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Storia dell'arte, dal Realismo al Surrealismo, Dispense di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Il file contiene informazioni dettagliate del programma di arte di quinto superiore. Sono analizzati periodi quali il Realismo, con Corubet, l'Impressionismo, con pittori come Manet, Monet, Renoir, Degas. Inoltre, vi sono appunti anche in merito al Post-Impressionismo, con Van-Gogh e Lautrec; il Simbolismo, con Moreau, Redon, Bocklin; l'Art Nouveau, con Guadì e Klimt; i Fauves, con Matisse e l'Espressionismo, con Munch. Inoltre, vi sono appunti in merito al Cubismo e Picasso, al Futurismo, con Boccioni e Balla, e infine al Surrealismo, con Magritte, Dali e Mirò. Gli appunti sono precisi e dettagliati; si può studiare direttamente dal file senza sussidio del libro. Sono presenti le immagini delle opere e le analisi di ognuna.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

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maria-massa-11 🇮🇹

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Scarica Storia dell'arte, dal Realismo al Surrealismo e più Dispense in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! REALISMO ● QUADRO STORICO E CULTURALE La rivoluzione industriale ha provocato dei cambiamenti anche dal punto di vista sociale: i contadini abbandonarono le campagne e si trasferirono in città per lavorare nell'industria. Gli operai, però, erano sfruttati, sottopagati e costretti a lavorare in ambienti nocivi. La tensione sociale crebbe sempre di più e dal 1848 iniziarono ad esplodere tumulti e proteste, motivo per cui in Francia, nel 1840, nacque un nuovo movimento artistico: il Realismo. A seguito del 1848, che rappresenta l'anno delle grandi e sanguinose sommosse popolari, i realisti abbandonarono i soggetti storici e letterari per dedicarsi agli aspetti sociali, alle tematiche legate al lavoro e ai fatti contemporanei. Essi, infatti, risposero alla richiesta di realizzare il vero e il quotidiano, non ingannando più con soggetti falsi e inconsistenti. Motivo per cui con il Realismo si inizia a riprodurre oggettivamente la realtà, senza nessuna emozione o interpretazione personale, così come avvenne nella letteratura realista di Zola, Balzac e Flaubert e in quella verista di Verga. Il Realismo, inoltre, ha origine anche nella crisi delle tendenze spiritualistiche del Romanticismo, nel sorgere del Materialismo Storico (la pubblicazione del Manifesto Comunista è del 1848) e nel fiorire delle dottrine positivistiche. Gli artisti principali di questo movimento sono i francesi Courbet, Daumier e Millet. GUSTAVE COURBET Il primo pittore realista è il francese Gustave Courbet, nato nel 1819. Formatosi quasi da autodidatta inizia la propria attività all'interno della tradizione romantica, però, rifiuta ogni tipo di influenza e proclama che per lui l'arte può esistere solo nella rappresentazione di oggetti visibili e tangibili. Inoltre, anche se apre una scuola, per lui l'arte non può essere appresa meccanicamente dato che è individuale e ogni artista ha una propria ispirazione e rappresenta ciò che vede, sente e vuole. L'artista viene condannato con la Restaurazione ed è costretto a vendere le sue opere. Morirà nel 1877 in solitudine. Courbet, con le sue opere, suscita la reazione di molti critici che non accettano il suo modo di rappresentare la realtà in maniera oggettiva, senza fare nulla per nascondere gli aspetti crudi e drammatici. Infatti, quando i suoi quadri vengono rifiutati poiché troppo realistici, egli fa costruire nei pressi dell'Esposizione Universale di Parigi un grande capannone, il “Padiglione del Realismo”, dove espone 40 dipinti, segnando la nascita del Realismo. ➢ GLI SPACCAPIETRE Gli Spaccapietre sono due oli su tela di ispirazione pressoché identica, il più grande dei quali è andato purtroppo distrutto durante i bombardamenti del 1945. Questi dipinti descrivono in modo estremamente realistico il duro lavoro degli operai in Francia nella metà dell'Ottocento. Nel primo dipinto sono raffigurati due operai impegnati nel duro lavoro di spaccare le pietre per ricavarne la ghiaia. ● Il più anziano si trova a destra e ha il ginocchio sinistro poggiato a terra; le sue mani stringono un pesante martello che ha lo scopo di abbattersi su una pietra in basso. Il suo volto è nascosto dal cappello che lo protegge dal sole. ● A sinistra, invece, si trova una adolescente che trasporta una cesta pesante piena di ciottoli. Il suo strumento di lavoro, una zappa, è appoggiato a terra tra le altre pietre. La loro condizione di povertà è sottolineata dagli abiti che indossano, caratterizzati da toppe sulla camicia e sui pantaloni, dal panciotto e dai calzini bucati e dalla camicia e dai pantaloni strappati. Sulla destra si trovano anche una pentola, un cucchiaio e del cibo posati su un panno che li protegge dalla polvere del terreno. Lo spazio naturale lascia il posto alle pietre e ai ciottoli e sullo sfondo vi è una collina in ombra, mentre sulla destra si intravede un piccolo spazio di cielo azzurro. Nel secondo dipinto è raffigurato solo il lavoratore più anziano che svolge sempre lo stesso compito, ma adesso assume la posa opposta. Infatti il dipinto sembra riflesso allo specchio dato che le posizioni sono invertite; ad esempio la pentola e il cibo non si trovano più sulla destra, bensì a sinistra. - LUCE: L'artista utilizza un contrasto di luminosità intenso: il primo piano e gli operai sono illuminati da una forte luce solare, mentre lo sfondo è scuro, in ombra e privo di forme. La composizione è asimmetrica e antiaccademica. IMPRESSIONISMO ● QUADRO STORICO E CULTURALE • Nel 1870, si ebba la progressiva ascesa della borghesiamoderata e conservatrice, che intendeva difendere i propri interessi economici. La città di Parigi si arricchì di teatri, musei, ristoranti, casinò, caffè. Vi erano linee metropolitane, stazioni ferroviarie e gallerie. Si inaugurarono i primi caffè artistici, per aggregazione spontanea, dove si tennero le prime riunioni impressioniste. • Lo sviluppo tecnologico che caratterizzò la nascita e il diffondersi della rivoluzione industriale penetrò anche nel mondo dell’arte, attraverso l’invenzione della macchina fotografica, evoluzione della camera ottica già usata dai vedutisti alla fine del ‘700. La fotografia è considerata oggi un’arte a tutti gli effetti, poiché richiede un notevole impegno e una grande sensibilità da parte del fotografo, che sceglie il soggetto da ritrarre e l’inquadratura, studia luci e contrasti, esprimendo il proprio modo di sentire e la propria abilità tecnica. Nell'Ottocento, però, erano molti coloro che vedevano la macchina fotografica solo come un freddo strumento di riproduzione della realtà, diverso dalla pittura, ritenuta l'unico mezzo capace di esprimere i sentimenti. Solo nel 1859, la fotografia sarà valutata un vero strumento artistico, con la propria comparsa come forma d'arte autonoma all'Esposizione di Belle Arti. • Dal punto di vista culturale la fotografia ebbe ripercussioni notevoli: molti artisti usarono la fotografia per cercare nuovi scorci prospettici o indagare sulle posture del corpo umano, mentre molti scienziati fecero uso di questo nuovo prodigioso strumento che offriva nuove possibilità di indagine della natura. La fotografia modificò ilmodo di percepire la realtà. • Nell'aprile del 1874, a Parigi, un gruppo di giovani artisti (tra cuiMonet, Degas, Renoir) organizzò una mostra, ma furono criticati e definiti, con disprezzo, "Impressionisti", a causa del loro particolare modo di dipingere e dal titolo del quadro "Impressione.Il levar del sole" di Monet. • Anche se al termine "Impressionismo" viene attribuito inizialmente un significato negativo, già da tempo alcuni pittori usavano questo nome per definire la propria arte. Essi credevano che la realtà fosse percepita in modo diverso da persona a persona e da momento a momento, attraverso "impressioni" di forme, di luci e di colori. Essi amavano dipingere "en plein air", all'aria aperta, nelle campagne, nei boschi o sulle rive dei fiumi: utilizzavano un cavalletto portatile e colori a olio in tubetto. La loro pittura non aveva alcun intento politico: i soggetti erano la natura o la classe borghese, ritratta nei suoi vari aspetti. • Gli Impressionisti cercavano l’impressione pura, tramite giustapposizioni di pennellate di colore puro. Si ebbe l’abolizione quasi totale del disegno e dei contorni. In realtà, era la luce a determinare la percezione dei vari colori. Infatti, i pittori impressionisti osservarono che la luce, a seconda delle diverse ore del giorno e della sua intensità, modificava il colore degli oggetti e della natura: un fenomeno affascinante, che essi intendevano riprodurre nei loro dipinti, motivo per cui adottarono una particolare tecnica pittorica: stesero i colori sulla tela in macchie e tocchi rapidi che, visti da lontano, davano il senso della vibrazione e dei cambiamenti dell'atmosfera. • La luminosità dei colori era l'elemento più importante della nuova espressione artistica. Le ombre venivano rese attraverso gradazioni di colore: a seconda della quantità di luce, riflettevano più o meno il colore del cielo, della terra o degli oggetti che le producono. • La modernità degli Impressionisti stava anche nel nuovo modo di affrontare il rapporto con la realtà. Si resero conto che questa non era percepita in modo frammentario: anche quando era un solo oggetto a essere messo a fuoco, tutto ciò che lo circondava non sfuggiva allo sguardo dell'osservatore. Per questo motivo, nei dipinti la realtà doveva essere resa nella sua globalità. - Ricorrenti nell’800 furono anche le stampe giapponesi, realizzate a più colori con matrici xilografiche in legno, evidenziando l’armonia dei colori e l’accordo delle forme. ÉDOUARD MANET Edouard Manet è stato un pittore francese di grande importanza nel momento di passaggio dalla corrente realista a quella impressionista. Sin da giovane, mostra interesse per il disegno e la pittura e così si forma presso il pittore accademico Thomas Couture. Egli non partecipa all’esposizione impressionista, ma il suo influsso e la sua presenza morale sono notevoli. I dipinti di Manet (1832-1883) hanno suscitato grande scalpore tra il pubblico: rappresentavano, infatti, soggetti tradizionali (nudi femminili, ritratti e paesaggi), interpretati però con un forte senso della realtà. Manet non voleva rappresentare temi sociali, ma solo ciò che vedeva. ➢ COLAZIONE SULL’ERBA Una donna completamente nuda siede tranquilla al cospetto di due borghesi in abito scuro e pone lo sguardo verso l’osservatore. Le sue gambe raccolte fanno da appoggio al braccio destro sollevato verso il viso in una posizione naturale e disinvolta. Un uomo siede dietro di lei e conversa piacevolmente con un'espressione pensierosa. Il convitato di destra, invece, è disteso con la gamba sinistra verso la donna e il ginocchio destro piegato. Tiene nella mano sinistra un bastone da passeggio. I