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L'Architettura Industriale e Moderna: Da Behrens a Le Corbusier, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Architettura industrialeArchitettura modernaStoria dell'Architettura ModernaDesign industriale

Dell'evoluzione dell'architettura durante il periodo industriale, con un focus sulla condizione delle masse operaie e la realizzazione di strutture adatte alle attività lavorative. Il documento copre la transizione dal protorazionalismo alla nuova architettura razionalista, con l'apporto di architetti come Behrens e Le Corbusier. Vengono introdotti i cinque punti dell'architettura moderna e la loro applicazione in strutture abitative e urbanistiche.

Cosa imparerai

  • Quali sono i cinque punti dell'architettura moderna e come sono stati applicati?
  • Come l'architettura industriale ha influenzato la nuova architettura razionalista?
  • Che architetti vengono citati nel documento e quali loro opere sono menzionate?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/03/2022

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Scarica L'Architettura Industriale e Moderna: Da Behrens a Le Corbusier e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! RAZIONALISMO IN ARCHITETTURA Pg.243 Il protorazionalismo incomincia a partire dagli anni ’10 del Novecento fino alla fine del primo conflitto mondiale. abbiamo la ricostruzione che seguì il conflitto. Ci sono precedenti a cui l’architettura del razionalismo e quindi industriale si rifanno. Partendo dalla rivoluzione industriale di fine Ottocento, ci si pone problemi legati ad una condizione estremamente nuova, quella della progettazione dei luoghi di lavoro. Abbiamo parlato dell’architettura durante il periodo industriale riferendoci soprattutto alla condizione delle masse operaie, che necessitano di nuovi alloggi in città. Ma ora ci si pone il problema del luogo di lavoro. Nel periodo della rivoluzione industriale non vi era un’architettura industriale ma si adattavano degli edifici al lavoro. Quindi strutture che avevano natura di tipo abitativo, venivano adattati per svolgere lavoro di tipo industriale. A partire dal protorazionalismo, con la Prima guerra mondiale, ci si inizia ad occupare seriamente di come realizzare strutture che corrispondono alle attività lavorative. Il primo che si occupa di ciò è Peter Behrens. La nuova società industriale ha portato all’introduzione di macchinari sempre più complessi, di una produzione in serie che prevede una linea di produzione (macchinari e interventi compiuti a catena che permettono la realizzazione del prodotto). Questo ha comportato la necessità di avere ampi spazi che permettono l’inserimento di queste linee. Per facilitare e procedere nell’intervento in serie c’è la necessità di collocare i macchinari in serie. Con il modernismo, si cercava di dare un valore estetico alla produzione industriale. Behrens insieme al collaboratore Gropius, si occuperà di elaborare dei caratteri riguardanti l’architettura industriale. Partono dall’esperienza dello Jugendstil, ovvero la corrispondente tedesca del Liberty. Behrens si era formato inizialmente nei circoli di Monaco, poi si era allontanato dallo Jugendstil e avvicinato ad uno stile più sobrio, più austero e uno stile di design. Ora non ci si occupa solo dell’aspetto estetico ma anche della sua funzionalità. Behrens arriverà a formarsi direttamente nel Dipartimento di architettura delle arti di Berlino. Da lì il suo lavoro continuerà con altri esponenti del proto razionalismo e del Bauhaus, ma soprattutto Walter Gropius che collaborerà con lui tra il 1907 e il 1910. Gropius era un giovane architetto che cominciava in quegli anni ad occuparsi di architettura. Fece il suo apprendistato presso lo studio di Behrens. Qui entrò in contatto con una nuova concezione di architettura. In architettura ci si comincia a porre questi nuovi problemi legati all’architettura industriale in funzione sia del miglioramento della produzione (efficienza) sia del benessere degli operai. L’architettura industriale ha come obiettivo primario la funzionalità. Le linee stilistiche molto semplici sono ispirate e dettate dalle esigenze interne produttive. Con l’avvento dell’industria, nei primi anni del Novecento si avverte la necessità