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Espansione Vichinga e Formazione di Stati Moderni in Danimarca, Norvegia e Svezia - Prof. , Sintesi del corso di Storia

L'espansione delle popolazioni vichinghe verso aree più vaste, dalla penisola scandinava a islanda, groenlandia, stati russo, mediterraneo e finlandia. Viene inoltre discusso il sistema linguistico e i confini territoriali cambiati nel corso del tempo, dalla danimarca estesa a svezia, alla finlandia entrata a far parte del regno di svezia e alla norvegia che diventa una provincia del territorio danese. Il documento tratta anche della formazione di stati moderni in danimarca, norvegia e svezia, con la salita al trono di cristiano iii in danimarca, la secessione della svezia dall'unione di kalmar e la creazione di un potere indipendente guidato da gustav vasa.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 16/01/2024

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Scarica Espansione Vichinga e Formazione di Stati Moderni in Danimarca, Norvegia e Svezia - Prof. e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA DELLE CULTURE SCANDINAVE Nord e Scandinavia sono, alcune volte, utilizzati come sinonimi, nonostante, nello specifico, bisogna puntualizzare: • la Scandinavia, dal punto di vista geografico, è una penisola che è corsa da nord a sud dalle Alpi Scandinave. Indubbiamente, però, vi è da aggiungere anche la Danimarca dal punto di vista storico-culturale-linguistico → il mare, prima di essere un confine, era un collegamento: l’epoca vichinga sfrutta proprio questo collegamento per le sue espansioni e lo sviluppo del suo commercio. Danimarca – Norvegia – Svezia Tuttavia, l’epoca vichinga ci racconta anche di una grandissima espansione delle popolazioni verso un’area molto più vasta che, a partire dal 700 d.C, le popolazioni della penisola scandinava (vichinghi) a colonizzare sia verso ovest (Islanda, Groenlandia, isole britanniche) e anche verso sud-est (nuclei di Stato russo, Mediterraneo) • il Nord è tutta quell’area interessata dall’espansione dell’epoca vichinga → Finlandia, Islanda, Isole Fær Øer, Groenladia Questo si riflette anche in un sistema linguistico: è pratico distinguere le lingue germaniche da quelle germanico settentrionali o scandinave (norreno, inglese old norse, islandese, faroese, norvegese, danese, svedese). Inoltre, altre lingue nordiche non germaniche sono il finlandese, le lingue sami e le lingue groenlandesi. Gli storici ipotizzano un proto-nordico, una sorta di lingua unitaria, che si distingue dai primi secoli d.C. fino all’epoca vichinga, che va dal IX sec. all’XI. Si distinguono, quindi, tracce di differenziazione: da una parte il norreno (Norvegia e Islanda) e, dall’altra, la nascita dello svedese antico e del danese medievale. L’alfabeto usato fino alla cristianizzazione è l’alfabeto runico e anche quando il cristianesimo viene introdotto ci vuole quasi un secolo prima che si comincino a produrre testi con carattere latino. La più importante personalità scandinava del medioevo letterario fu Snorri, il quale affermava che al di fuori della Scandinavia i non scandinavi chiamavano la loro lingua, unitariamente, danese. Probabilmente, dalla prospettiva della Germania e della Francia, la lingua danese era la definizione più vicina → agli europei sembrava che stessero parlando tutti la stessa lingua, anche perché, soprattutto tra ‘200 e ‘300, c’era una forte mutua comprensione tra le lingue. Ci fu una lenta e graduale differenziazione linguistica, acuita dalla tradizione scritta e letteraria che va ad affermare la nascita delle 5 lingue moderne: • danese medievale • svedese antico • islandese • norvegese → bokmål/nynorsk • faroese Anche a livello di simboli nazionali/bandiere andiamo a riconoscere 5 Stati sovrani (la croce, ricorrente simbolo delle bandiere, sta a indicare che i nuclei nazionali del Medioevo cristiano sono sotto l’egida della Chiesa con un’alleanza tra vescovo e regno). La bandiera è un simbolo forte, tant’è che anche gli stati autonomi ma non sovrani ne hanno una (isole Fær Øer, Groenlandia, Isole Åland). Inoltre, attenzione va posta al discorso della bandiera della terra dei Sami: il loro territorio, un tempo molto esteso verso il sud della penisola scandinava, inizia a ritrarsi via via con lo sviluppo dello stato moderno, che ha portato allo stanziamento dei Sami solo nel territorio della calotta polare (nonostante il loro territorio si estenda su 4 Stati: Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia). Il loro è un territorio sovranazionale, quindi, anche per via delle loro attività di allevamento di renne e transumanza che, per forza di cose, non può rispettare i confini nazionali. I confini attuali dei territori scandinavi non è sempre stato quello che appare adesso: • la Danimarca