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storia della Spgna-dittature mediterranee, Appunti di Cultura Spagnola

storia delle dittaure del mediterraneo--> Spagna, Italia e Portogallo

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 17/11/2020

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Scarica storia della Spgna-dittature mediterranee e più Appunti in PDF di Cultura Spagnola solo su Docsity! RIASSUNTO – DITTATURE MEDITERRANEE – GIULIA ALBANESE Introduzione Estate ’23 -> erano in corso trattative diplomatiche per organizzare la visita dei sovrani spagnoli, Alfonso XIII con la moglie Victoria Eugenie, a papa Pio XI e al re Vittorio Emanuele III -> scopo principale era rafforza il legame del re spagnolo con il papa poi voleva svolgere un ruolo di mediatore internazionale per trovare una soluzione al conflitto stato-chiesa in Italia, mai risoltosi dopo la breccia di Porta Pia nel 1870. In questo momento Mussolini stava aspirando a una politica di potenza ai danni della Grecia, infatti aveva occupato Corfù -> occupazione revocata dalle pressioni internazionali e Mussolini aveva quindi minacciato l’uscita dalla società delle nazioni -> Quindi la visita dei sovrani spagnoli era per Mussolini un’opportunità di alleanza con la Spagna. Meta settembre ’23 -> colpo di stato di Primo De Rivera -> a causa della mancanza dei conflitti interni a seguito del rivolgimento politico si attuò la visita dei sovrani spagnoli, anche perché Alfonso XIII aveva legittimato il colpo di stato, inoltre aveva concesso a De Rivera di accompagnare lui e la regina in Italia -> Occasione di De Rivera di guardare da vicino il governo italiano, al quale si ispirava. Nell’autunno del ’23 Mussolini e De Rivera avevano un potere provvisorio per la riforma dello stato, ma la libertà di movimento di De Rivera in quel momento era maggiore perché De Rivera era a capo di un governo militare e fuori dalle regole istituzionali, mentre Mussolini era a capo di un governo di coalizione, poi in Portogallo erano stati presi una serie di provvedimenti più autoritari di quelli in Italia. Ma comunque Mussolini era considerato l’innovatore e il più stabile al potere -> ciò che era innovativo di Mussolini, e che De Rivera voleva imitare, era il fatto che avesse costituito un esercito paramilitare e che lo avesse fatto subito riconoscere come forza armata dello stato. Con l’ascesa di Mussolini si presentò un’alternativa alla rivoluzione bolscevica e all’ampliamento dei poteri in senso democratico delle istituzioni rappresentative. Quindi l’esperienza italiana divenne un luogo di riflessione per le destre di tutta l’Europa, in particolare per Spagna e Portogallo divenne un modello replicabile. Quindi la conquista di potere da parte di Mussolini si pone in un contesto di crisi delle istituzioni liberali e di scarsa legittimazione della classe dirigente in Europa. Ci fu questo atteggiamento emulativo nei confronti del fascismo non solo da parte di Portogallo e Spagna. Molti stati, dopo la guerra mondiale, per arrivare a una stabilità politica scelsero la via della dittatura e del governo autoritario -> ciò era più forte nei paesi che avevano avviato recentemente un processo di modernizzazione o industrializzazione o che avevano sofferto la prima guerra mondiale -> tuttavia la Spagna non aveva partecipato al conflitto mentre Italia e Portogallo potevano ascriversi nel novero delle Potenze vincitrici ma conobbero in quegli anni un processo di brutalizzazione della politica -> scopo del libro capire perché in quegli anni vennero meno le istituzioni parlamentari e rappresentative in favore di dittature e regimi autoritari, spesso violente e appoggiate da una parte non minima della popolazione + capire il percorso verso la dittatura di Spagna, Italia e Portogallo, con la crisi dello stato liberale, prend. in considerazione il ruolo della violenza politica, dell’azione paramilitare e dell’evoluzione istituzionale. Il libro mostra come la Grande Guerra ebbe un impatto profondo su questi tre paesi e il ruolo dell’Italia come nuovo modello politico applicabile con modifiche altrove. 1. LA PRIMA GUERRA MONDIALE LA Spagna mantenne una posizione di neutralità nel conflitto; il Portogallo partecipò invece alla guerra a fianco dell’Intesa (Francia, impero russo e impero britannico) dopo lunghe incertezze; l’Italia dal ’17 dovette combattere sul proprio territorio per difenderlo dall’occupazione e ci furono un gran numero di vittime nella guerra. Qui si vuole analizzare l’impatto politico e sociale della prima guerra mondiale su questi tre paesi; con questa esperienza iniziò la crisi dei regimi liberali. 1. Italia, Spagna e Portogallo allo scoppio della guerra Al momento dello scoppio del conflitto i tre paesi erano piuttosto arretrati dal punto di vista dell’organizzazione socioeconomica rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale -> bassi tassi di alfabetizzazione, alta percentuale di popolazione addetta all’agricoltura, nonostante all’inizio del secolo fosse iniziato un processo di industrializzazione. Certa disomogeneità regionale, particolarmente forte in Spagna e in Spagna seppure con esiti diversi, e che si accentuava inquelle aree dove erno in atto una prima fase di trasformazione capitalistica della agricoltura. Retroterra culturale. L’Italia era il paese, dal punto di vista dell’unificazione territoriale, più giovane fra i tre, ma le sue istituzioni erano meno recenti rispetto agli altri due; in Spagna, dopo un breve episodio repubblicano, (1973 prima repubblica durata 1 anno) era tornata la monarchia costituzionale nel 1876; in Portogallo fine della monarchia e introduzione della Prima Repubblica nel 1910. In Italia e Spagna il sovrano non aveva un ruolo solo rappresentativo ma in Italia la prassi politica parlamentare aveva portato tendeva ad ampliare le prerogative del parlamento riducendo gli spazi di potere del sovrano. Allo scoppio della grande guerra erano regimi costituzionali con un parlamento bicamerale. La Repubblica Portoghese era un’eccezione nel panorama europeo, fatta eccezione per la Francia, quindi doveva continuamente legittimarsi, era una repubblica parlamentare con senato e camera elettivi. Il potere legislative non era di esclusiva competenza del parlamento: i Itlia il senato era nominato dal re e in spagna il sovrano aveva un peso considerevole nella costituzione di quest’organo grazie ad un sistma misto di nomina ed elezione. In questi paesi – tra fine Ottocento e inizio Novecento – si ebbe un ampliamento della partecipazione politica e processo di laicizzazione. Rapporto tra stato e chiesa -> per l’intervento soprattutto per preservare i territori coloniali, da tempo ambiti dalle principali potenze europee -> l’intervento in guerra avrebbe segnato il Portogallo ancor più che l’Italia per la debolezza del regime repubblicano. Prima dell’intervento in guerra in Portogallo ci furono dei colpi di stato di destra, ma alla fine il potere venne ripreso dai democratici con Josè de Castro presidente del consiglio e Bernardino Machado presidente del consiglio -> con loro il Portogallo entrò in guerra. Fase neutrale in Spagna, Portogallo e Spagna fu fondamentale per definire le forme e i linguaggi dello scontro politico -> crebbe l’importanza della mobilitazione nelle strade e nelle piazze, quindi il protagonismo della società civile; poi si consolidò la costruzione degli avversari politici come nemici interni e si affermò la violenza come elemento chiave della lotta politica. 