Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia della moda XVIII - XXI secolo pt.1, Appunti di Costume E Moda

Sintesi del libro storia della moda, da "Il lusso, la moda e la borghesia", a "L'apparire rivoluzionario"

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 31/05/2023

Lalla-study
Lalla-study 🇮🇹

4.8

(10)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia della moda XVIII - XXI secolo pt.1 e più Appunti in PDF di Costume E Moda solo su Docsity! Storia della Moda: xviii-xxi secolo Il lusso, la moda e la borghesia Il lusso è una delle chiavi interpretative più rilevanti per comprendere la moda occidentale. È necessario precisare che quando si parla di moda si intende qualcosa di diverso rispetto all'abbigliamento. Se quindi l'abbigliamento riguarda tutta la società nel suo complesso, la moda è stata, a partire dal medioevo, prerogativa di un piccolo gruppo che ha usato le trasformazioni dell'abito per manifestare la preminenza del proprio ruolo gerarchico all'interno di una determinata comunità. Questo modello di collegamento è stato messo in crisi nell’Europa occidentale fra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, quando alla fissità tradizionale è stata sostituita la regola della trasformazione e della modernità. Da quel momento l'abito ha cominciato a rappresentare la posizione o il ruolo sociale della persona secondo regole non rigide, ma soggette all'inventiva, al gusto, alle risorse di singoli individui o di gruppi ai quali, per periodi più o meno lunghi, è stata riconosciuta una preminenza estetica e culturale in questo campo. È del tutto evidente che l'introduzione del principio del cambiamento della moda è stato uno degli effetti di un più ampio processo storico, che ha visto la trasformazione strutturale dell’Europa e il suo passaggio dal mondo antico ha una concezione moderna dello Stato, del potere e dell'evoluzione sociale punto anche nelle nuova condizione, comunque, il possesso e la gestione della ricchezza hanno continuato a essere il vero fondamento del potere reale, ma le due cose, ricchezza e potere, hanno cominciato ad avere caratteristiche, modalità di formazione e delimitazioni diverse e a poter cambiare di mano nel corso del tempo, con conseguenti trasformazioni di carattere sociale e culturale. “Far vedere ed essere visti”, per tutti i secoli dell’Anciem Regime, questa regola rimase di fatto indiscussa. La struttura gerarchica della società europea, infatti, si conservò per secoli, mantenendo il più possibile fissa non solo la rigorosa attribuzione dei compiti istituzionali, ma anche la suddivisione sociale della responsabilità in campo economico stabilità nel medioevo: alcuni avevano l'incarico di produrre, altri avevano quello di consumare. E il consumo doveva essere commisurato al potere e alla visibilità. Signori e re, magistrati e prelati furono considerati tanto più magnifici, quanto più erano grandi la loro munificenza e il fasto di cui si circondavano. Abiti borghesi vera e propria aristocrazia di operai investitori e di centri di produzione la cui ricchezza ha seguito le vicende del commercio di stoffe. D’altra parte, il tessuto era così costoso da costituire spesso il segno più lussuoso di un abito: dai suoi filati, dai suoi colori, dalla sua tecnica di tessitura si misurava in molti casi l'importanza gerarchica del proprietario. Come avvenne molte altre professioni, nel corso del XVIII secolo le corporazioni della moda allentarono le loro restrizioni di fronte a una serie di mutamenti che richiedevano un’elasticità organizzativa diversa da quella precedente. La suddivisione fra chi vendeva tessuti chi tagliava e cuciva chi forniva complementi di moda, chi commerciava indumenti confezionati e/o usati divento inattuale e cominciarono a essere possibili le commissioni. La conseguenza fu offrire al compratore la possibilità di non essere l'unico responsabile dell'assemblaggio dei vari momenti indispensabili alla realizzazione di un'idea di moda, ma di essere aiutato da un professionista virgola che gli metteva a disposizione più di un servizio. Fu questo il momento delle Marchandes de modes una nuova figura professionale che cuciva e ricamava gli abiti. Le corporazioni Il sistema delle arti e dei mestieri e le corporazioni mercantili francesi avevano cominciato a subire trasformazioni già alla fine del 600. I sarti (tailleurs) avevano