di creare spazi lavorativi adeguati agli operai. Uno dei primi esempi sono le Officine della ditta Fagus (dedita alla produzione di scarpe) e la Fabbrica di turbine AEG di Behrens, realizzate in collaborazione con Gropius. Attraverso l’uso dei nuovi materiali che erano stati sperimentati già in precedenza (uso del ferro e del vetro durante il Liberty), si ha la realizzazione, ad esempio, di pareti in vetrate e strutture metalliche. Questo ha permesso di realizzare strutture leggere e grandi campate e di avere un contatto diretto tra lo spazio interno e lo spazio esterno, con la possibilità di avere dentro le industrie la luce naturale. Attraverso vari studi, si è capito che questo costituiva un beneficio per coloro che lavoravano all’interno delle fabbriche e un aumento della produttività. Behrens sarà uno dei primi ad usare ferro e vetro. Infatti nelle Officine della ditta Fagus vediamo la presenza del vetro come elemento predominante. Le strutture sono leggere, con queste intelaiature di metallo dove viene inserito il vetro, certi elementi architettonici diventano a vista (scale), lo spazio esterno entra nella struttura stessa. Questo è fondamentale e diventerà un elemento ricorrente nell’architettura del razionalismo. Nell’architettura del razionalismo, che si sviluppa con il periodo di ricostruzione che seguì il primo conflitto mondiale, si volge anche all’architettura urbanistica. Infatti il lavoro di Behrens non si limita all’architettura industriale, attraverso la quale interviene sul controllo dell’espansione urbanistica delle città. Behrens si occupò anche della progettazione e produzione di una serie di oggetti (piccoli elettrodomestici, stoviglie…). Il laboratorio architettonico di Behrens fu luogo di riferimento per molti giovani artisti, tra i quali Le Corbusier, Gropius, Meyer. Questi sono anche gli anni dove si progettano i primi grandi grattacieli in cui vengono utilizzati materiali come l’acciaio e il vetro. Le nuove tecnologie permettono la costruzione di strutture in altezza. La nascita del grattacielo che verrà coinvolto Gropius, vede l’intervento di Le Corbusier e Wright che collaboreranno con lo studio di Sullivan a Chicago. Il grattacielo offre la possibilità di creare molto alloggi sfruttando l’elemento verticale con il risparmio del suolo. Questo è un obiettivo che nasce di conseguenza alle migrazioni di operai verso i grandi centri industriali. Si compre già la necessità del risparmio del suolo che sarà un obiettivo perseguito da Le Corbusier e Wright. Il grattacielo nasce come una struttura funzionale perché risponde a delle esigenze precisive, tuttavia i primi avevano ancora caratteri estetici decorativi. L’ESPERIENZA DEL BAUHAUS Walter Gropius è stato un architetto, un design, un urbanista e un’importante figura di intellettuale. Collabora con Behrens. Attraverso il suo nuovo approccio al mondo industriale e al design, crea opere innovative anche quando si occupa di unità abitative. Lo farà per la sede del Bauhaus e per abitazioni private. Gropius si occuperà per tutta la sua vita della scuola del Bauhaus ma continuerà sempre il suo lavoro di progettazione personale (studio privato). Il Bauhaus è la scuola di architettura, arte e design (letteralmente “casa del costruire”) fondata nel 1919 da Walter Gropius a Weimar. Essa nasce dall’unione dell’Accademia di belle arti e dalla Scuola di arti e mestieri. Rappresenta il più alto e significativo momento di sviluppo del Razionalismo tedesco. Incarnò il simbolo della rinascita umana e morale della Germania nel breve e intenso periodo intercorrente tra la sconfitta della Prima guerra mondiale e il devastante avvento della dittatura nazista. Il progetto didattico a cui lavora Gropius è estremamente importante. C’è un modo di procedere nella formazione dello studente molto innovativa. Si tratta di una formazione sull’attività di progettazione con una modalità nuova di considerare la relazione tra ruolo e studente. Si concepisce il rapporto come rapporto di collaborazione. Vede la presenza di un corso propedeutico che porta gli allievi ad un approccio di tipo sperimentale. È costituito da corsi di carattere seminariale. I corsi riguardano tantissime discipline: lavoro artigianale, arti pittorico-artistiche, architettura. È una formazione