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Storia della lingua italia, Come nasce Italiano, Dispense di Storia

Storia della lingua italia, Come nasce Italiano, Un breve riassunto e semplificato.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 19/11/2020

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aman-preet-3 🇮🇹

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Scarica Storia della lingua italia, Come nasce Italiano e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! COMPRENSIONE DEL TESTO – ESERCIZIO 1 Leggi attentamente il testo che segue e poi rispondi alle domande. Come nasce l’italiano Ogni lingua letteraria è sempre alle origini un dialetto, uno dei tanti parlati in un dato paese, il quale per ragioni varie, che mutano a seconda dei casi, assume la funzione di lingua comune, nazionale, di lingua della cultura di quel determinato paese. Così il francese è il dialetto di Parigi, il quale, per la posizione centrale e preminente assunta da Parigi nella vita culturale e politica della Francia, ha finito per prevalere su tutti gli altri dialetti francesi. Le ragioni del prevalere del castigliano su tutti gli altri dialetti spagnoli sono di ordine analogo. Al contrario, in Italia, il toscano ha assunto la funzione di lingua letteraria principalmente per ragioni di ordine letterario: perché, infatti, in esso furono scritte assai presto delle opere di grande valore, come quelle di Dante, Petrarca e Boccaccio, che furono imitate largamente e finirono per imporre anche l’imitazione della lingua in cui erano scritte. Concorsero, tuttavia, anche ragioni di altro genere, come la posizione geografica centrale di Firenze, che favoriva l’accettazione del suo modello di lingua letteraria sia da parte di settentrionali che di meridionali, e la struttura stessa del dialetto fiorentino, il quale è il meno lontano dal latino e consente pertanto di assimilare più facilmente parole e costrutti latineggianti, dei quali, come sappiamo, fece uso frequente la lingua letteraria. D’altra parte il toscano, o meglio il fiorentino, in cui furono scritte le opere dei tre grandi toscani del Trecento, era già il risultato di un processo di elaborazione e di raffinamento compiuto da scrittori non solo toscani (si pensi alle scuole poetiche siciliana e dello stil novo), sotto l’influsso anche del latino e del francese, e quindi aveva già perduto molte delle caratteristiche strettamente locali e poteva più facilmente essere compreso e adottato anche da scrittori non toscani. In realtà fino al Cinquecento non si può dire che il toscano sia generalmente riconosciuto e adottato come lingua letteraria. Intanto nel Quattrocento esso incontra l’opposizione umanistica, dal momento che gli umanisti sostengono che la lingua volgare è indegna di venir adoperata nelle opere d’arte che dovranno ancora essere scritte in latino. Questa opposizione fa segnare
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