tre, infatti si sono fermati nel bosco per riposarsi durante una passeggiata. Nell’angolo a sinistra, sotto forma di natura morta, si trovano i resti del pranzo. Un cestino contenente qualche frutto e del pane è poggiato sugli abiti femminili. Indietro, poi, una seconda donna in sottoveste, si sta bagnando in un laghetto che occupa tutto il secondo piano. A destra una barchetta è posata a riva, mentre, tra gli alberi al centro, si intravede il paesaggio in lontananza. Un uccellino, forse un fringuello, aleggia in alto, tra i rami. I personaggi sono dipinti con modellati ben costruiti come anche gli abiti. La natura e il paesaggio, invece, sono dipinti attraverso ampie zone di colore e pennellate frettolose. Nell’insieme, la realizzazione del paesaggio e della natura sembra suggerire una impressione più che una descrizione. Si anticipa la pittura impressionista. L’atmosfera del dipinto è fresca e luminosa; con esso, Manet si proclama pittore di sensazioni. - COLORI E LUCI: Su tutto il dipinto predomina il colore verde declinato nelle varianti di tono e chiarezza. A sinistra si distingue l’azzurro degli abiti mentre a destra emerge per contrasto di chiarezza l’abito scuro del borghese. Le figure delle due donne, soprattutto quella in primo piano, si ritagliano dal fondo verde scuro e brillano di luce chiara. La prospettiva aerea descrive il paesaggio sul fondo che si intravede in centro sopra la donna che si bagna nel laghetto. - SPAZIO: La profondità è suggerita dalla sovrapposizione dei corpi e dalla diminuzione della loro dimensione in profondità, ma in particolare dagli alberi e dalle fronde, che creano zone di luce e ombra, grazie alla tecnica del chiaroscuro. La composizione presenta un asse di simmetria centrale, il gruppo risulta molto equilibrato. Le quattro figure risultano composte entro un triangolo ideale, uno dei cui vertici cade sul cappello di paglia e sul vestito azzurro in basso a sinistra. Per la rappresentazione della donna nuda ha posato Victorine-Louise Meurent, modella prediletta dell’artista. Quest’opera fu molto criticata, non solo per il soggetto femminile nudo in primo piano, ma anche per la tecnica pittorica adottata. Sembra che i personaggi siano incollati sullo sfondo, come se si trattasse di figure prive di volume. ➢ IL BAR DELLE FOLIES-BERGÈRE Quello che a prima vista sembra l’interno di un semplice bar è in realtà l’istantanea di un locale di appuntamenti di fine Ottocento. In primo piano la cameriera è ferma e in piedi. Si trova dietro al bancone delle Folies-Bergère, il locale trasgressivo e alla moda di Parigi. Davanti a lei sono poggiate sul marmo bottiglie di champagne e di birra. Su di una alzata sono esposti dei mandarini mentre due rose sporgono da un calice. Nonostante la folla che pare animarsi alle sue spalle la cameriera è l’unico personaggio veramente reale. Infatti dietro di lei è posto un grande specchio che occupa tutta la parete. La folla dei clienti che si vede è solo il riflesso di ciò che sta di fronte alla cameriera. Manet nel riflesso rappresenta l’interno del locale e descrive il contenuto delle sue serate. In alto a sinistra una acrobata è in piedi sul trapezio. Sotto di lei un borghese con cilindro sta conversando con una donna. A destra della cameriera un altro uomo di mezza età e dall’aspetto molto distinto è raffigurato con una giovane. In realtà non stanno conversando, è in corso una trattativa per la prestazione della ragazza.Le forme del dipinto sono determinate da campiture quasi uniformi e monocromatiche. Il chiaroscuro è minimo e si ritrova negli effetti di luce sulle bottiglie. Infatti la figura della cameriera è quasi una sagoma scura il suo volto appena ombreggiato a destra. Nel suo insieme il taglio è quello di una istantanea fotografica. Emerge l’amore per il quotidiano (la cameriera) e il gusto per la natura morta (le bottiglie, la fruttiera, le rose). - COLORI E LUCE: I colori del dipinto sono tendenzialmente freddi. Nel riflesso alle spalle della cameriera prevalgono i blu e i grigi. In primo piano il marmo del bancone concorre a creare una base neutra. Il grigio chiaro crea riflessi dello stesso tono sui vetri dei bicchieri e dell’alzata con i mandarini. Le bottiglie scure, verdi e blu sono delle sagome ritagliate contro il piano. Unici elementi che scaldano le nature morte del piano sono gli agrumi e le due bottiglie di liquore ambrato. L’illuminazione è quella di un interno con riflessi freddi sulle bottiglie e sui bicchieri. I colori sono piatti e omogenei. - SPAZIO: Lo spazio reale rappresentato è limitato a quello occupato dalla cameriera contro lo specchio della parete. In realtà il senso di profondità del dipinto è virtuale. Infatti l’interno del locale è percepito dal riflesso contro lo specchio. Vista la specificità delle immagini riflesse l’impressione è quella di un ambiente più ampio del reale. L’immediatezza della visione, la chiarezza della luce, la semplicità disincantata del soggetto, il vivace realismo del bancone costituiscono elementi caratterizzanti dell’arte di Manet, che apre la strada alla pittura delle emozioni e della libertà espressiva. Quest’opera è stato l’ultimo grande quadro realizzato da Manet prima della morte, può essere considerato il suo testamento artistico e spirituale. - Nella rappresentazione della vita serale non vi è alcuna condanna morale. L’artista stesso era solito frequentare il locale. Come in altri dipinti, lo scopo era raffigurare la realtà per descrivere la vita reale. PIERRE-AUGUSTE RENOIR Aderendo all’ideale impressionista, Renoir (1841-1919) cercava un’interpretazione soggettiva del mondo. Dipingendo all’aria aperta, le protagoniste delle sue opere erano la luce e la sensazione dell’attimo. Renoir può essere definito il “pittore della gioia”: per lui dipingere significava gioia di vivere, ricerca del bello e stupore davanti alla natura. La sua pittura riflette l'amore per la vita. ➢ COLAZIONE DEI CANOTTIERI La scena ha luogo nella veranda del ristorante dei Fournaise sull’isola di Chatou, frequentato dai canottieri parigini che praticavano questo sport lungo la Senna e si concedevano il riposo in compagnia di amici e amiche. Il gruppo ha appena terminato di pranzare e sulla tovaglia rimangono stoviglie e avanzi di cibo. I giovani conversano e si godono l’atmosfera calda del pomeriggio mentre la Senna è percorsa da piccole imbarcazioni dalle vele bianche. In primo piano una ragazza gioca con il suo cagnolino osservata da un canottiere. Un altro giovane si porge verso la ragazza elegante seduta al tavolo. Un canottiere con la barba si riposa appoggiato alla balaustra a sinistra. Due giovani sono seduti al tavolo in secondo piano e due gruppi di amici si intrattengono a destra e sul fondo. Si tratta di un dipinto realizzato en plein air. L’atmosfera è conviviale, festosa, accentuata dalla fitta rete di sguardi che lega i personaggi. Benché non vi siano contorni, le figure emergono chiare e distinte, acquistano una solidità e determinatezza più classica. La trama del dipinto è costruita tramite grandi pennellatemateriche che confondono i contorni delle forme. Così si forma una impressione della scena e i dettagli vengono accennati ma non descritti. La tecnica dei pittori impressionisti spinge l’osservatore a considerare l’insieme del dipinto, senza soffermarsi su ogni particolare. Nel dipinto infatti vi sono brani di paesaggio, di natura morta e di ritratto. Vi sono elementi naturalistici, come le briciole di pane e il tovagliolo adagiato sulla tavola. - COLORE E LUCE: La luce del pomeriggio filtra tra le fronde degli alberi e illumina a tratti la scena in primo piano. I colori sono freschi, saturi e luminosi. I colori primari sono distribuiti uniformemente e si richiamano all’interno del dipinto: il giallo dei cappelli, il blu delle vesti e il rosso degli accessori femminili. - SPAZIO: I soggetti principali sono tutti compresi all’interno del dipinto tranne la figura femminile a destra, parzialmente tagliata dal bordo. Il clima del dipinto e la sua concezione ricorda inoltre una istantanea fotografica. I Canottieri, gli amici e le amiche non sono in posa ma sembrano inconsapevoli dell’artista che li osserva. In questo l’opera ricorda una composizione su base fotografica. Nel 1880 Emile Zola pubblicò quattro articoli sul “Voltaire”, accusando gli impressionisti di incompletezza e mancanza di stile; “Colazione dei canottieri” venne eseguita da Renoir proprio come risposta alla provocazione. EDGAR DEGAS Edgar Degas (1834-1917) si forma in ambiente accademico e ,nonostante l’impegno impressionista, egli resta un sostenitore del disegno e della pittura in atelier. Secondo lui, l’impressione di un istante è così complessa e ricca di significati che l’immediatezza della pittura en plein air non può coglierla in modo superficiale. Egli è molto abile nel ritrarre soggetti in movimento, come le ballerine di danza classica e le corse dei cavalli. Spesso le sue composizioni sono "tagliate" in modo molto nuovo, come fossero fotografie. Dopo la sua morte, la stagione impressionista può dichiararsi conclusa. ➢ LEZIONE DI DANZA La lezione di danza è un'immagine che ritrae un momento delle prove dietro le quinte. Nei dipinti di Degas le ballerine sono ritratte mentre interpretano diverse posizioni. L’artista rappresenta il momento in cui una giovane ballerina al centro sta provando un passo di danza sotto l'occhio vigile dell’anziano maestro, mentre le altre ragazze osservano attendendo a loro volta il proprio turno. L’opera contiene in sé tutti i temi della maturità artistica di Degas. Egli amava ritrarre danzatrici e cavalli. Infatti, il suo interesse era quello di rappresentare il comportamento della luce su soggetti in movimento. Degas impone al dipinto un taglio di tipo fotografico e, come in un’istantanea, alcune figure fuoriescono parzialmente dall’inquadratura. Il grande equilibrio compositivomostra come l’opera sia frutto di un meditato lavoro in atelier. I gesti delle ballerine sono indagati con attenzione: quella con il fiocco giallo, seduta sul pianoforte, si gratta la schiena, mentre quella di spalle col fiocco rosso tra i capelli si sventola con un ventaglio. Una si accomoda l’orecchino, mentre un’altra di sistema l’acconciatura; vi è quella che osserva, quella che ride e quella che parla con la compagna. - COLORE E LUCI: L’intero dipinto è dominato da un colore di fondo neutro tendente all’ocra che identifica il palcoscenico. Le pareti, poi, sono colorate di un verde molto chiaro e poco saturo. Su questi colori spiccano, nella fascia centrale, i tutù chiari delle ballerine, che fanno emergere un senso di vaporosa leggerezza. I colori più saturi, sono riservati ai nastri che stringono la vita ed i capelli delle ragazze. Il tutto genera un senso di pacato realismo. La luce morbida ingentilisce le movenze delle ballerine. La fonte di luce principale è un finestrone a destra, che si riflette nello specchio alla parete di fronte. - SPAZIO: L’inquadratura