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Storia della Repubblica di Venezia, Appunti di Storia Moderna

Appunti delle lezioni del corso Storia della Repubblica di Venezia

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 25/02/2023

EmMa2306
EmMa2306 🇮🇹

4.8

(27)

26 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia della Repubblica di Venezia e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 2^lez. 17.11.2021 Origini di Venezia Questione di tipo terminologico : quella che noi chiamiamo Venezia oggi, in realtà era il nome che si dava al decimo regio augustea che era compresa in un territorio che stava tra l’olio le alpi e l’Adriatico, era un’area di divisione dell’Impero romano. La Venezia lagunare tende ad affermarsi abbastanza lentamente e avrà un’estensione progressiva dopo le prime avvisaglie delle invasioni barbariche. Andrà a cominciare a definirsi a partire dalla metà del V secolo. In quel momento accade che le persone che vivono nella terra ferma cercano un ricovero in aree più sicure. Migrazioni verso le lagune L’area lagunare era + protetta era ma non disabitata era già abitata da insediamenti non del tutto sviluppati ma l’idea che Venezia sia nata dal nulla è sbagliata. Perché queste persone che migrano verso la laguna trovano un mondo già abitato, e non sono persone uguali, portano con sé ruoli sociali che mantengono anche nella laguna. Questa idea di mitologica uguaglianza è da mettere in discussione. Si tratta per lo + di migrazioni temporanee. La prima fase delle invasioni delle popolazioni nomadi è breve, questo fa in modo che le persone tendano ad andare verso la laguna e poi a ritornare verso le proprie terre. Con il 569 le cose cambiano in maniera marcata, perché arrivano i Longobardi che si fermano. Danno vita a istituzioni radicali sul territorio e si rimane in laguna. Molti si spostano da Padova, da est e la migrazione non avviene direttamente verso Venezia ma più in generale verso la laguna. Per Venezia dobbiamo intendere tutto l’ambito lagunare, non parliamo di Venezia città. nel 569 il patriarca si sposta da Aquileia a Grado e di fatto arriva in laguna, si attua una certa resistenza da parte bizantina, i rapporti tra Venezia e Bisanzio saranno prolungati nel tempo. Tutto il territorio rimane bizantino, lo stesso doge è una carica di nomina bizantina, Venezia deve rendere conto a Bisanzio. Il centro del potere bizantino in it. è l’esarcato, Ravenna, che però cade nel 571 e succede che la Venezia lagunare di fatto è l’unica presenza bizantina sul territorio italiano. Bisanzio è lontana rispetto a Venezia e quindi lascia maggiore autonomia. In questa area vicino al mare si produce il sale e si vende e tutte le città limitrofe che hanno bisogno di sale, di rapporti di intermediazioni; Venezia comincia ad essere un intermediario commerciale. Comincia di fatto ad apparire come una struttura di transito obbligato, fra il mondo adriatico e tutta la terra ferma, una terraferma che cresce perché le città cominciano a tornare di un certo peso e i consumi cominciano ad alzarsi. Ci sono una serie di problemi in quel periodo, c’è una delle prime controversie conto l’ iconoclastia, che spacca le chiese di quel periodo. Iconoclastia = La chiesa d’oriente sostiene che qualsiasi tipo di adorazione delle immagini e dei santi sia una sorta di idolatria e le immagini sacre vanno eleminate. Questo non è accettato da Roma. Venezia preferisce mantenere una situazione di equilibrio e di equidistanza. Bisanzio è lontana e non è possibile inimicarsi Roma che è + vicina. Poi nel frattempo arriva Carlo Magno, che ha un rapporto molto forte con la chiesa di Roma (sinergia profonda tra potere e religione). Per tanto l’ostilità carolingia può risultare fatale… a Venezia il tessuto sociale comincia a spaccarsi, ci sono alcuni rappresentati maschi (le 1 strutture di governo sono sempre maschili) delle famiglie + in vista della compagine lagunare sono per l’abbracciare di + il mondo carolingio e altri il contrario. Sono parecchi i nobili e dogi ammazzati proprio per questo. Nel 774 Carlo Magno conquista tutta l’area longobarda, si manifestano queste tensioni fra i filo- carolingi e filobizantini. Venezia è chiamata a resistere ad un assalto di Pipino il Breve però agli inizi del 9 secolo la presenza filo franca tende ad essere estromessa e tende a vincere quella filobizantina. Venezia sta crescendo, il fatto di potere contare su un territorio abbastanza coeso alle spalle fa aumentare i bisogni, quindi aumento i commerci di pesce, di schiavi che si procurano dall’area slava (il termine slavus dà vita al termine schiavo). Il punto d svolta è nell’810 d.C., quando la capitale viene spostata da Torcello alle isole realtine (Rialto e San Marco), quando si comincia a fondare il primo prototipo di palazzo ducale. Ma soprattutto nel 828 si comincia ad edificare la basilica di san marco a seguito della translazione delle reliquie del santo da Alessandria d’Egitto, che non è una questione solo simbolica, san marco era il presunto fondatore della chiesa di Aquileia. In questo periodo la rivendicazione di una autorità religiosa è molto vicina a quella secolare. Aquilea è nell’ambito franco, è fuori dal territorio di Venezia e succede che il patriarca di Aquileia rivendica il primato religioso sull’area veneziana appoggiato dai franchi. I mercanti veneziani prendono le reliquie di san marco che è il fondatore della chiesa di Aquileia e le portano a Venezia = potenzialità eversiva della vicenda. Il potere delle reliquie fra medioevo e età moderna è spaventoso sono degli strumenti legittimanti. Qui Venezia sposta sul piano politico una questione religiosa, si comincia a edificare san marco che è la cappella privata del doge (una sorta di chiesa di stato), è un’espressione del potere politico che si esprime attraverso una forma religiosa. 3^lez. 18.11.2021 Laguna di Venezia = è una serie di isole lunghe e strette che ostacolano il mare ma che allo stesso temo subiscono l’arrivo dell’acqua dei fiumi che arrivano dalla terraferma. La laguna è molto difficile da navigare, una gondola ha la chiglia piatta perché il moto ondoso non è così estremo da dover utilizzare una chiglia profonda che dia stabilità ma allo stesso tempo deve essere sufficientemente alta per non grattare sul fondo nei casi di acqua bassa. La marea influenza molto l’ambiente lagunare. Basta una marea oltre gli 80 cm oggi per allagare piazza san Marco, che è una delle aree + basse della città. Se la marea arriva a 180 cm tutta la città è sommersa. Il problema è anche delle acque basse. La marea tende a portare masse d’acqua ma anche a farle fluire e in quel caso non c’è abbastanza acqua per la navigazione e quindi la sua difesa dal mare, diventa un ostacolo su lungo tempo per i commerci (problema delle grandi navi a Venezia). Quasi impossibile che un porto come quello veneziano potesse sostenere navi + grandi delle galee, le navi commerciali veneziane per tutto il 700 = a partire dal 700 le innovazioni tecniche navali portano a un decremento del ruolo del porto di Venezia a favore di quello di Trieste che diventa il porto per eccellenza dell’Adriatico. Le maree sono causate dalle fasi lunari e dipendono dai venti, in parte sono legate dall’afflusso delle acque che arriva dalle acque che arrivano dalla terraferma. Se ho una fase lunare che favorisce l’alta marea e contemporaneamente ho dei venti che soffiano da sud e in + ho forti piogge trasportate dai fiumi = discreto problema!!! Negli ultimi anni è stato attivato il Mose che è un sistema di dighe mobili che viene collocato nelle bocche di porto, che erano i punti di accesso attraverso i quali le imbarcazioni passavano dal mare alla laguna. La gran parte di Venezia è fatta di acque, oggi abbiamo un ponte translagunare ma fino alla metà dell’800 Venezia è un’isola, isolata dalla terraferma = qualsiasi attività svolta in città deve essere svolta con le barche. I prezzi a Venezia sono + alti proprio per i costi di ingresso. La vita a Venezia era costrittiva anche per i primi veneziani che iniziano a creare Venezia. È una città che viene pensata in funzione dell’acqua. L’unico ponte esistente a Venezia a lungo è il ponte di rialto e progressivamente nell’area di rialto si concentrerà l’ambito commerciale mentre in area san marco quella delle magistrature. Venezia nel corso del tempo si è allargata, nel corso del tempo alcune parti sono state 2 Abbiamo questa situazione: - Famiglie legate al mondo franco - Corpo di persone legato al mondo bizantino L’idea è sempre quella di decidere se avere un padrone + vicino o + lontano. Per buona parte del decimo secolo = era dei candiano, perché buona parte dei dogi saranno espressi dalla famiglia Candiani, la fedeltà nei confronti di Bisanzio comincerà a vacillare (si tratta ancora di un periodo in cui la figura ducale non è ancora instaurata, il doge ha ancora una natura un po' fluida, per esempio la carica può essere ancora ereditaria). Tutto quel secolo è determinato da queste lotte molto sanguinose, che portano a guardare con maggiore o minore attenzione al mondo feudale, dogi saranno trucidati per le loro scelte. Si tratta di conflitti molto aspri, perché Venezia al di fuori vede il mondo feudale, rapporti cioè di fedeltà che sta andando in crisi, perché il rinnovamento dell’economia monetaria, una rete commerciale che ricomincia ad aprirsi, mette in crisi quella struttura feudale in cui la fedeltà dei feudatari nei confronti del re o imperatore costituisce l’elemento fondamentale. Nascono infatti i comuni = le città raggiungono un Livello maggiore di autonomia dall’impero e sviluppano un’economia fiorente. Esprimere la nobiltà (vivere more nobilium): avere un comportamento adeguato, dei consumi, degli abiti, quindi non ci si può accontentare dei cibi della plebe, si inizia a cominciare a voler spezie e vini pregiati, questi prodotti bisogna importarli e mercano le differenze sociali, aumentano i consumi e aumenta anche la circolazione della moneta. A Venezia ci si può procurare tutte queste cose ed ecco perché il venire meno della feudalità arricchisce Venezia. Nelle città comunali sono le famiglie nobili che lottano per il primato politico, militare e dell’apparenza. Venezia basa la sua attività proprio sul MERCATO, scambio con ciò che arriva dall’oriente e ciò che viene importato nelle città della terraferma. Venezia guarda la terraferma come se fossero dei clienti, non ha nessun interesse di conquista ma di VENDITA: le famiglie veneziane a differenza delle altre non interessa avere la terra ma non avendola basano l’idea di nobiltà o sulla ricchezza o sull’antichità della presenza in laguna. È un processo… a Venezia viene vissuto un processo diverso dalle altre città. Venezia vende merci e cerca di mantenere una sua autonomia, per esempio con Bisanzio bisogna far capire che siamo l’unica struttura di governo su cui può contare in Italia. Ciò che è innegabile è che bisanzio ha bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di Bisanzio per la protezione marittima. Noi siamo ancora per questo formalmente bizantini a differenza dei latini. Su questo influisce il tema religioso… se diamo un’occhiata a Venezia non sembra una città veneta dal punto di vista architettonico. C’è una forte influenza bizantina, per esempio i mosaici di San Marco sono molto influenzati dai bizantini. Un doge importante è Pietro 2 Orseolo, è doge per molti anni (991-1008) ed è uno dei principali creatori del nuovo corso di Venezia, in quel turno di anni in cui ci sono molti cambiamenti, Pietro è il + grande interprete di quella capacitò della società veneziana che garantisce lo sviluppo della città stessa: la capacità di affrontare i cambiamenti in maniera fluida. In primo luogo, Pietro stabilisce con i bizantini la CRISO BOLLA = un privilegio commerciale sulla piazza di Bisanzio, i mercanti veneziani ottengono il privilegio di operare sulla piazza mercantile bizantina con delle facilitazioni a livello commerciale, di pagamento di dazi. I bizantini riconoscono ai veneziani un ruolo economico e politico. È il primo caso in cui questo avviene in modo così evidente. Nello stesso turno di anni Venezia ha molte vittorie contro i saraceni e ottiene la liberazione della Dalmazia. Questo vuol dire fare un grande piacere ai bizantini e quindi vuol dire accumulare una serie di credi nei confronti della piazza di Bisanzio. Ci sono una serie di contrasti interni, le cose non vanno in maniera del 5 tutto equilibrato ma Pietro fa uscire Venezia rafforzata e relativamente + autonoma nei confronti di Bisanzio. È una partita che non si gioca + a livello lagunare ma Venezia comincia a intervenire a livello militare su tutto l’arco dello stivale italiano: Venezia combatte per i bizantini a bari, in puglia, sulla costa dalmata, sta cominciando a diventare una struttura internazionale. i rischi sono molti: quando per esempio i normanni si impongono sull’adriatico, Venezia riuscirà a venirne a capo ma la