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La Prima Guerra Mondiale: Obiettivi, Cause e Connessezze, Appunti di Storia

Una panoramica dettagliata della Prima Guerra Mondiale, dai suoi obiettivi tradizionali alle cause underesi, passando per le consequesenze geopolitiche e sociali. Vengono trattati temi come la nazionalità, le tensioni imperialistiche, la produzione industriale e la propaganda. una ricca informazione per chi vuole approfondire questo argomento.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 29/01/2020

rachele_castellucci
rachele_castellucci 🇮🇹

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: Obiettivi, Cause e Connessezze e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Esame storia 02/12 Gli obiettivi della guerra erano tradizionali: -il mantenimento delle gerarchie sociali esistenti -l’ampliamento della potenza economica e militare IL 28 GIUGNO 1914 A Sarajevo vengono uccisi l’erede al trono d’Austria, Francisco Ferdinando e sua moglie. Ferdinando era anche ispettore generale e il principale assertore del trialismo, cioè del progetto politico che intendeva allargare il dualismo austro-ungarico associandovi uno stato croato autonomo. L’autore dell’attentato fu Gavrilo Princip, il quale faceva parte di un’organizzazione della Serbia che rivendicava l’indipendenza dei popoli slavi dal dominio imperiale, la cosiddetta MANO NERA. Venne subito arrestato L’ESPLOSIONE: 23 LUGLIO 1914 L’austria impone un ultimatum di 48 ore alla Serbia, chiedendo la repressione di ogni movimento eversivo. La Serbia due giorni dopo dichiara di non accettare questa condizione. L’Austria dichiara guerra alla Serbia, cominciando a cannoneggiare Belgrado. LE CAUSE DELL?ESPLOSIONE DELLA GUERRA • L’attentato di Sarajevo è solo la miccia che fa esplodere • Le rivalità imperialistiche e coloniali • Le aree di tensione: dovute da i trattati di Berlino. • L’ascesa economica della Germania: nel periodo 1870-1900 la produzione industriale tedesca, basata sull’elettricità, cresce a ritmi elevati, portandosi dietro anche il processo di concentrazione in grandi imprese, un rilevante incremento della forza lavoro salariata e una diffusa urbanizzazione • Il declino dell’Inghilterra: non è più una nazione che garantisce equilibrio • Antagonismo anglo-tedesco: nonostante sembra che la Germania abbia superato a livello di sviluppo economico l’inghilterra, non per questo la concorrenza tra i due sembra essere tale da portare alla guerra • I fattori socioculturali: un clima di reciproca diffidenza tra gli stati e di diffusa paura, provocato dall’idea di minaccia incombente, dell’aggressione da parte di altre nazioni Inoltre garante dei questa fase di incubazione del conflitto è anche il sentimento nazionale, il NAZIONALISMO, grazie al quale molti vedevano la guerra come unico modo per soddisfare le rivendicazioni ideali e materiali, quali la liberazione delle terre irridente, la difesa della libertà e del “patrio suolo”, lo sviluppo della città e il revanscismo (sentimento di rivincita sugli altri stati dopo una sconfitta bellica). Alcuni vedevano in questo sentimento nazionale un modo per perseguire i propri interessi e rafforzare i propri poteri. Dalla brama di libertà dei popoli si finisce per approdare all’esaltazione della pura volontà di dominio, all’aggressività imperialista e al razzismo. Inoltre nasceva la propaganda, un metodo per creare l’identità del nemico, visto come aggressore. Viene accentuato anche il divario tra quest’ultimo, barbaro fuori dal suo paese, e la propria patria, vista come culla culturale. Queste cose inducono alla disumanizzazione della figura del nemico. In Germania tra chi si schiera a favore della guerra è, ad esempio, lo scrittore Thomas Mann, il quale fonda le sue