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La Riforma Educativa in Italia: Vincenzo Cuoco, Gabriele d'Annunzio e le Scuole Nuove - Pr, Esercizi di Storia Della Pedagogia

La riforma educativa in italia durante il risorgimento, con un focus sui contributi di vincenzo cuoco e gabriele d'annunzio. Il primo pone l'accento sul problema nazionale come problema educativo, mentre il secondo introduce l'esame di stato e l'insegnamento della dottrina cristiana nelle scuole elementari. Il documento anche tratta del metodo di insegnamento di gabriele d'annunzio e le scuole nuove, come l'ecole active di ferriere.

Tipologia: Esercizi

2018/2019

Caricato il 04/06/2019

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Scarica La Riforma Educativa in Italia: Vincenzo Cuoco, Gabriele d'Annunzio e le Scuole Nuove - Pr e più Esercizi in PDF di Storia Della Pedagogia solo su Docsity! SCUOLA INFANTILE IN ITALIA : FERRANTE APORTI Un prete che fondò la prima scuola infantile in Italia nel 1828 a Cremona per bambini di famiglie agiate. Fondamento di tutta la prassi educativa sono la religione e l’ educaz. morale. Uso ordinario del canto religioso, mostrare stampe e quadri a colori di soggetti biblici, far iniziare la scuola con la preghiera cristiana in lingua materna. Prendendo in considerazione il forte spirito imitativo dei bambini è necessario mostrare loro dei modelli esemplari. Occorre indirizzare i bambini ad osservare le cose ed a riflettere mediante il metodo intuitivo che Aporti definisce “ dimostrativo”. I contenuti svolti nella scuola aportiana come nelle Infant school, sono l’apprendimento dell’alfabeto, lettura e scrittura, 4 operazioni aritmetiche, frazioni semplici.Aporti non condivide il mutuo insegnamento ed elimina le punizioni corporali e la privazione del cibo, i castighi indicati sono i più comuni : ammonimento, proibizione di prendere parte alla ricreazione. Viene consigliato l’uso dei premi come parole di lode o dono di libri, ma devono essere rari e proporzionati al merito dell’azione. PROGRESSIVA ORGANIZZAZIONE DELLE SCUOLE TECNICO PROFESSIONALI TRA 700 E 800. LE PRIME SCUOLE FRANCESI DI “ ARTI E MESTIERI “ Le prime esperienze francesi sono dovute dall’iniziativa del duca Liancourt che nel 1780 concepisce il progetto di una scuola che offrirebbe l’insegnamento elementare ed un sapere tecnico, in quanto con la rivoluz. francese vennero soppresse le diverse forme di apprendistato. Il modesto programma prevedeva : lettura, scrittura, esercizi militari, preparazione pratica di diversi mestieri come il sarto, il calzolaio, fabbro. Le notizie sulle iniziative francesi non vennero ascoltate con indifferenza in Italia. CAPITOLO 4 EDUCAZIONE, SCUOLA E PEDAGOGIA NEL RISORGIMENTO ITALIANO. Il risorgimento è considerato un periodo di grande rilievo nella storia moderna e contemporanea dell’europa, si tratta infatti di un evento complesso in cui si intrecciano problemi sociali, economici, politici, culturali, religiosi, educativi, militari, demografici che tra la fine del 700 e inizio 800 portano l’Italia all’unità ed alla indipendenza nazionale. In questo periodo si acquisisce la consapevolezza che l’educaz. popolare è una condizione necessaria ed indispensabile alla formazione della coscienza politica, nazionale e sociale, inoltre la pedag. del risorgimento è aperta alle suggestioni che provengono dalla pedag. europea dalle teorie di Rousseau, Pestalozzi, herbart, Girard, Froebel. CUOCO Opera: Il rapporto Vincenzo cuoco fu il primo a porre l’accento sul problema nazionale come problema essenzialmente educativo ed il problema educativo come problema essenzialmente di formazione della coscienza nazionale. L’educaz. popolare è il problema fondamentale affrontato da Cuoco, in quanto ritiene che sia fondamentale in ordine all’educaz. della coscienza nazionale e civile degli italiani. Egli prende le distanze da un’educaz. troppo generale che non fa alcuna differenza tra le esigenze richieste per educare i fanciulli di città ed i fanciulli di campagna o che addirittura non si pone il problema dell’educaz. del popolo. Oltre ad essere necessaria l’istruzione presenta dei caratteri fondamentali : Deve essere