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L'Eta' Giolittiana: Economia, Politica e Riforme durante il Regno di Giovanni Giolitti, Dispense di Storia

L'eta' giolittiana rappresenta una fase complessa della storia italiana, caratterizzata da un buon slancio economico e attività di riforme interne. Giovanni giolitti, presidente del consiglio quasi ininterrottamente dal 1903 al 1914, è il protagonista di questo periodo. I sviluppi economici, la vita politica e i particolari del riformismo giolittiano. La politica giolittiana ha l'obiettivo di inserire le masse controllate nella vita del paese, con un maggiore equilibrio nel ruolo dello stato. I principali interlocutori politici di giolitti comprendono la borghesia imprenditoriale settentrionale, il partito socialista e le organizzazioni operaie, i cattolici, la borghesia meridionale e in definitiva, giolitti non è interessato a un rinnovamento del sistema politico italiano.

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 08/01/2018

Rella11
Rella11 🇮🇹

4.8

(4)

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Scarica L'Eta' Giolittiana: Economia, Politica e Riforme durante il Regno di Giovanni Giolitti e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! L’ETA’ GIOLITTIANA - 1 ETA’ GIOLITTIANA: Fase estremamente complessa della storia italiana, caratterizzata da buon slancio economico (decollo industriale) e attività di riforme interne. Protagonista è Giovanni Giolitti, presidente del consiglio quasi ininterrottamente fra il 1903 ed il 1914. – Sviluppi economici (vedi Schema10); – Vita politica: caratteri del sistema di potere giolittiano; – Aspetti peculiari del riformismo giolittiano. POLITICA GIOLITTIANA Obiettivo è inserimento «controllato» delle masse nella vita del paese, con maggiore equilibrio nel ruolo dello Stato, non semplice strumento di dominio delle classi dirigenti. INTERLOCUTORI POLITICI DI GIOLITTI: • Borghesia imprenditoriale settentrionale, componente più dinamica del paese e protagonista del «decollo industriale». Fase positiva del ciclo economico permette di assecondare, in parte, richieste operaie. • Partito socialista e organizzazioni operaie: Giolitti è relativamente tollerante nei confronti delle rivendicazioni dei lavoratori, soprattutto del settore privato. Non si arriva mai a collaborazione organica con il partito socialista, che però, soprattutto con ala riformista, appoggia indirettamente politica di riforme giolittiana. • Cattolici: rapporto strumentale, legato a comune ostilità di liberali e cattolici nei confronti del socialismo. Non expedit viene sospeso in molti collegi e ciò permette attuazione di alleanze clerico-moderate, culminate con il «Patto Gentiloni» del 1913. • Borghesia meridionale: nel complesso più arretrata, legata alla terra e alle professioni, meno favorevole al cambiamento. L’appoggio di questa componente è però essenziale per la stabilità del potere giolittiano. • In definitiva: Giolitti è poco interessato a rinnovamento del sistema politico italiano. – Non pensa a «partito della borghesia» (Sonnino) di tipo moderno; – Continua nelle pratiche trasformiste (maggioranze variabili); – Uso spregiudicato degli apparati dello Stato (prefetti) per condizionare l’esito delle elezioni. Non disdegna di ricorrere a pratiche clientelari e corruzione (Salvemini, Il ministro della malavita). • Anche riforma elettorale non ha conseguenze immediate: 1912 introduzione del suffragio universale maschile, ma conseguenze evidenti solo nel dopoguerra.
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