3. In guerra Spagna confermò la neutralità; Italia entrò in guerra nel maggio 1915; il Portogallo entrò in guerra nel marzo 1916. In Italia la scelta di intervento modificò i rapporti di forza tra governo e parlamento, rafforzando il ruolo dell’esecutivo e del sovrano, perché il patto segreto di Londra era stato sottoscritto da esecutivo e monarchia senza consultazioni, il Parlamento legittimò la decisione dell’esecutivo ma era un ricatto perché l’alleanza con l’Intesa era già stata raggiunta e se il parlamento non avesse approvato la decisione ci sarebbero state conseguenze gravi per il paese. La guerra provocò una maggiore disparità sociale per l’impoverimento di alcuni e l’arricchimento di altri -> ciò si verificò anche in Spagna, con un notevole sviluppo dell’industria manifatturiera per l’esportazione di prodotti verso i paesi belligeranti, soprattutto in Catalogna -> ciò provocò forti squilibri nel paese con le altre regioni che rimasero soprattutto agrarie. La guerra in Portogallo indebolì l’economia, soprattutto per la riduzione del commercio marittimo + maggiore intervento pubblico statale. In Italia -> maggiore intervento dello stato nell’economia; crescita dell’industria; diminuzione della disoccupazione, maggiore presenza femminile nell’industria, ma non miglioramento delle condizioni di vita. In tutti e 3 gli stati inasprimento della situazione economica e il crescere dei divari tra i gruppi sociali provocarono un aumento della conflittualità -> c’erano proteste e scioperi e venivano considerati come atti di sabotaggio -> • Spagna -> per problemi economici si ebbero proteste e scioperi sotto il nuovo governo dei liberi di Romanones. • Portogallo -> per crisi economica ci furono proteste -> represse (maggior parte della popolazione contraria alla guerra). • Italia -> tensioni per mancanza di beni alimentari, vi parteciparono soprattutto le donne, che si dedicavano alla gestione della famiglia mentre gli uomini erano in guerra. In Italia e Portogallo, per far fronte a queste situazioni di conflittualità, si formarono dei gruppi di coalizione per garantire gli interessi nazionali -> ma i governi rafforzarono le divisioni escludendo le opposizioni -> in entrambi i paesi i governi di coalizione non ressero al ’17, l’anno più duro della guerra. 4. 1917 Si inasprì nei 3 paesi la crisi sociale e politica -> si verificarono scioperi, aumentò l’instabilità e la conflittualità -> reazioni dei governi -> maggiori aspetti autoritari, compressioni delle libertà civili e politiche e politiche di ricerca del consenso -> 1917 aumentano i costi della vita e stagnazione dei rendimenti e salari • Spagna -> nel ’17 finì il governo Romanones, a causa dell’ostilità della sua posizione favorevole alla guerra -> inizio governo Prieto, posizione di neutralità -> ci furono diverse rivolte, di cui una militare che determinò la caduta del governo -> inizio governo Dato -> scioperi e manifestazioni che culminano nello sciopero ge erale di rivoluzionario del 13 agosto 1917 un disastro per i lavoratori cotretti a ritararsi dopos contri con la polizia.->caduta del governo e ritorno del governo Prieto (tutti questi cambi di governo sono sempre nel ’17) - > riuscì a riportare al momento calma nel paese concedendo più ampi spazisia ai catalanisti che alle giunte militari -> le classi conservatrici spagnole sono sempre meno soddisfatte dai governi in questo periodo, sempre più preoccupate dalla mobilitazione popolare, volevano l’ordine ed erano insoddisfatte dai tentativi di questi governi di domare le proteste. • Portogallo -> aumentano le conflittualità, crescita del malcontento, con proteste e scioperi -> dicembre ’17 prese il potere una rivolta militare guidata da Sidonio Pais -> non ritirò il Portogallo dalla guerra, instaurò un regime autoritario e carismatico -> sciolse il parlamento e destituì il presidente della repubblica, concentrò nelle sue mani il ministero degli esteri, la presidenza del consiglio e le forze armate; lui assumeva la presenza delle masse nella scena politica, infatti voleva portare a compimento il suffragio universale maschile -> quindi questo cambio di regime determinò la fine della repubblica democratica. • Italia -> anche qui si ebbero forti contrasti sociali, manifestazioni, proteste e scioperi; in questo contesto di tensioni si verificò la sconfitta militare di Caporetto, nell’ottobre -> seguiva la caduta di Boselli sostituito da Orlando, e la sostituzione di Cadorna con Diaz -> con questa trasformazione politico istituzionale e dei comandi militari si sarebbero costruiti rapporti di maggiore coesione tra potere politico e militare e maggiore attenzione al morale delle truppe e al fronte interno. Alla fine del ’17 tutti e 3 i paesi erano stremati dai conflitti sociali, politici e economici; in più l’Italia era stata sottoposta all’occupazione austriaca nel territorio nord orientale, con danni enormi alle popolazioni coinvolte. 5. Fine della guerra? Il ’18 fu ancora un anno di guerra. Spagna -> caduta governo Prieto -> nuovo governo con Antonio Maura, che però cadde dopo pochi mesi. La Germania continuava a spingere per entrare in guerra. Fine del conflitto fu un disastro per la riconversione dell’industria -> indebolimento dell’apparato industriale e aumento della disoccupazione perché i paesi che avevano importato i prodotti dalla Spagna avrebbero ricominciato a produrre nei loro paesi. Portogallo -> nel dicembre ’17 c’era stato un colpo di stato che aveva portato Sidonio Pais al governo nella speranza che mettesse fine alla guerra, ma questo non successe -> ci fu una disastrosa sconfitta per il Portogallo nella battaglia di Lys -> sconfitta pesanti ripercussioni sul governo di Pais -> ci fu una rivolta del partito democratico contro la sospensione delle garanzie costituzionali. Poche settimane dopo, nel dicembre ’18 uccisione di Pais a opera di un esponente isolato della sinistra repubblicana -> dopo al conflitto mondiale ci sarebbe stata una guerra civile tra repubblicani e monarchici che avrebbe portato alla restaurazione della repubblica democratica. Italia -> continua la guerra per tutto il ’18 -> ci sono i primi risultati positivi sul piano bellico; si ebbe il rafforzamento della propaganda, quindi maggiore attenzione al consenso delle classi popolari; maggiori attenzioni nei confronti del morale delle truppe e il governo enfatizzava i vantaggi del dopoguerra, quello che i soldati avrebbero ottenuto con la vittoria. Decisiva vittoria dell’Italia a Vittorio Veneto. Quete misure erano l’effeto di un cambiamento di passo della conduzione dell’esercito, ma anche die tmepestii ed indispensabili aiuti eocnmici degli alleati, senza i quali il paee avrebbe potuto reagire con queste modalità e con questa intensità nella catastrofe di Caporetto. Per Italia e Portogallo nonostante la vittoria dell’Intesa, la fine della guerra non portò alle conseguenze sperate -> in entrambi i paesi alti