UNIVERSALE, cioè comprendere arti e scienze, speculazione e pratica; PUBBLICA in quanto è un bisogno di tutti i cittadini, uomini e donne e vantaggiosa per lo Stato; UNIFORME rispetto ai programmi ed i metodi da seguire. La sua opera il Rapporto diviene il primo documento pedagogico rappresentativo del 19 secolo. DON BOSCO ( 1815-1888) Opera: il sistema preventivo nell’educazione giovanile Don bosco aprirà per la classe dei giovani più abbandonati e pericolanti il suo Oratorio festivo ( catechismo, formazione religiosa, giochi, musica) ponendosi alla loro ricerca nei carceri, nelle piazze e nelle contrade. Uomo d’azione, non ha realizzato una trattazione pedagogica organica e completa, ma al centro della sua attività vi è una schietta preoccupazione religiosa, infatti l’obiettivo primario che si pone è l’educaz. cristiana del giovane che mette al centro della sua vita dio e la salvezza eterna. Non vengono trascurati gli aspetti umani e la realtà del giovane come : Vitto, vestito, alloggio, cura del corpo, valori etici, formazione intellettuale, tempo libero, formazione professionale. Attento alle richieste dei ragazzi egli ama parlare di gioia, di allegria e divertimenti, credendo che la felicità non sia in contrasto con la vita cristiana, anzi egli è convinto che soltanto la religione possa dare la vera felicità. Egli rifiuta il sistema repressivo e assume il sistema preventivo, la cui pratica è appoggiata sulle parole di San paolo : “ la carità è benigna e paziente, soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo. Al centro del punto di vista metodologico si pone l’amorevolezza, che non è solo sentimento umano e carità soprannaturale, ma esprime un insieme di atteggiamenti, sentimenti e relazioni caratteristici. Quest’ amorevolezza si esprime anche nei gesti e nei comportamenti benevoli dell’educatore, sempre presente in mezzo ai giovani, disposto ad ogni sacrificio, egli deve essere solidale con il mondo degli interessi, dei problemi e delle attività giovanili, senza rinunciare al suo comportamento di persona adulta e matura, capace di dialogare, di porre obiettivi ragionevoli, di stimolare iniziative valide e di correggere con fermezza ed amorevolezza. Per definire il rapporto tra educatore ed educando utilizza il termine “ familiarità”, in quanto senza di essa non si può propedeutica alla filosofia, perciò egli ritiene inutile la presenza della religione nelle scuole superiori in cui è presente la capacità del ragionamento critico. LOMBARDO RADICE ( 1879-1938) Egli riesce ad entrare nel mondo del fanciullo, cosi da vedere e sentire ciò che è importante per lui. Egli ritiene che il pedagogista abbia il compito di mantenere il contatto con tutte le scuole e di affiancarsi ai maestri che la dirigono. Egli considera la scuola una rivoluzione in cammino e che i maestri debbano conoscere l’alunno ed il suo mondo, questo è il compito della scuola e può avvenire solo se i maestri conoscono l’allievo ed il mondo da cui viene e in cui vive. L’insegnanti devono imparare l’arte dell’attesa, eliminando l’impazienza di vedere i frutti della loro attività. Per quanto riguarda l’educaz. della donna Radice parte dalla pari dignità dell’uomo e della donna per rivendicare ad entrambi un’educaz. umana. CAPITOLO 6 LE SCUOLE NUOVE : UN MOVIMENTO DI RIFORMA PEDAGOGICA. Nell’ultimo scorcio dell’800 e nei primi decenni del 900 si avverte una crescente attenzione all’educaz. e alla scuola con una vera fioritura di proposte ed esperienze. Si è potuto parlare al riguardo di un movimento di riforma pedagogica. LE SCUOLE NUOVE INGLESI Nel 1889 Cecil Reddie fonda la scuola di Abbotsholme, quattro anni più tardi un suo collaboratore. John Badley inizia un’altra esperienza educativa a Bedales. SCUOLA DI ABBOTSHOLME : La presentazione parla di una scuola per i figli della classe dirigente e si pone come obiettivo lo sviluppo armonico di tutte le facoltà dell’allievo. La struttura in campagna risponde all’esigenza di preservare i giovani dalla corruzione. Composta da piccole case dove abitano i gruppi di ragazzi ordinate intorno ad una casa centrale. Vi sono ragazzi dai 11 ai 18 anni raggruppati in 8 classi scolastiche e 3 