era molto più estesa rispetto ai confini attuali e gran parte di essa verrà poi presa dalla Svezia nel 1600 con lo stormakt, periodo in cui la Svezia conquista molte terre • lo Stato medievale ancora non ha conquistato tutto il territorio nordico ma con ‘600 e ‘700 si arriva sempre più a conquistare nuovi territori • la Finlandia e le sue coste entrano a far parte nel regno di Svezia da metà del ‘100 → crociate con cui il regno svedese conquista la Finlandia • il regno di Norvegia arrivava più verso est rispetto al confine attuale → l’ultimo confine cambia con la fine della 1GM: nel ‘21, siccome la Germania aveva conquistato territori in Danimarca con Bismarck, viene fatto un referendum (perché è una zona di contatto linguistico e bilinguismo) e dove vince l’adesione alla Danimarca, il territorio torna alla Danimarca, dove vince l’adesione alla Germania, il territorio rimane in terra tedesca. [Convenzionalmente, in Scandinavia, il Medioevo è quando finisce l’epoca vichinga e inizia la cristianizzazione, fino alla riforma luterana (medeltid, 5 secoli circa).] epoca vichinga Le popolazioni scandinave preesistenti sul territorio vedono un periodo di forte crescita grazie a uno sviluppo tecnologico legato alle barche, chiamate knörr, che non erano sempre e necessariamente enormi, ma spesso erano navi di modeste dimensioni, velocissime e resistenti. Questo sviluppo porta a una forte espansione della comunità verso i territori nordici. Le sedi arcivescovili vengono edificate circa un secolo più tardi, dal 1100 in poi, e da questo momento in avanti si può parlare di una Chiesa territoriale. In Danimarca il regno medievale si forma grazie all’alleanza con il potere dell’arcivescovo, tra potere politico e religioso. La Danimarca costituisce questa prima grande dinastia che parte dai Valdemar. Re Valdemar I si allea con il vescovo Absalon e fondano Copenaghen, a cui Roskilde cede l’incarico di capitale. Lo stato danese risulta essere molto potente anche per le sue conquiste (i territori danesi si spingevano fino al nord dell’attuale Polonia e anche in Estonia). Il potere economico è un potere mercantile e per molti secoli tutto il territorio baltico viene conteso con il principale rivale, la Svezia. Il regno di Norvegia ha una continuità da Araldo Bellachioma in poi, fino a tutto il medioevo (‘300) → 5 secoli di regno prima vichingo, poi medievale. Ci fu un apice con Håkon Håkonsson che instaura un lungo regno nel corso del 1200 e, grazie a lui, fiorisce la cultura di corte e la letteratura cavalleresca europea viene tradotta e rielaborata in fonti norrene. Infine, nella Svezia del medioevo ci sono due importanti nuclei: • Svear → territorio autonomo di una popolazione di origine pre-vichinga • Götar Il regno di Svezia si sviluppa con la conquista e la fusione da parte di Svear con quello che era Götar. Quando si parla di regno medievale, la dinastia importante è quella dei Folklungar (1250-1350). A metà del ‘200 si fonda Stoccolma e dallo stesso anno parte la crociata per la conquista della Finlandia e dell’isola di Gotland (essendo in una posizione molto strategica, era molto ambita). La società inizia a farsi sempre più complessa (feudalismo, le città crescono, si forma la classe borghese) e questo porta alla fissazione delle leggi. Tra i primi documenti in volgare in danese, svedese e norvegese vi sono i corpi di leggi → prima leggi regionali e poi quelle nazionali Anche qui si vede volentieri una traccia antica della civiltà nordica: i paesi nordici oggi, basati sul senso dello Stato e sul rispetto della legge, sono l’evoluzione dello stesso sviluppo del senso di legge che ha caratterizzato questi Stati nel corso dei secoli → med lov skal land bygges, incisione in danese sul palazzo di giustizia La Scandinavia feudale è caratterizzata da una forte alleanza tra corona e chiesa, molto più gerarchica e diversificata di quello che era la società vichinga. Il re c’è e la sua figura è sempre più forte, sempre più assoluta, ma deve condividere il potere con un consiglio (råd), formato dai nobili e dall’alto clero, da un vasto ceto contadino (dai proprietari ai servi della gleba). Si forma anche un ceto urbano di commercianti e artigiani. In tutto questo, il ting non scompare: la memoria di queste antiche assemblee perde del potere ma forme assembleari continuano in città. Una disgrazia che colpì tutta l’Europa va menzionata: la peste, svartedauden, che piegò la Scandinavia e fu così impattante che la popolazione della Norvegia dimezzò. Dove Danimarca e Svezia continuavano a rimanere forti e centrate sulla figura del re e dell’organizzazione, la Norvegia inizia a cadere, anche per altri fattori: il potere feudale si basava su grandi coltivazioni e la Norvegia non ha grandi pianure per sviluppare la coltivazione; questo fa sì che la