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Vittore Carpaccio e Giorgione: Storie di Santi e Scultori a Venezia - Prof. Galli, Appunti di Storia dell'Arte Moderna

Diverse opere di Vittore Carpaccio e Giorgione, pittori del XV e XVI secolo, conservate a Venezia e in altri musei europei. Il testo illustra le storie rappresentate nelle opere, i committenti e i luoghi di produzione. Carpaccio è noto per le sue storie di santi, come 'Storie di San Giorgio e di San Girolamo', mentre Giorgione è noto per la sua maniera moderna e la sua pittura indecifrabile, come 'Madonna col Bambino e santi' e 'Il tramonto'. Il documento inoltre menziona la famiglia Lombardo, composta da scultori, e il contesto in cui la pittura e la scultura a Venezeta si sviluppano in dialogo con l'Italia centrale.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 12/12/2021

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Scarica Vittore Carpaccio e Giorgione: Storie di Santi e Scultori a Venezia - Prof. Galli e più Appunti in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! LA PARTENZA DEGLI SPOSI He "Wa 4 intà va T " isa y EU La felicità nel raccontare la vita veneziana all’apogeo della sua importanza commerciale. Tutto ha un gusto minuto partendo dagli abiti e arrivando fino allo stile architettonico. Tela piena di personaggi. Storie di Sant'Orsola: La partenza degli sposi, Vittore Carpaccio, 1490 - 1495, Gallerie dell’Accademia (Venezia) IL SOGNO DI ORSOLA Unico momento di silenzio. Durante il viaggio verso Roma viene in sogno ad Orsola un Angelo, che le annuncia il suo martirio. Storie di Sant'Orsola il sogno di Orsola, Vittore Carpaccio, 1490 - 1495, Gallerie dell’Accademia (Venezia) Soltanto una confraternita sopravvisse: la scuola degli Schiavoni. Tutte le altre furono abolite da Napoleone LA SCUOLA DI SAN GIORGIO DEGLI SCHIAVONI (dei Dalmati) Facciata rifatta nel cinquecento. Ci sono due piani: sotto c’è la sala con i teleri e sopra c'è la cappella. Sulla parte sinistra storie di San Giorgio e sulla destra quelle di San Girolamo. Vengono fatte una decina di anni dopo le Storie di Sant'Orsola (1502 - 1506). Carpaccio sembra ancora distaccato dagli sviluppi leonardeschi. San Giorgio e il Drago, Vittore Carpaccio, 1502 - 1506, Scuola di San Giorgio degli Schiavoni (Venezia) 69 SAN GIORGIO E IL DRAGO Il narratore che è Carpaccio lo si nota anche in uno scenario più horror che vede protagonisti San Giorgio e il drago. E una rappresentazione molto macabra della morte. “le collezioni di teschi, il braccio che fu elegante, il lurido frammento dell'eroe sfortunato, i resti della donzella con la camiciola smangiata sul petto integro; la mezza manica che riposa, il torso sfibrato come una corteccia dolce da masticare si compongono nei segni di un affetto supremo. E in fondo sotto il cielo imbrattato di nubi con il veliero che si è incantato stupefatto sotto la rupe” - Roberto Longhi, 1496 Battesimo del re e degli abitanti di Selene, Vittore Carpaccio, 1502 - 1506, Scuola di San Giorgio degli 3 È n n i La folla scompare e appare una visione (pausa). Quando San Girolamo muore il suo amico Sant'Agostino viene informato di questo fatto perché vede la figura di Girolamo salire il cielo. Viene raffigurato Sant'Agostino come un umanista veneziano, egli vede tramite la finestra l'apparizione. Sono presente tutti gli attributi del vescovo e gli oggetti di uso liturgico. Apparizione di San Girolamo a San Agostino, Vittore Carpaccio, 1502 - 1506, Scuola di San Giorgio degli Schiavoni (Venezia) Il tramonto, Giorgione, 1500 - 1505, National Gallery (Londra) IL TRAMONTO Sono presenti un cavaliere e il drago, in secondo piano, ma non si capisce la loro funzione nel quadro. Un giovane seduto sul sasso e un vecchio che gli massaggia la gamba, sono viandanti e lo capiamo da bastone. “Aveva veduto Giorgione alcune cose di mano