raggruppamenti di età, piccoli, medi e grandi. L’organizzazione interna è concepita come una monarchia costituzionale con un capo, i maestri ed i capitani. I capitani sono scelti tra gli allievi migliori di età superiore ai 14 anni ed ogni capitano ha la responsabilità di una classe. Al mattino l’orario scolastico prevede le materie abituali nelle altre scuole, al pomeriggio invece si da ampio spazio agli esercizi fisici ed alle attività manuali. A tutti i ragazzi è offerta la possibilità di dedicarsi a occupazioni libere come il canto, la danza, la musica. L’educaz. religiosa è curata negli incontri tenuti nella cappella dell’istituto. Vengono privilegiati il contatto con la natura, le attività pratiche, la discussione. SCUOLA DI BEDALES : Badley non condivide il sistema dei capitani, in quanto ritiene che sia poco adatto a garantire la partecipazione di tutti gli alunni. Propone il parlamento scolastico composto da 13 adulti e 18 allievi, 9 ragazzi e 9 ragazze, in cui vengono discussi i problemi più rilevanti della scuola. Badley ricorda che l’educaz. ha a che fare con l’essere umano nella sua interezza e non può trascurare nessuna delle sue dimensioni, attività e bisogni, in particolare sottolinea l’importanza della dimensione attiva. Viene superata la concezione della scuola centrata sulle materie, il suo oggetto non è l’apprendimento ma la vita. A Bedales è praticata la coeducazioe, è la prima scuola che ha cercato l’educaz. dei due sessi in tutti i gradi. LE SORELLE AGAZZI E L’ASILO DI MOMPIANO. ( Rosa e Carolina) (1866-1951) (1870-1945) Rosa agazzi condanna la condizione decadente in cui versano gli asili infantili in italia. Ritiene fondamentale l’attenzione ai bisogni ed alla situazione concreta del bambino con il superamento di ogni formalismo e l’utilizzo dei “ contrassegni” ovvero oggetti naturali, utensili, figure geometriche, che hanno funzione di contraddistinguere la proprietà privata dei bambini, di arricchire le loro conoscenze, di servire per una prima educaz. linguistica, avviare il disegno e l’osservazione. Di particolare importanza è il museo didattico: Il museo dei poveri di Mompiano comprende umili cose raccolte con la collaborazione dei ragazzi ( bottoni, tappi, noccioli, figurine, semi) rispondenti ai loro interessi ed atti per l’esercizio quotidiano del maneggio delle cose e per l’abitudine del rispetto delle cose altrui. Pur riconoscendo gli aspetti positivi del metodo operativo di Frobel, le Agazzi preferiscono al posto di un materiale formalistico, l’uso di tutto quello che può capitare nelle mani del bambino, si trovano infatti ad operare in un ambiente rurale con bambini poveri figli di contadini e operai. Le sorelle Agazzi sono donne d’azione che operano a contatto diretto con i bambini e le loro famiglie e trovano valido supporto in Pietro Pasquali, direttore delle scuole elementari di Brescia. Punti chiave del metodo attuato nell’Asilo di Mompiano: Centralità del bambino “germe vitale” : Il bambino è concepito come germe vitale che aspira al suo completo sviluppo. Attraverso gli oggetti raccolti nel museo didattico ed i contrassegni va favorito lo sviluppo armonico dei piccoli. Le agazzi invitano a non perdere mai di vista tutto il bambino nella sua situazione personale e sociale. L’esercizio fisico come punto di partenza : Qualunque esercizio diventa una esercitazione di intelligenza, lavare e lavarsi, soffiarsi il naso, rimboccarsi le maniche, portare vasi, scendere e salire le scale, chiudere le finestre… Ambiente familiare : I diversi elementi proposti si unificano in un ambiente naturale che rispecchia quello di una grande famiglia. Le agazzi come mezzo di preparazione alla vita sociale propongono l’assistenza dei maggiori ai minori per favorire il senso di solidarietà. SCUOLE NUOVE NELL’AMBITO CULTURALE DI LINGUA FRANCESE Ecole active: Espressione utilizzata per la prima volta dal pedagogista svizzero Pierre Bovet nel 1917 direttore dell’istituto J.J.Rousseau di ginevra. FERRIERE E LA SCUOLA ATTIVA L’espressione scuola attiva viene rilanciata da Ferriere, professore dell’istituto J.J.Rousseau. Egli ritiene che la biologia e la sociologia insieme alla psicologia