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Storia dell'Asia Orientale unibo, appunti e sbobine sistemate, Appunti di Storia Cinese

Appunti di Storia della Cina e Storia del Giappone, integrati con alcune parti dei testi consigliati di Gatti e Sabattini, gli appunti sono molto approfonditi, potete riassumerli tranquillamente e basteranno senza problemi.

Tipologia: Appunti

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Scarica Storia dell'Asia Orientale unibo, appunti e sbobine sistemate e più Appunti in PDF di Storia Cinese solo su Docsity! Il territorio cinese appare abitato fin dalla più remota antichità, grazie al ritrovamento di numerose fonti oggi siamo in grado, con un certo grado di attendibilità, di ripercorrere le tappe principali del popolamento della regione fin dal periodo arcaico. Da sottolineare quando si parla delle prime civiltà nel territorio cinese sono sicuramente i suoi quattro grandi sistemi idrografici: tutti i fiumi principali scorrono da est verso ovest, ma i più importanti sono sicuramente il Fiume Giallo (5.464km) che ha formato la grande pianura alluvionale nella Cina del nord, e lo Yangzijiang, o Fiume Azzurro (6.300km) che attraversa longitudinalmente la Cina ed ha costituito sempre un un’arteria navigabile di grande rilievo storico. La Cina propriamente detta più essere divisa in due grandi regioni naturali: nel nord hanno sempre prevalso le colture asciutte ed i trasporti sono sempre stati perlopiù terrestri, mentre nel sud hanno sempre prevalso le colture di tipo sommerso e i trasporti principali avvenivano via acqua. La pianura alluvionale del fiume giallo è stata per lungo tempo la regione più popolosa e ricca nonché il centro economico della Cina. Il suo unico punto debole, sotto questo punto di vista era invece la mancanza di difese naturali, cosa che invece caratterizzava l’area del Guanzhong al nord, che per questo motivo ha assunto un valore strategico e il centro politico della Cina per molto tempo. Introduzione venerdì 16 aprile 2021 13:38 Storia della Cina 1 Pagina 1 Probabilmente le prime forme di organizzazione statale nel territorio cinese risalgono al periodo fra la fine III e gli inizi del II millennio a.C., periodo in cui la tradizione scritta colloca le prime tre dinastie ereditarie: Xia, Shang e Zhou, che avrebbero occupato il governo cinese nell’arco di due millenni, dal XXII al III secolo a. C. Dinastia Xia: 2205-1751 (1994-1523) a.C.• Dinastia Shang: 1751-1122 (1523-1027) a.C.• Dinastia Zhou: 1122-222 (1027-222) a.C• Dinastia Xia Secondo la tradizione la dinastia Xia avrebbe contato in tutto 17 sovrani, il cui fondatore Yu, scelse un suo successore che però non prese mai il potere, cosa che invece spettò al figlio di Yu, Qi. Da allora si sarebbe affermato definitivamente il principio della successione dinastica. Dinastia Shang La storicità della dinastia Shang è stata definitivamente accertata nel corso di questo secolo, grazie al ritrovamento di fonti nuove rispetto a quelle fino ad allora accertate. Si tratta di ossa oracolari di animali, ossa scapolari di bovino perlopiù, e ossa ventrali di tartarughe. Su queste ossa, una volta ammorbidite nel fuoco, venivano praticati dei fori che poi diventavano piccoli solchi, i quali, si pensa, avessero uno scopo divinatorio e venissero interpretati dal sovrano. Dinastia Zhou Il periodo degli Zhou è suddiviso a sua volta in periodo degli Zhou Occidentali (1122-771 a.C.) e periodo degli Zhou Orientali (770-221 a.C.), quest’ultimo presenta dei caratteri storici molto diversi rispetto ai periodi precedenti anche se tradizionalmente viene comunque collocato all’interno del periodo delle tre dinastie. Le tre dinastie venerdì 16 aprile 2021 13:43 Storia della Cina 1 Pagina 2 Nel 210 a.C. Qin Shi Huangdi muore e la dinastia Qin finisce con la sua stessa morte. La capitale di questo primo impero unificato era Xianyang. Alla sua morte si verifica, a corte, una fase di complotti e di eliminazione di potenziali successori, cioè una fase di disordini e rivolte. Alla fine di questa fase di disordine Liu Bang, a capo di un gruppo di insorti, entra nella capitale, prevale su Zi Ying, re di Qin, e nel 206 a.C., cerca di fondare una nuova dinastia a cui dà il nome di Han (206 a.C.-220 d.C.). Entrato nella capitale, Liu Bang aveva annunciato l'abrogazione delle leggi più dure emanate dal precedente governo e aveva assicurato che avrebbe garantito l'ordine e la sicurezza degli abitanti. Non molto tempo dopo, tuttavia, Xiang Yu, alla testa di un esercito più numeroso e meglio equipaggiato di quello di Liu Bang, marciò su Xianyang e la mise a sacco: nel corso del massacro, anche il <re di Qin>, Zi Ying, perse la vita e la stessa biblioteca imperiale venne interamente distrutta. Dopo la morte del rivale, Liu Bang assunse il titolo che era stato di Shi Huangdi, dando inizio alla dinastia Han. La capitale, dapprima posta a Luoyang, venne presto trasferita a Chang'an, nelle vicinanze di Xianyang (odierna Xi'an). L'ascesa al trono di Liu Bang costituì un evento senza precedenti nella storia cinese: un uomo di umili origini, senza alcun legame con l'antica aristocrazia che da tempo immemorabile si era considerata investita, per una sorta di legge naturale, della potestà legittima di esercitare il comando, si attribuiva le prerogative di “Figlio del cielo”. Assunto il titolo imperiale, Liu Bang, cui sarebbe stato attribuito il nome postumo di Gaozu (“Sublime antenato”), non poté ignorare i reali rapporti di forza. Egli aveva assunto il potere grazie all'appoggio determinante di alcuni comandanti che si erano uniti a lui nella lotta contro Xiang Yu. Questi compagni d'armi lo consideravano nulla più che un primus interpares, e certamente ritenevano che fosse loro diritto condividere con lui i frutti della vittoria. L'imperatore si preoccupò anzitutto di rendere stabile il proprio dominio; accontentò pertanto coloro che l'avevano sostenuto, ricorrendo all'assegnazione di titoli nobiliari e di territori (guo), che erano molto estesi, tanto che la superficie complessiva assegnata ai più rilevanti compagni d’armi di Lui Bang superava quella dei territori gestiti dal governo centrale. Questi territori erano abbastanza indipendenti, disponevano di propri funzionari e di proprie forze militari. Wudi A Gaozu succedette il figlio Huidi (194-188 a.C.) che si spense in giovane età. In effetti però, fin dalla morte di Liu Bang (195 a.C.), il potere venne assunto dalla vedova Lii Zhi, una donna spietata che fece ricorso ad ogni mezzo, pur di accrescere la potenza e la ricchezza della sua famiglia: tra l'altro, fece uccidere le altre mogli e le concubine di Liu Bang e quasi tutti i suoi figli, conferì ai propri parenti importanti cariche a corte e assegnò loro alcuni tra i guo di maggiore estensione. Dopo la morte dell'imperatrice Lii, il potere della famiglia imperiale venne restaurato rapidamente: i parenti dell'imperatrice furono eliminati nell'arco di un paio di mesi, e sul trono fu posto il maggiore dei figli di Liu Bang rimasti in vita, Wendi (180-157 a.C.). Il dualismo istituzionale dell’impero verrà poi risolto definitivamente da Wudi (140-87 a.C), il quale intervenne sulle regole di successione dei guo, i quali, alla morte di un re invece che essere tramandati interamente al figlio maggiore avuto con la prima moglie, dovevano essere divisi fra tutti i figli. Un altro obiettivo di Wudi fu di liberarsi della costante minaccia delle tribù nomadi a nord: nel 129 a.C. fu lanciata un'offensiva contro di loro, che culminò due anni dopo nella riconquista dell'Ordos, dove furono stabiliti due governatorati. Wudi risolve innanzitutto il problema generato dalla presenza dei guo, disponendo delle regole sulle successioni di questi territori: anziché essere trasmessi nella loro interezza al primogenito della famiglia che possedeva il territorio, erano suddivisi tra i vari figli, ciò ovviamente portò ad una serie di divisioni sempre maggiori che porterà alla loro estinzione. Organizzerà poi una risposta militare nei confronti delle popolazioni nomadi a nord e cercherà anche di rispondere al nuovo fenomeno della percorribilità delle piste carboniere, che dall’Asia centrale arrivavano fino al Medio Oriente: con la percorribilità di queste piste si ritenne necessario inserire e ampliare la presenza delle guarnigioni verso l’Asia Centrale. Con il boom dei commerci c’erano mercanti che cominciano a partecipare a dei traffici commerciali e in breve tempo Han occidentali e orientali venerdì 16 aprile 2021 13:44 Storia della Cina 1 Pagina 5 c’erano mercanti che cominciano a partecipare a dei traffici commerciali e in breve tempo accumulano grandi fortune, problema che Wudi cercherà di risolvere il fatto che c’era una concentrazione di ricchezza molto grande nelle mani di poche famiglie. Cercherà anche di espandere le dimensioni dell’impero verso est (Corea) e verso sud (Vietnam), le campagne militari per conquiste…. Wudi porta sotto il controllo imperiale i settori produttivi più remunerativi istituendo 4 monopoli statali: coniazione monete, ferro, sale e alchool. Riporta il confucianesimo come ideologia imperiale, ma sarà più interventista, non si limita ad essere una figura di virtù. Nel 124 a. C. viene fondata un’università imperiale nella quale 5 saggi confuciani tenevano delle lezioni sui 5 classici confuciani. Lo scopo di questa istituzione era quello di iniziare a dare una base culturale comune confuciana ai figli delle famiglie importanti dell’epoca. Ma la partecipazione a questi corsi non dava direttamente accesso alle cariche amministrative perché queste erano un privilegio ereditario o acquistabile. Le primavere e gli autunni dello stato di Lu o gli annali dello stato- opere attribuite all’epoca Zhou che erano i testi su cui si era formata l’aristocrazia nel periodo zhou- Il classico dei documenti, scritti ufficiali- Il classico delle odi- Le memorie sui riti- Il classico dei mutamenti, molto probabilmente l’opera più antica- Sima Cian, uno storico confuciano, fu incaricato di scrivere la storia universale da una prospettiva cinese (shiji), Memorie storiche o Memorie di uno storico, primo storico a dare a Shi Huangdi un’etichetta negativa. Alcuni criticheranno l’interventismo di Huangdi e l’ambiente di corte (corte interna) dove viveva l’imperatore con le sue mogli, il gineceo imperiale, le cameriere, i guardiani e i servitori, eunuchi. La castrazione, derivata dalla prigionia di guerra o dal fatto che, quando di notte la corte interna vedeva andar via tutti, tranne l’imperatore, le mogli e i servitori, si dovesse essere certi che i bambini generati nella corte fossero tutti figli dell’imperatore, generava nei servitori un bisogno di affermazione personale, attraverso l’arma dell’intrigo e del complotto. Declino dell'impero centralizzato e dinastia Xin Dopo la morte di Wudi nell’87, la situazione a corte vede l’inizio di un periodo di crisi con molti imperatori che morivano giovani, che generò una paralisi dell’amministrazione, in quanto le famiglie dietro alle varie mogli dell’imperatore entravano in lotta perché i loro rampolli diventassero imperatori. Gli eunuchi intervenivano quando la pressione delle madri per i figli diventava troppo pesante e questi ultimi si rifugiavano proprio dagli eunuchi. DINASTIA XIN (9-25 d.C.) Dopo la morte di Wudi ci fu un vero e proprio declino delle istituzioni imperiali per il possesso del potere insieme a diverse calamità naturali che si susseguirono nell'ultimo decennio del periodo degli Han occidentali. A questo periodo di disordini a corte decise di porre fine Wang Mang nel 9 d.C., che cerca di fondare una sua propria dinastia, Xin, con la creazione di un interregno. Il breve periodo di Wang Mang (9-25 d.C.) è aspramente condannato dalla storiografia ufficiale, tanto che egli è considerato l'usurpatore per antonomasia. Wang Mang, ispirandosi all'impero degli Zhou Occidentali, cerca di riprendere gli obiettivi di Wudi sostenendo la piccola proprietà contadina procedendo con l'abolizione delle grandi proprietà e la reintroduzione del sistema dei campi a pozzo, suddividendo i terreni in nove parti e distribuendone otto famiglie contadine più la nona parte era gestita collettivamente come servizio allo stato. DINASTIA HAN ORIENTALI (25-220 d.C.) Dopo la morte di Wang Mang la capitale venne spostava a Luoyang. Il nuovo regime abbandonò ogni tentativo di politica centralizzatrice in campo economico, ma al contrario vennero abolite le restrizioni al commercio e ai mercanti, che quindi potevano arricchirsi senza limiti e acquistare cariche pubbliche per non dover pagare le imposte. Di conseguenza il carico fiscale gravava sempre di più sui piccoli proprietari terrieri. Il secondo sovrano Han non si pose obiettivi espansionistici ma cercò di risolvere il problema delle frontiere mediante una progressiva sinizzazione delle popolazioni barbare, permettendo, ad esempio, che alcune popolazioni si stanziassero nei territori dell'impero. Storia della Cina 1 Pagina 6 barbare, permettendo, ad esempio, che alcune popolazioni si stanziassero nei territori dell'impero. Quello successivo fu un periodo di crisi all'interno della corte con la ripresa delle lotte con gli eunuchi e in questo periodo scoppiò anche la cosiddetta Rivolta dei turbanti gialli (184 d.C.), nella zona fra lo Henan e Shandong. L'ennesima inondazione del Fiume Giallo aveva aggravato le condizioni della regione e contribuito a alimentare predicazioni che annunciavano la fine del mondo e l'inizio di una nuova era. In questo contesto fu organizzata una setta di ispirazione taoista detta "Grande Via della Pace", che venne ad organizzarsi militarmente con oltre 35mila uomini, e diede inizio alla rivolta dei turbanti gialli, che i seguaci di questa setta indossavano come segno di riconoscimento. Dopo quasi nove mesi di duri scontri il grosso delle forze ribelli venne sopraffatto, ma dovettero passare ancora diversi anni prima che il movimento venisse totalmente soffocato. La rivolta dei turbanti gialli gettò l'impero nella più completa anarchia, nel generale declino delle istituzioni e di conflitti per il governo centrale. Storia della Cina 1 Pagina 7 di stato e fondò la dinastia Song. Negli anni immediatamente successivi conquistò i territori meridionali con l'appoggio dei proprietari fondiari e dei mercanti i cui mercati avrebbero giovato dell'espansione territoriale. La priorità dell'imperatore fu quella di subordinare il potere militare a quello civile con una prevalenza della gentry e dei letterati a corte, per questo fece allontanare dalla vita pubblica i comandanti che lo avevano aiutato nella conquista del potere, oltre a vietare il cumulo di cariche civili e militari. Con il termine gentry si vogliono indicare, nel contesto della storia cinese, quella parte di persone che potevano vestire un certo tipo di abbigliamento perché avevano superato almeno il primo livello degli esami di stato, quindi possiamo dire che si tratta di un nuovo strato della società nato con la riforma del sistema degli esami civili di stato iniziata a partire dalla dinastia Tang, la cui rilevanza sociale si manifestò con i Song. Essendo uno status che derivava dal superamento degli esami, va da sé che non si trattava di uno status di privilegio che non era ereditario, inoltre i funzionari che superavano gli esami dovevano spostarsi di almeno 400km dalle loro famiglie per evitare favoritismi. La gentry cooperava con le autorità dirigendo lavori pubblici o finanziando servizi, ma collaborava anche con la giustizia esercitando un'opera di arbitrariato nelle dispute locali. Sviluppo economico Le grandi trasformazioni che avvennero durante il periodo Song furono anche il risultato dei mutamenti geografici e demografici avvenuti in quel periodo, con lo spostamento della popolazione a sud e il conseguente sfruttamento intensivo del territorio, che portarono ad una grande espansione economica da un lato, ma anche ad un enorme divario fra il sud e il nord del paese, a favore del primo. Inoltre a sud iniziò a diffondersi anche la coltura del cotone, che rivoluzionò l'industria tessile per la sua commerciabilità in quanto molto economico. Ma il più importante fattore per l'espansione della produttività fu costituito dai progressi nella risicultura: l'introduzione di nuovi tipi di riso e nuove tecniche di coltivazione fecero addirittura raddoppiare