costi della guerra, in Italia circa 650 mila morti più le vittime dell’influenza spagnola, oltre che gli invalidi. Poi nei due paesi si diffuse il mito della vittoria mutilata, per lo scarso riconoscimento internazionale del grande sforzo bellico che i due paesi avevano sopportato -> • Italia -> per molti non erano sufficienti la conquista dell’Alto Adige di Trieste, dal momento che tra i territori riconosciuti all’Italia non vi era la Dalmazia e Fiume; inoltre non otteneva alcun territorio in ambito coloniale. • Portogallo -> il controllo delle colonie, uno dei motivi principali della scelta dell’intervento, venne salvaguardato con piccole acquisizioni. Tra le ragioni fondamentali dell’entrate in guerra di Italia e Portogallo vi era la volontà di formare un sentimento nazionale e di rafforzare il proprio ruolo internazionale -> risultati non raggiunti per l’instabilità sinistra, chiedeva riforme sociali ed era favorevole alla repubblica; al contempo ostentava un acceso nazionalismo e forte avversione contro i socialisti. Inizialmente ha scarse adesioni (es. ex arditi di guerra), ma si fece subito notare per il suo stile violento. Novembre 1919 -> prime elezioni del dopoguerra -> mostrano le gravità delle fratture -> sono le prime elezioni con il metodo che garantiva un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti. Risultati disastrosi per la vecchia classe liberale dirigenti, infatti liberal democratici che si erano presentati divisi alle elezioni persero la maggioranza. Primo partito sono i socialisti, secondo partito il partito popolare italiano -> non era possibile un’alleanza tra questi perché i massimalisti rifiutavano alleanze con i borghesi -> si ha l’accordo tra popolari e liberal democratici. Nel 1920 tornò al governo Giolitti, ormai ottantenne, con la speranza che con il suo tipico compromesso parlamentare riuscisse a domare l'opposizione socialista. Venne risolta la questione di Fiume con il Trattato di Rapallo -> Italia conservava l'Istria, Trieste e Gorizia mentre la Dalmazia, tranne Zara, andava alla Jugoslavia e Fiume veniva proclamata città libera. Truppe regolari attaccano D’Annunzio a Fiume -> giorno di Natale del 20 abbandonò la città. Nel frattempo la situazione interna continuava a peggiorare nel periodo del biennio rosso, non funziona la strategia di Giolitti di ridimensionare le spinte rivoluzionarie accogliendo in parte le istanze di riforma. Si ha l'agitazione dei metalmeccanici contro gli industriali culminata con l’occupazione delle fabbriche. Erano guidati dalla Federazione italiana operai metallurgici (Fiom), il + forte fra i sindacati della Confederazione generale del lavoro (CGL) -> Giolitti si attiene a una linea di neutralità nello scontro tra operai e sindacati -> quindi non interviene con la forza pubblica -> si arriva a un accordo che accoglie le richieste della FIOM, quindi si ha la vittoria degli operai. Dopo che erano state fissate le condizioni per far parte del Comintern -> al congresso del PSI nel 21 i riformisti non vennero espulsi, quindi fu una minoranza di sinistra, guidati da Bordiga, a lasciare il partito per formare il partito comunista d’Italia. Si ha la fine, con questi due eventi, del biennio rosso in Italia, e si ha lo sviluppo del movimento fascista. Fino al 20 il fascismo aveva un ruolo marginale nella politica italiana, nelle elezioni del 19 non erano entrato nessun deputato. Accantona il programma originario e organizza formazioni paramilitari, le squadre d’azione, per iniziare una lotta spietata contro i socialisti. Diventano quindi un partito armato radicato nelle campagne (per questo fascismo agrario). 1920 -> A Bologna gli squadristi si mobilitarono per impedire la cerimonia di insediamento della nuova amministrazione comunale socialista, vi furono scontri; per errore i socialisti incaricati di difendere Palazzo d’Accursio lanciarono bombe a mano sulla folla, composta dai loro stessi sostenitori, causando una decina di morti -> i fascisti ne trassero pretesto per scatenare ritorsioni antisocialiste in tutta la provincia. Fascisti iniziano a essere appoggiati dai proprietari terrieri, perché credevano che fossero lo strumento adatto per abbattere il potere delle leghe. Entrano nelle fila del fascismo reduci della grande guerra che faticavano a reinserirsi nella vita civile e giovani, che volevano combattere contro quelli che consideravano i nemici della patria. Obbiettivi -> sedi dei socialisti ma anche dirigenti e militanti socialisti, sottoposti a violenze o uccisi. Fascisti trovarono sostegno o neutralità nella classe dirigente, perché li vedevano come alleati nella lotta contro i rossi, e forze di polizia solo di rado si opposero a queste violenze, mentre Giolitti pensò di servirsene per ridimensionare il peso politico di socialisti e popolari. Era nell’attacco rivolto inizialmente contro i socialisti, con il sostegno delle classi dirigenti, che iniziava lo smantellamento delle amministrazioni dello stato liberale. Nelle elezioni del 1921 i fascisti entrarono nelle liste di coalizione con i gruppi costituzionali per impedire una nuova affermazione dei partiti di massa, entrarono per la prima volta alla camera con 35 deputati, campeggiati da Mussolini, quindi si trovano legittimati senza dover rinunciare ai metodi illegali dello squadrismo. 21 -> Giolitti si dimise, arrivò a capo del governo Bonomi -> cercò di favorire una tregua tra socialisti e fascisti, per far uscire il paese dalla guerra civile -> firmato patto di pacificazione fra i due: si impegnavano a rinunciare alla violenza e a sciogliere le formazioni armate -> accettato da Mussolini dava la possibilità di un’ulteriore legittimazione del suo movimento politico. Questo patto non fu accettato dai Ras, i capi fascisti locali, e sabotarono in ogni modo il patto di pacificazione fino a mettere in dubbio l'autorità di Mussolini. Mussolini sconfessò il patto di pacificazione, i ras lo riconobbero come guida politica e il movimento fascista diventò un vero e proprio partito, il Partito Nazionale Fascista (pnf), con oltre 200 mila iscritti soprattutto al centro-nord. 1922 -> cadde Bonomi, chiamato Facta, un giolittiano. Il governo non mise un freno alle violenze fasciste che continuarono. 