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Storia dell'Architettura - Sicilia, Dispense di Storia Dell'architettura

Argomenti: Architettura normanna; fabbriche di Federico II; il Trecento; tardogotica tra Quattrocento e Cinquecento (Carnilivari); l'altro rinascimento; il Seicento (Paolo Amato, Angelo Italia, Giacomo Amato); Il Settecento in Sicilia Occidentale e Orientale; I neostili e le avanguardie. La dispensa é l'unione degli appunti presi a lezione, ricerche su internet e libri di testo, in particolare: - M.R. Nobile, Tra due Autunni. Storia dell'architettura in Sicilia dal Tardogotico al Tardobarocco; - G. Di Stefano, Monumenti della Sicilia Normanna - M. Giuffré, Castelli e Luoghi forti di Sicilia - G. Di Stefano, Architettura Religiosa di Sicilia nel Secolo XIII - G. Spatrisano, Lo Steri di Palermo e l'architettura Siciliana del 300 - M. Giuffré, Federico III, Convegno di Studi - M.R. Nobile, Palermo e il Gotico - M.R. Nobile, Storia dell'Arch. Italiana: 500/ 600/ 700

Tipologia: Dispense

2023/2024

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Scarica Storia dell'Architettura - Sicilia e più Dispense in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! MONUMENTI DELLA SICILIA NORMANNA La conquista Normanna fu sia riconquista della religione e della cultura cristiana, quindi dell'attività architettonica cristiana, interrotta dai divieti musulmani. La crociata nella terra degli infeledi diventa anche una ''crociata architettonica'': missione testimoniata dalla grande quantità di castelli, mura e chiese erette dai conquistatori. Insieme ai Normanni arrivano nuovi capimastri, artigiani d'ogni dove: arriva l'architettura romanica. Questo è il trentennio della favolosa conquista (1061-1091). Questi capimastri, muratori e artigiani provenivano da terre dove già l'attività Normanna aveva preso piede: Puglia, Calabria, Lucania e Campania. Questa attività architettonica si ispirava ai duplici modelli benedettini (ma anche agostiniani): cassinesi e cluniacensi. L'influsso prevalente di architettura normanna meridionale fu quindi quello dei modelli francesi cluniacensi. Questa fonte benedettina muove pure la prima architettura normanna di Sicilia: cattedrali di Troina, di Catania e di Mazara. Impronta latino-nordica identificabile: - Catania: nella tendenza a raddoppiare il transetto sia in pianta che in alzato. - Mazara: nel sovrastrare delle masse presbiteriali e nella presenza delle torri in facciata. In Sicilia il culto cristiano apparteneva da secoli al rito greco, in cui il clero greco aveva assicurato, durante l'oppressione musulmana, la continuità di fede e il conforto dei perseguitati. Era quindi lecita la paura nei confronti dei conquistatori. Questo periodo di mutamento nella politica normanna, determinò la ripresa dei basiliani* in Sicilia, di cui Ruggero II e Adelaide ne furono magnanimi protettori. *chiese basiliane: costruite dai monaci che s'ispirano alla regola di San Basilio Magno (330-379); l'intento era di creare comunità di dimensione familiare, a contatto con la società civile. Sovrapposizione duplice influenza bizantina: - remota tradizione protobizantina - fiorente epoca dei Macedoni e dei Comneni Arrivate attraverso la Grecia in Calabria. Tratti evidenti per la prima volta in Sicilia: - tessitura muraria pittorica data dalla combinazione di pietra e mattoni - malta visibile sia nel paramento murario, negli archivolti - archeggiature intrecciate decorative Terzo elemento stilistico, architettura islamica: - decorazioni a rincassi - struttura - cupolette su nicchie I normanni definivano i musulmani come demoni, ma allo stesso tempo rimasero affascinati da Palermo e l'enorme quantità di moschee. Questo miraggio di Oriente sarà l'elemento chiave che renderà l'arte normanna in Sicilia unica e staccarla da quella del resto del continente. Val di Mazara e Sciacca sono le zone più caratteristiche: - nitido apparecchio a nitidi conci - incorniciature a fasce rincassate, come piani di sfalsamento - graduale aggetto paramento murario - nitido blocco dei volumi - struttura e rorma a cupolette Zone com influenze lombarde (assenti islamiche): - Caltanissetta, Chiesa di San Andrea - Caltanissetta, Chiesa del Santo Spirito Fenomeno architettonico circoscritto. Importante ricordare l'aspetto sperimentalistico del periodo. Le piante: - Latine (Cattedrale di Mazara) - Cruciformi - Basilicali Caratteristiche all'interno: - Arco a sesto acuto su alti piedritti - Cupolette su nicchie rientranti - Colonnine annicchiate nello spigolo dei muri - Limitato uso della volta, solitamente a crociera - Navata centrale soffitto ligneo Caratteristiche esterno: - Netti e profilati paramenti esterni, spesso policromi - Decorazione delle absidi Quanto di queste architetture è Occidentale e romanico? Nel frattempo avveniva l'evoluzione dell'architettura franco- normanna e anglo-normanna verso uno stile gotico e questo portò l'arte normanna siciliana ad avere un carattere gotico nativo. Protagonisti e promotori arte normanna in Sicilia: - Ruggero I, affascinato dai motivi arabeggianti - Ammiraglio Giorgio D'Antiochia - Ammiraglio Majone da Bari (sotto Guglielmo) I monumenti più importanti della Sicilia Normanna: - S. Giovanni degli Eremiti - S. Cataldo - La Martorana - Cappella Palatina - La Trinità di Delia LA CATTEDRALE DI CEFALÙ - Ruggero II LA CATTEDRALE DI PALERMO Pianta: - Non si sa la pianta originale, probabilmente venne subito ampliata - Consideriamo quella attuale leggittimamente originale - Concepito come tempio funerario - Punto di arrivo della prima influenza settentrionale - Punto di partenza della successiva corrente nordica Influenze: - Arabe - Agostiniane francesi (a cui fu affidata la chiesa) - Arrivo Cistercensi nel regno - Conoscenza Surger, abate costruttore di Saint Denis - Conoscenza Geoffrey Montbray, vescovo di Coutances Guglielmo I (1120-1166): regno deserto di architetture Guglielmo II (1153-1189): successiva fase fiorente architettura Pianta e aspetto originale: - Più complessa per il doppio transetto (scelta più matura) - Alte torri - Transetto con cleristorio - Fiancate traforate con finestrature - Tutto dentro una massa muraria con sviluppo orizzontale - Decorazioni arabegianti LA CATTEDRALE DI MONREALE Influenze/collegamenti: - Walter of the Mill: prelato inglese e arcivescovo palermitano attivo nella costruzione - Cattedrale di Cefalú - coeve architetture civili - parte superiore campanile Martorana - Chiese dei Catalani a Messina - Chiesa S. Spirito di Palermo Altre chiese più semplici ma più fedeli alla decorazione araba: - Santa Maria de Rifesi - Cappella dello Scibene - Santa Cristina la Vetere 3) Cattedrale di Palermo Sul sito in cui sorge si sono succedute: • un Santuario Cimiteriale • una Basilica del IV secolo • una Basilica del VI secolo (trasformata in moschea dagli Arabi) ➜ riconsacrata dai Normanni. La cattedrale attuale è quindi il 4° edificio. Palermo capitale del regno Normanno necessitava di una Cattedrale, Ruggero II la edifica a Monreale, Gualtirero Offamilio si oppone e ne edifica una a Palermo. DESCRIZIONE nel tempo Gualteriano: • l’aula divisa in tre navate ➜ forma della “basilica romana”; • santuario con titulo e antitulo ➜è di ispirazione bizantina. Motivi che troviamo nella strutturazione degli spazi del Duomo di Monreale; • sistema di sostegno delle pareti con quattro esili colonne su cui si dipartivano archi a sesto acuto di ispirazione araba; • presentava un loggiato che percorreva tutto il coro, rimando alle grandi Cattedrali normanne della Francia e dell’Inghilterra; • interno ➜ spoglio come come l’attuale Chiesa di Santo Spirito a Palermo; • tetto a capriate lignee; • l’esterno come un palazzo-fortezza (merlature), segno del potere temporale e del fine politico di Gualierio. • torrione campanario; funzione ➜ sostegno alla struttura in caso di terremoti. CONFRONTO CON MONREALE E CEFALÙ La pianta ➜ fusione del transetto con la parte triabsidata ampliata da un antistante campata (come Monreale e la Cappella Palatina). L’avancorpo ➜ di ispirazione Anglo-normanna, è molto più allungato di Monreale. Coppie di torri scalarie ad est e ovest ➜ ispirazone arabo-islamica; Cefalù e Monreale ➜ coppia di torri, westverk ➜ ispirazioni nord-europee L’interno della cattedrale normanna ci è pervenuto grazie alle incisioni. Alterazioni e modifiche successive: ➜ 1510 in poi l’abside principale e la campata antistante fu coperta da un rivestimento marmoreo con una ricca decorazione plastico-figurativa dell’officina dei Gagini. ➜ Furono chiuse molte finestre della navata centralle, modificate le imposte degli archi e aggiunte molte cappelle lateralmente. Completa riforma dell’aspetto medievale dal 1781 al 1801 da parte di Ferdinando Fuga. ➜ Da basilica senza volte, con 4 colonne sotto un unico abaco e arcate ogivali a una basilica a pilastri a volte con travatura continua. ➜ una cupoletta per ogni campata laterale, ridotte da 1008. 