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La Prima Guerra Mondiale e le Alleanze Contrapposte in Europa, Appunti di Storia Politica

La situazione politica europea prima e durante la prima guerra mondiale, con un focus sulla posizione delle potenze contrapposte: la triplice intesa (francia, gran bretagna e russia) e la triplice alleanza (italia, germania e austria-ungheria). Vengono trattati i principali eventi che portarono allo scoppio del conflitto, come le guerre balcaniche e l'ingresso in guerra di italia e bulgaria. Inoltre, vengono discusse le conseguenze della guerra, come la fine dell'impero ottomano e l'ascesa di nuovi stati nazionali.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 07/12/2019

Beatrice217
Beatrice217 🇮🇹

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Scarica La Prima Guerra Mondiale e le Alleanze Contrapposte in Europa e più Appunti in PDF di Storia Politica solo su Docsity! Ennio Di Nolfo - Dagli imperi militari agli imperi tecnologici Capitolo I. Nascita e morte precoce della nuova diplomazia All’inizio del XX secolo la situazione internazionale ruotava intorno al predominio della Gran Bretagna come impero globale e allo slancio dinamico della politica internazionale tedesca sotto la guida di Guglielmo II. L’espansionismo tedesco costituì una sfida per la Gran Bretagna, in particolare per la creazione di una flotta militare e per il progetto della linea ferroviaria Berlino- Baghdad. Londra reagì con l’abbandono della politica isolazionistica e con l’avvio della formazione di una coalizione antitedesca. Di conseguenza assistiamo, all’inizio del ‘900 alla modifica del quadro delle alleanze: - l’Inghilterra risolve i dissidi con Francia e Russia, già unite dall’alleanza franco-russa, ponendo le basi per la formazione, nel 1907, della Triplice Intesa. - si sgretola il fronte della Triplice Alleanza: l’Italia stipula accordi con Francia (1902) e Russia (1909) mentre l’impero asburgico si avvia verso la dissoluzione. In questo contesto la Germania rimane isolata contro la Triplice Intesa che ha come scopo proprio quello di frenare l’espansionismo tedesco, in particolare nelle zone sottoposte al dominio dell’Impero Ottomano. Queste zone erano i Balcani, Medio Oriente e costa meridionale del Mediterraneo: quindi zone che rientravano nella mire di diverse nazioni e che erano sottoposte, in particolare modo i Balcani, alle rivendicazioni nazionali dei Popoli che vi abitavano. ATTORI PRINCIPALI dal 1870 al 1914 (contesto europeo): Le potenze europee attraversano la fase dell’IMPERIALISMO—> fase suprema del capitalismo secondo Lenin 1) INGHILTERRA: - limitare il dominio francese sull’Europa - mantenere l’ISOLAMENTO ma anche di evitare che in Europa venga a costituirsi un POTERE EMOGENICO che possa contrastarne e minacciarne la SICUREZZA - vive la RIVOLUZIONE SOCIO-ECONOMICA (rivoluzione industriale prima e seconda) - mantenere la SUPREMAZIA ECONOMICA fuori da minacce esterne la STERLINA era la moneta usata per gli scambi commerciali ed il sistema economico era il Gold Standard (sistema ancorato all’ORO) - idea di SUPERIORITA’ culturale si sente il centro del sistema internazionale 2) FRANCIA: - intende recuperare l’Alsazia e la Lorena toltegli dalla Prussia (1870) - recuperare l’immagine di potenza: IMPERIALISMO D’IMMAGINE (non necessitano di territori e materie prime perché il territorio è ricco e vasto, è legato alla civilizzazione) conquistare i territori in AFRICA - nel 1898 gli interessi francesi e inglesi si scontrano a FASCIODA, qui si alleano contro la Germania 3) IMPERO AUSTRO-UNGARICO: La leadership al potere non si rende conto degli elementi di DEBOLEZZA - INTERNI essere un impero MULTIETNICO + fattore ECONOMICO (recepisce i fattori legati alla rivoluzione industriale più lentamente) - ESTERNI indebolimento a causa della Prussia 1 4) IMPERO OTTOMANO: La leadership al potere è TURCA, il fulcro è COSTANTINOPOLI; subisce spinte: - INTERNE impero MULTIETNICO di religione ISLAMICA (elemento unificatore) ma ci sono diverse interpretazioni e molti popoli spingono per l’AUTONOMIA (es: Egitto e Marocco) - ESTERNE l’impero Russo spinge per avere accesso al Mediterraneo (per l’apertura del CANALE DI SUEZ e perché consente l’accesso al MAR NERO) e l’impero Austro-Ungarico spinge per l’accesso ai Balcani 5) REGNO D’ITALIA: - dopo il 1861 è importante modificare il territorio e costruire una NAZIONE - vuole aumentare il suo potere nel MEDITERRANEO, MAR ROSSO, CORNO D’AFRICA per accrescere il prestigio, aumentare la popolazione demografica e per l’aspetto economico- mercantile 6) IMPERO RUSSO: - impero ASSOLUTISTA basato sull’agricoltura - ARRETRATEZZA politica (vicino all’ancién regime) ed economica (rivoluzione industriale in ritardo) - fa pressione sulla Serbia per 3 motivi: 1.GEOPOLITICO la Serbia è indipendente; 2. Paese di cultura SLAVA affine a quella russa; 3. Religione CRISTIANA ORTODOSSA ed in Russia c’è la corrente ortodossa 7)STATI UNITI (potenza extraeuropea): -DOTTRINA MONROE seguono l’ISOLAMENTO nei confronti della politica europea Dopo la guerra di secessione del 1865, gli Stati Uniti entrano in una fase di crescita ECONOMICA e DEMOGRAFICA imponendosi ben presto come nuova POTENZA ECONOMICA MONDIALE. -ECCEZIONALISMO gli Usa si percepiscono come diverso dal mondo e dall’Europa Nel quadro diplomatico vanno poi inseriti altri due elementi: - dilagare del movimento socialista: ad eccezione della Russia, gli apparati statali apparirono in grado di contenerlo. - emergere degli Stati Uniti: dopo la guerra di secessione del 1865, gli Stati Uniti entrano in una fase di crescita economica e demografica imponendosi ben presto come nuova potenza mondiale. Fino all’inizio del ‘900 gli Stati Uniti non si occuparono di politica internazionale dal momento che si concentrarono sull’eliminazione degli elementi di insicurezza territoriale (presenza spagnola a Cuba, 1898; controllo canale di Panama, 1903).
 Per quanto riguarda la politica estera sussisteva uno scontro tra la tradizione isolazionista e la volontà di presenza internazionale: 
 
 Roosevelt: segue una politica espansionista. 