2. La crisi della monarchia liberale in Spagna Il triennio bolscevico in Spagna costituisce il parallelo del biennio rosso in Italia -> sono una serie di conflitti agrari con carattere locale, volti a ottenere contratti collettivi - - > questi sono infatti anni di proteste e manifestazioni, proteste soprattutto per il caroviveri, a causa della perdita di importanza dell’industria a seguito della crisi industriale del dopoguerra. Questi conflitti agrari preoccupavano i proprietari terrieri perché il partito socialista aveva un numero sempre crescente di affiliati e anche per l’impatto della speranza rivoluzionaria a seguito degli eventi in Russia. Inoltre c’era anche un grande successo anarchico. Parallelamente allo sviluppo delle forze rivoluzionarie, si ebbe anche uno sviluppo dei movimenti padronali, in particolare quello della Catalogna, non solo in risposta al crescere delle forze rivoluzionarie ma anche contro l’intervento crescente dello stato nell’economia -> infatti nonostante il movimento contadino venisse represso con la forza e non costituisse una minaccia, si ebbe una sollevazione dei proprietari terrieri (movimenti padronali) -> quindi ci fu un utilizzo della forza in modo ancora più radicale che in Italia, almeno fino al ’20, sia da parte dei contadini, che arrivavano a far ricorso anche ad attentati terroristici, sia dello stato, per reprimere le rivolte dei contadini, sia dei proprietari terrieri, che intervenivano quando non era soddisfacente la repressione contro i movimenti sociali. C’erano anche altre linee di frattura nel paese, oltre che i conflitti sociali e sindacali -> Con la guerra mondiale era aumentate le richieste di autonomia già intraprese a fine ‘800, in particolare in Catalogna, dove si era affermato un movimento catalanista -> ciò aveva portato a conflitti nazionali così accesi da comportare le dimissioni del governo liberale di Prieto, appena insediato -> il nuovo governo del conte di Romanones fu parzialmente più sensibile a queste richieste, infatti istituì una commissione per concedere delle autonomie alla Catalogna, ma molti partiti rifiutarono di parteciparvi, e anche gli stessi catalanisti -> tra ’18 e ’19 si susseguirono nelle strade di Barcellona scontri tra centralisti e autonomisti. In questo contesto si inserisce lo sciopero alla fabbrica Canadiense -> le misure repressive prese dallo stato non riuscirono a bloccare la protesta, così il conte di Romanones prese possesso della proprietà e riuscì a raggiungere una mediazione -> mediazione sarebbe stata raggiunta ma la maggior parte dell’opinione pubblica borghese osteggiava questa decisione, considerando il governo troppo accondiscendente delle richieste degli operai, infatti il sindacato anarchico che aveva organizzato la protesta risultava il vincitore -> il movimento catalano in queste conflitto avrebbe appoggiato il movimento operaio catalano. Uno dei temi centrali della politica sarebbe stata la posizione da assumere di fronte alla radicalizzazione dei movimenti sociali e sindacali, se con attitudini liberali o con repressione. Quindi si alternarono governi più o meno repressivi, la cui tenuta dipendeva in particolare dalle politiche in tema di ordine pubblico e di natura economica -> quindi si fece strada l’idea che una dittatura militare avrebbe potuto garantire ordine e gli equilibri politici ed economici. I sindacati proclamarono un nuovo sciopero generale -> con le pressioni del sovrano si ebbero le dimissioni del governo e venne formato il governo del conservatore Maura (’19) -> repressione contro scioperanti e sindacalisti -> l’azione di gruppi anarchici si radicalizzò e compirono anche alcuni atti terroristici contro imprenditori, datori di lavoro e conservatori. Nonostante il sostegno del sovrano i conservatori non avevano la maggioranza in parlamento -> quindi il disoccupazione, in un paese che non aveva un grande sviluppo industriale e si era impoverito nel corso della guerra -> repressione dura contro il sindacato portoghese, l’UON -> episodi come questo contribuirono in maniera determinante alla rottura del blocco della repubblica. Gli iscritti al sindacato UON aumentarono ma, grazie alla riorganizzazione della guardia repubblicana (GNR), la situazione risultava sotto controllo (evitando l’intervento dell’esercito nei conflitti con la popolazione civile). Elezioni maggio ’19 -> maggioranza ai democratici, con elezioni anche di alcuni socialisti -> paese sembrava saldamente nelle mani dei democratici ma solo l’11% della popolazione poteva votare e c’erano anche alti tassi di astensionismo -> il partito repubblicano non voleva ampliare il suffragio elettorale cercava di limitare la partecipazione delle altre forze al governo del paese -> quindi era come se a governo del paese ci fosse un’oligarchia, anche se illuminata -> anche per questo motivo non andò a buon fine il tentativo di costruire un nuovo equilibrio repubblicano, oltre che per le divisioni delle forze in parlamento, infatti fino al luglio ’21 si succedettero 12 governi. Durante questo periodo ci furono molti scontri, scioperi e proteste, es. perché molti lavoratori che avevano collaborato alla fondazione di sindacati vennero licenziati. Il governo rispondeva con la repressione e gruppi anarchici e radicali con atti terroristici contro importanti personalità [intanto il governo non era sempre lo stesso]. Quindi si ebbero ampliamenti delle misure repressive nei confronti dei lavoratori e indebolimento del movimento sindacale per le crescenti differenze ideologiche tra le componenti, come comunisti e anarchici. Anche in Portogallo, come in Spagna e Italia, c’era una richiesta da parte dei civili di contenimento, anche violento, delle proteste. Si ebbe un uso crescente della violenza come strumento della lotta politica. In questo contesto va considerato il ruolo della Guardia nazionale (GNR), che non trova corrispondenze in Italia e Spagna. Tuttavia si ebbe una crescente intromissione di questo corpo di polizia nella politica, per es. quando si rifiutò di intervenire contro la folla che protestava contro la nomina di Costa come presidente del consiglio -> per la prima volta aveva dimostrato il suo veto nei confronti di un governo non gradito. Ci fu anche un governo guidato da Liberato Pinto, comandante della GNR; poi ci fu il governo guidato da Bernardino Machado, che finì con un colpo di stato della GNR, perché Machado aveva tentato di limitare il loro potere - - > sono segnali chiari del fatto che la GNR, non era più fedele solo al partito democratico, ma stava assumendo posizioni autonome, avvicinandosi anche al settore repubblicano conservatore. Ma la caduta di Liberato Pinto rese evidente che neanche la GNR era in grado di stabilizzare la scena politica, anche se continuava a essere un attore importante. Da luglio ’21 a autunno ’22 -> 6 governi. Venne nominato Granjo come presidente del consiglio, sgradito da democratici e radicali -> colpo di mano contro il governo a cui partecipò anche la GNR -> governo diede le dimissioni ma il presidente della repubblica De Almeida rifiutò di dare il governo a una giunta della GNR -> in questa situazione di incertezza vennero uccisi Granjo (presidente del consiglio) e altri capi (noite sangrenta) -> presidente costretto ad accettare un governo formato da coloro che avevano partecipato al colpo di stato, ma la vittoria del movimento democratico repubblicano sarebbe stata di breve durata -> i conservatori riuscirono a riprendere il controllo del governo e limitarono il potere della GNR -> la GNR però non era la sola a immaginare una soluzione autoritaria o militare del paese, non fu solo essa all’origine della militarizzazione della politica in Portogallo. Dopo la noite sangrenta una parte dei democratici avrebbe preso le distanze dal radicalismo, rendendo possibile l’indebolimento della GNR avviato da Leal. Quindi si ebbero trasformazioni sia della sinistra che della destra. Anche se frammentato il mondo conservatore stava iniziando a riorganizzarsi e a trovare sempre maggiori sostegni per un’opposizione radicale alla repubblica democratica. Il mondo conservatore era formato da diversi soggetti, come l’esercito, i movimenti monarchici e i nazionalisti, che volevano una torsione autoritaria e criticavano le istituzioni liberali. Tra gli aderenti al programma nazionalista vi erano Gomes, che sarebbe diventato presidente della repubblica e Antonio de Oliveira Salazar, e faceva ampio riscontro nella società. Il mondo conservatore si poneva in contrasto non solo alle sinistre ma anche allo stato e alle istituzioni liberali, di cui denunciavano l’incapacità della gestione dell’ordine pubblico e la debolezza di fronte alle richieste del mondo operaio e socialista. In questo contesto si ebbe una progressiva militarizzazione e radicalizzazione della società civile e una politicizzazione dei corpi armati. 