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Storia dell’arte romana, Dispense di Storia dell'arte antica

Appunti spiegati a lezione dalla professoressa Barbagallo. I romani, acquedotti, case romane, ritratto in etá repubblicana, l’impero romano, fori imperiali, teatri e anfiteatri, archi di trionfo, le terme romane

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 15/04/2024

Graviity
Graviity 🇮🇹

4.8

(5)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia dell’arte romana e più Dispense in PDF di Storia dell'arte antica solo su Docsity! L’ ARTE ROMANA L'arte romana è suddivisa in periodi: • l’età monarchica dalla fondazione 753 a. C. sino al 509 a. C.; • l'età repubblicana (509-31a. C.); • età imperiale (31a. C.-190 d. C.); • età tardoantica (190 d.C.-476 d.C.) I romani era una popolazione che da contadini diventano conquistatori. Sono interessati all’arte solo quando queste opere iniziano a circolare a Roma. Iniziano ad interessarsi a opere greche, e faranno opere simili a quelle greche. I romani furono molto influenzati dall’arte greca, anche se loro non volevano che la loro arte fosse contaminata da altre civiltà. L’arte grega non poteva avere un canone per i romani, perché i romani erano interessati ad altro, infatti costruirono ponti, fognature e strade. Costruirono le strade per espandere anche di più il propio dominio, perché l’impero romano sarà insuperabilec perché è un territorio vastissimo. L’impero è stato tenuto unito per le opere di pubblica utilità. LE TECNICHE COSTRUTTIVE ROMANE Una scoperta decisiva fu quella del cemento (opus caementicium): un impasto fluido di calce, sabbia ed acqua, che veniva colato dentro casse di legno per ottenere le strutture portanti, a volte curve. Altre volte il cemento era amalgamato con pietrisco o frammenti di laterizio, e versato fra due muri laterali di contenimento che fungevano, ad opera finita, da paramento esterno (sistema “a sacco”). I muri venivano costruiti con diverse tecniche (ognuna delle quali detta opus). Inoltre, l'opus camenticium presenta una notevole flessibilità. Il sistema a spina di pesce è alla base della costruzione romana. SISTEMA DELL’ARCO • PER COSTRUIRE UN ARCO BISOGNAVA COSTRUIRE PRIMA LA CENTINA, UNA STRUTTURA DI LEGNO CHE VENIVA POI SMONTATA POCO A POCO PER FARE ASSESTARE L'ARCO. • LA SUPERFICIE ESTERNA DELL'ARCO si chiama ESTRADOSSO. • L'ARCO E' FORMATO DA PIETRE SAGOMATE DETTE CONCI • IL CONCIO CENTRALE ALLA SOMMITA' DELL'ARCO è detta CONCIO DI CHIAVE • La faccia dell'arco è detto ARCHIVOLTO • la superficie inferiore dell'arco si chiama INTRADOSSO • la retta che passa dove inizia l'arco e finiscono i piedritti è una linea sempre orizzontale detta PIANO DI IMPOSTA • la distanza massima verticale tra la sommità dell'intradosso e la linea d'imposta dell'arco è detta FRECCIA Dal principio dell'arco deriva la volta, la cui superficie curva permette di coprire ambienti molto vasti. Il tipo di volta più semplice è quello a botte. Dall’incrocio longitudinale di due volte a botte si ottiene la volta a crociera. Diviso in quattro spicchi, indirizza le spinte della struttura verso gli angoli, scaricando le sui pilastri angolari che la sorreggono. ACQUEDOTTI Gli acquedotti raccoglievano l'acqua da diverse sorgenti naturali situate a notevole distanza dalla città e la trasportavano sfruttando la forza di gravità. Per assicurare lo scorrere dell'acqua, essi avevano infatti una pendenza costante e quindi venivano costruiti con un'inclinazione del 25%. Alla sorgente venivano costruiti grandi serbatoi per creare una pressione sufficiente all'inizio del percorso e per assicurare la continuità del flusso. Per eliminare le impurità, si usavano vasche di depurazione, dove la velocità dell'acqua rallentava e il fango e le altre particelle si depositavano. Le vasche si trovavano inoltre a intervalli regolari lungo il percorso dell'acquedotto. ARCATE DELL’ ACQUEDOTTO CLAUDIO (38/52 d.c) È formato da un modulo (pilastro, arco). I romani hanno basato la loro forza su questo sistema costruttivo. I