sperimentale vadano messe a fondamento del rinnovamento della scuola. Individua alcune leggi psicologiche fondamentali che costituiscono la base teoria della scuola attiva : Slancio vitale dello spirito dell’uomo : Come centro motore e sorgente di ogni attività dell’individuo. Dal punto di vista educativo questa energia spirituale comporta la spinta alla vita, la forza che dirige lo spirito del fanciullo, l’arricchimento delle proprie energie spirituali. il potenziamento di se stesso. Legge del progresso : Ferriere si domanda come gli individui crescano ed egli trova una risposta nella legge del progresso, secondo la quale gli esseri viventi progrediscono grazie a una differenziazione e a una concentrazione delle loro facoltà e delle loro energie. La legge del progresso abbraccia e spiega i fenomeni biologici, sociali e psicologici. Dal punto di vista psicologico la differenziazione significa che il bambino il quale vede in un primo momento il mondo non differenziato e senza nessi riesce più tardi a differenziare le sue idee ed a scomporlo nelle sue parti. La concentrazione invece significa il processo di unificazione dei dati precedentemente differenziati e le conseguente organizzazione unitaria degli elementi corrispondenti ad una stessa realtà. L’armonico svolgimento di questi due processi è essenziale per la crescita sana dell’individuo. Legge biogenetica: Sottolinea che lo sviluppo dell’individuo e lo sviluppo della specie presentano le stesse tappe e gli stessi momenti di maturazione progressiva. Temi psicologici : Sono noti i tentativi fatti dagli psicologici per classificare gli uomini ed i fanciulli in vari tipi e ferriere ne mette a fuoco l’importanza per l’organizzazione di una scuola su misura in cui ogni tipo di scolaro riceverebbe l’insegnamento più adatto a lui. Scuola all’aria aperta : La prima indicazione fornita dalla legge biogenetica è che l’ambiente per eccellenza del bambino è la campagna, la natura libera. Incoraggiare gli allievi nelle escursioni, a costruire capanne a salire sugli alberi … Interesse e sforzo : Le tappe biogenetiche si rivelano mediante l’interesse del bambino e si realizzano mediante lo sforzo che accompagna il proseguimento delle mete desiderate. SCUOLE PROGRESSIVE NEGLI STATI UNITI iniziato negli ultimi anni dell 800 JOHN DEWEY ( 1859-1952) massimo rappresentante e teorico Fonda la scuola di Chicago, comprendente ragazzi dai 4 ai 13 anni, cercando di attuare alcuni principi educativi di Frobel come l’addestrare i ragazzi ad una vita di cooperazione, attitudini ed attività istintive del fanciullo a fondamento di ogni attività didattica, attività creative. La scuola di Chicago avrà vita breve ma diviene il modello a cui si ispirano numerose scuole attive o progressive. Lavoro: Motore della pedagogia popolare. Il lavoro sarà il principio ispiratore, motore e filosofia della pedagogia popolare, l’attività da cui deriverà ogni tipo di apprendimento Tecniche didattiche : Vedi appunti PERSONALISMO PEDAGOGICO : La persona umana da educare diventa il centro della riflessione pedagogica e dell’arte educativa. Non significa negare la validità dell’educaz. politica e sociale, ma queste sono richieste nella struttura stessa della persona che ha in se la dimensione sociale. L’educaz. pone come finalità lo sviluppo di tutte le dimensioni della persona: fisica,intellettuale, morale, sociale, religiosa. In questo modo, sotto la guida dell’educatore, la persona educa se stesso e si incammina verso la sua perfezione umana. DON MILANI ( 1923-1967) Egli viene mandato a san donato, la popolazione è formata da contadini, operai, pochissimi grandi proprietari terrieri e ciò che colpisce don milani è l’ignoranza della gente, perciò egli sottolinea come la comunicazione, che permette nella persona lo sviluppo e la crescita umana, sia impossibile di fronte a tanta ignoranza. Egli è convinto che il suo ruolo sia quello di maestro e non di evangelizzatore, infatti egli ritiene inutile predicare quando la gente non capirebbe il significato delle parole. Ritiene che per risvegliare il loro senso religioso è necessario risvegliare quello umano e questo è possibile attraverso la scuola che apre