è stratto perché si vedono i volti. De su mundu su tesoru, 1990-2004 Opera più recente Figure con la pietra e un cielo aperto con la ripresa di una costellazione. l’opera che l’ha resa famosa è Legarsi alla montagna, 1981 è un atto performativo che ha realizzato nel suo paese, Ulassai, è un’opera relazionale = coinvolgere persone o altri artisti per creare un’opera. Ha chiesto alle donne di collegare con telo azzurro tutte le case per poi collegarlo alla montagna. Creando un incontro tra il paese e la natura a cui il paese è inevitabilmente legato. Usa questo filo azzurro per via di una storia che viene tramandata. Nella storia una ragazza aveva trovato un filo azzurro in una grotta e lo aveva seguito per scoprire che era legato al velo della madonna. E quando il paese celebra la festa della madonna, la madonna era sempre attorniata da un nastro azzurro. Gruppo metamorfosi 1973-1984 Nasceva dall’esigenza di creare opere insieme, esporre opere insieme, con il desiderio di emergere in un campo dove erano conosciuti solo uomini. Gruppo formato da 4 artiste: Gabriella Benedini, Lucia Pescador, Alessandra Bonelli e Lucia Sterlocchi (ha smesso di lavorare dopo questa attività). Erano unite dall’interesse del voler indagare il modo con cui l’uomo si relazione con la natura. Storia dell’arte contemporanea 60 Nello spazio fluido, 1989 Negli anni 80, realizza queste opere per contestare il mondo della moda lussuosa. Nella sua arte inoltre uno dei temi principali è il tema del vuoto, il vuoto è assenza ma allo stesso tempo viene segnato da una cornice. Il vuoto che c’è fra gli strappi è il focus dell’opera. Lei individua nella moda il luogo di creazione di nuove forme. Da vita ad un marchio di moda “name diffusion” che porta avanti per applicare la sua creatività nell’ambito della moda. Sculpture, 2015 Crea una sorta di gabbia lacerata dove si crea il vuoto al centro. veduta dell’installazione, Parigi 2013 Crea delle installazioni mettendo le sculture non solo appese alla parete ma le appende al soffitto e le fa pendere in mezzo alla stanza. LEZIONE 10/05/2022 ASTRAZIONE, SPAZIO E LUCE SPAZIO E LUCE sono i due ambiti dell’astrazione che vengono indagati soprattutto negli ani 60/70 e che hanno come figura iconica Lucio Fontana. È un ambito (quello dello spazio) che interessa molto anche le artiste donne perché utilizzano le nuove tecnologie, infatti usano nuovi materiali e tecniche innovative. Utilizzano l’installazione ambientale e usano tecniche nuove  esempio usano motorini che azionano dei meccanismi, che creano delle nuove percezioni davanti all’opera d’arte. L’interesse dello spazio è una conseguenza dell’indagine di fondata che viene recepita dal gruppo “azimut”  gruppo fondato da Agostino Bonalumi , Enrico Castellani e Piero Manzoni nel 1959  si verifica una sorta di ribellione alla tela, trasformano la tela in una sorta di oggetto. Agostino Bonalumi, Rosso, 1959 Questi artisti negano la bidimensionalità della tela e le danno una sorta di tridimensionalità, i quadri diventano quasi una scultura  ciò avviene attraverso l’inserimento sotto la tela di materiali  come chiodi nel caso di castellani e gommapiuma nel caso di Bonalumi. L’intento è quello di neutralizzare qualsiasi intento emotivo dell’opera ovvero il contrario dell’informale che inseriva aspetto emotivo dell’opera. Castellani fa dell’opera d’arte un oggetto e rende sempre più minimali gli oggetti. Enrico Castellani, Superficie bianca, 1959 Vengono usati chiodo e messi sotto la tela e delle punzonature che fissano la tela. Assenza di colore = assenza di emotività dato che l’utilizzo del colore porta emotività Ambiente bianco, 1967 Amplia successivamente il suo interesse per lo spazio anche all’ambiente, creazione degli ambienti in spazi chiusi dove lo spettatore è invitato ad entrare. Un esempio sono le opere presenti nella mostra “Lo spazio dell’immagine” tenutasi nel 1967 a Foligno. Storia dell’arte contemporanea 61 Piero Manzoni è il terzo artista di Azimut che realizza opere “tridimensionali” Acrome, 1952 Tele bianche con la grinzatura della tela. Anche in questo caso la tela diventa quasi scultura. Ciò che emerge da questi tre protagonisti di azimut è la costante e ossessiva esplorazione della materia nei suoi rapporti