romani volevano un sistema ampio, l’arco da spazi ampi a differenza del sistema trillittico. Il sistema cementizio è fondamentale per la costruzione romana. ' STRADE La Via Appia, che i Romani consideravano la "regina delle strade", è la prima delle grandi arterie costruite per connettere la capitale con le sue nuove conquiste fuori dal Lazio. Le strade erano costruite secondo un preciso criterio: uno strato più profondo di circa 45-60 cm, chiamato statumen, di sassi e argilla; un secondo strato, rudus, fatto di pietre, mattoni rotti, sabbia, il tutto impastato con calce; un terzo strato, nucleus, di pietrisco e ghisa; una copertura, summum dorsum, di lastre levigate di pietra che combaciavano le une con le altre appoggiate chiudendo tutti gli spazi tra di loro. All’interno dei centri urbani, le strade erano fiancheggiate da marciapiedi, più o meno ampia seconda del prestigio del quartiere e della presenza di attività commerciali. Per rendere più semplice l’attraversamento pedonale, erano predisposti dei rialzi in pietra. URBANISTICA E ARCHITETTURA CIVILE Nel IV sec. a. C. visse, infatti, Ippodamo da Mileto che, per primo, teorizzò la necessità di costruire le città secondo schemi planimetrici regolari. Se fino allora nascevano prima le case, e lo spazio tra loro divenivano le strade, con la pianificazione urbana teorizzata da Ippodamo da Mileto, venivano prima disegnate le strade, e poi, tra esse, trovavano posto gli edifici. Con ciò si potevano ottenere città non caotiche ma con tracciati viari ordinati tra loro perpendicolari. RITRATTO IN ETA REPUBBLICANA La casse Patrizia ci ha lasciato numerose opere. Grande importanza, per i Romani, ebbe il genere del ritratto. Il ritratto romano è caratterizzato dalla riproduzione fedele dei tratti fisionomici per mettere in evidenza la personalità dell’individuo, ponendo in secondo piano la bellezza e la perfezione delle forme. La tendenza di rendere vicini al vero i lineamenti del soggetto raffigurato molto probabilmente trae origini dall’uso di modellare maschere di cera sui volti dei defunti per definire con precisione i tratti. Si diffondono due modelli di ritratto: • Nel ritratto ufficiale si idealizzano e si addolciscono le fattezze del personaggio per esaltarne le qualità morali (come calma, compostezza, saggezza nel governare o valore militare). • Il ritratto privato, più realistico, è caratterizzato dalla rappresentazione di tratti fisionomici molto fedeli, che lasciano trasparire il carattere o i sentimenti delle persone raffigurate. In età repubblicana, quando raggiunge l'apice del suo sviluppo, il ritratto ha la funzione di comunicare ai posteri i valori di moralità, giustizia e pietas, alla base della società romana. I romani non rappresenteranno mia statue totalmente nude come quelle greche. GENERALE ROMANO TIPOLOGIA DI MANUFATTO: Statua AUTORE: Ignoro DENOMINAZIONE: generale Romano DATAZIONE: 76 a.c DIMENSIONE: TECNICA DI REALIZZAZIONE: LUOGO DI CONSERVAZIONE: Museo Roma MATERIALE: Marmo RITROVAMENTO: Tivoli ICONOGRAFIA: Il generale è ritratto nudo, avvolto da un mantello che gli cinge i fianchi ed è sorretto dal braccio sinistro, alla stessa maniera di come venivano raffigurati gli dei ed eroi greci, seppur con un panneggio più abbondante tale da coprirne gran parte del bacino. Di lato è posta la corazza a corsetto (la corazza ellenistica per eccellenza), rilevatrice il suo rango militare, che serve da appoggio alla statua. I tratti del viso, solcato dai segni della vecchiaia e con le labbra leggermente aperte, sono tipici della ritrattistica romana ai canoni e contrastano con il corpo muscoloso tipico delle sculture tardo ellenistiche. TOGATO BARBERINI TIPOLOGIA DI MANUFATTO: Statua AUTORE: Ignoro DENOMINAZIONE: Togato Barberini DATAZIONE: fine I secolo a.c DIMENSIONE: TECNICA DI REALIZZAZIONE: LUOGO DI CONSERVAZIONE: Museo Roma MATERIALE: Marmo RITROVAMENTO: ICONOGRAFIA: Un uomo in piedi e vestito con una lunga toga romana mostra due busti scolpiti. Il viso è quello di un uomo maturo, calvo e dai tratti