 Taft: (repubblicano successore di Roosevelt): segue una politica di espansione finanziaria, la Diplomazia del dollaro. 
 Wilson: pone l’accento sulla vocazione messianica degli Usa, presentati come detentori e portatori di valori universali nell’ottica della creazione di un nuovo ordine mondiale. Lo scoppio e lo sviluppo della prima guerra mondiale diede agli Stati Uniti molteplici opportunità in senso economico e finanziario (principali finanziatori dello sforzo bellico, creditori delle principali nazioni europee) ma anche politico. L’entrata in guerra degli Stati Uniti permise infatti di inserirsi all’interno dei progetti europei riguardo la risoluzione della guerra e dei trattati di pace e in questo contesto svolse un ruolo fondamentale Wilson (movimento pacifista, si oppose alla 2 bulgari parte della Macedonia e lo sbocco sul mare; i serbi la parte principale della Macedonia e gli albanesi l’indipendenza. 2- Seconda guerra bosniaca, 1913: la Macedonia rimane terreno di competizioni e i bulgari mettono in discussione la divisione alleandosi stavolta con l’impero ottomano e iniziando un’azione militare che causa la reazione degli altri paesi della penisola balcanica, compresa Romania e Grecia. I bulgari perdono nell’agosto del 1913: la Bulgaria viene ridimensionata con la pace di Bucarest. Le guerre balcaniche furono ricche di conseguenze e acuirono le tensioni già presenti in Europa; la Serbia infatti era insoddisfatta di non avere ottenuto lo sbocco sul mare e stipula un’alleanza con la Russia, la Bulgaria era una minaccia per i russi. PRIMA GUERRA MONDIALE: SVILUPPI MILITARI Quando la guerra cominciò nessuno di aspettava che sarebbe durata così a lungo e che avrebbe cambiato così a fondo l’Europa. Non ci si aspettava nemmeno che la guerra si allargasse su scala mondiale: se la Germania avesse interpretato in senso restrittivo l’alleanza con l’Austria- Ungheria, probabilmente la guerra non si sarebbe estesa anche se non bisogna dimenticare che l’estensione fu conseguenza e frutto dei sospetti e delle errate percezioni sulle intenzioni altrui e dei calcoli sbagliati. Ovvio che con l’estendersi della guerra si estesero gli obiettivi delle nazioni che tuttavia, fino all’autunno 1918, non erano finalizzati a provocare una sovversione dell’ordine europeo: i soli stati che si pensava corressero forti rischi erano l’impero ottomano e l’Italia, mentre si dava per scontata la sopravvivenza dell’Impero asburgico. Inoltre gli imperi centrali lasciavano le loro ambizioni circoscritte al territorio europeo, con la sola eccezione della Germania, mentre gli alleati, in particolare modo la Gran Bretagna, puntavano anche ad estendere i loro domini al di fuori dei confini europei, in particolare in Medio Oriente. Per l’Intesa dunque la Guerra diventava occasione per ridistribuire il potere in Europa e nel mondo e risulta evidente che in questo senso la guerra si sarebbe estesa al mondo coloniale. L’assassinio dell’arciduca F. Ferdinando il 18 Giugno 1914 a Sarajevo per mano di un estremista nazionalista serbo fu la scintilla che provocò l’incendio—> non fu solo un gesto terroristico ma anche un’azione POLITICA. Gli austriaci non decisero subito di attaccare la Serbia, chiesero prima GARANZIE DI SOLIDARIETA’ da parte della Germania che accettò promettendo aiuto in caso la Russia avesse appoggiato la Serbia. L’idea era quella di una GUERRA LAMPO (limitata) e di una soluzione “chirurgica”; partì così da Vienna (senza che l’Italia fosse interpellata) un ULTIMATUM nel quale si esigeva che il governo serbo rendesse pubblica la dichiarazione di CONDANNA di quanto accaduto, allo scadere dell’ultimatum ci fu una rottura delle relazioni diplomatiche ed il 28 Luglio la DICHIARAZIONE DI GUERRA dell’impero austro-ungarico alla Serbia. Il governo Russo decretò la MOBILITAZIONE generale. La Germania era a conoscenza che la guerra si sarebbe combattuta su due fronti: FRANCIA e RUSSIA; era necessario sconfiggere i francesi prima che la mobilitazione russa fosse compiuta—> PIANO SCHLIEFFEN secondo il quale la guerra con la Francia si sarebbe combattuta in modo FULMINEO con un attacco al Belgio, ma tale piano non ne vide l’attuazione. Il governo tedesco intimò quello russo di sospendere la mobilitazione, dopo inevitabile RIFIUTO la Germania dichiara guerra alla Russia. La guerra chirurgica divenne GENERALE. I tedeschi chiesero al Belgio di poter attraversare il suo territorio e ciò venne negato. La Germania dichiara guerra alla Francia, e iniziò il piano Schlieffen che prevedeva l’attraversamento del Belgio. La Gran Bretagna per rispondere all’aggressione del Belgio dichiarò guerra alla Germania. L’Austria- 5 Ungheria dichiara guerra alla Russia. La BULGARIA entrò in guerra accanto all’Intesa, mentre l’IMPERO OTTOMANO strinse alleanza con la Germania per poi combattere a fianco degli Imperi Centrali; il GIAPPONE, CINA, GRECIA infine appoggiarono l’Intesa. • Situazione italiana: l’Italia dichiarò la sua NEUTRALITA’, anche se ciò fece nascere una polemica fra i partiti (favorevoli alla neutralità/favorevoli allo schieramento con gli Imperi Centrali). Nel 1915 venne stipulato il PATTO DI LONDRA in cui l’Italia fece la scelta di schierarsi a favore dell’INTESA —>nel maggio dichiara guerra all’Austria-Ungheria e più tardi alla Germania. FRONTE FRANCESE: l’offensiva tedesca in Francia non riuscì, l’avanzata delle truppe germaniche fu arrestata sul fiume Marna. FRONTE RUSSO: l’offensiva russa venne fermata dalla vittoria tedesca in Polonia, nei Laghi Masuri, però i russi riuscirono a bloccare l’offensiva austriaca in Galizia, occupandola. Verdun—> divenne il simbolo della spinta militare tedesca ma anche della resistenza francese. L’entrata in guerra dell’Impero Ottomano aprì due nuovi FRONTI: - TURCO-RUSSO in Armenia - ANGLO-TURCO in Mesopotamia ed Egitto • Guerra sottomarina: lo stato Maggiore tedesco decise di riprendere la GUERRA SOTTOMARINA illimitata e ciò provocò la rottura dei rapporti diplomatici con gli USA, con la loro conseguente entrata in guerra. • Rivoluzione Russa 1917: dopo la Rivoluzione di Ottobre che mise termine al regime moderato di Kerenskij e diede tutto il potere in mano al partito BOLSCEVICO guidato da Lenin e Trotzkij, i SOVIET decretarono la loro volontà di pace coi popoli e governi. La Russia si ritira e accettò le clausole del TRATTATO DI BREST-LITOVSK (1918) con il quale la Germania e l’Austria-Ungheria toglievano alla Russia i territori degli stati baltici, ossia Finlandia, Polonia e Ucraina. - 1917, sconfitta dell’Italia a Caporetto da parte delle truppe austriache. L’impero Ottomano, l’Impero Germanico e l’Impero Austro-ungarico rinunciarono alla