linea di tendenza è la GRANDE INDIPENDENZA NEI CONFRONTI DI BISANZIO. Nel 1082 viene emanata la BOLLA D’ORO, con la quale veniva riconosciuta l’autonomia nei confronti di Venezia anche di carattere politico. è il periodo in cui si comincia a parlare di crociate, siamo nel pieno di questa enorme ferocia che si sparge per l’Europa e che comincia a prender il nome di crociate. Perché le crociate sono importanti per Venezia? Crociata = andare a liberare il santo sepolcro, per andarci devo rivolgermi ai genovesi e ai veneziani. Esercitare un monopolio nei confronti delle crociate è una questione non dolo di carattere religioso ma anche politico ed economico. Si comincia a parlare di crociate attorno all’anno mille. All’inizio sono dei movimenti di popolazione ma la cosa principale è che l’Europa cristiana vede il santo sepolcro profanato dall’invasione degli arabi. Occorre andare a liberarlo. Questa cosa è anche funzionale, i vassalli non vanno tutti d’accordo fra loro, l’Europa una polveriera di conflitti interni, esistono dei periodi di paci di Dio, per esempio il Papa proponeva dei periodi di pace in nome della religione. A fronte di un nemico esterno è facile unirsi. È questo quello che vuole far capire il Papa. Bisogna unirsi in nome della religione per liberare il sacro sepolcro. I primi movimenti di crociata hanno un carattere per di più spontaneo; la prima crociata è chiamata degli straccioni, proprio perché vede gruppi di persone che si spostano senza un ordine. I primi che fanno le spese di questi movimenti di crociata sono gli ebrei. I primi episodi di persecuzioni antiebraica cominciano proprio durante il periodo delle crociate. Il nemico sta proprio nelle città. Progressivamente dell’idea di crociata si appropriano i governanti e il Papa mette l’imprimatur su questa attività, la riconosce come un’attività che può portare benefici alle anime. Per questo si deve organizzare questo movimento verso il santo sepolcro. A partire dal 1096 le ondate di crociata tendono a ripetersi a intervalli minori con sempre maggiori ambizioni, all’inizio c’è una concorrenza molto forte tra Venezia e Genova. All’inizio si predilige Genova ma alcuni combattenti partono da Venezia. C’è un vero e proprio conflitto tra Venezia e Genova su chi deve gestire le crociate. Venezia ha un buon rapporto con Bisanzio ma meglio stare attenti a Bisanzio, Venezia si sta arricchendo, proprio perché fornendo logistica con le crociate stringe i rapporti con il mondo germanico e franco. I rapporti con Bisanzio diventano è fragili, a Venezia verranno costruire nuove strutture di governo ed è lei a decidere la propria politica. I veneziani sono diventati indipendenti e Bisanzio inizia a guardare Venezia con timore. Verso la fine del 1100 le cose cominciano a precipitare, si inizia a parlare di un’ultima crociata definitiva. A Venezia, nel frattempo, è stato perfezionato l’ARSENALE, che è quel l’enorme struttura di produzione navale ed è la prima industria globale che riusciva ad armare un paio di navi al giorno. Diventa una delle prime città portuali. Queste navi servono. Un numero molto alto di combattenti si addensa a Venezia in attesa di andare alla riconquista del santo sepolcro e si sceglie Venezia per partire. Il doge impone delle tariffe per traghettarsi. I veneziani propongono di andare a liberare Zara per poi andare al Santo Sepolcro. I rapporti poi con Bisanzio nel frattempo diventano difficili, qualche anno prima Bisanzio aveva ammazzato i mercanti veneziani accusandoli di trame contro i bizantini. I rapporti sono ai minimi termini, Bisanzio stessa è guardata con una certa ansia da parte dell’occidente. Si pensa di deviare quindi, verso un’altra città 6 cristiana che è Bisanzio. Venezia quindi la 5 crociata verso Bisanzio che viene assediata da un esercito di cristiani. Quell’esercito che doveva andare a conquistare il santo sepolcro in realtà conquista Bisanzio. 1205 = conquista di Bisanzio da parte dei veneziani, francesi, tedeschi e molti cavalieri che provenivano da molte parti d’Europa. Che cosa ne facciamo del territorio bizantino? C’è una spartizione, viene chiamato Impero latino d’Oriente, in modo da rendere giustizia alle due nature dell’impero. Lo controllano i franchi e alcuni dei principi tedeschi. Noi veneziani non siamo interessanti ai grandi territori perché siamo una città, siamo pochi e non abbiamo uno stato territoriale. Ai veneziani interessano delle isole delle pizze forti, di quello che cioè serve per il mercato, dove per esempio le navi possono fare scalo, luoghi che diventano strategici contro i genovesi. I veneziani cercano di strutturare la loro presenza sul mediterraneo non con un’idea imperiale ma COLONIALE = interessa fare mercato e non c’è bisogno di espansone verso nuovi obiettivi. San Marco diventa quello che è grazi allo spoglio di Bisanzio che i veneziani fanno. Venezia diventa quindi anche dal punto di vista architettonico molto bizantina, anche i due leoni dell’arsenale provengono da Bisanzio. Ma ciò che conta è che Venezia ha trovato una proiezione internazionale che prima non aveva visto. Quel rapporto con Bisanzio che era stato di protezione nei confronti di Venezia, ora Bisanzio si trova sotto il controllo di Venezia. Venezia per un periodo rimarrà nominalmente la proprietaria di Costantinopoli ma avrà una serie di altri prolungamenti in aree delle coste adriatiche, luoghi che hanno ancora oggi una presenza veneziana (creta). Venezia cambia radicalmente: da città a padrone del mondo. I genovesi stanno puntando molto sul mare nero, hanno un focus su quell’area ma le rotte si intersecano costantemente, il nuovo obiettivo sono i genovesi… Noi ora abbiamo il principale cantiere navale (arsenale), la città si sta ingrandendo, bisogna governare le nuove aree diverse dalla città e soprattutto ora sediamo al tavolo delle trattive. Venezia è considerata qualcosa di nuovo ma fondamentale nell’ambito diplomatico, ecco perché è necessaria una serie di ambasciatori che vengono mandati a Roma, Parigi, Spagna, Germania, Vienna; con le altre città manderò dei consoli o dei legati, che hanno soprattutto esigenze commerciali e mercantili, per es. il console che va a Firenze avrà a cuore la tutela dei mercanti veneziani che lavorano là, tutto ciò perché in questo momento le città europee iniziano un percorso di interconnessione proprio grazie ai mercanti che si spostano di città in città. questo però ha delle esigenze. Come si garantiscono gli impegni finanziari? Non possiamo portarci dietro dei soldi effettivi, quindi possiamo usare le lettere di cambio e dobbiamo avere dei luoghi di garanzia, dobbiamo avere una banca nella realtà in cui andiamo. Ho bisogno di una sorta di copertura istituzionale = i veneziani che andranno a fare mercato avranno dei luoghi che frequenteranno e i mercanti che vengono a Venezia si riconosceranno in NAZIONI = gruppi di mercanti che arrivano dallo stesso posto, che si relazionano su rapporti di fiducia e di conoscenza. Le nationes tendono ad avere dei punti di riferimento (tipico di tutti i fenomeni migratori), e questo sarà un ambasciatore. Quando si scrive a casa si danno delle informazioni importanti sulle città, sul cambio (a quanto viene scambiato un ducato veneziano a Parigi) … tutto questo è fondamentale, c’è questo pulviscolo di informazioni!!! L’Europa intera comincia a coprirsi di una rete di informazioni, ancora però limitate perché nel 1200 per esempio la strada da Parigi a Venezia non c’è, ci sono foreste, è un Europa dove le distanze sono lunghe. Per viaggiare è meglio essere in gruppo, armati e soprattutto non si sa quando e se si arriva. Venezia è un popolo di viaggiatori. Queste informazioni sono legate a una rete di comunicazioni difficoltosa ecco perché le info sono preziose. Quelle informazioni cominceranno ad essere diffuse, creandosi così un immaginario relativo ai luoghi. A Venezia si può trovare di tutto, informazioni che arrivano un po' da tutto il mondo conosciuto. Gli ambasciatori agiscono sia per questioni politiche e commerciali. Proprio questa difficoltà di comunicazione spinge a mandare le persone + preparate, perché è un compito difficile, dato che le 7 espresso un doge, era una famiglia che aveva raggiunto orami una sorta di apogeo all’interno del suo potere politico in senso largo. Spedire una causa = giudicare, arrivare a sentenza - Uno dei grandi problemi era la lunghezza dei procedimenti civili - In un contesto di questo genere era fondamentale arrivare a una sentenza = il ruolo del doge era quello di sollecitare la spedizione delle cause. Era sua prerogativa sollecitare che all’interno del senato, del maggior consiglio si discutesse di una legge al posto di un’altra. La carica di doge è di tipo gratuito, questo rappresenta già un’autoselezione. Il doge deve comunque garantire una dignità e quindi veniva scelto nel livello alto; il doge era colui che aveva avuto un cursus sonorum adeguato… La carica di doge è ELETTIVA ed è l’unica che dura a vita. Cessa con la morte del doge. Viene eletto dal maggior consiglio attraverso una procedura complessa perché c’è la preoccupazione che i gruppi famigliari possano fare il BROGLIO (deriva da quella parte del palazzo ducale dove si trovano i nobili a discutere) che poi è diventato imbroglio in modo molto naturale. Era un sistema misto di elezione e sorteggio proprio per questo motivo, per scardinare le alleanze. Ciò nonostante, raramente vengono eletti dogi outsiders anzi molto spesso i dogi erano espressione del maggior consiglio. Che cosa si guadagna a diventare doge? - Prestigio (la famiglia del doge nelle generazioni successive avrà un ruolo altissimo, per esempio nel mercato delle doti), soprattutto sul mercato matrimoniale, con arricchimento della futura famiglia. La scelta di diventare doge è quasi sempre una scelta fatta sulla base anche del calcolo del prestigio che deriverà alla propria famiglia. Lo scalino precedente, prima di diventare dogi, è essere nominati PROCURATORI DI SAN MARCO, la + alta autorità politica dopo il doge. Anche nel caso dei procuratori la carica era a vita. Il primo posto di procuratore è dell’829, a ridosso dell’arrivo delle reliquie. Ma la sua attività vera e propria di occuparsi della costruzione della Basilica è del 1152. Nel 1266 sono 4 i procuratori, 2 erano addetti all’amministrazione della basilica e gli altri due alle commissarie (quando qualcuno muore e lascia dei figli minori, bisogna decidere a chi assegnare le ricchezze, a dei tutori che devono fare la resa dei conti, un documento finale che i tutori dovevano stilare in cui dicevano come erano stati spesi i soldi). Nel 1319 diventano 6 i procuratori, 2 erano in rappresentanza della parte superiore e gli altri inferiore del canal grande. Nel 1343 i procuratori sono 9… a partire dal 1516, per motivi legati ai finanziamenti per le guerre si comincia a nominarli sovrannumerari, identificati fra persone di altissima nobiltà alle quali veniva chiesta una cospicua offerta in denaro da offrire alla repubblica (soprattutto per far fronte alla crisi). Per molto tempo i procuratori erano esonerati dalle cariche e dagli uffici = non venivano obbligati a far parte di uffici onerosi per l’epoca. I loro potere politico effettivo era scarso però era enorme il loro prestigio relativamente per esempio all’amministrazione temporale della chiesa di san marco, avevano competenze sulla pizza di san marco e degli edifici contigui; si occupavano di un rituale fondamentale per l’identità veneziana, la FESTA DELL’ASCENSIONE e avevano una sorta di patronato legale su chiese e ospedali (il termine ospedale non è quello di oggi, in età moderna è un luogo dove si va a morire, non coinvolge solo i malati ma anche tutte quelle persone che non riuscivano a mantenersi da sole, come poveri, vagabondi…); gli ospedali era gestiti sia dal potere religioso che politico. L’assistenza pubblica è garantita dallo stato che però spesso coordina iniziative religiose. È molto complesso il rapporto che si crea fra le due istituzioni. È fondamentale questa COMPENETRAZIONE. Non ci sono mai organismi esclusivamente religiosi, anche nelle 10 scuole confraternite c’è sempre una potenza politica. Avevano funzioni di custodi del tesoro di san marco e erano lo strumento di tutela della capacità giuridica di quelli che erano ritenuti incapaci e la tutela dei pupilli (di norma nel testamento vengono detti dei tutori ma è lo stato che li decide e che determina se il tutoraggio è stato portato a termine in modo corretto --- un tutore risponde ai procuratori di San Marco. Ci sono tantissimi giovani minori, le madri spesso muoiono di parto per le scarse condizioni sanitarie e i padri molto spesso spariscono. A fronte di questo assetto demografico instabile, i procuratori dovevano garantire una certa tutela). Questo è un potere enorme e si lega anche alla possibilità che i procuratori hanno di controllare tutto quel flusso di denaro che nei testamenti era destinato alla creazione di istituti