nobiltà norvegese fosse di piccole dimensioni e anche questo fece sì che il regno si sfaldò. Dopo una serie di matrimoni e dinastie, la Norvegia entra sotto la dipendenza prima della Svezia e poi, sempre più, della Danimarca. Lega anseatica → associazione di città di mare e, quindi, della loro rete commerciale. Due città avevano in mano tutto, Amburgo e Lubecca. Nasce attorno al 1100/1200, ma raggiunge l’apice anche in epoca moderna, 1500/1600. Tutta l’economia della regione nordeuropea è nelle mani di questi commercianti di Amburgo e Lubecca: sono loro a prendere dal nord Europa le materie prime e a loro esportano i manufatti, diventando un fattore di primaria importanza nella crescita delle città del nord; Visby è la prima e più importante e poi subentrano Stoccolma, Copenaghen, Oslo, Bergen e molte altre città. Oltre il grosso impulso all’economia, la lega anseatica ha anche una grande importanza storico- linguistica ed è qui che si crea il grande bivio tra le lingue insulari (islandese) e quelle continentali; queste ultime, infatti, ricevono talmente tanta influenza tedesca che il 50% della grammatica di svedese, danese e norvegese entra dal basso tedesco parlato nel nord della Germania (le città svedesi erano addirittura bilingue e avevano anche 2 sindaci) Questo, a un certo punto, significò un problema di rappresentanza politica: se tutta l’economia era in mano alla Germania, che tipo di potere avevano gli Stati scandinavi? Questo è il problema politico che, nel tardo ‘300, eredita la Regina Margherita di Danimarca. La regina riesce nell’impresa, unica nella storia del nord, a costruire un unico regno che comprende tutto il nord: nel 1397 inizia l’Unione di Kalmar. Questa Unione termina nel 1523, anno in cui la Svezia riesce a uscire e a fondarsi come monarchia moderna. Le ribellioni anti-danesi in Svezia che caratterizzano tutto il ‘400, perché è qui che si fonda la tradizione del Riksdag. La Svezia ha un sottosuolo ricchissimo di minerali (risorsa preziosissima non solo oggi, ma anche al tempo) e gli scambi con l’Europa di questi avvenivano già nel medioevo. Gli svedesi vedevano di cattivo occhio questa unione che tendeva a recidere i forti legami con la lega anseatica e un certo Engelbrekt Engelbrektsson fa delle sollevazioni molto vaste che mettono un po’ a rischio l’Unione di Kalmar. Nell’ambito di queste rivolte, Engelbrektsson chiama a raccolta i rappresentanti del regno (Riksdag = giornata/incontro del regno: stati generali), questi “4 stati”, nobiltà, clero, borghesi e contadini ai quali si appella per sollevare la questione sulle sorti della Svezia. L’ultima fase dell’Unione di Kalmar è abbastanza cruenta tra il centro (potere danese) e soprattutto la Svezia, ma anche molti centri di potere sono in conflitto l’uno con l’altro. Un fatto economico importante del 1429 è l’inizio del dazio danese verso le navi che erano nel Mar Baltico → fonte economica molto importante (in quel momento la Danimarca aveva entrambe le sponde). Inoltre, vengono fondate, nel tardo ‘400, le prime due università, ad Uppsala e Copenaghen. La svolta è quando la Svezia decide di uscire dall’Unione di Kalmar (1520/23), sottraendosi dal potere danese e creando un potere indipendente; ciò avviene grazie alla figura di un condottiero di nome Gustav Vasa. In Danimarca inizia questo processo di formazione di Stato moderno, periodo caratterizzato da instabilità e guerre civili, con la salita al trono di Cristiano III. Queste due figure sono re che fondano lo Stato moderno, introducendo il luteranesimo come Chiesta di Stato. In tutto questo periodo di lotte e cambiamenti politici e amministrativi, nel momento in cui la Svezia esce dall’Unione di Kalmar, la Norvegia diventa a tutti gli effetti una provincia del territorio danese, perdendo qualsiasi prerogativa di autonomia (1536). Un altro avvenimento importante fu la Strage di Stoccolma (Stockholms blodbad), ordinata dal re danese Cristiano II verso i nobili svedesi, attuata come vendetta per l’uscita dall’alleanza. Riesce a sfuggire da questa strage Gustav Vasa che, tramite la rivalsa dal Dalarna, riesce a riunire la Nazione ritornando verso Stoccolma e diventando re di Svezia. DALLA RIFORMA AI LUMI Le famosi Tesi di Lutero erano una sorta di revisione dell’operato della Chiesa, in particolar modo della sua corruzione. Non si tratta solamente una condanna morale, ma accusa anche la dottrina di base di essere sbagliata perché la Chiesa si era posta come mezzo di mediazione tra uomo e Dio e ciò non doveva avvenire: l’uomo non si salva per le opere che fa ma solamente per la sua fede e la sua grazia divina. Allo stesso modo la confessione non è più un sacramento ma rimane, comunque, come forma di dialogo; l’autoesame è la via da scegliere, che non assolve completamente ma che, in ogni caso, pone in