prima aggregato una serie di lavorazioni inerenti alla confezione e poi nel 1675 avevano visto riconoscere l'esistenza giuridica della corporazione delle couturiers, cui era stato riconosciuto il diritto di vestire donne e bambini. fu un'innovazione degli sviluppi facilmente immaginabili se si tiene conto del fatto che dalla fine del XVIII secolo la moda interessò virgola di fatto, solo l'abbigliamento femminile. Ancora prima nel 1595, era nata la corporazione delle lingeres con il diritto di fabbricare e vendere “ogni tipo di tela di lino e di canapa canovacci grossi e fini tralicci bianchi e gialli, lenzuola vecchie e nuove, filo bianco e giallo, il tutto sia all'ingrosso che al dettaglio, e in generale tutti gli articoli che vengono confezionati con tali materiali, cioè camicie, baverine, calze, babbucce e simili” . Era una corporazione femminile che si collocava a mezzo tra la realizzazione e la vendita così da poter intervenire sia sulle modalità e il gusto di quanto veniva prodotto direttamente, sia sulla scelta delle merci da acquistare e mettere in commercio, sia sulle richieste delle clienti cui offrire entrambe le possibilità. Tutto questo era destinato ad avere un grande sviluppo in un secolo in cui il consumo di biancheria ebbe un enorme aumento, anche in ragione delle nuove norme igieniche che l'illuminismo cominciò a diffondere. Ma i veri padroni della moda parigina erano stati fino a quel momento i merciers. Nei loro magazzini si commerciavano tutti gli oggetti e i manufatti di lusso legati alle più diverse mode e quindi anche a quelle vestimentarie. Svolgevano quindi una funzione fondamentale ai fini della diffusione delle mode: quella di intermediari fra la Corte, cui fornivano le novità desiderate e il resto della società, cui offrivano, al momento opportuno, quando era stato precedentemente scelto dai cortigiani. Soprattutto però, la loro intermediazione avevo un ruolo fondamentale all'interno del sistema della moda sia nei confronti dei fabbricanti cui trasmettevano i gusti del pubblico affinché fosse possibile indirizzare la produzione, sia dal mercato dell'importazione virgola che guidavano con i loro acquisti. Da questa potentissima corporazione prese forma, alla fine del 600, una specializzazione che divenne appannaggio delle donne: quella delle marchandes de modes. La loro attività comprendeva la vendita di tutto ciò che riguardava le acconciature e gli ornamenti degli uomini e delle donne e chi si chiamavano gale e guarnizioni. Spesso si occupavano anche di disporle sugli abiti e inventavano anche il modo di farlo punto fanno anche copricapi e li montano come le acconciatrici. Il loro nome deriva dall'oggetto del loro commercio perché vendono solo articoli di moda. La funzione delle marchandes de modes era soprattutto quella di creare le garnitures per un sistema vestimentario fatto di pochissime fogge. Alla metà del secolo, il modello più diffuso in Francia era la cosiddetta Robe a la Francaise, che si indossava con il panier, ed era composta da una sopravveste, da una sottana, e una pettorina. La sopravveste, aperta davanti e allacciata in vita, aveva dietro due gruppi di pieghe montate all’altezza delle spalle e del collo, che ricadevano per tutta la lunghezza dell’abito. L’apertura del davanti mostrava la sottana, spesso realizzata nello stesso tessuto, e la pettorina, un accessorio di forma triangolare che copriva il busto ed era solitamente ricco di decorazioni. La moda inglese si diffuse in Francia verso gli anni Settanta, attraverso un modello detto Robe a l’anglaise, che prevedeva un corpetto attillato e una gonna, montata a piccole pieghe in modo da essere più abbondante sui fianchi e sul dietro, aperta sul davanti per lasciar vedere la sottana. Lo scopo era dare ampiezza all’indumento senza ricorrere al panier, che fu sostituito con imbottiture e rigonfiamenti a tournure. Per ottenere un risultato ancora più vaporoso, la gonna poteva venire sollevata utilizzando nastri, lacci o bottoni, fino a creare un effetto a festoni rigonfi; questa moda fu definita a la polinaise. L’effetto era facilitato dai tessuti di seta leggera che ormai caratterizzavano l’abbigliamento femminile. L’ultima esclusiva dell’élite dell’ancien regime fu l’abito di corte con lo strascico, il grand habit, irrigidito con corsetti steccati e paniers monumentali, arricchito con sontuose decorazioni, il cui