o di loghi pii (luoghi di ricovero, come le CONVERTITE). Tocca ai procuratori decidere come gestire quelle cifre. Il loro ruolo è di altissimo livello nella gestione finanziaria. Sia doge sia procuratore di San Marco provenivano dal MAGGIOR CONSIGLIO. Era il consiglio dei savi, di cui troviamo traccia per la prima volta nel 1143, con le caratteristiche del maggior consiglio comincia a muoversi verso la fine del 12 secolo. All’inizi era elettivo, erano cioè le assemblee dei capi famiglia che dovevano eleggere questo consiglio. Diventa EREDITARIO a partire dal 1297 con la SERRATA DEL MAGGIOR CONSIGLIO = LA CHIUSRA DEL MAGGIOR CONSIGLIO, che finirà nel 1319. È quella fotografia, in quei 20 anni vengono elaborate una serie di norme che rende ereditaria la presenza in MC a tutte quelle famiglie che in quel periodo siano interne al MG. Non solo la rende ereditaria ma di fatto sancisce che siano solo quelle famiglie a sedere al MG = QUESTO CREA LA NOBILTA’ VENEZIANA. Il nobile veneziano è colui che siede in maggior consiglio o che abbia parenti che lo facciano. Questo non vuol dire che rimarrà un ambiente sterile, in qualche caso si ammetterà l’ingresso di qualche altra famiglia ma lo si farà sempre in modo da far vedere che quella è sempre una concessione fatta solo se si paga. Molte famiglie sono attirate da questo titolo fino a creare anche le condizioni per il proprio fallimento. Molte famiglie si indeboliscono di fatto dopo essere diventate nobili. Essere cacciati dal MC era difficile, nel caso si cacciava la singola persona e non le famiglie. Molto spesso le famiglie si estinguono… progressivamente le famiglie mercantili dipendono molto dal mercato e questo può provocare aumento ma anche rovina del capitale. Molti nobili non riescono a sostenere il more nobilium e si smette semplicemente di partecipare alle riunioni. Molte famiglie si estinguono perché se sono nobili povere si fanno pochi figli proprio perché è difficile dividere il patrimonio. Molti figli tra l’altro sono illegittimi. il problema del patriziato veneziano è che formalmente erano tutti uguali, si vestivano tutti allo stesso modo, i mezzi di locomozione sono le gondole ed erano tutte rigorosamente dipinte di nero; questa uguaglianza che fa parte del mito di Venezia, che è fatta di uguali indipendentemente dal loro censo. C’erano precisissime regole sui costumi, LEGGI SUNTUARIE per evitare le differenze. Nei confronti di quei nobili che creano vergogna si cercherà di sostenerli. All’interno del MC vengono decise tutte le cariche… soprattutto quando viene conquistata la terraferma c’è bisogno di amministrazione che non è solo politica perché i giudici sono i nobili. Il problema della nobiltà povera, i BARNABOTTI (campo San Barnaba è uno dei luoghi popolari) è soprattutto per il mito di Venezia. Anche entrare in monasteri costava, quindi le figlie dei nobili poveri saranno costretti ad andare in monasteri + poveri dove dovranno convivere con persone che non sono nobili. Il monastero è l’unico posto in cui le donne esercitino una forma di libertà all’interni della società patriarcale, perché nel monastero le donne decidono le cariche = paradossale, spazio di libertà all’interno di un luogo chiuso. Essere nobili è un grosso problema, perché la nobiltà mette in atto una serie di valori, di ruoli che sono spesso incompatibili con il resto della popolazione, è come avere società all’interno di società. Ci colpisce 11 che la nobiltà tenda ad esercitare un’endogamia stretta, i nobili devono sposarsi tra loro per mantenere il titolo. A questi nobili poveri, perché siano effettivamente uguali agli altri, devono avere delle cariche. Che cosa gli facciamo fare? A Venezia la nobiltà è percepita come servizio, mentre ad esempio la nobiltà francese hanno origine militare o terriera, elementi che mancano a Venezia che non ha una corte. Occorrerà trovare qualcosa da fare… li mando a fare i podestà in posti lontani dal centro. Oppure vengono messi a servizio in delle magistrature (quarantine) come dei tribunali = spesso c’è il problema della CORRUZIONE con i nobili poveri. Normalmente le decisioni giudiziarie sono prese con discretezza, ci sono gli INQUISITORI DI STATO E IL CONSIGLIO DEI DIECI, che agiscono con celerità e in maniera poco garantista. Esiste poi la PENA DEL BANDO, condannare qualcuno ad essere bandito dalla città. l’idea dell’allontanamento è prevalente rispetto alle vie dell’omicidio. Gestire la nobiltà è un gran problema… per esempio se un nobile stupra una donna del popolo, chi lo giudica? Uno dei grandi problemi è la grande offerta giudiziaria veneziana. In antico regime la giustizia non è uguale per tutti perché le persone sono diverse e per tanto è una popolazione che al massimo può puntare sul concetto di equità e non di uguaglianza. MC - All’interno del MC si eleggono tutte le altre magistrature (possono accedervi solo quei nobili che hanno 25 anni di età --- problema delle falsificazioni), vengono decise tutte le cariche. - Tutte le cariche sono ELETTIVE e a parte quella del doge e dei procuratori di san marco sono cariche A TEMPO - Molte cariche ricadono nel periodo di contumacia = vale a dire che se si è esercitata una carica in un certo periodo, non si potrà ricoprire la stessa carica immediatamente dopo, ma si dovrà saltare un turno, proprio per cercare di evitare un accentramento di potere. 6^lez. 29.11.2021 Nobiltà veneziana - Cittadina - Bastata sulle attività mercantili, uno degli elementi che veniva escluso dalla nobiltà nel resto d’Europa. - Dal 1297 si stabilisce un percorso attraverso il quale tutte le famiglie che hanno ora un rappresentante nel MC continueranno ad essere nel consiglio e non potranno essere ammesse delle altre famiglie solo con delle concessioni. Di fatto le famiglie che stanno al MC sono i nobili. - Sul lungo periodo questo strumento rappresenterà una chiusura alla flessibilità nella gestione della cosa pubblica - Non stiamo parlando di una repubblica vera e propria, ma di un’oligarchia. - I poteri del MC erano amplissimi: supremo organo dal punto di vista politico e legislativo tutto avrebbe dovuto passare per il MC. MC Voi che siete nobili della terraferma sedete in MC? NO Quindi l’esclusione dalla politica centrale fa sì che quando arriva a Napoleone non si vede una grande differenza. Uno dei grossi problemi sarà questa centralità. Le decisioni che vengono prese non da un organismo rappresentativo della nobiltà dello stato, ma della nobiltà veneziana. Ma nel momento in cui Venezia si espande al territorio, il territorio non verrà rappresentato nelle istituzioni veneziane. 12 - Le famiglie coopatate, che entrareanno nel Mc lo faranno nelle sitiuazioni + difficili: voi nobili di terraferma potrete sedere al MC a patto che redsidiate in città , che abbiate un buon passato, che doniate 100mila ducati da versare nelle casse dello stato. All’inizio è molto attraente questa prosepettiva, progressivamente andrà a scemare. Dopo il 1298 ci sono 125 famiglie nuove. Molte famiglie che erano state tagliate fuori dal primo sbarramento entrano ma poi il numero è sempre + limitato. Nel 1381 si sta combattendo la guerra di Chioggia e quindi vengono ammessse 21 famiglie nuove ma che alla fine della repubblica ne rimarranno 8 con un calo immediato forte = per lo + si sono investiti 100 mila ducati probabilmente non ce li si poteva permettere ed inoltre dal MC vengono visti come intrusi e all’inizio non potranno decidere per il doge. Non si mescola da un giorno all’altro e si fanno sposare i figli. Per loro però sarà + conveniente a livello di prestigio farsi sposare fra di loro. È comunque un investimento a lungo termine. Essere nobili vuol dire rispondere ad una serie di comportamenti che merittano di essere analizzati come società, la nobiltà è una società nella società. - Se questo ci ricorda la mafia è lecito. È un principio di poteri informali. Ogni comunità gestisce le relazioni creando reti di alleanza. Queste reti possono dare accesso a delle opportunità particolari. La società di antico regime si basa sui poteri informali. È molto diversa dalla nostra. Momento di maggior crisi per il MC 1636 il Mc deve decidere su una proposta di legge spaventosamente importatnte e porta a fare in modo che vengano chiamati i lavoratori dell’arselale perché si ha paura delle ricolte cittadine: le maniche a gomito. Cioè se è possibile poratre le maniche a gomito anche per chi non era nobile. Progresiivamente queste maniche si erano adnate ad estendere ad una grande quantità di perosne e non solo ai nobili. E allora si dice che è uno scandalo e che vestisrsi in quel modo vuol dire appropiarsi di un ruolo che non è il proprio. Viene presa la decisone che le maniche a gomito sono solo per i nobili. Quella società identifica anche il vestire come un elemento di investimento sociale, quindi quando pensiamo a queste realtà di antico regime dobbiamo pensare a sistemi diversi rispetto a noi oggi. I presupposti valoriali, l’accetazione che esista una differenziando sociale sono radicati in quella società. Sarà meno attrente essere nobile nel 1600… TESTO Antonio Milledonne: segretario, molto importante essere segretari per l’amministrazione veneziana ( venezia non ha una vera e propria costituzione, ha una forma di diritto che non è legata alla tradizione della terraferma legata agli statuti ma ha una tradizione giurisprudenziale – assomiglia alla forma dell’amminstrazione del diritto negli USA, in cui le decisioni prese da un certo tribunale diventano parte dell’assetto normativo – ossia abbiamo delle leggi che vengono approvate dal MC e le PARTI, che sono delle decisioni che andranno a costituire dei precedenti e questi dovranni essere tenuti in considerazione ogni qual volta si prenda un’ulteriore decisione su qualcosa di simile: il sarcedote che compie reati comuni e deve essere giusdicato, da chi? Dipende dai precedenti = quanti e quali sarcedoti sono stati processati dal potere civile per reati di quel genere? Bisogna andare a vedere le setenze del corpo burocratico amministativo). Se devo gestire un sistema così complesso, è evidente che l’attivitò burocratica sarà enorme. Questo produrrà un enorme consumo di carta, il problema di conservarla ma canche di organizzarla in modo tale da poterla consultare. Questo fa in modo che l’archivio di stato di Venezia sia il + grande del mondo. È un gran caos per chi 15 ci lavoarava. I segretari sono cittadini originari, il 2 grande blocco sociale di venezia (i primi sono i nobili), i cittadini sono coloro i quali che possono dimostrare di essere residenti e tutto il resto è popolo. Quando in antico regime sentiamo parlare di popolo, non dobbiamo pensare per forza ai poveri ma sono semplicemente quelli che non sono socialmente all’interno di quelle fasce, posso avere medici, avvocati che siano considerati popolo. I cittadini a Venezia possonoa accedere alle cariche amministrative, quindi un SEGRETARIO (milledonne è del consiglio dei dieci) può mettere le mani in tutta quella roba di cui resta traccia. Di questo infatti si deve avere fiducia. Il governo produce carte che vengono riviste costantemente perché a Venezia per prendere una decisione bisogna anfdare a vedere i PRECEDENTI. A Venezia non possiamo paralre di una definzione tra i poteri, i tribunali sono degli organismi politici guidati dai nobili. Il Consiglio dei 10 prende decisioni, è un tribunale ma al tempo stesso ha un corpo di polizia. Diverso da oggi in cui i poteri sono divisi. Se voglio rivedere l’adamento del processo devo anadre all’interno della filza, quindi il ruolo dei segretari è importante e dibbiamo pensare a questa continua produzione di carta, di storia. C’è molta gente che entra a palazzo ducale… Testo Milledonne scrive questo testo usando la tecnica del dialogo fittizio fra un nobile veneziano e un nobile romano in cui si descrive il governo veneziano. - Nobili, cittadini e popolo - Nessuno aspira a cambiare ruolo, la propria condizione non è da discutere - Questa situazione va bene a tutti - I nobili sono nati per governare; il nobile è nobile perché Dio lo vuole e proprio per questo ha lo spirito e le forze naturali per governare - Integerrimi = uno dei grandi problemi delle quarantie era la corruzione. Le quarantie erano tre. - Consiglio dei pregadi: senato, pregati di radunarsi - Loro bisogno: bisogno dei nobili, sono tanti uffici che sono destinati a trovare una sorta di “occupazione” all’alto numero di nobili presenti. 