un dialogo con il sacro. Inoltre, i testi non potevano essere scritti unicamente in latino, perché avrebbe perso tutte le persone che le lingue volgari avrebbero potuto raggiungere. La Chiesa cattolica romana era un fulcro di potere, con latifondi, immobili, ricchezze e un potere politico (i vescovi erano tra gli attori che, assieme ai nobili, prendevano decisioni al governo). Il luteranesimo, dunque, voleva togliere il potere politico e le ricchezze dalla Chiesa, e venne introdotto come religione di Stato in Svezia e Danimarca. Il luteranesimo arrivò in Scandinavia attraverso varie vie: contatti tra Scandinavia meridionale e Germania settentrionale, commercianti, studenti, predicatori → le idee di Lutero sulla traduzione fanno sì che, inizialmente, si traducesse in tedesco prima il Nuovo Testamento e, poi, la Bibbia. La cosa stupefacente fu come le versioni in svedese e danese furono quasi immediatamente successive rispetto alla traduzione in tedesco, il che denota non solo uno spiccato interesse per la traduzione dei testi religiosi ma anche un aumento dell’alfabetizzazione. Sono situazioni che si sviluppano quasi in parallelo quelle della Danimarca e della Svezia, che necessitano di un’intera équipe di lavoratori a occuparsi della traduzione. Al contrario, anche se nel corso del ‘500/’600 la Bibbia viene tradotta anche nelle altre lingue dei due Regni (islandese e finlandese), la Norvegia non avrà una propria Bibbia per il semplice motivo che non esisteva più la lingua norvegese: il norreno si è perso, il danese è diventata la lingua della Chiesa e dell’amministrazione, esistono dei dialetti norvegesi ma sono trasmessi oralmente e non sono scritti → la Norvegia adotta la Bibbia danese. Gustav Vasa fu un grande organizzatore, credeva molto nell’amministrazione efficiente e funzionale e spingeva per la creazione di un esercito nazionale. Anche se era piuttosto disinteressato alla cultura, cosa insolita vista la tendenza al mecenatismo del tempo, era piuttosto abile nella comunicazione: scriveva molte lettere in svedese ai fedeli, che si diffondevano capillarmente grazie alla predica nelle Chiese → la Chiesa ha, quindi, anche un ruolo di consenso politico e di consolidamento dell’identità nazionale dello Stato. Non esitò a sopprimere nel sangue diverse rivolte e dalla sua figura in poi la monarchia diventò ereditaria. Oltre alla perdita della lingua, la Norvegia perde anche il suo Råd perché Cristiano III decide di eliminare l’ultimo residuo di autonomia nazionale → diventa una provincia danese a tutti gli effetti. Lo stesso vale per Islanda, Isole Faer Øer e la Groenlandia. Sia Svezia che Danimarca si concentrano sull’organizzazione e sulla stabilità interna ma c’è una grossa differenza: in Svezia il Riksdag inizia a funzionare come un’istituzione riconosciuta, ufficiale → quando Gustav Vasa deve prendere delle decisioni importanti, convoca il Riksdag e i 4 Stati (clero, nobiltà, borghesia e contadini). Diversamente, in Danimarca, questa istituzione ha un ruolo quasi nominale e il ceto dei contadini è più debole e sottomesso rispetto alla Svezia (in Svezia esisteva un forte strato di contadini ricchi e in Danimarca era più alto il numero di braccianti e mezzadri). Una grande premessa della rivoluzione industriale fu la razionalizzazione, modernizzazione e meccanizzazione delle campagne che venne rivolta al profitto e non più al singolo contadino. Questo processo di rivoluzione agricola portò all’espulsione della forza lavoro dalla campagna e portandola nelle fabbriche cittadine. Questo processo di razionalizzazione delle culture e dell’organizzazione dei campi avviene anche in Scandinavia nel corso del ‘700 → storskifte, grande cambiamento. Dove prima esistevano i paesi, essi vengono distrutti e rivisti come terreni da poter sfruttare per il processo di industrializzazione agricola. In questo processo va anche considerato un ulteriore processo di lenta ma costante emancipazione della classe contadina e la vicenda della classe contadina danese è interessante perché si passa da una condizione di servitù della gleba all’abolizione di essa. In Norvegia vi è una grande crescita interna (grazie alle enormi risorse naturali di cui dispone) e alla crescita, già nel ‘700, di una classe borghese mercantile che sarà la premessa per la costruzione di una nascente identità nazionale caratteristica dell’800. Un’ulteriore fase politica in Svezia nasce nel 1772 dal nome di epoca gustaviana, nome che deriva dal re Gustavo III, di formazione francese. Stanco del caos e della corruzione che dominavano nel parlamento svedese, nel 1772, con un colpo di stato, prende il potere e introduce, di nuovo l’assolutismo ma che, in questo contesto, è un assolutismo fortemente improntato agli ideali illuministi. Esprime un giudizio fortemente negativo sul