la produzione. Urbanizzazione e tendenza associativa La crescita delle città fu la diretta conseguenza delle grandi trasformazioni economiche di questo periodo: le città divennero, oltre che la residenza dei grandi proprietari e mercanti e il centro amministrativo, anche centri di cultura, di divertimento e di scambio di prodotti provenienti da altre regioni della Cina. Un altro fenomeno interessante è rappresentato dalla nascita di associazioni, a base professionale, che erano molto più articolate di quelle esistenti fino a quel periodo e meno legate al potere centrale e avevano delle proprie norme interne atte alla difesa dei propri membri. La tendenza associativa è uno degli aspetti interessanti della dinastia Song. Il periodo Song fu anche vivace per il progresso scientifico, in particolare per l'invenzione della stampa a caratteri mobili. Riforme di Wang Anshi Wang Anshi fu a capo dell'amministrazione statale dal 1068-1085 e fece molte riforme in diversi campi: Innanzitutto prese provvedimenti a sostegno della piccola proprietà contadina e dei piccoli commercianti: un sistema di crediti statali, concessi appunto dallo stato, da rimborsare con degli interessi al momento del raccolto, in modo da riscattare i contadini che si erano indebitati con i grandi proprietari e anche incamerare nelle casse dello stato introiti che precedentemente andavano a usurai e speculatori. Per quanto riguarda le riforme militari invece fu istituito il sistema baoja, cioè la formazione di una milizia con funzioni sia nell'ambito della sicurezza locale, gestione dell'anagrafe, piccoli lavori pubblici ecc, che di difesa nazionale. La dinastia Song cadde nel 1279 per mano dei Mongoli, che approfittarono di dissidi interni, soprattutto fra civili e militari, impadronendosi della capitale e imprigionando la corte. LA DINASTIA YUAN La potenza mongola ebbe origine dall'opera di unificazione di Temujin, che poi assunse il titolo di Gengis Qan, all'interno delle tribù nomadi che erano situate al confine fra Cina e Russia, e che poi avevano conquistato la Cina settentrionale e si erano anche spostati ad occidente verso Ucraina e Polonia. Il vantaggio della popolazione mongola stava nell'esercito, dalla superiorità dell'organizzazione militare e della tecnica bellica. Qubilay Qan Fra i successori di Gengis Qan ricordiamo soprattutto Qubilay Qan, che proseguì l'opera di espansione militare dei suoi predecessori allestendo numerose spedizioni verso i paesi asiatici: contro il Giappone, una prima volta nel 1274 e una seconda nel 1281, entrambe fallite a causa dei tifoni che si erano abbattuti nella fascia marittima fra la Corea e il Giappone; poi diverse spedizioni contro la Birmania e contro Giava, e invase l'Annan e il Champa. Il fattore che determinò molto le sue sconfitte fu anche quello climatico, infatti si rivelò molto difficile per i Mongoli, abituati ad un clima secco, operare delle campagne militari nel sud-est asiatico. Storia della Cina 1 Pagina 10 Legislazione plurima Con la conquista di tutta la Cina, i Mongoli si resero conto di essere una minoranza, nonostante la loro superiorità militare. Per mantenere il loro dominio, elaborarono perciò una legislazione nazionale plurima, distinguendo se stessi dalle altre etnie, e queste fra di loro in base all'epoca in cui erano state incorporate nell'Impero. L'intera popolazione era suddivisa in quattro categorie fondamentali: i Mongoli, i semuren, gli hanren e i manzu. I Mongoli costituivano la classe dirigente privilegiata, benché al loro interno esistesse una netta separazione fra l'aristocrazia militare e il resto della popolazione. • I semuren erano una categoria speciale, che comprendeva trentuno etnie diverse, alleate dei Mongoli e provenienti dall'Asia Centrale e Occidentale, svolgevano un'azione ausiliaria importante, come amministratori alle dipendenze dell'aristocrazia mongola e, soprattutto in campo finanziario, come esattori fiscali. Godevano di privilegi, ma, più che all'attività militare, si dedicavano a quella mercantile e bancaria, spesso organizzati in associazioni di tipo finanziario; per l'appoggio dei Mongoli si vennero a trovare in netto vantaggio rispetto ai mercanti cinesi. • Gli hanren comprendevano tutti gli abitanti della Cina settentrionale, esclusi naturalmente i membri delle due precedenti categorie. Vi erano compresi quindi gli antichi sudditi dei regni Liao e Jin, cioè i Cinesi, i Qidan, i Nüzhen e i Coreani. • All'ultimo posto, infine, venivano i nuovi sudditi cioè i manzu, o barbari del Sud, che corrispondevano agli abitanti dell'Impero Song prima della conquista mongola. Essi, non soltanto furono discriminati nell'accesso alle cariche pubbliche, ma sostenevano il maggiore carico finanziario dell'Impero. • Le cariche più importanti erano appannaggio dei Mongoli, ed erano ereditarie. Anche i Governatori civili erano in genere mongoli, mentre i Vicegovernatori erano spesso semuren. Buddhismo lamaista Il buddhismo lamaista è una forma di buddhismo che inizia a diffondersi nel Tibet a partire dall'VIII secolo con una sovrapposizione di elementi buddhisti e di una forma religiosa autoctona simil-sciamanesimo. Durante l'impero mongolo furono i lama tibetani ad esercitare la supervisione delle comunità buddhiste nonché su tutte le altre organizzazioni religiose dell'impero. Tuttavia la popolazione rimase ostile al lamaismo soprattutto a causa dei comportamenti non sempre rispettosi verso le tradizioni cinesi. Le rivolte Uno dei grossi punti deboli dell'impero mongolo fu l'agricoltura, sia a causa dell'inesperienza degli invasori ma anche a causa dell'esclusione della gentry nell'amministrazione imperiale. I mongoli non soltanto non si preoccupavano delle condizioni dei contadini ma ne abbassarono ulteriormente il livello della vita. Sui contadini quindi andava a gravare non solo il mantenimento dei nuovi dominatori ma anche quello dei vecchi proprietari fondiari. Come conseguenza a tutto ciò scoppiarono naturalmente delle rivolte popolari all'inizio del XIV secolo. Ad appoggiare queste rivolte furono sia la gentry, che in un primo momento aveva assunto un comportamento attendista ma poi, appoggiando i contadini organizzò anche degli eserciti privati, sia alcune organizzazioni segrete di ispirazione buddhista. Di fronte al loro avanzare i Mongoli preferirono arrendersi e ritirarsi, i ribelli entrarono nella capitale nel 1368. DINASTIA MING, L'ULTIMA DINASTIA NAZIONALE (1368-1644) Hongwu Chi seppe trarre un vantaggio dalla situazione di scompiglio lasciata dal governo mongolo nel 1368 fu colui che successivamente prese il nome di Hongwu. Originario di una famiglia contadina, aveva perso i genitori durante la carestia avvenuta qualche decennio prima e si era rifugiato in un convento buddhista diventando monaco, successivamente entrò a servizio di uno dei capi ribelli, che lo apprezzò talmente tanto da dargli in sposa sua figlia. Come già sappiamo a gennaio del 1368 Hongwu proclamò la nuova dinastia imperiale col nome di Ming, "luce". Riforme I provvedimenti presi da Hongwu, funzionarono molto bene inizialmente: si trattava di distribuzione di terre, istituzione di un catasto fondiario e istituzione di tre professioni ereditarie (contadini, artigiani e soldati), la cui forma di ereditarietà era necessaria per garantire allo Stato un approvigionamento costante. Inoltre si occupò della cura delle relazioni tributarie allo scopo di riaffermarsi sui mari con il pieno recupero del prestigio dell'impero cinese dopo una fase di declino con delle spedizioni marittime transoceaniche, per la precisione sette spedizioni, verso le Filippine, ma anche l'India, il Vietnam fino ad arrivare al Corno d'Africa. Successivamente i sovrani Mingi si occuparono creazione dei centri urbani e di un'economia di servizi per favorirne l'attrattività, alloggi, locande, teatri, ecc. Creò delle scuole locali e aprì l'accesso agli esami anche alle famiglie più modeste. Storia della Cina 1 Pagina 11 modeste. Sistema tributario E infine del cosiddetto sistema tributario, il quale, contrariamente a quello che si potrebbe pensare non era un concetto propriamente legato alla sfera della fiscalità, ma era più una ideologia sinocentrica e che riguardava i paesi confinanti con la Cina. Infatti i paesi cosiddetti "tributari" della Cina erano quelli confinati con l'area sinica, che erano dotati di una organizzazione statale autonoma modellata su quella cinese, o in altri casi si trattava organizzazioni statati totalmente dissimili, che in cambio del riconoscimento rituale di sottomissione e del mantenimento della pace ai confini, riceveva la garanzia da parte dell'impero di una protezione militare e un commercio proficuo. Alcuni esempi di paesi tributari sono la Corea, il Giappone fino al IX secolo, le isole Ryukyu, il Vietnam, la Thailandia, e così via. Si trattava di una messa in pratica di una ideologia che derivava da una auto - percezione dell'Impero cinese di rappresentante di un vertice culturale, che doveva essere un esempio per gli altri paesi, ma al tempo stesso anche di apertura verso contatti internazionali per espandere questa concezione della cultura. Anche la questione delle spedizioni trans-oceaniche, organizzate non per un obiettivo di espansione militare ma per avere i primi contatti con paesi che sarebbero potuti diventare loro alleati. Crisi I provvedimenti presi dai sovrani Ming comportarono una crescita almeno fino a metà del XVesimo secolo, tuttavia questa attrattività dei centri urbani comportò un inurbamento di buona parte di contadini e soldati, che quindi lasciano sguarnite le loro posizioni indebolendo così il gettito fiscale, poiché una forma di stanzalità professionale era essenziale per il meccanismo di registrazione in base al quale si pagavano le tasse. Inoltre grande costo della corte imperiale dell'ultima fase, con una enorme numero di eunuchi e di figli di imperatori, che dovevano essere mantenuti a loro volta con palazzi e corti, ma soprattutto lo strapotere che gli eunuchi stavano assumendo sia in termine di potere che di ricchezza materiale, fu uno dei problemi principali che poi portò alla caduta della dinastia. Inoltre l'enorme costo di due campagne militari per contrastare i tentativi di Ideyoshi, attraverso la Corea, e anche delle spedizioni trans-oceaniche che avevano previsto delle flotte imponenti e di conseguenza ingenti costi, tutto questo comportò una situazione di crisi e degrado che portò ad una serie di rivolte. In particolare nella Cina settentrionale, dove, oltre al malcontento per le questioni già citate, si aggiunse anche quella della siccità del 1627. Nel 1644 le truppe di rivoltosi entrarono a Pechino, il cui governo si arrese senza resistenza e la mattina successiva l'ultimo imperatore Ming si tolse la vita. Tuttavia la nuova potenza ebbe vita breve poiché Wu Sangui, un generale Ming, si alleò con le truppe mancesi che doveva tenere sotto controllo e li guidò a Pechino contro i rivoltosi, che vennero sconfitti. Si tratta dunque dell'ascesa del potere mancese in Cina. Europei in Cina In questo periodo inoltre iniziarono anche i primi sbarchi europei nel paese, come sappiamo i Portoghesi sbarcarono a Canton nel 1517, ma poco dopo vennero cacciati per cattiva condotta e ripresero le loro attività commerciali solo verso la metà del XVI secolo. Negli anni successivi arrivarono anche Olandesi, insediatisi nel porto di Taiwan, e Spagnoli. Un ruolo importante lo ebbero anche i gesuiti, in particolare Matteo Ricci, giunto a Macao nel 1582, riuscì a spostarsi a Pechino, nella capitale, e a modificare il proprio linguaggio e atteggiamento adattandosi al contesto cinese, ricevette il consenso da parte della popolazione anche per la sua padronanza delle materie scientifiche, matematiche e astrologiche. Storia della Cina 1 Pagina 12 comporta un aumento della corruzione per far sveltire le sue pratiche cercherà di corrompere l'amministrazione locale. Declino della capacità di risposta militare perché con il diffondersi della corruzione non sono immuni nemmeno le bandiere, queste unità militari piazzate nei punti strategici e nella capitale. L'esercito regolare o stendardo verde era di livello bassissimo, la Cina aveva pochissime conoscenze relative all'Europa e si configurava come un mondo autosufficiente alla cui base c'era l'agricoltura. La Cina in generale aveva molta difficoltà a rapportarsi con il commercio estero, sia in entrata che in uscita, che non fosse un commercio di tipo rapporto tributario. Rapporti con l'Europa A fine 17esimo secolo a fronte al crescente arrivo di navi nella Cina del sud le autorità cinesi hanno pensato di istituire un'unica dogana marittima, nel 1699 istituita a Canton. A metà 18esimo secolo, alcune potenti corporazioni di mercanti della zona, ottengono di poter trattare con gli europei in esclusiva, il cosiddetto sistema Co-hong o corporazioni uniche. L'Inghilterra tenterà a fine 18esimo secolo di mandare delle ambascerie per chiedere l'apertura della Cina al commercio internazionale, ma in entrambi i casi sono state respinte. Questo sistema Co- hong, con le ricche corporazioni di mercanti che potevano gestire in esclusiva il commercio con tutte le navi straniere a Canton, indubbiamente costituisce una struttura di tipo monopolistico. Dall'altra parte nel 1800 c'è un'altra struttura monopolistica, cioè l'East India Company inglese, società private riconosciute dal governo che in modo esclusivo esercitavano commercio con i paesi dell'estremo oriente. Quindi due strutture monopolistiche a Canton. In realtà lo spirito con cui queste strutture erano state costruite erano agli antipodi, dal punto di vista cinese dare ai mercanti della sola zona di Canton la possibilità di trattare con i mercanti occidentali era una misura protettiva per circoscrivere il fenomeno, viceversa lo spirito della EIC, aveva l'obiettivo di massimizzarne la capacità di penetrazione e di conseguenza di profitto. Dopo la rivoluzione industriale in Inghilterra il commercio e il libero scambio vengono viste come le basi della civiltà e della democrazia. In Europa le merci che arrivano dalla Cina suscitano moltissimo interesse, thé, seteria, tessuti, porcellane, lacche, ecc. D'altro canto gli inglesi volevano esportare il prodotto dei primi filatoi e telai meccanici in Inghilterra, ma questi non hanno mercato in Cina. Per cui sulla base di questo insuccesso, l'EIC passerà a pensare, per riequilibrare la bilancia, di esportare l'oppio prodotto in Bengala, sempre sotto il controllo inglese. LA PRIMA GUERRA DELL'OPPIO I vantaggi dell'oppio erano che i panetti erano molto leggeri, non potevano rompersi e garantivano un importante margine di guadagno, quindi a partire dall'800 un quantitativo sempre maggiore di oppio inizia ad arrivare in Cina. Non che in Cina fosse sconosciuto l'oppio, era conosciuto come antidolorifico, ma in questo periodo cresce e si diffonde provocando danni su diversi livelli: il consumo di oppio cresce rapidamente soprattutto fra diversi impiegati sottopagati, i trasportatori che faticavano molto fisicamente, ma anche fra i ricchi. Nei momenti di massima diffusione circa un decimo della popolazione cinese del meridione era dipendente da oppio. Chiaramente questo comporta un collasso morale e di lucidità e un drenaggio anche molto importante di argento, perché le partite di oppio venivano pagati in argento, mentre i piccoli traffici si svolgevano con monetine di rame. L'argento inizia a scarseggiare sul mercato cinese, mentre si apprezza nei confronti del rame, nel momento in cui le tasse sono pagate in rame, questo si traduce in un aumento delle imposte, da qui aumenti della criminalità organizzata e di spaccio. Condizione per cui si aggrava la condizione dei piccoli e medi contadini. Intanto a corte si era deciso di avviare un dibattito fra funzionari per decidere quale linea tenere, il governo pur avendo emanato dei decreti per probabile il traffico di oppio ma la compagnia delle indie per non incappare in uno stop dei traffici aveva subappaltato in singoli piccoli battelli privati per avere le mani pulite, le tendenze erano fondamentalmente tre: una intransigente, che prevedeva lo stroncare del fenomeno e la distruzione di tutto l'oppio nei magazzini; la seconda del parere di mantenere il divieto formale ma non correre il rischio di irritare l'EIC; la terza era quella di portate la questione dello smercio dell'oppio sotto il controllo dello stato, quindi detenere un monopolio dell'oppio. Prevale la linea più intransigente, con una repressione severa di importazione e spaccio, rieducazione degli oppiomani. Nel 1839 un plenipotenziario Lin Zexu viene inviato a Canton, mette insieme una serie di provvedimenti molto efficaci, ma ciò che non poteva immaginare fu che l'Inghilterra avrebbe inviato una risposta militare a questa misura. Le navi inglesi sbarcano in diverse città, le vicende militari nel 1839-42 (prima guerra dell'oppio), viene firmato un trattato a Nanchino, primo dei trattati ineguali, in cui la Cina non ha avuto voce in capitolo a causa della superiorità militare degli avversari. I termini furono: la cessione dell'isola di Hong Kong alla Gran Bretagna; 1) l'apertura di altri quattro porti al commercio internazionale oltre Canton, e più a nord; 2) abolizione del sistema Co-hong; 3) Storia della Cina 1 Pagina 15 abolizione del sistema Co-hong; 3) pagamento di una indennità di guerra; 4) l'abbassamento al massimo al 5% dei dazi doganali di importazione, prima mossa per cominciare a rendere competitive sul mercato cinese le merci di importazione; 5) l'autorizzazione per gli stranieri a risiedere in alcuni dei porti aperti, chiamati anche porti treaty ports; 6) formazione delle concessioni: all'interno risiedono in esclusiva stranieri e i cinesi solo se domestici, un consiglio municipale dei più ricchi di queste concessioni prendeva le decisioni importanti, anche godendo di tribunali consolari, cioè il diritto di extraterritorialità. 