di Lionardo, molto fumeggiate e cacciate terribilmente di scuro: e questa maniera gli piacque tanto che mentre visse sempre andò dietro a quella, e nel colorito a olio la imitò grandemente”. Giorgio Vasari, Vita di Giorgione Giorgione eredita da Bellini, ma integra i chiaroscuri di Leonardo. Viene centrato il problema dell'importanza per Giorgione di conoscere Leonardo. Quando Leonardo fugge da Milano probabilmente passa per Venezia e quindi i due si incontrano. LTRE FILOSOFI Comprende tre personaggi, chiamati comunemente come i tre filosofi, due in piedi e uno seduto. La rupe scura, comprende anche una serie di tralci. “1525. In casa de M. Taddeo Contarino ...la tela a oglio delli tre Filosofi nel paese, dui ritti, e uno sentado che contempla li raggi solari, con quel sasso finto cusì mirabilmente..., fu iniziata da Zorzon da Castelfranco e finita da Sebastiano Veniziano”. - Michiel, I tre filosofi, Giorgione, 1506 - 1508, Kunsthistorisches Museum (Vienna) Doppio ritratto, Giorgione, 1500 - 1505, Museo di Palazzo Venezia (Roma) DOPPIO RITRATTO | ritratti vogliono proporsi come ritratto dell'anima. Mette in scena delle mezze figure e conia un tipo di ritratto maschile che avrà una gran fortuna nell’ambito veneziano: il ritratto malinconico. Il giovane appoggia una guancia alla mano, e nell’altra tiene un frutto, il melangolo, che rappresenta il lato dolce/amaro dell'amore. Alle spalle del protagonista si inserisce una seconda figura che sembra dissacrare ironicamente lo spirito malinconico. Lo sguardo è molto più vivo, e viene inoltre accennato un sorriso quasi beffardo. Il giovane innamorato diventa davvero un modello per tutta la pittura veneziana. Figure sempre molto eleganti che vogliono raffigurare una classe abbastanza elevata Alessandro Ballarin + lettura che sembra un’illustrazione dei temi che si trovano negli Asolani di Pietro Bembo. Respiro più moderno, figure molto più sfumate nel paesaggio Ritratto di ignoto, Tiziano, 1510, National Gallery (Londra) Fondo neutro come un muro ma non è omogeneo. Lo sguardo è intenso Ritratto di un poeta, Jacopo Palma il Vecchio, 1515, National Gallery (Londra) Jacopo Palma è bergamasco e come tanti di esse si trasferisce a Venezia. Apre una bottega che lavora molto e dipinge molti ritratti, soprattutto femminili. Sono molto idealizzate. Poeta perché è situato davanti all’alloro. Suonatore di liuto, Giovanni Cariani, Musée des Beaux Arts (Strasburgo) BELLINI E GIORGIONE 29 novembre 1516: “Se intese questa matina esser morto Zuan Belin optimo pytor, la cui fama è nota per il mondo; et cussì vecchio come l'era, dipinzeva per excellentia” — Marin Sanudo, Diari Bellini a differenza di altri artisti non ha una vecchiaia che lo mette ai margini, rimane sempre al passo, perché è capace di aggiornare il proprio stile. 74 MADONNA COL BAMBINO E SANTI (Pala di San Zaccaria) È rappresentata una sacra conservazione all’interno di un'architettura. | due pilastri davanti sono reali mentre quelli sul retro vengono dipinti. Tutti i personaggi sono sfumati e giocano con le ombre. Madonna col Bambino e Santi (Pala di San Zaccaria), Giovanni Bellini, 1505, San Zaccaria (Venezia) DURER soggiorni in Italia 1. 1494-1495: un viaggio verso sud è documentato da una serie di acquerelli (Cembra, Segonzano, Trento e Arco), ma è incerto se sia effettivamente arrivato a Venezia 2. 