frihetstid, giustificando la sua presa di potere, ma mostrando una continuità con questo progressismo settecentesco perché continua la politica di riforme e, siccome era molto interessato all’arte e alla letteratura, era un importante mecenate. È un periodo nel quale la Svezia non riesce a evitare gli scontri contro la Russia, cercando in più occasioni di difendere il territorio. Importanti istituzioni vennero fondate in epoca gustaviana ma la più importante è l’Accademia Svedese, con lo scopo, un po’ sul modello delle accademie francesi, di promuovere la lingua e la cultura svedese. Un’altra importante istituzione fu quella del Teatro Drammatico e Teatro dell’Opera, fondamentali per questa opinione pubblica che stava formandosi. Però, era un re che in tutto il suo ventennio di governo era sempre in forte conflitto con i nobili, i quali si sentivano limitati dal governo assoluto di Gustavo III; questo porta a un complotto interno e la successiva uccisione del re nel 1792 al Teatro dell’Opera. 800 Concluse le guerre napoleoniche, inizia un lungo periodo di pace e di progresso che coincide con l’ascesa della classe borghese, la quale richiede uno spazio politico di rappresentanza che prima non aveva. Nella ridefinizione geopolitica del Nord nascono due nuove entità nazionali e autonome: Norvegia e Finlandia → premesse per un risveglio di Islanda e Isole Faer Øer. Il Regno di Danimarca non poteva fare i suoi commerci durante le guerre napoleoniche → tanto dipendeva dalla dipendenza del blocco navale causato da Francia e GB. La Danimarca rompe questo blocco, innescando un conflitto con l’Inghilterra, la quale distrugge la capitale danese tramite bombardamenti. La Danimarca, tramite gli accordi di pace di fine guerra, dopo essersi schierata a fianco della Francia, risulta nella lista dei perdenti → perdita della Norvegia e fine della sottomissione durata circa 4 secoli. Meno direttamente legata all’epopea napoleonica, la Russia riesce a ottenere la Finlandia dalla Svezia, acquisendo una sorta di statuto autonomo dal nome di Gran Ducato di Finlandia. I due grandi regni che per secoli hanno dominato l’area perdono grandi pezzi dei loro territori, mandando in crisi le due potenze. In questo contesto, l’emergente classe borghese norvegese, fatta da imprenditori, classe mercantile e funzionari, si riunisce ed elaborano a una Costituzione norvegese (17 maggio 1814). Nel scriverla, si pensa ancora di poter avere uno Stato indipendente e sovrano → così non avviene del tutto: per compensare la Svezia della perdita della Finlandia, ci si inventa un nuovo regno, unendo Norvegia e Svezia e creando, così, due entità statali autonome unite sotto un unico re, svedese. La Costituzione svedese, regeringsform, è del 1809 e si crea in un’epoca abbastanza incerta dove ci sono state le guerre napoleoniche, si è persa la Finlandia, non si capisce chi sarà il nuovo re ma si promulga questa nuova Costituzione scritta che accoglie il principio di Montesquieu di suddividere i 3 poteri: cosa deve fare il re (potere esecutivo), cosa deve fare il Parlamento (potere legislativo) e cosa devono fare i giudici (potere giudiziario). Questa è la Carta Fondamentale dal 1809 fino al 1974, anno in cui verrà creata una Costituzione più moderna. In quanto prima Costituzione, è il primo contenitore che permette il passaggio della Svezia da un regno monarchico assoluto a uno Stato democratico. In questi primi decenni, fino agli anni ‘40, il re ha ancora un grande potere di decisione, non ricopre affatto una figura simbolica: è lui a capo del governo, sceglie i ministri, il Parlamento c’è ma non ha un potere di controllo su quello che fa il Governo → si riunisce ogni 5 anni e poi ogni 3, quindi non c’è la possibilità di controllare il governo. Dal punto di vista del potere giudiziario c’è un’importante invenzione in questa Costituzione ed è quello che in italiano si chiama il difensore civico (ombudsman, colui che se ci sono situazioni di ingiustizia e di sopruso da parte dell’amministrazione, il difensore civico difende il cittadino nei confronti dell’amministrazione). Il limite più grosso di questa Costituzione viene dalla lunga tradizione che aveva il riksdag in Svezia: già dal ‘400 i 4 Stati funzionavano in sincrono (i nobili votano per i nobili, il clero per il clero, i borghesi per i borghesi, i contadini per i contadini) → il suffragio è molto limitato anche per motivi di reddito (vota il 20% degli uomini). L’abolizione dei 4 Stati avviene nel 1866/67, introducendo il bicameralismo parlamentare con la Första kammaren e la Andra kammaren, ma il sistema di votazione non viene cambiato. La Costituzione norvegese del 1814 è già più avanzata: similmente a quella svedese divide e determina i 3 poteri ma il suffragio è già più allargato perché possono votare tutti i