16 - La prospettiva è sempre alta bassa - I nobili danno dei compiti ai cittadini - Anche loro sono contenti, perché la nobiltà che è voluta da Dio ha concesso loro questi compiti. - Tutto parte dall’alto verso il basso - L’organizzazione economica veneziana produttiva è una organizzazione di tipo corporativo = arte dei librai, ci sono i capi delle varie botteghe, a servizio ci sono dei compositori, lavoranti divisi che devono per esempio torchiare le pagine, inchiostratori, i venditori e poi ho una catena di persone. Tutti quelli che sono coinvolti sono nella corporazione dei librai. All’interno dell’arte viene deciso di calmierare i orezzi, di mantenere gli standard di qualità e ci sono dei tipi di controllo interno. Le arti costituiscono il nodo centrale della produttività veneziana. Non vanno sempre d’accordo… 7^lez. 30.11.2021 - Perché tutto ciò ? Le cariche sono elettive però non ci si deve fidare troppo. Introducendo un sistema misto fra sorteggio ed elezione, l’idea era quella di eliminare i grumi di pressione politica e di fare in modo che quei quattro elettori finali fossero rappresentativi di una volontà diffusa. Anche se quei 41 sono eletti dal copro del MC, quindi di fatto ogni volta che viene eletto un doge, la scelta è ristretta 2-3 massimo candidature. Quei 41 elettori devono indicare quella figura che guiderò la repubblica fino alla sua morte. 17 - Una volta eletti ci si elegge a una data carica o eleggere qualcuno alla carica QUALI SONO QUESTE CARICHE PIEN COLLEGIO = riunisce organi diversi che ha ciascuno diverse competenze e che posso riunirsi da soli o insieme. MINOR CONSIGLIO = 6 membri + doge. È una specie di prolungamento della figura del doge. Il doge non può fare niente al di fuori della sfera del minor consiglio. I rappresentanti venivano decisi in base ai rappresentati dei 6 sestieri della città (Venezia divisa in 6 sestieri). Condivide il potere del doge. SIGNORIA = 3 DELLA QUARANTIA + MINOR CONSIGLIO (9 membri + il doge) che integra l’attività del doge dal punto d vista politico e amministrativo. QUARANTIE = sono dei tribunali, 120 rappresentanti di famiglie non di altissimi livelli. I 3 capi entrano nella signoria. Costituisce una nobiltà medio bassa. COLLEGIO = formato da 16 membri, composto da 3 mani di savi, che sono quelli del consiglio, di terraferma e degli ordini. I savi di terraferma sono quelli che avrebbero dovuto occuparsi dell’amministrazione della terraferma, quelli del consiglio di questioni politiche interne e quelli agli ordini che si occupavano degli ordini della navigazione ossia dello stato da mar (venendo meno il ruolo dello stato damar, i savi agli ordini costituivano il primo gradino del cursus sonurum dei nobili che volevano accedere alla carriera). Questi tre gruppi di savi formano la consulta o collegio che unita con il minor consiglio e la signoria dà vita al… PIEN COLLEGIO = vengono ricevuti gli ambasciatori che si presentano al doge ma che deve essere sempre accompagnato dal collegio o dal pien collegio. Cosa peggiore per un ambasciatore per fargli capire che non è gradito è farlo aspettare fuori e farli entrare quando sono tutti usciti. Aveva una serie di ruoli politici ma la cosa è importante è che era in collegio che si decideva quale ufficio dovesse occuparsi di una certa faccenda, stabilisce a priori quale sia l’organo di governo adatto a governare in un determinato ambito . Dal punto di vista pratico: vogli che un’indagine vada per le lunghe, la dirigo verso un determinato tribunale. QUARANTIA CRIMINAL = nasce attorno al XII secolo. In una prima fase ha pieni poteri legislativi e svolse a lungo funzioni di governo accanto al MC. A partire dal 300 i suoi poteri sono deviati verso altri uffici, tipi il collegio. Poi viene aggregata al SENATO, che aveva 60 membri si trova a dover accogliere 40 della quarantia. La sua funzione è sempre giurisdizionale rispetto ai casi gravi di giustizia penale, in tutti quei casi che non fossero soggetti al consiglio dei dieci. Dopo aver conquistato la terraferma, nel momento in cui le 20 cause diventavano + ampie, arriva molto a Venezia. La quarantia viene affiancata da altre due corti (quarantia civile vecchia e nuova che si occupano di casi di tipo civile e che sono moltissimi --- es. questione dei confini tra le comunità). Abbiamo 3 quarantie con 120 membri = nobili che non sono direttamente presenti nel MC. Ha a che fare con tutte le cause d’appello, se si viene giudicati a Verona e s fa appello, l’appello va a Venezia. Il gran problema è che nella terraferma c’è il diritto basato sugli statuti mentre Venezia giudica con un diritto proprio (criterio giurisprudenziale). SENATO = assemblea + rapida del MC. Creare una struttura + agile con 60 membri e che permette decisioni agevoli. Ai 60 membri inziali se ne aggiungo altre 60 che sono quelli della zonta. Inoltre, entravano anche altri magistrati sulla base delle decisioni che dovevano esser prese e viene unita anche la quarantia criminal. È il primo step da attraversare per poter fare una carriera politica nel sistema veneziano. solo però di fatto le famiglie + importanti entrano quelle + importanti. CONSIGLIO DEI 10 = nasce come un tribunale straordinario per una congiura (1310: periodo della serrata del MC), di 2 nobili che tendono ribaltare il governo perché avversi alla serrata. Vengono chiamati i principali saggi uomini politici del tempo e nel 1335 viene reso stabile. È formato da 17 membri visto che comprendeva anche la giunta e la zonta. C’è anche il doge che presiede, vengono anche nominati 3 capi del consiglio dei 1 che rappresentano all’interno un tribunale ristretto per alcune decisioni urgenti da prendere. Sono il supremo tribunale in termini di sicurezza dello stato, della disciplina della nobiltà, attenzione nei confronti del clero. Ci saranno alcuni tentativi a mettere un freno all’intraprendenza del consiglio dei 10, che aveva competenze sulle scuole grandi, su boschi, sulle miniere… i 3 capi erano rinnovato ogni mese e avevano la libertà di carteggiare e deliberare, funzionavano come sorta di tribunale al di spora del controllo delle strutture giuridiche. Erano caratterizzate dal RITO INQUISITORIO = rituale giuridico che prevede scarsissime garanzie per l’imputato, prevede che si possa procedere senza notizia di reato (io giudice arrivo in città posso indagare senza che nessuno mi abbia fornito un capo d’accusa e posso garantire l’impunità a chi mi aiuta sulle indagini) e l’uso della tortura per ottenere le informazioni o la confessione (tortura della corda). La decisone di torturare + o meno qualcuno è a scelta del giudice, mentre nella terraferma si seguono molto gli statuti a Venezia l’arbitrium è del giudice. Il consiglio dei dieci ha la possibilità di riconoscere le voci di liberar bandito, che hanno a che fare con l’IDEA COMPENSATORIA DELLA GIUSTIZIA; oggi se uccido qualcuno non è che se i parenti mi perdonano lo stato cambia il modo di giudicarmi, in età moderna il perdono può sancire il perdono ed annullare la colpa. Un bandito è qualcuno che ha commesso un reato per il quale la repubblica di Venezia decida che quella persona debba andarsene dal territorio veneziano. Lui resterà ai confini e può dire ai suoi parenti di ottenere una voce di liberar bandito = chiederà al fratello di cercare altri banditi e porterà un altro bandito che ha commesso qualcosa di equiparabile. = idea della giustizia come equilibrio sociale 8^lez. 2.12.2021 RICORDA BENE: consiglio dei 10 = uno degli snodi + importanti della politica per tutto il medioevo e l’età moderna, in quanto il suo potere accumulato sposterà l’asse del governo in un numero limitato di famiglie che saranno sempre quelle ammesse costantemente nel Consiglio dei 10 = che era stato formato come un tribunale straordinario ma era stato reso permanente perché se ne era verificata la snellezza delle decisioni all’interno di un contesto in cui era fondamentale. È una situazione sempre + complessa da gestire proprio perché il mondo diventa sempre + complesso. A partire dal TRECENTO IN POI VENEZIA DIVENTA UNA GRANDE POTENZA INTERNAZIONALE, ENTRA NELLO SCACCHIERE DELLA POLITICA INTERNAZIONALE PER IL SUO RUOLO STRATEGICO DAL PUNTO DI VISTA GEOPOLITICO, ALL’INCROCIO DEL MONDO OCCIDENTALE E ORIENTALE ED è UNA Città RESPONSABILE DEI DESTINI DELLO SCACCHIERE ITALIANO CHE A PARTRE DAL 400-500 Vedrà LA PARTITA TRA LE GRANDI POTENZE EUROPEE. Fino alla metà del 500 il consiglio dei dieci avrà in merito anche i servizi segreti. Questo organismo attirava l’attenzione delle 21 famiglie + in vista, che saranno appunto sempre le stesse famiglie. Questo rimase un problema, il fatto d delimitare ufficiosamente influenza politica delle varie famiglie. Siamo ancora in un periodo in cui la questione dello spazio governato è ancora ristretto. Il carico di questioni che arriva al consiglio dei dieci rimane controllabile. Ma dal QUATTROCENTO, IL DOMINIO DI VENEZIA SI ESTENDERA’ IN 20 ANNI A TUTTA L’ATTUALE REGIONE DEL VENETO, A UNA PARTE DELLA LOMBARDIA, AL CADORE E AL FRIULI. Il carico di attenzione che il consiglio dei dieci dovrà essere forte per questo nuovo stato territoriale nell’Italia che giocava una partita con il dominio della chiesa, con una serie di problemi di ogni peso. Prima di tutto è un organismo politico ma è anche un tribunale e reclama la sua giurisdizione sulla nobiltà. Non è sempre così ma spesso le questioni principali vengono discusse dal consiglio dei 10 (crimini es. sparlare della repubblica = crimine contro lo stato). Il tema della giustizia è che viene concepita come qualcosa di rappresentativo e scenografico, lo stato deve mantenere e dimostrare la forza anche dal puto di vista pubblico e scenografico. L’esecuzione pubblica era una questione del paesaggio quotidiano delle città di antico regime, a Venezia la maggior parte delle esecuzioni pubbliche avvenivano in mezzo a due colonne dove veniva somministrata la pena di morte, la quale poteva avvenire per diverse metodologie. Quando si condanna aorte qualcuno, il modo in cui quella condanna si verifica avrà un codice (al falsario verrà amputata la mano); le condanne a morte tendono a colpire di + i maschi, le dinne proprio perché sono considerate minori, le proprie responsabilità vengono attenuate di fronte alla legge. Alle riunioni del consiglio è presente l’AVOGADOR DI COMUN, ossia l’avvocato di stato, doveva essere garante che venissero rispettate certe procedure. In si tratta di qualcosa di simile alla nostra procedura attuale, ma avrebbe dovuto dare la possibilità di eliminare l’arbitrio sregolato da parte dei giudici. Per i REATI D STREGONERIA: teoricamente la stregoneria è un atto compiuto contro qualcuno con mezzi soprannaturali. Il problema è chi lo deve punire… la cosa funziona fino alla riorganizzazione del tribunale inquisitoriale romano, a Venezia la caccia alle streghe era affidata al consiglio dei dieci. Di fatto in linea generale la grande caccia alle streghe in Europa che finirà con la morte di moltissime donne (300,600) non ha luogo principalmente in area cattolica ma in territori protestanti o dove è presente una compresenza tra protesti e cattolici. La gran parte dei processi o delle vittime non sono legate all’attività dell’inquisizione romana ecclesiastica, ma sono molto legate alle attività dei tribulai laici, o legate alla comunità dove vivono queste donne. (il giudice interroga le streghe e uno stereotipo che circola in Europa è quello del SABBA: cioè di essere andate a questo raduno notturno e raccontando di essere andate volando e questo luogo è sempre molto lontano. Qui era presente il diavolo, c’erano uomini e donne, tutti ballavano in cerchio ma non è una danza sacra ma si balla con un banchetto e poi si hanno dei rapporti sessuali con uomini e i diavoli., poi si chiudeva la cerimonia profanando la croce e si presentava un omaggio al diavolo con un bacio al diavolo = crimine di apostasia, allontanandosi dai dettami della chiesa) --- RACCONTO STEREOTIPATO, che quando le streghe vengono torturate sanno cosa dire. La stregoneria è un mezzo di esternalizzazione del conflitto, ossia trovare un nemico comune che è meglio che non avere una spiegazione per qualcosa che capitava. Quando si sente parlare dei tribunali dobbiamo pensare a dei tribunali che agiscono in primo luogo con uno scopo politico, in antico regime lo scopo dei tribunali è quello di mantenere l’equilibrio, è un obiettivo di carattere politico e scoiale ossia evitare che esistano delle contrapposizioni troppo forti. Era la natura stessa della giustizia in età medievale e moderna. 