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Storia dell'opinione pubblica, Appunti di Storia

Appunti dettagliati e approfonditi sul rinascimento. Differenze tra rinascimento e medioevo. Nuovo modo di approcciarsi al mondo

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/04/2023

Giulia.filae
Giulia.filae 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia dell'opinione pubblica e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IL RINASCIMENTO Convenzionalmente il Medioevo lo si fa finire nel 1492, con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo che, certo, segna una novità molto importante ma in realtà da ormai parecchio tempo gli storici ci fanno notare che in realtà il 400 già di per sé è un secolo di novità importanti e un secolo di cambiamenti. Forse il Medioevo finisce poco dopo la peste nera del 1347. Perché? Perché effettivamente già nel 400, con l’umanesimo prima, con il rinascimento poi, le novità dal punto di vista delle idee sono parecchie, sono rilevanti e anticipano per certi versi la novità della scoperta dell'America. Soprattutto la novità della riforma luterana. Certo, si usa il 492 per parlare di Colombo ma, pochi anni dopo, arriva sulla scena anche Martin Lutero, che segna una frattura enorme sulla scena politica, religiosa, sociale ed economica dell’Europa. Con l'avvento del protestantesimo, e tutte le guerre di religione che seguiranno, si frantuma quell'unità che nel Medioevo era stata faticosamente raggiunta e aprono il mondo a qualcosa di nuovo, un mondo più frastagliato, diviso. Già il Rinascimento in sé porta in seno nota qualcosa di profondamente diverso: un atteggiamento nuovo dal punto di vista del pensiero dei filosofi. La cosa che forse più di tutto balza agli occhi è il modo in cui l'uomo si pone davanti al mondo, che è molto diverso da quello dell'uomo medievale, che forse in parte richiama l'atteggiamento dell'uomo antico. Viene riscoperto in un certo senso, quel modo di fare, di essere, di pensare che aveva segnato il mondo greco/latino e che un po’ durante la fase medievale era andato perduto. Questo è importante perché si parla di Rinascimento, non a caso Rinascimento, dopo quella che viene considerata all'epoca un'età di decadenza, l'età medievale viene vista come qualcosa di negativo che bisogna superare. Va superata in favore di un ritorno all'antico, si rinasce, nel senso che si nasce nuovamente recuperando quello che era stata la base forte della tradizione occidentale. L'umanesimo aveva già iniziato a far questo l'umanesimo già dal 300 aveva iniziato a riscoprire i classici. Si comincia a recuperare gli antichi testi, anche testi filosofici che venivano ora guardati con uno sguardo più filologico, con una maggiore attenzione alle fonti, alla lettura dei testi originali e non, magari, alla loro manomissione che era stata operata lungo i secoli dal punto di vista filosofico. Abbiamo parlato molto di Aristotele e Platone in epoca medievale, ma il Platone e l’ Aristotele del medioevo, non erano fedeli al pensiero originale. Platone veniva spesso filtrato attraverso il neoplatonismo, attraverso la lettura agostiniana. Per Aristotele accadeva la stessa cosa: veniva filtrata attraverso la lettura dei filosofi arabi, attraverso la lettura di San Tommaso, eccetera. Molto spesso non si andava a leggere l'originale del grande filosofo greco, anche perché il greco era una lingua ormai quasi completamente dimenticata. Ci si affidava invece a citazioni, spiegazioni, testi intermedi che però potevano in parte falsare il messaggio originario del filosofo. Molto spesso questi test intermedi erano testi di natura religiosa. Gli intellettuali, prima dell'umanesimo e poi del Rinascimento, pretendono di ritornare ai testi antichi per come erano stati scritti, per quello che effettivamente dicevano, senza alcuna mediazione, senza alcuna spiegazione, senza manomissioni che attraverso i vari cicli di copiatura Amanuense. Questo porta un atteggiamento nuovo anche nei confronti della Chiesa, se prima la Chiesa era l'unica depositaria del sapere (Perfino i testi dei filosofi andavano interpretati e commentati da uomini di chiesa) alcuni intellettuali adesso capiscono che non è più necessario questa mediazione. Lo vedremo con Lutero qualche anno dopo: quando sosterrà che anche davanti la Bibbia non serve alcuna mediazione della Chiesa. Il ruolo della Chiesa, come autorità deputata all'interpretazione dei testi, inizia a essere messa in discussione. Sarà un percorso molto lungo, con molte resistenze, ma inizia ad essere per la prima volta in discussione. La cultura Inizia finalmente ad uscire dai monasteri e inizia ad uscire dalla chiesa. Fino a quel momento i centri culturali per eccellenza erano stati i monasteri e le abbazie. Adesso si inizia a spostare. Il centro di cultura dai monasteri all'università, alle accademie. Istituzioni che tendono ad essere