7) Come conseguenza di questo primo trattato ineguale, la Cina così come ne abbiamo parlato in questo momento, inizia ad essere inserita in un circuito commerciale internazionale con modalità e tempi del tutto imposti e subiti, per cui l'entroterra di Canton, fino ad allora la zona più ricca del territorio, perde la sua ricchezza, a questo si aggiungono anche i fattori di crisi derivati dall'importazione di oppio, cioè l'argento comincia ad apprezzarsi nei confronti del rame. Un altro fattore è anche la corruzione dei funzionari locali, che devono seguire una popolazione di gran lunga aumentata in quel periodo. SECONDA GUERRA DELL'OPPIO Durante la rivolta dei Taiping, le truppe imperiali sono occupate nella seconda guerra dell'oppio 1856-1858. La circostanza che diede origine a questa guerra fu veramente pretestuosa e ebbe due principali motivi: ci fu una ispezione in acque extraterritoriali di una nave che contrabbandava oppio da parte delle autorità cinesi e l'uccisione di un missionario francese, come ci si aspetta intervennero le truppe anglofrancesi e si arrivò alla firma di un nuovo trattato ineguale a Tiansin nel 1858, le clausole furono: l'apertura di altre 10 città con anche porti fluviali al commercio internazionale; A) il pagamento di una indennità;B) la libera circolazione di mercanti e missionari in tutto il territorio cinese, con l'apertura di consolati a pechino; C) la legalizzazione del commercio dell'oppio;D) un'ulteriore abbassamento dal 2,5% dei dazi doganali di importazione;E) Successivamente in un secondo momento di scontro: esenzione totale dei diritti doganali per le merci di importazione;A) la piena libertà di flotte circolazione in tuta la rete fluviale cinese;B) Robert Hart, un inglese, viene messo a capo dell'ispettorato generale delle dogane per garantire che il sistema di dogane interne fosse efficiente per trarne le indennità che la Cina doveva pagare. C) Questa libertà di circolazione sarà all'origine della politica della cannoniera: quando in una zona dove la rete fluviale e molto sviluppata e ci dono delle proteste o attacchi alle missioni basta inviare una cannoniera per minacciare le città e ottenere così con il minimo costo il ritorno alla pace. La rivolta dei Taiping Su questo sfondo nell'entroterra più povero di Canton si sviluppa la più grande rivolta della storia cinese ma anche mondiale, la rivolta dei Taiping, grande pace, un concetto presente nei classici cinesi. Si sviluppa fra il 1851 e il 1864. Il fondatore dei Taiping è Hong Xiuquan, probabilmente una figura che aveva tentato il superamento degli esami fallendo, deve aver avuto una personalità fortemente visionaria e eccentrica. Questa figura era venuto a contatto con missionari protestanti e si era fatto delle idee sul cristianesimo e sulla modernità occidentale principalmente da opuscoli che circolavano in Cina in quel periodo, che lo affascineranno. Inizia un'opera di reclutamento fra tutte le figure che in quel contesto di impoverimento non avevano più nulla da perdere, e propone una sorta di decalogo di comportamento mutato dai 10 comandamenti cattolici, adattati allo sfondo cinese dell'epoca. Inoltre introdusse una sorta di inquadramento di tutti i membri in battaglioni sia maschili che femminili con una forma di collettivismo totale, tutto viene messo in comune. I Taiping ottengono grandi successi militari, in modo particolare quando dall'entroterra di Canton muovono verso Nanchino e riescono a conquistarla, che diventa la loro capitale cioè del regno celeste della grande pace. I missionari che visitarono questo regno rimasero colpitissimi, non hanno riconosciuto elementi formali di cristianesimo, ma dalla dimensione sincretica dei Taiping che mescolava elementi tradizionali della Cina e aspetti mutuati dal cristianesimo. I Taiping sono anti-mancesi, ma non anti-modernizzazione, non sono xenofobi. La reazione delle truppe imperiali non arrivò, nel 1856 e il 1858 le truppe erano molto disorganizzate e poco desiderose di combattere, e inoltre erano impegnate nella seconda guerra dell'oppio con le truppe francesi e inglesi. A organizzare una risposta ai Taiping sono stati gli esponenti locali della gentry, quindi figure di formazione confuciana che iniziano a reclutare delle milizie che combattano i Taiping, anche introducendo un tipo di tassa per Storia della Cina 1 Pagina 16 confuciana che iniziano a reclutare delle milizie che combattano i Taiping, anche introducendo un tipo di tassa per raccogliere fondi, il lijin, che colpisce solo le merci cinesi. I Taiping si impossesseranno di cannoniere, navi moderne occidentali, e lo stesso cercheranno di fare questi funzionari, cominciare a costruire dei primi embrioni navali per mettere in campo la costruzione di prime navi moderne. Alla fine i Taiping cercheranno di mandare una spedizione più a nord per unirsi ad un'altra rivolta che si era organizzata nella Cina settentrionale, ma era già troppo tardi, nel 1864 viene conquistata la capitale di questo regno celeste. Conseguenze delle guerre e delle rivolte Nel frattempo la Russia coglie l'occasione dell'evidente instabilità del governo mancese, si annette circa 500mila km quadrati sulla linea sinistra del fiume Amur, e altri 250mila km quadrati sulla costa della siberia orientale. La rivolta dei Taiping funge da spartiacque per la storia cinese, gli effetti furono una enorme perdita in vite umane e ricchezze, provocate dai combattimenti fra insorti e armate intenzionati a reprimerli, si sono perse conoscenze manifatturiere artigianali. Fra i funzionari che avevano provato a organizzare una resistenza ai Taiping si sviluppa un tipo di approccio Yangwu, una corrente di pensiero delle cose d'oltremare, le figure che per prime iniziano a porsi il problemi della necessità di apprendere dai paesi occidentali nozioni tecniche, nasce tutto all'interno dell'ambiente funzionariale quindi confuciano. L'obiettivo era quello di trarre elementi di tecnica per la costruzione di navi o armi moderne ma mantenendo l'impianto culturale confuciano, ma quando cambia la modalità di produzione cambia la cultura, come ipotizzava Marx. Di fronte a questa evidente debolezza cinese i paesi stranieri cominceranno informalmente con accordi, a dividersi la Cina in zone di influenza: il Giappone si stava costruendo una flotta e una industria bellica e comincerà ad avere come zona di interesse la Manciuria, che già interessava ai russi, la penisola dello Shangdong che interessava anche alla Germania, e successivamente al Fujian, di fronte l'isola di Taiwan;  alla Francia che aveva già conquistato il Vietnam, paese tributario della Cina, nel 1885 sconfigge la prima flotta Cinese, interessata alla zona sud della Cina vicino al Vietnam;  la Gran Bretagna occupa la Birmania e da queste colonie cominceranno a premere per poter ottenere delle concessioni minerarie o autorizzazioni per la costruzione di ferrovie.  La penisola dello Shangdong comincerà ad essere considerata zona di influenza della Germania anche, e scendendo la zona più ricca, il bacino del fiume azzurro sarà considerata zona di influenza anglofrancese. PRIMA GUERRA SINO-GIAPPONESE Il Giappone sta decidendo di seguire su questo percorso della modernizzazione in base a forme che ricalcano quelle europee, restaurazione meiji. Osserva come si comportano i paesi occidentali con la Cina e anche qui muterà i comportamenti di questi paesi. Un primo terreno di scontro con la Cina riguarda la Corea, che, come è evidente, è un ponte naturale fra Cina e Giappone, ed era il più fedele paese tributario di Pechino, per cui comincerà a portare avanti un atteggiamento particolarmente assertivo nel tentativo di staccarla dall'influenza cinese. Nel 1894 il Giappone interviene in Corea per sedare una rivolta a sfondo xenofobo e interviene anche la Cina, anche se la neocostituita flotta cinese del nord non sembra in grado di competere con quella Giapponese. La prima guerra sino-giapponese si ha fra 1894-1895, scontro che ha avuto luogo nella Manciuria meridionale, la flotta cinese viene annientata. Questa circostanza fu una cesura in termini di percezione cinese perché era una circostanza inaudita che il grande glorioso impero cinese fosse sconfitto dal giovane Giappone, fu per i cinesi dell'epoca un trauma, e qualcosa che diede la misura della situazione di crisi in cui si trovava la Cina. Seguirà il trattato di Shimonoseki del 1895, la Cina entra nella fase più dura della propria storia. Il trattato prevedeva: il riconoscimento dell'indipendenza della Corea;a) il pagamento di una indennità tre volte il reddito annuale dello stato, la Cina non è in grado di pagare per cui dovrà cominciare a indebitarsi con consorzi di banche straniere; b) in un primo momento il Giappone chiederà anche il Giappone della penisola del Liaodong, ma saranno Francia, Germania e Russia che faranno pressioni al Giappone per rifiutare questo pezzo di territorio; c) la possibilità per gli stranieri di aprire delle fabbriche nei porti aperti, quindi di cominciare in termini moderni a delocalizzare la produzione, questo inizierà ad aumentare il divario fra l'entroterra e le coste, che avevano un'azione produttiva non orientata ai bisogni della popolazione ma all'export; d) cessione al Giappone dell'isola di Taiwan, che come vedremo rimarrà per 50 anni una colonia giapponese.e) Storia della Cina 1 Pagina 17 avevano costruito in quella provincia. Questo movimento diventa particolarmente intenso anche come risposta a dei provvedimenti presi negli Stati Uniti per limitare l'immigrazione di cittadini cinesi e giapponesi, segnano l'inizio di un tipo di protesta vicino ai porti, di reazione e di raccogliere a livello provinciale dei fondi volti a racquistare le tratte ferroviarie dagli occidentali. Queste proteste cominciano ad indebolire il potere centrale, le assemblee provinciali inizialmente dovevano avere un ambito di azione molto ristretto, politica dell'educazione soprattutto, ma cominciano ad essere dei centri di attività più autonoma e cominciano a reclutare degli embrioni di eserciti locali. FASE REPUBBLICANA Tutto ebbe inizio in maniera casuale, nel corso di una ispezione da parte di militari del governo centrale in una associazione letteraria scoppia accidentalmente una bomba nell'attuale Wuhan, a seguito di questo incidente si profila un intervento repressivo di controllo da parte del governo centrale, i militari e le élite locali passano all'azione, precedendo l'intervento del governo e proclamano la repubblica dello Hobei, 10 ottobre 1911. Inizio della rivoluzione repubblicana, di lì a poco altre province si dichiareranno repubbliche, dal punto di vista istituzionale fu una rivoluzione ma dal punto di vista sociale e politico fu un fenomeno di secessione provinciale. Sun Yatsen in quel momento è all'estero ma decide di rientrare in Cina le varie repubbliche costituite accettano di trasferirgli il 1 gennaio 1912 il titolo di primo presidente della repubblica. Questa repubblica chiaramente avrà bisogno dell'approvazione dell'unico esercito armato modernamente in Cina, l'esercito di Yuan Shikai, fra febbraio e marzo del 1912 cede la carica di presidente della repubblica a Yuan Shikai che lo sarà fino al 1916, sarà effettivamente il primo presidente della repubblica cinese. Pu Yi venne fatto abdicare mantenendo una sorta di corte a suo fianco all'interno della città proibita. La debolezza internazionale di questa neofondata repubblica ha bisogno di prestiti internazionali e alcuni paesi che in cambio di un riconoscimento formale e prestiti, la Russia chiede il riconoscimento dell'autonomia della Mongolia esterna, l'Inghilterra comincia a premere perché venga riconosciuta l'autonomia del Tibet. Le prime elezioni sono nel 1913 il partito che le vince è il partito nazionalista GMD che discendeva dalla lega giurata di Sun Yatsen , l'elettorato è estremamente piccolo vota il 5% della popolazione e quando questo partito vince le elezioni quello che sarebbe dovuto essere il primo ministro venne assassinato, sicuramente da sicari di Yuan Shikai, che nel 1914 passa a sciogliere il parlamento. Che nei due anni che gli rimangono procede ad un piccolo tentativo di rifondazione imperiale. Nel 1915 con l'Europa concentrata nella prima guerra mondiale il Giappone propone a Yuan Shikai una serie di richieste, che avrebbero trasformato la Cina in un protettorato giapponese, se Yuan acconsente alcune richieste, dopo la sua morte nel 1916 ci fu una frase di violenza endemica chiamata del signori della guerra fino al 1928. FASE DEI WAR LORD La carica di presidente della repubblica rimane ma perde significato, i veri detentori del potere sono i capi militari o signori della guerra, erano figure che avevano alle spalle un passato molto diversificato, governatori militari delle province, oppure militari di alcune accademie militari di tipo occidentale, banditi che avendo un loro seguito ben armato riescono a ricevere consensi. Con questo collasso dell'autorità centrale la Cina entra in una fase di guerra. I militaristi ponevano un ammontare di tasse sulla popolazione molto alto, stampa di moneta cartacea su larga scala costringendo la popolazione ad accettarla, rendendo le transazioni commerciali un esproprio. I villaggi cominciano ad armarsi per provare a resistere a questi signori, con un aumento della militarizzazione delle campagne. Il warlordismo cambiò anche la forma del nazionalismo cinese anche in risposta alla vulnerabilità internazionale, i singoli paesi cercheranno di fare affari con i singoli war lord, cercando di vendere armi rimaste dopo la prima guerra mondiale. Il nazionalismo cinese prende un aspetto più militarizzato, sebbene i war lord fossero incapaci di creare un potere politico nazionale hanno anche impedito ai gruppi non militari di farlo contribuendo ad una ulteriore militarizzazione della politica cinese. Il partito nazionalista dovette sviluppare un suo potente esercito per provare a contrastare i war lord e nel corso di questo processo l'elemento di militarizzazione è arrivato a dominare il partito. Di contro i comunisti si dovevano dotare di un proprio esercito per competere con i nazionalisti. Prima guerra mondiale e comunismo marxista Non appena è scoppiata la prima guerra mondiale il Giappone si è affrettato ad occupare delle isole che erano colonie tedesche nella zona del pacifico, schierandosi con l'intesa, dichiarando guerra alla Germania. Inoltre occupa le zone della penisola dello Shangdong che erano di influenza tedesca. Il Storia della Cina 1 Pagina 20 Germania. Inoltre occupa le zone della penisola dello Shangdong che erano di influenza tedesca. Il signore della guerra di Pechino si schiera anche con l'intesa mandando decine di migliaia di uomini in Europa, che sono stati utilizzati come manovalanza per il recupero