22 La peste è un grosso shock perché colpisce anche il suo bacino di mercato, colpendo per esempio i consumi di spezie. Tutto sommato si assiste a una ripresa ad una ripresa abbastanza rapida dell’assetto demografico, con migrazione dalle campagne e con l’aumento dei figli che si fanno. La risalita demografica è abbastanza veloce. Qualcuno ha parlato di “benefici sociali” della peste in cui la società è costretta a cambiare rimescolarsi dal punto d vista sociale. La parentesi della peste è una parentesi dalla quale Venezia si rialza rapidamente. La società trecentesca è in pieno sviluppo e sta diventando sempre + complessa nelle gerarchie sociali e per una città mercantile questo vuol dire opportunità di guadagno perché se le classi dirigenti cominciano ad affermarsi e se una borghesia urbana comincia ad essere spinta consumare, Venezia diventa un luogo imprescindibile, perché i mercanti della terraferma differenziano i consumi. La crescita economica delle nuove classi per Venezia è importante perché aumentano le volontà di acquisto. Si crea un MERCATO, che è ricco. Orami si è transitati a un sistema comunale signorile e di fatto il la pianura nordica è ricoperta da città stato che hanno delle classi dirigenti volenterose di consumare e che vogliono affermarsi sulle altre. Per Venezia è un gran periodo quello successivo alla peste. perché rappresenta un’ACCELERAZIONE DELL’ECONOMIA, che le farà sviluppare il controllo sul mediterraneo. Dopo la conquista di Costantinopoli, il controllo del mediterraneo era diventato l’obiettivo ma c’era il problema dei genovesi, perché Genova è una città di mercanti he tende ad incidere sulle stesse linee dei veneziani e quindi c’è bisogno di far chiarezza. - Nel 1376 i veneziani occupano Tenendo, una piccola isola vicino Costantinopoli, è una piccola isola senza nessun significato particolare se non che era un centro importante per le tratte commerciali. Venezia vieta lo scalo ai mercanti genovesi. - Nel 1378, due anni dopo, Genova dichiara guerra a Venezia, è una guerra che prende sin da subir una piega non esclusivamente Genova vs Venezia ma che vede coinvolti degli alleati. I genovesi si alleano con il re di Ungheria che li sostiene in Dalmazia e sul mare, poi con Francesco 1 da Carrara che è il signore di Padova e il duca d’Austria che ce l’aveva con i veneziani perché nel 1338 avevano occupano Treviso. - Grande disparità di forze in campo, perché Venezia è attaccata via terra da truppe importanti. - Nel 1379 i genovesi arrivano ad assediare e conquistare Chioggia , nella parte sud della laguna = i genovesi sono entrati in laguna, l’attacco comporta uno shock per i genovesi che non erano abituati a tutto questo perché Venezia pensava di avere il pieno controllo sull’adriatico. Le possibilità sono poche, bisogna di difendere quello che sia ha… la strategia di Venezia è portare la guerra fuori da Venezia, attaccando Genova. Una flotta comandata da dei membri del MC partono e cominciano a fare una battaglia nel bacino contro oi genovesi arrivando anche nelle vicinanze di Genova. - Nel 1381 : i genovesi si arrendono e viene siglata la PACE DI TORINO = sancisce un principio che anche nei secoli successivi sarà fondamentale per la storia di Italia, cioè l’idea che l’equilibrio politico italiano è una faccenda che interessa anche al di fuori dell’Europa. - I genovesi si arrendono, Tenendo diventa neutra, un’isola franca in cui tutti i mercanti hanno diritto di fare sxcal0. Venezia doveva riconoscere un tributo annuo al re di Ungheria riconosce dolo come dominatore dell’Adriatico (non bellissimo per Venezia) e al duca d’Austria andavano Treviso e tutto il trevigiano. Problemi per Venezia di questi anni - Peste - Battaglie navali morti molti uomini - Difficoltà finanziare e demografiche 25 Viene nel 1381 riconosciuto di fare commercio a Venezia anche ai forestieri che avevano prestato soldi alla repubblica = avere entrate fresche. In questo modo si ricostruisce l’economia e i grandi convogli marittimi, che erano sempre in pericolo durante la guerra, si liberano. CAPACITA’ DI VALUATRE IL MOMENTI PROPIZIO E ARRIVARE A UNA SORTA DI COMPROMESSO CON I PRINCIPI (caratteristica di Venezia). Ci si rivolge verso i possedimenti in adriatico con una strategia aggressiva in questi luoghi e si CONQUISTA. Dopo quel periodo della guerra di Chioggia Venezia è portata a una sorta di rimbalzo verso tutte quelle aree che erano fondamentali per il controllo mercantile. Perché sono tutti porti di primaria importanza. Il problema sarà l’Impero Ottomano. - Mentre Venezia si sta espandendo con lo stato da mar, Venezia guarda la terraferma come mercato. - Venezia ha molta paura dei carraresi, che sono molto vicini e sono a ridosso della laguna. Venezia stringe un’alleanza con i Visconti, i carraresi sono in trappola. - Continuano le azioni belliche, nel 1388 i visconti in segno di gratitudine cede a Venezia Treviso e il trevigiano. Venezia che aveva per quel territorio nel 1381 se lo ritrova. Avere il possedimento di un territorio di quel genere vuol dire entrare di fatto nel conflitto. NEL 1388 CONMINCIA LA CONQUISTA DI VENEZIA DELLA TERRAFERMA IMPORTANTE: la situazione e la procedura attraverso cui Venezia arriva al dominio della terraferma è il risultato di una serie di forze contrapposte. Quattrocento - Nel 1402 questa situazione di equilibrio viene spezzata dalla morte di Galeazzo Visconti. Francesco terzo da carrara vuole approfittare di questa situazione e i carraresi muovono in una controffensiva contro i visconti e vogliono riprendersi dei territori. - Milano chiede aiuto a Venezia - Nel 1404 i carraresi entrano a Verona anche sostenuti dagli Scaligeri, i quali vedono di buon occhio l’idea di una sorta di stato territoriale veneto. - I veneziani riescono a districarsi bene. Nel 1404 Vicenza si dona spontaneamente a Venezia, seguita da Colonia Veneta. Il territorio di Francesco da carrara era spaccato in due: fra Padova e Verona c’erano i veneziani, perché tutto il vicentino era veneziano. - Questa conformazione a macchia di leopardo crea problemi. - Francesco da Carrara attacca i veneziani sulla terraferma e si servono di milizie mercenarie. - Nel 1405 accade che Verona si dona a Venezia, quindi il territorio veronese passa sotto il controllo veneziano (sono dei PATTI DI DEDIZIONE = in cui si riconosce la sovranità di Venezia per avere protezione ma anche perché di fatto si scommette sul medio lungo periodo, ossia su chi si deve puntare. Venezia può dare una buona protezione rispetto a quella milanese). - Venezia cinge d’assedio Padova, che capitola e viene conquistata. Le condizioni di dominio saranno molto sfavorevoli e sarà mantenuta sotto un controllo abbastanza ferreo. - I rappresentanti veneziani si insediano nelle nuove città. Venezia ne esce tremendamente rafforzata, perché dal 1381 al 1405: si trova a governare il vicentino, il padovano, il trevigiano, il veronese = STATO REGIONALE IN 20 ANNI. - La conquista della terraferma sta avvenendo nel giro di qualche anno. Come si inventa un governo? - Il problema ora che non sono + i carraresi, sono i visconti che non sono + così tranquilli… i milanesi non vedono di buon occhio questo ampiamento veneziano, che da città stato con possedimenti marittimi diventa stato territoriale che occupa quasi tutto il veneto. 26 - Molte città importanti vanno a chiedere di donarsi a Venezia, come Bologna, Ravenna. Capiscono che devono schierarsi con qualcuno di + forte, è l’idea di queste città che vedono sgretolarsi città e ci sono dei poteri maggiori che si stanno affermando e Venezia ne è il simbolo. - Molti si alleano con Venezia perché ritengono che sia una scommessa vincente. Il 1407 è l’anno in cui anche Ferrara stringe rapporti con Venezia per i commerci lungo il Po. - Il problema arriva dall’Ungheria, teme l’espansione veneziana vero il Friuli e la Dalmazia. Qualche anno prima il re di Napoli aveva conquistata la Dalmazia e l’aveva ceduta a Venezia dietro pagamento. - Siamo di fronte ad un’espansione progressiva - Il re di Ungheria Sigismondo è uno dei principi elettori dell’Impero. Nel 1410 viene eletto lui come imperatore, con cui Venezia sta facendo guerra. - Venezia si ritrova improvvisamente non solo a dover tenere fronte allo scacchiere italiano ma si trova un nemico potente che è l’impero e che preme da nord. - Nel 1410 viene dichiarata guerra contro Venezia, l’impero assoggetta Feltre, Belluno… - Nel 1413 c’è lo scisma d’occidente , ci sono tre papi … l’imperatore ha un sacco di problemi per la testa ha un problema di dissenso religioso che può diventare politico e Roma sta soffrendo moltissimo lo scisma. C’è l’eresia conciliarista che ha delle ripercussioni molto forti (proponeva che la sovranità reale del potere rimano fosse soggetta al concilio, all’assemblea dei vescovi). - La chiesa è sfasciata e diventa problematico da gestire - Nel 1414 Venezia si riallea con i visconti, che sono i padroni di Milano e pii si allea con il re di Napoli. - Verso la fine degli anni Dieci Sigismondo ha dei problemi, riprende la guerra, si allea con il patriarca di Aquileia. Muove contro Venezia che controbatte. - Nel 1420 Venezia dilaga in Friuli ottiene il controllo di tuti il Cadore, tutta la cista dalmata - Tra il 1380 al 1420 da una sottile fascia lagunare Venezia si amplia TANTISSIMO. - Da quel momento in poi l’Europa è UNO STATO REGIONALE. N.B. LA PRESENZA DI DOMINANTI SU UN TERRITORIO è COSTANTEMENTE NEGOZIATA. 10^lez.7.12.2021 BREVEITA’ DEL TEMPO IN CUI VENEZIA SI TROVA A DOVER INVENTARE UNA NUOVA FORMA DI GOVERNO PER UN NUOVO TERRITORIO CHE SI RITROVA A GOVERNARE. Grazie a questa politica di conflitto che vede contrapporsi le signorie del nord d’Italia Venezia si ritrova ad avere un dominio ampio. I visconti rappresentavano una forza potente nel nord d’Italia e aveva rafforzato i rapporti con Venezia contro i carraresi. Il problema verso il 1420 è che Venezia teme che la politica espansionistica dei visconti possa recarle danno. La partita non è più solo del nord d’Italia ma comincia a coinvolgere anche i principiati del centro Italia, per esempio più volte Firenze chiede a Venezia di entrare in una lega anti-viscontea ma Venezia non vuol saperne di andare contro il suo alleato. Comincia a preoccuparsi nel momento in cui i visconti mettono gli occhi su Genova, avendo così uni sbocco sul mare. Nel trattato di alleanza che Firenze stipula con Venezia c’erano i germi di un tentativo di separazione del territorio italiano: prima volta in cui due potenze italiane pensano ad arrivare allo stato regionale e che valichi confini territoriali. Qualora la vittoria dovesse aver arriso alla lega veneto medicea a Firenze sarebbe dovuta andare tutta la Romagna e a Venezia tutta la Lombardia. L’idea della spartizione diventava uno degli elementi in gioco. Si dà il via a una guerra con Venezia e Firenze alleate contro i visconti e l’impero. Nel 1428 viene siglata la pace di Ferrara e Venezia si estende a Brescia a Bergamo a cremona che sarà persa di li 27 Uno dei problemi fondamentali è che si tende ad avere una sfiducia feroce nei confronti delle istituzioni di governo locali. I popolani, per esempio, faranno scrivere a Venezia non rivolgendosi in prima persona ma sarà una lettera a nome della comunità. A Venezia è pieno di queste scritture che arrivano dalla terraferma. L’idea è sempre quella di saltare i gradi intermedi. Ci sono una serie di poteri informali. Tutti i potenti oocali hanno una guardia personale, i ricchi contadini possono mobilitare delle reti di alleanze. Ecco perché ci cercano degli accordi. Questa INTERCONNESSIONE DEI POTERI, è gestione e controllo del territorio e sovrapposizioni diverse e poteri intermedi. I SINDICI INQUISITORI IN TERRAFERMA fanno quello che dovrebbe fare Venezia in terraferma. Sono un tribunale itinerante che avrebbe dovuto formare processi straordinari garantendo l’impunità a chi andava a parlare con loro. Per tutta la prima fase di amministrazione Venezia non ci capisce niente. Dopo il 1509 quando Venezia a causa di un’offensiva perse tutta la terraferma, quest’ultima si sgretola. - Ogni podestà è superiore ad altri - Giurisdizioni private, sono gestite da famiglie, sono feudi veri e propri. Sono tutte aree in cui il potere veneziano arriva solo di riflesso. - L’amministrazione degli stati in antico regime è molto complessa, in un territorio in cui ci sono tanti piani di giurisdizione. - La tassazione: funziona che Venezia suddivide le quote fiscali nei vari territori. - Come vado a chiedere di pagare le tasse? Arriva gente armata. La riscossione viene appaltata a degli esattori, gente che non ha particolari scrupoli che va a bussare alle case. Capitava spesso che in età moderna, venivano fatte suonare le campane e quando arrivava l’esattore ci si preparava per combatterlo. Per questo è un mestiere pericoloso. Non c’è poi molta trasparenza. - Il problema del governo è amministrare il potere. - Fra il veronese e il bresciano il lago è un problema perché diventa luogo di contrabbando. Fonte Pagina di diario di Girolamo Prioli, un mercante veneziano. - Da Lisbona queste lettere ci mettono 5 mesi - Anche altre lettere da Genova e Lione - In portogallo sono arrivate quelle caravelle cariche di spezie che arrivano da Calcutta. - Una è arrivata anche carica d’oro 30 - Non è tanto la quantità di spezie che colpisce ma il viaggio che hanno fatto - Prima c’erano molte persone che venivano a Venezia - Adesso le spezie se le comprano i Portogallo - C’è una grande percezione del mondo che cambia 11^lez.9.12.2021 SINDICI INQUISITORI IN TERRAFERMA Un tribunale di 3 nobili veneziani che si comportavano come un tribunale con il RITO INQUISITORIO, che garantiva l’impunità a chi si rivelava utile per le indagini. Molto spesso questi tribunali si soffermavano in delle città e ne tralasciavano delle altre. Non era una questione nuova, era stata una pratica di