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"Storia dell'idea di Europa", Federico Chabod - riflessioni, Guide, Progetti e Ricerche di Storia

Alcune facciate contenenti riflessioni scaturite dalla lettura del libro dello storico e politico Val d'ostano Federico Chabod "Storia dell'idea di Europa". Quando ha cominciato a delinearsi l'identità di un popolo definito come europeo?

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

In vendita dal 24/08/2021

Francescoc933
Francescoc933 🇮🇹

3 documenti

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Scarica "Storia dell'idea di Europa", Federico Chabod - riflessioni e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! Riflessioni su “Storia dell'idea di Europa” Federico Chabod nasce ad Aosta il 23 febbraio 1901. Storico e politico italiano (presidente della Regione Valle d' Aosta), nonché professore, egli vivrà personalmente entrambi i due conflitti mondiali che plasmeranno il suo pensiero sociale, portandolo più volte a riflettere sul significato della parola “Europa” . Come lui stesso preciserà, tale tema lo costrinse ad uno studio approfondito delle diverse fasi storiche, in particolare l'epoca del ‘400€ ‘500 (la sua tesi di laura era infatti incentrata sulla figura di Machiavelli con un’ introduzione dettagliata al “Principe” , opera più famosa dello scrittore rinascimentale), a cavallo tra scoperte geografiche e sogni universalistici (Carlo V) Tra le sue opere maggiori si ricordano “Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896” e “Storia dell’ idea di Europa” che gli valsero la dedica di un rifugio nella parete a nord ovest del Gran Paradiso (nel 1966). Muore a Roma 1960. Il libro analizzato, “Storia dell’ idea di Europa" , vuole essere un riepilogo dei lunghi studi intrapresi dallo storico nel corso degli anni su tale tematica, sul modello delle opere di inizio ‘900 prodotte da illustri scrittori tedeschi (i primi, secondo Chabod, a ricercare in maniera metodica |" origine della parola “Europa” e le sue interpretazioni). Il quesito a cui cerca di rispondere il libro, su cui l'intera opera poggia è infatti il seguente: quando gli uomini abitanti in terra europea cominciarono a pensare a sé stessi come a un qualcosa di essenzialmente diverso dagli uomini abitanti al di là del Mediterraneo? Si deduce così che lo scopo del libro sia ben diverso da quello di indagare l'origine della parola “Europa” e di studiarne il significato in senso fisico. L' autore si prefigge come traguardo infatti quello di analizzare il termine “Europa” in un contesto più ampio e profondo che spazi dall’ ambito politico-militare fino a quello social-morale. Insomma, dalla ricerca dei “fatti” alla ricerca della loro “coscienza” , cioè uno studio che non lega più una data ad un avvenimento, ma ad essa associa la consapevolezza dell’ accaduto. La parte di libro che ho scelto di analizzare è quella incentrata sul mondo antico (in particolare la civiltà greca e quella romana) che comprende una sottile riflessione grazie alla quale lo scrittore ci introduce per la prima volta al concetto di coscienza europea; nonostante questo risulti, almeno inizialmente, appena abbozzato. Se è vero infatti che di coscienza europea propriamente detta si può parlare solo in epoca moderna, credo sia altrettanto importante indagare le fondamenta della civiltà, così da poter comprendere a pieno il processo tramite cui si è arrivati alla formulazione del pensiero finale. L'indagine, dallo stile fluido e facilmente comprensibile, solo saltuariamente mediata dall utilizzo sapiente di autoritas portate come prove a sostegno della tesi, procede per contrapposizione: il concetto di Europa deve formarsi guardando a quello che Europa non è. E tale confronto è opera primordialmente del pensiero greco: durante le guerre persiane, una mentalità, definita come europea, viene a contatto con una diametralmente opposta (quella Asiatica). Questa “Europa” di cui i Greci si sentono perno centrale presenta tuttavia delle forti incongruenze: la precisazione geografica e quella sociale-morale-politica non combaciano ancora: i geografi del tempo parlano già di un Europa ben più grande di quella considerata dai Greci che si riferivano con tale termine solo a quel pezzo di terra dove risiedevano essi, le loro colonie e quei popoli fortemente intrisi di cultura ellenistica. D' altra parte, il generale persiano Serse |, quando descrive il suo piano di conquista, parla de “l'. Europa intera” riferendosi soltanto alla Tracia e alla Macedonia. Ancora, Aristotele stesso, nella sua “Politica” , si spinge oltre considerando la Grecia un ente separato all’ Europa. Il popolo ellenico, intermediario quale è tra Asia ed Europa, possiede solamente le caratteristiche positive di entrambe le etnie, risultando così essere il popolo perfetto. (puoi trascrivere il discorso di Aristotele) È certo però che già in quest'epoca cominci ad essere tracciata, seppur in maniera non ancora univoca, una linea di demarcazione tra ciò che è considerato come Europa e ciò che non lo è, vale a dire l'Asia.
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