l’intelligenza su orizzonti umani. SCUOLA DI BARBIANA : situazione simile a quella di san donato. La vita è quella dura e faticosa dei contadini, gente che lavora sodo ma non possiede la parola, perciò per i ragazzi di barbiana apre una scuola nei pressi della sua canonica, una scuola esigente, perchè egli sa quanto sia importante per i ragazzi l’uso della parola. Ricreazione e tempo libero non erano permessi in quanto se un ragazzo non stava a scuola stava a lavorare. La scuola dura tutta la giornata e tutti i giorni dell’anno. Una scuola esigente ma non priva del rapporto interpersonale tra allievo e maestro. Attraverso la scuola della parola tende a sviluppare tutte le dimensioni della persona, intellettuale, religiosa, morale, sociale, attraverso la lettura dei giornali, partecipazione a conferenze, visione di film. La dimensione fisica trova spazio nelle lezioni all’aperto e nella piscina costruita dagli stessi ragazzi. Egli insiste sulla parola perchè è essa che differenzia l’uomo dall’animale. CAPITOLO 8 EDUCA. SCUOLA E PEDAGOGIA ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO. DALL’ASSOCIAZIONISMO AL COMPORTAMENTISMO La corrente comportamentista deve il suo nome all’attenzione che pose nei riguardi del comportamento umano, cioè degli aspetti del reagire più facilmente osservabili e registrabili. PIAGET E L’EPISTEMOLOGIA GENETICA Egli esplorava i processi psicologici fondamentali connessi con lo sviluppo delle varie conoscenze secondo la loro natura epistemologica e cioè conoscenze di natura matematica, linguistica, morale. Da qui deriva l’espressione epistemologia genetica. Egli centrò le sue osservazioni più che sul singolo atto di apprendimento, sulla progressione che nel corso del tempo hanno i vari concetti e differenti processi cognitivi collegati a queste conoscenze e per rendere più evidente questa progressione egli introdusse la nozione di stadi di sviluppo, vere e proprie fasi dello sviluppo intellettuale. Importante è la distinzione tra assimilazione, cioè l’acquisizione di nuove conoscenze e l’accomodamento ovvero la rielaborazione e la riorganizzazione cognitiva delle informazioni acquisite. Nell’impostare il lavoro didattico occorre tener conto delle conoscenze e delle abilità già acquisite dagli allievi organizzate sotto forma di schemi mentali. VYGOTSKIJ ED IL COSTRUTTIVISMO SOCIALE. psicologo russo Costruttivismo: Allievo attivo costruttore delle sue conoscenze. A differenza di Piaget egli sottolinea il ruolo del contesto storico e sociale e dell’interazione linguistica nello sviluppo dei processi cognitivi e nella costruzione delle diverse conoscenze. La scuola russa che da lui ha avuto origine, ha insistito molto sul processo di interiorizzazione del linguaggio e dei discorsi. Egli accentua il ruolo della costruzione sociale della conoscenza, cioè dell’emergere sia dei concetti che delle varie strutture cognitive dalla discussione e dall’interazione verbale in classe. Si pensa che la capacità di pensare e riflettere sia dovuta ad una progressiva interiorizzazione del dialogare e dell’argomentare. BRUNER E LA NASCITA DI UNA TEORIA DELL ISTRUZIONE Egli sviluppò una teoria dell’istruzione : Avanzò l’idea di un curricolo basato sulle strutture portanti delle varie discipline, ovvero riteneva che il curricolo di una disciplina dovesse essere determinato dalla più essenziale comprensione possibile dei principi basilari che sorreggono la disciplina stessa. Il miglior modo per suscitare interesse per una disciplina è renderne utile l’apprendimento favorendo la sua valorizzazione. La struttura di una disciplina è data da dai suoi concetti chiave e dai suoi principi organizzatori che permettono di inquadrare i vari dati dell’esperienza e le varie conoscenze in un quadro organico. Il concetto di struttura è stato visto da Bruner anche come organizzazione cognitiva, come mezzo per andare oltre l’informazione, per ritenere i dati nella memoria e per trasferire abilità apprese a situazioni nuove : E’ il principio secondo cui si apprende, si ritiene e si generalizza meglio il materiale che presenta una valida organizzazione interna.
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