uso però era decisamente circoscritto. Sarte e marchandes du monde, si dividevano il compito di realizzare questi indumenti, intervenendo su parti diverse dello stesso capo. Alla logica della decorazione sfrenata, corrispondeva quasi in modo speculare, quella della semplificazione e della ricerca della comodità virgola che gradualmente prese sopravvento, favorite in particolare dalla struttura aderente della robe a la anglaise. La rielaborazione più diffusa di questa linea fu, dagli anni 70, la redingotte, derivata dal costume da equitazione normalmente indossato dalle signore inglesi virgola che introduceva nell'abbigliamento femminile alcuni elementi maschili, come il doppio petto, il colletto rivoltato, il gilet, i grandi bottoni. Se le inglesi avevano adottato il riding coat in ragione del loro stile di vita Campagnolo e dell'abitudine all'uso del cavallo, le francesi utilizzarono la redingotte come abito da passeggi da città, attratte soprattutto dalla possibilità di movimento che offriva. Da tutt'altra fonte, l'abbigliamento delle classi lavoratrici, proveniva da una moda chi è buona diffusione analoga, se non superiore: il completo composto da un corpetto, il caraco e una gonna. Adottato nella vita quotidiana prima della borghesia e poi anche dalle classi elevate. La differenza fra completi e ispiratore la moda che si diffuse nei ceti alti stava soprattutto nel tessuto: se infatti, tradizionalmente essere realizzato di lana o di un misto di lana e lino, nuova moda lo prevedeva di cotone o seta. Con questi tessuti più leggeri, le strutture sartoriali anatomicamente più studiate, le fogge più adattate al movimento, i modelli vestimentari della seconda metà del secolo rispondevano a necessità e esseri di vita non più legati ai rituali di Corte, ma alla città e ai luoghi in cui vedere ed essere visti. Tutto ciò favorì il sorgere di nuove mode, più o meno passeggere ed esotiche virgola che prendevano spunto da fonti disperazioni diverse: le opere teatrali di successo, gli esotismi più in voga, dalle turcherie alle cineserie virgola e persino gli eventi politici. Con il crescere della richiesta di moda nel corso del secolo, soprattutto a opera del ceto medio, aumento infatti, anche lo spazio per un'informazione adeguata e per un vero mercato di figurini. A questa domanda venne pubblicato “La Galerie des modes”, una serie di fascicoli, ciascuno contenente un certo numero di stampe che uscirono abbastanza regolarmente fra il 1778 e il 1787. Nel complesso furono messe in circolazione più di 400 tavole, realizzate sia colori, sia in bianco e nero, relative ad abiti e acconciature, principalmente femminili. Nel 1779 venne edito un volume che raccoglieva 96 stampe. In questa presentazione gli editori offrirono una serie di informazioni sullo sviluppo del settore: innanzitutto si parlava dei famosi artisti che si erano specializzati in questo genere, dando per scontato che, nonostante le immagini fossero dal vero, la loro traduzione corrispondeva ormai a un genere specifico, che aveva già originato competenze professionali adeguate e riconosciute. In secondo luogo, venne sottolineato che non si trattava di invenzioni dei disegnatori, ma di vere mode, una precisazione che può voler dire molte cose: abiti e accessori visti addosso alle signore alla moda o nella vita quotidiana oppure abiti e accessori inventati da sarti. le immagini erano concepite in modo da dare informazioni sia sugli indumenti, illustrati nel disegno e spiegati in didascalia, sia sulle buone maniere, ossia sulle regole di comportamento adatta a ogni tipo d'abito punto le figure rappresentate agiscono come se fossero state fermate in un attimo dalla loro vita e mostrano le occasioni, i gesti, i modi consoni a ogni situazione. La documentazione offerta dalle illustrazioni, inoltre virgola non si limita agli indumenti della Corte e della nobiltà, ma mostra anche i borghesi e perfino alcuni mestieri in situazioni concrete. Nello stesso periodo venne concepito un altro repertorio di immagini finalizzato a promuovere all'estero il modello di vita, la cultura e il gusto estetico dei francesi. Contemporaneamente a queste grandi imprese cominciò a prendere forma la prima stampa femminile virgola che univa alle informazioni di moda un intento educativo tipicamente illuminista: plasmare una nuova cultura della femminilità. Giornalisti e giornaliste cominciarono