di feriti e caduti. Con la conferenza di Versailles nel 1919 sia Cina che Giappone risultano paesi vincitori. In Cina ci sono molte aspettative sul fatto che le zone di influenza tedesca vengano restituite alla Cina, ma di fatto vengono cedute al Giappone, questo fa scoppiare diverse proteste nelle maggiori città per contestare queste decisioni ma anche tutto l'impianto culturale della Cina del passato, movimento del 4 maggio 1919, la prima rivoluzione nella cultura. Il Giappone dopo il 1917 viene considerato una specie di baluardo contro l'espandersi rivoluzionario in asia orientale. Quando arrivano in Cina i primi testi di Marx in Cina, anche con la rivoluzione d'ottobre in Russia, questi susciteranno curiosità: gli elementi del marxismo più consonanti all'impostazione mentale cinese sono sicuramente la collettività superiore all'individualismo, la concezione del materialismo dialettico e lo stato-partito che deve prendersi cura dei suoi cittadini, la storia come concezione di alternanza di classi. La Russia invia degli intellettuali in Cina per cercare degli interlocutori in loco per l'obiettivo che si era dato il Comintern, Internazionale Comunista fondato a Mosca nel 1919, era un'organizzazione che coordina i vari partiti comunisti nei diversi paesi, con l'obiettivo di favore nei paese colonizzati dei movimenti di liberazione nazionale. Secondo Lenin questo si può fare solo costruendo un vasto fronte che punti alla liberazione nazionale comprendendo, non solo i contadini e gli operai, ma anche gli elementi più aperti della borghesia. Nel 1921 un membri del Comintern sarà presente quando una decina di persone a Shanghai, fra cui Mao Zedong, fonderanno in clandestinità nella zona di concessione francese il partito comunista cinese. Poi prendono contatto con Sun Yatsen che è il leader politico che a raccoglie consensi all'interno della borghesia illuminata e che aveva più contatti esteri. Sun, colpito dall'analisi di Lenin, nel 1924 quelli che erano i suoi tre principi del popolo vengono reinterpretati alla luce di questo tipo di influenza: nazionalismo non più in senso anti-mancese ma in senso anti-imperialista, i diritti del popolo non più focalizzati sui diritti individuali ma sulla libertà della nazione, e il benessere del popolo non più come accesso paritario alla terra ma la nazionalizzazione delle industrie di base. Dal 1924 anche il partito nazionalista si darà un assetto leninista, strettamente gerarchico e molto efficiente con l'obiettivo di eliminare dalla scena politica cinese i war lord. Nel 1924 anche i comunisti vengono accolti all'interno del partito nazionalista e si forma un'alleanza chiamata primo fronte unito per combattere i signori della guerra. L'unione sovietica finanzia sull'isola di Whampoa una accademia militare per formare un esercito adeguato per affrontare i war lord. A capo di questa accademia Sun pone Chiang Kaishek. Nel 1925 Sun muore a Pechino e sarà Chiang Kaishek a prendere il comando anche del partito nazionalista. Si prepara una spedizione verso il nord che tenti di liberare dal controllo dei war lord il territorio settentrionale. Questa spedizione inizia del 1926 e arriva a Pechino nel giugno del 1928, dopo che anche i war lord iniziano ad unirsi a questa spedizione. Quando la spedizione nel 1927 arriva a Shanghai che era la città in cui erano più presenti gli interessi economico-finanziari straniere, era una città cosmopolita, erano vivissimi gli interessi della criminalità organizzata, spaccio, prostituzione, sequestro di persona, ecc, quando i simpatizzanti di sinistra vengono a conoscenza di questa spedizione iniziano a mobilitarsi con scioperi per aspettare l'arrivo di questa in città. CKS a questo punto prende segretamente contatto con gli ambienti della criminalità organizzata di Shanghai garantendo la sua protezione nei confronti di possibili risposte filo-comuniste in città, nella notte del 12 aprile del 1927 si verifica un ribaltamento degli accordi da parte di CKS gli esponenti della malavita uccidono tutti i simpatizzanti di sinistra, sindacalisti, comunisti, circa 30mila persone sono scomparse. Dopo queste vicende è chiaro che Chiang Kaishek fa una scelta per presentarsi ai paesi occidentali come il protettore dei loro interessi. I comunisti da questo momento in poi dovranno operare in clandestinità, rottura del primo fronte unito nel 1927. Il 10 ottobre del 1928 la capitale di questa repubblica di Cina viene portata a Nanchino sotto il controllo del partito nazionalista. Inizia qui il decennio di Nanchino, il primo decennio nazionalista alla guida della repubblica di Cina: 1928-1937. Questi periodi vengono analizzati diversamente perché: 1928 > Chiang Kaishek, alla fine della spedizione verso il nord, dopo aver rotto il primo fronte unito con i comunisti a Shangai e aver unificato una decina di province cinesi sulla fascia costiera, sposta la capitale della repubblica di Cina a Nanchino. • 1937 > il Giappone attacca il Giappone anche a sud della grande muraglia, o Cina • Storia della Cina 1 Pagina 21 1937 > il Giappone attacca il Giappone anche a sud della grande muraglia, o Cina propriamente detta/Cina intramurale, questo condiziona enormemente le circostanze della storia cinese. • Storia della Cina 1 Pagina 22 Nel gennaio del 1941 avviene la rottura del secondo fronte unito da parte di Chiang Kaishek. L'8 dicembre del 1941 c'è stato l'attacco giapponese a Hong Kong, alle concessioni internazionali a Shangai e a Pearl Harbour (che decretò l'ingresso degli stati uniti nella Guerra del pacifico). Fino a questo momento a partire dal luglio 1937 gli aiuti alla Cina nazionalista erano arrivati dall'Unione Sovietica, certamente allo scopo di proteggere il loro fronte orientale, ma dopo l'attacco tedesco all'URSS, questa deve concentrarsi sul fronte europeo, per cui da questo momento in poi a sostenere il governo nazionalista furono gli Stati Uniti, per contrastare il Giappone. ϔ Nella foto, rispettivamente, Chiang KaiShek, la moglie Song Meiling e un generale americano. Song Meiling viene da una delle quattro famiglie più ricche di tutta la Cina, educata negli Stati Uniti sarà un ottimo tramite fra Chiang KaiShek anche con Roosevelt. Nel 1944 Roosevelt verrà incuriosito dai comunisti cinesi e manderà una missione americana a Yan'an, chiamata missione Dixie, i cui membri restarono entusiasti e mandarono a Washington dei pareri molto positivi. Dopo qualche anno, quando negli Stati Uniti comincia a farsi strada la diffidenza verso l'Unione Sovietica, queste figure perderanno tutte il lavoro e saranno perseguitate col sospetto di aver attuato attività anti-americane, per questo dovranno rifugiarsi all'estero. Alcuni grandi nodi irrisolti nei rapporti fra Cina, Corea e Giappone: Operato unità batteriologica 731; • Massacro di Nanchino;• Comfort women.• Nel 1943 ci fu la conferenza del Cairo, durante la quale si incontrarono Roosevelt, Churchill e Chiang Kaishek; Poco dopo, fra il gennaio e febbraio 1945, ci fu invece la conferenza di Jalta che vide come partecipanti Roosevelt, Churchill e Stalin. Durante quest'ultima si discusse sul destino del territorio cinese una volta che il Giappone sarebbe stato sconfitto e quindi i territori sarebbero stati restituiti alla Cina. Le opzioni erano sostanzialmente tre: Che i comunisti e il governo nazionalista arrivassero ad un governo di coalizione;1. Che il territorio cinese fosse diviso in due, con una Cina settentrionale comunista e una Cina meridionale nazionalista; 2. In caso di mancato accordo fra le due parti era inevitabile una guerra civile, che, si ipotizzava, avrebbero vinto i nazionalisti. 3. Roosevelt, nel frattempo, chiede a Stalin di entrare in guerra contro il Giappone e quest'ultimo acconsente a farlo entro tre mesi dopo la resa della Germania, in cambio Stalin chiede che la Manciuria, che dal 1932 era occupata dal Giappone, diventasse zona di influenza sovietica, con una gestione congiunta sino-sovietica dei porti e delle ferrovie, accordo che venne firmato a Mosca in 15 agosto 1945. Nell'8 agosto del 1945 l'armata rossa sovietica comincia a filtrate in Manciuria, i giapponesi ricevono l'ordine di non arrendersi ad eventuali comunisti cinesi, mentre i generali russi avanzano in Manciuria e in Corea, colonia giapponese dal 1910. Arrivati al 38° parallelo i russi ricevono la richiesta di fermarsi da Washington, lasciando agli Stati Uniti l'occupazione della parte meridionale della penisola. I sovietici accettano perché nel frattempo era diventata evidente la superiorità militare degli Stati Uniti, che detenevano il monopolio nucleare. Come ipotizzano alcuni storici del periodo, a questo punto della guerra del Pacifico probabilmente il Giappone si sarebbe arreso lo stesso, quindi sembra fondata l'idea che lo sgancio delle bombe atomiche servisse come monito per l'Unione Sovietica. Con la firma del trattato di Mosca nel 1945 dunque, l'Unione Sovietica riconosce il governo nazionalista come unico Dal '41 al '49 giovedì 18 marzo 2021 16:30 Storia della Cina 1 Pagina 25 Con la firma del trattato di Mosca nel 1945 dunque, l'Unione Sovietica riconosce il governo nazionalista come unico rappresentante del popolo cinese. A questo punto per i comunisti le cose iniziano a farsi complesse: il governo nazionalista a questo punto ha tutto, l'appoggio militare ed economico dagli Stati Uniti, il riconoscimento dell'URSS e, in un certo qual modo anche delle Nazioni Unite, il consiglio di sicurezza si reca nella Cina nazionalista. Si decide dunque di cominciare a far filtrare degli uomini a Yan'an, in Manciuria, protetta in questo momento dal fronte sovietico. I nazionalisti nel frattempo avranno la stessa lettura della situazione e, avendo l'URSS come alleato formale, iniziano a spostare delle truppe in Manciuria. Dopo la resa del Giappone Mao Zedong e Chiang KaiShek si incontrano a Chongqing, capitale di guerra nazionalista, i comunisti probabilmente fecero il possibile perché si arrivasse ad una situazione di coalizione. Tuttavia, durante la permanenza blindata di questa delegazione comunista a Chongqing l'ala destra del partito nazionalista iniziò a creare situazioni di scompiglio e la richiesta minima fatta ai comunisti fu che rinunciassero alle loro armi, a questo punto dopo l'esperienza passata di tradimenti da parte di Chiang Kaishek, fu stato chiaro che il dialogo doveva interrompersi. Il governo statunitense manda subito più di 50mila marines in Cina settentrionale, con l'ordine di occupare le grandi città per impedire l'accesso dei comunisti, impedire che si rifornissero di medicine, armi, ecc. Gli Stati Uniti trasportano via mare intere armate nazionaliste dal Sechuan nelle città della costa così che potessero prendere il testimone dai giapponesi, rimpatriati molto lentamente, e in più le truppe americane occuparono Pechino e Tianjin allo scopo di impedire che i comunisti filtrassero nelle città e potessero prendere il possesso. Nel 1946 su queste basi, a svolgere un ruolo di mediazione in Cina fu il generale Marshall (piano Marshall), ma era chiaro che questa pretesa americana di mediare in Cina mentre supportavano il governo nazionalista aveva qualcosa che non andava, nella primavera del 1946 gli americani iniziarono a mandare dei consiglieri militari ad affiancare i nazionalisti e qui inizia un afflusso di finanziamenti allo stesso governo, poi pessimamente gestiti. Tutto questo denaro causerà infatti un'ondata inflazionaria, per cui il denaro arriverà a perdere di valore. Tornando nelle città della costa nel 1947 i nazionalisti ebbero un'occasione per presentare l'immagine migliore del governo nazionalista, ma fu un'occasione sprecata, infatti verranno fuori tutta la corruzione e il collasso morale del governo: nessun sostegno alla popolazione, arricchimento dei singoli generali a titolo personale, inflazione che farà aumentare i prezzi di 80mila volte nell'autunno del 1948, subentro nelle città dunque gestito nel modo peggiore dai nazionalisti. Questo non si è tradotto in simpatia per i comunisti, ma il governo nazionalista perde di credibilità per l'opinione pubblica, inoltre qualsiasi movimento della pace che auspicava un avvicinamento fra nazionalisti e comunisti venne sempre represso. Chiang Kaishek e i nazionalisti non hanno mai smesso di dipingerli come banditi, non vennero mai riconosciuti come entità politica. In Manciuria a metà del 1946 comincia la guerra civile, i nazionalisti vengono trasportati anche in Manciuria con un ponte aereo americano, mentre sul territorio i sovietici passavo le armi ai comunisti, requisite ai giapponesi, di nascosto perché formalmente sostenevano i nazionalisti. Mentre il governo nazionalista occupava le maggiori città, i comunisti filtravano poco a poco e quasi sempre si assestano nelle campagne, cercando un dialogo con le figure locali, partendo chiaramente dalla politica agraria e quindi dalla distribuzione delle terre, per cominciare a formare un nuovo esercito. Partì dunque una campagna di reclutamento radicale per distribuire il maggior numero di terre ai contadini poveri e senza terra per favorire un reclutamento in massa: in un anno furono distribuiti 17milioni di km quadrati di terre e furono arruolati 5milioni di uomini, di questi un milione di combattenti, gli altri 4 milioni come aiuto per gestire le terre e logistica. All'inizio del 1947 gli Americani si ritirano. Nel novembre del 1948 i comunisti completano il controllo della Manciuria perché le guarnigioni nazionaliste si arrendono, fra il gennaio e il febbraio 1949 vengono conquistate Pechino e Tianjin, nell'aprile del 1949 arrivano fino a Nanchino e Shanghai, il 1° ottobre del 1949, prima che si completasse la conquista militare di tutta la Cina, viene fondata la Repubblica Popolare di Cina, nel dicembre del 1949, a questo punto Chiang Kaishek raggiunge Taiwan, poiché dopo la capitolazione dei giapponesi, i nazionalisti avevano preso il possesso di Taiwan, sotto amministrazione nazionalista dalla fine del 1945, portando con sé le casse dello stato, tesori d'arte, la marina, ecc, quello che viene lasciato in eredità ai comunisti è come un deserto, con una inflazione altissima, fabbriche chiuse e diffidenza da parte del popolo, ancora giapponesi non rimpatriati e usati in funzione anti-comunista, polizia segreta di Chiang Kaishek. Fra il 1948 e il 1950 la Cina aveva circa 500milioni di abitanti, circa 50mila insegnanti per tutti gli ordini e gradi, 6 mila ingegneri (la metà dell'India) la mortalità infantile del 20% e l'aspettativa di vita media 36 anni. Era lo stato più povero del mondo, anche perché tutte le riserve e le casse dello stato erano state trasportate a Taiwan. LA GUERRA FREDDA In termini generali si intende il confronto mondiale fra Stati Uniti e Unione Sovietica iniziato nel secondo dopoguerra, l'espressione guerra fredda fu coniata da un giornalista americano W. Lippman per descrivere una ostilità che non Storia della Cina 1 Pagina 26 l'espressione guerra fredda fu coniata da un giornalista americano W. Lippman per descrivere una ostilità che non sembrava più possibile risolvere tramite una guerra frontale fra le due super-potenze, dato il pericolo della sopravvivenza dell'umanità data da una ipotetica guerra atomica. Nell'autunno del 1949, quando viene fondata la Repubblica popolare Cinese anche l'Unione Sovietica sviluppa la bomba atomica, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo una breve alleanza per combattere il nazi-fascismo, i vincitori si trovano divisi su tutti i principali aspetti: sulle basi ideologiche, socialismo vs liberaldemocrazia, modelli politico istituzionali e sui modelli di sviluppo economico adottati. Gli Stati Uniti sono in effetti l'unica super-potenza mondiale, certamente l'Unione Sovietica è una potenza in campo politico ma è un paese distrutto alla fine della guerra. Usa non toccati dalla guerra, iniziano a sviluppare una democrazia fondata sull'esaltazione della libertà individuale, sul libero mercato, un'etica individualistica centrata sulla competizione e sul successo personale. L'Unione Sovietica è un paese comunista, a economia pianificata e centralizzata, a partito unico, e si basa su un'etica anti-individualistica. L'URSS vuole vedere riconosciuto il titolo di grande potenza e sviluppare un campo socialista auto-sufficiente e inoltre vuole partecipare alle riparazioni di guerra e vuole sicurezza ai