4) Duomo di Cefalù Il vescovado e la cattedrale di Cefalù sono fondazioni di Ruggero II, con la volontà di costruire una chiesa-mausoleo per sè e la sua famiglia, su modello carolingio normanno con torri gemelle e avancorpo (westwerk). ➜ Nel 1215 Federico II fede trasferire i due sarcofagi a Palermo CHIESA: • Modello delle grandi basiliche benedettine di provenienza cluniacense (Cluny III) ➜ stile romanico normanno nord europeo. • La facciata è inquadrata da due torri che richiamano le tecniche costruttive delle chiese di Normandia (Caen) ➜ alleggerite da bifore e monofore; le cupsidi sono un’aggiunta quattrocentesca. • Portico quattrocentesco ➜ tre archi, due ogivali e uno a tutto sesto. • Le absidi, dovevano avere in origine uno slancio maggiore, le due laterali sono decorate da archetti incrociati e da mensoloni scolpiti e raffigurano volti zoo-antropomorfi comuni in edifici coevi nel Calvados (Sala dello Scacchiere Caen); • In origine l’abside centrale aveva tre finestre ad oculi, chiuse per realizzare il mosaico. • Pianta a croce latina, diviso in tre navate da due file id colonne di spoglio: porfido, cipolllino con basi e capitelli del II secolo d.C. • Il transetto ha un’altezza maggiore rispetto alle navate con verticalismo tipico nordico ➜ architetture della francia e dell’Inghilterra normanna; era previsto uno slancio maggiore; • Sulle pareti del transetto si sviluppa una galleria portici con colonne, scavate nello spessore dell’edificio in corrispondenzza dello spesudo loggiato esterno ➜ anglo-normanno e nella Cattedrale di Palermo.; • Il coro è aperto da due volte a crociera ➜ anglo-franco-normanna; • Esternamente era presente un ciclo di affreschi raffiguranti la dinastia normanna. • La decorazione musiva forse prevista per tutto l’interno, fu realizzata solamente nel presbiterio ➜ maestri bizantini di Costantinopoli ➜ spazio architettonico nordio a cicli di matrice orientae. CHIOSTRO: • Rappresenta una delle più importanti testimonianze artistiche del medioevo siciliano ➜ eccezionale pregio ciclo di capitelli su colonnine binate; • Pianta rettangolare ➜ rovinata da un incendio, in fase di recupero. 5) Cattedrale di Morneale Guglielmo II ➜ modello delle grandi basiliche benedettine cluniacensi. • Facciata ➜ tra due torri campanarie (una incompiuta); • L’ingresso portico settecentesco in stile barocco ➜ tre archi a tutto sesto su colonne tuscanico ➜ portale Bonanno Pisano. • Bastoni rotti ➜ elementi scultorei architettonici a zig-zag, tipici dell’architettura romanico-gotico di Normandia, Inghilterra e Sicilia e nello stile di transizione romanico-gotico. • Il complesso risulta omogeneo, vi è collegamento tra i tre corpi diversi. ➜ L’originaria decorazione policroma dell’esterno è scarsa, limitata al solo fianco settentrionale (zona finestre), è più ricca in facciata ma trionfa nelle absidi a 3 archini sovrapposti di arcate intrecciate INTERNO: • Pianta a croce latina con transetto poco sporgente; • Colonne corinzie di spoglio (granito grigio e cipollino) con pulvino e capitelli (di spoglio); • Soffitto a travature scoperte lignee nelle navate e a stalatite nelle absidi. • Fregio pareti ➜ “a palmizi” ➜ modello Cappella Palatina di Palermo. • Parte bassa pareti ➜ incrostazione marmorea ➜ Cappella Palatina di Palermo. • Ritrovamento fortunato di alte colonne monolitiche in granito senza necessità di sovrassesto. • Gugliemo II dona il modellino alla Vergine. 6) Santa Maria dell’Ammiraglio (Martorana) Viene fondata intorno al 1143 dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia (ammiraglio siriaco di gede cattolica bizantina, al servizio del re normanno Ruggero II) (quasi colta a San Giovanni degli Eremiti) ➜ Nel 1193 fu fondato nelle vicine case dei Martorana un monastero benedettino femminile, a cui nel 1434 fu concessa la chiesa dell’Ammiraglio; • Costruita da artisti secondo lo stile siculo-normanno. PIANTA E INTERNO: • a croce greca con cupola triabsidata ➜ bizantina; • bracci ➜ volte a botte; • campate angolari ➜ a crociera più basse; • archi a sesto acuto, pennacchi cupola ➜ islamici; • cortile porticato; ESTERNO: • lato settentrionale ➜ si mostra con l’aspetto originale con archi rincassati. RIFACIMENTI: Al fine di adeguare una chiesa nata come cappella familiare alle necessità di una chiesa conventuale. • 1588 ➜ prolungata smantellando il cortile e la facciata; • 1693 ➜ abside centrale distrutta e sostituita da una rettangolare ➜ Paolo Amato; • 1726 ➜ perdita coronamento campanile (terremoto); • 1740 ➜ nuovo prospetto barocco ➜ Nicolò Palma; • 1840 ➜ recupero fabbrica medievale ➜ Patricolo; 7) San Cataldo La chiesetta faceva parte di un complesso di edifici, un tempo posseduti da Maione di Bari e poi passati a Silvestro di Marisco. • Probabilmente fondata da Maione da Bari ➜ spinto a creare una cappella vicino a quella del suo predecessore (Giorgio D’Antiochia); ➜ ha carattere pugliese (basilichetta a cupola); ➜ San Cataldo, vescovo di Taranto; PIANTA: • Rettangolare ➜ vagamente centralizzante per la presenza di 4 colonne al centro, ma longitudinale; • allineamento di cupolette sulla nave principale; • navatelle ➜ coperte da crociere; ESTERNO: • Stereometrico ➜ animato da incassi, merlatura arabeggiante; • Abside centrale ➜ sporgente e alta quanto l’edificio; XIX secolo subì dei restauri per opera di Patricolo che liberò la struttura dall’architettura neoclassica che laveva inglobata, realizzata dal Marvuglia. 8) Zisa Questa fabbrica normanna, che a lungo fu invece ritenuta araba, risale agli ultimi anni di Guglielmo I, fu completata da Guglielmo II. Concepito come dimora estiva dei re, rappresenta il migliore esempio del connubio: • normanno ➜ arte, struttura tipici della casa normanna; • arabo ➜ decorazioni e ingegnerie per ricambio d’aria; • rivolto verso nord-est ➜ brezza marina; ESTERNO E STRUTTURA: • stereometria e simmetria ➜ assolute; • distribuzione su tre ordini ➜ cornice marcapiano; • Sala della fontana ➜ ingresso con vestibolo e arco a tre fornici; • fascia con epigrafe araba ➜ tagliata per ottenere la merlatura ➜ San Cataldo • Cortile al terzo livello ➜ raccogliere acqua piovana ➜ raffreddamento ambienti; SALA DELLA FONTANA: • elemento più caratterizzante; • pianta quadrata ➜ volta a crociera ogivale • tre grandi nicchie nei tre lati ➜ decorazioni a muqrnas (ad alveare); • fontana ➜ pannello a mosaico su fondo oro; • acqua ➜ scorre su lastre marmoree; • peschiera ➜ INTERVENTI SUCCESSIVI: • 1535 ➜ dopo varie concessioni precarie ➜ concesso in perpetuo da Carlo V nel 1535 ➜ ebbe diversi proprietari ➜ sempre deperendo; • 1635 il palazzo, per il suo deplorevole stato, fu dato gratuitamente. • 1971 ➜ crollo ala settentrionale destra (forti piogge);➜ Architetture civili Le regole della costruzione degli abitacoli non furono definite dai normanni ma si affidarono alle maestranze arabe. Questo fu dettato dal fatto che i Normanni erano impreparati alle calde temperature mediterranee. Nella vita dicorte era previsto un periodo di “vacanza” estivo in cui i nobili si spostavano in abitazioni stanziate nelle campagne (luoghi più freschi. ➜ Palermo, la Zisa, GUglielmo I ➜ Palermo, la Cuba, Guglielmo II Loculo rettangolare basato sul principio di simmetria lungo l’asse. ➜ la Cuba • Sollazzo estivo per il re; • Ambiente interno con fontana in marmo ➜ rinfrescare l’ambiente ➜ Sala della fontana Zisa; • Muqarnas; • Pietra a vista; 14) Santa Maria in Valle o badiazza, Messina-1°m Fondazione antica, il monastero fu retto in un primo tempo dalle monache dell’Ordine basiliano, successivamente cistercense e infine dall’Ordine benedettino in epoca normanna. • secondo di Enrico Calandra (errato) ➜ originariamente un impianto antico centrico ➜ aggiunta delle navate nel XIII secolo ➜ volte costolonate nel XIV secolo; • pianta centrale delle chiesette normanne ➜ Trinità di Delia presso Castelvestrano; • pianta simile ➜ Chiesa Santo Spirito Palermo. ESTERNO: • portale ogivale laterale con pilastri ornati da capitelli con motivi vegetali ➜ gotico-cistercense; • chiavi di volta delle crociere ornate ➜ tutti elementi tipici del gotico francese; • merlatura ➜ chiesa-fortezza; • caratteri omogenei su tutta la superficie ➜ poco probabile la distinzione in momenti; • finestre archiacute all’esterno, archiacute all’interno ➜ tipico monum svevi e cistercense; • finestre transetto ➜ rettangolari sormontate da cornicetta pensile in pietra lavica, a capi estroflessi come la finestra del Pentalfa di Castello Ursino; INTERNO: • navate coperte da volte a crociere rettangolari con costoloni bicromi (conci di lava e calcare) ➜ divise da pilastri polistili ornati con motivi vegetali; • colonne incastrate negli spigoli ➜ normanno; • capitelli santuario ➜ influssi stilistici ➜ normanno, cistercense, borgognona pregotica; • capitelli ➜ fortemente gotici, foglie uncinate, massicci ➜ Castel Maniace; • matroneo sui quadrati angolari a logge separate ➜ comunicante attraverso ponte con il monastero; • cupola impostata su triplici archetti pensili ➜ arabegiante, ma rappresenta un tentativo di tradurre con spirito gotico un espediente orientale assimilato nell’architettura normanno- siciliana; ALTRO: • volontà di tradurre uno spirito gotico in un espediente dell’architettura locale ➜ elementi distribuiti in entrambe le parti ➜ unica fabbrica; • monumento chiave nel passaggio ➜ XIIsec e XIIIsec. 