spaziali, quindi fare della tela un luogo in cui indagare lo spazio. Nell’ambiente spaziale (Biennale1966) di Fontana c’è la creazione di un luogo in cui entrare. Ci sono dei tagli sulla superficie delle tele. Anche altri artisti indagano lo spazio e l’ambiente con l’intenzione di creare la tridimensionalità UN ESEMPIO  Paolo Scheggi, Intercamera plastica, 1967 Scheggi inventa questi buchi ripetuti e leggermente sfasati. Dadamaino, Grazia Avarisco, Nanda Vigo. Dadamaino  Eduarda Emilia Maino Vive a Milano e quando lavorava si faceva chiamare dada da qui deriva il soprannome. Volume, 1959 Volume, 1958 Nelle opere di fine anni 50 sono vicine a quel tipo di arte  non c’è un creare delle estroflessione della tela, non c’è il taglio di Fontana ma c’è comunque la modifica della tela. Crea delle forma geometriche sulla tela. A Milano frequentando il Bar Giamaica, dove si trovavano gli artisti, aderisce al gruppo azimut e viene influenzata sia da Manzoni che da Fontana. Partecipa ad una mostra del gruppo. La tela viene sagomata, vi è il richiamo alla geometria come gli altri artisti di azimut. Volume a moduli sfasati, 1960 È un modulo formato da piccoli fori regolari, realizzati su superfici di celotex (tipo carta cerata) su due carte poste una sopra l’altra in modo che creino quasi una vibrazione. E la tela viene messa dietro i due fogli. Aderisce al gruppo zero (gruppo internazionale) che è molto simile al azimut che nasce però in Germania. Inizia poi a creare i cromo rilievi. Cromorilievo, 1973-1974 Realizzati su tavole di legno, dispone una serie di tasselli di legno che vengono verniciati con lo smalto che può essere bianco, nero o grigi. Questi tasselli sono alcuni più bassi altri più alti, al centro si determina un quadrato dentro a un quadrato che contribuisce a creare una dimensione percettiva. Storia dell’arte contemporanea 62 Ora siamo in un altro della ricerca sullo spazio di questo periodo che è l’optical art (o arte cinetica) = enfatizza la percezione da parte dello spettatore, opera si muove quando lo spettatore vi cammina davanti. un’opera realizzata da lei vicina all’optical art è Disegno ottico-dinamico,1964 Combinazione cromatiche, 1969 Vi è anche lo studio dell’effetto ottico attraverso il colore questo però accade prima dei cromorilievi. Dopo i cromo rilievi passa a quella che lei definisce inconscio razionale 1975 e 1976 Tratti sulla tela, senza una forma precisa, sono delle linee orizzontali e verticali non regolari. Anche in questo caso riesce a creare una vibrazione ottica. Ha realizzato il lavoro prima sulla carta e poi sulla tela. Opere fatte di linee dense e programmate, alcune più marcate e altre più leggere. Sono fatte a mano libera. Risultato è una serie di reticoli e spazi vuoti che hanno una loro profondità. A proposito di questi lavori Gillo Dorfles, dice che le opere denunciano una notevole sapienza compositiva, e una sensibilità spaziale e una raffinatezza cromatica di insolita levatura che le accomuna alle opere di Roman Opalca (è un artista polacco) che tracciava sulla tela una serie di numeri. Senza titolo, 1978 Senza titolo, 1978 Le ultime opere del 78 sono delle grandi superfici di carta di acetato che vengono poste su pareti o grandi superfici o lasciate libere nello spazio. Sono realizzate con dei segni, sono dei grafici flessuosi ripetuti che danno una dimensione spaziale anche in questo senso di movimento sulla tela. Il suo lavoro ci permette di parlare di ARTE CINETICA o PROGRAMMATA  si avvicina molto ma non ne fa propriamente parte. È un’arte oggettiva, l’opera vive autonomamente, si oggettivizza, si perde completamente la presenza dell’artista. Artisti di questo tipo di arte puntano: 1) Studio del movimento del colore e della luce 2) Progettazione metodologica del lavoro 3) Comunicazione visiva come fenomeno ottico psicologico 4) Importante risvolto sociologico di queste ricerche Ricerche vogliono avvicinare l’esperienza artistica anche a quelle persone che non sono dell’ambito artistico. - Equipo 57  spagna - GRAV (1960)  gruppo internazionale - Gruppo Zero (1960):  tedesco anni 30) che serviva per dare luminosità anche Li chiama Cronotopo (cronos = tempo, topo = attraverso, la visione dell’opera ha bisogno di tempo per essere vista, lo