del dipinto è ispirata a quelle fotografiche. La fotografia era, infatti, in ascesa a Parigi come in tutto il mondo e Degas si ispirò ai tagli fotografici. Le figure vengono, quindi, dipinte tagliando alcune loro parti con i bordi del piano pittorico. In questo modo l’osservatore, già abituato ad osservare le immagini fotografiche, ottiene un impressione di maggior immediatezza. Il dipinto, infatti, acquista una componente di istantaneità quasi casuale da reportage fotografico. La figura delmaestro costituisce il fulcro della composizione. ➢ ASSENZIO L’opera "L'assenzio" è ambientata nel Café de la Nouvelle Athènes e rappresenta la vita cittadina, mostrando due avventori seduti ai tavolini di un caffè. La protagonista è una giovane donna vestita con pesanti abiti che la coprono totalmente e un cappellino alla moda; spuntano dalla gonna un paio di scarpe decorate con fiocchi bianchi. Sul tavolino, di fronte alla protagonista, è posato un calice che contiene una bevanda di colore verdastro: si tratta dell’assenzio. Accanto alla donna, a destra, un uomo in abiti scuri fuma da una pipa e guarda oltre il bordo del dipinto. Dietro i due personaggi si riflettono sullo specchio le loro ombre. Entrambi i personaggi hanno lo sguardo perso nel vuoto, come se stessero seguendo il filo invisibile dei loro pensieri. La donna mostra un’espressione triste e sofferente e la sua posizione suggerisce abbandono e depressione. Infatti il busto è leggermente piegato in avanti e le spalle sono cadenti. Infine, in primo piano sul tavolino di sinistra si legge la firma dell’artista scritta in prossimità dell’archetto di un violino e un giornale arrotolato intorno ad un bastone di lettura è poggiato tra i piani dei due tavolini. • I due personaggi recitano il ruolo di due poveracci: una prostituta di periferia, agghindata in modo pateticamente vistoso, e un clochard (barbone) dall’aria trasandata. Essi erano in realtà due conoscenti di Degas: si tratta di Ellen André (un’attrice e modella di artisti) e Marcellin Desboutin (pittore e incisore), che si lamentarono con l’artista perché tale ruolo intaccava la loro reputazione. Degas dichiarò così pubblicamente che i due non erano alcolisti. • L’atmosfera del locale è pesante come lo stato d’animo dei due avventori, imprigionati in uno spazio angusto e nella loro solitudine, che li porta ad essere incapaci di comunicare. ➔ Il punto di vista è quello di un ipotetico osservatore che, stando seduto a un altro tavolino, può guardare e riuscire a cogliere la spontanea naturalezza di ogni azione. • La critica ha avvicinato il dipinto di Degas all’opera letteraria di Emile Zola intitolata Assommoir, in cui egli descrive la condizione degradata del proletariato di Parigi. • Edgar Degas fece parte del gruppo impressionista, ma in questo dipinto inoltre si coglie una forte componente realista che descrive la cruda realtà dei bevitori di assenzio. - COLORE E LUCE: Degas utilizzò una tavolozza di colori grigi e più scuri sugli abiti dei personaggi. Inoltre la struttura cromatica dell’opera è organizzata su fasce oblique alternate. Dal basso si trova la zona chiara del tavolino in primo piano e del pavimento; salendo, si trova la fascia più scura, sotto i piani di appoggio, con le ombre e gli abiti e poi nuovamente i toni più chiari dei tavolini. Ancora i colori scuri della boiserie e del vestito dell’uomo; infine la fascia superiore rappresentata dallo specchio che riflette le luci dell’ambiente. I forti contrasti di luminosità che organizzano la composizione si ritrovano nell’abito della donna contro lo schienale del sedile. SPAZIO: La costruzione dello spazio ricorda una ripresa fotografica. L’inquadratura è volutamente squilibrata verso destra, quasi a dare il senso di una visione improvvisa e casuale, mentre la scena è costruita in modo rigoroso, come si evidenzia dalla prospettiva obliqua verso cui sono orientati i tavolini di marmo, che crea profondità e dona l’illusione all’osservatore di essere inserito nella scena. L’andamento obliquo imprime una forte dinamicità all’opera. ● LA CAMERA DI VAN GOGH AD ARLES Questa camera da letto rappresenta quella di Vincent Van Gogh all'interno della Casa Gialla, in cui l'artista abitava quando si trovava ad Arles. Il dipinto venne realizzato un anno prima della sua morte e l'artista ne eseguì 3 copie. La stanza è arredata come un ambiente semplice dove sono presenti pochi mobili e oggetti. Sulla destra si trova un letto in legno, mentre a sinistra si trova un piccolo tavolino dove sono posizionati degli oggetti per l'igiene quotidiana; inoltre qui si trovano anche un piatto, un bicchiere e una brocca. Per questo il mobile, probabilmente, era dedicato anche ai pasti veloci dell'artista. Sul muro dei chiodi reggono il necessario per la toilette: sul tavolino è appeso uno specchio, mentre a sinistra si trova un grosso asciugamano. A sinistra, in primo piano, si trova una sedia, posta di fronte alla porta di uscita, mentre sopra il letto ci sono due ritratti. Di fronte all'osservatore vi è la parete dove si trovano una finestra, un altro quadro e un porta abiti dove sono appesi i vestiti dell'artista. Inoltre, tra il letto e il tavolino vi è una sedia che funge da comodino. COLORI: Gli oggetti e i mobili della camera sono definiti da delle linee di contorno nette e scure e così come nei paesaggi, anche nella stanza l’artista utilizza il colore in modo psicologico ed emotivo. Il colore, infatti, appare spremuto direttamente sulla tela e modellato o con le dita o con il pennello, al fine di trasmettere una maggiore forza emotiva. - Il dipinto è un olio di impasto steso su tela. I colori utilizzati dall'artista sono brillanti e puri, infatti egli tenta di raggiungere il massimo grado di luminosità e accanto al giallo/viola, rosso/verde, blu/arancione l'artista aggiunge quella che lui considera la quarta coppia, ossia il bianco/nero. Tra i colori spicca il rosso della coperta che crea un contrasto con la seduta verde delle due sedie. Il blu intenso delle pareti, delle porte e di alcuni oggetti è complementare al giallo arancio degli arredi; mentre il pavimento è di un legno marrone e grigio. In più, emerge la presenza di un marrone tendente all'arancione negli arredi di legno, come il letto, il tavolino e le sedie. SPAZIO: L'opera è organizzata prospetticamente, infatti il punto di fuga e l'orizzonte sono alti (le sedie sono viste dall’altra, mentre il letto e il tavolino hanno una prospettiva diversa). La prospettiva è centrale e un po' ondeggiante e il punto di vista si trova a metà della finestra. La posizione delle sedie e del letto sembra essere realizzata e questo effetto proietta lo spettatore verso il centro del dipinto. La rappresentazione dello spazio di quest'opera non è geometricamente regolare, ma questa deformazione rende vivo il dipinto. Difatti, anche se non vi sono figure umane la camera non è vuota e inanimata, bensì è parlante. Van Gogh, infatti, cerca di rappresentare uno spazio personale che trasmetta riposo, deformando l'evidenza della materia e utilizzando colori accesi. ● NOTTE STELLATA Notte stellata è uno degli ultimi dipinti realizzati dall'artista prima di suicidarsi. Si tratta di un paesaggio di campagna nella notte, dove le finestre delle case sono illuminate da luci domestiche, mentre il cielo è costellato di stelle, rappresentate da dei vortici, tra cui emerge anche il pianeta Venere che brilla a sinistra, ed è illuminato da una falce di luna in alto a destra. Al di sotto di questo cielo Van Gogh dipinge il paesaggio di campagna, dove al centro si trova una chiesetta con un alto campanile. A sinistra il paesaggio è interrotto da un grande cipresso scuro in primo piano e oltre al villaggio, a destra, si nota un fitto bosco che si abbatte sul villaggio come un maremoto. All'orizzonte le colline e le montagne sembrano delle onde gigantesche che stanno per abbattersi sulle case. Van Gogh rappresenta questo paesaggio notturno della finestra della sua stanza della clinica di Saint-Rémy-de-Provence che affacciava su una vallata dove era possibile vedere il villaggio. Il pittore era molto attratto dalla notte e, soprattutto, dal cielo stellato che rappresentava con una grande precisione astrologica. Infatti, in una lettera al fratello Theo, egli confessa che guardare le stelle gli permette di sognare. - Notte stellata, come altre opere dipinte all'ospedale psichiatrico, non furono molto apprezzati da Van Gogh. La scena rappresentata fu per la maggior parte immaginata dall'artista poiché la vista dalla finestra della sua camera non gli permetteva di vedere con tutta questa definizione il paesaggio. - IL CIELO STELLATO: Secondo alcune ricerche Van Gogh dipinse quest'opera nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1889, poco prima dell'alba, infatti nel dipinto si vede la luna all'ultimo quarto e Venere, la grande stella bianca vicino al cipresso. STILE: Van Gogh ha utilizzato brevi pennellate modellanti di colore materico e la direzione segue la forma delle figure. - Nei tetti le linee sono oblique; - i cespugli e gli alberi lontani sono rappresentati dalla pennellate curve; - le montagne hanno delle linee ondulate; - il grande cipresso ha la forma di una fiammata scura; - il cielo è caratterizzato da vortice di nubi e vento che creano degli aloni luminosi intorno alle luci delle stelle e della luna. Il suo stile, con l'avvicinarsi della crisi finale della sua vita, è sempre più tormentato, mentre le opere dipinte in periodi meno sofferenti sono più solari e descrittive, come ad esempio la Camera di Van Gogh ad Arles. Il tormento dell'artista si può percepire nelle pennellate veloci e a tratti violente, infatti è come se l'artista, con il colore, colpisse la tela e la graffiasse con la punta del pennello. La caratteristica delle sue opere editor è infatti quella di mostrare il suo stato d'animo attraverso la deformazione, l'uso di colori accesi, forti contrasti e pennellate contorte e violente. COLORE E LUCE: Il colore che predomina è il blu che rappresenta la luce notturna Chi crea un'atmosfera In bilico tra sogno e freddezza; la vegetazione, invece, diventa quasi nera. Grazie al contrasto di complementari tra giallo-arancio delle stelle e della luna e il blu dello sfondo questi colori risaltano. L'illuminazione è data dalle gradazioni di blu unite al bianco-giallo degli aloni luminosi. SPAZIO: Le case del villaggio, non definite, danno vita ad uno spazio geometrico non lineare. L'orizzonte è molto basso dato che la maggior parte della composizione è occupata dal cielo, che rappresenta l'emotività dell'artista e una natura grandiosa e sublime. La profondità è data dal contrasto tra il cipresso in primo piano e il paesaggio con le case e gli alberi che si sovrappongono e diventano più piccoli in lontananza. Notte stellata ha un'inquadratura orizzontale, tipica del paesaggio. La struttura è caratterizzata dal taglio obliquo delle colline che salgono verso destra, infatti vi è un movimento fluente delle pennellate del cielo. Questo fluire del colore in cielo è l'elemento più evidente e si trova al centro del dipinto, dove si creano dei vortici di azzurro chiaro. Il loro andamento prima però non è casuale e l'utilizzo di linee oblique e ondeggianti crea un senso di instabilità e di continuo movimento che esprime appunto l'inquietudine di Van Gogh. L'unico elemento verticale e stabile è il campanile che sembra bloccare il fluire della natura. - Forse questo campanile, con la sua stabilità, rappresenta proprio il desiderio del poeta di arrestare il fiume in piena delle sue emozioni e di trovare l'equilibrio e la serenità. ● CAMPO DI GRANO CON VOLI DI CORVO Poco prima di suicidarsi Van Gogh dipinse la disperazione, la rabbia, la solitudine e la dolcezza che ancora aveva nel cuore e ciò è rappresentato da quest’opera, ritenuta il suo testamento artistico e spirituale. Nell’opera, su un campo di grano maturo, si sta per abbattere una tempesta. All'interno del dipinto si trovano 3 sentieri, una a sinistra, una al centro e una a destra, e in alto si trova uno stormo di corvi neri che volano via. I sentieri a sinistra e al centro sono contornati da dell'erba verde e quello centrale separa in due il campo, sparendo piano piano in lontananza. - Probabilmente questi 3 sentieri rappresentano le alternative professionali e umane che hanno pesato drammaticamente nella vita di Van Gogh. Nel cielo, invece, si trovano dei vortici di nubi nere che si confondono con il volo dei corvi. STILE: Il dipinto è realizzato con un'elevata violenza, riversata sulla tela con pennellate dense e veloci e orientate secondo forme e volumi. Il grano si piega sotto l'effetto del vento, creando così delle onde inclinate verso destra; la sua superficie è dipinta con dei segni orizzontali più brevi. I 3 sentieri, invece, sono caratterizzati da pennellate che seguono la loro direzione, così come l'erba che si trova sui loro bordi. Il cielo è caratterizzato da dei segni neri sovrapposti a quelli blu e una maggiore chiarezza si trova nella circolarità delle nubi. I corvi, invece, sono rappresentati da delle pennellate che rappresentano il corpo e le ali. COLORE E ILLUMINAZIONE: L'opera si può dividere in due a seconda della temperatura cromatica: - la parte alta è caratterizzata dai colori freddi e da sfumature di blu molto scure; - la parte bassa, invece, è calda e predomina il colore giallo o oro del campo di grano, dove si trova anche il marrone dei sentieri, il verde dell'erba e il nero dei corvi. Dei contrasti di luminosità si hanno tra le sagome dei corvi e il colore del grano. Questo contrasto è presente anche tra il cielo e il campo ma non è molto intenso, dato che il giallo-oro del campo è complementare con il blu del cielo. ● AL MOULIN ROUGE Dato che Lautrec è affascinato dallo spettacolo umano, inizia a frequentare ambienti come i cabaret che, però, nascondono un’umanità sfruttata e sofferente. Infatti, la vita dei locali notturni è fatta di amori mercenari, ballerine che si trasformano in prostitute e ricchi borghesi alla ricerca di avventure a pagamento. Egli, con questo dipinto, cerca di rappresentare la vita notturna all'interno dei locali ma, nonostante la presenza di individui legati al mondo dell'arte e dello spettacolo, non si percepisce un clima allegro, bensì emerge la stanchezza nelle posizioni e nelle espressioni dei personaggi. Lautrec rappresenta questo famoso locale da ballo poiché egli ne era un frequentatore, difatti si è ritratto in fondo, di profilo, come se fosse di passaggio. Sulla destra, con il volto illuminato di un blu-verde, compare May Milton, una cantante inglese. Invece, al tavolo centrale si trovano 3 uomini (suoi amici) e due donne (accompagnatrici a pagamento, una di queste è la ballerina detta “La Macarona”). Sul fondo, di fronte ad un grande specchio, si trova la ballerina soprannominata Goulue che si sistema l'acconciatura. COLORE E ILLUMINAZIONE: Nella parte alta del dipinto vi è una grande fascia di colore verde che rappresenta le tappezzerie del locale che si riflettono negli specchi; un riflesso dello stesso colore si ritrova sul viso della donna a destra. Gli oggetti in legno sono di color ocra-arancio, mentre gli abiti dei personaggi sono neri, creando così un contrasto di luminosità tra la zona occupata dai clienti e le parti in legno più chiare. Inoltre, un altro contrasto è dato dal verde riflesso negli specchi e l'ocra del legno. SPAZIO: La profondità è data dalla prospettiva di grandezza e dalla sovrapposizione; inoltre, le pareti rivestite da specchi aumentano l'effetto spaziale. Lo sguardo è diretto verso il fondo anche grazie al taglio obliquo del dipinto, dovuto al bancone in legno che lo taglia trasversalmente e al ripiano di marmo che è perpendicolare a quest'ultimo. INQUADRATURA: L'inquadratura dell'opera è fotografica e la struttura compositiva si distribuisce sulla diagonale che sale dall'angolo in basso a destra. Il contrasto tra i toni freddi e quelli caldi mette in evidenza il primo piano e i personaggi sono raggruppati al centro, in una fascia diagonale orientata da destra a sinistra. Le masse dei volumi e quelle cromatiche creano profondità, mentre la superficie del dipinto è sbilanciata verso destra. Inoltre, si formano 2 zone compositive triangolari: - quella del piano obliquo a sinistra; - il triangolo che comprende i personaggi e il pavimento del locale, che ha la sua base sul bordo di destra. ● LA TOILETTE Nel dipinto è raffigurata una giovane donna seduta a terra che si trova di spalle rispetto all'osservatore. La donna dai capelli rossi (caratteristica che compare spesso nelle opere di Lautrec) ha il busto scoperto e si sta lavando con una bagnarola posta sul pavimento. Alcuni vestiti sono posati sulla poltrona che si trova a sinistra, mentre una grande sottoveste bianca copre le gambe della ragazza, insieme alle calze nere tirate fin sopra il ginocchio. Lautrec, nella sua carriera artistica, ha sempre ritratto delle giovani donne e spesso esse erano sorprese nella loro intimità; i dipinti che rappresentano queste scene sono indicati come toilette. Il taglio prospettico della composizione è fotografico e il punto di vista è dall'alto verso il basso. L’ambiente è caratterizzato da oggetti poveri, come la poltroncina e il divanetto di vimini. STILE: Le pennellate sono veloci e marcate, soprattutto nei capelli e nel contorno del corpo esile, motivo per cui il disegno appare sicuro ed espressivo. COLORI: I colori utilizzati sono graduati e accostati con equilibrio. Inoltre, IU dipinto è caratterizzato anche da suggestioni realistiche, vicino al gusto di Van Gogh. IL SIMBOLISMO ● QUADRO STORICO E CULTURALE Il Simbolismo è una corrente artistica che nasce in Francia e in Belgio e si diffonde negli altri Paesi europei, soprattutto in Germania, Austria e Italia negli anni 80 dell'800 e nel primo decennio del XX secolo. Il Simbolismo nasce poiché si voleva creare un'arte capace di rappresentare la realtà oltre il mondo visibile, per questo esso è un’atmosfera. La realtà oltre il mondo visibile è rappresentabile tramite delle allusioni simboliche, come l’immaginazione, il sogno e il sovrannaturale. Da qui derivano termini come il mito e l’eros. Il dialogo tra le arti è uno degli elementi principali del Simbolismo e si predilige la pittura. GUSTAVE MOREAU Gustave Moreau, nato a Parigi da una ricca famiglia Borghese, compie un viaggio in italia fondamentale per la sua formazione, dove studia l'arte del 400 e del 500, appassionandosi anche ai pittori romantici, come Delacroix. Egli non partecipa agli eventi artistici parigini, ma preferisce rimanere chiuso nel proprio studio che, alla sua morte, si trasformerà in un museo. Per lui l’arte rappresenta gli impulsi dell'anima, dello spirito, del cuore e dell'immaginazione del poeta. I temi principali su cui basa i suoi dipinti sono lamitologia, la letteratura e la storia. ● EDIPO E LA SFINGE Con quest'opera egli ottenne la sua prima affermazione ufficiale ed essa rappresenta, con gusto simbolista, l'incontro tra l'eroe classico e il mostro. Edipo è un eroe della tradizione greca antica che giunse a Tebe e venne fermato dallo Sfinge, un mostro dal corpo di leone e la testa di donna, che aveva come coda un serpente e ali da rapace. La Sfinge consentiva al viaggiatore di passare solo se questo era in grado di risolvere un enigma: “Qual è la creatura che cammina su 4 piedi al mattino, su 2 al pomeriggio e su 3 di sera?”, se il viaggiatore non era in grado di indovinare veniva divorato dal mostro. Edipo pensò che la soluzione fosse l'uomo poiché il giorno si doveva considerare come l'intera vita. Infatti il bambino inizialmente gattona con mani e piedi, poi, nell'età adulta (rappresentata dal pomeriggio), cammina sulle proprie gambe e, infine, durante la vecchiaia (rappresentata dalla sera), l'uomo, ormai anziano, non è in grado di reggersi in piedi e ha bisogno di un sostegno, come il bastone. La Sfinge si trova al centro del dipinto ed è aggrappata al corpo dell'eroe, la cui nudità è in parte coperta da un mantello verde. La scena presenta una composizione asimmetrica, dove il baricentro è spostato sul lato destro, in cui si trovano concentrati i personaggi. Intorno a questi ultimi il paesaggio è desolato e si possono scorgere delle alte rocce sotto un cielo cupo. In primo piano si trovano i corpi delle vittime della Sfinge, mentre sulla destra vi è una colonnina che sostiene un vaso decorato. Con “Edipo e la Sfinge”, Moreau affronta la contrapposizione tra ideale e interesse mondano, tema tipico del Simbolismo. Inoltre egli rappresenta un soggetto classico contaminato con significati arcani e simbolici. Un elemento estraneo al mito è la corona posta sul capo della Sfinge che può essere considerata come la vittoria della ragione umana sulla natura. ARNOLD BOCKLIN È fra i precursori della sensibilità simbolista nel mondo tedesco e nasce a Basilea. Lui viaggia molto, infatti trascorre gran parte della sua vita fra l'Italia, la Germania e la Svizzera, tornando periodicamente a Basilea. Muore nel 1901 a Firenze. Inizialmente si dedica alla pittura di paesaggi, ma poi si interessa allamitologia e al simbolismo. Inoltre, condivide un grande amore per il passato e per il Mediterraneo che ritrova nel paesaggio e nella cultura italiani. Nel corso i suoi viaggi entra in contatto con diverse linguaggi artistici, dando vita ad uno stile in cui si uniscono elementi dell'Antico, del Rinascimento italiano e del Seicento olandese. ● ISOLA DEI MORTI L'isola dei morti è un celebre dipinto di Boclin, di cui ci sono 5 versioni, ed è considerato un'icona della pittura simbolista. L’isola dei morti si trova al centro del dipinto e nel mezzo di un'acqua scura e immobile. Dalle sponde si alzano alte pareti di roccia dove sono scavate dei sepolcri rivolti verso l'interno. Al centro, invece, si trova un gruppo di cipressi alti e scuri e si vede una barca che sta per attraccare sull'isola. Su di essa oltre al conducente, si trova una sagoma bianca in piedi che sembra avvolta o da un sudario oppure da delle bende che ricoprono interamente il corpo. In più, ai suoi piedi si trova una bara posta di traverso. Il cielo del dipinto è scuro ed è meno profondo dello specchio d'acqua; nonistante ciò, un bagliore illumina l'isola a sinistra. Nel dipinto di Bocklin viene raffigurata un'isola fantastica (forse si è ispirato ad Ischia e il suo castello, alle isole di San Michele a Venezia o di San Giorgio in Montenegro, alle necropoli etrusche, al Cimitero degli inglesi a Firenze ) Che permette di dare vita ad una riflessione sul mistero della morte. Egli, infatti, immaginoaun luogo desolato dove i sepolcri sono scavati nella roccia e una barva accompagna il defunto del suo ultimo viaggio. Inoltre, l'uomo che conduce la barca a remi evoca il personaggio di Caronte, il traghettatore delle anime dell'Inferno di Dante Alighieri STILE: Il paesaggio è dipinto con definizione dei particolari, infatti una caratteristica della pittura simbolista era quella di creare atmosfere sospese e sognanti. Bocklin, per superare i limiti del Realismo e dell’Impressionismo, dà un'interpretazione spirituale all'opera, motivo per cui le sue atmosfere cercano di evocare, oltre ad una realtà quotidiana, anche una ultraterrena. COLORE E LUCE: I toni dell'ppera sono contrastati e accesi e i colori risultano brillanti grazie ad una tecnica utilizzata per accentuare la luminosità delle tinte pure. SPAZIO: La luce e i contrasti di luminosità rendono più chiare le distanze e i rapporti tra le figure. Le aperture nelle rocce sono regolari e permettono di comprendere la loro grandezza rispetto alla figura umana presente sulla barca. Inoltre il loro allineamento, a destra, crea una fuga prospettica che definisce il punto di vista dell'osservatore. I cipressi sul pendio, invece, creano una sovrapposizione che dona profondità all'isola. COMPOSIZIONE: L'isola È al centro del dipinto e occupa gran parte della sua superficie. viene realizzata seguendo una simmetria centrale che dona fascino al dipinto. I Cipressi sono disposti verso destra in alto e a partire da sinistra. La scena, invece, è vista da un punto di vista alto che corrisponde a metà dell'altezza delle rocce. ART NOUVEAU ● QUADRO STORICO E CULTURALE Gli ultimi anni dell'800 e i primi del 900 sono un periodo di relativa pace fra le potenze europee e sono indicati genericamente come la Belle Epoque. La borghesia si presenta come una classe sociale dinamica e produttiva, determinata a difendere la posizione dominante conquistata nel mondo occidentale. Le sue crescenti esigenze spingono i fabbricanti a dare dignità artistica anche agli oggetti di produzione industriale. • In questo contesto economico si pongono le basi per un’arte in linea con il progresso dei tempi, ma capace di recuperare i valori persi, nota come “Art nouveau” (arte nuova). Quest’arte incarna le contraddizioni di una società che si avvia al nuovo secolo, verso la catastrofe della Prima Guerra Mondiale. Difatti, questi anni sono contrassegnati da una profonda crisi: da un lato prosegue la fede nel progresso scientifico, che appare inarrestabile e tale da portare a soluzione ogni problema umano, mentre dall'altro ci si rende conto che questa "felicità" universale è solo apparente: la borghesia si arricchisce sfruttando i lavoratori, la cui spiritualità è uccisa dalla meccanizzazione. L’Art Nouveau assume varie denominazioni: - Modern Style in Inghilterra; - Modernismo in Spagna; - Jugendstil in Germania; - Secession in Austria e Ungheria; - Liberty o floreale in Italia (fa riferimento ad Arthur Liberty, fondatore di una ditta di arredi). • Londra, Vienna e Parigi vengono animate da un desiderio di svago e divertimento, che ha luogo in privilegiati caffè, salotti, teatri e ristoranti. Si sviluppano il turismo e lo sport, mentre l’arte si apre a tutti, alla vita quotidiana. ● CARATTERISTICHE Nel settore edile, si predilige il piacere per le forme morbide e sinuose, perlopiù derivate dalla natura. Nel settore tessile, si producono stoffe e tessuti decorati con motivi delicati, ispirati alla natura anch’essi. Anche ceramica, porcellana e vetri si prestano alle torsioni e ai colori dell’Art Nouveau, producendo vasi, soprammobili, lampade e vetrate decorative. I progressi dovuti al perfezionamento della litografia consentono di stampare molte copie di manifesti pubblicitari, riviste, locandine; nascono le professioni del grafico e del designer. • Una caratteristica comune a tutti i filoni dell'Art Nouveau è proprio quella di voler rendere esteticamente validi gli oggetti di uso comune che le industrie diffondono, per salvaguardarli dall'appiattimento e dalla banalizzazione della produzione in serie. Gli elementi caratterizzanti l'Art Nouveau sono: - l'uso della linea curva e del colore piatto; - il decorativismo e il riferimento al mondo vegetale, alla natura; - l'aspirazione allamodernità; - la ricerca di una nuova bellezza nei prodotti industriali; - l'applicazione di questo stile in ogni forma di produzione artistica (architettura, pittura, scultura, arredi, oggetti d'uso, abbigliamento, pubblicità, grafica) - la stilizzazione deimotivi ornamentali e la funzionalità degli spazi; - l'insistenza sulla figura femminile e sulla sua eleganza. ANTONIO GAUDÍ Antonio Gaudì, nato a Reus nel 1852 e morto a Barcellona nel 1926, è il maggiore rappresentante della fase dell'architettura Art nouveau catalana, denominata Modernismo. Tutte le sue opere sono contraddistinte da una grande fantasia e da una violentamodellazione delle superfici. Egli si forma all'Accademia di Madrid e inizialmente si interessa all'architettura gotica e alla tradizione araba, per questo motivo nelle sue opere unisce il cromatismo dell'arte islamica allo studio del funzionamento statico delle strutture e dell'uso dei materiali. In questo modo elabora un linguaggio del tutto personale, lasciando una traccia indelebile sul paesaggio urbano di Barcellona. ● LA SAGRADA FAMILIA L'opera più significativa progettata da Gaudì, ma ancora incompiuta, è il Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia noto come Sagrada Familia. La sua costruzione iniziò nel 1882 e ad oggi è uno dei tratti distintivi dell'identità di Barcellona. Si tratta di una struttura complessa nata sulla base di un precedente progetto neogotico. Essa appare medievale solo all'apparenza poiché l'autore spinge all'estremo le leggi statiche dell'architettura gotica. Con il tempo il tempio ha acquisito delle decorazioni arabeggianti, creando sempre una connessione tra architettura, pittura e scultura. Il progetto originale di Gaudì prevedeva la costruzione di 3 facciate, ognuna dotata di 4 torri-campanili, con scale a chiocciola all'interno: - facciata della Natività (ad Est), con decorazioni che richiamano la natura e la nascita di Gesù Bambino; - facciata della Passione (ad Ovest), con sculture inerenti alla Passione e alla morte di Cristo; - facciata della Gloria (a Sud), basata sulla Resurrezione ed ancora in costruzione. Il nuovo progetto era molto più ambizioso rispetto al precedente e prevedeva la costruzione di un tempio a 5 navate con ampio transetto tripartito, con abside, deambulatore esterno, 3 facciate e 18 torri. Gaudì voleva creare il tempio perfetto, che omaggiasse Dio, per questo rappresenta la vita di Gesù e la storia della dede. - Il compimento della Sagrada Familia avrebbe dovuto fondarsi su principi teorici secondo cui la linea dritta sarebbe proprio dell'uomo, quella curva della natura e di Dio Le 18 torri sono dedicate a figure importanti della Bibbia: 12 di esse rappresentano gli apostoli, 4 gli Evangelisti, uno la Vergine Maria e la più alta di tutte rappresenta Gesù Cristo; questa sarà sormontata da una croce che raggiungerà i 172 metri di altezza. Una volta completata (nel 2026), la Sagrada Familia sarà l'edificio più alto di Barcellona e la chiesa più alta del mondo. Tra le tante altre meraviglie di questa grande opera, spicca lo spettacolare gioco di luce e colori che si può ammirare all'interno, grazie ai raggi del sole che filtrano dalle vetrate. FAUVES ● QUADRO STORICO E CULTURALE La stagione dei Fauves è molto breve: dura dal 1905 al 1907. Quando si apre a Parigi il Salon d’Automne, una mostra che raccoglieva opere degli artisti più disparati, un gruppo suscita uno scalpore paragonabile a quello che gli Impressionisti provocarono nel 1874. L’uso del colore violento e provocatorio era stato paragonato al lancio di un barattolo di vernice in faccia al pubblico e una statua classicheggiante presente nella sala era stata descritta come un “Donatello chez les fauves” (Donatello in mezzo alle belve). E da quel momento “belve” divenne la definizione di quegli artisti che fecero un uso nuovo della pittura e della tendenza. - I temi non sono angoscianti o inquieti, ma solari e equilibrati, ed espressi con il colore. - Non si dipinge più secondo l’impressione, ma in relazione al proprio sentire interiore; - Bisogna esprimere se stessi e rappresentare le cose solo dopo averle fatte proprie; - La pittura, dando corpo alle sensazioni dell’artista di fronte all’oggetto da riprodurre, deve essere istintiva e immediata; - Il dipinto va costruito attraverso superfici intensamente colorate che esprimono il senso della luce. - L’artista è portato a non misurarsi più con la riproduzione realistica della natura. HENRI MATISSE Matisse è uno dei pittori più rappresentativi dei Fauves. La sua originalità sta nell’aver raggiunto l’espressione attraverso la sintesi della forma campita dal disegno e rivestita di colori puri. Matisse esprime ciò che vede e sente per mezzo della stessa materia pittorica. Si avvicina alle lezioni di Cézanne (da cui impara il senso della composizione) e di Signac (che gli insegna il luminismo derivante dall’accostamento di colori puri). Matisse usa i colori giustapposti, prima in trattini e poi per larghe zone. “Un artista non deve mai essere prigioniero di se stesso, di uno stile, una reputazione e del successo” aveva affermato Matisse, che alla pittura affiancherà scultura e grafica. ● DONNA COL CAPPELLO: Fu una delle opere che Matisse espose al Salon d’Automne del 1905. La donna, Amélie, la moglie di Matisse, ritratta di tre quarti, volge lo sguardo verso l’osservatore mostrandosi nel suo ricco abbigliamento borghese dominato da un monumentale cappello. Per dare rilievo al personaggio, l’artista usa colori forti e decisi, stesi sia puri sia in unione con altri. La composizione cromatica presenta un tumulto di: gialli accostati al violetto, il rosso al verde, il blu all’arancio, in un rinforzarsi vicendevole dei complementari. Matisse non cerca nessuna verosimiglianza cromatica con l’oggetto ritratto. Fu celebre la frase di un critico che guardando il quadro scrisse: “Una pentola di colori è stata rovesciata in faccia al pubblico“. E pare che quando chiesero a Matisse di che colore fosse l’abito della moglie, egli rispose “Nero, ovviamente”. Una linea scura sottolinea i contorni di alcune parti della figura (spalle, braccia e cappello), così da renderla più incisiva. Sembrerebbe che la centralità dellamoglie abbia un particolare significato in quanto, durante gli anni in cui Matisse muoveva i primi passi della sua carriera artistica, era la moglie a portare avanti la famiglia economicamente. ● LA DANZA: I corpi sono sbilanciati e in torsione per assecondare il movimento rotatorio. Quella che sembra essere una ballerina, in primo piano di schiena si è staccata dal gruppo e cerca di afferrare la mano del compagno di sinistra. Simbolicamente questo dipinto rappresenta la gioia di vivere e la felicità di una danza musicale. I ballerini danzano insieme, nudi, al ritmo di una musica felice. La nudità rappresenta, probabilmente, il ritorno ad una natura priva di sensi di colpa. Spiccano i corpi, di colore bruno tendente all’arancio, perché in contrasto di complementari con il cielo blu monocromatico di tono medio e il prato, verde e bidimensionale. Le pennellate sono applicate in modo confuso e veloce. I corpi, il cielo e il prato sono resi attraverso semplici campiture monocromatiche. Le figure de La Danza sono disegnate con segni circolari semplificati ispessiti, a tratti, con colore marrone. La composizione è orizzontale e asseconda il movimento della danza. Infatti, su tutta la superficie del dipinto è distribuito il gruppo di ballerini che, nella loro formazione, giungono fino ai bordi del rettangolo. ESPRESSIONISMO ● QUADRO STORICO E CULTURALE L’Espressionismo è la tendenza artistica del 900 che si sviluppa in Europa, soprattutto in Germania. Con il termine “espressionismo” si fa riferimento agli artisti che vogliono “esprimere” i loro sentimenti e pensieri e la dimensione soggettiva. Infatti ciò che viene rappresentato non è la riproduzione di un oggetto così com’è, ma è quello che percepisce l’autore, il quale proietta in esso la propria vita interiore. L’Espressionismo elimina gli artifici della prospettiva e il chiaroscuro e utilizza colori violenti e forme spigolose, inoltre è legato alla cultura gotica e barocca. L’espressionista costringe lo spettatore a vivere con immediatezza i sentimenti, infatti lo impressiona e lo coinvolge, provocando reazioni psicologiche violente. Inizialmente l’espressionismo faceva riferimento agli artisti di inizio Novecento che davano più importanza all’espressione del sentimento piuttosto che all'imitazione della natura. Infatti l’espressionismo si oppone al Naturalismo e all’Impressionismo dato che vede ancora un rapporto con la realtà oggettiva. EDVARD MUNCH Edvard Munch, nato in Norvegia, è uno degli esponenti più significativi della pittura espressionista in Europa. In lui si ritrovano tutti i grandi temi sociali e psicologici del tempo, come la solitudine umana e l’angoscia esistenziale. Munch si trasferisce in Germania e la sua vita è caratterizzata da lutti, infatti lui stesso dice che la sua esistenza senza queste tragedie non sarebbe la stessa. Ciò dà l’occasione all'artista di esprimere la sofferenza nelle sue opere. Nel 1868 la madre muore per tubercolosi e pochi anni dopo, dello stesso male, muore anche la sorella appena quindicenne. Nel 1892, espone a Berlino i suoi dipinti ma il giudizio della critica è molto negativo, infatti dopo una settimana la mostra viene sospesa. Solo nel 1914 la sua arte inizia ad essere accettata, anche se mai compresa del tutto. Nel 1937, il regime hitleriano distrugge molte delle sue opere. Munch muore nel 1944 a Oslo, lasciando tutte le sue opere al municipio della capitale che gli ha dedicato un apposito museo. Profondamente suggestionato dalla filosofia di Kierkegaard, ha una visione della realtà influenzata dal senso della morte. CUBISMO ● QUADRO STORICO E CULTURALE La prima guerra mondiale sancirà la fine della Belle Époque. Le esperienze artistiche dei primi anni del 900 maturano in un contesto ricco di incertezze e contraddizioni. Gli studi di Freud portano a galla il mondo interiore di ciascuno di noi ed è così che l’arte apre la propria indagine al campo della realtà interiore e del sogno. È in questo contesto che maturano le avanguardie storiche, tra cui il Cubismo, della quale Picasso e Braque saranno i padri fondatori. I pittori cubisti non cercano di compiacere l’occhio imitando la realtà, ma costruiscono una realtà nuova e diversa. Disegnano gli oggetti mostrando contemporaneamente diverse facciate, ottenendo una percezione istintiva della realtà. In questo modo, il pittore non coglie un solo aspetto, ma ne percepisce diversi contemporaneamente. Il nome stesso del movimento deriva dall’uso cubista di scomporre la realtà in piani e volumi. Matisse, un critico che aveva già coniato in senso dispregiativo il termine Fauves, definì ironicamente alcuni paesaggi di Braque come composti da banali cubi. Fu così che il Cubismo assunse il nome che gli era stato attribuito in maniera dispregiativa e ne fece motivo di orgoglio, dato che fu la più grande rivoluzione artistica del secolo. La data di inizio del Cubismo si fa convenzionalmente risalire al 1907, anno nel quale Picasso dipinse “Les demoiselles d’Avignon”. ● Il periodo di massimo splendore del movimento fu nel 1909, il “Cubismo analitico”, che consisteva nello scomporre gli oggetti quotidiani secondo i principali piani che li compongono. I colori impiegati sono solitamente terrosi e di tonalità neutra. ● Tra il 1912 e il 1913, inizia la fase del “Cubismo sintetico”, Braque e Picasso basano le loro ricerche verso una ricomposizione degli oggetti precedentemente frammentati, caratterizzati dall’uso di colori brillanti e antinaturalistici. L’artista crea forme che non hanno più rapporto con la realtà, anche se conservano alcune caratteristiche distintive. PABLO PICASSO Pablo Picasso nasce il 25 ottobre 1881 a Malaga, in Andalusia. Suo padre lo avvia all’apprendistato artistico e lui dimostra uno straordinario talento, infatti a 14 anni espone il suo primo dipinto. Nel 1895 venne ammesso all’Accademia di Belle arti di Barcellona, città alla quale rimarrà sempre legato. Nel 1900 Picasso si reca per la prima volta a Parigi, dove resterà per quasi mezzo secolo. La sua ricerca non verrà interrotta e continuerà a sperimentare tecniche e materiali nuovi. Nel 1901 la pittura dell’artista, che fino ad allora non aveva uno stile personale, subisce una svolta dovuta all'emozione suscitata dal suicidio dell'amico Carlos Casagemas. Picasso si caratterizza per 3 periodi: - PERIODO BLU: si protrarrà fino al 1904. Si tratta di una pittura basata sui colori freddi. Anche i temi, di conseguenza, si basano su personaggi poveri, malinconici ed emarginati. - PERIODO ROSA: si ha a partire dal 1905 poiché Picasso cambia toni, facendo emergere le gradazioni di rosa. I soggetti principali provengono dall'ambiente del circo e dei saltimbanchi. - PERIODO AFRICANO: inizia nel 1906 e qui Picasso si interessa alla scultura rituale africana. In queste opere, egli ricerca le testimonianze di un'umanità non ancora contaminata dall’ideologia occidentale. Nel 1907, invece, l'artista espone “Les demoiselles d'Avignon”, è questo il periodo più intenso e felice del Cubismo picassiano. I colori sono brillanti e le superfici piatte. L'uso del collage, inoltre, dà a ogni composizione un significato nuovo e provocatorio. ● POVERI IN RIVA AL MARE Questo dipinto risale al periodo blu di Picasso e venne realizzato a Barcellona durante il periodo di vita caratterizzata da stenti e privazioni. I tre personaggi, scalzi e infreddoliti, sono una dolorosa metafora moderna della Sacra Famiglia. Nonostante il loro aspetto misero, essi mettono in mostra una grande dignità, soprattutto la figura della madre che, di spalle, richiama la volumetria dei personaggi femminili di Giotto. Anche se Picasso utilizza una tavolozza quasi monocroma, egli riesce a differenziare 3 elementi della natura e della filosofia antica: - la terra che rappresenta la spiaggia; - l'acqua che simboleggia il mare; - l'aria che rappresenta il cielo. Inoltre, si formano 3 fasce orizzontali che contrastano i personaggi in primo piano, isolandoli nella scena, al fine di mettere in risalto ancora di più il loro dramma. ● LES DEMOISELLES D’AVIGNON Con quest'opera Picasso ha rappresentato la frantumazione dello spazio tridimensionale. “Les demoiselles d’Avignon” sono cinque ragazze che si trovano di fronte all'artista e mostrano la loro nudità; inoltre si pongono come modelle difatti le loro pose fanno capire che qualcuno le sta osservando. Lo sfondo è rappresentato da zone frammentate di vari colori che si uniscono con i corpi delle ragazze. I visi deformi delle ragazze sono stati interpretati in vari modi, ad esempio potrebbero rappresentare la sifilide, oppure hanno lo scopo di catturare lo sguardo di colui che guarda, infatti esse non stabiliscono un contatto visivo tra di loro e sembrano create per rappresentate delle figure isolate e non un unico spazio. Questo quadro è considerato il primo dipinto cubista di Picasso del periodo africano. Il soggetto è ispirato al bordello di Barcellona frequentato dal pittore e secondo alcuni il dipinto mette in guardia l’sservatore riguardo i pericoli del sesso. Inoltre, probabilmente le figure femminili riprendono le Veneri della tradizione classica dato che i corpi non possiedono una valenza erotica. L'intento di Picasso, però, era quello di creare una rottura con la tradizione artistica. - Le 2 ragazze centrali hanno uno sguardo più riconoscibile e diretto, mentre quelle laterali a destra richiamano, tramite la deformità del loro volto, le maschere della tradizione africana. La ragazza a sinistra, invece, ricorda lo stile egizio, con l'occhio frontale e il volto disegnato di profilo. “Les demoiselles d'Avignon" è considerato il manifesto del cubismo con cui egli dà vita al movimento artistico e segna una rottura con la rappresentazione tradizionale. STILE: Fino ad allora le figure umane, anche se rappresentate con canoni e modalità diverse, risultavano verosimili, mentre con il Cubismo si cerca di smuovere la ragione dell'osservatore. Picasso rappresentò le figure femminili in modo nuovo, scomponendole e ricomponendole con visione da diverse angolazioni. COLORE E LUCE: Il colore è forte e non presenta il chiaroscuro. Il rosa che caratterizza le ragazze entra in contrasto complementare con l'azzurro dello sfondo. SPAZIO: La scena si avvicina a quella di un palcoscenico teatrale o di un teatro di posa. Lo sfondo e le figure sono evidenziate dalla pittura geometrica che non dona profondità ma bidimensionalità. Inoltre ogni figura suggerisce diversi punti di vista. COMPOSIZIONE: I corpi delle protagoniste riempiono totalmente la superficie del dipinto e si ha una distribuzione uniforme e ritmica delle loro figure. I centri che catturano l’attenzione sono gli sguardi delle donne che osservano lo spettatore. UMBERTO BOCCIONI Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria e in seguito si stabilisce a Roma dove approfondisce i propri interessi per la pittura e la letteratura. Per lui è decisivo l'incontro conMarinetti, nel 1910, che lo porta ad aderire con entusiasmo al Futurismo. In seguito collaborerà anche la stesura del “Manifesto dei pittori futuristi” per mettere in rilievo l'importanza del dinamismo e della simultaneità del movimento, espressa tramite linee di forza e una rappresentazione globale che unisce ricordi, situazioni e movimenti. Boccioni morirà durante la Prima Guerra Mondiale cadendo da cavallo. ● DINAMISMO DI UN FOOTBALLER Il dipinto è una delle opere più importanti che riguarda il gioco del calcio, fondamentale nel Futurismo; Boccioni, infatti, si concentra sulla rappresentazione degli sport. Guardando attentamente si riconosce il calciatore che occupa la scena in primo piano, infatti al centro è dipinta la coscia destra, mentre in basso a sinistra si trova la gamba. Al corpo futuristico del calciatore si uniscono alcune forme geometriche di colore rosso, simbolo della tecnologia e dello sport. A prima vista l'opera appare come una composizione astratta, dato che prevalgono linee colorate, ma in realtà l’intenzione dell'artista era quella di rappresentare la realtà in movimento. STILE: Lo stile del dipinto rappresenta le caratteristiche principali del movimento, come la velocità e il dinamismo, creato attraverso la modellazione del corpo e dell'ambiente. In prossimità del corpo del calciatore le figure hanno maggiore volume e massa, invece l'area intorno a lui, priva di movimento, è bidimensionale. COLORE E LUCE: La parte centrale del dipinta, ossia la zona di maggior dinamismo dove si trova l'atleta, è caratterizzata dai colori caldi, come il rosso, l'arancione e il giallo. Invece la parte alta della scena è occupata dal cielo ed è caratterizzata da tonalità fredde, come il blu, l'azzurro e bagliori chiari. La parte inferiore presenta il colore verde che si unisce al blu e al grigio chiaro. - Le zone statiche sono caratterizzate da colori freddi, mentre quelle dinamiche da colori caldi. SPAZIO: Non vi è prospettiva geometrica e la raffigurazione dell'ambiente, del cielo, del suolo e dell'aria si unisce nella figura destrutturata del calciatore e ne entra a far parte. In questo modo si formano dei piani multispaziali che rappresentano il movimento a spirale creato dall’atleta in movimento. GIACOMO BALLA Nato a Torino e figlio di un fotografo. Inizia a studiare musica, ma rimasto orfano si dedica al lavoro. Intanto, inizia a disegnare e a dipingere, motivo per cui frequenta l'Accademia Albertina, dove impara e sperimenta la pittura divisionista. In seguito si trasferisce a Roma dove si dedica alla pittura ed inizia a interessarsi al verismo, studiando soprattutto la luce. Nel 1910 firma il “Manifesto dei pittori futuristi” ed aderisce ad esso, partecipando allo sviluppo dei temi principali della corrente e donando alle proprie opere forme più astratte. All'inizio degli anni 30, però, Balla si allontana dal Futurismo per tornare ad una pittura figurativa, caratterizzata da paesaggi e ritratti dato che vuole rappresentare l'assoluto realismo. Muore a Roma nel 1958. ● DINAMISMO DI UN CANE AL GUINZAGLIO L'opera è un esempio di dinamismo futurista ottenuto tramite la sovrapposizione delle forme. Per rappresentare il movimento, i piedi della donna e le gambe del cane vengono dipinti più volte nell'arco della traiettoria del loro movimento. In questo modo si ha una successione seriale di immagini che rimandano ad una visione sospesa tra realtà e astrazione. STILE: La tela è dipinta con pennellate rapide che creano delle omogenee zone di colore: Il corpo del cane e della veste della donna. I colori utilizzati, però, sono di una gamma limitata. COLORE E LUCE: La sagoma del bassotto è totalmente nera, come la gonna della padrona. Si ha un maggiore utilizzo del colore nelle traiettorie di movimento delle zampe del cane, in cui Balla si concentra sui colori del rosso e del viola. Invece, nella traiettoria della camminata della donna emergono i colori freddi del blu e del viola. La strada è bianca e funge da sfondo neutro per rappresentare il movimento degli arti. SPAZIO: Lo spazio geometrico viene alterato per mettere in risalto il movimento del cane e della donna, infatti non ci sono indicatori architettonici oppure linee di fuga. Inoltre è assente anche la sovrapposizione delle forme. Si intuisce che la padrona si trova leggermente più indietro rispetto al cane dato che i piedi sono rappresentati nella parte superiore del dipinto. COMPOSIZIONE: L'opera inquadra direttamente i piedi e la figura del bassotto. L'orizzontalità dell'immagine mette in risalto il movimento e la direzione dello spostamento delle figure verso sinistra. Il senso di movimento è dato anche dall’ondeggiare del guinzaglio metallico che viene rappresentato in diverse posizioni. La strada è neutra e presenta solo delle linee che enfatizzano il movimenti in avanti verso sinistra. SURREALISMO ● QUADRO STORICO E CULTURALE A partire dal primo Dopoguerra in Francia, presso gli ambienti artistici parigini, si affermò l’obiettivo di accedere a una realtà diversa per mezzo dell’arte. Nel 1924 lo scrittore francese André Breton pubblica il primo Manifesto del Surrealismo dove esplicita la definizione del nome del movimento: il surrealismo intende dare voce all'io interiore senza l'intervento dei meccanismi inibitori legati alla ragione e alla razionalità che tendono a reprimere gli istinti naturali. Per conquistare questa libertà bisogna farsi guidare dall'inconscio, come avviene nei sogni quando le immagini si alternano senza apparenti legami, svelando i pensieri e le pulsioni reali, spesso sconosciuti a noi stessi. L’inconscio è quella sfera dell’attività psichica che non raggiunge il livello della coscienza e costituisce pertanto quella parte della vita interiore di ciascun individuo di cui non si può avere consapevolezza né conoscenza diretta. L’inconscio riesce a manifestarsi grazie all’improvviso emergere di ricordi o tramite atti ripetitivi e abitudinari e azioni compiute in modo automatico, senza il filtro della ragione. L’arte surrealista si oppone infatti alla razionalità che non consente di varcare le soglie del visibile, di ad andare al di là di ciò che l’occhio vede, per scoprire una realtà diversa. L’inconscio si rivela nella sua essenza nel sogno, come sosteneva anche Freud. Per surrealtà, si intende una realtà assoluta, in cui veglia e sonno si conciliano e si compenetrano in modo armonico, e il surrealismo è definito come un automatismo psichico, nonché un processo automatico che si realizza senza il controllo della ragione e fa sì che l’inconscio emerga, si esprima divenendo operante anche mentre si è svegli. Il pensiero è così libero di vagare e raccogliere immagini, idee, parole, raggiungendo la surrealtà. Un precedente importante per il Surrealismo è la pittura metafisica di De Chirico che cerca di cogliere l'essenza intima delle cose al di là della loro apparenza sensibile. Questo lo porta ad accostare oggetti tra loro incompatibili creando situazioni inquietanti. Tuttavia, la metafisica non cerca di portare alla luce l'interiorità dell'individuo ma l'enigma già presente nelle cose, motivo per cui De Chirico rifiuterà di aderire al nuovo movimento. Gli artisti appartenenti al movimento surrealista, per tradurre le proprie intenzioni surrealiste, utilizzano tecniche differenti, come: - disegno automatico, che consiste nel muovere la mano “a caso”, liberandola dal controllo razionale; - frottage, che consiste nello sfregare una matita, un gessetto o qualunque altro materiale messo a contatti con una qualunque superficie che presenti delle rugosità; - il grattage o il raclage sono le azioni del grattare e del raschiare il colore steso sulla tela, in modo da far emergere il colore sottostante; - il dondolamento consiste nel far ondeggiare sulla tela un barattolo forato sul fondo. Il Surrealismo ha continuato a influenzare la pittura di tutto il Novecento, nonché il cinema e le altre arti visive. Fra i principali esponenti vi sono Joan Mirò, René Magritte e Salvador Dali. Questi ultimi rappresentano principalmente soggetti e scene apparentemente privi di logica e razionalità. Inoltre, la fotografia rifiuta la concezione tradizionale di riproduzione della realtà per diventare strumento d’indagine del profondo, mentre nel cinema si pone l’intento di rompere gli schemi tradizionali narrativi, in continuo bilico tra realtà, sogno e fantasia. SALVADOR DALÍ Artista Catalano, come altri surrealisti, rappresenta con minuzia ossessiva ogni oggetto entro spazi conclusi dalla linea d'orizzonte. Come Magritte, non inventa forme nuove ma compone immagini reali, collocandole in posizioni irreali e spesso deformandole innaturali-sticamente. Il suo è un autentico surrealismo, la trascrizione poetica della realtà interiore. Gli oggetti presenti nelle tele alludono ai segreti dell'inconscio: cassetti da aprire per sondare il profondo della psiche, occhi scrutatori, stampelle che sorreggono una traballante figura onirica. ➢ La sua arte porta in superficie tutte le pulsioni e i desideri inconsci, dando loro l'immagine di allucinazioni iperrealistiche. In Dalí non esiste limite o senso della misura, così che la sua sfrenata fantasia lo rende il più eccessivo dei surrealisti, al punto che nel 1934 viene espulso dal gruppo dallo stesso Breton. Nonostante ciò, egli intensifica notevolmente l'universo delle sue forme “surreali”. Con il successo che arriva negli anni Trenta, si trasferisce in America dove allarga il suo campo tecnico occupandosi anche di illustrazione, animazione, regia cinematografica, scenografia, collaborando anche con Disney, Bunuel e Hitchcock. Dalí costruisce il proprio personaggio tramite il modo estroso di vestire, i baffetti all'insù e la stravaganza dei comportamenti. ➔ METODO PARANOICO-CRITICO Egli mette a punto la tecnica di automatismo psichico che definisce “metodo paranoico-critico”, che consiste nell’autoinduzione di stati paranoici. Dalí cercava di entrare in uno stato mentale simile alla paranoia, caratterizzato da un'interpretazione distorta della realtà. Annotava o disegnava rapidamente le immagini e le idee che gli venivano in mente. Questo passaggio era cruciale per catturare l'essenza del pensiero paranoico prima che svanisse. Il prodotto finale ìera spesso un dipinto o un'opera d'arte che combinava elementi realistici con immagini oniriche e fantastiche. Pertanto, ogni ispirazione di Dalí nasce dal suo inconscio (momento paranoico) e riesce a prendere forma pittorica solo grazie alla razionalizzazione del delirio (momento critico). Dal punto di vista della psicanalisi, Dalì mette in rapporto il paranoico (il molle) con il critico (il duro). ● LA PERSISTENZA DELLA MEMORIA La Persistenza della memoria è un’opera di Salvador Dalì dipinta con uno stile estremamente realistico. Il senso di smarrimento, di fronte all’immagine surreale, nasce, così, proprio dalla sua verosimiglianza formale unita ad una scena fantastica. All’interno di un paesaggio fantastico sono disposti alcuni oggetti irreali. Dominano la scena alcuni orologi dalla consistenza deformata. Sono chiamati, infatti, orologi molli. Pur segnando ancora il tempo, sembrano aver perso la loro solidità. Sopra al parallelepipedo dipinto a sinistra, un orologio è poggiato per una metà sul piano. Sopra di esso, si è appoggiata una mosca che crea una lunga ombra verso le dodici. La metà inferiore, invece, pende mollemente lungo il fianco del solido. Un altro orologio, con la cassa però chiusa, è poggiato più a sinistra. Su di esso alcune formiche, grandi e piccole, creano un motivo decorativo. Verso il bordo posteriore del solido, un esile tronco morto si alza verso il cielo e un suo ramo di ulivo sostiene un altro orologio che pende verso il basso. Sul terreno, un essere mostruoso composto da un grande occhio chiuso, con lunghe ciglia, sopracciglia e la lingua al di fuori porta come una groppa un altro orologio. Verso il fondo dello spazio rappresentato, si apre uno specchio d’acqua. A destra, alcuni faraglioni avanzano verso l’acqua. A sinistra, invece, è dipinto un piano geometrico che avanza verso la riva. Il cielo è limpido e privo di nubi. La figura antropomorfa che giace a terra potrebbe rappresentare un autoritratto di Dalì. - COLORI E SPAZI: Il colore dominante nell’opera è il giallo ocra che entra in dialogo con l’azzurro dell’acqua, del cielo, delle superfici e degli orologi. Dalì utilizza la prospettiva geometrica e la diminuzione progressiva delle dimensioni delle figure. Il primo piano è rappresentato dal solido che compare sulla sinistra e dagli oggetti sparsi sopra e sotto di esso. Sullo sfondo, invece, è rappresentato lo specchio d’acqua. Il punto di vista è più alto rispetto al piano del solido. - SIGNIFICATO: Oltre alla spiegazione data dall’artista, nonché dell’ispirazione nata dalla consistenza del formaggio Camembert, si può immaginare che gli orologi molli rappresentino la relatività della percezione temporale. Ognuno di noi, infatti, ha una propria sensazione temporale rispetto alle medesime situazioni. Ogni orologio, inoltre, segna ore diverse. Il dipinto è stato dunque interpretato come una riflessione sul tempo e sul rapporto con la memoria: sciogliendo la forma solida dell’orologio, l’artista sembra sciogliere la dimensione temporale. L’opera ci invita a riflettere sulla natura del tempo, sulla fluidità delle nostre esperienze e sull’interconnessione dell’esistenza. ● LA CROCIFISSIONE Durante gli anni 50 Dalì rivista la tradizione spirituale del cattolicesimo spagnolo e la combina con l'amore per le scienze naturali, dando vita alla fase delmisticismo nucleare. La Crocifissione è una grande tela in cui l'artista affronta uno dei temi più delicati e ricorrenti dell'iconografia Cristiana, caratterizzata da elementi del misticismo nucleare e dal conseguente ritorno all'eredità cattolica. Si tratta di un quadro sensazionale che mette in risalto la figura di Cristo crocifisso sulla rete di un'ipercubo (un solido che non può essere rappresentato graficamente, ma può essere solo immaginato), che dà vita ad una massiccia croce tridimensionale formata dall'incastro di 8 cubi. La figura di Cristo non è inchiodata alla croce, ma fluttua nell'aria. Infatti è priva di ogni segno della Passione (flagellazione, corona di spine, ferita di lancia sul costato, chiodi che trafiggono mani e piedi), facendo emergere la vittoria sulla corruzione della materia. - La mancanza di chiodi nelle mani e nei piedi di Cristo indica la sua perfetta e completa liberazione; mentre la Croce va intesa come il possibile riflesso di un mondo in 4 dimensioni e sottolinea l'inafferrabile distanza tra il naturale e il soprannaturale. Lo sfondo è enigmatico, infatti rappresenta un infinito pavimento a scacchiera che si perde verso un orizzonte arido, scuro, illuminato dai bagliori della luna che sta tramontando dietro i monti lontani. Questo paesaggio simboleggia lo straordinario evento della morte di Cristo, infatti emerge un forte mistero. In basso a sinistra, su uno scoglio squadrato, si trova Gala (moglie di Dalì) che osserva Gesù Crocifisso e incarna la Vergine Maria dolente; la donna è presentata con lussuoso abito da sera. - La scena si svolge di fronte alla baia di Port Lligat. COLORI: I colori che prevalgono sono quelli del giallo e del marrone della Croce. Poi lo sfondo è di un marrone tendente al grigio e in mezzo a questi colori cupi emerge l'abito bianco indossato da Gala. ILLUMINAZIONE: La luce proviene da in alto a sinistra e si concentra sulla figura elevata di Cristo, facendo creare un'ombra sulla croce. Inoltre, tramite l'illuminazione, viene messa in risalto anche la figura di Gala. All'orizzonte, sullo sfondo, è percepibile una lieve luce data dal tramonto della luna. Le tre figure sono identiche, indossano tutte la classica bombetta e un abito scuro. Questo elemento ricorrente nel lavoro di Magritte è spesso interpretato come un simbolo dell'uomo comune, dell'identità e della perdita dell'individualità, poiché le figure sembrano dei cloni. La ripetizione delle figure suggerisce la conformità sociale e la banalità della vita quotidiana. La disposizione delle figure, ognuna orientata in una direzione diversa, può suggerire la frammentazione della percezione e la pluralità di punti di vista. È un invito a riflettere su come la realtà possa essere vista e interpretata diversamente da persone diverse. Luna rappresenta l’ignoto e il mistero. Ognuno ha la propria Luna perché ciascuno di noi ha una prospettiva diversa e la crea attraverso la propria percezione. Lo sfondo notturno contribuisce a un'atmosfera di mistero e insondabilità. Il cielo scuro, privo di stelle visibili, suggerisce un senso di vuoto e di infinito. L'oscurità rappresenta spesso l'ignoto, l'inconscio e il mistero. L'orizzonte si dissolve in modo indistinto, confondendo la linea tra cielo e terra. Questo elemento riflette la tipica manipolazione di Magritte della realtà per creare un effetto di straniamento. L'orizzonte si dissolve tra il noto e l'ignoto, tra il reale e il surreale. Un'illuminazione surreale che mette in risalto le figure. La luce sembra provenire da una fonte invisibile, creando un contrasto netto con l'oscurità dello sfondo. Questo utilizzo della luce contribuisce al senso di irrealtà e al contempo enfatizza la presenza misteriosa delle figure. - COLORI: Predominano i toni scuri, specialmente nel cielo notturno e negli abiti delle figure. I neri e i blu profondi creano un'atmosfera enigmatica e cupa, tipica di molte opere di Magritte. Egli utilizza contrasti di luce e ombra per dare profondità e definizione alle figure. Le bombette e i volti sono leggermente illuminati, creando un netto contrasto con lo sfondo buio. - SPAZIO: Le tre figure sono disposte in una linea orizzontale, equidistanti tra loro, dando un senso di ordine e ripetizione. Ogni figura è orientata in una direzione diversa (sinistra, destra, avanti), creando un dinamismo visivo all'interno della composizione. Non c'è una prospettiva tradizionale che porta l'occhio dello spettatore verso un punto di fuga, ma piuttosto una sensazione di piattezza che enfatizza l'elemento surreale dell'opera. L'opera invita a interrogarsi sulla natura della realtà e della percezione. Il titolo stesso, "Il Mistero dell'Orizzonte", suggerisce che vi sono aspetti della nostra esperienza e del nostro mondo che restano sempre fuori dalla nostra comprensione completa. "IlMistero dell'Orizzonte" di René Magritte è un'opera che, attraverso la sua apparente semplicità, nasconde una complessità di significati e interpretazioni. Utilizzando elementi ricorrenti come la bombetta, l'orizzonte indistinto e l'ambientazione notturna, Magritte esplora temi profondi come l'identità, la percezione e ilmistero della realtà. L'opera invita lo spettatore a riflettere sul modo in cui vediamo e interpretiamo il mondo, sollevando domande senza offrire risposte definitive, in perfetto stile surrealista. - Quest'opera inoltre riprende il tema pirandelliano della visione soggettiva e della realtà dalle mille sfaccettature: anche per Pirandello la realtà è un puzzle di frammenti che si combinano in ciascuno di noi in modo diverso. Ognuno di noi ha una visione, una propria verità individuale, che non coincide con quella degli altri. Magritte ci spinge a riflettere sulle nostre stesse esperienze di identità e percezione, sollevando domande su ciò che è reale e ciò che è illusione. ● L’IMPERO DELLE LUCI L’impero delle luci raffigura la facciata di una casa a tre piani che si apre sulla strada buia. Un lampione solitario illumina debolmente l’abitazione creando un alone circolare di luce fredda sul muro esterno, tra due finestre. L’edificio è separato dalla strada che lo affianca da un piccolo marciapiede e oltre la carreggiata corre uno spazio erboso che ospita un alto albero. Le finestre del primo piano sono tutte protette da infissi mentre quelle del secondo sono prive di scuri. Proprio da due di queste, a sinistra filtra una luce gialla, artificiale. La facciata, a sinistra, comunica poi con un cancello che protegge la palazzina. A destra, invece, si coglie un piccolo fabbricato cieco. Infine, in alto, il cielo azzurro è attraversato da nuvole bianche e vaporose. La scena rivela la rappresentazione di due momenti della giornata. Il cielo azzurro, attraversato da nuvole bianche, suggerisce la luce del giorno. La parte inferiore dell’immagine, invece, è immersa nel buio della notte. Il muro esterno della casa è illuminato dalla luce del lampione e dalle due finestre al secondo piano filtra la luce gialla delle lampade. Si crea una sorta di conciliazione degli opposti. - COLORI: L’opera di René Magritte presenta colori chiari e freddi nella metà superiore, occupata dal cielo, invece, scuri e caldi nella parte inferiore. I toni utilizzati sono legati al tipo di illuminazione rappresentata. Così, il cielo azzurro, illuminato dalle nuvole bianche, suggerisce una giornata luminosa. Invece l’ombra scura, illuminata dalla luce artificiale, gialla delle finestre e biancastra del lampione evoca la notte. La sagoma dell’albero e il profilo superiore dell’abitazione sono in controluce ed esaltano il colore del cielo. - SPAZIO: La palazzina dipinta da Magritte occupa il secondo piano dell’immagine mentre nel buio del primo piano è collocato il grande albero che si staglia contro il cielo. Quindi la profondità della scena si limita alla distanza tra l’osservatore e la facciata illuminata dal lampione. - COMPOSIZIONE: La metà orizzontale superiore è occupata dal cielo mentre quella inferiore è destinata all’abitazione protetta dagli alberi. Al centro della metà inferiore si trova il lampione che crea un alone luminoso circolare. La zona del cielo contiene forme morbide, costruite con profili curvi. Invece, la zona avvolta nel buio presenta linee rette, soprattutto orizzontali.
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