giustizia medievale. Ma in età moderna si vuole avere sempre più precisione di ciò che succede in periferia. Un tentativo da parte degli stati di voler conoscere per governare (nuovo stato moderno). Ogni volta che ritornavano dalle loro missioni dovevano pronunciare le RELAZIONI. Ogni magistratura che svolgesse il proprio compito al di fuori della città di Venezia aveva il compito di raccontare al senato cosa era successo. Questo ci garantisce un corpus di info di primaria importanza. Tutta la storia europea si basa sulle relazioni degli ambasciatori veneziani. La stessa cosa la fanno i rettori in terraferma, una volta che ritornano devono compiere una relazione, sottolineando le problematiche in quella terra. È una fonte comunque mediata perché si deve stare molto attenti a ciò che si dice. Per quanto riguarda la quotidianità degli ambasciatori, dobbiamo andare a vedere i DISPACCI, che sono delle lettere che gli ambasciatori mandano tutti i gironi a Venezia. FONTE - RELAZIONE del 1621 di due membri del patriziato che tornano in terraferma e pronunciano questa relazione. - Ci si rivolge onorificamente direttamente al doge, benché venga letta ad un pubblico + ampio. - Le relazioni sono fatte per essere lette e non per essere pubblicate . - Ciò che si discute nella MC deve rimanere lì, ci sono degli inquisitori che controllano se qualcuno prenda appunti. Perché c’è un’idea ossessiva di SEGRETO, che non deve essere profanato all’esterno e la traccia documentaria che lascia deve rimanere nella SECRETA. Ovviamente mantenere il segreto non è facile. Dopo sei mesi, per esempio, che l’ambasciatore ha pronunciato 31 la sua relazione, questa viene tradotta pubblicata e fatta circolare. Erano degli strumenti ottimi per le azioni di governo. - Venivano pubblicate anonimamente e risultava che non fossero state pubblicate a Venezia. La stampa in età moderna è soggetta a una censura che non è solo religioso ma anche politico. Ci sono molte volte false date e luoghi di stampa, per non avere la responsabilità di quanto stampato. Tutte le date che troviamo partono dal 25 marzo in poi (calendario ab incarnazione). Contenuto: - Durata della missione: 1 anno mezzo. - Ogni ambasciatore dirà sempre che l’incarico è stato onerosissimo (retorica delle fonti). - Quello che hanno fatto secondo gli ordini, quello che hanno visto e che sia utile riportare e dicono quello che sarebbe meglio fare. - Il mettere le mani avanti: quello che andranno a dire potrebbe essere tale da mettere in discussione anche il modo in cui Venezia sta operando nella terraferma. molesto piuttosto che curioso. - Qualcuno potrebbe risentirsi per quello che stanno per dire, ma, ciò nonostante, secondo loro è importante dire ciò perché così il governo possa trovare un rimedio a questo corpo malato. Il medico che poi dovrà curare sarà la repubblica nella sua interezza 1. Hanno messo sotto la lente di ingrandimento le operazioni dei rettori e dei ministri pubblici, indagato se hanno compiuto bene il loro lavoro 2. Hanno formato processi 3. Rivedere i conti, se il fisco incamera tutto quello che avrebbe dovuto 4. Hanno cercato di riportare l’ordine - Dove: 22 reggimenti a fronte dei 53 in cui era divisa la terraferma. cominciando da Chioggia, andando nel vicentino… - Padova non è menzionata. In tutti i luoghi in cui sono stati hanno formato processo ex officio e su denuncia. - Da alcuni di questi processi hanno scoperchiato qualcosa che non credevano di trovare e in altri non sono riusciti a provare le cose, perché c’era il problema grosso dell’OMERTA’. La questione gira attorno a chi ha il coraggio di parlare. Si ha paura, per esempio, di autorità che si devono denunciare… Ecco perché si agisce con i riti inquisitori. Il clima di timori è legato a una società in cui i vincoli nei confronti della legge non sono percepiti con serenità. Si ha paura anche del nobile locale, di chi ti affitta i campi ecc. - Chi è che va a denunciare = chi ha interesse, chi ha sangue caldo, difficilmente altri saranno indotti a parlare. Noi possiamo promettere tutta la segretezza del mondo ma in qualche modo quello che viene detto nel tribunale non sarà così segreto. - I sindici stanno dicendo che la sfiducia nelle istituzioni non è legata a un mito ma a dei comportamenti: la segretezza non esiste. - Tutto quello che hanno fatto lo hanno fatto per compiere la volontà del senato. - C’è un vero e proprio mercato delle denunce. Intercettarle è difficile, è molto + facile affidare la verità a qualcuno che a un servizio postale gestito da delle famiglie. - Un po' di processi è stato lasciato in sospeso… - Critica ficcante al fatto che loro non hanno avuto indicazioni su come agire. Le colpe che hanno riscontrato sono conto tutti quelli che per dieci anni hanno compiuto il ruolo di rettore e tutti i loro ministri. Quei luoghi erano legati a delle consorterie che si sono lì incistate. - Vi abbiamo chiesto che cosa fare, ma non sono mai stati risposti (metteva in imbarazzo il senato?) - Siccome è da tanto tempo che si fa cos’ è diventato normale. O si puniscono tutti o si assolvono, ma qualcosa bisogna fare. Tutti si scuserebbero dicendo che si è sempre fatto così. 32 Ormai a partire dagli anni ‘30 del 500 una buona parte dell’impero è passata dalla parte dei luterani e nel 1534 l’Inghilterra sancisce il distacco dalla chiesa di Roma non di natura teologica ma di natura liturgica ma principalmente di natura politica: l’idea di dire che la chiesa inglese è autonoma risetto a quella di Roma. In Inghilterra l’organizzazione formale rimane simile a quella precedente quello che cambia è il ruolo del re che diventa il primate della chiesa d’Inghilterra secondo l’idea del primato del sovrano sulla chiesa nazionale = idea che piace moltissimo ai veneziani. La linea di frattura religiosa sarà una linea politica, perché i grandi sconvolgimenti bellici che nel corso del 500 ma soprattutto nel 600 sconvolgeranno l’Europa seguono delle line di frattura che sono religiose. Di fatto la pace religiosa europea è finita e inizia un periodo di tensione! Venezia? - A Roma molti ritengono che le critiche di Lutero siano comprensibili. Gaspare Contarini e altri membri della chiesa cominciano ad interrogarsi se sia o meno il caso di pensare a una riforma della chiesa, fare chiarezza sulla questione delle indulgenze… - Venezia vede in quello che sta accadendo a livello religioso come uni strumento per revocare in dubbio alcune delle pretese che Roma aveva nei suoi confronti. Ad esempio, Venezia è la prima produttrice di bibbie in volgare. Uno dei punti della predicazione di Lutero era “sola scriptura” e questo voleva dire che l’autorità della sacra scrittura era l’unico elemento su cui il fedele si dovesse basare per decidere ciò che era giusto o sbagliato ma era un grosso problema: 1. Qual erano i libri canonici 2. All’interno di una popolazione analfabeta quanti potevano interpretare il latino Una delle prime cose che fece Lutero fu tradurre la Bibbia in tedesco. Per la paura che l’interpretazione errata della scrittura, la lettura della bibbia in volgare venne presto proibita. Il libro sacri per eccellenza di una confessione religiosa diventava di fatto il libro proibito. Per i veneziani la pubblicazione della bibbia in volage era soprattutto un buon affare. Venivano stampati anche molti libri che non erano completamente ortodossi ma non c’è ancora un organismo che decida. Venezia è guardata come un luogo di libertà, arrivano vari predicatori, ci sono i turchi, ci sono gli ebrei che dal 1516 sono stati sistemati nel ghetto. Cominciano ad essere sempre + presenti mercanti tedeschi e protestanti che nel fontego hanno la possibilità di discutere e Venezia sembra riuscire a mantenere quell’autonomia che mette a riparo molti di queste proposte religiose. La riforma penetra lentamente nei territori veneziani con un certo interesse anche da parte dei nobili veneziani che non abbracceranno mai apertamente la riforma ma che in qualche modo appoggeranno e lasceranno entrare all’interni della società veneziana. - A Roma c’è una componete della curia romana che spinge verso una ricomposizione con Lutero con una spinta irenista riprendendo la questione dell’autorità pontificia (sottoponiamola all’autorità del concilio. Altri invece considerano Lutero pericoloso e che bisogna agire in modo duro nei confronti della sua ideologia. In questa situazione matura l’idea di un CONCILIO, che avrebbe dovuto essere ecumenico, ossia avrebbe dovuto coinvolgere sia i rappresentati del mondo romano che quello protestante. - Nel 1545 viene convocato il CONCILIO DI TRENTO, ma nel frattempo nel 1542 a Roma viene rifondata l’inquisizione romana: un tribunale formato da cardinali, il quale aveva la competenza nella valutazione dell’eresia. L’inquisizione religiosa era qualcosa già di operativo a partire dal ‘200, ma c’era qualcosa di organizzato a livello locale. Nel 35 corso del 400 l’attività di questa istituzione aveva perso terreno ma soprattutto i tribunali avevano perso il carattere verticistico. In quegli anni si discute proprio su un’efficace burocrazia della repressione. Nel 1542 viene organizzato un tribunale centrale formato da cardinali “congregazione del Sant’Uffizio” (suprema congregazione), la quale aveva il compito di giudicare i pensieri e di stabilire un’ortodossia. Fino a quel momento l’idea dell’ortodossia era elastica, la distinzione fra ciò che era credere bene o male era molto legata a luoghi e contesti. La spinta nuova del 500 è proprio quella di normalizzare anche i percorsi del dissenso religioso. Tutto ciò ha un’efficacia? Per processare qualcuno, per esempio, bisogna portarlo a Roma. Bisogna avere delle delegazioni, è un tribunale che va a giudicare sudditi di altri stati e per andare a operare è necessario il consenso di questi stati. Una cosa che viene consigliato di fare è convertirsi. Molti lo fanno ma poi di nascosto continuano a praticare i propri culti ed è lì che entra in gioco l’inquisizione, nel ripulire la società. Se ci si converte al cristianesimo e il l’inquisitore scopre che qualcuno continua a fare i propri riti, si diventa soggetti all’autorità dell’inquisizione, subendo la confisca dei beni pagando in vari modi. Il problema nel territorio italiano non è quello della riconquista spagnola, l’inquisizione romana nasce con lo scopo di costituire un frangi frutti nei confronti della prenotazione luterana in Italia. Venezia da Roma è vista come porta della riforma: 1. X la mescolanza di credenze e gruppi etnici diversi 2. X la tendenza a non manifestare una subordinazione nei confronti di Roma 3. X la presenza di un mercato editoriale 4. X la presenza dell’UNI di Padova che accoglie studenti che appartengono confessioni diverse e che vengono da fuori. Tutto questo fa guardare con grande preoccupazione al territorio veneziani da parte di Roma che cerca di fare in modo di attivare dei tribunali a Venezia. Si decide un concordato per cui l’inquisizione entrerà a Venezia solo nel 1547 , a patto che l’inquisitore sia affiancato da una componente laica. Questa magistratura prende il nome di 3 savi sopra eresia = perché una riunione del tribunale fosse valida doveva vedere la presenza di uno di questi 3 savi, di almeno un nobile. La parte religiosa era affidata a inquisitore, all’inizio è un francescano e poi sarà sempre un domenicano, il patriarca di Venezia e dal nunzio pontificio (ambasciatore del papa). - 3 nobili veneziani - Inquisitore = spesso è un suddito veneziano, scelto tra persone nate nello stato veneto - Patriarca di Venezia = nobile veneziano - Nunzio pontificio Facile capire da questa composizione che questo tribunale diventa uno snodo di carattere politico. Non basta un solo tribunale a Venezia, per cui Vengono messe 12 sedi periferiche, a cui il vertice sta un inquisitore, quello della terraferma veneta è un francescano. Per essere effettiva una riunione, dovranno essere presente inquisitore, il vescovo della città e il podestà. Si crea una maglia di tribunali che avrebbe dovuto intercettare dissidenti che si andavano propagando… Nella seconda metà del 500 l’attenzione principale dell’inquisizione è rivolta nei confronti degli eretici. Nel 1545 viene convocato il concilio di Trento che si chiuderà nel 1563, che dall’inizio parte come concilio ecumenico ma che in realtà è di fatto solo una partecipazione della chiesa di Roma. Ne esce un tentativo di ripensare alla chiesa. Alla chiusura del concilio abbiamo: 36 - Ruolo fondamentale delle opere per salvarsi - Necessità della mediazione ecclesiastica per la salvezza - Ruolo principale del servo arbitrio - Ri-codificazione dei sacramenti: il matrimonio è un sacramento e deve essere celebrato in chiesa (prima era un’unione di carattere sociale) ed è fondamentale la volontarietà dei due coniugi = questo mette in crisi una struttura sociale, ossia mette in discussione le famiglie. - Vengono istituiti i seminari: molti preti non sanno il latino per cui diventa fondamentale la formazione all’interno di questi nuovi edifici. Si cerca di creare una sorta di disciplina. - Viene sottolineato il celibato ecclesiastico (anche se ancora ne 700 troveremo sacerdoti con figli) - Sancisce l’obbligo dei vescovi di risiedere nei luoghi di appartenenza - Ai vescovi viene richiesta una visita che porti il vescovo a Roma dove sottoporsi a una sorta di esame. Il vescovo deve fare le VISITE PASTORALI, visitare le parrocchie e stilare delle relazioni, che sono una grande fonte per noi oggi perché ci dicono molto sullo stato delle anime. - I parroci devono sapere bene leggere e scrivere perché devono tenere obbligatoriamente i registri di battesimo, di matrimonio e di morte. - Ribadisce la necessità del battesimo il + vicino possibile alla nascita = l’idea era salvare l’anima. Venezia aveva reclamato da sempre l’autonomia in campo religioso, quindi sorgono diversi problemi con lo stato pontificio. Il primo elemento di dissenso è causato dall’indice dei libri proibiti, emanato a Roma nel 1559: proibiva autori come Lutero e Erasmo, la bibbia in volgare e tutti quei libri della letteratura italiana licenziose, ce non appartenevano al canone del buon fedele. Venezia si ribella di fronte a questo indice; questo stabiliva la pratica censoria. L’indice dei libri proibiti andava ad identificare quelli che erano già presenti sul mercato ma prima che venga pubblicato un libro bisognava farlo leggere al governo (consiglio dei 10) e poi ci si doveva rivolgere all’inquisitore. 