15) Chiesa si S. Francesco d’Assisi a Messina-2° metà Nella prima metà del XII, data l’eterna controversia tra gli Svevi e il Papato, non rese favorevole la diffusione degli ordini mendicanti, sopratutto i francescani, che invece ebbero un ruolo rilevante nella formazione del gotico italiano, per la sua semplicità costruttiva; Fu fatta edificare da 3 contesse per i monaci francescani che si erano stabiliti fuori dalla città. • Interessante per la sua struttura: Presenta una grande navata, con un vasto transetto, tre absidi poligonali ➜ capacità di riunire le folle alla predicazione; • soffitto ligneo (terremoti)➜ absidi a ventaglio con volte a spicchi con costoloni su colonne esilissime (più vicini al gotico- provenzale, piuttosto che quello precedente); • contrafforti ➜ con archi rotondi (arch provenzale) ➜ funzione estetica e tecnica; • finestre strette e alte ➜ Badiazza; • decorazione capitelli ➜ con foglie bulbose e modanatura ➜ gotico maturo; • i portali e il rosone ➜ completamento fine XIII; ➜ transetto con absidi terminali; • il monumento più isolato dalle tradizioni anteriori (insieme Alemanna); Fu danneggiata nel 1884 da un incendio, liberata dalle alterazioni del 700 da Patricol➜ nel 1908 fu ridotta in macerie dal terremoto ma ricostruira con (in parte) i materiali originari da Francesco Valenti. ➜ elementi non gotici con elementi gotici L'evoluzione dell'architettura normanna ha impedito l'introduzione dello stile gotico in Sicilia. Le prime costruzioni del periodo sono un complesso monumentale sestante senza radici: - Santa Maria degli Alemanni (1220) - Basilica del Murgo presso Lentini (1224) - Castelli Federiciani - San Francesco di Messina (1254) Alla Sicilia post-normanna quella esperienza costruttiva che altrove costituiva la premessa necessaria al formarsi evolversi dell'architettura romanico-gotica. Evidenti componenti romanico-occidentali nelle cattedrali siciliane: - disposizione basilicale - torri che affiancano il prospetto - predominio volumetrico della zona presbiteriale. - valori spaziali di chiarezza e semplicità - preziosità decorativa e di gusto arabo bizantino Interessanti le differenze notate dal Calandra tra il romanico siciliano e quello settentrionale: ‹‹mancano quegli accenti turbati, gli incubi, i mostri. E al contrario è un'arte che rispecchia sia la luminosità e la serenità della natura dell'isola, la chiarezza, la limpidezza di spirito degli artisti, è un'arte che non turba ma rasserena…›> Proprio questo contesto culturale si inseriscono i cosiddetti «‹sollazzi normanni>> (Cuba, Zisa, Favra...) Architettura Chiaromontana Per le costruzioni assegnabili alla seconda meta del XIII del XIV secolo mancano dati che indicano sicuro quello che c'è temporale, anche perché ci si imbatte in esempi riproducenti motivi e tecniche ritardate ho in tutti formati anticipate. Identifichiamo nelle opere che per loro il timbro arcaico nel confronto con le più elaborate soluzioni del XIV secolo possono assegnassi alla Fase iniziale della nova sperimentazione artistica, con ripresa delle soluzioni plastiche e disegni decorativi dei monumenti normanni ma con un gusto aggiornato una unità stilistica che indichiamo con il termine termine <<Chiaromontana»>. I Chiaramonte furono un'influente famiglia siciliana che capeggiarono la fazione latina, legata al partito ghibellino il quale era contrario alla dominazione aragonese. Ma con questo termine non indichiamo solo la volontà da parte delta familia Chiaramonte di elevare il proprio prestigio; infatti indicheremo così costruzioni antecedenti al momento in cui i Chiaromonte di venissero la più potente familia dei feudatari della Sicilia Occidentale. La Sicilia dopo il Vespro è caratterizzata da una volontà di operare, uno Stato euforico prodotto della riconquista di indipendenza e alle grandi casate feudali e legato quanto oggi resto testimonianza di quell'attività costruttrice. L'architettura civile del Trecento Ricoprono un ruolo fondamentale i due palazzi di Palermo, Sclafani e Chiaramonte, realizzati entrambi nel primo trentennio del XIV secolo: - impianto planimetrico assolutamente autonomo, con cortile porticato che richiama lo shcema federiciano - atteggiamento di isolamento assoluto Architettura religiosa nel Trecento Fortemente influenzata dal discontinuo rapporto tra imperatore e Papa,sebbene il popolo si mantenesse fortemente religioso, per cui si realizzarono alla fine del XIII secolo accolgono solo parzialmente gli influssi gotico federiciani, mentre restano fortemente legate all'iconografia del periodo normanno: - schema basilicale a tre navate - con o senza transetto - tetti con capriate dipinte Agli schemi edilizi del XIV secolo corrisponde invece una varietà di estrose ed elaborate soluzioni adottate per la realizzazione di portali e finestre, che assumono quindi il ruolo più caratterizzante nell'architettura siciliana del tempi. LO STERI DI PALERMO E L'ARCHITETTURA SICLIANA DEL TRECENTO Basilica di San Francesco di Assisi, Palermo - La basilica con le sue cappelle offre uno dei più completi esempi del linguaggio architettoico dal XIII al XVIII secolo: dopo la distruzione della prima chiesa, i francescani iiziarono nel1277 l'edificazione della nuova struttura; - Sulla facciata dalla compatta superficie continua fanno da contrappunto il vibrante rosone e il portale in stile gotico chiaromontano, sormontato da una trifora cieca affrescata: il contorno del portale + riccamente decorato da colonnine inalveolate negli spigoli verticali, e sui tre ordini di ghiere o strombature dal tipico ornamento di bastoni a zigzag, delicati bassorilievi di tralci a spirale e seghettature a largo ritmo del livello più interno dell'arco; la datazione propensa dopo il 1302. Al primitivo organismo della chiesa vennero affiancate numerose cappelle, di cui noi ricordiamo quella Calvello, quella del Beato Gerardo e quella Federici. - La cappella Calvello ha pianta quadrata, coperta da una crociera portata da robusti costoloni con colonne angolari di stampo federiciano, mentre la conca absidale con l'arco arabeggiante ricorda maggiormente lo stile normanno, accentuato dalle incrostazioni a pietra lavica a motivi geometrici. - La cappella del Beato Gerardo ripete l'organismo strutturale della precedente ma il maggior arcaismo delle forme, insieme ad una qualità più grossolana dell'intaglio fa propendere per una datazione antecedente. - La cappella Sclafani è come quella Calvello di stampo normanno nella zona absidale mentre differisce per la forma del corpo antistante che è invece rettangolare formato da due quadrati divisi da un arco intermedio e crociere costolonate. - La cappella Mastrantonio è tra tutte quella più di gusto chiaromontano, con un carco decodaro da affresci di scuola giottesca nell'intradosso. - La cappella della famiglia Federici riproduce la painta della famiglia Calvello e la forma della absidiola ma l'arco frontale è decorato da una ghiera di bastoni e gusci che riprendono la modanatura del portale d'ingresso. 19) Prospetto occidentale cattedrale di Palermo La cattedrale di Palermo, consacrata nel 1185, è stata oggetto di numerose modifiche, aggiunzioni e ampliamenti che restituiscono l'odierna forma. Il tessuto decorativo del prospetto occidentale e dei primi due livelli delle torri angolari ne colloca la realizzazione nella seconda età del XIII secolo, nel 1260 circa; Oggi la cattedrale si presenta come un palinsesto architettonico ➜ stratificazione di stili; • differenza stilistica tra torre S-O, quella N-O ➜ facciata con le tre porte ➜ sopraelevazione delle torri; • archeggiature cieche rincassate nel basamento, tozze colonnine inalveolate su due ordini, il fregio di coronamento con archetti intrecciati su colonnine pensili ➜ normanna Chiesa S.Cataldo e elementi gusto gotico isolano ➜ interpretazione plastica delle decorazioni scultoree, le fasce con fiori a testa di chiodo e gli spigoli mussati degli archi ciechi; ➜ Le arcate cieche con rincasso, le colonnine angolari e inalveolate negli spigoli, il fregio di coronanento ad archetti intrecciati richiamino alla mente l'appartenenza allo stile arabo normanno, sebbene al contempo affiorino elementi di spiccato gusto gotico isolano. Il portale centrale è in stile gotico, realizzato tra il 1352 e il 1353 ➜ ricca membratura a bastoni delle ghiere degradanti portate dalle colonnine a piedritto: è arricchito in alto da una bifora in corrispondenza della navata centrale e circondata da una cornice mistilinea; ➜ i due portali laterali sono invece caratterizzati da ghiere riccamente vivacizzate da colonnine e archetti trilobati, mentre sono sormontate da monofore strombate cieche. 