1505 - 1506: riceve dalla comunità dei mercanti tedeschi residenti a Venezia l’incarico di dipingere la pala per l’altare della comunità, in San Bartolomeo a Rialto. LA FESTA DEL ROSARIO Propone lo schema compositivo della festa del rosario, che venne istituita nel 1573 con Gregorio XII in commemorazione della vittoria cristiana sui turchi a Lepanto. Vediamo una venerazione della Vergine regina del cielo da parte della comunità dei presenti. Si trovava nella chiesa vicino al Fondaco dei tedeschi a Venezia. Sono dipinte le autorità della Chiesa e dell'Impero: papa Giulio, Massimiliano | d’Asburgo genuflessi di fronte alla Madonna sullo stesso piano, allude a equivalenza delle due cariche (potere temporale e spirituale). Legame spirituale tra bambino e papa, gli porge corona di rose. Raffinati cromatismi. La festa del Rosario, Albrecht Durer, 1506, Galleria Nazionale (Praga, dal 1606) AMOR SACRO E AMOR PROFANO Il quadro è stato dipinto per le nozze di Nicolò Aurelio e Laura Bagarotto. L’iconografia è stata scoperta di recente: i due personaggi femminili sono una donna vestita (Laura Bagarotto) e Venere nuda che l’assiste nel giorno delle nozze. La nuova lettura al quadro è stata data dopo aver decifrando lo stemma che si trova in finto bassorilievo del sarcofago. Dipinto profano da camera. Non c’è dubbio che in questo dipinto ci siano dei riflessi del concerto campestre. In Tiziano vediamo una pittura più definita e più dinamica, ricca rispetto al mondo onirico di Giorgione. La donna è ritratta nella preziosità delle vesti e a fianco a lei troviamo Cupido. Quella di Tiziano è una pittura piena di colori e di vita, in cui il pennello quasi scolpisce le immagini. MIRACOLO DEL NEONATO CHE DIFENDE LA MADRE, ACCUSATA DI ADULTERIO Opera ad affresco nel sagrato della basilica. La scuola di sant'Antonio è molto simile alle scuole veneziane, dove venivano dipinti i teleri. Ci sono tanti cicli affrescasti, non teleri come a Venezia. Gli affreschi hanno formati diversi. Vediamo nell’iconografia un famoso miracolo fatto da Sant'Antonio dove il santo appunto fa parlare il neonato in difesa della madre accusata di adulterio. Più povera dal punto di vista tecnico, ma vengono comunque ricercate le macchie di colore e il paesaggio molto libero dipinto con pochi colpi Miracolo del neonato che difende la madre, accusata di adulterio, Tiziano, 1511, Scuola di sant'Antonio (Padova) LA DONNA ACCOLTELLATA DAL MARITO GELOSO Si nota l’abilità nel costruire la scena: Tiziano vuole raccontare due episodi, quindi aggiunge lo sperone di roccia per dividere i due racconti. Gusto per la rappresentazione della moda del tempo. Accanto a Tiziano si forma Sebastiano del Piombo. È l'artista attraverso il quale viene il contatto tra Venezia e Roma. Anche lui allievo di Bellini e Giorgione. La donna accoltellata dal marito geloso, Tiziano, 1511, Scuola di sant'Antonio (Padova) Ante d'organo di San Bartolomeo a Rialto, Sebastiano del Piombo, 1508 - 1510, Gallerie dell’Accademia (Venezia) Queste ante si trovavano nella stessa chiesa della Festa del Rosario di Durer. Sono tele, e i santi raffigurati: San Sinibaldo (è scritto nel cartiglio in basso a destra), San Sebastiano, San Bartolomeo (sciabola perché è stato scuoiato vivo) e san Ludovico. | soggetti che sono stati dipinti sono anche stati voluti dalla committenza. La posizione della luce è stata calcolata da Sebastiano in base alle finestre presenti nella chiesa. “...apparò i primi principii da Giovan Bellino, allora vecchio, e dopo lui, avendo Giorgione da Castel Franco messi in quella città i modi della maniera moderna, più uniti e con certo fiammeggiare di colori, Sebastiano si partì da Giovanni e si acconciò con Giorgione, col quale stette tanto che prese in gran parte quella maniera” - Vasari, Vita di Sebastiano del Piombo SACRA CONVERSAZIONE Si trova sull'altare maggiore della chiesa di San Giovanni Crisostomo. Quadro molto libero e ricco di fantasia. Non essendoci la Madonna la pala può rompere lo schema solito. San Giovanni e San Giovanni Battista sono situati in primo piano mentre dietro di loro troviamo San Giorgio e San Paolo. Nella primavera del 1511 il banchiere papale Agostino Chigi porta Sebastiano del Piombo con sé a Roma: non tornerà più a Venezia. Vuole farsi costruire la sua villa suburbana. Agostino Chigi era spesso a Venezia sia per il lavoro, che per una storia d’amore con una cortigiana (Francesca Ordeaschi). Sacra Conversazione, Sebastiano del Piombo, 1508 - 1510, San Giovanni Crisostomo (Venezia) CONGIUNTURE ROMA E VENEZIA (1510 - 1515) Delicato rapporto di dare/avere tra Roma e Venezia. L'inizio di questo legame è segnato dall'arrivo a Roma di Sebastiano del Piombo nel 1511. LA VILLA DI A( TINO CHIGI La villa si trova sulla riva del Tevere, ed è un grande edificio con una forma a C. Tra le due ali principali, è situata una loggia che in origine era > aperta ma oggi chiusa con delle vetrate. Una seconda loggia dava sul Tevere. Agostino Chigi, è di origine senese, e sceglie come architetto Baldassarre Peruzzi, anch'egli senese. La volta è opera di Baldassarre Peruzzi e Sebastiano del Piombo. È rivolta verso la riva del Tevere e nel corso dei secoli è stata chiusa. Le grandi arcate erano in origine aperte. L'architettura è stata fatta da Baldassarre. Sebastiano aveva il compito di dipingere un ciclo di lunette con soggetto /e metamorfosi di Ovidio, situate sui due lati corti della loggia. Affreschi pieni di colore, tipicamente veneziani. Le metamorfosi raccontano miti e leggende che terminano con la trasformazione del protagonista. Le cene di Agostino erano famose a Roma, erano cene all’antica con stoviglie di oro massiccio e che per tradizione poi venivano lanciate nel Tevere. Le cronache raccontano anche che le stoviglie venivano ripescate dai servi di Agostino riutilizzate. Scilla e Niso, Sebastiano del Piombo. Piano molto colto della raffigurazione. Sebastiano non doveva essere molto esperto di zoologia perché secondo Ovidio, Scilla e Niso erano stati rappresentati in Aquila e airone. Scilla era figlia del re Niso, il cui regno era assediato da Minosse re di Creta. Niso era invincibile grazie a un capello di porpora, ma Scilla glielo taglia per amore di Minosse. L’aspetto più nuovo è l'insistenza di Raffaello nel coinvolgimento con lo spettatore: i santi si articolano nello spazio e chiamano in causa lo spettatore. Il Battista fissa lo spettatore mentre San Francesco indica alla Madonna i fedeli da proteggere. (sembra una sintesi tra L'adorazione dei Magi di Leonardo e il tondo Doni di Michelangelo — almeno per ciò che riguarda la fisionomia della Madonna). Il rapporto tra Raffaello e Sebastiano è unidirezionale, è Raffaello che apprende. Sappiamo dalle fonti che Sebastiano ebbe un rapporto di amicizia con Michelangelo, e alcune volte fu proprio lui a dargli qualche suo disegno di nudo. PIETÀ È un notturno e senza architetture. In primo piano sono presenti due figure monumentali (molto michelangiolesche + Disegno preparatorio per la pietà di Sebastiano del Piombo. 1514 - Albertiana, Vienna). Tutto l’orizzonte è quasi una visione cimiteriata Pietà, Sebastiano del Piombo, 1514 - 1515, Museo civico (Viterbo) La Madonna Sistina, Raffaello, 1512 - 1513, Gemaldegalerie (Dresda) LA MADONNA SISTINA È situata nel museo di Dresda. In realtà proviene dalla chiesa di San Sisto a Piacenza. Questa pala quindi non è mai stata destinata a una grande città come Roma, ma a un contesto periferico come la città di Piacenza, che non aveva nessun grande artista locale. In questa data a Piacenza si facevano ancora dipinti gotici. La committenza della pala non è cittadina: si tratta di un regalo di papa Giulio Il alla città di Piacenza. Sono raffigurati San Sisto con i tratti di Giulio Il e Santa Barbara. Se osserviamo attentamente vediamo che ai lati del soggetto si vede un tendaggio verde, questo perché Raffaello vorrebbe ricreare le realtà A volte le pale quando non erano usate venivano coperte da tende, aperte poi solo in alcune occasioni come le feste. In questo modo esse si rovinavano meno. In basso c'è un parapetto su cui poggia la tiara papale e due angioletti. San Sisto indica alla Madonna gli spettatori. 84
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