13^lez.14.12.2021 Stampa e censura La stampa a caratteri mobili sviluppa a partire dalla metà del 500, il primo libro stampato a caratteri mobili è una bibbia attorno al 1553. La pratica consisteva in un’impressione da parte di una FORMA composta da caratteri mobili. La forma era una scatola all’interno della quale venivano riposti dei singoli caratteri di piombo; una volta composta la pagina veniva inchiostrata e messa sotto a dei torchi, che andavano a schiacciare la forma su un foglio di carta. La carta ai tempi era legata alle macerazioni di fibre, tendenzialmente + robusta e propensa ad assorbire l’inchiostro. La stampa velocizza e garantisce un’omogeneità. Si abbattevano così i costi di produzione e di vendita. Non viene accolta solo con entusiasmo ma anche con paura A Venezia artigiani che si occupano di stampa arrivano precocemente, vengono stanziate le prime botteghe di stampa e si comincia a stampare vivacemente. A partire dal 500 Venezia è il primo centro di stampa in Europa. La necessità di un controllo sulla produzione scritta era necessaria. Le autorità iniziano a dotarsi di strumenti di censura, CENSURA PREVENTIVA e SULLA CIRCOLAZIONE. Esiste una censura di stato e una ecclesiastica e non sempre le due si intrecciano. Molto spesso gli editori sono anche librari. Lo stampatore è colui che stampa ma l’editore può essere un altro. Il costo dell’impresa editoriale è soprattutto sulle spalle di editori che possono anche affidarsi a stampatori esterni. Molto spesso le librerie erano i fronti bottega delle stamperie. Era l’acquirente o il libraio che faceva rilegare la singola copia, il libro usciva come fogli sfusi. Di fatto, quindi, non esiste il 37 trasmissione del sapere. Che le idee circolino può rappresentare un problema e la stampa andava a minare il mondo degli amanuensi e per alcuni è un’arte infernale. C’era la necessità di controllare, la censura, che non è solo da parte della chiesa ma ci sono + autorità che sono chiamate a esprimere il proprio consenso. Stato e chiesa devono trovare un equilibrio nella pratica censoria. Rapporti Stato e Chiesa A Venezia è difficile trovare una concordanza per una tradizionale ostilità delle autorità veneziane nei confronti di quelle romane. Venivano proibiti dalla chiesa molti libri che erano alla base dell’editoria veneziana (Macchiavelli è un autore che la chiesa cerca di rimuovere ma leggerlo costituiva di fatto una delle attività preliminari dell’uomo “politico”). La censura in età moderna non è un orologio svizzero, anzi le ragioni sono spesso legate allo status sociale. A Venezia i nobili sono molto propensi a non concedere spazi alla chiesa, esiste sempre una componente laica e una ecclesiastica nel tribunale inquisitorio veneziano. CRIMINI DI MISTOFORO: ci sono una serie di reati che implicano la possibilità di essere puniti dalla parte ecclesiastica e dalla parte del governo. Nel caso di reati come la bestemmia, la bigamia, la circolazione dei libri, alcune delle questioni legate alla magia, anche su quelle il governo può reclamare la sua giurisdizione. Lo decide il contesto, se i rapporti sono tesi, può essere che il risultato si scarichi su chi è protagonista della faccenda giudiziaria. Per quanto riguarda la censura stato e chiesa sono in tensione perenne. La chiesa con l’indice ha chiesto una serie di cose che Venezia non è disposta a dare, per esempio che i librai giurino di non commerciare libri proibiti e di partecipare alle indagini. Il giuramento si deve prestare solo al principe per i veneziani. L’indice del 1596 è terribilmente duro per le categorie che vengono colpite e tutto questo colpisce la produzione veneziana e colpisce anche dal punto di vista ideologico. Si fanno trattative, l’indice viene accettato dopo una serie di trattative che arrivano a quasi a portare una rottura. Nel 1555 nel mondo tedesco era stato fissato un principio secondo cui il principe decideva la confessione nel proprio territorio. La Francia è squassata dalle guerre di religione. L’esempio dell’Inghilterra aveva dato l’esempio di come si poteva passare da una confessione all’altra. Abbiamo questa situazione in cui gli stati vogliono la loro autonomia e dall’altra parte la chiesa che li vuole a sé. Venezia è caratterizzate da questa voglia di autonomia ma è comunque nel territorio in cui la chiesa di Roma è veramente forte. Quanto è possibile per uno stato italiano non è essere cattolico? A Venezia si gioca la partita + ampia del contrasto stati chiese e lo si misura sul territorio veneziano che vede protagonisti come Paolo Sarpi, convintissimi assertori dell’autonomia dello stato. Non è un problema solo cattolico però, perché c’è un altro aspetto, il ruolo proattivo negli stati dell’utilizzare la religione nel governo, gli storici hanno definito questo periodo di disciplinamento del periodo della confessionalizzazione = tentavi della chiesa cattolica di reclamare il proprio potere + tentativo da parte degli stati di fondere la propria attività con quella religiosa per usarla come collante nella questione politica. Venezia ha sempre reclamato la sua autonomia, ha una società basta su credi diversi, ha la necessità di praticare una tolleranza pratica, tenendo presenti dei suoi mercanti (i mercanti vicentini vanno a Lucerna e si convertono al calvinismo). Ci sono molti gruppi di mercanti che organizzano prediche protestanti alle quali partecipano anche i cattolici. Roma non è per nulla contenta per questo. Crisi dell’interdetto 40 Nel 1606 la situazione è di fortissima tensione: il papa vuole che due chierici che hanno commesso crimini nello stato veneziano siano consegnati alla giustizia ecclesiastica. Ne nasce una guerra chiamata delle scritture. Paolo Sarpi, un frate, viene chiamato consultore in iure: è una sorta di consigliere in ambito del diritto del governo veneziano. La linea politica di Sarpi avrà un ruolo fondamentale. La repubblica ha sempre avuto l’autorità sui religiosi e i papalisti che volgono aggiungere i romani è una novità per avere + potere. Sarpi dice che il senato deve mantenere un’assoluta intransigenza nei confronti delle richieste. Il papa minaccia Venezia, qualora non restituisca i chierici, di fulminare l’interdetto (pratica del diritto canonico che di fatto sospende l’amministrazione dei sacramenti nei territori colpiti da quell’interdetto e scatta la scomunica), uno strumento di pressione che interdice il sistema sacramentale. Il problema si sposta sulla reazione che avranno i religiosi sul territorio veneziano, se seguiranno la chiesa o non applicheranno ciò che ha predisposto il pontefice. Venezia non prende atto dell’esistenza di questo monitorio, documento dell’interdetto. Venezia rifiuta di ricevere il nunzio pontificio in collegio e accade che il monitorio non viene consegnato; Venezia elabora un documento in cui fa affiggere alle porte delle chiese un contro monitorio. Il papa comunica ai sacerdoti di appendere sulle porte delle chiese il testo dell’interdetto e poi un’ora dopo passano i birri del governo veneziano a strapparli. Il papa decide di indire un anno santo speciale, un giubileo in cui si ottiene il perdono. Comincia la guerra delle scritture e ci si confronta sul primato dello stato rispetto alla chiesa e viceversa su quello della chiesa rispetto allo stato veneto. Paolo Sarpi da Roma lo si guarda come simbolo del male. Ha in mano la politica ecclesiastica veneziana. Ci sono degli ordini come i gesuiti che hanno un vincolo aggiuntivo ossia del voto di obbedienza al pontefice. Era un gruppo che aveva deciso di lavorare nella direzione delle coscienze e nell’educazione. Le scuole dei gesuiti diventano maggioritarie, molti nobili mandano i propri figli a scuola dai gesuiti, che agiscono molto. Accade che i nobili veneziani abbiano come direttori spirituali. Venezia caccia i gesuiti dallo stato veneto nel 1606, come i barnabiti w tutti quei sacerdoti che si rifiutano di seguire l’indirizzo veneziano. Il sant’uffizio viene sciolto, e il nunzio espulso. Si apre la guerra delle scritture, il papa dice a tutti i teologi di cominciare a pamphlet contro Venezia e Venezia dice a Sarpi di organizzare la controffensiva, in reazione alla chiesa. È una guerra combattuta in tutta Europa perché questi testi circolano. Si discute sull’autonomia dello stato rispetto alle chiese. È una questione di carattere universale. L’atteggiamento politico europeo è un misto di ammirazione per Venezia ma dall’altro c’è una nazione molto legata alla politica di Roma che è la Spagna che è un competitore potente temuta da Venezia. Alla fine nel 1607 la questione deve essere risolta: Venezia consegna i due chierici all’ambasciatore francese il quale li consegna a Roma. È un escamotage politico, le questioni vengono spazzate sotto il tappetto si ricompongono i rapporti e l’interdetto viene rimosso. Paolo Sarpi continua a rimanere a Venezia ma subisce due grandi attentati organizzati da Roma e dal nunzio pontificio. i gesuiti i giovani non li vogliono. Rientreranno nel 1656 quando nella guerra di Italia perché Roma ha bisogno di Roma. La figura di Sarpi rimane il centro della politica veneziana, a lui verranno affiancati altri consultori in iure, che analizzeranno molti crimini di mistoforo. Fare la guerra con Roma vuol dire avere problemi con la spagna… Negli anni dell’interdetto si era pensato che la repubblica Venezia potesse staccarsi da Roma, creando una sorta di chiesa di stato = la questione era qual era il ruolo della chiesa non di teologia. Nel 1616 escono i manifesti rosacrociani, un gruppo religioso che ha una connotazione esoterica. Quei manifesti in realtà erano manifesti che proponevano una religione aconfessionale, la cosa importante è credere. Sono pubblicati in area tedesca e diventano uno degli elementi scatenanti della guerra dei 30 anni. Sono anni in cui l’Europa fa girare l’idea che fra magia alchimia ci sia continuità e che la chiesa sia qualcosa di diverso. 41 Nel 1618 scoppia la guerra dei 30 anni alla quale Venezia non partecipa però la Germania ne fu economicamente colpita e diventa una tragedia anche per Venezia. 