19) Portico Meridionale della Cattedrale di Palermo Il prospetto meridionale è sul lato di via Vittorio Emanuele o anticamente strada del Cassaro. ➜ Gli arcivescovi committenti promuovono consistenti lavori di riconfigurazione esterna mediante completamenti e addizioni significative: costruzione del nuovo palazzo arcivescovile, creazione a sud di un vasto piano antistante la cattedrale (1452) che unisca la regolarizzazione di parte del fianco meridionale. ➜ Fu commissionato nel 1425 dall'arcivescovo Ubertino de Marinis, arcivescovo di Palermo, ad opera del Maestro Antonio Gambara (Magister maranne); assimilabile all'arco È in stile gotico-catalano ha conformazione a capanna ➜ tre arcate ogivali corrispondenti a tre volte a crociera nell'interno, sorrette da capitelli fioriti e sostenuti da colonne provenienti dalla moschea (una di queste presenta un'iscrizione tratta dal Corano) ➜ serrato da due piloni con coppie di archivolti su tre ordini. ➜L'arco centrale è più ampio ed elevato e presenta una decorazione tortile; la trave di sostegno del timpano del portico è decorata da un arabesco. Tra gli estradossi degli archi sono state trovate tracce di una presunta policromia. ➜ Sul portico meridionale e sul portale marmoreo sussistono informazioni relativi alle date e agli artefici: si tratta di personaggi qualificati e in particolare provenienti dalla penisola iberica: - Portico di Santa Maria del Mar (Barcellona) - Cattedrale di Palma di Maiorca - Sculture realizzate da maestri attivi nel Castel Nuovo (Napoli) - Decorazione Flamboyant a trafori ciechi Cappella San Jordi (Barcellona) - Casa della Ciutat (Barcellona) Il magister che più ricorda questo linguaggio è Marc Safont insieme a Arnau Barguès. Il timpano è caratterizzato dalla figura di Dio Padrem al centro della scena dell'Annunciazione, inserito in una decorazione raffigurante girali e fiori stilizzati dalla forte e complessa connotazione geometrica di matrice araba; ➜ Inquadra il portale una cornice a bastoni, sormontata da un'edicola con il mosaico della Madonna del Tocco (+cordone e pinnacoli). QUATTROCENTO E PRIMO CINQUECENTO dal tardogotico al rinascimento 20) Palazzo Abatellis È l’edificio civile più integro e rappresemntativo del 400 in Sicilia ed è dal 1954 sede della galleria regionale della Sicilia con un progetto espositivo dell’architetto Carlo Scarpa; si trova in Via Alloro, strada larga e rettilinea perpendicolare al mare, dalla Kalsa al centro, lontana dai mercati e dalle strade caotiche. Considerato insieme a Palazzo Aiutamicristo uno degli edifici aristocratici di maggiroe magnificenza, comodità e qualità, chiarezza compositiva e distribuzione interna. ➜ Venne costruito nel 1490 per volere di Francesco Abatellis, portolato del regno in stretti rapporti con la corona spagnola: l’architetto per la realizzazione dell’edificio è Matteo Carnilivari da Noto, il contratto prevede una serie di clausole per analogia: • Portale simile a quello relizzato da Carnilivari ad Agrigento per Gaspare Marinis • Paramenti simile a quelli di Palazzo Bonet (GAM). ➜ Ha una conformazione geometrica regolare, articolato intorno a un cortile con loggiato a due livelli, con archi ribassati al piano terra e a tutto sesto sul al piano superiore. Doveva presentare un prospetto racchiuso tra torri merlate (ne viene completata solo una). ➜ Fu importante la collaborazione con Joan De Casada, il quale è la mano dietro alle inflenze spagnole iberiche del palazzo • Le trifore del Palazzo sono uguali a quelle della Loggia di Valencia; è noto che usava realizzare dei modelli e riprodurli in serie. • Il portale obliquo è uguale a quello di Valencia: allo stesso modo, quello di Palazzo Abatellis forse immetteva in una scala a chiocciola con occhio aperto centrale detta “Caracol de Mallorca” Palazzo della Generalità a Barcellona ➜ Abatellis muore senza lasciare eredi, dopo essere passato alla moglie, passerà alle monache domenicane. Loggia di Valencia Palazzo de la Generalitat, Barcellona Voluto da Guglielmo Ajutamicristo, facoltoso banchiere di origine pisana, giunto in sicilia in seguito alla caduta di Pisa sotto il controllo fiorentino nel 1406, affermandosi come banchieri della corte aragonese; scelse un’area poco edificata (possibilità di spazi aperti) ma vicina alla più ambita Via Alloro. ➜ Nello stesso anno in cui iniziò la costruzione del palazzo fu aperta la strada di Porta Termini (data prestigio e ideale scenario). Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati a Matteo Carnilivari; Guglielmo aveva avuto modo di apprezzare le sue capacità affidandogli i lavori di ristrutturazione del suo Castello a Misilmeri. ➜ Dopo la demolizione delle strutture preesistenti furono ingaggiati diversi maestri tra cui Joan de Casada (maiorchino) per l’intaglio e la modellazione degli elementi architettonici. Successivamente Carnilivari verrà sostituito da Nicolò Grisafi. ➜ Le profonde alterazioni subite dal nucleo originario non hanno consentito univoche interpretazioni del progetto di Carnilivari. ➜ La dimora doveva svilupparsi secondo un impianto a C, chiuso sul fondo da un muro basso in comunicazione con giardini ed edifici di servizio. ➜ Il prospetto nord doveva origiariamente presentarsi con un profilo di altezze differenziato : • un primo tratto contenente cinque monofore ad arco ribassato; • un secondo tratto, edificato fino al piano nobile, caratterizzato da una trifora ad archi acuti; • un terzo corpo, più basso, coronato da merli; La scala di accesso al piano nobile fu realizzata lungo il lato del cortile sud. ➜ L’ampio cortile aveva probabilmente un ruolo pubblico significativo: il piano terra risulta molto raffinato e di pregio. ➜ Insieme al corpo su strada furono avviati e mai completati i due bracci perpendicolari che dovevano delimitare lo spazio di un ampio cortile; il modello scelto per la realizzazione delle finestre era quello tradizionale con archi a ghiera in rilievo poggiante su peducci, mentre le uniche finestre che si discostano dalla produzione seriale sono le due bifore al piano nobile realzzate sopra il portale, con terminazioni ad architrave e un fitto trafoto ralideo, frutto di un modello elaborato proveniente dall’architettura civile di Barcellona, Valencia e Palma di Maiorca. ➜ Il portale di ingresso posto su un corpo basso affiancato alla residenza aveva probabilmente lo scopo di disimpegnare i diversi ambiti del complesso. ➜ Il piano nobile era scandito da 4 bifore e 3 trifore, modello tradizionale ad archi con ghiera in rilievo poggiante su peducci ➜ Le finestre furono realizzate in serie. ➜ L’unico grado di libertà concesso agli intagliatori fu concentrato sulla definizione scultorea di peducci (varietà motivi decorativi). • le finestre 400centesche ➜ intagliature modelli gotici; • sistema di aperture ➜ classiciste (marmo di Carrara); ➜ finestra con cornice gotica e motivi rinascimentalie ➜ Carnilivari era già andato via; ➜ Rispetto agli altri esempi siciliani l’intaglio fu reso complesso attraverso la moltiplicazione delle modanature del perimetro. • mancato allineamento tra le arcate del loggiato e del portico ➜ chiarezza compositiva rinascimentale?; Influenze locali ➜ areo loggiato P. Chiaromonte ➜ ritmo, elementi e proporzioni; • superamento del modello ➜ rielaborazioen modanature con accentuazione al linearismo ➜ arco interno scavato da leggere concavità a spigolo vivo; Elem rinascimentali (importazione) ➜ cinque capitelli del portico (botteghe); • dell’Abatellis ➜ medievali; • di Ajutamicristo ➜ riproposizioni di motivi all’antica, ma cornice a stampo gotico; 21) Palazzo Ajutamicristo • soffitto ligneo grande salone ➜ fedeltà all’arch. locale ➜ mensoloni ad archi pensili ➜ Sala Magna Palazz. Chiaromonte; (simbolo di potere feusale siciliano); • è testimonianza del progredire della ricerca architettonica medievale attraverso la rielaborazione di modelli consolidati, con nuovi elementi e più complessi e ricercati disegni; ➜ Sembra che una volta completato il palazzo fu ritenuto un unica dimora cittadina degna di ospitare i + alti rappresentanti del potere monarchico. ➜ Nel corso del 500 durono avviate le prime trasformazioni, es finestre casiciste con trabeazione pulvinata e balconi sorretti da mensoloni di pietra. ➜ Nel 1535 il palazzo ebbe l’onore di ospitare il re Carlo V d’Asburgo: probabilmente a questo si devono gli interventi di ammodernamento classicisti. ➜ Nel 1588 fu venduto a Francesco Moncada, Principe di Paternò. 