4. Dopoguerra a confronto Lo sviluppo della violenza che si verificò in Spagna nel dopoguerra mostra che il processo di brutalizzazione non è esclusivamente effetto dell’esperienza diretta al conflitto mondiale. Processo di sviluppo dei movimenti paramilitari e della militarizzazione della politica in relazione alla esperienza della guerra. In Spagna è centrale la radicalizzazione delle classi medie, la militarizzazione della politica attraverso la formazione di gruppi paramilitari e la radicalizzazione delle forze socialiste e anarchiche dopo la guerra e la rivoluzione russa, tuttavia in questi tre paesi non c’era un vero pericolo rivoluzionario, ci fu più che altro una mitologizzazione della politica. In questi tre paesi ci furono nel dopoguerra una serie di scioperi, manifestazioni, tensioni quindi destabilizzanti per la classe dirigente, a causa del caroviveri, della richiesta di cibo e maggiori diritti sul lavoro. In tutti e 3 i paesi nel dopoguerra queste forze ebbero una crescita, in Italia soprattutto per quanto riguarda il partito socialista, mentre in Spagna e Portogallo soprattutto per le organizzazioni anarchiche. Questo dipende anche dal grado di legittimazione, infatti il partito socialista italiano gode di una stabile rappresentanza parlamentare. Si ebbe una mobilitazione sociale senza precedenti e si ebbero anche alcuni risultati da parte di queste forze politiche di sinistra, infatti vennero avviate alcune riforme e vennero aperte alcune forme di libertà; furono conquiste limitate nel tempo ma non per questo non significative. In questo contesto si inseriscono i processi di radicalizzazione della politica delle classi medie e delle classi dirigenti. Tutto ciò conduce a una reazione non solo per i movimenti popolari e di sinistra ma anche per le istituzioni liberali che sono considerate deboli nei confronti delle forze popolari e delle sinistre. Quindi lo stato deve fronteggiare da una parte le proteste delle classi popolari, realizzate con il sostegno dei partiti e dei sindacati della sinistra, e dall’altra le forze eversive e conservatrici dello stato. C’è un conflitto nei tre stati su qualche debba essere il ruolo dello stato nella lotta tra imprenditori e salariati e nel mantenimento dell’ordine pubblico. Ci sono anche altri conflitti, come per esempio quello tra stato e chiesa in Portogallo e Italia. In questi conflitti gli attori di maggior rilievo sono diversi nei tre stati -> in Spagna e Portogallo si ha una politicizzazione e radicalizzazione delle forze armate, in particolare dell’esercito (in Portogallo anche della guardia nazione repubblicana GNR), che operano nelle istituzioni attraverso la formazione di giunte militari politicizzate. Invece in Italia si ha lo sviluppo del movimento squadrista fascista, possibile dalla connivenza dell’esercito e di buona parte della classe dirigente. In Italia si ebbe a fine del sistema liberale non a causa di una crisi più grave rispetto ad altri paesi, ma per la capacità del movimento fascista di riunire diversi soggetti che avevano smesso di riconoscersi nelle istituzioni liberali, riuscendo anche ad avere una capacità di guida inedita. Questo non accadde in Portogallo che rimase frammentato in diversi orientamenti. In Spagna la situazione è più complicata ma sembra che la reazione al liberalismo sia più compatta. 3. LA CONQUISTA DEL POTERE Negli anni precedenti la formazione delle dittature in Spagna, Portogallo e Italia c’erano stati numerosi tentativi di colpi di stato e di destabilizzazione delle dittature, ma con la conquista del potere del fascismo la situazione, non solo italiana, cambiò profondamente. La marcia su Roma rese evidente che nel dopoguerra europeo la democrazia e la rivoluzione bolscevica non erano le uniche alternative, erano possibili altri modelli di trasformazione politica e istituzionale. Il regime fascista in Italia divenne fonte di ispirazione e imitazione in diverse parti d’Europa -> lezione subito colta nella penisola iberica, dove in Spagna e Portogallo, nel ’23 e nel ’26, ci furono colpi di stato militari che portarono alla conclusione dell’esperienza affidato non solo ai militari ma anche al Somaten (gruppo paramilitare composto da civili). Diverse guarnigioni dichiararono lo stato d’assedio. Ma non tutti i militari appoggiavano Primo de Rivera, molti preferirono temporeggiare in attesa che il governo o il re ordinassero l’azione. Anche il governo era in attesa della legittimazione della controffensiva da parte del sovrano, il quale però si rifiutò -> quindi Prieto diede le dimissioni e il re Alfonso XIII proclamò Miguel Primo de Rivera primo ministro -> Giurò come presidente del consiglio, quindi si diede una parvenza di legittimità a questo capovolgimento politico; poi concordarono sull’esautoramento della classe dirigente politica e sulla nomina di un direttorio militare provvisorio, della durata di massimo un mese -> si avviava un trasformamento politico con parvenza di legittimità. Differenza con Mussolini -> Mussolini era a capo di un governo di coalizione, quindi c’erano anche altri partiti e la classe dirigente liberale; mentre con de Rivera la classe dirigente veniva messa da parte, anche se per un periodo breve. De Rivera proclamò subito lo stato d’assedio e approvò una serie di misure repressive -> Parlamento sciolto, censura sulla stampa, sospese le garanzie costituzionali e una serie di istituzioni. Molto consenso a questo governo -> carlisti, mauristi, industriali, proprietari terrieri e anche tra diversi liberali. Con il consenso dei cittadini e l’utilizzo del Somaten nel colpo di stato, de Rivera poteva presentare la sua azione come qualcosa di diverso dal colpo di stato. All’inizio de Rivera si richiamò all’esempio fascista, anche durante la visita in Italia, anche per questo nella stampa dei due paesi ci furono comparazioni fra i due regimi, poi le cose sarebbero cambiate. Dal punto di vista degli attori il colpo di stato di Primo de Rivera era diverso rispetto alla marcia su Roma perché esso era stato organizzato dai militari contro il governo. Elementi di somiglianza -> • Entrambi si contrapponevano non solo al governo in carica, ma avevano un programma antiliberale e antiparlamentare. • Anche se il ruolo del sovrano nei due paesi fu diverso, in entrambi i casi il governo godette del suo favore -> senza questa immediata legittimazione è improbabile che i due avrebbero potuto conseguire i loro obbiettivi. • In entrambi i paesi l’azione non fu una sorpresa né per la classe dirigente né per l’opinione pubblica e fu accettata subito senza particolari contrasti. • Le opposizioni faticarono a riconoscere in questi due colpi di stato un definitivo rivolgimento delle istituzioni liberali e la nascita di un governo dittatoriale e autoritario. • Anarchici, socialisti e comunisti nei due paesi si trovavano in questo momento divisi al loro interno e quindi incapaci di reagire. • Entrambi avevano un’organizzazione armata di cittadini (Somaten di Primo de Rivera), ma quest’ultimo non aveva un’organizzazione politica che la guidasse come il PNF. I richiami all’esperienza italiana erano un segno che de Rivera non era reazionario, voleva trovare soluzione originali ai problemi di gestione dell’ordine sociale e di partecipazione politica. 