lotta accettando un ARMISTIZIO: l’Austria-Ungheria era in piena DISSOLUZIONE ed i territori proclamavano INDIPENDENZA; in Germania l’imperatore fu costretto ad ABDICARE e veniva proclamata la REPUBBLICA con a capo il Partito Socialdemocratico di Ebert. PRIMA GUERRA MONDIALE SVILUPPI POLITICO-DIPLOMATICI Quando la guerra cominciò nessuno si aspettava che sarebbe durata così a lungo e che avrebbe cambiato così a fondo l’Europa, nemmeno che la guerra si allargasse su scala mondiale: se la Germania avesse interpretato in senso restrittivo l’alleanza con l’Austria-Ungheria, probabilmente la guerra non si sarebbe estesa, anche se l’estensione fu anche conseguenza e frutto dei sospetti e delle errate percezioni sulle INTENZIONI altrui e dei calcoli sbagliati sulle proprie CAPACITA’ e FORZE. I soli stati che si pensava corressero forti rischi erano l’impero ottomano e l’Italia (ASSASSINIO del re Umberto I) a causa dell’emergere del PARTITO SOCIALISTA e settori del mondo CATTOLICO, mentre si dava per scontata la sopravvivenza dell’impero asburgico. Il 5 settembre 1915 gli Imperi Centrali sottoscrissero l’impegno di non cercare una PACE SEPARATA: i britannici accettavano che la Russia acquistasse il controllo su COSTANTINOPOLI, mentre la Russia riconosceva gli obiettivi in EGITTO l’annessione dell’IRAN all’interno della zona d’influenza britannica; i francesi si assicurarono che i russi riconoscessero gli interessi ANGLO-FRANCESI in Medioriente. Accordi Sykes-Picot 1916: qui vennero precisate le ambizioni anglo-francesi in Medioriente, che prevedevano la suddivisione della “MEZZALUNA FERTILE” assegnando alla Francia SIRIA e LIBANO e alla G.B la PALESTINA e IRAQ. Ai russi riconosceva il diritto di annettere il Kurdistan e 6 l’Armenia turca. Tale accordo presupponeva la fine dell’Impero Ottomano e la nascita di uno STATO ARABO INDIPENDENTE. Anche le aspirazioni italiane furono soddisfatte, si rivelò falso il mito della vittoria mutilata di D’Annunzio, poiché ottenne il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia senza la città di Fiume, un terzo della Dalmazia e un PROTETTORATO in Albania. Nascita della Jugoslavia. Dichiarazione Balfour 1917: il ministro degli Esteri britannico esprimeva in una lettera all’esponente del movimento SIONISTA l’auspicio che il popolo ebreo potesse costruirsi una NATIONAL HOME in Palestina. TRATTATI DI PACE E LA SOCIETA’ DELLE NAZIONI La Conferenza di pace iniziò a Parigi il 18 gennaio 1919. Parteciparono Wilson, Clemenceau, Llyod George e Orlando. Orlando però lascio in segno di protesta contro Wilson per il non accoglimento delle richieste italiane su Fiume. In primo luogo, su imposizione di Wilson, si discusse del Convenant della Società delle Nazioni: il compito della SdN doveva essere quello di evitare che la risoluzione delle controversie internazionali fosse portata a termine tramite l’azione bellica, grazie anche all’ausilio di sanzioni economiche, commerciali e militari e sarebbe dovuto servire da garanzia del nuovo ordine internazionale. La struttura doveva essere formata da Segretariato, Assemble generale e Consiglio (composto in modo permanente dai rappresentanti dei quattro paesi vincitori: Usa, Italia, Francia e Gran Bretagna I punti principali delle discussioni furono però la questione tedesca, i confini orientali italiani e i problemi relativi alla caduta dell’Impero Austro-ungarico e dell’impero ottomano. Trattato di Versailles, 1919: - Germania: i francesi ottennero l’Alsazia e Lorena e la Saar fu posta sotto controllo internazionale. Inoltre la Germania fu obbligata a smilitarizzare la Renania e a ridurre le sue forze armate. Sul confine orientale perse i territori conquistati e Danzica (corridoio di Danzica) che era etnicamente germanica. Altro punto furono le riparazioni da pagare ai vincitori. Dovettero cedere le miniere di carbone alla Francia, abolire la circoscrizione obbligatoria, cedere i territori minori al Belgio, cedere la Slesia alla Polonia. I tedeschi considerarono il trattato un Diktat ingiusto. - Austria: perse di fatto tutti i suoi territori rimanendo circoscritta al territorio abitato da popolazione di lingua tedesca. I territori del defunto impero vennero divisi tra Romania, jugoslavia, Bulgaria e Ungheria mentre altri andarono a formare nazioni autonome come la Cecoslovacchia. - Impero ottomano: perse i territori esterni alla penisola anatolica, le finanze imperiali furono sottoposte al controllo di Francia, Gran Bretagna e Italia e la navigazione sugli stretti era sottoposta a controllo internazionale. Il trattato riguardante l’impero ottomano fu il primo a subire una revisione nel 1922 e 1923, in seguito alla ribellione di Kemal Ataturk e dei giovani Turchi che spodestarono il sultano, portando alla nascita della Repubblica Turca. •Trattato di Saint Germain 1919 (sorti dell’Austria): l’Austria perse di fatto tutti i suoi territori rimanendo circoscritta al territorio abitato da popolazione di lingua tedesca; il suo ESERCITO fu ridotto. I territori del defunto impero venivano divisi tra Romania, Jugoslavia, Bulgaria e Ungheria mentre altri andarono a formare nazioni AUTONOME come la Cecoslovacchia. Inoltre veniva vietato l’Anschluss con la Germania, ossia l’annessione ad essa o forme di alleanza. 7 Keynes aveva calcolato che gli Usa erano il maggiore CREDITORE rispetto all’Europa: G.B e Francia erano i maggiori DEBITORI nei confronti degli Usa. Conferenza di Genova 1922: gli inglesi volevano ridiscutere sui problemi europei, i francesi volevano costringere i tedeschi a mantenere i loro impegni. Durante tale conferenza RUSSI e TEDESCHI stipularono a Rapallo un trattato che normalizzava le relazioni POLITICHE tra i due paesi, per una futura collaborazione militare. Piano Dawes e Piano Young: nel 1924 viene formulato un progetto quinquennale denominato PIANO DAWES per la prima volta la finanza americana interviene per risanare una situazione di crisi: il piano era costruito su due pilastri e le Germania iniziò una fase di ripresa economica 1) la ripresa dei PAGAMENTI tedeschi secondo rate crescenti, la riorganizzazione della BANCA NAZIONALE TEDESCA e il cambio della moneta 2) creazione delle RISORSE grazie alle quali i tedeschi avrebbero potuto pagare Allo scadere del Piano Dawes nel 1929 venne sostituito con un nuovo schema: il PIANO YOUNG la Germania avrebbe dovuto pagare per altri 59 anni, esso entrò in vigore nel 1930 quando la crisi finanziaria americana stava per investire l’Europa. Conferenza di Losanna 1932: venne imposto ai tedeschi di pagare entro il 1935 la somma complessiva del debito che per non venne mai versata. Tutti i paesi in Europa cercavano nel PROTEZIONISMO la soluzione ai problemi economici: gli Usa applicarono DAZI variabili ma molto elevati e tale esempio fu seguito da Giappone e G.B gli Stati Uniti si chiusero nell’ISOLAZIONISMO politico, finanziario e commerciale. Problema della sicurezza Europea Teoricamente essa doveva essere affidata alla SdN (dalla Conferenza di Ginevra del 1920) ma l’efficacia di quest’ultima era molto limitata, causa l’assenza degli Stati Uniti, degli stati sconfitti e dell’Urss che trasformavano la Società in un organismo nelle mani di Francia e Gran Bretagna. Francia: il problema per la sicurezza europea, per quanto riguarda la Francia, era la Germania: la Francia infatti aveva il fine di stringere la Germania in un cerchio di restrizioni per impedirle per un certo tempo di rappresentare un pericolo. Per fare questo i francesi contavano su una rete di alleanze che comprendeva nuovi stati come Cecoslovacchia, Jugoslavia, Romania e Polonia. Questi paesi però avevano bisogno essi stessi di essere difesi e quindi il problema era non lasciarli isolati per evitare che cadessero sotto l’influenza di altre nazioni. La Francia operò su linee discontinue, ora basandosi sul dialogo, ora sull’uso della forza. Poincaré nel 1923 optò per la seconda scelta, occupando militarmente la Ruhr, scatenando però la reazione britannica. Gli inglesi consideravano un errore l’azione francese dal momento che avrebbe aumentato gli attriti già presenti e infatti è ciò che accade: il governo tedesco decise per una resistenza passiva, a costo di cadere in una crisi inflazionistica. I francesi furono dunque spinti a percorrere altre vie: - rafforzamento della SdN—> Piano Herriot-McDonald; Herriot spinge la Società a dotarsi di strumenti per fronteggiare le crisi e, in particolare, l’arbitrato obbligatorio in caso di controversie, l’utilizzo di norme repressive come stabilito dall’articolo 16 della Carta e l’avvio di una politica di disarmo. Il progetto dovette essere accantonato. - ricerca del compromesso: in Germania nel 1923 divenne cancelliere Stresemann che si rese conto che il modo per normalizzare la situazione tedesca era ottenere la fiducia dei vincitori. Di conseguenza ordinò la fine della resistenza passiva nella Ruhr e si adoperò con la diplomazia britannica per cercare una via di uscita alla crisi. Con la mediazione inglese, si giunse ad un avvicinamento franco-tedesco nel 1925, grazie al riconoscimento della Germania del trattato e 10 della smilitarizzazione francese della Ruhr (trattati di Locarno 1925). Questi trattati non riguardavano però il confine orientale in particolare quello con la Polonia. Italia : Nel 1924, dopo una serie di politiche contraddittorie, Mussolini seguì la via della collaborazione col governo di Londra. L’Italia non aveva problema di sicurezza immediata in senso stretto: nel Mediterraneo non aveva nemici visibili, così come non ne aveva sul continente. Infatti anche per quanto riguarda la questione Jugoslavia, si era risolta la questione fiumana nel 1924 con il trattato di Rapallo e anche la dominazione italiana in Albania non rappresentava una minaccia gravissima per la Jugoslavia. Del resto l’Italia da sola non aveva né la forza né l’interesse di modificare la situazione balcanica. L’unico problema riguardava l’indipendenza dell’Austria dalla Germania (no Anschluss) la cui responsabilità di difenderla fu di fatto fatta cadere in gran parte sulle spalle dell’Italia. Urss: La diffusione del movimento comunista in Francia e Gran Bretagna ebbe poco spazio. Anche in Germania le sollevazioni furono represse con facilità. L’unico paese in cui i comunisti riuscirono per qualche tempo a mantenere il potere fu l’Ungheria. La questione sovietica si poneva dunque non come problema di sicurezza interna ma come problema internazionale riguardante il confine occidentale dell’Urss e i suoi rapporti con Cina e Giappone. Sul piano europeo il governo comunista non costituiva un problema di sicurezza anche perché concentrato nella costruzione di un nuovo regime e di un nuovo sistema economico (NEP 1921), isolandosi dalle vicende del continente europeo. Polonia: il problema più complesso riguardava la Polonia, tornata indipendente. La Polonia era un tema cruciale dell’assetto europeo: la definizione dei confini della Polonia poneva problemi su ogni lato e soprattutto problemi riguardanti il confine occidentale e orientale, Germania e Russia. Dalla soluzione di questi aspetti conseguentemente dipendeva anche il futuro delle relazioni tra Germania e Urss. La Polonia rinacque acquistando Galizia, Pomerania e Slesia, oltre che Danzica, cosa che fece crescere l’ostilità tedesca. Sul confine orientale la cosa fu ancora più complessa: il presidente polacco ricercò infatti un’alleanza con l’Ucraina che lo espose alla reazione sovietica tanto che l’Armata Rossa, nel 1920, a momenti si avvicinò a Varsavia se non fosse stato per l’intervento delle truppe francesi. Nel 1921 venne stipulata la pace di Riga che determinò il confine polacco a oriente, determinando la nascita della Grande Polonia. Gran Bretagna: finché Stresemann e Briand rimasero al potere i rapporti tra Germania e Gran Bretagna attraversarono una fase molto buona. Nel 1927 i due paesi stipularono un accordo commerciale importante; nel 1928 strinse un accordo anche con gli USA —> accordo Briand- Kellogg che consisteva in un patto che mettesse fuori legge la guerra come strumento per la soluzione dei conflitti internazionali, ma sia USA che Gran Bretagna rimasero nel loro isolazionismo. Fallimento delle conferenze del disarmo L’articolo 8 della Carta prevedeva che le Nazioni avrebbero dovuto ridurre i loro armamenti al livello più basso, compatibilmente con la sicurezza nazionale. La questione venne divisa in due aspetti: - DISARMO NAVALE: di questo si era già discusso nel 1922 a Washington. Nel 1927 il presidente statunitense Coolidge volle affrontare il problema della riduzione del naviglio militare di stazza intermedia. Si aprì un aspro scontro tra la Francia e l’Italia dal momento che l’Italia accettava di 11 ridurre la flotta solo se il livello non fosse superato da nessun’altra potenza europea mentre la Francia insisteva sull’esigenza di avere due flotte, una per il Pacifico, una per il Mediterraneo. Fatto sta che solo nel 1931 francesi e italiani giunsero a un complicatissimo compromesso. - DISARMO GENERALE: venne istituita una commissione di studio i cui lavori portarono alla convocazione della conferenza di Ginevra nel 1932. la conferenza vide fallire la proposta francese di adoperarsi per una riduzione degli armamenti che sarebbe stata compensata da un sistema di garanzie collettive affidate alla Società delle Nazioni. 
 Il fatto nuovo venne rappresentato dalla proposta del cancelliere tedesco Bruning: si chiedeva che la Germania fosse liberata dai vincoli del trattato di Versailles e che fosse riconosciuto il diritto tedesco di parità in materia di armamenti in cambio di una serie di garanzie unilaterali. Le potenze occidentali non riuscirono a elaborare una posizione comune. 
 Brunimmo si dimise lasciando posto ad un governo di destra, mentre diventava sempre più forte il partito nazionalsocialista. Solo con il Governo Schleicher vennero accettate le richieste tedesche. La decisione arrivò però troppo tardi e favorì l’ascesa al potere di Hitler. • Prima crisi del colonialismo europeo: L’imperialismo europeo degli ultimi decenni del 1800 nasceva dalla volontà di SUBORDINARE territori sempre più vasti alle esigenze produttive del mondo industrializzato: il fine dell’occupazione era dunque quello di accaparrarsi le risorse naturali che scarseggiavano in Europa e di cui invece erano ricchi i territori ad esempio di Africa e Asia, si tratta di un vero e proprio SFRUTTAMENTO. Non ci volle molto prima che le popolazioni colonizzate mettessero in discussione i sistemi di sfruttamento, così iniziarono le RIVOLTE ANTICOLONIALI. Colonialismo britannico: la G.B. nel 1931/32 avviò una ristrutturazione dell’impero coloniale; nel 1932 alla Conferenza di Ottawa creò il sistema delle “preferenze territoriali” cioè un REGIME DOGANALE all’interno del quale manteneva la sua posizione DOMINANTE e la STERLINA era la valuta di scambio nasceva il British Commonwealth of Nations, ossia una comunità di nazioni liberamente associate dalla volontà di accettare un vincolo speciale con la G.B. La diffusione dell’anticolonialismo non turbava i britannici. Colonialismo francese: seguiva una politica di ASSIMILAZIONE Colonialismo italiano: seguiva una politica coloniale NON OMOGENEA alternando processi assimilativi (Eritrea e Libia) a quelli autonomistici (Somalia). Grande depressione e conseguenze politiche internazionali Il 24 ottobre 1929 alla borsa di New York vengono vendute al ribasso 13 milioni di azioni. Il 29 ottobre, martedì nero, vengono vendute altri 16 milioni di azioni. La caduta del prezzo continua per il mese successivo e, dopo un arresto di circa un anno, ricomincia nel 1932. Il crollo della borsa di New York si presenta inizialmente come un evento che riguarda prevalentemente il mercato azionario e che era stato provocato da un eccesso di speculazioni. Ciò portò il Governo federale ad adottare una restrizione creditizia per limitare la crisi. Conseguentemente la caduta borsistica si proiettò sul settore produttivo, determinando la sovrapproduzione di beni non instabili e la caduta dei prezzi dei prodotti agricoli e alimentari. Ci fu un’enorme crescita della disoccupazione. Come la crisi viene importata in Europa? Gli Stati Uniti erano i maggiori creditori dell’Europa, in particolare della Germania (Piano Dawes). L’arresto del flusso di crediti a lungo termine dagli Stati 12 Hitler fu dunque espressione inconscia del tentativo di sottrarre l’Europa al suo destino di decadenza. Fino al 1939 dunque Hitler venne tollerato e aiutato nel suo disegno anche da esponenti che poi divennero simboli della lotta contro la Germania nazista. Questo fu possibile anche grazie all’abilità di Hitler di utilizzare, fino al 1939, le armi della diplomazia per trarre in inganno, sui suoi progetti, gli interlocutori. 1933-1934: l’azione politica di Hitler si concentra sul fronte interno. Egli afferma la sua egemonia sia nel contesto statale che in quello del partito. Questo lo fece dopo essere stato eletto cancelliere nel 1933 facendo votare una legge che gli concedeva pieni poteri, esautorando le competenze del parlamento. Alla morte di Hindenburg si assunse sia le funzioni di presidente sia quelle di cancelliere del Reich, dandosi così il titolo di Fuhrer. Per quanto riguarda il partito, si liberò dei rivali, eliminando Rohm e le SA, il generale Schleicher e altri personaggi minori. Un altro metodo per consolidare il suo potere fu quello di concentrarsi sul risanamento economico della Germania: tramite programmi di investimenti pubblici, la disoccupazione diminuì enormemente e furono fatti grossi investimenti in campo di riarmo. Sul piano internazionale Hitler aveva due obiettivi definiti ma una tattica molto elastica: - primo punto era il riarmo, - riunire alla nazione tutte le popolazioni di lingua tedesca—> Pangermanismo; - costruire una rete di alleanze grazie alla quale far accettare alle altre potenze europee il primato tedesco - distruzione delle popolazioni “non ariane” e quindi slave e sovietiche. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, l’obiettivo era godere della loro NEUTRALITA’ o di un APPOGGIO, in caso contrario l’Europa guidata dalla Germania avrebbe attaccato la Gran Bretagna, sostituendola nel dominio dei mari. Gli USA erano considerati i NEMICI da battere, per il loro ruolo predominante in economia e politica mondiale. Inizialmente la politica tedesca fu caratterizzata da un cauto lavoro di preparazione finalizzato a non destare allarme alcuno. Durante la Conferenza di Ginevra sul disarmo del 1932, Hitler affidò il compito di presentare le proposte tedesche in tema di eguaglianza di diritti al moderato Von Neurath. La posta in gioco era alta: si chiedeva che le potenze abbassassero il loro livello di armamenti, Francia in particolare, al livello stabilito per la Germania. Il rifiuto causò l’uscita dalla Germania dalla SdN e così facendo Hitler si liberava dai vincoli internazionali. La moderazione di Hitler si manifestò riguardo ad Austria e Polonia: 1- Polonia: il 26 gennaio 1934, i due governi strinsero un accordo di non aggressione e indicarono obiettivi politici che i due paesi potevano condividere. Questo consentiva ai tedeschi di non allarmare i vicini orientali. Sullo sfondo di questa intese vi era la percezione di un nemico comune, l’Urss. 2- Austria: i pangermanisti austriaci da tempo accarezzavano l’idea di un’unione con la Germania e, aiutati dai nazionalsocialisti, tentarono di impadronirsi del potere. Infatti il cancellerie tedesco Dollfuss vide in Mussolini un punto di riferimento e doveva lottare contro i pangermanesimi austriaci. Dollfuss fu ucciso e al potere salirono i nazisti. Solo grazie all’intervento italiano e presumibilmente per la volontà di Hitler di non spezzare l’immagine di moderazione che si stava costruendo, il tentativo di unione fu spezzato. 15 Proprio in questo periodo però i paesi europei si impegnarono a discutere modi e mezzi per prevenire le conseguenze del revisionismo hitleriano e su questa linea di mossero italiani, francesi e sovietici, mentre i britannici rimasero in posizione defilata. La questione principale era se esisteva la possibilità di costituire un FRONTE UNICO ANTINAZISTA prima che Hitler mettesse in pratica i suoi progetti. In questo contesto fu determinante la posizione politica dell’ITALIA, dal momento che le scelte internazionali dell’Italia erano collegate direttamente ad alcuni punti critici dell’assetto europeo e in particolare alla questione dell’indipendenza austriaca. Mussolini avvertì il mutamento della situazione europea e riprese il controllo nel 1932 del Ministero degli Esteri, proponendo il PATTO A QUATTRO (1933)che consisteva in un accordo tra Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna che andavano a costituire una sorta di DIRETTORIO il cui compito era la realizzazione di un’effettiva politica di PACE e nel rispettare il principio di parità in materia di ARMAMENTI. Il progetto fu accolto con diffidenza e non venne mai ratificato. La G.B non era molto preoccupata dall’ascesa tedesca e aveva, anzi, considerato il divieto dell’Anschluss un errore e non aveva mai approvato il modo in cui era stata riorganizzata l’Europa centro-orientale. Francesi e Sovietici erano invece fortemente preoccupati dall’ascesa di Hitler.
 Hitler nel 1935 infranse le CLAUSOLE del Trattato di Versailles e reintrodusse la CIRCOSCRIZIONE OBBLIGATORIA—> prima violazione del trattato. In particolare in Francia vigeva una situazione difficile dal momento che nel 1932 iniziò a farsi sentire la crisi economica, accompagnata da instabilità politica tanto che si susseguirono ben 5 governi. Il 1933 fu dunque per la Francia un anno di incertezze. Una svolta si ebbe nel 1934 quando divenne ministro degli esteri Barthou che, consapevole della pericolosità della Germania, creò un sistema di alleanze continentali e fece adottare dal governo un documento che, constatando l’inutilità di una negoziazione con la Germania, avviava una campagna diplomatica finalizzata alla creazione di patti di mutua assistenza e garanzia, progetto che non giunse mai in porto ma che venne conosciuto come Locarno orientale. La soluzione di questo problema era legata alla posizione dell’Urss che già aveva intrapreso una politica preventiva contro la Germania, accordandosi anche con l’Italia. Il successo arrivò nel 1934, con l’ingresso nella società delle Nazioni. Il progetto francese lasciava però aperti due problemi: quello italiano e quello britannico. (gli inglesi non mostrarono nessuna preferenza nei confronti della Francia) - Italia: Mussolini pensò di poter trovare con la Francia un compromesso riguardo alla politica nel Balcani e in Etiopia ma, nell’ottobre 1934, Barthou rimase vittima, insieme ad Alessandro I di Jugoslavia , di un attentato e quindi le trattative si fermarono. 
 Il suo successore Laval continuò in parte il suo lavoro: il fulcro della discussione tra Italia e Francia verteva sul lasciare mano libera all’Italia in Etiopia e sulla difesa dell’indipendenza austriaca che sia Francia che Italia si impegnarono a tutelare (Accordi di Roma tra Mussolini e Laval). La Francia preferì appoggiare, di fronte al pericolo tedesco, il revisionismo extraeuropeo dell’Italia. Intanto Hitler iniziò a mettere in pratica il suo progetto, reintroducendo la coscrizione obbligatoria e aumentando gli armamenti. Di conseguenza Italia, Francia e Gran Bretagna si incontrarono nel 1935 a Stresa per esaminare la decisone di Hitler e decidere come contrastare il revisionismo tedesco. La conclusione però fu di fatto solo la riprovazione per l’iniziativa tedesca senza che venissero presi provvedimenti pratici. 16 In realtà gli accordi di Stresa in potenza avrebbero potuto porre un freno alla politica tedesca ma questo era possibile solo se Francia e Gran Bretagna si fossero impegnate in un’azione convergente quando in realtà si mossero su posizioni molto lontane. La Francia, infatti,nel 1935 stipulò un accordo di reciproca assistenza con l’Urss, impegnandosi a soccorrersi nel caso di un attacco non provocato da uno stato europeo. Alla stipulazione di questo fece seguito la firma di un altro accordo, quello tra Urss e la Cecoslovacchia per mutua assistenza. Gli inglesi, invece, giudicavano più pericoloso il revisionismo italiano di quello tedesco e di conseguenza stipularono con la Germania un accordo navale che di fatto permetteva alla Germania di costruire una flotta sottomarina della dimensione desiderata. il trattato anglo-tedesco apriva una crepa nel “fronte unico” (fronte tra Italia, Francia e G.B. che garantiva la pace europea) : gli inglesi svuotavano di contenuto gli accordi Mussolini-Laval, spingendo così i francesi ad abbandonare le promesse fatte all’Italia, prima che la campagna di Etiopia avesse inizio. Intanto, Hitler, traendo profitto dalle mutate circostanze, aveva compiuto una seconda violazione del trattato di pace: rioccupò militarmente la Renania e edificò una linea difensiva parallela alla linea Maginot sul confine francese. Conquista italiana in Etiopia L’aggressione italiana all’Etiopia, iniziata nell’ottobre 1935, fu l’ultima guerra coloniale scatenata da una potenza europea per conquistare un impero. La guerra aveva la funzione, più che procurare vantaggi economici all’Italia, di rafforzare l’immagine mediatica di Mussolini e del Fascismo. Nel contesto europeo però, l’aggressione italiana all’Etiopia scatenò la reazione della SdN che sanzionò economicamente l’Italia. La decisione scatenò ondate di nazionalismo all’interno del paese che permise ancora una volta a Mussolini di rafforzare la sua posizione con l’appoggio delle masse popolari. In realtà, Francia e Inghilterra stavano formulando, a proposito della questione, un progetto di compromesso che avrebbe permesso all’Italia di ottenere gran parte dei territori etiopi, nonostante fosse stata proprio l’Italia a dare inizio alle ostilità: trapelato, il progetto venne reputato scandaloso e il ministro inglese fu costretto alle dimissioni, comportando la caduta del progetto. Gli italiani intanto dovettero irrobustire il loro impegno militare. Il 5 maggio 1936 venne conquistata Addis Abeba e l’Etiopia venne proclamata italiana, anche se la conquista della capitale non significò immediatamente una vittoria definitiva. In Europa Mussolini doveva anche affrontare i cambiamenti della situazione diplomatica e politica: caduto il progetto franco-inglese sull’Etiopia, Mussolini aprì le trattative con la Germania facendo intendere che la penetrazione tedesca in Austria non era per l’Italia un problema. Lo sgretolamento del fronte di Stresa lasciò spazio ai progetti tedeschi. Anche nel Mediterraneo la situazione dopo il 1936 era mutata rapidamente: il tentativo di attuare il progetto di national home per gli ebrei produssero una forte contrapposizione tra arabi e inglesi che si estesero anche in Egitto. Il cambiamento più vistoso avvenne in Spagna. Guerra civile in Spagna La Spagna si avvia ad affrontare difficoltà simili a quelle vissute dall’Italia e cioè la trasformazione da paese agricolo a paese industrializzato. Questo processo di industrializzazione si sviluppò di pari passo con aspri scontri in campo politico e sociale. In Spagna il governo era retto dalla dittatura di Primo de Rivera che rappresentava i ceti conservatori e il mondo militare. 17 Il 25 settembre Varsavia cade nelle mani tedesche mentre, a oriente, anche i sovietici iniziano la penetrazione del territorio polacco come stabilito nel patto con la Germania. La Polonia cessa di esistere. La rapidità dell’aggressione impedì qualsiasi iniziativa anglo-francese e questo spinse Hitler a credere che fosse di nuovo possibile la strada verso un compromesso, presentando l’aggressione alla Polonia come la riparazione di un torto cui la Germania era stata sottoposta. La proposta di Hitler era la modifica della situazione dell’Europa centro-orientale con la costituzione di una Polonia più piccola e remissiva e di una coalizione antisovietica. Le proposte furono respinte da Gran Bretagna e Francia. Il 9 aprile la Germania invade Danimarca e Norvegia, per poi violare la neutralità di Belgio e Olanda. Aggirando la linea di fortificazioni Maginot, le truppe tedesche entrano in Francia sbaragliando i francesi e il 14 giugno entrarono a Parigi, costringendo il maresciallo Petain a firmare l’armistizio il 22 giugno. la Francia settentrionale venne dunque occupata dai tedeschi mentre quella meridionale, retta dal governo collaborazionista del maresciallo Petain, con sede a Vichy, rimase sotto il controllo dell’esercito francese ridotto a 120.000 uomini. La clamorosa vittoria tedesca in Francia, persuase Mussolini ad entrare in guerra accanto alla Germania, nella convinzione che il conflitto si sarebbe risolto in breve tempo. Il 10 giugno 1940 l’Italia dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Il conflitto si estende così alle colonie italiane e alla penisola balcanica. Mussolini invase il territorio francese e il governo di Petain, già piegato dai tedeschi, si affrettò a firmare l’armistizio con l’Italia. La guerra cessava di essere combattuta nell’Europa occidentale e il confronto si spostò nel Balcani, mentre gli stati revisionisti, forti dell’appoggio tedesco, avanzavano le loro proposte. La vittima principale fu la Romania che dovette cedere la Bessarabia all’Urss, la Dobrugia alla Bulgaria e metà Transilvania all’Ungheria. Mussolini, intanto volle aprire un nuovo fronte in Grecia, che mise subito in luce la fragilità della preparazione militare italiana. I greci resistettero e contrattaccarono, costringendo l’Italia a richiedere aiuto alle truppe tedesche ed ungheresi, che imposero il loro armistizio e occuparono l’isola di Creta. Tutta l’Europa era in mani tedesche, fatta eccezione della Gran Bretagna di Churchill. Nel luglio 1940, dinanzi alle reazioni americane dopo il crollo della Francia e rispetto al pericolo incombente sulla Gran Bretagna, Hitler si persuase che il vero nemico da combattere erano gli USA, ma che essi non sarebbero entrati in guerra prima del 42. L’atteggiamento americano, a sua volta, dipendeva dalle mosse giapponesi. Obiettivo finale di Hitler era quello di un sistema mondiale dominato dalla Germania, dal Giappone e in subordine dall’Italia. Su queste linee infatti si orientò il Patto Tripartito che venne stipulato dai tre paesi il 27 settembre 1940. Capitolo IV. La guerra globale e la genesi del sistema occidentale 1941-1947 Fino al 1941 la Germania dominò la scena europea ma, a partire da quell’anno, non fu più il motore della trasformazione, diventando l’oggetto della politica altrui. Il 1941 può essere dunque assunto come anno in cui il progetto di creare una forza autarchica europea capace di sollevare il continente dalla decadenza mostrò la sua debolezza interna: solo se Germania e Gran Bretagna si fossero alleate il progetto avrebbe avuto possibilità di successo. La Gran Bretagna invece preferì adottare una politica estera di alleanza con gli Stati Uniti, ponendo le basi per la sconfitta dei tedeschi. Scelta, quella britannica, non priva di conseguenze a lungo termine dato che gli inglesi erano ben consci che alla fine vi sarebbe stata una resa dei conti tra la piazza di New York e quella di Londra. 20 Nel 1935 il Congresso americano, davanti alle avvisaglie della crisi europea, approvò degli atti di neutralità che proibivano agli Stati Uniti di rifornire militarmente o finanziariamente i paesi belligeranti. Atteggiamento che subì un cambiamento radicale nel 1938, dato che gli USA si resero conto che le potenze europee, per affrontare la Germania hitleriana, avevano bisogno del loro sostegno economico e finanziario, oltre che materiale. In questo contesto si inserì la legge “affitti e prestiti” che reinserì in toto gli Stati Uniti nel panorama politico ed economico europeo. Questa legge prevedeva, in poche parole, che il governo americano fosse autorizzato a vendere, affittare e prestare, a determinate condizioni, armi e generi alimentari a quei paesi la cui tutela fosse ritenuta vitale per gli Stati Uniti. Gli aiuti furono inizialmente diretti prevalentemente verso la Gran Bretagna per poi essere estesi, con l’inizio dell’operazione