26) Chiesa di S. Maria la Nova, 1520 • Il cantiere attraversa un secolo, passando da un linguaggio ad un’altro (1532-1580). Prima fase ➜ portico, l’architetto spagnolo Antonio Peris: con tre archi a sesto ribassato e piccole arcate cieche che decorano i pilastri angolari, caratteristiche sono le nervature e i costoloni delle volte a crociera con chiavi pendule del portoco; ➜ linguaggio identico alla Chiesa della Catena, fortemente legato all’influenza gotico-catalana; ➜ studio della rotazione base colonne; Cambia il progetto ➜ doveva avere tre navate con colonne snellissime e volte, ma ci sono troppi cedimenti; Seconda fase ➜ Giuseppe Spadafora, capo mastro del Senato, che ebbe un importante ruolo nella rettificazione del Cassaro; Si forma nella bottega di Gagini e diventa l’interprete principale della tradizione locale; • Partecipano anche due imprenditori progettisti: • Giorgio Di Faccio (piemontese) ➜ cambia il progetto, occupandosi della parte presbiteriale, impiantando una grande rotonda ottagonale (doveva terminare con cupola o tiburio); • Giuseppe Giacalone ➜ effettua riparazioni in corso d’opera; 27) Chiesa di San Giorgio dei Genovesi • Dalla prima metà del secolo alla seconda, gli artigiani-artisti hanno avuto modo di arricchirsi, dando attenzione alle nuove stampe, nuove occasioni di cantieri pubblici e alle costruzioni degli ordini religiosi ➜ Santa Maria di Porto Salvo è ben evidente questo fenomeno: il progetto ha infatti subito drastiche varianti nelle coperture; • su disegno di Giorgio di Faccio ➜ inconsueto sistema di colonne in gruppi tetrastili (riferimento ai dibattiti intorno ai progetti di rinnovamento della Cattedrale contrassegnata da possenti pilastri tetrastili); l’edificio ha pianta basilicale a tre navate, transetto con cupola ott ➜ é situata in prossimità del porto ededicata al patrono dei Genovesi e quindi mercanti stranieri. ➜ A differenza delle Chiese coeve non presenta il portico loggia. ➜ Il prospetto è compatto, facciata in stile rinascimentale, scandito da lesene e sormontato da una cornice raccordata ai lati da ampie volute ➜ All’interno 40 colonne in marmo di Carrara (nel presbiterio su due ordini) tamburo ottagonale, tetto piramidale, prestigiose edicole marmoree commissionate dalle più facoltose famiglie genovesi. 28) Palazzo Castrone, Palermo ➜ La realizzazione dell’edificio fu voluta nel 1588 da Cristoforo Castrone, membro di un’antica e illustre famiglia patrizia palermitana, che incaricò Giuseppe Giacalone. Ancora oggi è visibile sul frontone che sormonta il portale un leone d’oro andandte su tre sbarre, lo stemma della famiglia Castrone. ➜ Fu realizzato negli anni 60 del 500, Via Toledo. ➜ Per l’epoca in cui fu costruito presentava molti elementi di novità, dal portale d’ingresso riccamente adorno ai balconi in pietra sorretti da mensoloni (probabilmente i primi dell’architettura civile palermitana) con teste leonine, anticipando elementi pre-barocchi. ➜ Probabilmente sorge su fabbriche precedenti non del tutto demolite, come testimonia la finestra bifora di chiara origine trecentesca. ➜ Il prospetto del palazzo è di aspetto grandioso e severo con raffinati elementi ornamentali di ispirazione classico-rinascimentale. • Facciata ispirata ai libri di Sebastiano Serlio, che scrisse il “trattato di architettura” ➜ portale a bugnato e altana emergente con serliana; • Incisioni di Serlio ➜ tutte le botteghe riproducono i suoi portali ➜ in Sicilia arrivnao nuove pubblicazioni e raccolte di modelli fiamminghi; ➜ Tutti gli altri palazzi dovevano allinearsi a lui: Palazzo Ferreri, Roccella... ➜ All’interno fontana marmorea attribuibile a Gagini raffigurante il mito di Perseo e Andromeda. i linguaggi dell’architettura e la città IL SECONDO CINQUECENTO 29) Porta Nuova ➜ Difesa mediterranea dell’Europa: nuove cinte e baluardi ➜ Rappresentazione ed esorcizzazione pubblica del nemico: statue di turchi imprigionati e vinti a scala gigantesca (Carlo V, 1575) ➜ Sopratutto per la funzione: porta di accesso alla città e dogana ➜ Un varco di accesso nella città muraria esisteva già dal 1460 Costituita da un solo filo di colonne e cornicione, nel 1535 fece l’ingresso Carlo V, reduce dalla conquista di Tunisi ➜ Nel 1583 il vicerè Marcantonio Colonna volle perfezionare e modificare la porta su più livelli; Colle celebrare la vittoria sulle armate turche e commemorare i trionfi del sovrano ➜ Nonostante il Senato cittadino avesse scelgo il nome di Porta Austriaca, il popolo continuo anchiamarla Porta Nuova. ➜ Nel 1667 fu quasi distrutta a causa di un’esplosione di depositi di polvere da sparo ➜ SECONDA PARTE: 1669 l’architetto Gaspare Guercio la ricostruì e pose a coronamento dell’edificio una copertura piramidale rivestita da maioliche 8raffiguranti aquile). ➜ La costruzione presenta 2 prospetti ripartiti su tre ordini, uno rivolto la città, ricalcante gli schemi classici, degli antichi archi di trionfo più busti raffiguranti Pace, Giustizia, Verità e Abbondanza. ➜ Il prospetto esterno presenta un’architettura originale, dominata da paraste binate in bugnato terminanti con 4 telamoni raffiguranti i mori. ➜ Le due figure centrali mostrano gli arti mozzati in segno di sottomissione 30) Porta Felice ➜ Nel 1582 il vicerè Marcantonio Colonna decise di dare un ingresso monumentale al Cassaro, prolungato fino al mare l’anno prima. Prende il nome dalla moglie del vicerè: Donna Felice Orsini. ➜ Costituita da due imponenti piloni separati, progettata dall’architetto Mariano Smiriglio (lo stesso che realizza 25 fontane da porta N a Monreale). ➜ Il progetto era molto ambizioso, erano state richieste 6 colonne alte 40 palmi (10mt) ➜ non arrivano ➜ esigenza preta locale (?) I lavori si protrassero fino al 1637, per questo le due facciate risultano differenti. ➜ Il prospetto interno affacciato sulla città ha caratteristiche più tendenti agli stilemi rinascimentali; realizzato da Giacomo Sarno, che lavora la pietra di S. Maria del Gesù, idonea all’intaglio. ➜ Il prospetto verso il mare viene terminato da Pietro Novelli, Smiriglio e Vincenzo Tedeschi: caratteri e connotazioni tipicamente barocchi; viene realizzato con rivestimenti e sculture in grigio di Billiemi con colonne libere che inquadrano nicchie con fontane. (Il marmo bianco troppo costoso). In seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale il pilone destro venne quasi liberamente distrutto, poi ricostruito. 31) Apostolato di Messina • Grande personalità emergente fu Montorsoli, sopratutto nel campo delle fontane monumentali ➜ Fontana Orione e fontana Nettuno; • Dopo la scomparsa dell’architetto Vanello, Montorsoli diventa capomaestro del Duomo e realizza la straordinaria sequenza di cappelle, note come “Apostolato”; • lungo le navate del duomo di Messina ➜ sei cappelle per lato in cui dovevano essere poteste le statue degli apostoli, secondo un progetto di Montorsoli (discepolo e collaboratore di Michelangelo Buonarroti; • linguaggio classicheggiante ➜ superfici ben scandite dalla successione di larghe lesene scanalate, alternate alle cappelle lievemente incavate e incorniciate da marmi policromi a disegno geometrico di gusto toscano • l’arco che inquadra le cappelle è tangente alla trabeazione; • il frontone delle edicole è spezzato da rilievi che inquedrano scene dinamiche; ogni apostolo ha dietro una conchiglia; ➜ riprende il linguaggio di Gangini; • Fu portato a termine in maniera esstremamente lenta nel XVIII secolo con il contributo di artisti diversi. • Le cappelle subiranno danni con il terremoto del 1908 e andranno completamente perse con l’incendio del 1943 e poi ricostruite. 32) Tribuna della chiesa di S. Giovanni dei Cavalieri di Malta Considerata una delle opere più audaci di Giacomo Del Duca, allievo di Michelangelo) progetta a Messina il Palazzo dei conservatori e la tribuna della Chiesa. PIANTA • uno dei suoi lavori più audaci, a pianta centrica, si basa sul raffinato ingranaggio di due spazi centrici esagonali; FACCIATA • bicromia del mattone e della pietra a vista, con dettagli michelangioleschi; • nuovo linguaggio in sicilia ➜ ordine gigante dorico con triglifi e sistema di nicche che scavano la parete; • paraste giganti, doppie finestre, ordine colonnare (paraste con lesene) Michelangiolesco (es Biblioteca Laurenziana); ➜ Del duca porta in Sicilia l’uso del mattone a cortina (?) • Realizza anche la cappella del SS. Sacramento (Duomo di Messina), una delle absidi laterali post concilio). ➜ Ha come riferimento la tribuna del Gagini (ordine architettonico) Ingegneri militari ➜ importantissimi nel secondo cinquecento siciliano. La massima aspirazione, la carica più gratificata; • Giulio Lasso (quattro canti); • Camillo Camilliani (fontana pretoria); Rispetto al fitto intreccio di personalità con formazioni e provenienze differenti che caratterizza la Palermo del Cinquecento, a Messina abbiamo un persorso più lineare, semplice e coerente; I terremoti succeduti in città l’avevano lasciata nella sua totale distruzione, piena di frammenti, ma con un grande spirito costruttivo anche spinto dalla rivalità tra le due città. In parallelismo con le operazioni attuate a Palermo, a Messina negli anni 80 del Cinquecento, si realizza una “strada Colonna”. Questa “apertura” della città sul porto stimola un processo di trasformazione urbana, che dopo la costruzione di alcuni ma importanti isolati episodi architettonici, nel giro di pochi decenni provocherà l’abbattimento di un lungo tratto della cortina muraria. Il salto di qualità dell’architettura a Messina, ha un responsabile: Giacomo Del Duca, architetto di Cefalù, seguace di Michelangelo. 