3. Il colpo di Stato in Portogallo Nel periodo della Marcia su Roma e del colpo di stato in Spagna, il Portogallo stava attraversando una fase di relativa tranquillità, dal febbraio ’22 al novembre ’23 c’era stato il governo da Silva, che riuscì ad attuare alcune moderate riforme, riguardo il problema della tassazione e della redistribuzione, anche se non incisero a fondo nelle condizioni economiche, rappresentarono una tregua nei conflitti sociali e politici; ci fu inoltre la riconciliazione tra stato e chiesa. La situazione ricominciò a precipitare a partire dal ’23 e, in particolare, con la fine del governo da Silva. Con questa crisi ci furono otto governi in meno di tre anni, fino al colpo di stato del maggio ’26. C’erano ipotesi contrastanti per la costruzione di un nuovo governo. Poi c’era un clima sociale turbolento, in Portogallo il problema dell’inflazione si faceva sentire parecchio. Proteste operaie, il controllo sempre più repressivo dell’ordine pubblico portò alla radicalizzazione di alcuni gruppi operai, alcuni gruppi anarchici ricorsero ad attentati con ordigni. Nel ’23 venne costituito un movimento nazionalista di orientamento fascista, il nacionalismo lusitano, costruito a immagine e somiglianza dei fasci di combattimento -> non aveva come obbiettivo il ritorno alla monarchia, come molti gruppi fascisti portoghesi volevano un governo ispirato all’esperienza di Sidonio Pais, quindi un governo autoritario, conservatore, ma che mantenesse comunque i legami con l’esperienza repubblicana -> non erano grandi movimenti ma preoccupavano le sinistre, che riconoscevano le loro pratiche violente e le affinità con quanto avvenuto in Italia. La dittatura di de Rivera aveva maggiori somiglianze con la situazione portoghese per il ruolo dei militari nella scena politica, ma in Portogallo c’erano divisioni tra le diverse anime dell’esercito portoghese. Intanto era caduto il governo da Silva. Da questo momento ci furono una serie di colpi di stato che fallirono, come quello dei militari dell’autunno del ’23. Molti volevano una dittatura nel paese e si consolidarono diverse forze conservatrici che mettevano in allarme la sinistra portoghese -> si era formato il partito nazionalista di Leal, che voleva una dittatura civile sostenuta dai militari; si consolidò l’Unione degli interessi economici, che si costituì come partito e riuniva gli interessi industriali, commerciali e agrari e voleva una conservazione degli equilibri economici. Le istituzioni non intervenivano concretamente per evitare l’esito di una dittatura. Aprile ’25 -> altro colpo di stato fallito. Venne fondata la sinistra democratica, con lo scopo di riunire tutti coloro che volessero combattere il fascismo, che era sempre più presente nella società portoghese, veniva chiamato fascismo proprio per evidenziare l’analogia del movimento nazionalista del loro paese con il partito politico italiano ormai al governo. Si moltiplicarono i tentativi eversivi di fronte all’incapacità dello stato repubblicano di procedere alla normalizzazione del paese. Continuava a ripetersi quello che era sempre avvenuto nella repubblica portoghese, ovvero che alla mobilitazione delle forze popolari, repubblicane e della sinistra non corrispondeva un’alleanza con le classi dirigenti, anzi era sempre minore il consenso delle forze popolari nei confronti del regime. Altri colpi di stato. Novembre ’25 -> elezioni: democratici ottennero la maggioranza assoluta -> da Silva tornò al potere -> il governo cercò di tenere sotto controllo i propri avversari proponendo mediazioni, che però li legittimavano, come era avvenuto in Italia con Mussolini. Altri colpi di stato. Maggio ’26 -> colpo di stato di Gomes da Costa (aveva sostenuto Sidonio Pais) -> ebbe inizio a Braga il 28 maggio ’26, lui voleva instaurare una forte dittatura miliare e con lui era la maggior parte dell’esercito. Inviò un proclama simile a quelli della mobilitazione fascista su Roma e della mobilitazione di de Rivera su Madrid. Dopodiché si diresse verso la capitale e molti si schierarono con lui. Non ci fu nessuna forte presa di posizione contro la mobilitazione, ma ci furono contrasti interni al fronte golpista. Comunque l’azione militare non fu una sorpresa per nessuno, così come la Marcia su Roma e il colpo di stato di de Rivera. Governo da Silva diede disposizione di reprimere il movimento, infatti diversi furono arrestati. Uno dei protagonisti, Cabecadas, inviò una lettera al presidente della repubblica in rappresentanza del movimento, chiedendo le dimissioni del governo e il presidente Machado non cedette alle sue richieste. Da Silva e il suo governo si dimisero, consapevoli di non avere la forza di contrastare il movimento e quindi diedero tutto il potere nelle mani del presidente della repubblica. Venne fatto un accordo tra il presidente della repubblica e Cabecadas, che si sarebbe presentato alle camere chiedendo il potere per un periodo transitorio, in questo modo il governo era formalmente legittimo. Quindi Cabecadas divenne presidente del consiglio. I tre regimi ebbero caratteristiche molti diverse ma -> • Spagna e Portogallo -> analogia per il fatto che il golpe fosse militare. • Spagna e Italia -> analogie sul piano della legittimazione -> ciò dovuto soprattutto alla struttura istituzionale in Spagna e Italia in cui la figura del sovrano era la fonte di legittimazione tradizionale - > infatti in questi due paesi il sovrano incarnò la continuità tra vecchio e nuovo regime e decise di legittimare i colpi di stato per evitare una possibile guerra civile -> • In Spagna rottura + netta che in Italia perché il sovrano concesse anche lo scioglimento di camera e senato, mentre in Italia ci fu una maggiore tenuta. • Mentre in Parlamento il capo del governo era il presidente della repubblica eletto dal parlamento, a sua volta elettivo, quindi comportò una minore legittimazione e quindi maggiore debolezza del governo. • In tutte e tre i colpi di stato comunque si cercò una continuità almeno formale, quindi furono movimenti rivoluzionari in cerca di una continuità istituzionale. La Marcia su Roma ebbe un profondo impatto in Spagna e Portogallo, dove si stavano cercando delle soluzioni per la crisi sociale e politica che attraversava questi paesi. La Marcia su Roma ebbe effetti in Spagna e Portogallo -> • Favorì la costituzione di movimenti e partiti che si ispiravano al fascismo e alle sue squadre d’azione, ma in nessuno dei due paesi riuscirono a conquistare la centralità assunta dal PNF. Essi non furono al centro dei colpi di stato in Spagna e Portogallo ma testimoniano la crisi che attanagliava questi paesi. • Diede impulso all’elaborazione di colpi di stato e di progetti di governi autoritari e dittatoriali. • Influenzò le modalità d’azione per la conquista del potere -> conquista della capitale dalla periferia, mobilitazione di gruppi civili e la negoziazione con la classe dirigente -> quindi la conquista fascista aveva costituito un modello per i colpi di stato spagnolo e portoghese sia dal punto di vista della tecnica che dal punto di vista dell’orizzonte ideologico che poteva legittimare questo tipo di azione. 