magri. La tunica invece crea molte pieghe intorno al corpo ed è annodata sul davanti in prossimità del ventre. Il protagonista ai piedi porta un paio di calzature dell’epoca. Nelle mani, in basso, porta due busti. Le statue sono scolpite fino alla base del collo e una di esse poggia sul palmo della mano del togato. Quella alla sua destra, a sinistra per l’osservatore, poggia su un tronco di palma che arriva fino alla base. Infine i volti raffigurano due uomini di mezza età dall’espressione formale. OTTAVIANO TIPOLOGIA DI MANUFATTO: Statua AUTORE: Ignoro DENOMINAZIONE: Ottaviano DATAZIONE: II metà del I secolo a.c DIMENSIONE: TECNICA DI REALIZZAZIONE: LUOGO DI CONSERVAZIONE: Museo Roma MATERIALE: Marmo RITROVAMENTO: ICONOGRAFIA: Nel 27 a.C. Cesare Ottaviano, conclusa la guerra contro Marco Antonio, restituì i poteri straordinari che gli erano stati conferiti al Senato, che decise di insignirlo del titolo di Augustus: “Alcuni senatori volevano chiamarlo Romolo, quasi fosse stato il secondo fondatore di Roma. Per l’occasione fu creato il ritratto ufficiale dell’imperatore, definito tipo “Prima Porta” dalla famosa statua loricata rinvenuta nei pressi di Prima Porta, Roma. La rappresentazione dettagliata dei tratti fisionomici di Augusto viene abbandonata per una resa più idealizzata del soggetto. Questo tipo di ritratto si ispira ai modelli dei dinasti ellenistici, che esaltano la grandezza del personaggio attraverso una fisionomia ideale e perfetta. La potenza di Augusto è suggerita da un trattamento plastico e morbido del volto, occhi grandi, collo più possente e i capelli, disposti in modo ordinato. Fu realizzata anche la moneta con la faccia di Ottavino per evidenziare il suo potere L’IMPERO ROMANO DA AUGUSTO A COMMODO IL RITRATTO DI AUGUSTO L’IMPERO ROMANO FINO AL I-III SECOLO D.C ARA PACIS L’altare è il monumento che ricorda le vittorie di Augusto e simboleggia l’instaurazione della pace nell’Impero Romano. La struttura di marmo è stata eretta nel Campo Marzio, lungo la via Flaminia, tra il 13 e il 9 a.C. Successive inondazioni del Tevere sotterrarono completamente la struttura. L’Ara Pacis è costituita da un recinto in marmo, eretto su un podio, aventi 2 porte che si aprivano nei lati lunghi e si accedeva da una rampa di nove gradini; all’interno, sopra una gradinata, si erge l’altare vero e proprio. Nelle scene sull’altare, a testimoniare la tradizionale pietà romana, sono raffigurati l’Imperatore e i membri della famiglia, sacerdoti e animali sacrificali. Il basamento è abbellito con ridondanti elementi naturali per commemorare la pace e la prosperità che Augusto ha portato a Roma. I rilievi sulla sezione superiore del monumento ritraggono vari temi inerenti alla leggendaria fondazione di Roma, (Romolo e Remo con la Lupa).Lungo la parte superiore è illustrata una doppia processione, un frammento della quale è conservato al museo del Louvre. Le figure in rilievo sulle pareti nord e sud esterno sono disposti in due gruppi. Sul lato sud sono Augusto e la famiglia imperiale. Sul lato nord sono funzionari quali sacerdoti, magistrati e senatori che indossano corone d’alloro della vittoria. Rilievi: i pannelli L’altare dell’Ara Pacis, nei suoi bassorilievi, racconta molte storie sulla vita dell’imperatore Augusto. La narrazione si sviluppa su vari pannelli, che andiamo ad approfondire qui di seguito. Fronte occidentale: Lupercale, Romolo e Remo allattati dalla lupa Il lupercale ha un riferimento mitico fondamentale della Fondazione di Roma: sarebbe la grotta dove Romolo e Remo furono allattati dalla Lupa. Secondo la tradizione i due gemelli erano figli del dio Marte e della sacerdotessa vestale Rea Silvia. Sul lato principale a sinistra il Dio Marte armato, protettore dell’Urbe, e sul lato a destra il pastore Faustolo assistono all’allattamento dei gemelli da parte della lupa tra le piante e un arbusto d’albero dello sfondo. Fronte orientale: Pannello della Tellus La Saturnia Tellus è uno dei quattro rilievi frontali dell’Ara Pacis. In uno stato di conservazione