spettatore si deve muovere attorno ad esso per vederla. Legata a Fontana e Manzoni (perché è stata la sua compag all’arte cinetica e programmata. Nello stesso periodo cronotopo però in dimensione ambientale C’è una luce naturale e i Laureata in architettura e si cimenta anche in design. Anche nel caso di oggetti di design c esperienziale Divano dove ci si siede uno di fronte all’altro peluche. Formata da e minimalista e c’è il tema della luce, che è un elemento specifico del suo lavoro evidente nelle opere più recenti. (sotto) Space, 2013 Hanno una luce azzurra che emana luminosità attorno a se, si può quindi dire che la luce al neon fa parte dell’oggetto artistico. C’è sempre elemento geometrico che viene moduli oppure dall’uso della luce. Ha creato degli ambienti luminosi in una mostra. LEZIONE 12/05/2022 ASTRAZIONE NEGLI ANNI NOVANTA Artiste non sono legate alla pittura. Vengono dopo il decennio 80 che è caratterizzato al ritorno all’immagin internazionale ma sono legati alla figurazione antico, viene usata una pittura iperrealista Storia dell’arte contemporanea NANDA VIGO Maestro Lucio Fontana Alle spalle i cronotopo realizzati con vetri e sono posti su dei piedistalli. Li ha realizzati anche inserendoci la luce. Cronotopo È proprio quello che l’ha resa famosa in quegli anni A suggerirle di usare la luce all’interno di queste composizioni è stato il vetrocemento (invenzione fine in quei luoghi dove arriva meno luce. luogo)  Luogo attraversato dal tempo, il fatto che la luce passi na). Anche lei frequenta il Bar Giamaica e poi si avvicina (1965) realizza l’ambiente in cui ha ricreato la stessa struttura del l bianco che si vede è proprio luce del sole. ’è sempre una dimensione . ricoperto di tessuto di Trigger of the space, lementi geometrici molto vicini alla scultura  cosa che diventa ancora più Deep Space, animata dalla ripetizione di e. [[Artisti che hanno avuto un successo . Renato Balilli (Bolognese) che ha definito .]] si allontanano dall’astrattismo e si riavvicinano ad esso negli 65 , 1965 1974 2013 citazionismo tutto ciò che è anni 90. Storia dell’arte contemporanea 66 Negli anni 90 si recupera la neoavanguardia, si recupera quindi quello spirito sperimentale che ha caratterizzato gli anni 70. Uno degli aspetti che caratterizza questo nuovo modo di fare arte è la fotografia. Negli anni 90 viene usata molto la fotografia che nasce come tecnica nel 1800 ed era in competizione con la pittura nel momento in cui era nata. La fotografia era sempre considerata un’arte di secondo piano. A metà degli anni 70 inizia ad essere considerata al pari della pittura e della scultura. Confronto ci fu durante una mostra organizzata da Daniela Palazzoli intitolata “Combattimento per un’immagine” dove veniva posto il rapporto tra immagine pittorica e un’immagine fotografica. Fotografia si differenzia in due categorie: fotografia professionista e fotografia usata in campo artistico. Letizia Battaglia fotografa ha cominciato come documentarista. Era una reporter. Il report non è artista perché ha una finalità di un certo tipo. E spesso la fotografia professionale è bella e curata, che deve sottostare ad una serie di criteri. Fotografia artistica che non sempre è di qualità è una fotografia con una forte matrice concettuale. Ma negli anni 90 molte opere d’arte (non solo fotografiche) hanno una matrice concettuale. A differenza degli anni 80 gli artisti sentono l’esigenza di essere partecipi e protagonisti del mondo dell’arte, vige l’individualità, è difficile trovare dei gruppi, è anche difficile trovare una linea condivisa da più artisti che permetta loro di creare gruppi come invece era accaduto fino agli anni precedenti. Forse l’unica cosa che li accomuna è il desiderio di coinvolgere le persone. È uno degli aspetti che permetta la diffusione della fotografia, perché è immediata (non ha bisogno di una post-produzione particolare), possono produrre in presenza, in diretta. A parlare della fotografia c’è Roland Barthes – “camera chiara”  testo che riflettere sulla caratteristiche della fotografia. Nel testo scrive che una volta ha trovato la foto del fratello Girolamo di Napoleone e ha pensato “sto vedendo gli stesso occhi che hanno visto l’imperatore”  fa capire che nel momento in cui si guarda