4. LA STABILIZZAZIONE DELLE DITTATURE In nessuno di questi paesi la caratterizzazione politica dei nuovi regimi era chiara al momento del golpe, nei proclami in cui annunciavano il colpo di stato si fermavano a auspici generici di un governo forte, mentre poi mentre furono al potere trasformarono ampiamente le strutture istituzionali e legislative precedenti, consolidando comunque il loro rapporto con le vecchie classi dirigenti, in un continuo dialogo tra innovazione e tradizione, che rimane uno dei tratti distintivi di questi regimi. I congiurati in tutte e tre i casi affermavano di voler la restaurazione dell’onore della nazione, la sua rigenerazione, volevano mettere fine alla crisi e tornare a un’indefinita età dell’oro. A differenza di quanto avvenne in Italia e Spagna, in Portogallo i golpisti esplicitarono rapidamente il loro programma di radicale trasformazione dello stato. La debolezza istituzionale si questi tre paesi all’indomani della prima guerra mondiale rese possibile questi mutamenti di regimi, che, anche se non desiderati dalla maggior parte della popolazione, comunque giunsero incontrastati. 1. L’Italia fascista: dalla forzatura delle istituzioni alla “dittatura a viso aperto” Con l’ascesa del potere di Mussolini, nonostante l’utilizzo esplicito della violenza, in Italia ci fu una continuità istituzionale apparente anche per il voto di fiducia del parlamento. Mussolini si presentò al parlamento con il discorso del bivacco, che rappresentava un elemento di rottura, in cui minacciò il parlamento e la sua chiusura nel caso in cui non appoggiasse le sue scelte (era l’occasione in cui gli venivano concessi poteri straordinari per il riordinamento della situazione). Tra le novità -> istituzionalizzazione delle squadre fasciste nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) nel dicembre ’22 -> una forza armata partitica e privata diventava una forza armata dello stato; la creazione della MVSN ebbe ripercussioni sul ruolo del sovrano, infatti fino a quel momento il sovrano era il massimo garante del monopolio della violenza dello stato, anche attraverso il giuramento di fedeltà rivolto a lui dalle forze armate; tuttavia la MVSN doveva giurare fedeltà solo verso il presidente del consiglio, solo dopo l’assassinio di Matteotti venne introdotto il giuramento al sovrano -> questo per compromettere il sovrano nelle scelte del fascismo e per legittimare Mussolini e i suoi uomini in un momento di debolezza. Sempre nel dicembre ’22 -> amnistia per crimi e violenze commesse dai fascisti perché compiuti “per un fine nazionale”. Autunno ’23 -> introduzione legge Acerbo -> garantiva un ampio premio di maggioranza al partito che avesse ottenuto il 25% dei voti, in modo da avere il controllo del parlamento. • - > tutte queste riforme erano state approvate dal parlamento che si era insediato prima della Marcia su Roma, quindi aveva pochi deputati fascisti, tuttavia il parlamento era stato sottoposto a minacce e violenze da parte di squadristi. Tuttavia almeno formalmente il governo Mussolini mantenne un profilo non troppo repressivo, infatti per esempio la censura fu introdotto in Italia piuttosto tardi, dopo il delitto Matteotti. Tuttavia c’erano state forme di censura extralegale attuate dai fascisti, es. erano intervenuti più volte contro il giornale socialista “Avanti”. La violenza illegale nei confronti di antifascisti e non fascisti continuò a essere esercitata durante gli anni del governo Mussolini. Il governo Mussolini cercò anche di garantirsi l’appoggio di settori della società italiana, per esempio con la chiesa -> Vennero fatte importanti concessioni alla chiesa -> ripristino dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, il riconoscimento delle scuole private, la reintroduzione nelle aule del crocifisso e anche negli uffici, che facevano parte della riforma Gentile del ’23. Poi il governo si occupò del salvataggio del banco di Roma, che controllava istituti di credito cattolici e garantiva finanziamenti per i restauri delle chiese colpite durante il primo conflitto mondiale. Queste premesse facilitarono la conciliazione tra stato e chiesa, infatti venne anche abbandonato dalla chiesa il partito popolare. Il governo fascista cercò il consenso anche di proprietari, di agrari, della piccola e media borghesia. Dopo il delitto Matteotti iniziarono a essere attuate maggiori misure repressive -> es. soppressione di organizzazione potenzialmente sovversive rispetto al fascismo, legge che proibiva l’esistenza di sindacati non fascisti, venne dichiarato il partito fascista unico partito legale (questo dopo un attentato fallito contro Mussolini), costituzione di un Tribunale speciale, ripristino della pena di morte per chi attentasse alla vita del capo del governo o della famiglia reale, dichiarati decaduti i deputati dell’Aventino, che erano le principali forze parlamentari di opposizione - - > quindi ci fu un intensificarsi della repressione e questi provvedimenti configuravano uno stravolgimento del diritto e della legislazione italiana attraverso procedure apparentemente legittime, infatti questo alimentò le interpretazioni benevole di chi non voleva vedere la trasformazione istituzionale e politica che stava realizzando il regime. Il fascismo era un modello per dittature e colpi di stato in altri paesi sin dalla conquista del potere, prima che fossero messe in atto queste riforme. 2. Il direttorio militare di Primo de Rivera Con il regime di Primo de Rivera vennero chiusi immediatamente gli istituti liberali, a capo del governo c’era un direttorio militare presieduto da de Rivera. Subito de Rivera proclamò lo stato d’assedio in tutto il paese e chiuse il parlamento, affermando che non era espressione del popolo spagnolo. Quindi dal settembre ’23 ci fu questo direttorio che sarebbe dovuto durare solo pochi mesi, invece dirò fno al dicembre ’25. In questo periodo fu avviata una trasformazione profonda delle istituzioni, trovando anche il consenso della popolazione, insoddisfatta dal governo instabile, costoso e corrotto -> • Soppressione della carica di presidente del consiglio, dei ministri e dei sottosegretari dei ministri -> in questo modo il direttorio prendeva tutti i compiti del governo e il presidente diventava l’unico che potesse firmare decreti; in questo modo si creava una dittatura militare sottoposta solo al sovrano. • Chiusura dei consigli comunali, rimozione dei governatori civili provinciali -> al posto di questi venivano inseriti ufficiali militari. Nel periodo successivo alla rivolta del ’27 