33) I Quattro Canti Ultimo grosso intervento che chiude il secolo: Strada Nuova o Via Maqueda, che taglia da nord a sud la città ➜ Insieme a Via Toledo imprime alla città una geometria cruciforme e la spartisce in 4 quartieri o mandamenti • Quattro canti➜ in competizione con la Palazzata di Messina (aspiranti capitali del Regno); ➜ La costruzione dei quattro canti (dal 1608) sugella il raggiungimento di un obiettivo, la costruzione della città capitale, configurando un luogo capace di riassumere l’identità cittadina. ➜ Prende diversi nomi: Piazza Villena (vicerè), Ottagono o Teatro del Sole perchè durante il giorno almeno uno dei quattro è illuminato dal sole. ➜ I lavori furono affidati all’architetto fiorentino Giulio Lasso e poi continuati da Mariano Smiriglio. Barocco. L’architetura è molto semplice: rappresenta un perfetto ottagono formato da 4 edifici alternati da sbocchi viari. ➜ Sono sormontati dagli stemmi reale, senatorio e viceregio. ➜ Presentano un’articolazione su più livelli con una decorazione basata sull’uso degli ordini architettonici e di inserimenti figurativi che dal basso all’alto seguono un principio di ascensione. ➜ Al piano inferiore vi sono fontane che rappresentano i fiumi dell’antica città in billiemi: Oreto, Kemonia, Papireto e Pannaria. ➜ Un’ordine in stile dorico contiene le allegorie delle quattro stagioni rappresentate da Eolo, Cerere e Bacco ➜ L’ordine successivo in stile ionico oscpita le statue di Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV. ➜ Infine nell’ultimo ordine abbiamo le 4 sante palermitane: Agata, Ninfa, Oliva e Cristina (Prima di S. Rosalia). ➜ Giulio Lasso ha lavorato a Catania per i benedettini, ma anche in Spagna: sono infatti facciate retabli, iperdecorate, curvilinee (ancora prima di quelle romane) (?). IL SEICENTO IN SICILIA 34) San Giuseppe dei Teatini, Palermo Gli ordini sorti in seguito al Concilio di Trento fondavano e rifondavano le proprie fabbriche secondo tipologie longitudinali, un esempio è la maestosa Chiesa di San Giuseppe dei Teatini. I padri Teatini giungono da Napoli per stabilirsi a Palermo intorno al 1600 su invito del Senato e della nobiltà palermitana; • La chiesa, collocata in posizione strategica tra Via Maqueda, Cassaro e a ridosso del nuovo Teatro del Sole (Quattro Canti). La loro prima Sede è il convento adiacente alla chiesa di Santa Maria della Catena. La costruzione della nuova chiesa s’inserisce nel grande progetto urbanistico della città (Via Maqueda). • Giacomo Besio (in realtà Pietro Caracciolo) diresse i lavori di costruzione fino al completamento (Savonese dell’ordine Chierici Regolari Teatini). Regola dell’ordine: “Sia povera la cella, sobrio il vitto, ma ricca la chiesa” L’ingresso è neoclassico, con paraste e capitelli corinzi che sorreggono un’architrave sormontato da un timpano triangolare e due accordi arcuati laterali, uno dei quattro canti e un “quinto canto” barocco realizzato per simmetria. ➜ Prima chiesa barocca siciliana. ➜ L’impianto è a croce latina a tre navate, con cupola con lanterna e cappelle laterali; ➜ La caratteristica peculiare della chiesa è la presenza di 4 file di colonne megalitiche in billiemi, con capitelli corinzi e basi in marmo bianco: la complessità del cantiere è testimoniata dal protrarsi del cantiere fino al 1645. ➜ sono state seguite attentamente vicende di altre chiese: es Santa Lucia al Borgo e Sant’Ignazio all’Olivella. ➜ Grazie al maestro marmoraio Domenico Viccitta il billiemi si diffuse (Giurisprudenza, S. Matteo, S. Domenico, Chiostro di Casa Professa o S. Francesco). Le prime colonne passarono per Porta Nuova ma una si ruppe, si scelse via Maqueda. ➜ Il sollevamento fu possbile grazie ad un testo di Domenico Fontana per l’innalzamento degli obelischi davanti alle basiliche costantiniante. ➜ Già nel progetto erano previste delle catene, indispensabili ma molto sottili. Il cinquecento si configura come il secolo di contrato architettonico tra le due aspiranti capitali, Palermo e Messina: il Seicento accoglie così i lasciti del secolo precedente, tra cui l’idea di Del Duca per la realizzazione della Palazzata sul Mare di Messina. Tra il Cinquecento e Seicento un ruolo fondamentale è determinato da Gesuiti e Teatini che si contengono i luoghi più prestigiosi della città per la realizzazione di chiese e conventi, mentre le istituzioni regi e municipali impongono anch’essi i segni del loro potere; a messina la figura di Guarino Guarini, modenese monaco teatino, permette l’apporto delle sue conoscenze borrominiane e la mescolanza con le idee preconsolidate in ambito palermitano. Uno dei più importanti cantieri di inizio Seicento riguarda gli interventi realizzati a Palazzo Reale per volere del vicerè Maqueda, con la direzione dell’architetto Sanchez: si tratta di un quadriportico su tre livelli con numerose colonne, inizialmente realizzate in calcare locale cdella Scalidda e poi con un nuovo materiale palermitano protagonista del seicento, il Billiemi. Viene anche realizzato IL SETTECENTO IN SICILIA OCCIDENTALE 39) Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, Trapani La Sicilia del settecento può essere distinta geograficamente e culturalmente in sicilia orientale e occidentale. Questo perchè il terremoto del 1693 rappresenta un evento catastrofico che ha segnato inevitabilmente la storia dell’isola. In Sicilia occidentale seguono la scia delle tendenze già delineate nel secolo precedente: il numero di architetti in questo periodo è sconvolgente, ma il lavoro non manca; gli ordini religiosi hanno i propri architetti, così come i tre ordini governativi, e la cattedrale con l’architetto della maramma. Ancora a inizio Settecento le personalità di spicco erano Paolo e Giacomo Amato, e in sottofondo riecheggiavano le eredità di Angelo Italia. ➜ Paolo Amato fu sacerdote e architetto del Senato, in grado di redigere complessi programmi decorativi, ma che per la costruzione e la direzione di architetture, doveva fare affidamento a collaboratori e specialisti; dei suoi lavori ben documentati solo quello del SS. Salvatore si distingue per l’originalità della pianta e fornisce un indirizzo sulle sue capacità. ➜ Giacomo Amato ha lasciato a Palermo un’eredità più consistente,sopratutto grazie al linguaggio classicista romano acquisito durante il suo percorso con Rainaldi. In forte contrasto con Paolo Amato, il suo stile è sobrio e monumentale. Con la Facciata della Chiesa di Santa teresa, definisce un modello che sarebbe stato imitato a lungo dopo la sua morte: facciate a due ordini sovrapposti scanditi da elementi verticali (colonne libere), grande finestra al centrod del secondo ordine. ➜ Angelo Italia, la sua carreira si svolge nel seicento, ma influenzerà il secolo successivo. Aveva percorso una terza via, di derivazione Guariniana (diverso dai due Amato). La sua opera è fondamentale per comprendere le future scelte di un architetto come Biagio Amico. ➜ Giovanni Biagio Amico si formò da autodidatta e seguiva le orme di Guarini e Italia. ➜ Ferdinando Fuga alimenta la grande attività costruttiva degli anni 20 del Settecento, si occupò di interventi nella cattedrale, interni di Palazzo Butera e il convento di San Vito. ➜ Nicolò Palma, nipote del grande Andrea Palma, si occupò di cantieri di Santa Maria dell’Ammiraglio, della ristrutturrazione di Palazzo Comitini e della creazione del primo giardino pubblico di Villa Giulia; la sua architettura univa la sobrietà di Giacomo Amato e l’eleganza dei dettagli rococò. A causa della densità edilizia del secolo, non si costruivano nuovi palazzi ma si optava per la ristrutturazione di quelli già esistenti. ➜ Andrea Gigante, allievo di Giovanni Amico, sconvolgerà gli equilibri professionali di Palermo rimpiazzando Palma nella realizzazione di Palazzo Bonagia, e si occupò di palazzo Gangi-Valguarnera. • Viene realizzata nel 1688 con il tipico impianto basilicale con cupola su colonne, basato sul progetto di Pietro Castro; alla sua morte però la facciata non era ancora stata realizzata per cui nel 1712 il lavoro fu affidato a Giovanni Amico. ➜ Ha influenze Borrominiane e Guariniane: facciata curva e torre campanaria; • facciata alternata nella parte centrale da un ritmo concavo-convesso e da un altezza maggiore della navata centrale ➜ Annunziata di Messina di Guarino Guarini; • portali laterali e statue con incisioni ➜ dalle tavole di Andrea Pozzo; • in un periodo in cui la maggioranza dei suoi contemporanei seguiva i modelli romani importati a Palermo da Giacomo Amato; • slancio della parte centrale più alta e il movimento nell’ordine inferiore ➜ effetti dinamici tipici del barocco; • facciata adornata da 12 statue in pietra stuccata raffiguranti gli Apostoli e Gesù. • Viene usata la balaustra ➜ elemento di scenografia. 40) Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, Alcamo Fu costruita tra il 1721 e il 1725 su progetto di Giuseppe Mariani • edificio a navata unica con tamburo ricalca l’aula esagonale. • prese come ispirazione per la cupola polilobata la chiesa romana di Sant’Ivo alla Sapienza di Borromini ➜ viene copiata da un’incisione in un libro di architettura e non dall’originale ➜ viene copiato pure un errore, un difetto tra cupola e muro; • dimostra così la sua permanente fiducia ai modelli romani, assorbiti dalla formazione al fianco di Giacomo Amato, in contrasto con le idee del trapanese Giovanni Amico; ➜ Dal 1720 infatti si riscopre la sua importanza e i suoi disegni ➜ muro neoborrominismo; 41) Facciata della Chiesa di San Domenico Nel 1726 Giovanni Amico viene chiamato per completare il progetto della chiesa, iniziato da Vincenzo Tedeschi e Andrea Cirrincione. ➜ È incorniciata da due campanili e abbellita da statue in stucco raffiguranti Santi e Papi domenicani (+Serpotta) ➜ nipote ➜ Il prospetto è diviso in tre parti da colonne binate di Billiemi e la parte centrale è conclusa da un frontone curvilineo. ➜ Un timpano spezzato, tipico del barocco Siciliano da movimento (simile al duomo di Siracusa) ➜ Telaio di colonne libere monolitiche di Billiemi. ➜ Celle campanarie terminanti con cupole a bulbo terminanti con pinnacoli provvisti di sfere, banderuole e croci. COLONNA DELL’IMMACOLATA Venne edificaa nel 1728, in comcomitanza con i lavori pr la facciata ➜ È composto da una base marmorea sormontata da una colonna in cima alla quale è presente la statua dell’immacolata. ➜Il progetto venne realizzato da Tommaso Maria Napoli, la realizza Giovanni Amico. ➜ Nel progetto originale era stata pensata di 11m, tale da rendere visibile la statua dall’altare maggiore durante l’ufficio delle Sacre Funzioni, ma venne ridotta a 9m. ➜ Alla base troviamo le statue di 2 papi e ai piedi angeli alati. Sui piedistalli anticamente erano alloggiate le statue dei sovrani committenti dell’opera (Carlo VI D’Asburgo). ➜ Era infatti un omaggio agli austriaci (erano molto diffuse). ➜ Nel 1750 furono sostituite con Carlo III di Spagna ➜ Nel 1848 furono fuse per ricavarne cannoni ➜ Nel 1954 furono poste quelle papali. 42) Chiesa di Sant’Anna della Misericordia La chiesa risale all’epoca spagnola, ma la facciata è stata realizzata su progetto di Giovanni Amico nel 1736 ➜ si ispira a Guarini. ➜ Viene costruita sul Kemonia, le fondamenta erano molto precarie. Giovanni Amico realizza una facciata su tre ordini, raccordati da volute. ➜ A causa di un terremoto viene richiamato, tre anni prima della sua morte ➜ Decide di abbassarla e alleggerirla. Il prospetto è piano in corrispondenza delle coppie di colonne laterali, convesso verso l’esterno della parte centrale e concavo verso il centro. ➜ Le colonne sono in Billiemi. ➜ Sull’asse mediano verticale sono presenti portale e loggia. ➜ Di ispirazione Borrominiana, simile alle chiese di S. Giorgio a Modica e Ragusa. ➜ Effetto di chiaroscuro dei materiali, colonne e nicchie. ➜ Le decorazioni sucltoree sono su disegno di Giacomo Serpotta. ➜ L’ingresso è delimitato da lesene sormontate da timpano spezzato con volute e all’interno è collocato uno stemma e l’altorivilevo della pietà di Marabitti. 43) Chiesa dell’Annunziata, Trapani Chiesa trecentesca, viene rinnovata e ampliata nel 700circa ad opera di Giovanni Amico (1742 compra sedici colonne) • studiò l’impianto ovale progettato da Italia per la Chiesa dei Gesuiti di Mazzara, la Chiesa dell’Annunziata di Guarini a Messina; • realizzazione in scala maggiore ➜ Chiesa di Sant’Oliva ad Alcamo ➜ una sala grande dove gli archi della volta scaricano su contrafforti interni ➜ pilastri compositi (e da telamoni nel secondo registro, mai messi in opera); • la sala è rettangolare con spigoli arrotondati: ➜ come S. Giovanni in Laterano nel progetto di Borromini (conosciuto attraverso incisioni); ➜ come Sacrestia Vaticana di Juvarra; ➜ con santuario con cupola ovale con doppia calotta estra dossata e forata per la diffusione dalla luce (studiata attraverso incisioni che raffiguravano in sezione l’espediente); • I pilastri trapezoidali e la presenza delle colonne conferiscono la qualità di palcoscenici, le Chiese come luoghi di rappresentazione drammatica. 46) Villa Valguarnera, Bagheria La costuzione inizio nel 1712, per volontà della vedova del principe Valguarnera che affidò il progetto a Tommaso Maria Napoli, architetto domenicano, progettista anche di Villa Palagonia. • le sue ville offrono piante complesse e con distribuzioni innovative, debitrici del dibattito romano del tempo e della stagione viennese; • completamento ➜ metà del secolo, committenza dei coniugi Gangi- Valguarnera ➜ l’inclusione di un salone ovale, modifiche della facciata e una radicale articolazione del giardino; • in contatto con l’ambiente romano, introduce un linguaggio berniniano e una chiarezza compositiva vicina agli esempi più avanzati del settecento italiano ed europeo, in particolare austriaco. ➜ È raggiungibile attraverso un lungo viale che si apre su corte ovale, con bracci adibiti a magazzini e terrazze nel piano superiore; la villa coniuga modelli palladiani con forme extraurbane. ➜ Il corpo centrale è infatti caratterizzato da una grande concavità e due ali rettilinee, simile al progetto di Bernini per il Louvre. ➜ La villa ha una pianta a C, dal corpo centrale parte un semicerchio con allinterno un cortile. ➜ Il piano superiore è raggiungibile attraverso scaloni in granito ➜ L’orlo del tetto è ornato da statue del Marabitti di stampo Neoclassico. Alla sua morte la villa non era ancora finita; • Alla fine del secolo Giovan Battista Vaccarini realizza nuovi prospetti e una sala ovale al piano nobile; convivono il prospetto barocco con le trasformazioni neoclassiche.45) Villa Palagonia, Bagheria Venne costruita a partire dal 1715 ad opera dell’architetto Tommaso Maria Napoli, frate domenicano, insieme a Daidone. ➜ L’ingresso si trovava su corso Butera ed era formato da un lungo viale al quale di accedeva tramite tre portoni, da qui si profila un lungo viale adornato da mostri scolipi in calcarenite, ad opera del nipote del principe. ➜ Il corpo di fabbrica centrale della Villa, senza cortili interni, a una pianta articolata in due elementi quadrati congiunti da una parte centrale curvilinea. ➜ Il primo piano presenta quattro torrioni agli angoli e un vestibolo ovale, dal quale sia ccede al salone delle feste; è anche presente una cappella gentilizia. ➜ Al piano nobile si accede per mezzo di una scalinata a doppia tenaglia affiancata alla abse da sedili in pietra dal gusto barocco. ➜ Il prospetto anteriore è ornato da un doppio scalone in marmo di Billiemi ➜ Portali e finestre sono ispirati alle incisioni di Padre Pozzo (gesuita), nella perspectiva pictorum et architectorum. 46) Palazzo Valguarnera-Gangi, Palermo Lavora al palazzo del principe di Valguarnera l’architetto Andrea Gigante, allievo di Giovanni Amico, realizzato per la volontà della famiglia di celebrare la propria ascesa politica, economica e sociale. ➜ Per la vastità dell’impianto architettonico, per la qualità e la ricchezza degli apparati decorativi, nonchè per essere arrivato a noi praticamente integro, palazzo Valguarnera non solo sostituisce un unicum nel panorama siciliano, ma anche un momento altissimo del rococò italiano. Importantissimi i due interventi settecenteschi realizzati da Andrea Gigante: ➜ Lo scalone monumentale “a tenaglia”, con rampe simmetriche ornato dalle statue marmoree del Marabitti ➜ La Galleria e al salone traforati di influenza bibienesca: realizza un tetto piano traforato con sopra una cupoletta affrescata con aperture laterali per la luce. ➜ si ispira ai grandi palazzi francesi nobiliari come Versaille o Regg. Caserta 52) Oratorio di San Filippo Neri, detto dei Filippini Fu costruito nel 1769 sotto la direzione di Giuseppe Venanzio Marvuglia come un edificio neoclassico, una struttura dalle linee sobrie e severe richiamando la tarda architettura barocca. ➜ Apparato decorativo di Marabitti e Filippo Pennino ➜ L’interno ad aula è caratterizzato da un vestibolo sormontato da un palco sorretto da 6 colonne di Billiemi + volta a botte. ➜ Il colonnato è costituito da 8 fusti con capitelli in marmo bianco. ➜ Le colonne sono giganti, architravate, con volta a botte in pietra pomice, molto leggera ➜ Molto apprezzato da Duforurny. 