contadini proprietari, anche piccoli. È anche più agile e più moderno il nuovo Parlamento monocamerale di nome storting, grande assemblea. Si crea, però, una sorta di conflitto di potere perché il re era svedese, con il governo, e Stoccolma governava anche tutta la politica estera, compreso il commercio estero → la Norvegia, con tutti i suoi introiti economici mercantili non vedeva di buon occhio il fatto che le decisioni fossero nel potere esecutivo che, alla fine, era Stoccolma. La crisi tra il potere legislativo storting e il potere esecutivo fa eco anche tra le due Nazioni → germi di un conflitto che si svilupperà sempre più nel corso dei decenni, senza mai, fortunatamente, sfociare in una guerra. La questione patriottica va in qualche modo a intrecciarsi con i rapporti del potere legislativo svedese contro l’esecutivo norvegese. Il caso della Costituzione danese è abbastanza peculiare: dopo le devastazioni dei bombardamenti della flotta inglese, inizia quella che nella cultura danese viene chiamata Guldalder, l’epoca d’oro. È come se l’assolutismo fosse sempre di più una forma che rimane del passato, che rimane in vita per qualche decennio ma, intanto, la società si sta trasformando in senso moderno, progressista e in senso liberal-democratico → la Danimarca è il primo Paese in Scandinavia a introdurre la scuola elementare obbligatoria gratuita per tutti (1814). All’interno di questo processo l’assolutismo non ha più motivo di esistere. Nel 1848, quando l’Europa è sconvolta dalla rivoluzione dei moti, il nuovo re Federico VII sale al potere e concede, l’anno successivo, la Costituzione liberal-democratica, ponendo fine a quasi 2 secoli di assolutismo. Troviamo, anche qui, la suddivisone dei tre poteri e un suffragio ancora più allargato che in Norvegia perché non era nemmeno più necessario essere proprietari terrieri ma bastava avere una dimora stabile per poter votare, allargando la base democratica. Il rigsdag danese era bicamerale, sempre con camera alta (landsting) e camera bassa (folketing). In questa fase di apertura verso le riforme liberali, vengono aperte una serie di assemblee regionali che sono di carattere consultivo (non hanno carattere legislativo), in tutte la macro regioni della Danimarca; tra tutte queste aree, anche in Islanda si riforma l’Alpingi, creando un importante punto di inizio per il processo di indipendenza. Nata la nuova identità nazionale, nonché Nazione stessa, della Finlandia, anche qui troviamo dei moti di rivoluzione ma con delle condizioni diverse e per diversi motivi. Nel 1809 lo Zar Alessandro I concede qualcosa di del tutto eccezionale per essere la Russia, vale a dire una sorta di statuto autonomo: può mantenere le sue leggi, statuti, amministrazione, Costituzione di epoca gustaviana, la moneta, il sistema postale e tutti quei simboli che rappresentano una certa autonomia. Esisteva anche un’assemblea parlamentare, il lantdag, anche se, di fatto, era abbastanza ininfluente e chi veramente governava il Paese era una sorta di governo finlandese (Senato) assieme a un governatore generale russo, un plenipotenziario dello Zar che è a capo dell’esecutivo. Era interesse dei russi concedere alla Finlandia una certa autonomia perché si erano formati dei movimenti di distacco dalla Svezia, con una propria lingua e delle proprie tradizioni, e favorire loro una certa autonomia significava favorire il distacco dalla Svezia → conflitto etnico-linguistico. Questa relativa libertà di cui i finlandesi potevano godere durò, però, fino al 1880: in quei decenni la situazione geopolitica mondiale si fa più tesa (imperialismo, conquista dell’Africa) e in questa idea di panslavismo (unione di tutti i popoli slavi, opposto al pangermanismo) c’era il pensiero di togliere questa autonomia per avviare un’unione → processo di russificazione, per il quale tutto diventa uniformato al regime zarista, con un clima più duro che aboliva manifestazione e rivolte, anche col sangue. La Finlandia è il Paese con i conflitti maggiori: c’è un conflitto con la Russia, uno interno su basi etnico-linguistiche e forti tensioni sociali che vedevano contrapposte una classe proletaria che viveva nella miseria e una classe di proprietari terrieri e industriali che vivevano agiatamente. Nascono, quindi, due identità nazionali nuove, che si stanno formando e non sono ancora Stati in azione ed entrambe affrontano un problema linguistico. Il norvegese era un danese pronunciato con dialettica, cadenza e termini norvegesi ma, di base, continuava a essere un danese. Su questa base si fonda l’idea del linguistica Knud Knudsen, il quale proponeva una lingua in continuità con il danese, il riksmål (lingua del Regno) che poi assumerà il termine di bokmål (lingua letterale). Ciò non viene condiviso da tutti e si genera il pensiero che bisognasse