completa a cui concorrono saperi artistici, tecnici e intellettuali. Dentro la Scuola lavoreranno personalità importanti che emergono questi anni. I maestri del Bauhaus erano spesso artisti noti, in attività, capaci di stimolare gli allievi. Tra i più noti i pittori: Vasilij V. Kandinskij, Paul Klee, Josef Albers, lo scultore Oskar Schlemmer (impegnato anche nella sezione delle scenografie teatrali), l'ungherese Laszlo Moholy-Nagy insegnava nella sezione della lavorazione dei metalli, occupandosi inoltre della grafica: gran parte della grafica moderna e dello stile d'impaginazione dei nostri libri deriva dal Bauhaus. - Johannes Itten sarà colui che continuerà a sperimentare sulla teoria del colore sia in ambito scientifico sia in ambito percettivo. Dentro la scuola sono molte le attività laboratoriali. Alla fine del corso l'allievo era dotato di una preparazione teorica e pratica in grado di gestire la creazione di un oggetto dalle prime fasi ideative al prodotto finale. In questo modo sviluppava un'attività progettuale e realizzativa che avrebbe portato all'incremento della disciplina dell'industrial design. L’importanza del Bauhaus è legata oltre che alla realizzazione della nuova sede, alla nuova metodologia didattica che prevede una interdisciplinarità delle materie, una relazione tra arte e vita (quello che viene progettato spesso viene prodotto), vengono sperimentati nuovi strumenti percettivi (vd. Itten che unisce la sfera fisica del colore a quella spirituale). Dalla scuola del Bauhaus usciranno importanti oggetti di design di cui ancora oggi abbiamo memoria. Si considera la pianificazione urbanistica un metodo per intervenire sulle condizioni di vita dell’uomo. I CINQUE PUNTI DELL’URBANISTICA Nel CIAM del 1933 definirà i cinque punti dell’urbanistica, legati al miglioramento della vita dell’uomo all’interno della città. 1. La tipologia della struttura della città influenza la democrazia. Quindi una città ben organizzata favorisce una vita democratica. 2. È importante che l’edilizia non venga gestita dal privato, ma con una regolamentazione pubblica perché questo garantisce una maggiore abitabilità e il rispetto di regole comuni. 3. Per garantire la gestione del traffico urbano è necessario progettare in parallelo l’ampliamento della città e l’organizzazione della rete viaria. 4. Per definire gli spazi della città è necessaria una rigorosa pianificazione del piano urbanistico della città. Questo è importante perché permette di progettare il resto (area industriale, area destinata allo sport) 5. La città deve preservare il suo nucleo storico e monumentale. Le Corbusier fissa nel nucleo storico l’anima del popolo. Da queste riflessioni nasce l’intervento sull’unità abitativa compiuta da Le Corbusier, come ad esempio nell’unitè d’habitation di Marsiglia. Qui troviamo l’applicazione dei cinque punti dell’architettura (già applicati nell’unità abitativa singola) su ogni modulo abitativo e la ripresa degli ideali di socialismo utopico che tengano conto degli aspetti innovativi dell’architettura. Composto da diciassette piani, poggia su pilotis in calcestruzzo armato che ne rendono agibile il piano terreno ed è percorso al suo interno da vari corridori comuni. All’interno di questa ossatura sono inseriti inseriti i moduli abitativi. Si tratta di una micro-città: oltre ai singoli moduli abitativi abbiamo la realizzazione dei servizi destinati alla comunità (asilo, auditorium, teatro, ristorante, piscina e giardino sul tetto). Sul tetto – un’enorme terrazza praticabile – è stata ricavata una serie di spazi collettivi e ricreativi a uso degli abitanti. Sia gli spazi comuni sia le unità abitative vengono studiate secondo il Modulor. Le Corbusier sviluppò il Modulor all’interno della lunga tradizione di Vitruvio, ripresa nell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, dei lavori di Leon Battista Alberti. Elementi modulari li abbiamo visti dal canone policleteo agli ambienti architettonici di Brunelleschi (Spedale degli Innocenti, Santa Maria Novella). Si tratta di uno studio che l’architetto realizza a partire dalle dimensioni umane, grazie alle quali definisce dei parametri di misura che regolano la dimensione degli ambienti, degli oggetti e l’organizzazione dello spazio. Si tratta di uno studio