propri confini. Mentre gli Stati Uniti vogliono contenere l'espansione della ideologia sovietica (conteinemnt), e intendono dare vita ad un mercato mondiale di libera concorrenza e in un contesto di democrazia internazionale. Il primo, dopo la sconfitta del nazi-fascismo, a parlare di cortina di ferro fu Churchill nella primavera del 1946 per indicare la separazione ideologica che esisteva fra i paesi dell'Europa orientale e quella occidentale creatasi dopo la Seconda guerra mondiale. Una cosa che certamente "spaventava" della importazione economica dell'Unione Sovietica e dei paesi socialisti era che potenzialmente, in teoria, se si fosse diffusa questo avrebbe potuto erodere delle zone di libera concorrenza e libero mercato, zone la cui potenza supera quella degli stati nazionali. La questione, dopo la morte di Roosevelt, della contrapposizione fra mondi libero e mondo sovietico assumerà dei toni ossessivi nell'opinione pubblica americana, anche perché dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale era interesse economico di un paese potente come gli USA non dismettere l'industria bellica, quindi bisognava trovare un altro potenziale nemico, trovato appunto nei sovietici. Negli Stati Uniti si diffonde inoltre il concetto di maccartismo, dal nome di un senatore McArthy, atteggiamento politico che ebbe diffusione fra la fine degli anni 40 e la metà degli anni 50 caratterizzato da un esasperato clima di sospetto e persecuzione verso persone ritenute sovversive per il paese, una commissione per la repressione di attività anti-americane, per cui funzionari governativi, uomini di spettacolo, di cultura, considerati comunisti. Moltissime figure di Hollywood, registi, attori, partecipanti alla missione Dixie, hanno dovuto lasciare gli Stati Uniti, sotto l'accusa di essere comunisti, omosessuali o entrambe le cose. I media iniziarono a mettere in dubbio l'azione di McArthy che sosteneva di avere una lista di 100 comunisti, che non volle mai pubblicare. Nell'estate del 1949, in questo clima, inizia ad apparire sui giornali americani la denuncia del fatto che li USA avrebbero perso la Cina "loss of China", che non avevano fatto abbastanza per sostenere i nazionalisti. A questo punto il governo Truman è costretto, per placare questi attacchi, a pubblicare un dossier, chiamato China White Paper, che conteneva tutti gli aiuti, in termini di finanziamenti, armi, consiglieri militari, che gli americani avevano dato ai nazionalisti, anche mentre sostenevano di essere dei mediatori fra le due parti. La pubblicazione di questo China White Paper ovviamente rese impossibile un avvicinamento fra Repubblica Popolare Cinese e Stati Uniti, quindi ha inciso sul futuro corso degli eventi in modo molto netta. Intanto negli Stati Uniti comincia ad operare la China Lobby, cioè un gruppo che vorrebbe che gli Stati Uniti si schierassero apertamente con Taiwan, e viene pubblicato un documento del National Security Council chiamato NSC 68, nel quale viene elaborata l'analisi secondo cui l'Unione Sovietica aveva dei piani di conquista militare del mondo e veniva equiparata, come avversario alla Germania nazista, di cui non è mai stata trovata nessuna traccia, ma ha fatto escalare la situazione dell'industria militare e ha contribuito a rendere ancora più tesa la situazione. L'unione sovietica riconosce la Repubblica Popolare Cinese per prima, il giorno dopo la sua proclamazione, seguita poi dai paesi sovietici e scandinavi. Nel febbraio del 1950 a Mosca viene firmato un trattato di amicizia alleanza fra URSS e Repubblica Popolare Cinese, si trattava di trattato difensivo, diretto contro il Giappone e i paesi alleati del Giappone, comprendeva inoltre: un aiuto di 300milioni di dollari della Russia, la gestione congiunta delle ferrovie nel nord-est, l'uso sovietico di porti nella penisola del Liaodong e indipendenza della Mongolia esterna, sostituisce l'ultimo trattato firmato a Mosca nell'estate del 1945 fra Unione Sovietica e Partito Nazionalista. Nel frattempo in sede ONU (primavera del 1945, San Francisco) il seggio in consiglio di sicurezza che spettava alla Cina in quanto vincitrice, viene assegnato, e continuerà ad essere assegnato per una ventina d'anni, a Taiwan, alla Repubblica di Cina. GUERRA DI COREA Il 25 giugno 1950 scoppia la guerra di Corea. Kim Ilsong, combattente anti-giapponese, che si trovava in Unione Sovietica, rientra in Corea del Nord dove si erano già formati dal basso dei comitati popolari ed emerge come figura del partito dei lavoratori di orientamento socialista. L'Unione Sovietica lascia la Corea nel 1947. Anche nella Corea del Sud si formano dei comitati popolari che vogliono proclamare una repubblica ma gli Stati Uniti fanno arrivare in Corea un loro uomo, Rhee o Lee, aveva Storia della Cina 1 Pagina 27 hanno avuto un feedback realistico e non hanno per tempo diminuito il carico fiscale in natura, nelle zone interessate dalle calamità che potrebbe aver contribuito alla carestia. Nel luglio e agosto del 1959, chiaro il problema di produzione, viene tenuta la riunione dei massimi dirigenti a Lushan e in questa circostanza il ministro della difesa, Peng Dehuai fa circolare un suo scritto in cui sostiene che questa politica del Grande balzo in avanti è stata piccolo-borghese, attaccando direttamente Mao Zedong per questa impostazione. Piccolo-borghese nel senso che era stato velleitario. Questa lettera tocca in modo così personalistico Mao Zedong, di sicuro il ministro Peng Dehuai era appena tornato dall'Unione Sovietica. Con lui si schiereranno solo poche altre figure. Verrà poi sostituito da Lim Biao. LA RIVOLUZIONE CULTURALE Nel 1960 il 60% delle campagne fu allagato, dati falsati per coprire le situazioni, nell'estate del 1960 furono ritirati i tecnici sovietici dalla Cina. Nel 1961 inizia una fase di riaggiustamento, cioè di spiegazione e riduzione delle comuni popolari e il ripristino di quote produttive su base familiare e il rispristino di appezzamenti privati all'interno delle comuni. Nell'estate del 1964 viene istituito un gruppo per la rivoluzione della cultura o Gruppo dei Cinque, il cui scopo era condurre un'indagine a livello nazionale sulla produzione letteraria dopo il 1949 per verificarne l'effettivo carattere socialista e rivoluzionario. "Il mondo della cultura, scrittori, professori, operano in discontinuità con il passato o continuano con produzioni letterarie precedenti?" Mao Zedong porta come esempio una quarantina di opere che suscitano questo tipo di domanda, fra cui le dismissioni di Hai Rui (ruei), generale di epoca Ming che era stato allontanato dopo avere criticato l'imperatore, questo libro era stato scritto nel 1960 dal vicesindaco di Pechino, iscritto al Partito Comunista Cinese, figura di un certo livello. Tutto lascia pensare che un'opera di questo tipo alludeva probabilmente all'allontanamento del vecchio ministro della difesa nel 1959, Peng Dehuai, che era stato sostituito, questo tipo di produzione letteraria che allude ma non apertamente, era presente nella vecchia Cina, esempio di come nella letteratura esistano modi allusivi, indiretti. Fra la fine 1965 e inizio del 1966 alcuni dicono Mao Zedong temesse di essere emarginato, per cui rimase nella Cina meridionale. A fine maggio del 1966 viene creato un nuovo gruppo per la rivoluzione della cultura con figure più vicine a Mao Zedong, fra cui la moglie Jiang Qing. Il primo giugno del 1966 appare all'università di Pechino Beida, un dazibao, manifesto a grandi caratteri, che criticava assieme ad altri docenti e laureati il comitato di partito dell'università perché ostacolava un dibattito sul problema che aveva posto Mao Zedong, tema dell'opposizione strisciante a Mao Zedong all'interno del partito. Nel luglio del 1966 Mao Zedong rientra a Pechino e decide di inviare delle squadre nei campus a sostenere anziché reprimere questi dibattiti che emergevano da parte degli studenti, nell'agosto del 1966 Mao Zedong scrive un suo dazibao dal titolo "bombardare il quartiere generale", cioè attaccare le posizioni all'interno del partito che cercavano di schiacciare il dibattito sul problema della rivoluzione della cultura. Lo slogan che sostiene questa campagna è la cosiddetta "lotta ai quattro vecchiumi", vecchi modi di pensare, vecchia cultura, vecchie abitudini e vecchi comportamenti. Questo tipo di lotta politica prende una dimensione fisica, si organizzano gruppi di studenti, chiamati "guardie rosse", e fra questi gruppi si creano una serie di contrapposizioni, iniziano a lottare fra di loro. Samarani distingue fra delle "famiglie rosse", figli di famiglie modeste, contro figli delle "classi nere", tra cui gli intellettuali e le figure privilegiate nella vecchia Cina. I figli di quadri dell'esercito e del partito, cioè di figure di medio-basso livello, che sarebbero stati più contenuti e meno distruttivi, rispetto ai figli delle famiglie intellettuali e borghesi. Si formano questi gruppi, di moltissimi studenti che cominciano a scontrarsi fra di loro, attaccando anche professori, esponenti dell'esercito, ecc. Mao Zedong decide di utilizzare l'esercito per fermare il caos e il collasso di ogni autorità, nella primavera dell'1967 della primavera del 1968 le "guardie rosse" vengono smobilitate e circa 4milioni di studenti vengono mandati a lavorare nelle campagne e a rieducarsi con il lavoro manuale. Nel 1969 la ricostruzione del partito e dello stato è terminata, terminata la fase convulsa Mao Zedong e Zhou Enlai iniziano a valutare l'apertura verso gli Stati Uniti. Nell'autunno del 1970-1971, alla vigilia dell'apertura agli USA quello che sembrava il delfino di Mao, ministro della difesa muore in un incidente aereo in Mongolia, probabilmente mentre si recava in Unione Sovietica, alcuni ipotizzano fosse contrario a questa apertura agli USA, circostanza oscura. Storia della Cina 1 Pagina 30 INTRODUZIONE Mentre in relazione alla Cina facciamo riferimento ad una realtà continentale che nel corso della storia è stata conquistata completamente un paio di volte da popolazioni di origine etnica non cinese. Nel caso del Giappone uno degli elementi di interesse riguarda la posizione geografica, prospiciente la Cina, nei confronti della quale i rapporti nel corso del tempo sono stati a volte di desiderio di assimilazione, tramite l'importazione di elementi culturali, in altre fasi invece si parla di rapporti in cui predominavano aspetti nazionalisti ed autoreferenziali. Il Giappone è composto da 4 isole principali e una miriade di piccoli arcipelaghi e isole circostanti, le 4 isole principali sono: Hokkaido, l’isola più settentrionale, l’Honshu, l’isola principale, Shikoku e il Kyushu, l’isola più meridionale. Le quattro isole hanno un carattere molto compatto, essendo divise fra loro solo da stretti bracci di mare. La flora, la fauna e la storia umana fanno delle tre isole meridionali un’entità unica, solo la quarta, chiamata anticamente Ezo, l’Hokkaido costituisce il logico prolungamento delle pianure siberiane, con caratteristiche animali e vegetali in gran parte diversi dalle altre isole. Dal punto di vista storico è entrata a fare parte della storia giapponese solo all’inizio del 1800 quando l’affacciarsi dell’impero zarista sul pacifico con la richiesta di instaurare rapporti commerciali porta alla decisione da parte del Giappone di procedere a una colonizzazione anche dell’isola più settentrionale. Altra importante questione a cui far riferimento riguardo al Giappone è la differenza fra la costa oceanica e quella che guarda verso il continente, infatti la costa sul Pacifico ha un clima molto più mite ed è fornita di numerosi porti naturali. Le coste rivolte verso il continente sono di più difficile navigazione. Da un lato vede un’assenza di grandi fiumi, e questa potrebbe essere una delle ragioni che hanno ritardato l’avvio di una cultura agricola, i fiumi sono in genere brevi e si estendono per lo più per le pianure. Il territorio è prevalentemente montuoso e le pianure più significative si estendono in un’area che va dal nord dell’isola più meridionale fino a Tokyo. Essendo la parte settentrionale del Kyushu, collegata ad Osaka e a Tokyo, non dal punto di vista strettamente geografico, parliamo di una linea di sviluppo lungo la quale ancora adesso vive la maggior parte della popolazione giapponese e sono presenti 9 delle 10 le città maggiori del Giappone. STORIA DEL GIAPPONE Sulle origini della popolazione giapponese non si sa molto, ci sono degli elementi che fanno pensare che un apporto molto importante sia arrivato quando il Giappone era attaccato al continente o attraverso il ponte naturale creato dalle isole Ryukyu. In particolare attraverso la Corea sono filtrati elementi culturali di diverso tipo, soprattutto riguardanti la sfera linguistica, i quali hanno dato alla lingua giapponese un'impronta uralo-altaica con delle caratteristiche che sono poi state "esportate" attraverso gli sposamenti di popolazioni nomadi anche in altri paesi influenzando in questo modo anche altre lingue. Invece dell'Asia Sud orientale sono arrivati degli elementi architettonici, infatti, dato che lungo la costiera montuosa del Giappone, la quale è caratterizzata da precipitazioni molto abbondanti soprattutto in inverno, i modelli architettonici suggeriscono con ogni evidenza la provenienza paesi con climi più caldi. Nonostante ciò una delle caratteristiche fondamentali del Giappone, probabilmente influenzata dal fatto che sia una realtà insulare, è la lontananza rispetto a temi riguardanti ciò che noi oggi chiamiamo politica estera, infatti il Giappone avrà non poche difficoltà a rapportarsi con la realtà continentale. (Ambascerie) Gli Ainu erano una popolazione che in età preistorica probabilmente occupava la gran parte del Giappone. Hanno caratteristiche somatiche diverse dai giapponesi, la pelle più rosata, il sistema pelifero più sviluppato, gli occhi meno allungati e con ogni probabilità erano una popolazione arrivata in epoche remote in Giappone dalla Siberia. Poiché sono stati trovati dei manufatti Ainu anche nel Giappone centro- meridionale, è probabile che siano stati progressivamente sospinti verso nord nel corso dell'espansione del nucleo storico e della cultura giapponese. Adesso gli Ainu sono principalmente nell'Hokkaido e sono una realtà di interesse etnografico e antropologico. Sopravvivono in condizioni paragonabili a quelle delle riserve indiane. Neolitico Riguardo presenze umane che abbiamo sul Giappone delle origini, all'incirca fra l'VIII e il X secolo a.C., definiamo una fase chiamata Joumon, appartenete ad una fase neolitica nella quale l'agricoltura non era ancora un'attività propria della popolazione ma parliamo principalmente di cacciatori e raccoglitori, soprattutto di molluschi. Con ogni probabilità questa fase culturale del Giappone fu strettamente settentrionale e aveva come protagonisti soprattutto gli Ainu. riorganizzata la mobilità di corte secondo i ranghi funzionariali come in Cina. Nel 600 inizia anche il periodico invio, che durerà circa 2 secoli, di ambascerie in Cina sempre avendo cura di specificare la presenza di un sovrano d'oriente, cioè l'imperatore, e di un sovrano d'occidente, cioè l'imperatore cinese. Shotoku introduce anche un codice in 17 articoli, una specie di proto-costituzione, che era una raccolta di formule morali, di stampo confuciano e buddhista, non particolarmente significativo ma importante per la necessità di una elaborazione scritta di queste prime riforme. ((Mencio, questione del mandato celeste, cioè la legittimazione del diritto alla rivolta nel caso un governante non sia in grado di adempiere al proprio compito, agli antipodi con la concezione giapponese che riservava il diritto di contrastare l'imperatore soltanto ai membri del clan Yamato)) FAMIGLIA NAKATOMI Il prevalere della famiglia Soga finì quando a prevalere fu la famiglia Nakatomi, in particolare nel VII secolo Kamatari fu un aiutante di un principe imperiale e fu l'artefice di una riforma (poi eliminata nel 646) chiamata riforma Taika, che prevedeva la sostituzione dei vecchi capo-clan con dei governatori, cioè funzionali di nomina imperiale, la costruzione di strade e la costituzione di un sistema fiscale simile a quello Tang, ma questa riforma poi si rivelò impossibile da attuare nei fatti. L'imperatore apprezzò questo tentativo al punto che Kamatari riceverà un nuovo cognome