una fotografia si entra in contatto diretto con un qualcosa che è accaduto realmente e che c’è stato nella realtà. Scrive anche: “La fotografia non è documento del reale, è spazio autoreferenziale. Va quindi esplorata come un nuovo territorio, anzi come un territorio contrassegnato dalle caratteristiche essenziali di quello spazio senza terra”. La fotografia non è solo una documentazione è uno spazio che delle caratteristiche sue specifiche. (con la seconda frase intende dire ) Il dipinto è qualcosa di simbolico che è costruito dal pittore, ed è in un tempo fuori dalla realtà. Invece nella fotografia si è sempre in contatto diretto con la realtà, nonostante ci sia comunque il fotografo che inserisce dei contenuti che non sono di pura documentazione. La fotografia è uno spazio autoreferenziale. E questo è ciò che un’altra storica dell’arte Rosalind Krauss definisce “indicalità della fotografia” per indice si intende quel segno che si caratterizza, non tanto per la somiglianza con il referente quanto per il particolare modo di produzione(a impronta, a traccia ecc…), che stabilisce una connessione diretta tra segno e referente. Che cosa stabilisce questa connessione? La natura umana dell’occhio del fotografo determina un’impronta della realtà del referente. Il fatto che l’artista è partecipe, ovvero mette se stesso dentro l’immagine che trae via dalla realtà. Lascia una sua impronta. È un aspetto che si trova con le due fotografe, soprattutto con la prima che è Luisa Lambri e che è molto legata all’astrazione. Storia dell’arte contemporanea 67 LUISA LAMBRI  Nata nel 1969.  Usa la fotografia come un vissuto  la fotografia registra i luoghi che lei vive.  È una fotografa con l’architettura, non realizza fotografie con il banco ottico per realizzare foto in asse e precise, MA la sua architettura è un modo di vivere la sua architettura stessa.  Lei ha studiato fotografia al castello di Rivoli a Torino.  È comasca ed è legata sin da bambina alle architetture di Terragni. Lei rappresenta tutti quei non-luoghi (così definiti da Marc Augè – storico dell’architettura) in cui non c’è una particolare connotazione specifica, ed è come se mettesse lo spettatore di fronte ad uno spettacolo anonimo che non permette di riconoscere subito ciò che si ha davanti. Infatti fotografa dei punti di alcune architetture che sono importanti per lei (per esempio quelle di Giuseppe Terragni), usa appunto dei punti di vista particolari. Senza titolo n. 7 e n. 8 (Ritratti), 1996 Untitled (Plan Libre Series), 1997 Una fotografa che le interessa molto è Francesca Woodman (non è astratta) però realizza delle foto un po’ ambigue, c’è sempre un senso di mistero e anche nelle foto Luisa Lambi c’è questo senso di mistero. Untitled (Casa del Fascio, #04), 1999 Per esempio qui () è interessata all’effetto che fa il vetrocemento, c’è il riflesso del vetrocemento sul marmo. Se nel titolo non ci fosse indicato che si trova all’interno della casa del fascio non si capirebbe che si tratta di quell’edificio. IN UN’INTERVISTA dice che per lei non è mai stata solo fotografia. Vuole far emergere il ricordo dei luoghi a lei familiari con le sue fotografie. Quello che le interessava era il senso di un’esperienza attraverso un luogo anche se di quel luogo non si vede molto. CONTINUA DICENDO che alcune delle fotografie che Terragni scatta durante la campagna in Russia la incantano. Queste foto le sembrano interessanti perché ritrova in quelle fotografie il suo stesso linguaggio. Lui aveva scattato le foto in guerra ma era come se lui si fosse estraniato da ciò che gli stava attorno. Nelle foto lei vuole descrivere il modo in cui vive lei le architetture per questo doveva attraversarle e passarci molto tempo. Ha viaggiato molto per questo motivo. Ha fotografato molte delle architetture di Kazuyo Sejima. Dice che le interessano le sue perché parla delle persone più da vicino e la sua architettura, per quanto spettacolare posa essere, rimane sullo sfondo per permettere un certo tipo di esperienza che è l’elemento più importante. Untitled (Gifu Apartments), 2000 Studio della luce e dello spazio. senza titolo, 2000 Sempre all’interno della casa del fascio C’è un interesse compositivo.
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