Barbarossa del 1941, anche all’URSS. - operazione Barbarossa: 1942, la Germania attacca l’URSS in tre direzioni: verso Leningrado, verso Mosca e verso l’Ucraina. La Russia resistette ma fu una resistenza debole dovuta all’assenza di Stalin a Mosca. Di conseguenza l’URSS si avvicina agli Stati Uniti e alla G.B.; Stalin trasforma l’armata rossa in un grande esercito di liberazione e la Germania si ritirò. Gli Stati Uniti erano ben consci che il primo nemico da sconfiggere, quello più pericoloso, era la Germania e mantennero questa linea politica anche quando furono coinvolti nella guerra del pacifico con il Giappone. Sempre nello stesso periodo venne istituito un comitato consultivo su proposta del segretario di stato Hull che aveva come scopo quello di discutere i problemi che si sarebbero dovuti affrontare quando, una volta sconfitta la Triplice, la responsabilità di riorganizzare la vita internazionale sarebbe ricaduta interamente sotto l’ala statunitense. Proprio in questo contesto nacque l’idea della creazione di un’organizzazione che avrebbe dovuto sostituire la Società delle Nazioni che ormai era evidentemente incapace di far fronte ai compiti che le erano stati affidati. Si pensò anche alla creazione di un sistema monetario e commerciale internazionale che rendesse impossibile il ripetersi di crisi come quelle subite dall’economia e dai paesi durante il periodo intercorso tra le due guerre. Questo progetto non fu mai portato a termine e si arrivò solo a una sua costituzione parziale con la creazione di un’organizzazione dagli scopi più limitati, il Gatt, che entrò in attività dopo la fine della guerra. Inglesi e americani crearono il Fondo Monetario Internazionale in modo tale da porre sotto un controllo la liquidità monetaria tramite la creazione di un sistema di scambi fissi. La volontà di creazione di questi tre organismi esprimevano la volontà di organizzare il mondo, una volta terminato il conflitto, secondo formule basate sulla cooperazione delle potenze della coalizione anti- nazista, con netta preminenza degli Stati Uniti. Su impulso delle proposte di Churchill e avvantaggiati dalla crisi monetaria e politica che aveva investito la penisola italiana, gli alleati optarono per una controffensiva nel Mediterraneo che venne sviluppata su due linee: 1- controffensiva britannica in Egitto che portò le forze italo-tedesche a ritirarsi, lasciando Egitto e Libia (dopo la battaglia di El-Alamein) , in Tunisia. 2- operazione Torch che prevedeva lo sbarco di truppe angloamericane e di contingenti francesi ostili al governo di Vichy, guidate da De Gaulle, in Nord Africa. Da quel momento, dopo aver sfondato sul fronte nordafricano, agli alleati si apriva la strada per l’invasione dell’Italia che, sempre su proposta di Churchill e avallata da Roosevelt, avvenne nel 1943 con lo sbarco in Sicilia e con la vittoria alleata che portò alla firma da parte del Re e del 21 generale Badoglio dell’armistizio, l’8 settembre 1943. Armistizio che provocò un subitaneo cambiamento di fronte e la caduta del Fascismo che per 600 giorni tenne la sua ultima roccaforte nella Repubblica sociale italiana, prima della caduta definitiva. Nel giugno 1944 ebbe il via l’operazione Overlord che consistette nello sbarco in Normandia da parte delle truppe angloamericane. La Francia venne liberata in poche settimane mentre, nello stesso tempo, le forze sovietiche sfondavano le linee tedesche sul fronte orientale, avanzando fino a Berlino. La Germania, prostrata dalla Guerra, si trovò dunque a combattere su due fronti, sotto i continui e disastrosi bombardamenti alleati, fino alla resa. Ancora una volta, a conclusione del conflitto, si pose il problema della questione tedesca: Conferenza di Potsdam: si decise che la Germania doveva essere divisa in quattro zone di influenza sotto il controllo rispettivamente di Gran Bretagna, Usa, Francia e URSS, le quali avrebbero dovuto amministrare tenendo conto delle necessità vitali del popolo tedesco e che il governo economico sarebbe stato unico. Altro aspetto fu quello delle riparazioni: gli angloamericani optarono, memori anche dei disastri ottenuti dopo la prima guerra mondiale con la questione tedesca, per una vita politica democratica mentre la Russia procedette alla confisca dei mezzi di produzione e allo stravolgimento del sistema economico della zona sottoposta alla sua giurisdizione. Rimase dunque solo sulla carta l’idea che la Germania potesse essere amministrata come entità unica. Altro punto fondamentale fu: - Nascita del bipolarismo: il baricentro della potenza mondiale si spostava dall’Europa agli Stati Uniti che si presentavano come, ed effettivamente forse erano, l’unica forza in grado di salvaguardare l’Europa dai rischi economici e politici che la minacciavano.
 Accanto agli Usa emerse come altra grande potenza mondiale l’URSS, contrapposta ai primi non solo politicamente ma anche come modello economico ed ideologico. CONFERENZE FONDAMENTALI 1- Carta atlantica: il 14 agosto 1941, al largo di Terranova, si incontrarono Roosevelt e Churchill che firmarono la cosiddetta Carta Atlantica, un documento di otto punti in cui veniva sancita: - condanna dei regimi fascisti - linee di un nuovo ordine democratico - rispetto dei principi di autodeterminazione dei popoli e di sovranità popolare - rispetto della libertà di commercio e dei mari - necessità di una collaborazione internazionale - rinuncia all’uso della forza come mezzo di risoluzione delle controversie tra stati La Carta atlantica costituisce il primo passo che porterà alla nascita dell’ONU 2- Conferenza di Washington: il 1 gennaio 1942 si tenta una conferenza in cui si riunirono le 26 nazioni in guerra contro l’Asse. Esse sottoscrissero la Dichiarazione delle Nazioni Uniti che si proponeva non solo come una condanna delle potenze dell’Asse, ma anche come un elenco di principi, già espressi nella Carta atlantica, che le nazioni si impegnavano a rispettare una volta terminato il conflitto. Inoltre le nazioni si impegnavano a non concludere armistizi o paci separate. 3- Conferenza di Mosca: la conferenza si tenne nell’ottobre 1943 tra Molotov, Eden e Hull per discutere temi generali e per fare il punto sulla situazione italiana. 22
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