conferito dall'imperatore stesso, cioè Fujiwara. Questa fase di influenza cinese culmina nella fondazione nel 710 della prima città da parte di una imperatrice, cioè la città di Nara, modellata secondo l'impianto di Tang Chang'an. Inizia ora dunque lo sviluppo di una cultura urbana. PERIODO NARA Prima della fondazione di Nara, quella che noi chiamiamo "capitale" della confederazione Yamato, era qualcosa di molto diverso dalle città come noi le concepiamo oggi, infatti, alla morte di ogni sovrano la capitale veniva spostata e ciò ha fatto supporre che sicuramente non si trattava di città ma di sorte di strutture abitative costituite da travi ad incastro che potevano essere poi facilmente rimontate altrove. Lo spostamento della capitale, fino alla costruzione di Nara, con la quale si afferma anche la concezione di “capitale" come quella cinese, aveva origine da concezioni shintoiste che considerava impuri i luoghi in cui era avvenuto un decesso. A Nara sono presenti anche molti templi buddhisti, in generale in Giappone erano presenti diverse scuole buddhiste e continuano all'epoca ad essere inviate in Cina delle spedizioni con finalità commerciali ma anche di raccolta di testi buddhisti. Al di là di questa città il Giappone è molto poco popolato (nell'VIII secolo la popolazione era di circa 6milioni di abitanti, all'inizio del XVII secolo arriverà a 18miliomi), c'era una notevole differenza fra il ceto nobiliare che viveva a Nara a contatto con la famiglia imperiale, che aveva dei rapporti strettissimi con le scuole buddhiste, e il resto del paese. Continuava inoltre il tentativo di replicare gli elementi amministrativi cinesi: il paese viene diviso in province (vecchi governatorati cinesi), distretti e gruppi di villaggi. E all'interno dei villaggi la popolazione era divisa in gruppi di famiglie che, come in Cina, erano assemblate, come anche in Cina, con lo scopo di effettuare alcuni lavori di manutenzione pubblica ma anche con l'obiettivo di mantenere l'ordine pubblico, nei confronti del quale sono responsabili collettivamente, si trattava del sistema baoja. Negli anni di Nara, dal 710-794, diventa importante la scrittura della storia, le prime opere giapponesi cercavano di retrodatare l'origine dell'impero giapponese, ed erano più che altro fonti mitologiche più che storiche in senso stretto. Nel 712 viene scritto il Kojiki, cronaca di vecchie cose, scritto in una lingua composita e di difficile interpretazione, perché il vocabolario giapponese era reso visivamente con gli ideogrammi cinesi, ma senza un criterio univoco, cioè alle volte usate con il loro valore semantico, altre volte per il loro valore fonetico. Secondo alcuni studiosi, il Kojiki costituisce la prima bozza di un testo composto in giapponese. Nel 720 fu composto il Nihon Shouki, annali del Giappone, quest'opera era più concentrata della precedente, il cui racconto arriva fino al 689 a.C., ma sicuramente era una data di valenza mitologica. Nella capitale i Fujiwara, famiglia nobile più importante, segue da vicino le decisioni del sovrano, che il più delle volte era donna. Per quanto riguarda i meccanismi di successione al trono, come era anche in Cina se non veniva designato un erede, non si trattava di una carica tramandata automaticamente di padre in figlio primogenito, ma era generalmente l'erede dell'imperatore che riusciva a prevalere dopo una serie di lotte e intrighi. PERIODO HEIAN Nel 794, fine del periodo Nara, la capitale viene spostata e trasferita nell'attuale Kyoto, che allora era chiamata Heian (pace e tranquillità). In quest'anno finisce il periodo Nara e inizia il periodo Heian. Il problema con la periodizzazione della storia giapponese risiedere principalmente nel fatto che, essendo la famiglia imperiale discendente dall'unico clan che nel corso della storia è sempre stato al comando, non si può parlare di cicli dinastici, per cui i periodi storici vengono scanditi diversamente, il primo criterio fu proprio quello della posizione della capitale. Tuttavia però la capitale imperiale rimarrà ad Heian fino al 1868, data nella quale verrà spostata a Tokyo, si tratta dunque di un arco temporale troppo lungo per essere considerato nel suo insieme, per cui questo periodo di tempo fu scandito in questo modo: venne chiamato periodo Heian quello che va da 794 al 1185, data nella quale verrà fondato un centro urbano a Kamakua che costituirà la nuova capitale di un governo non centrato sull'imperatore ma su una nuova figura, un capo militare, che avrà il nome di shogun. Durante il periodo Heian, il IX secolo vedeva ancora un'importante presenza della cultura cinese, cosa che non avvenne per i 3 secoli successivi che invece vedranno il Giappone cominciare a sviluppare una propria dimensione autonoma. Nara era stata abbandonata per ragioni tutt'ora poco chiare, probabilmente ebbe un ruolo fondamentale il voler allontanare la capitale imperiale dall'influenza opprimente che iniziavano ad avere i monasteri buddhisti sulla vita di corte. Mentre in Cina la dimensione politica era molto spiccata, in Giappone questa dimensione era molto meno sviluppata. Il mutamento della capitale coincide anche con una fase di lotte lungo la frontiera settentrionale, all'epoca solo un po' più a nord di Tokyo, per combattere gli Ainu e a questo seguì inevitabilmente anche un cambiamento nell'organizzazione militare delle guarnigioni a difesa della frontiera settentrionale: come avevano fatto i Tang agli inizi dell'VIII secolo, per proteggere nel modo migliore le frontiere si passa da una forma di leva obbligatoria, quindi di costrizione, per reclutare i soldati, all'impiego di soldati di mestiere forniti dai signori locali, questa sarà l'origine del formarsi nelle regioni settentrionali di ceti militari, relativamente autonomi, la cui rilevanza aumenterà poi nei secoli successivi. Vennero inoltre istituiti dei governatorati permanenti, sempre lungo le zone di frontiera (in Cina sfocerà poi nella rivolta di An Lushan). Predominio della famiglia Fujiwara Una minaccia al potere della famiglia imperale cominciò ad essere costituita dal crescente potere della famiglia Fujiwara, che iniziò a perfezionare la tecnica di acquisizione del potere attraverso alleanze matrimoniali, addirittura in quel periodo quando sul trono c'era un erede particolarmente giovane, le decisioni politiche venivano affidate ad un membro della famiglia, come un suocero, nel caso l'imperatore avesse sposato una Fujiwara. Questo predominio della famiglia prosegue senza che nessuno riesca a contrastarlo, il tentativo più importante di contrastare questa famiglia arrivò da Michizane Sugawara (845- 903), che riuscì ad acquisire la fiducia dell'imperatore e a superare l'influenza politica dei Fujiwara. Nell'894, Michizane viene nominato a capo di un'ambasceria che doveva recarsi in Cina, ma Michizane scrisse all'imperatore per chiedergli di sospendere definitivamente i rapporti con la Cina, che si trovava in pieno declino Tang. Probabilmente anche perché temeva di venire scalzato, in questo periodo di assenza, dal suo ruolo di consigliere massimamente stimato dell'imperatore. Quindi dall'894 cessano le periodiche missioni verso la Cina e Michizane rimane in Giappone, ma la famiglia Fujiwara riesce a farlo allontanare da corte, facendogli conferire la nomina a governatore del Kyushu. Ricordiamo questa figura perché a lui è legato l'ultimo tentativo di contrasto al potere dei Fujiwara e per la decisione di sospendere i rapporti col continente. Seconda fase del periodo Heian La seconda parte del periodo Heian, che inizia nel 901, e comprende i secoli X, XI e XII, fino al 1185, vedrà un deciso predominio della famiglia Fujiwara e un distacco delle vicende giapponesi con quelle cinesi. Nella capitale la politica matrimoniale dei Fujiwara si accentua, ma in questo periodo veniva a formarsi una nuova nobiltà militare e cavalleresca attorno ad alcune grandi casate nella periferia del paese, nasceva anche dalla necessità di semplificare le lotte per la successione, infatti quando un principe della casata imperiale si trovava con un numero elevato di pretendenti al trono, uno o più pretendenti veniva ridotto al rango di suddito, fornito di un altro cognome, di terra e messo a capo di una famiglia indipendente. La formazione di queste famiglie era volta alla colonizzazione delle terre vergini ma anche di costituire una sorta di funzionari dell'imperatore in zone lontane dal centro di potere. L'acquisizione di nuove aree all'agricoltura fece sì che queste casate periferiche si irrobustiscano stabilendo con i Fujiwara rapporti di tacita alleanza che beneficiava entrambi: i Fujiwara potevano avvalersi di alleati lontani, a loro volta le casate godevano di protezione nell'ambiente imperiale. In un primo momento questa situazione risultava favorevole ai Fujiwara ma a lungo andare i rapporti di potere si ribaltano e i militari della provincia finiranno per prendere il sopravvento. Con l'imperatore Go-Sanjou (1069-1074 periodo di regno) si assiste ad un tentativo da parte del clan Yamato di recuperare l'effettivo potere, cercano di semplificare la vita della figura imperiale restituendogli più tempo per occuparsi della gestione dell'impero, istituendo la forma del governo claustrale e della corte claustrale: il governo e la corte che giravano attorno al padre dell'attuale imperatore Go-Sanjou, che aveva abdicato, in modo che sul giovane imperatore ricadesse tutta la formalità spirituale e l'aspetto cerimoniale, mentre di fatto il potere effettivo lo deteneva l'imperatore abdicatario, a capo del suo governo e della sua propria corte. Molte volte l'imperatore abdicatario assumeva il titolo di Kanpaku, che era sostanzialmente come una figura reggente di un imperatore adulto, e di fatto l'imperatore abdicatario diventa il vero capo politico del paese. Guerre dell’era Hougen Col tempo però l'esistenza di questi due imperatori, due governi e due corti, finisce col moltiplicare invece che ridurre gli intrighi. Infatti su questo sfondo nel 1156 comincia una serie di scontri fra le famiglie nobili a corte, conosciute come guerre dell'era Hougen, questa fase di scontri armati va dal 1136 al 1185. In questo periodo la famiglia Fujiwara fu costretta ad allentare i rapporti con le casate periferiche. Nel 1185 Yoritomo della famiglia Minamoto, fissa un proprio insediamento nella città di Kamakura, a sud di Tokyo. Di fatto con questa mossa la famiglia Minamoto consacra il passaggio a famiglia più potente con un proprio centro di autorità staccato dalla corte imperiale. Da questo momento il potere politico e militare effettivo sarà esercitato da questa famiglia e Kamakura sarà un centro contrapposto alla capitale imperiale a Heian. A Kamakura verrà dato anche l'appellativo di Bakufu, cioè "governo della tenda" per rimarcare il suo carattere pragmatico-militare. Nel 1192 Yoritomo riceve il titolo di Seitai-Shogun dall'imperatore, cioè un titolo che fino ad allora veniva assegnato ai generali che venivano incaricati di portare avanti campagne militare contro gli Ainu, infatti il significato del termine è "generalissimo contro i barbari". Col tempo questa carica assume un carattere autoritario sempre più svincolato dall'approvazione imperiale. Dopo la morte di Yoritomo nel 1199 il potere shogunale passa nelle mani della famiglia Houjou, che rappresenterà la prima dinastia shogunale (1200-1333/35). Indebolimento degli Hojo Gli Hojo perciò si trovarono nella posizione di dover pagare di tasca loro per gli aiuti che avevano ricevuto, quindi vennero fortemente indeboliti. La seconda ragione dell'indebolimento degli Hojo ebbe origine nella corte imperiale nel 1318, diventa imperatore Go Daigo. Nel 1321 questa figura abolisce il sistema degli imperatori in ritiro, per preparare l'ascesa al trono di suo figlio, anche lui personaggio molto sveglio e non giovanissimo, per cui non facilmente manipolabile. Questa scelta non fu ben vista dalle autorità di Kamakura e, detenendo quest'ultima il potere militare, poteva opporsi all'ascesa al trono del figlio di Go Daigo. Ciò farà sì che si arrivi ad uno scontro armato fra le truppe imperiali e le truppe di Kamakura, in cui prevarranno le truppe di Kamakura che nel 1331 conquistano la capitale imperiale, che si trovava a Heian, attuale Kyoto. A questo punto l'imperatore Go Daigo viene mandato in esilio è al suo posto viene nominata una figura più gradita a Kamakura. Go Daigo nel 1333 fugge dall'esilio con l'intenzione di riprendere la sua battaglia. Kamakura manda Ashikaga di Takauji, un condottiero di origini importanti, inviato per catturare Go Daigo, che però improvvisamente passa dalla parte dell'imperatore e conquisterà Kyoto, in nome di Go Daigo. Questo fatto rese palese agli occhi delle casate militari il graduale indebolimento della famiglia Hojo e di conseguenza la speranza per altre casate di impadronirsi del titolo Shogunale. Quindi nel 1333 alcune casate della zona orientale conquistano Kamakura, distruggono gli Hojo costringendoli al suicidio rituale, prendendo il loro potere. Alcuni Hojo superstiti nel 1335 riconquisteranno la capitale, ciò permetterà alla dinastia di Ashikaga di impadronirsi del titolo dello shogun, poiché Ashikaga stesso si autoconferì questo potere. Nel 1336 Takauji conquista Kyoto e Go Daigo deve fuggire verso sud. Nello stesso anno Takauji insedia a Kyoto un nuovo imperatore, Komyo, mentre Go Daigo si rifugia a Yoshino, nella penisola di Kii. Inizia dunque una fase scismatica, chiamato proprio scisma di Yoshino, cioè la compresenza di due imperatori. Nel 1338 Takauji riceve ufficialmente dalla corte il potere di shogun, mentre Go Daigo continua a considerarsi il legittimo imperatore. Alla fine del quattordicesimo secolo si trova un compromesso fra i due imperatori con Go Daigo che rinuncia le sue pretese al trono in favore del suo rivale. Nel 1392 si conclude la fase scismatica, lo shogun dell'epoca, Yoshimitsu, terzo esponente della famiglia Ashikaga ottenne finalmente il titolo ufficiale di Shogun e la capitale shogunale venne spostata a Kyoto che era anche la capitale imperiale. Il periodo che vide avvicendarsi alla carica shogunale quindici membri del clan Ashikaga prende nome dal quartiere di Kyoto in cui fu istituita la sede del governo, Muromachi. Yoshimochi Dopo aver sanato la frattura fra le due corti imperiali, Yoshimitsu lascia la guida del bakufu a suo figlio Yoshimochi nel 1394, quest’ultimo assume il titolo di Gran ministro di stato, che avrà un notevole potere e un prestigio quasi paragonabile all'imperatore. Una decisione che a posteriori verrà criticata sarà quella, fra il 1401 e 1402, per cui, con il titolo di "re del Giappone", inizia a intrattenere rapporti di tipo tributario con la Cina, all'epoca impero Ming. In questo periodo comincia ad apparire anche il fenomeno della pirateria giapponese o sino- giapponese, cioè la partecipazione di questi pirati a traffici commerciali che si svolgevano lungo le coste della Cina, del tutto esuli da un controllo ufficiale. Per l'impostazione culturale cinese la dimensione delle missioni tributarie era una sorta di forma di monitoraggio del commercio internazionale, la quale era ovviamente disturbata dalla pirateria. I Ming probabilmente cercarono di coinvolgere Yoshimochi nella decisione di controllare questi commerci clandestini e viene sviluppato un sistema fra Cina e Giappone di contrassegni ufficiali: dalla Cina venivano inviati in Giappone dei contrassegni, lastrine di metallo che si incastravano perfettamente con altri contrassegni che si trovavano in Cina, così da caratterizzare secondo questo riconoscimento i commerci ufficiali. I successori di Yoshimochi furono meno abili e dopo la sua morte nel 1428 si interruppe questo rapporto di tipo tributario con la Cina ripreso poi in seguito e continuato fino al 1547. Successivamente la dinastia shogunale degli Ashikaga entra in una fase di decadenza e emerge la figura di un nuovo vassallo che si troverà ad uccidere lo shogun allora in carica, Yoshinori. E, per la mentalità dell'epoca solo il fatto che uno shogun si trovasse nella condizione di venire ucciso da un suo vassallo testimoniava la debolezza non solo dello shogun in sé ma dell'intera famiglia shogunale: incapacità di tenere a freno i propri subordinati e anche poca sicurezza militare. Ciò si tradurrà successivamente nella scelta di far organizzare le