15^lez.20.12.2021 Seicento Venezia si porta come eredità dalla guerra dei 30 anni la peste legata al transito delle truppe che si muovono attraverso la pianura. La peste del 1628-1630 non è molto diversa da quella del 300. Le capacità di fronteggiare in maniera efficace il pestifero morbo non si sono sviluppate. A Venezia colpisce fra il 29 e il 30 ed è molto violenta. Fra Venezia e la terraferma circa il 40 per cento della popolazione muore. I tentativi da parte delle istituzioni si basano sull’isolamento e di evitare che ci siano i capannelli. Continuavano i tentavi di spiegazione della natura della peste, come quella del 1348 per una città come Venezia la peste è una tragedia. Dove non colpisce la guerra colpisce la guerra, ci nasce su un sostrato religioso che vede contrapposti protestasti e cattolici ma che vede impegnata la Spagna che ha una situazione di monopolio in Italia. È una guerra globale! In tutto questo Venezia cerca di rimanere neutrale anche se teme molto la Spagna che possa intervenire contro Venezia contr la sua autonomia rispetto a Roma (attentato terroristico al palazzo ducale). Sono gli anni in cui Venezia si allea con l’Olanda… La Germania ne esce devastata e Venezia lì aveva un bacino di espansione dal punto di vista commerciale. Più in generale da questo periodo del 600 tutti i paesi sono legati e la politica internazionale diventa un affare complicato soprattutto per l’Italia che non è omogenea. La chiesa allora assume un ruolo ancora + centrale. Venezia ha comunque al suo interno membri ostili a Roma e nel 1629 diventerà doge Niccolò Contarini perché esprimeva bene quella classe dirigente che riteneva che fosse possibile restaurare le glorie dell’antica repubblica con un distacco da Roma. A lui interessava un’autonomia rispetto a Roma con una politica antispagnola. Inquisitori di stato = vengono organizzati per il terrore che i segreti della politica vengano estesi al pubblico. Vengono istituiti nel 1538. Solo 3 persone (due escono dal Consiglio dei 10 e uno viene nominato dal senato e stanno in carica 18 mesi) possono maneggiare determinate questioni per la rapidità. Rappresentano il consiglio dei 10. Adottano il rito inquisitoriale, hanno la possibilità di istituire i processi con un avogador di comun. La verbalizzazione dei processi non avviene sempre. Se ci sono delle decisioni da prendere ma non c’è tempo si procede per esempio con il confino senza verbalizzazione alcuna. Dovevano agire per il bene dello stato e dovevano organizzare lo spionaggio e tutte le attività all’estero, pagati per le informazioni. Lo spionaggio a Venezia aveva dei confidenti che sono pagati per osservare; ci sono tantissimi osservatori che quotidianamente scrivono relazioni al segretario degli inquisitori di stato. In tutto questo gli inquisitori si occupano anche di spionaggio industriale, per far sì le conoscenze non uscissero dall’ambito veneziano. L’archivio degli inquisitori è molto ampio e danno informazioni anche sulle operazioni coperte come avvelenamenti e gli inquisitori pagavano anche dei medici per elaborare degli antidoti contro. Un piano su cui si devono muovere gli inquisitori è l’OPINIONE PUBBLICA. Il malcontento e la creazione del consenso era una questione che si era posta già da tempo (vedi Sarpi), influenzando l’opinione pubblica. Non bisogna solo fare la censura e il consenso. A partire dagli anni 40 del 600 quando Venezia entra in guerra con i turchi per il possesso dell’isola di Candia, si scatena in Europa una passione nei confronti della discussione politica le piazze di tutta Europa si riempiono di persone che discutono appassionatamente. Nel corso del 600 si scatena la letterale passione di DISCUTERE 42  Amorazzi di nobili: ratti di fanciulle che venivano fatti dai nobili che li portavano nelle proprie case.  Scandali nelle chiese: le chiese erano luoghi di socialità, vengono consumati amori… il problema è che la separazione fra la moralità e la coesione sociale è labile e per tanto lo stato cerca di controllare anche questo. Tutte queste riferte mostrano grande libertà, soprattutto dal punto di vista dei comportamenti. C’è un grande senso di festa, che si può trovare poi nel Carnevale veneziano o nelle commedie di Goldoni. La società veneziana ormai si sta dissolvendo: quella società che si era costruita con una classe dirigente ormai è svanita e non si può più far finta di essere tutti uguali. L’essere veneziano costituiva un valore: l’essere nobile veneziano ora non è più ciò che significava in passato. Nel Settecento si assiste quindi ad una differenziazione tra i nobili, ad una rottura dell’idea di Venezia come corpo unico. Inoltre, tutto intorno a Venezia sta cambiando perché sta cominciando l’età delle Riforme, con i regni che pensano a sé stessi in maniera nuova: ovunque è il sovrano che decide. 17^lez.23.12.2021 SAVI ALLE ACQUE =avevano giurisdizione sui fiumi e sulla salvaguardai di Venezia. Deviare il corso dei fiumi per fare in modo che l’interramento diminuisse = operazione che durò diversi anni. Accanto a questo c’è anche il tentativo di unificare le pianure, bonificando. Nel 500 ci si pone per la prima volta del MOSE, l’idea di separare la laguna dal mare era già venuta nell’500. Il problema era il costante abbassamento e rialzo dell’acqua perché scopriva le fondamenta e tenevano a macerarsi. La lotta fra Venezia e l’acqua è ben lontana da essere conclusa. Tutto questo creava problemi e i savi avevano la responsabilità di risolvere questi problemi. Per debiti si andava in carcere. Anche se a volte le cose si risolvevano in ambito privato con il notaio. Venezia alternerà sempre il privato ai principi generali. Ci sono spinte moderne ma progressivamente sono talmente profondamente avvertite che non vengono mai messe in discussione. Settecento La società veneziana ha una struttura corte e la nobiltà a partire dal 600 decide di abbandonare il mercato per investire in pietra. Così smettono di fare quell’attività che aveva molti rischi, che si dovranno prendere altre persone che vengono da fuori o i cittadini. Molte famiglie vanno in rovina e se ne vanno da Venezia. SAVI DELLA MERCANZIA = aveva sede a rialto e si occupava di tutto quello che riguardava la mercanzia. Nel corso del 700 molte opere vengono stampate con PERMESSO TACITO, lasciato dallo stato con l’accortezza di dire che il libro non è stampato a Venezia. I consultori in iure prendono molte decisioni, con l’idea che la chiesa non debba intralciare lo stato. Che cos’è la chiesa nel 700? Benedetto 14 autorizza nel 1754 la lettura della bibbia in volgare. I nobili guardavano con grande disagio le mode che venivano da fuori. Goldoni ridicolizza spesso questo tradizionalismo della nobiltà. Nel 700 ormai la nobiltà veneziana sta a Venezia ha dei contatti molto poveri con il resto del mondo. In tutta la seconda metà del 700 si respira l’idea di una nobiltà molto decadente all’interno di un circolo che guarda al libertinaggio e non al bene pubblico. In quegli anni le monarchie assolute cooptano membri della società civile in vista del loro ingresso nelle pratiche di governo. Vengono cooptati degli intellettuali che non 45 sono necessariamente nobili. A Venezia tutto ciò non è possibile perché le cariche sono nobiliari. Nel 700 la nobiltà viene sempre + confinata (in Francia viene rinchiusa a Versailles). L’idea è quella di definire i compiti della nobiltà e di coordinare il tutto attraverso dei dipendenti di stato. A Venezia era tutto molto difficile. Scipione Maffei dice che se Venezia non si apre all’esterno come fa a pretendere l’appoggio? Innovatori veneziani che propongono delle riforme vengono mandati al confino. La nobiltà veneziana fa sempre + fatica a cogliere quello che sta succedendo nel resto di Europa. Quando esce dei delitti e delle pene, viene proibito a Venezia perché viene considerato eretico che la condanna a morte non debba essere somministrata. Buona parte della produzione francese viene proibita a Venezia anche se vengono lette. A Venezia nel 700 arrivano da tutta Europa perché è una grande tappa fondamentale del gran tour… l’idea di questo posto che non sa deciderci, era una città vissuta come ipocrita. In cui la gente ha la maschera, una doppiezza dei comportamenti, di una città di cui non ti puoi fidare. È meno appetibile diventare nobile veneziano. C’è un forte crollo nella progettualità. Venezia a partire dei primi del 700 praticherà una politica assoluta. Si propone come serenissima perché tutti erano contenti del loro stato è uno dei cardini su cui si basa il mito veneziano: 1. Libertà originaria 2. Creazione ab nihilo 3. L’idea della concordia Basa il suo mito e lo fa con la ritualità civica e pubblica come, per esempio, lo SPOSALIZIO DEL MARE, nelle processioni veneziane pubbliche vedono sempre tutti i rappresentanti sociali, cioè il dissenso non ha spazio, l’idea di mancanza di conflitto è alla base. Il leone è simbolo di forza ma allo stesso tempo poggia la zampa sul vangelo. C’è l’idea che tutti siano controllati e che tutti siano soddisfatti della propria condizione. Venezia al di là dei crolli dovuti alla peste nel 700 tende a perdere le persone rispetto le altre città europee che tendono ad aumentare. 18^lez.23.12.2021 Declino del ‘700 veneziano e caduta della Repubblica Nel tardo ‘600 Venezia aveva recuperato la sua posizione internazionale dopo la sconfitta della guerra di Candia del 1669 e l’ingresso nella guerra di Morea del 1684. Nel 1699 aveva conquistato il Peloponneso e questo rappresentò il punto massimo dell’espansione. I turchi nel 1714 attaccarono la Morea e spazzarono via i veneziani, anche se Venezia aveva proposto il catasto e c’era un profondo dissidio tra chiesa ortodossa e cattolica che Venezia aveva cercato di imporre. Nel 1718 viene firmato il trattato di Passarowitz con il quale Venezia perde i suoi possedimenti in Levante. Tutto l’impero coloniale veneziano era andato perduto e ormai il porto di Venezia si era ridotto a uno scalo regionale e la stessa posizione di Venezia era su un secondo piano sul punto di vista commerciale. Venezia si rende conto che la politica di neutralità che l’aveva caratterizzata non è + una scelta ma una necessità. Tutta la prima metà del 700 l’Europa è percorsa da guerre, alle quali Venezia decide di non 46 partecipare insieme ad alcune iniziative come, per esempio, fra il 1768 e il 1774 Caterina II di Russia intraprende una serie di azioni militari contro l’impero asburgico per lo sbocco sul mediterraneo; oltre a impegnare gli eserciti asburgici cercava anche di impegnare la marina, ma le navi russe dovevano arrivare dal baltico e questo creava problemi e l’alleanza con Venezia sarebbe stata preziosa. Infatti, aveva proposto a Venezia di spartirsi i territori asburgici. Nel corso del 700 si marca quella differenza fra le case + influente politicamente ed economicamente e tutto quel patriziato povero che Venezia non riesce + ad assorbire. Non è un 700 di decadenza, le manifatture funzionano e non c’è una profonda crisi ma entra in crisi il sistema politico perché lo basa su strutture che hanno un’origine medievale e che non riesce a piegare a quella situazione internazionale. le esigenze riformistiche non potevano essere elaborate in quel contesto. Le uniche riforme che vengono accettate sono solo quelle che non riguardano la forma di governo. Non ci si posero programmi a lunga scadenza, è un periodo in cui si sperimenta la vita giorno per giorno che dà una tendenza alla libertà nei comportamenti. C’è un gran declino demografico… L’idea del ‘700 veneziano è di essere neutrali: comincia la famosa decadenza della Repubblica. Venezia ha ancora una forma di Repubblica nata nel medioevo e ha a che fare con un mondo in cui le grandi monarchie hanno cambiato le loro strutture; la nobiltà ha assunto un ruolo diverso; il mercato ha ottenuto progressi straordinari. Uno dei principali dogi dichiarerà che Venezia non è da guerra, ovvero una realtà che constaterà la debolezza intrinseca della Repubblica. Inoltre, Venezia ha aumentato la sua tendenza oligarchica: non era più possibile un ricambio dal punto di vista nobiliare. Le cose, tuttavia, non vanno così male come la storiografia ha sottolineato: certamente il mercato marittimo è diventato una voce secondaria, ma in compenso si sono sviluppate le attività manifatturiere in terraferma. Venezia come città è diventata un porto secondario, sostituita da Trieste, ma le attività terrafermiere sono attive. Il vero elemento di crisi è quello politico: l’incapacità del governo veneziano si mostra nella riforma e nell’idea che bisognasse rifondare gli stati. In tutta Europa si cerca di fare il catasto: Venezia guarda con interesse ciò che viene fatto intorno ad essa. Ciò che non si trova mai però è un cambiamento nell’assetto politico veneziano: qualcuno prova a farlo, ma metter in discussione l’apparato politico significa rimettere in discussione la posizione della nobiltà. Le cose non vanno male, ma il mercato non si può più fare: il gioco è diventato troppo grande per Venezia e per gli stati italiani in generale. Nel 1789 in Francia scoppia la rivoluzione: non si capisce all’inizio cosa sia, ma Angelo Querini, ambasciatore di Venezia a Parigi, si accorge che qualcosa di più profondo sta per nascere. Si comincia a parlare di uguaglianza e Venezia guarda a questo con qualche problema: il mondo su cui si è formata viene meno. Nel 1793 il problema passa all’esportazione della Rivoluzione: nei territori veneziani ci sono molti circoli giacobini. Nel 1796 il comando dell’armata d’Italia viene affidato ad un generale còrso molto ambizioso, con una grande capacità strategica militare: Napoleone Bonaparte. Si apre un nuovo fronte nell’Italia settentrionale e i Francesi invadono il territorio lombardo: gli austriaci arretrano e così, seguendoli, i Francesi entrano nel territorio veneziano. I Veneziani, quindi, cercano di non favorire i due governi, facendosi notare il meno possibile. Nel 1796 Napoleone avanza sempre più: nei territori in cui egli passa, cominciano a proclamarsi sempre più municipalità provvisorie, dotate di un governo autonomo e sempre più simili alle municipalità francesi. Una parte del clero si schiera contro Napoleone e cominciano a comparire Madonne ovunque: in generale c’è una grande confusione e molti 47
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