eccellente, il rilievo rappresenta tre figure femminili. La prima è seduta su un cigno, simbolo dell’aria, la seconda ha in braccio due putti, la terza è seduta su un drago marino, simbolo del mare. FORI IMPERIALI I Fori Imperiali di Roma raccolgono una serie di piazze monumentali edificate tra il 46 a.C. e il 113 d.C. Vengono considerati il centro dell'attività politica di Roma antica, un luogo che nel corso dei secoli si è arricchito di strutture ed edifici. FORO DI CESARE Questa piazza, voluta da Giulio Cesare fu inaugurata nel 46 a.C. e terminata dall'imperatore Ottaviano Augusto. La piazza presenta due portici sul lato est e ovest mentre in fondo troneggia il tempio dedicato a Venere Genitrice. FORO DI AUGUSTO Fu realizzato per volere di Ottaviano Augusto unitamente al tempio di Marte Ultore. La pianta del foro è ortogonale; sul versante nord si ergeva il tempio di Marte. Il foro è alternato da ampi incavi semicircolari destinate a ospitare le attività dei tribunali e ad arricchire l'area vi erano statue ispirate alla storia di Roma. TEMPIO DELLA PACE Questo luogo a pianta quadrata aveva le sembianze di un giardino-museo, con vasche d'acqua e basamenti per le statue. FORO DI NERVA Fu Domiziano a realizzare una piazza per unificare lo spazio rimasto libero tra il Tempio della Pace e i Fori di Cesare e di Augusto. Nacque così il Foro di Nerva con annesso il tempio di Minerva, protettrice dell'imperatore. Il foro prese inoltre l'attributo di "transitorio" per la sua funzione di passaggio. FORO DI TRAIANO La piazza veniva utilizzata per accogliere accampamenti militari. Alle sue spalle sorge ancora oggi la Colonna di Traiano. Lo spazio aveva funzioni forensi e commerciali ma era anche luogo della cosiddetta manomissione, ossia l'atto pubblico di liberazione di uno schiavo da parte del padrone. PIANTA FORO TRAIANO Il foro si disponeva parallelamente al Foro di Cesare e perpendicolarmente a quello di Augusto, con la basilica sopraelevata di alcuni gradini. Tutti gli edifici del Foro di Traiano erano ricoperti di marmi e stucchi, nonché adorni di sculture e pitture parietali. Il complesso comprendeva, nell'ordine: • un ingresso formato da un'aula quadrata con quadriportico centrale • due esedre semicircolari ai lati della piazza. • la Basilica Ulpia, un cortile porticato con la famosa Colonna Traiana e le due biblioteche, greca e latina. LA COLONNA TRAIANA La Colonna Traiana è un monumento commemorativo eretto su ordine dell’Imperatore Traiano. Conclusa nell’anno 114, è una colonna alta 30 metri. La Colonna è composta da 18 enormi blocchi di marmo di Carrara, ognuno dei quali pesa approssimativamente 40 tonnellate e ha un diametro di 4 metri. Il rilievo racconta due campagne vittoriose di Traiano contro i Daci: nella metà inferiore della colonna viene illustrata la prima (101-102) nella parte superiore la seconda (105-106). Il rilievo era completamente policromo. PANTHEON La struttura del Pantheon voluto da Adriano è di forma circolare, unita ad un portico in colonne corinzie (otto frontali e due gruppi di quattro in seconda e terza fila) che sorreggono un frontone triangolare. La grande cella circolare, detta rotonda, è cinta da spesse pareti in muratura e da otto grandi piloni su cui è ripartito il peso della caratteristica cupola in calcestruzzo. La cupola emisferica ospita al suo apice un'apertura circolare detta oculo, che permette l'illuminazione dell'ambiente interno. CASTEL SANT’ANGEL È uno dei monumenti di Roma di più complessa e agitata storia dall'epoca romana sino ad oggi. Adriano lo costruì come mausoleo che doveva racchiudere le sue ceneri, e ne suggerì probabilmente le forme e i piani al suo architetto Decriano. Era costituito da un grande basamento quadrato, dal quale si elevava il mausoleo propriamente detto, di forma cilindrica, rivestito di marmo, coronato di statue, e coperto da un tumulo di terra con piante funerarie. GLI ANTONINI (138/192 d.c) E I SEVERI (193/235 d.c) In questo periodo si impone una figurazione sempre più ricca di colore e movimento che supera la forma classica ed ellenistica; ove questa persiste, come nella statuaria, si accentua la ricerca chiaroscurale ed espressiva. LA COLONNA DI MARCO AURELIO La colonna fu eretta in onore dell'imperatore della dinastia degli Antonini che regnò dal 161 al 180 d.c., fu ispirata alla colonna di Traiano nel foro omonimo. Si erge su un altissimo basamento parte del quale è rimasto interrato. La colonna di Marco Aurelio raggiungeva un’altezza di 42 metri, base compresa, e sulla cui sommità si innalzava la statua di bronzo dell’imperatore, poi sostituita con quella di San Paolo. Il fregio è diviso in 115 scene e mostra gli eventi delle guerre condotte da Marco Aurelio. Le scene di combattimento sono alternate a trasferimenti delle truppe e ad altre scene. Sul rilievo si ricorre spesso alla ripetizione di figure e di gesti. La figura dell’imperatore è spesso frontale, in posizione centrale rispetto ai suoi dignitari. ARCO DI AUGUSTO L'architettura è esaltata da un ricco apparato decorativo, carico di significati politici e propagandistici. L'apertura del fornice, ricordava la pace raggiunta dopo un lungo periodo di guerre civili. Tra la ghiera dell'arco ed i capitelli, di ordine corinzio, si possono ammirare quattro divinità, che esaltavano la grandezza di Roma e la potenza di Augusto: nel lato esterno Giove, con il fascio di folgori, espressione del potere imperiale, e Apollo con la cetra e il corvo, simboli del suo legame con la musica e della sua facoltà di parlare attraverso gli oracoli; verso la città Nettuno, con il tridente e il delfino, e Roma, con la spada e il trofeo, immagini del dominio sui mari e sulla terra. Su entrambe le facce dell'Arco sono collocate due teste di bue che attestano simbolicamente la qualità di colonia romana della città di Rimini. ARCO DI TITO L'arco, formato da un'arcata unica, è rivestito con marmo greco pentelico ed è sorretto da quattro semi colonne nei 4 lati. Nelle chiavi di volta sono raffigurate le personificazioni della Dea Roma e del Genio del popolo romano, mentre sull'archivolto le Vittorie alate, munite di stendardi, si librano su alcuni globi. Due episodi del trionfo romano sono raffigurati su due grandi pannelli a rilievo, all'interno dell'arco. ARCHI DI TRIONFO IL RILIEVO CELEBRATIVO PUBBLICO Il rilievo storico celebrativo dei I e Il sec. d. C. trova le sue espressioni più grandiose negli archi di trionfo e nelle colonne coclidi. ARCO DI SETTIMIO SEVERO Sulla sua superficie sono incisi rilievi, ormai molto erosi, che ricordano le vittorie in battaglia dell’imperatore, in Partia (Iran e Iraq) e in Arabia. Sulla parte esterna ha quattro pilastri per facciata che poggiano sui basamenti sopraelevati. Gli ornamenti sono notevoli e comprendono due riproduzioni del Dio Marte sulle chiavi di volta dell’arcata centrale, mentre i rosoni della volta sono tutti diversi. Sempre sull’archivolto ci sono le Vittorie alate coi rispettivi trofei, e ai loro piedi, i geni delle quattro stagioni. Nelle chiavi degli archi minori sono rappresentate le divinità. Nella parte superiore degli archi si può notare un breve fregio in cui è raffigurata la marcia trionfale degli imperatori che compiono sacrifici ad Ercole e a Bacco, ai quali assiste col caduceo Giulia Pia, moglie di Severo. LE TERME ROMANE Le terme erano grandi edifici pubblici, in cui tutti i cittadini romani potevano curare il loro corpo con l’acqua, alternando bagni caldi e freddi, e associandoli all’esercizio fisico e ad altri benefici trattamenti. Nelle terme di età imperiale al centro si trovava il frigidarium, il grande salone per i bagni freddi; da un lato vi era il calidarium, di forma circolare e con le vasche di acqua calda. L’edificio centrale era circondato da vasti giardini. I complessi termali comprendevano anche spogliatoi, sale per massaggi e altri trattamenti per il corpo, palestre, latrine, lavanderie. Spesso vi erano pure biblioteche, sale per audizioni musicali o recite di poesie e perfino sale da banchetto.
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