a rivolgersi, alle Dame che affinano i loro costumi, alle signore e alle madri di famiglia con pubblicazioni che tendevano a sollecitare la nuova abitudine alla lettura del ceto medio. Notizie, commenti, piccoli esercizi letterari, informazioni sui libri appena pubblicati, riprese dai dibattiti filosofici su temi come il ruolo delle femmine, il lusso oppure il gusto comparivano insieme al discorso sulla moda, incominciava ad articolarsi attraverso le immagini e il testo. La prima vera rivista femminile di moda fu “Cabinet des modes” chi, nonostante i cambiamenti di titolo, continuò a uscire ogni 10 giorni dal 15 novembre 1785 al febbraio 1793, con un successo che le consentì di superare le fasi iniziali della rivoluzione fino al periodo più duro del terrore. La formula si basava su due fattori: uno di tipo tecnico e l'altro culturale ed economico punto la rivista si presentava con un formato maneggevole, una buona qualità tipografica, immagini molto curate e periodicità garantita punto il suo pubblico era la nuova società formata dalla lezione degli illuministi virgola che attribuiva alla moda un significato fondamentale per la trasformazione che stava perseguendo e che, quindi, aveva la necessità di confrontare e di diffondere i termini del nuovo buon gusto. L’apparire rivoluzionario L'ultima vera rappresentazione ufficiale dell'ancien regime è stata il corteo degli Stati generali convocati da Luigi quattordicesimo che ebbe luogo a Versailles il 5 maggio 1789. Il gran maestro delle cerimonie, marchese Brézé, aveva imposto le regole vestimentari cui i deputati dovevano attenersi e che avevano il compito, come era sempre accaduto, di rendere visibili le differenze gerarchiche. Il clero “doveva indossare gli abiti ecclesiastici appropriati al proprio stato all'interno della Chiesa, che potevano estendersi dalla seta scarlatta dei cardinali e la tonaca di stoffa nera degli umili parroci. il secondo stato indossava abiti, idonei al proprio rango aristocratico, che comprendevano una marsina e sotto marsina di seta nera o di panno decorati con galloni d'oro, è un mantello coordinato, canzoni di seta nera, calze bianche, una cravatta di pizzo, una spada e un cappello con piume. Il terzo stato, che costituiva la metà dei deputati, aveva l'ordine di indossare un abito di panno nero, calze nere, un mantello corto di seta nera come quello degli avvocati; essi dovevano portare una cravatta di mussola in tinta unita e un cappello a tricorno nero e, Ehi dato che non erano riconosciuti come gentiluomini, non avevano il diritto alla spada”. La discriminazione vestimentaria venne messi in discussione immediatamente, è uno dei portavoce del terzo stato, chiese di poter indossare i propri abiti, “i migliori per salvaguardare il carattere e la libertà individuali”. Il principio contenuto in questa richiesta era lo stesso che sostanziava un problema politico di estrema rilevanza che vedeva contrapposte le ragioni del re e quelle del terzo stato, che gli causava il principio secondo cui i deputati dovevano deliberare rigidamente separati per stati, sostenendo al contrario che fosse loro diritto intervenire nelle decisioni relative al futuro del paese come individui, ognuno con il proprio portato intellettuale e politico. Era la questione del voto, per la prima volta si discusse, e che provoco la direzione che poi a assunsero gli avvenimenti. L'importanza della Rivoluzione francese nella codificazione del modo di vestire borghese inizio probabilmente da questo atto, cui ne seguirono tanti altri di analogo significato, tutti originati da una lunga elaborazione culturale, ma anche dal nuovo peso che nel corso del secolo aveva assunto la moda. L'affermazione del significato politico dell'abito, contro la tradizione del suo codice gerarchico, diede il via alla trasformazione e all'invenzione di una serie di segni esplicitamente caratterizzati in senso rivoluzionario o contro rivoluzionario. Il grande movimento di piazza che portò alla presa della Bastiglia mise al centro della storia principi, protagonisti e spazi fino ad allora imprevisti. Da quel momento il luogo dell'apparire si spostò violentemente dalla Corte alla città, dai salotti alle strade. L'attore principale della rappresentazione era al popolo di Parigi, che elaboro e impose le proprie regole di comportamento
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved