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Arte sacra in Italia dal Quattro al Settecento: Religione, tradizione e rapporto artistico, Appunti di Storia dell'Arte Moderna

Una panoramica della pittura e scultura italiana dal quattro al settecento, esplorando i concetti di arte italiana, narrazione storica e genere pittorico. L'importanza del rapporto con la realtà, la tradizione classica e la reincarnazione, con riferimenti a artisti come masaccio, cimabue e caravaggio. Il documento illustra come l'arte italiana ha influenzato la cultura europea.

Tipologia: Appunti

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Caricato il 28/01/2021

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Scarica Arte sacra in Italia dal Quattro al Settecento: Religione, tradizione e rapporto artistico e più Appunti in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Pittura e scultura in Italia dal Quattro al Settecento <<I concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce>> è lo stupore che ci spinge a conoscere Opera: Tributo Masaccio (cappella branacaccio) affresco Gesù dice al pescatore di andare a prendere il pesce nell’acqua e nella bocca troverà l’oro per pagare il tributo del padre (il tributo del tempio) Olio su tela Arte Moderna 26/02 Tutti compravano arte italiana, volevano tutti alla corte unartista italiano. Carlo V voleva Tiziano. Esiste una storia dell’arte italiana, D’Italia e in Italia. L’Italia che noi conosciamo è un’Italia dal 1861, ma precedentemente l’Italia era un mosaico di regioni autonome. Problema della lingua va di pari passo con la politica e cultura. Villani e Vasari hanno un concetto di arte italiana che comincia da Cimabue, la questione dell’arte se l’è posta Narratio historiae << narrazione storica>> che può essere o la narrazione sacra o mitologica, non ci si allontana fino a Caravaggio. Il concetto di storia era letto in visione cristiana, tradizione cristiana rileva del divino. Tutto quello che accadeva a aveva a che fare con la rivelazione/incarnazione di Dio sulla Terra. Storia Tukur <<narrazione dei fatti storici>> Un’altra tipo di narrazione <<pittura di genere>> (Caravaggio) il genere della frutta, i mestieri ect… Il genere alto è sempre stato applicato alla storia sacra e Tukur, mentre il genere basso ad un’altra narrazione, ciò che voleva rappresentare il pittore era la tragedia. La pittura italiana ha del tragico, un genere alto quindi. Ciò che unisce è il rapporto con la realtà mimetico, il pittore si immagina un episodio reale e lo riproduce, non c’è un’astrazione. Erich Auerbach scrive “Mimesis” durante il periodo in cui si trovava in Turchia durante la seconda guerra mondiale per scampare alle persecuzioni razziali. Arte greca mette l’uomo ideale al centro, idea del bello ideale e l’arte romana prende questa tradizione. Arte barbarica si perde la rappresentazione dell’uomo o si orientalizza che non ha nulla a che fare con la realtà, ha un probelma di immagine astratta. Avviene con Cimabue un ritorno alla mimesis rapporto sempre più diretto con il dato reale. Ciò che importa è il tema della reincarnazione dice Kounellis, questo concetto arriva fino a Fontana. Rapporto con la tradizione classica comincia già con Masaccio, donatello e Brunelleschi e questo porta alla nascita di una città diversa. Vannelli dice che questo gia ce l’aveva Cimabue ma anche Giotto che però è totale. Pittura italiana viaggia su due binari : 1) quella identitaria come il tema dell’incarnazione religiosa e la tradizione classica. L’idea di bellezza visiva che si è sviluppata in Italia e poi esportata tutta in tutta europa è unica nel suo genere.  La critica ha creduto di individuare caratteri <<stilistici>> normalmente comuni a diversi periodi storici, si parla così di <<stile gotico>> di <<stile rinascimentale>> di <<stile barocco>>. La domanda sul l’opportunità di tale scelta è legittima e doverosa. La schematizzazione è necessaria per definire delle caratteristiche comuni e per orientarsi, ma come scandire cronologicamente?  È utile ripercorrere la storia di queste categorie critiche e storiografie. Esse sono quasi sempre nate con un’eccezione negativa.  Ad esempio Raffaello nella lettera a Leone X fu il primo a definire <<gotica>> l’arte dei barbari cioè di quelli che avevano preso a modello l’antico.  Il Manerismo è una definizione critica negativa che ha la sua origine nelle posizioni di Bellori, in seguito riabilitat e reintrodotta con accezione neutra nella storia della critica.
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