argomentazioni sulla contrapposizione tra la Kultur tedesca e la Zivilisation degli inglese e dei francesi. Mann fa derivare la superiora dell’anima tedesca dalla differenza tra i caratteri culturali tedeschi e quelli “occidentali”. Francesi e inglesi non possono capire lo spirito tedesco e quindi lo deridono, tacciando la germina di barbarie, nonostante sia chiaro che i tedeschi sono l’unico popolo all’avanguardia anche in campo culturale. La guerra per Mann diventa l’unico mezzo in grato di garantire la sicurezza della cultura tedesca, ma che sarebbe destinata ad essere attaccata e distrutta, se non difesa opportunamente. Inoltre nel processo di propaganda veniva testimoniata l’idea di di progresso che avrebbe provocato la guerra, con innovazioni che vanno dalla tecnologia ad ogni settore della vita produttiva e sociale. Inoltre molti giovai erano esaltati all’idea della guerra, perché vedevano in essa un modo per riscattare la propria personalità e per simboleggiare la figura del soldato, personificazione della virilità, e la bellezza della guerra. A difenda loro vi erano operai e contadini che vedevano la guerra come obbligo. L’opinione pubblica, in tutti i paesi dell’Intesa e in quelli neutrali, riversava la colpa dell’intera guerra sulla Germania, poiché aveva invaso il Belgio, paese nautrale, scatenando l’indignazione publica contro l’esercito e spingendo la Gran Bretagna ad affiancare i francesi dichiarando questua alla Germania il 4 Agosto; ed inoltre perché evasa affondato una nave di passeggeri (Lusitania). LA GRANDE GUERRA (triplice alleanza: Germania, Austria e successivamente Italia). (Intesa: Russia, Francia e Serbia) Coinvolge oltre trenta paesi: gli uomini abili al fronte a combattere, tutti gli altri, comprese le donne, nelle retrovie, a contribuire alla produzione di tutto io che necessita alla macchia bellica. Subito dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’Austria alla Serbia, in base agli accordi dell’Intesa, Russia e Francia entrano in guerra a difesa della Serbia, mentre la Germania al fianco dell’Austria nel rispetto della triplice alleanza. 1 AGOSTO 1914: la Germania dichiara guerra alla Russia. 3 AGOSTO 1914: la Germania dichiara guerra alla Francia. 4 AGOSTO 1914: la Germania invade il Belgio. Inizia cosi la cosiddetta “guerra lampo”, Blitzkrieg, per sconfiggere i francesi prima che la Russia completi la propria mobilitazione. Essa pose le basi per il più famoso piano strategico, il piano SCHLIEFFEN, che prevedeva una campagna veloce contro la Francia passando per il Belgio. Purtroppo però l’attraversata del Belgio del governo tedesco fu ostacolata da una resistenza inattesa e nella famosa BATTAGLIA DELLA MARNA (5-12 settembre 1914) i tedeschi vengono respinte dalla resistenza anglo-francese a pochi passi da Parigi. Da una battaglia lampo si passa ad una GUERRA DI POSIZIONE, combattuta nelle trincee. L’ITALIA: Nel frattempo l’Italia, facente parte della triplice allenza, allo scoppio della guerra dichiara la propria neutralità, basandosi sulla clausola che prevedeva l’obbligo per essa di intervenire nella guerra solo se una delle due alleate veniva attaccata. L’Italia quindi era divisa tra hi voleva entrare i guerra, ovvero gli interventisti, e tra chi invece non voleva, i neutralisti. Gli interventisti erano i repubblicani, i social-riformisti, gli irredentisti, i nazionalisti, i sindacalisti rivoluzionari, il gruppo capitanato da Filippo Tommaso Marinetti, i liberali di destra e soprattutto Vittorio Emanuele III, il quale vedeva nel successo militare un modo per far crescere il suo prestigio e per restaurare la monarchia e il liberismo. I neutralisti erano i liberali di Giolitti, i cattolici e i socialisti.
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