creare una lingua di rottura totale con i rapporti danesi, tornando al norreno che si poteva trovare nella tradizione orale e nei dialetti del nord; il linguista Ivar Aasen percorre la Nazione per studiare la lingua, ritrovando frammenti e tracce per costruire una lingua che è sia arcaica sia moderna, creando il landsmål, che diventerà poi nynorsk. A rendere ancora più strana la coesistenza tra queste due lingue è il fatto che non sono lingue parlate ma varianti scritte, piuttosto ipotetiche: a livello orale si parla più il proprio dialetto (che si può avvicinare all’una o all’altra lingua), creando confusioni e tante varianti interne. In Finlandia, attorno agli anni 80/90 dell’800, si arriva all’equiparazione delle due lingue → le aree dove rimane una componente madrelingua svedese sono l’arcipelago Åland, Österbotten, Nyland. poveri e a tutte quelle persone che per un motivo o per un altro non avevano famiglia o denaro per poter prendersi cura di loro stessi. Tutto questo fa sì che la Scandinavia venga presa come un modello internazionale di benessere, anche grazie al concetto di “democrazia compiuta” data dal parlamentarismo e dal suffragio universale. Inoltre, vi sono le prime manovre per poter affermare un welfare state e per creare delle legislazioni che potessero porre rimedio agli squilibri interni dati da malattia, maternità, assicurazione sul lavoro, ecc.. La prima legislazione arriva già grazie alle coalizioni dei governi borghesi liberali progressisti, movimenti cristiani e contadini e, soprattutto, grazie alla rapida ascesa dei partiti socialdemocratici → questi ultimi non governano mai da soli ma lavorano sempre in coalizione con altri partiti. Questo spirito di connessione e collaborazione diventa molto importante nelle coalizioni sindacali con l’idea di trovare una strada, dove ognuno rinuncia a qualcosa per un fine nazionale superiore. Durante la 1 GM tutti i Paesi nordici decidono di restare fuori dal conflitto: nel 1914 i tre re scandinavi si riuniscono a Malmö e fu l’ultimo importante atto politico dei tre nordici, dopodiché il loro ruolo tenderà a essere sempre più simbolico. L’aspetto meno nobile di questa neutralità è che in un’Europa devastata dalla guerra, l’apparato produttivo scandinavo era funzionante e poteva, quindi, fare grandi affari esportando materie prime e agroalimentari per tutte le potenze in guerra → anni di grande ricchezza. Terminata la guerra, parte dei territori di confine tra Germania e Danimarca indice un referendum nel 1920 e, tramite il principio di autodeterminazione, i confini vengono ridisegnati (lo Slesvig settentrionale torna danese). Un altro evento chiave per comprendere i cambiamenti della Scandinavia fu la guerra civile finlandese, det fisnka inbördeskriget: con l’aumentano delle tensioni in Finlandia si creano attriti tra le fazioni dei rossi, i rivoluzionari, e i bianchi, i controrivoluzionari. Dopo un’iniziale fase di vittoria dei rossi, i bianchi riescono a vincere (anche grazie al sostegno di Germania e Svezia) → con questa vittoria si sancisce l’indipendenza dalla Russia, che si avvia a diventare Unione Sovietica. Durante il periodo tra le due guerre vi è una forte controtendenza: laddove, in Europa, si andavano ad affermarsi dittature e totalitarismi, in Scandinavia assistiamo a un rafforzamento della democrazia moderna, sia nella sua dialettica che nella sua pratica (si formano governi di coalizione, più rappresentativi). È durante questo periodo che il moderno welfare state scandinavo viene a formarsi (välfärdsstat) → diverso il concetto di välfär (benessere collettivo, di dimensione sociale) da quello di välstånd (benessere individuale, agiatezza economica). Tra gli ideali del welfare scandinavo troviamo: • l’idea che la vera democrazia risieda anche nell’economia → pari opportunità di accesso per tutti al bene nazionale • lo sviluppo di un fisco progressivo che portasse al re-investimento dei proventi in lavori pubblici (case, infrastrutture, ospedali) e sviluppo dei servizi sociali (sanità, istruzione, maternità, ferie, pensioni) • accettazione dell’economia del libero mercato, anche se si prevedono degli interventi regolatori da parte dello Stato per riequilibrare i danni che il libero mercato può portare (crisi del 1929/30) • una forte proiezione del futuro con l’idea di lasciarsi alle spalle la povertà e la miseria contadina di secoli A dimostrazione della concretizzazione delle idee di rivalsa sociale e di pari opportunità, i tre primi ministri socialdemocratici degli anni ‘30 Thorvald Stauning (DK), Per Albin Hansson (SE) e Johan Nygaardsvold (NO) provengono tutti dal proletariato. Tra i cambiamenti che vengono apportati grazie allo sviluppo del welfare state, non solo troviamo la formazione delle folkhem e dei konsum (cooperative di produzione, distribuzione