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Munch: Il pittore della malinconia e dell'angoscia, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Edvard Munch, famoso pittore norvegese, vive tra malattia, dolore e morte fin da bambino. La morte prematura di sua madre e sua sorella lo segnano profondamente. L'uomo e il suo dramma esistenziale sono al centro dell'interesse di Munch, che si ispira alla tradizione popolare nordica e alle opere di Ibsen, Strindberg e Kierkegaard. La sua opera più famosa è 'L'Urlo', caratterizzata dalla prospettiva obliqua del ponte, dai contrasti cromatici e dalle linee curve che si propagano intorno all'uomo, esprimendo un grido universale. Temi ricorrenti nella pittura di Munch sono l'angoscia, la tristezza e il dramma esistenziale. La donna è vista come epicentro di un profondo mistero sessuale, che Munch non riesce a sondare a causa della mancanza di strumenti analitici. Da qui l'identificazione tra la donna e l'immagine mostruosa del vampiro, che porta l'uomo a sentirsi consumato e distrutto dall'incontro con la donna.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 19/03/2024

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Scarica Munch: Il pittore della malinconia e dell'angoscia e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Munch Sin dall'infanzia Munch si trova a dover convivere con le immagini della malattia, del dolore, della morte. La madre del pittore è infatti gravemente malata di tubercolosi, e muore quando Edvard ha solamente cinque anni; pochi anni dopo anche la sorella Sophie che si era occupata di lui in assenza della madre, muore all'età di sedici anni. Ma la malattia non è per Munch solamente come un evento che colpisce le persone che lo circondano: varie infermità gli impediscono di frequentare regolarmente l'accademia di di- segno. Il disegnare, il dipingere, si rivelano da subito per il giovane Edvard strumenti estremamente efficaci per ricordare, per portare di nuovo in vita quei morti che hanno riempito la sua vita e per permettergli di convivere con questi fantasmi, con l'angoscia ed il dolore che essi gli procurano. Centro dell'interesse di Munch è dunque l'uomo, il dramma del suo esistere, del suo essere solo di fronte a tutto ciò che lo circonda: con i propri conflitti psichici e le proprie paure. Tutto ciò non può essere disgiunto dalla formazione nordica del pittore, per quanto riguarda sia l'antica tradizione popolare, sia i rapporti con la cultura a lui contemporanea, in modo particolare Ibsen, Strindberg e Kierkegaard. L'opera più rappresentativa in questo senso è L'urio. Il titolo è significativo: non indica qualcosa che sta accadendo, né un luogo, ma l'espressione interiore attraverso il grido. Il grido non è l'articolazione logica di un pensiero o di un sentimento in parole ordinate sin-tatticamente; il grido è la reazione istintiva, l'«urto originario», primordiale, antico come l'uomo, che esprime un complesso inestricabile di sentimenti, di paure e di angoscia. Angoscia infatti, direbbe Kierkegaard, è cosa diversa da paura: questa è provocata da qualcosa di de-terminato, quella dal nulla; è angoscia esistenziale. Il dramma è visivamente espresso dalla prospettiva del ponte, tesa e obliqua; dagli urti cromatici; dall'ondeggiare delle linee curve che, partendo dalla forma della testa e dalla posizione delle mani e delle braccia dell'uomo, si propagano intorno, come ondate, estendendosi all'acqua, alla terra, al cielo, con andamenti eccentrici, in contrapposizioni di concavità e convessità, quasi in un'amplificazione sonora dell'urlo, così che questo, superando la dimensione del singolo individuo, diventa grido universale: «Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto di me il fiordo... Mi fermai e guardai al di là del fiordo, il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo.
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