importantissimo che con il tempo viene messo in discussione. Si sostiene che Le Corbusier non si sia basato su valori scientifici ma su valori quali la sezione aurea, la serie di Fibonacci. Il Modulor è un elemento importante perché introduce la definizione di quegli aspetti che porteranno all’ergonomia (regole e misurazione di spazi che vengono calcolati in base alla figura umana, al movimento umano). Non è importante la corrispondenza al vero del modulor, quanto il fatto che si introduca l’ergonomia. In campo industriale, si scopre che definire degli schemi che siano studiati sulle dimensioni medie dell’uomo sono funzionali al miglioramento della vita dell’uomo e a rendere più facile la standardizzazione e la produzione industriale con relativo abbassamento dei costi. Inoltre migliora l’estetica e la funzionalità dell’oggetto. Nell’Unité di Habitation vengono creati spazi e arredi secondo il Modulor, che viene impresso su uno dei pilastri della struttura. Ogni struttura abitativa ripropone quegli elementi teorizzati nei cinque punti dell’architettura: pareti libere, finestre che occupano la facciata, presenza di pianta libera, spazio aperto e ripartito secondo le singole necessità. In alcuni, lo spazio viene riproposto con il soppalco. Questi sono i primi esempi. NOTRE DAME DU HAUT Notre Dame du Haut, nei pressi di Ronchamp, nella Francia Orientale, è un sito di pellegrinaggio celebre per la cappella progettata da Le Corbusier tra il 1950 e il 1955. La cappella, realizzata in cemento armato si ispira a forme naturali: è caratterizzata da una sequenza di superficie concave e convesse. La struttura è decisamente innovativa; una lavorazione del cemento armato in questo modo non si era mai vista prima. Solitamente le gettate di cemento armato erano fatte di forme regolari e squadrate. Le Corbusier, invece riprende le curve del paesaggio circostante e lavora il cemento armato come fosse plastica. Studia anche gli effetti luminosi creando strani effetti interni che danno senso di leggerezza a questo materiale. Il tetto è sollevato rispetto alle pareti e poggiato su piccoli finestrini in modo da lasciare piccole fessure, da cui entra luce naturale. Gioca sulla contrapposizione tra l'effetto massiccio del cemento armato e la leggerezza con cui lo rende. Realizza inoltre, una massiccia e spessa parete, forata da finestre di varie dimensioni che creano l’effetto della strombatura tipica delle antiche strutture. Uno degli aspetti importanti che lega Le Corbusier con le Wright è il rispetto dell’ambiente e della perfetta integrazione tra la struttura e lo spazio circostante. L’architettura doveva perfettamente armonizzarsi con lo spazio. CABANON Nel 1965, dopo aver realizzato la cappella, Le Corbusier muore in Costa Azzurra a Roquebrune-Cap-Martin, colto da un malore durante un bagno in mare. Qui, affacciato sul Mediterraneo aveva realizzato il Cabanon, una struttura in legno di soli 13 mq. Pur avendo cospicue possibilità, egli preferì costruire una semplice struttura in legno, inizialmente priva di acqua corrente. Le Corbusier riteneva che l'architettura non dovesse interferire con l’ambiente naturale per cui scelse di costruire una struttura minimamente invasiva e semplice. Anche in questo Le Corbusier è estremamente innovativo. IL DESIGN A partire dal 1920, Le Corbusier si occuperà anche di opere di design. Le sue opere sono ancora oggi prodotte dalla ditta italiana Cassina. Celebre è la sua Chaise longue, una poltrona destinata a diventare una delle icone del disegno industriale del Novecento. In questo periodo vengono usati materiali innovativi come i tubolari d’acciaio, caratteristici della sua produzione di sedute. Realizzò anche vari oggetti come vasi, tavolini e lampade. L’attività di design è importante. Tanto è vero che accanto al suo studio di architettura dove lavoravano numerosi collaboratori era presente un laboratorio che aprì insieme al cugino, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand. Collaboreranno con lui per la realizzazione di queste opere di design. Da questa attività usciranno opere importanti soprattutto legate alle sedute. Spesso Le Corbusier oltre alla progettazione delle strutture architettoniche si occupa dell’organizzazione degli arredi interni, un po' sulla scia del lavoro compiuto