missioni tributarie verso la Cina da parte di altre famiglie e non più dalla casata shogunale. L’ascesa dei Daimyo Fino a quel momento i vassalli godevano della protezione dello shogunato a cui avevano giurato la loro lealtà, però con l'inizio della decadenza dell'immagine pubblica degli Ashikaga cominciano a sorgere dubbi fra i vassalli sull'effettiva protezione di cui potevano godere sotto la famiglia shogunale. Indebolito anche il vincolo di fedeltà fra vassalli e shogun comincia a sentirsi una crescente irrequietezza che si tradurrà poi in guerre fra diverse casate militari fra il 1467 e il 1477, chiamate guerre dell'era Onin, durante le quali lo shogunato deciderà di non intervenire. Sono la fase iniziale di un lungo periodo di guerre civili, che durerà fino al 1547 e viene chiamato Sengoku (casate belligeranti o stati combattenti), che porterà all'indebolimento e dell'autorità shogunale e dell'autorità imperiale. Infatti durante questa fase si assiste all’ascesa di nuovi leader militari, i sengoku daimyo o daimyo, i erano unità che detenevano terre e castelli che avevano potere assoluto e potevano emanare dei loro regolamenti le leggi che valevano per il loro territorio. Alcuni di loro si trovavano nei villaggi o mura, che dovevano pagare ai daimyo un tributo, cioè parte del loro raccolto. Per quanto caratterizzata da una evidente instabilità, questa fase fu anche importante dal punto di vista economico: nelle campagne si diffonde l'utilizzo di fertilizzanti e si impiegano sempre di più animali da tiro nei campi. Il commercio con la Cina ha immesso in Giappone merci pregiate come porcellane, sete, dipinti e tecniche di coltivazione di seta e cotone (dalla Corea). All'interno di questi villaggi si affermano delle corporazioni di artigiani o za, specializzati nella costruzione, nella metallurgia, nella creazione di ventagli ecc. LA RIUNIFICAZIONE DEL PAESE Nel frattempo nella capitale imperiale continuava la compresenza fra aristocrazia di corte e militare. Emergono, in questo sfondo frammentato, delle figure che si daranno l'obiettivo di arrivare ad una unificazione del paese, prima fra queste Oda Nobunaga, un daimyo di basso rango, con gli alleati Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu, ricordati come i tre grandi unificatori. Questo spirito "unificatore" fu anche figlio di un panorama nazionale giapponese in cui iniziarono a comparire anche gli stranieri, per cui l'unificazione sembrava l'unica soluzione alla "debolezza" del paese. I primi mercanti portoghesi arrivano in Giappone in un'isola a sud del Kyushu nel 1543, la loro attività non si limitava alla sfera commerciale ma abbracciava anche la sfera religiosa. I primi missionari che arrivarono in Giappone furono proprio i gesuiti, che, come risposta alla controriforma protestante si proposero di avviare nel mondo una acculturazione cattolica. Go Dai Go viene allontanato, Kougon viene scelto dallo shogunato. Sullo sfondo di grande frammentazione sia territoriale che politica fra i daimyo, che sono figure svincolate da un riconoscimento dell'autorità shogunale, emergerà Oda Nobunaga (1534-1582), era un piccolo daimyo con l'intenzione di riunire il Giappone, i missionari gesuiti cominceranno a far filtrare l'idea di una potenziale pericolosità di elementi stranieri su un territorio così frammentato. Oda Nobunaga avrà come alleati Tokugawa Ieyasu (1543-1616) e Toyotomi Hideyoshi (1536-1598), i tre grandi unificatori del Giappone. Nobunaga avrà una strumentale simpatia per i missionari con cui verrà in contatto e, nelle lotte contro i daimyo, si servirà dei moschetti e degli archibugi introdotti dai primi missionari arrivati in Giappone. Simpatia dovuta anche alla antipatia di Nobunaga verso i monasteri buddhisti, percepiti come centri di intrighi politici, tanto che deciderà di distruggere un grande monastero buddhista nel 1571, si tratta del monastero sui monti Hiei, alle spalle di Kyoto, per tagliare alle radici l'influenza che i monasteri avevano sulla vita di corte. Vengono uccisi più di 3000 monaci. Nel 1582, questi tre alleati avevano portato sotto il loro controllo circa l'80% del Giappone, quando Nobunaga viene tradito da un suo vassallo e costretto ad uccidersi insieme ad un suo figlio. Rimangono sulla scena le altre due figure, ci vollero circa 3 anni per arrivare ad un compromesso, nel 1584, l'accordo prevedeva di attribuire la supremazia politica a Toyotomi Hideyoshi, che completerà la riunificazione del Giappone, non prenderà mai il titolo di shogun probabilmente perché di origini modeste, ma prenderà il titolo di Taiko, che corrisponde ad un consigliere o reggente e come sede del governo sceglierà Osaka. Hideyoshi prenderà decisioni sia per quanto riguarda la politica interna, sia per i rapporti con i missionari, sia su un progetto di attaccare la Cina. A. Per quanto riguarda la politica interna egli esercitò la sua egemonia sui daimyo, anno della completa unificazione del Giappone. I suoi territori comprendevano circa un decimo del territorio nazionale, mentre gli altri signori erano legati a lui da un giuramento di fedeltà, garantito anche da un sistema di ostaggi, cioè giovani membri fatti risedere a Osaka, in modo che fungessero da garanzia per evitare ribellioni da parte dei daimyo. B. Riorganizzazione catastale con tassazione uniforme, inoltre unifica pesi e misure e in particolare lo scartamento assiale delle ruote dei carri per favorire gli spostamenti. Introduce, sulla scia delle decisioni di Nobunaga, la separazione fra Samurai e contadini, cioè la mappatura dei territori dei nuovi feudi aveva una linea rigida, non solo geograficamente a livello dei confini delle proprietà ma anche a livello sociale divise chi era contadino e chi no. Le figure registrate nei libri fondiari, assegnati da Hideyoshi erano contadini, quelli invece registrati presso altri registri detenuti dai singoli daimyo, erano stipendiati come guerrieri o bushi, samurai. I daymio erano tenuti a contribuire in caso di spese straordinarie come la costruzione di strade, ma non pagavano le tasse. Con la divisione fra contadini e samurai inizia una separazione fra questi due gruppi sociali, in particolare nel 1585 questa separazione viene resa irreversibile, nel senso che nel 1585 Hideyoshi emana un editto che disarma i contadini, quindi impedisce ai contadini di detenere armi e di diventare samurai, e in parallelo anche il divieto per i samurai di ridiventare contadini e tornare nel loro villaggio di origine. Per i samurai c'è anche la proibizione di cambiare occupazione in generale. Questa divisione fu probabilmente influenzata dalla Cina (1368 dopo il periodo di cattivo governo della dinastia mongola, venne fondata la dinastia Ming), Hongwu istituì l'ereditarietà delle professioni del contadino, dell'artigiano e del soldato. Questo provvedimento diventerà normativa nei secoli successivi. C. Per quanto riguarda invece la politica estera Hideyoshi nel 1592 e nel 1597 tenterà di invadere la Cina, alcuni percepiscono questo attacco come una forma di scaricare la fame di guerra e di ottenere bottini per i daimyo, questo a sottolineare quanto gli aspetti violenti siano penetrati profondamente nella psiche del ceto dominante (guerriero). La spedizione del 1592 rivelerà dei problemi riguardo la lunghezza delle linee di rifornimento dal Giappone, mentre nel secondo reazione alla nascita di queste figure si formeranno i kokugaku, studiosi di cose nazionali, che puntavano alla rivalutazione della cultura dello shinto. Nasce l'esaltazione del concetto kokutai, sistema nazionale a natura divina, configurando il Giappone come un insieme di clan che sono anche lontanamente imparentati al clan yamato. Tutto il periodo Tokugawa rimane pre-moderno poiché c'era sicuramente un embrione di amministrazione shogunale ma mancava ancora una struttura statale centralizzata, 2 autorità nazionali, varie autorità regionali, ma mancavano i ministeri nazionali, tassazione, tesoro, esercito, banche. Questo periodo sarà segnato da un graduale impoverimento, condizionato soprattutto dalla mancanza di bottini di guerra. Alla fine di questo periodo di restaurazione il Giappone arriverà povero, i contadini poveri alla fine dell'800 ci sarà una ribellione. Lo shogunato cercherà solo debolmente di risolvere la situazione, come ad esempio tagliando gli stipendi dei samurai e cercando di tagliare i prezzi, ma ciò aggravò soltanto la situazione. Rapporti internazioni e sviluppo del capitalismo I primi ad avere contatti commerciali con il Giappone furono i Russi a fine '700, una delegazione russa sbarcò nell'Hokkaido proponendo di instaurare rapporti commerciali, ma la proposta verrà respinta e farà sì che il Giappone si affretti a conquistare anche l'isola dell'Hokkaido. Nel 1853 arrivano nella baia di Tokyo arriva una flotta di navi statunitensi, comandate da Matthew Perry che portava un messaggio del presidente statunitense Fillmore, nel quale, in toni diplomatici, si auspicava l'avvio di rapporti proficui per entrambi le parti, ma l'atteggiamento di Perry fu più brusco. L'intenzione era quella di tornare l'anno successivo, parliamo sempre del comandante Perry, per ricevere una risposta riguardo ai rapporti commerciali. I diversi organi della società giapponese erano però in disaccordo sulla risposta da dare e ciò si tradurrà in una crisi politica che si ricomporrà solo 1867-68 con la restaurazione Meiji e il tramonto dell'autorità shogunale. Si apre dunque una fase di crisi di 15 anni. Lo shogunato decide allora di avviare una consultazione fra i vari daimyo e chiede il parere della corte imperiale: la corte era decisamente contraria, i daimyo non avevano una posizione univoca. Su questo sfondo, nel 1853 arriva anche un ammiraglio russo a rinnovare la richiesta di rapporti commerciali, e ciò accelera il ritorno di Perry che si presentò in Giappone prima della scadenza di un anno. Nel frattempo il bakufu aveva deciso di attenersi ad una linea prudente, nel marzo del 1854 viene firmato un trattato, trattato di Kanagawa, che non contemplava gli scambi commerciali ma stabiliva che in due porti Giapponesi era possibile fermarsi per rifornirsi, ricevere assistenza e anche la presenza di un'autorità consolare statunitense in uno dei due (Shimoda, Hakodate). Sarà a Shimoda che nel 1856 arriverà il primo console americano, Harris. Mentre la corte imperiale era sempre più contraria a questa apertura, Harris tenta di convincere il bakufu, sulla base della seconda guerra dell'oppio, che i rapporti commerciali potevano essere utili al Giappone e che se il Giappone non acconsentirà verrà costretto a farlo. Nel 1858 lo shogun acconsente a firmare un accordo di dimensione commerciale, cioè aprì al commercio 4 nuovi porti e istituì a Edo e a Osaka delle concessioni, cioè zone in cui gli occidentali potevano risiedere, e limita i dazi doganali. A questo punto i vari daimyo cominciano ad esprimersi in senso anti-straniero e di conseguenza iniziarono a vedere la possibilità di erodere il potere shogunale, cioè di svincolarsi da quelle forme di controllo che lo shogun esercitava nei loro confronti. Iniziarono dunque a prendere delle decisioni indipendenti come aggressioni verso stranieri, cannoneggiamento di navi straniere, ecc. Si arriva anche ad uno scontro fra esercito shogunale ed esercito imperiale, con la sconfitta del 1866 dell'esercito shogunale, ciò perché i daimyo, ormai insofferenti appoggiarono l'esercito imperiale. Nel settembre del 1866 muore lo shogun Iemochi, nel gennaio del 1867 si insedia Keiki, il 30 gennaio muore l'imperatore Komei e gli succede il figlio Mitsuito. In questo periodo sia l'autorità shogunale che i daimyo cominciarono a pensare di rivolgersi a paesi stranieri per ammodernare il loro esercito, in particolare lo shogun pensò alla Francia e alcuni daimyo all'Inghilterra. Su questo sfondo nell'ottobre del 1867 il daimyo di Tosa invia una lettera allo shogun chiedendogli di dimettersi e cedere il proprio potere all'imperatore. Nel novembre del 1867 Keiki, il nuovo shogun accetta e presenta le proprie dimissioni. Formalmente dal 3 gennaio del 1868 inizia la restaurazione Meiji o la fase del governo illuminato, che durerà fino al 1912, la capitale imperiale diventa Tokyo, in questo momento Edo viene rinominata Tokyo. RESTAURAZIONE MEIJI Con l’inizio di questa nuova fase ci fu, nel primo ventennio Meiji, una specie di innamoramento da parte dell’opinione pubblica, quella più informata, per le idee che erano filtrare tramite la traduzione di alcuni testi, di concetti come democrazia rappresentativa o partito politico, era affascinata da questi concetti probabilmente perché si trovavano in una società che ancora era molto ingessata. Però possiamo capire che certamente non sarà facile tradurre nella concretezza delle cose questi concetti nel contesto del Giappone dell’epoca. Nel marzo del 1868 l’imperatore proclama un giuramento in 5 articoli e rende nota la sua intenzione di procedere allargando la partecipazione popolare al processo decisionale, esprime la volontà di modernizzare il Giappone guardando ai paesi occidentali. Prende l’impegno a promulgare una costituzione, promette l’istituzione di un palamento e l’adozione di norme giuridiche di tipo internazionale, con la ricerca di conoscenze estere. Nel primo ventennio, l’impostazione di tutti questi passi preparatori è gestita da un consiglio di samurai di alto livello o nobili che circondano l’imperatore, figure di ex daimyo dei 4 feudi del Giappone sud-occidentale perché l’imperatore deve molto a questi feudi. Contadini Per quanto riguarda i daimyo, i primi 4: Satsuma, Choushu, Tosa e Hizen, spontaneamente fanno il gesto di rinunciare ai loro possedimenti e restituiscono le terre all’imperatore. Anch enel 1871 i possedimenti i tutti gli altro daimyo tornano nella disponibilità della casa imperiale che per un primo tempo nomina governatori i daimyo. Viene abolito nel 1871 il sistema mibun, un prerequisito necessario per affacciarsi ad un mondo moderno una società più mobile in cui è permesso il possedimento e la compra-vendita di terra, libertà di spostarsi, tutta la società viene sbloccata. Vengono abolite le categorie considerate sporche, almeno formalmente. Nella misura in cui l’imperatore si dà l’obiettivo di modernizzare il paese con costruzione di industrie moderne, i soggetti inermi a cui poter aumentare le tasse per ricevere più entrate erano chiaramente i contadini. Il capitale chonin è stato risparmiato per una tassazione per costruire un sistema industriale e a loro viceversa saranno venduti i primi impianti industriali tessili di rilevanza non militare. Nel periodo Tokugawa la tassazione veniva effettuata a villaggio, relativamente impreciso, nel quale alcuni contadini riuscivano ad evadere in parte, a produrre di più, ecc. Questo sistema viene smantellato per un sistema di tassazione basato sulla singola famiglia contadina, che si accompagna all’istituzione di un catasto, una ricognizione fondiaria. E dal 1872 si procede in questo modo: registrazione della terra su base familiare e calcolo delle tasse in percentuale alta, 3% annuo del valore della terra, indipendentemente dall’andamento del raccolto. Tassa pagata in denaro e non in natura. La coscrizione obbligatoria di 5 anni che essendo rivolta a selezionare da un punto di vista fisico i soggetti più adatti, toccherà quasi esclusivamente ai contadini, allontanati dal lavoro nei campi per 5 anni (tassa di sangue). Samurai Nel 1873 vengono anche disarmati i samurai, con l’introduzione di moderne accademie militari, vene istituita la leva obbligatoria e i samurai vengono privati del loro diritto di combattere. Questo porta anche ad un dibattito nel 73-74 su una possibile invasione della Corea per scaricare l’insoddisfazione militare dei samurai, poi si converrà che conveniva dare la precedenza ad una modernizzazione interna. Ai samurai verrà concessa un approvigione, una somma, e si favorirà la loro migrazione nell’Hokkaido per permettere loro di avviare attività commerciali o industriali. Blocco di potere dominante, nel caroli-gatti, sarà costituito da ex-grandi daimyo che hanno sostenuto la restaurazione, la corte imperiale, con vecchia e nuova nobiltà, gli alti gradi di esercito e marina e infine gli Zaibatsu, “gruppi finanziari”, cioè quei grandi mercanti che prestavano denaro e possedevano le industrie tessili, si