laiche. Tutto questo ha delle conseguenze: il nuovo atteggiamento verso i testi porta un nuovo atteggiamento verso l'uomo. Inevitabilmente se l'uomo può da solo accostarsi alla saggezza antica, può leggerla senza più alcuna autorità che si metta in mezzo, Allora l'uomo può diventare maturo. Può affidarsi alla propria intelligenza, alle proprie capacità per conoscere e anche dominare il mondo. Questa la convinzione che, gradualmente, si diffonde tra i pensatori del tempo e viene mirabilmente espressa verso la fine del 400. In particolare, nel 1486 un filosofo italiano che vale la pena di citare, Giovanni Pico della Mirandola, in uno dei suoi testi sostiene che di fatto “l'uomo è artefice del proprio destino” / “Homo Faber fortunae suae”. Cosa significa? L'uomo è stato posto da Dio in una posizione particolare del creato. Per tanti esseri, Dio ha dato una posizione stabile. L'uomo può scegliere dove stare. Questa è la sua peculiarità e particolarità, può vivere ad a diversi livelli. Può Elevarsi anche a livello degli angeli a livello di Dio, come se fosse una sostanza eterea. Ecco, l'uomo è artefice di quello che vuole essere. Mentre tutte le altre creature non possono scegliere l'uomo si, questo mette in capo all'uomo una grande responsabilità, ma anche una grande potenzialità, perché l'uomo può elevarsi con lo studio, con la filosofia, col sapere, anche a livelli più alti del creato. Si può avvicinarsi veramente a Dio? Grande fiducia nell'uomo, dopo che nel Medioevo questa fiducia era stata generalmente piuttosto bassa. Nel Medioevo l'uomo si doveva spesso affidare a Dio, che era superiore all'uomo, che poteva capire meglio dell'uomo e poteva guidarlo meglio. Inizia a diffondersi l'idea che l'uomo possa. Essere davvero il fabbro della sua fortuna e del suo destino. Questo porta una visione che normalmente viene detta antropocentrica. L'uomo è il punto focale, il centro di gravità di tutto il mondo, in un certo senso è lui che sa già le cose e lui che studia il mondo, è lui che si relaziona con la natura. È lui che misura la realtà. Questa è una visione tipicamente moderna, rinascimentale, troveremo tantissimi filosofi che verranno influenzati da questo nuovo modo di vedere le cose. Prima del Medioevo a misurare lo spazio, il tempo, la natura, il creato era sempre Dio. Era l'uomo che doveva, in un certo senso adattarsi a Dio. Che era il metro di misura di ogni cosa adesso. A inizia ad essere vero il contrario è l'uomo il metodo di misura ed è quasi Dio che si deve adattare all'uomo. L'uomo sta al centro, Dio sta in periferia. I rapporti si invertono e si invertono in maniera drastica. Questo porta misurare la natura in modo diverso, cambiano i rapporti anche con spazio e tempo. L'uomo inizia a misurare la natura e inizia a cercare, ad avere uno sguardo oggettivo e scientifico nei confronti della natura. I mercanti per muoversi devono fare delle mappe, devono fare mappe precise, devono misurare gli spazi, devono misurare i tempi perché il tempo è denaro, come si suol dire. Misurare gli spazi in maniera precisa e scientifica, oggettiva, aiuto a calcolare poi i tempi di percorrenza. Aiuta a calcolare le spese per i viaggi, aiuta a fare affari di fatto. Questa è una mentalità nuova che pone in capo all'uomo responsabilità nuove, ma che possibilità nuove? Derivanti anche dallo sviluppo di una mentalità che di fatto una mentalità borghese, la vecchia mentalità medievale lascia spazio alla cittadina rinascimentale, ai mercanti, comuni d'affari, agli scienziati che provengono spesso dalla stessa classe sociale, la borghesia che inizia a mettere le mani avanti. Mondo sotto diversi punti di vista. Il Monaco, il frate domenicano, lasciano spazio al mercante come figura di riferimento di quest'epoca. Il ruolo delle varie scienze. Nel Medioevo abbiamo visto che i filosofi, ad esempio Santo San Tommaso, si occupano di diverse discipline, si occupano certo di teologia, ma anche di metafisica, di fisica, di economia, di politica. Di tutto, però il baricentro sta sempre nella teologia. Anche per Tommaso la filosofia era ancella della teologia. Il punto di riferimento era sempre quello teologico. E tutte le discipline dipendevano e si relazionavano con la teologia. Adesso qualcosa cambia. Questa nuova fase di autonomia dell'uomo di indipendenza dell'uomo, di indagini oggettiva della natura, porta anche un tentativo delle varie discipline di smarcarsi, di rendersi autonome. Rispetto alla fede rispetto alla religione rispetto alla geologia. Lo vedremo in tanti ambiti, lo vedremo in politica. Dov'è Machiavelli? Rivendica l'autonomia della politica dalla morale, dalla religione. Il principe non deve rendere conto, la chiesa non deve rendere conto la morale ecclesiastica e deve badare al bene dello Stato e basta. Il che vuol dire che la politica è una disciplina autonoma che
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