anche da Gaudì. FRANK LIOYD WRIGHT Nasce nel 1869 nel Wisconsin e morirà in Arizona nel 1959 dove darà origine a un progetto a lui molto caro, la Scuola di Taliesin West. Come Gropius, anche Wright si è dedicato all’educazione e alla formazione. La sua attività comincia a Chicago presso lo studio di Louis Henry Sullivan, uno degli architetti allora più impegnati nella realizzazione dei grattacieli e grandi strutture. Wright entra quindi in contatto con le problematiche dell’architettura contemporanea, approfondisce l’uso di nuovi materiali e nuove tecniche costruttive che nel razionalismo trovano un’applicazione importante legata ad alcuni obiettivi che sono soprattutto la conservazione del territorio e il rispetto dell’ambiente. Wright attraverso la scuola di Chicago arriverà al rifiuto degli elementi decorativi di gusto classico, al decorativismo che avevano caratterizzato l’Art Nouveau (che si era diffuso anche in America). Nel 1897 Wright collaborò con la scuola di Chicago nella costruzione di alcuni grattacieli. Dopo aver fatto quest’esperienza, farà nel 1895 un viaggio in Giappone, il quale lascerà un segno profondo nell’architettura di Wright. Qui egli studia la cultura e l’architettura giapponese dove il rispetto per l’elemento naturale e l’integrazione della struttura architettonica nella natura è fondamentale. Verso la fine dell’800 c’era stato uno spiccato interesse per la cultura giapponese sia per l’arte figurativa sia per l’architettura. L’architettura giapponese usa materiali naturali (pietra, legno) e realizza strutture leggere (pareti di carta) per creare strutture poco invasive nell’ambiente in cui sono inserite. Tornato in America studia l’architettura delle Prairie House. Le cosiddette “case nella praterie” furono le prime case costruite in America dai colonizzatori, i quali usarono, per costruire queste abitazioni, tutto ciò che l’ambiente circostante offriva (come il legno e la pietra). Erano unità abitative uniche, in cui vi era un ambiente centrale con il focolare, dove in genere si riuniva la famiglia, intorno al quale si sviluppava il resto dell’abitazione più o meno organizzata. In alcuni casi era un unico ambiente. - Rapporto con l’ambiente circostante; materiali poveri; collegamento diretto tra interno ed esterno - Nucleo centrale Queste strutture vengono studiate da Wright che nelle sue opere unisce la tradizione architettonica originale americana, il suo interesse per i nuovi materiali e il rispetto dell’ambiente naturale. I suoi disegni nascono in maniera naturale. Dall’intuizione nasceva uno schizzo su qualunque superficie. Abbiamo appunti di Wright sullo scontrino o sul tovagliolo. L’azione creativa di Wright è continua. ROBIE HOUSE Fa parte delle strutture ispirate alle case nella prateria, la Robie House, una villa unifamiliare realizzata a Chicago nel 1909, su incarico della facoltosa famiglia Robie. L’intero edificio, a tre piani sfalsati, è organizzato intorno a un grande camino centrale. Il focolare rappresentava il vero e proprio cuore pulsane della casa. Da questo ambiente si sviluppano gli altri collegati attraverso corridoi a pareti vetrate. È una struttura piuttosto complessa in quanto si sviluppa su più livelli come se fosse una stratificazione rocciosa di più elementi. Questi passaggi vetrati, terrazze, questo modo di sviluppare in orizzontale la struttura, si scontra con il risparmio del suolo. Gli spazi interni ed esterni creano un collegamento continuo tra lo spazio della struttura e lo spazio dell’ambiente circostante. Di strutture simili ne costruisce tante altre. La Robie House diventa il prototipo della casa unifamiliare borghese americana. CASA KAUFMANN Da queste riflessioni sull’ambiente e struttura nascerà la Casa Kaufmann, o Casa sulla cascata, l’opera più notevole (e conosciuta) fra tutte quelle realizzate da Wright. Costruita a Bear Run, in Pennsylvania nel 1936, fu voluta dalla famiglia Kaufmann. La villa si trova immersa nella natura, all’interno di un bosco. Sorge direttamente su uno sperone di roccia, nel punto in cui il torrente Bear precipita per alcuni metri creando una suggestiva cascata naturale, in un contesto assai simile a quello ammirato dall’architetto in varie stampe giapponesi.
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