andranno a formare delle banche. Avevano una dimensione commerciale, finanziaria e industriale, saranno costituiti su base familiare, i due più importanti furono Mitsu e Mitsubishi, una dimensione piramidale, al cui vertice c’era il ramo familiare più importante e poi tanti rami collaterali che detenevano ruoli gerarchicamente organizzati, si daranno ciascuno un proprio regolamento. Quindi alla fine non è che emergano dei ceti sociali veramente nuovi. Nel 1885 torna da un lungo soggiorno in Europa Hito Hirobumi, propone all’imperatore come modello costituzionale quella prussiana con degli adattamenti al ruolo unico che aveva l’imperatore sullo sfondo giapponese. La costituzione viene presentata l’11 febbraio 1889, col nome di Costituzione dell’impero del grande Giappone, kenpo per “costituzione” termine usato dal principe Shotoku Taishi agli inizi del VII secolo quando aveva emanato il codice in 17 articoli. La data perché è considerata la data fondativa dell’impero giapponese, data di rilevanza mitologica 11 febbraio 660 a.C. Questa nuova costituzione prevede un parlamento diviso in una camera alta in cui vota la nobiltà di corte, ex daimyo e una camera bassa a suffragio ristretto e maschile. Questa camera bassa aveva l’unico potere sul diritto di veto sulle leggi di bilancio, mentre l’imperatore, inviolabile, ha il diritto di nomina dei governi. Quindi i governi non rispondono del loro operato al parlamento ma all’imperatore. I governi verranno definiti trascendenti dall’esito delle elezioni, a parte una breve fase fra gli anni 20 e 30, l’imperatore può e infatti lo farà può nominare come primo ministro figure dell’aristocrazia o figure militari, del tutto indipendenti dai partiti che vincevano le elezioni. Quindi formalmente si trattava di una impalcatura per un moderno stato parlamentare, però ancora con delle sue peculiarità. Nessun ruolo avranno anche i partiti perché di fatto nella seconda metà dell’800, c’è l’aspettativa di una maggiore partecipazione democratica, però sappiamo lo sfondo politico-culturale del Giappone è molto diverso. I partiti saranno di fatto indistinguibili da associazioni culturali o gruppi di funzionari che erano dei gruppi di discussione su problemi legati all’amministrazione, la dimensione “partito” su questo sfondo non aveva spazio per interagire. Nel 1890 si tengono le prime elezioni, vince un partito liberale, ma questo fatto è totalmente irrilevante perché le nomine sono a discrezione dell’imperatore, quindi fondamentalmente i partiti politici non avevano voce né chiaramente l’opinione pubblica. D’altra parte il 1890 è importante perché dopo questi decenni attraversati da curiosità da parte dell’opinione pubblica per i concetti democratici, da parte delle élite comincerà un atteggiamento di maggiore controllo, ad esempio sui programmi scolastici. Nel 1890 ci fu il riscritto imperiale sulla educazione, un documento emanato dall’imperatore e distribuito in tutte le scuole con un ritratto dell’imperatore Mutsuito, che ribadiva la sacralità dell’impero e reintroduce concetti della scuola kokugakusha, del periodo Tokugawa. Si parla di sudditi e dell’importanza della difesa del kokutai, cioè del sistema o dell’essenza nazionale. Incoraggiamento alla lealtà e alla obbedienza, pietà filiale ecc. COLONIALISMO Il primo ministro Yamagata Aritomo nel 1890, sulla base del motto “paese ricco, esercito forte”, parla della sicurezza e dell’indipendenza della nazione sostenendo la netta distinzione fra shukensen (sfera della sovranità), cioè il territorio nazionale e riekisen (sfera dell’interesse nazionale) comprendente un’area strategica di protezione dell’arcipelago, a suo parare, comprendente nello specifico la Corea, ritenuta strategica per la protezione del Giappone. In questi anni, sulla base di una adesione al modello che vedevano mettere in atto i paesi occidentali in Asia orientale (Francia in Vietnam, Indocina, Inghilterra della Birmania), compiuta questa costruzione formale di uno stato nazionale moderno con una costituzione e un parlamento, che già era importante per porsi al livello dei moderni stati nazionali europei ed essere riconosciuto come tale, un altro tassello di questa visione era il colonialismo. A. nel 1879 viene completato il controllo delle isole Ryukyu; B. nel 1894-95 guerra contro la Cina per staccare la Corea, che comincia a interessare il Giappone (trattato di Shimo??? E annessione di Taiwan giovani ufficiali passeranno alla strategia della tensione, mettendo in atto una serie di attentati per eliminare fisicamente questi apparati, di ministri, funzionari e esponenti degli zaibatsu che a loro parere non sostenevano la causa del maggiore stanziamento di risorse economiche per l’esercito. Per proteggersi gli zaibatsu inizieranno a finanziare questi gruppi di giovani ufficiali e Kita Ikki stesso per non essere presi di mira. Inoltre gestivano dei fondi per mettere in piedi delle loro organizzazioni di spionaggio per essere informati tempestivamente di ciò che questa organizzazione faceva. Il più importante di questi attentati (che comprendeva anche l’incidente ferroviario, rivedere storia Cina) fu quello del 26 febbraio 1936, chiamato da Gatti "fascismo dal basso", i cospiratori uccisero il ministro delle finanze Takahashi Korekiyo e molte altre figure importanti. Per questo attentato per la prima volta ci fu una vera e propria repressione, fra il 1936 e 1937 finisce la fase storica chiamata "fascismo dal basso" e inizia quello di "fascismo dall'alto". Per la prima volta dall'inizio degli anni 30 i responsabili vengono puniti, e non arrestati simbolicamente, 13 ufficiali condannati a morte, fra cui Kita Ikki. L’imperatore decide da questo momento di reprimere e stroncare con la massima decisione qualsiasi tentativo fosse organizzato autonomamente dal basso, perché vuole segnalare a tutti, soprattutto al ceto medio, che devono semplicemente obbedire. Questo atteggiamento dello "stato" venne definito da Maruyama Masao "fascismo dall'alto", cioè una forma istituzionale di fascismo. Nel 1940 si verifica l'autoscioglimento di tutti i partiti e le organizzazioni sindacali (seyukai minseito), ciò suggerisce che da questo momento, le dimensioni della guerra erano prevalenti su qualsiasi altra istanza che l'unica risposta possibile era l'autoscioglimento per lasciar posto all'unica grande identità chiamata Associazione di sostegno della direzione imperiale, questa non era una associazione politica ma una associazione omnicomprensiva che controlla e gestisce la nazione, mentre i loro membri sarebbero stati accettati dal presidenza di questa associazione, cioè il principe Konoe, membro della casa imperiale. FASCISMO GIAPPONESE Questa espressione è stata introdotta da Maruyama Masao, uno storico dell’università di Tokyo, nel 1947, distinguendo fra una forma di fascismo dal basso (1936-37) e una forma di fascismo dall’alto. Maruyama individua alcuni tratti comuni con il nazi-fascismo nel:  opposizione al liberalismo e al parlamentarismo;  lotta contro il marxismo;  l’insistenza sull’espansione esterna;  la tendenza a glorificare il rafforzamento militare e la guerra;  forte enfasi sull’essenza nazionale e sui miti razziali;  rifiuto della lotta di classe. Invece individua tre peculiarità principali:  il familismo, nel senso che il sistema familiare viene esaltato come principio fondamentale dello stato, in cui c’è un ramo portante che è la famiglia imperiale, e poi tutti gli altri nuclei famigliari in Giappone immaginati imparentati con la famiglia imperiale. Ma anche il familismo imprenditoriale nella dimensione zaibatsu, strutture piramidali che erano strettamente basate su basi familiari.  il ruralismo, una ideologia che guarda con rispetto e interesse alla dimensione ideale della comunità agricola, il villaggio giapponese, certamente nei fatti in contrasto con la pressione fiscale sulla classe contadina anche dal periodo Meiji. Piuttosto questo ruralismo è da vedere come contrapposto all’atteggiamento negativo nei confronti degli operai, visti come malfidati, politicamente pericolosi, con dei salari molto inferiori dati agli operai dal governo nazista in Germania.  il panasiatismo, ideale di emancipazione dei paesi asiatici dal colonialismo europeo ma poi si trasforma in un progetto di sostituzione all’imperialismo europeo in una specie di ruolo shogunale, dominazione e controllo. Le assenze:  presa di potere attraverso un evento traumatico, come la marcia su Roma, fondamentalmente secondo Maruyama perché era in atto un processo di trasformazione già dal periodo Meiji che occupava già lo stato e non ha avuto bisogno di frantumare proletari organizzati e sindacati;  il partito unico, valgono considerazioni analoghe, la debolezza dei partiti rispetto al blocco di potere dominante permise di mantenere ampi poteri politici già a chi li deteneva;  il dittatore, chiaramente in Giappone l’imperatore ha un’aurea quasi sacra, quindi non era immaginabile nessun altro leader. SECONDA GUERRA MONDIALE L'8 dicembre 1941 il Giappone attacca Pearl Harbor, attacco che segnerà l'ingresso in guerra degli Stati Uniti. Attacco a Hong Kong e alla concessione internazionale di Shangai, occupata poco prima di Nanchino. Dopo il 1941 la popolazione giapponese entra in mobilitazione per la guerra, quindi uomini al fronte e donne e giovani a sostituirli nelle fabbriche per la produzione bellica mentre venne attuato un fortissimo razionamento di generi alimentari per la popolazione. Poi ci fu la conferenza di Postdam, con Atlee, Truman e Salin, durante la quale Truman comunicherà a Stalin il successo degli esperimenti nucleari. Nella primavera del 1945 ci fu già un bombardamento americano su Tokyo, poi il 6 e 9 agosto del 1945 verranno sganciate le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Nel frattempo l'8 agosto l'Unione sovietica come promesso a Yalta entra in guerra contro il Giappone, unita dell'armata rossa arrivano in Manciuria ed in Corea e verrà loro chiesto dagli Stati uniti di fermarsi al 38esimo parallelo riservando agli USA l'occupazione della Corea del Sud. Occupazione americana Il Giappone però non si era arreso subito ma solo il 15 agosto, dopo alcuni contatti con gli Stati Uniti circa il futuro dell'imperatore. Il comandante americano dello SCAP (Supreme Command for the Alliant Powers), Douglas McArthur, il quale prese, non unicamente, ma principalmente le decisioni riguardo al futuro del Giappone dopo la guerra. Una decisione in particolare fu quella di mettere al riparo la figura dell'imperatore Hiroito e della famiglia imperiale da qualsiasi tipo di accusa, cosa che certamente non favorirà la presa di coscienza critica da parte della popolazione giapponese. Lo SCAP detterà le decisioni più importanti dei primi governi provvisori in Giappone dopo la guerra intervenendo con proclami e ordinanze però in maniera abbastanza indiretta. Le prime decisioni sono state quelle di abolire alcuni ministeri (quello della guerra), di scrivere una nuova costituzione e l'avvio di un piano per lo scioglimento degli zaibatsu, nelle scuole la ripresa delle lezioni solo con l'introduzione di libri di testo nuovi, di etica, corsi per i professori, allontanamento delle figure più compromesse e concessione delle libertà civili, rilascio dei prigionieri politici. Ci sarà un proliferare di iscrizioni politiche e sindacali, che ripropone il tema della difficoltà di arrivare ad una sintesi politica comune, ci fu una miriade di partiti, organizzazioni sindacali diverse, la maggior parte di sinistra. Nel maggio del 1946 viene istituito il tribunale di Tokyo o tribunale militare internazionale per l'estremo oriente, presieduto da un giudice americano, in cui non verranno considerati però i crimini più gravi, la questione delle donne di conforto, il massacro di Nanchino, l'unità batteriologica 731. Nel 1946 la costituzione che entrerà in vigore l'anno successivo verrà scritta in inglese direttamente dagli Stati Uniti, sul modello americano. Una commissione, guidata da Konoe, che stava portando avanti una sua proposta di nuova costituzione, ma era una figura talmente compromessa che gli Stati Uniti continuavano a chiedergli di consegnarsi come criminale di guerra di classe A. Il tribunale di Tokyo considerò criminale di classe A i vertici, di classe B e C i responsabili di crimini contro l'umanità e gli esecutori materiali. Konoe alla fine del 1945 si avvelenò col cianuro. Questione dell'articolo 9 della costituzione, secondo il quale il Giappone rinuncia all'utilizzo della guerra, non deve avere un proprio esercito, una propria marina e una propria aviazione. Fra il 46 e il 47 inizia l'inversione di rotta della politica di occupazione americana, limitazioni al diritto di sciopero, per il 1° febbraio del 47 venne organizzato uno sciopero di protesta ma il giorno prima lo SCAP intervenne per bloccarlo. Inoltre divenne chiaro poco a poco che gli zaibatsu cominciarono ad avere dei legami economici con le corporations americane, quindi anche la proposta di smantellamento di zaibatsu viene reinterpretata nella trasformazione in compartecipate, degli intrecci con possesso di azioni fra conglomerati industriali. Purga rossa Agli inizi degli anni 50 comincia una purga rossa, tutti gli impiegati pubblici che avevano un partito di sinistra vennero licenziati, purga che ebbe un picco subito dopo lo scoppio della guerra di corea. Viene messo fuori legge il partito comunista giapponese e il suo giornale. All'epoca Truman propose a De Gasperi di mettere fuori legge il PCI. Il 25 giugno del 1950 si verifica qualcosa lungo il 38esimo parallelo, sconfinamento di uno delle due parti o un incidente, tentativo della corea del nord d riunificare, non si sa. Subito l'ONU decide di inviare in corea una spedizione internazionale a guida statunitense, di McArthur, per ricacciare i nordcoreani al nord. Con lo scoppio della guerra le forze di polizia previste nella costituzione solo per scopo difensivo vennero incoraggiate da McArthur, dal 1954 si chiameranno forza di autodifesa. Nel 1951 si firma il trattato di pace di San Francisco col Giappone, l'URSS non firma perché non consultata nelle trattative, l'india per ragioni mai rese chiare, Taiwan. Contemporaneamente viene firmato un trattato di sicurezza fra USA e Giappone, un'alleanza militare, l'occupazione termina nel 1952, con una eccezione importante, una zona del Giappone che rimane di fatto sovranità statunitense, l'isola di Okinawa, formalmente restituita all'amministrazione giapponese nel 72. DAGLI ANNI ’50 AD OGGI Dal 1955-1993 e dal 1996 a oggi la scena politica giapponese è stata dominata dal partito liberal- democratico, tutt'ora il primo ministro Abe Shinzo è un'esponente di destra del partito liberal-democratico. Dal 1950 quando viene introdotto un tasso di cambio col dollaro favorevole alle esportazioni, la popolazione giapponese fino ai primi anni 60 ha pagato un prezzo molto alto, salari bassissimi. Nell'estate del 1971 il presidente Nixon annuncia che aveva intenzione di recarsi a Pechino, quindi significava che gli USA avrebbero tolto il veto come stato poiché volevano che a rappresentare la Cina in sede ONU fosse Pechino e non Taiwan. Lo shock per il Giappone consisteva nel fatto che la decisione non era né stata discussa né anticipata a Tokyo, primo alleato statunitense in Asia orientale, ma anche il fatto che di lì a poco Nixon annunciò che gli USA avrebbero abbandonato il Gold standard, quindi anche lo yen, legato al dollaro, iniziò a fluttuare sul mercato e ad apprezzarsi, cioè ad acquistare valore, ciò fu problematico per le esportazioni all'estero, che iniziarono ad essere molto più costose e a porre delle restrizioni nelle importazioni di prodotti giapponesi. Agli inizi del 1973, il Giappone con pochissime risorse interne (poche miniere di carbone, giacimenti di petrolio), i paesi arabi interruppero la fornitura di petrolio a quei paesi che avevano sostenuto l'intervento di Israele nel Kippur, fra i quali il Giappone, ciò fu una circostanza difficile soprattutto perché gli USA si erano rifiutati di sopperire alle importazioni di petrolio che erano venute a mancare con questa decisione. A questo punto venne organizzata una missione diplomatica da parte del Giappone per rettificare la propria posizione in merito alla guerra e ciò sbloccò la situazione.
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