ci fu una stabilizzazione dell’esecutivo e venne creato un partito nazionale, la Milicia Lusitana, che potesse rappresentare un punto di riferimento di partenza per l’apertura di una nuova fase politica in caso di caduta della dittatura -> tuttavia essa non aveva un appoggio completo del governo, il quale prese rapidamente le distanze dall’organizzazione del partito; tuttavia la Milicia costituì il segnale di un rafforzamento e di una riorganizzazione dell’area più filofascista del regime. Primavera ’28 -> Antonio Oliveira Salazar tornò alla guida del ministero delle finanze -> incrementò i suoi poteri con il controllo di tutte le spese dell’esecutivo e un ampio potere di veto e di riforma. Si impegnò anche a stabilizzare la moneta e a eliminare il debito pubblico. Con Salazar al governo si rafforzarono anche le relazioni con la chiesa -> dal colpo di stato tutti i governi che si erano succeduti avevano cercato di stabilizzare e favorire un buon rapporto tra stato e chiesa e questo era avvenuto intervenendo più volte su alcuni punti della legge di separazione tra stato e chiesa con concessioni alle autorità religiose, ma queste non si sentivano ancora ampliamente tutelate, quindi non erano vincolate alla fedeltà al regime. Alcuni di questi punti rimasero elementi di tensione tra Portogallo e vaticano fino al concordato del ’40 ma dal ’28 ci fu un cambiamento del clima dei rapporti tra le due istituzioni. ’28 -> riforma costituzionale che risolse la questione della legittimazione del capo dello stato; le elezioni furono un successo per la dittatura con la vittoria di Carmona, che rimase al potere fino al ’51. Fino ad ora le misure repressive erano state scollegate tra loro ed erano più che altro la risposta a situazioni di emergenza, ma dal ’33 il sistema iniziò ad acquisire maggiore consistenza. Nuova legge che mandava in esilio o in una colonia penale coloro che avessero pianificato o partecipato ad attentati contro il capo dello stato, contro il governo o contro l’integrità del territorio nazionale -> quindi prese forma un sistema di colonie penali e campi di concentramento nei territori d’oltremare. ’30 costituzione per volontà di Salazar dell’Unione nazionale, un partito unico che puntava a rappresentare portoghesi di vari orientamenti politici. Era un partito unico controllato dall’alto, un po’ come in Italia, ma sena gli intenti mobilizzatori dell’intera società, come il PNF. Esso giocò nei primi anni un ruolo di legittimazione della dittatura e di Salazar, attraverso manifestazioni di sostegno. 4. Tre dittature degli anni Venti I governi dittatoriali nei tre paesi furono per lo più in continua evoluzione. In Italia i primi cambiamenti istituzionali di rilievo puntarono alla legalizzazione dell’eversione e al radicamento del fascismo nello stato, prima di tutto con l’istituzionalizzazione della milizia -> ciò toglieva al sovrano il controllo delle forze armate e legittimava la violenza. Ma la limitazione dei diritti dei cittadini non fu tra le prima misure prese, es. la censura sulla stampa fu introdotta solo nell’estate del ’24. Mentre in Spagna e Portogallo politiche repressive vennero introdotte sin dal momento della conquista del potere per la presenza di conflitti e per l’assenza di una forza politica, come quella fascista, e di una forza paramilitare, come quella delle squadre di combattimento. Quindi in questi paesi fu necessaria immediatamente la chiusura del parlamento e poi approvarono altri provvedimenti repressivi come la soppressione della libertà d’opinione, la censura sulla stampa e la proclamazione dello stato d’assedio. Nonostante questi in questi due paesi le repressioni fossero più radicali il governo di Mussolini si presentava come una novità perché non era una dittatura militare né un governo tradizionalmente autoritario. Motivo principale della sua innovazione e dell’attenzione al modello italiano era la legalizzazione era la legalizzazione di un esercito privato, le squadre d’azione formate gli anni precedenti la conquista del potere, e la capacità di organizzare un partito politico di massa -> in Portogallo e Spagna c’era quindi desiderio di imitare il PNF e la MSN. In questi paesi l’avvio di politiche repressive fu funzionale sia al mantenimento del potere sia alla costruzione di un nuovo regime politico. 5. Conclusioni Dagli anni ’90 a storiografia ha portato al centro delle riflessioni la prima guerra mondiale come momento centrale per la comprensione del ‘900, quindi è emersa una rilettura della storia del primo dopoguerra. Si può vedere il ruolo fondamentale della guerra nella trasformazione politica. In Italia ci fu un processo rapido di crisi delle istituzioni in un contesto molto meno compromesso rispetto a quello spagnolo e portoghese. Il movimento fascista e Mussolini hanno rappresentato un elemento di grande innovazione rispetto al quadro europeo e sono stati fondamentale nel produrre la crisi e l’esito dittatoriale che ne scaturì. È fondamentale capire le trasformazioni politiche e istituzionali avvenute in Spagna e Portogallo tenendo presente il modello italiano. Questi regimi ritenevano fondamentale la legittimazione istituzionale e politica e ciò indica l’importanza del rapporto continuità innovazione di questi regimi, questi regimi cercarono di ottenere il proprio riconoscimento attraverso un equilibrio di innovazione e tradizione. In Spagna la rottura con le precedenti istituzioni fu inizialmente più netta con lo scioglimento del parlamento, l’esclusione dei politici dal governo e l’instaurazione del direttorio militare -> questa fase venne presentata come eccezionale ma venne confermata anche quando dal direttorio militare si passò a quello civile. Situazione portoghese invece più complicata per il sovrapporsi di gruppi politici e militari eterogenei, che si contesero il potere a partire dal colpo di stato del ’26. Anche qui comunque vi era una ricerca di continuità con le istituzioni repubblicane, ma era più difficile per l’assenza di una legittimazione politica da parte del presidente della repubblica, a differenza di Spagna e Italia. Per il rapporto dei tre regimi con le società -> c’è in tutti e 3 i casi un tentativo di confrontarsi con i processi di trasformazione sociale in corso, non solo con la formazione di nuovi apparati repressivi, ma con pratiche di integrazione che tenessero conto di questo sviluppo, es. con la costruzione di partiti di massa, anche se diversi dal PNF in Spagna e Portogallo. Considerare anche il ruolo delle istituzioni ecclesiastiche, rapporto diverso con i tre regimi. In generale dal ’23 si aprì una fase di stabilizzazione politica ed economica. Questi tre regimi si presentarono come una delle possibili vie per la restaurazione del potere della borghesia. Questi regimi dittatoriali mostrano la possibilità di una soluzione in senso autoritario dei problemi lasciati aperti dal liberalismo in quegli anni. Questa strada sarebbe stata presa negli anni successivi anche in altri paesi. Il crollo delle istituzioni liberali rivela l’incapacità di quei regimi di reggere all’urto delle tensioni politiche e sociali del dopoguerra, dimostrandone la vulnerabilità.
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