53) Palazzo Costantino Sorto a partire dai primi anni 60 lungo l’asse della strada nuova, costituisce un anello di congiunzione tra Gigante e Marvuglia che si succedono nel cantiere. ➜ Mostra la qualità culturale dei due architetti grazie all’uso di pseudo colonnati ionici della corte interna; presenta tutti gli elementi del tardo barocco perfettamente integrati con l’allora nascente neoclassicismo europeo. Stanze e saloni erano un tempo decorate secondo lo stile Rococò. ➜ doppio loggiato ionico ➜ colonne in marmo rosso di castellammare 54) Villa Belmonte all’Acqua Santa Viene realizzata come rsidenza estiva del Principe G.ppe Ventimiglia di Belmonte, il progetto è affidato a Marvuglia; è molto simile a Villa Villarosa. ➜ Si presenta come un blocco simmetrico e compatto dal quale sporgono due imponenti portici: sul lato meridionale la costruzione è preceduta da una scalinata ornata da leoni e da una vasca circolare con vasca con fontana. ➜ Ha 3 elevazioni che partono da un alto zoccolo, colonnato con fantasiosi capitelli, aperture semplici ➜ Sul prospetto settentrionale alla fine del 19esimo secolo è stata aggiunta una veranda in ferro e vetro con tetto a padiglione; nella aprte alta del parco si trova il tempietto di Vesta di pianta circolare con colonne corinzie, trabeazione con fregio a bucrani e cupoletta ribassata. ➜ Portico con arcate su pilastri. ➜ Ispirazione: Chiesa di Saint Genevieves 55) Casina Cinese ➜ Fu realizzata da Marvuglia dal 1799 su commissione di Ferdinando III di Sicilia; risulta molto più monumentale rispetto alla casina cinese commissionata per il principe di Belmonte. ➜ Stile orientale: il corpo centrale termina in alto con un tetto a pagoda sorretto da un tamburo ottagonale; la piano terreno si trovano porticati ad arco ogivali e torrette con scale elicoidali. ➜ Gli appartamenti sono divisi su tre piani; di particolare pregio è l’ingegnosa tavola matematica. 56) Ortobotanico di palermo Progetto di Defourny ➜ caratteristiche formali di un tempio greco ➜ metope, Realizzato da Marvuglia SETTECENTO IN SICILIA ORIENTALE La sicilia orientale venne condizionata in maniera profonda dal terremoto del 1693: numerosi morti, decide di centri distrutti e città completamente atterrate; in questo clima, maestranze proveniente da Palermo e Messina monopolizzarono la fase della prima ricostruzione, che divenne occasione di rinnovamento e ammodernamento. Molte città vennero ricostruite in siti più pianeggianti e accessibili, mentre altre rimasero nei loro luoghi originari subendo però notevoli modifiche; dal punto di vista stilistico Catania si distingue per un linguaggio decorativo e spregiudicato ricco di decorazioni a stucco, bicromie e modelli tratti da incisioni del XVII secolo (Palazzo Biscari e convento di San Nicolò), mentre la parte sud orientale era la pietra a vista a caratterizzare tutte le produzioni architettoniche più impegnative. Il concorso per la ricostruzione del duomo di Siracusa, rappresenta in qualche modo uno spartiacque nella rotta dell’architettura locale: ➜ il siracusano Rosario Gagliardi, nel 1726 inizia la sua carriera, reduce dai suoi studi palermitani. ➜ il palermitano Giovan Battista Vaccarini, nel 1730 arriva a Catania. 57) Duomo di Siracusa Terremoto 1542: crolla il camapanile Terremoto 1693 crolla la facciata n ➜ Si decide di cambiare tipologia e indire un concorso Non siamo sicuri sul vincitore del concorso, probabilmente Andrea Palma (maestro di Giacomo Amato), anche se il suo linguaggio è distante da quello siracusano, per cui si pensa che ai tempi di canteire abbiano agevolato ripensamenti, oltre alla possibilità che altri progettisti come Giuseppe Mariani possano essere subentrati in un secondo momento. ➜ Nell’ ordine inferiore abbiamo sei colonne giganti e libere che sorreggono un frontone curvilineo spezzato con merlature. Le quattro colonne centrali inquedrano il il portone centrale, il più grande dei tre. ➜ L’ordine superiore è composto da quattro alte e robuste colonne che sorreggono il timpano superiore che circonda il frontone triangolare. Ha una forma trapezoidale. ➜ l’uso dell’atrio di raccordo tra fabbrica e l’antico tempio di Minerva, la presenza delle colonne libere e i dettagli scultorei lasciano infatti pensare ad un’influenza romana nel progetto. ➜ I lavori vennero completati in due periodi, per questo presenta due stili ornamentali differenti: il barocco e il rococò; questo fu dovuto principalmente alla pausa di ventanni dall’inizio dei lavori e alla fine, periodo in cui il tardobarocco fa strada allo stile rococcò. 58) Cattedrale di Catania Nei primi anni del 700 arriva a Catania Giovan Battista Vaccarini, che assume la carica di architetto della città e della Cattedrale. ➜ Della Cattedrale erano rimaste solo le absidi (e la facciata?), simbolo di perizia esecutiva, con conci di pietra lavica squadrati ➜ Per la costuzione si voleva ababndonare l’uso delle colonne: Palazzotto aveva immaginato e realizzato una chiesa con pilastri concepita come più resistente Secondo i documenti era rimasto il primo ordine della facciata ➜ Vaccarini progetta una facciata con tre ordini, con andamento telescopico, un accordo con volute, un telaio di colonne libere, sezioni orizzontali curvilinee (parte centrale connessa a basi diagonali) ➜ colonne del secondo ordine non poggiano su quelle inferiori, ma su pilastri trapezoidali retrostanti (come se fossero contrafforti) ➜ doveva essere rivestita da lastre di pietra lavica Il progetto di Vaccarini non era molto amato: venne mandaot un modello a Roma ➜ Ferdinando Fuga lo boccia ➜ troppe colonne, direzioni, decorazioni, poca resistenza, pietra lavica non apprezzata ➜ Luigi Vanvitelli la approva, nonostante la trovi bizzarra, solo perchè si tratta della sicilia e non Roma. Approva le colonne poggiate a pilastri e le direzioni. ➜ Il progetto viene rimandato a Roma, viene approvato di nuovo ➜ Decide di sostituire la pietra lavica con il Billiemi, che lui conosce bene. ➜ La facciata presenta delle analogie con la palermitana chiesa di Sant’Anna, come se la Sicilia volesse creare un proprio modello derivato da Roma. 59) Palazzo Senatorio, Catania Vaccarini si occupa del progetto e dell’esecuzione dal secondo livello ➜ la parte inferiore viene realizzata seguendo l’iperdecorativismo (bugnato) ➜ Con lui il progetto viene indirizzato verso una maggiore sobrietà dell’apparato decorativo (es. lesene lisce e non bugnate) ➜ In tutta Europa negli anni 20-30-40 si ha un cambiamento linguistico da un lato esplode il neo borronismo, dall’altro un classicismo/tardo barocco più pesato (Carlo fontana e l’Accademia S. Luca). 60) Chiesa di S. Agata, Catania • progettata da Vaccarini, costruzione molto lenta, cantiere con lunghe pause; • Vaccarini curò i le fasi più delicate, come la cupola; • pianta centrica a croce ➜ ispirata a Chiesa di Sant’Agnese a Roma (cambia l’ingresso); ➜ La facciata è curvilinea, con un grande timpano curvo e archi policentrici. Le finestre lateral includono le allegorie del martirio della santa; il portale seicentesco è inglobato nel progetto; ➜ Realizzata in pietra, all’interno molti marmi fra cui il Giallo di Castronovo (nel progetto originale dovevano esserne ricoperti non solo l’altare ma anche le colonne giganti; 61) Chiesa di Santa Chiara, Noto Chiesa Benedettina del 1730 del Gagliardi ESTERNO • ha una caratteristica facciata con torre campanaria ornata negli angoli da due capitelli. • il portale è successivo, di gusto neoclassico INTERNO • ha una pianta centrale ellittica ➜ su modello delle chiese ellittiche romane del Cinquecento e Seicento. • all’interno è presente un telaio di colonne libere, e una straordinaria copertura leggera ➜legno, stuoie di canne e gesso. • lo spazio con deambulatorio virtuale è è di suggestione tardo seicentesca. ➜ esterno e interno barocco. ➜ portale neoclassico. 62) Chiesa di S. Domenico, Noto Opera dell’architetto Guagliardi, fu realizzata tra il 1703 e il 1727 La facciata è a due ordini: il primo dorico, il secondo ionico; la parte centrale sporge con forma convessa ➜ Facciata “absidata”, con convessità eccessiva + colonne libere ➜ Il progetto originale prevedeva che anche il transetto avesse terminazioni absidate. ➜ L’interno è una pianta a croce greca allungata con 5 cupole e pilastri interni con colonne libere accostate.
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