e vendita) create secondo i principi del funzionalismo (funkis) ma vediamo anche un aumento degli incentivi per le nascite, come gli assegni familiari, gli asili nido e la conseguente emancipazione lavorativa delle donne. Il risvolto negativo della medaglia è che a un concetto di uniformità etnica e razziale si contrappone quello dell’eugenetica, dell’igiene razziale e si dà il via a delle politiche di discriminazione verso i Sami e altre categorie marginali. seconda guerra mondiale Il primo Paese nordico a essere colpito dalla 2 GM fu la Finlandia → la Russia invade la Carelia finlandese e, nonostante la presenza di volontari svedesi e di altri Paesi in aiuto della Finlandia e della formazione dell’alleanza antirussa con la Germania nel momento in cui Hitler decise di aprire il fronte orientale e invadere la Russia, la Carelia era ormai persa e quasi mezzo milione di finlandesi dovettero abbandonare le proprie case ed emigrare a ovest per sfuggire allo stalinismo. Nell’aprile del 1940 la Germania invase Norvegia e Danimarca, rimanendo per 5 anni (fino alla capitolazione del Reich). Fu soprattutto la Norvegia a destare l’interesse della Germania: non solo aveva numerosi fiordi sul confine atlantico che potevano essere decisivi per la guerra navale contro gli alleati, ma anche perché in uno dei porti settentrionali, a Narvik, arrivava la ferrovia con il ferro estratto dalle vicine miniere della Lapponia svedese, fondamentali per l’industria bellica. La Danimarca, in tutto questo, risultava utile come ponte per facilitare gli scambi con la Norvegia → i tedeschi rinunciarono persino a imporre un loro governo, lasciando Cristiano X, i ministri, il parlamento e l’intera amministrazione nazionale in vigore. L’Islanda coglie l’occasione dell’occupazione tedesca in territorio danese per proclamarsi indipendente. Se l’occupazione danese fu molto facilitata anche dall’assenza di confini naturali, per quella norvegese ci vollero circa 2 mesi per sconfiggere i partigiani e, nonostante l’occupazione, ci furono molte azioni di sabotaggio e fughe, anche grazie alla vicina e neutrale Svezia. Diversamente da Cristiano X, Håkon VII di Norvegia lasciò il Paese e raggiunse l’Inghilterra, dove formò un governo costituzionale norvegese in esilio che, attraverso la voce della BBC, invitava i norvegesi alla resistenza. Questo non fu visto come un atto di codardia ma infondeva il coraggio di non piegarsi alle forze naziste, nonostante la salita al potere del primo ministro Quisling e del suo partito collaborazionista. La Svezia non fu occupata e restò neutrale e fuori dal conflitto, rimanendo, però, in un perenne stato di “allerta” (beredskap) → nonostante le esportazioni di ferro e di prodotti finiti in Germania e le forme di censura contro chi attaccava il nazismo troppo apertamente, la Svezia aiutò numerosi rifugiati a partigiani da Norvegia e Danimarca. il secondo dopoguerra Le ferite più profonde lasciate dalla guerra le troviamo specialmente in Norvegia, date dai lunghi processi ai collaborazionisti e dalle persecuzioni contro le vittime innocenti (tyskerunger, Lebensborn). Le strutture produttive in Scandinavia non furono danneggiate in modo grave: questo e l’attuazione a pieno regime del modello di welfare state costituirono importanti basi per il boom economico che caratterizzò quegli anni. I miglioramenti non furono solo da un punto di vista produttivo e di vita sociale, ma anche ci furono anche importanti riforme istituzionali: in Danimarca e in Svezia si passa a un sistema monocamerale (i poteri dei re rimangono solo simbolici) e le donne possono succedere al trono. Tutti e 5 i Paesi aderiscono all’ONU, mentre alla NATO aderiscono solo Danimarca, Norvegia e Islanda. Viene creato un Consiglio Nordico con lo scopo di rafforzare le cooperazione e l’identità nordica, nonché di favorire il libero mercato del lavoro e le relazioni culturali linguistiche → si formano, così, tendenze anti-europeiste: basti pensare che il primo Paese nordico a entrare nella comunità europea sarà la Danimarca ma non prima degli anni ‘70. I moti generati a livello internazionale dalla Guerra fredda e dalle guerre regionali portano, anche nel Nord, un’ondata di proteste studentesche che mettono in discussione l’intero sistema capitalistico e il consumismo della società borghese. Inoltre, si amplia la consapevolezza della discriminazione nei confronti della donna, della distruzione ambientale e della situazione dei Paesi del terzo mondo che cercano di opporsi all’oppressione coloniale → la politica degli USA con la guerra in Vietnam suscita particolare scandalo e diventa il simbolo di questa generazione. Tra le icone mondiali della socialdemocrazia in Svezia troviamo Olof Palme, politico carismatico, anticomunista, terzomondista e aspramente critico verso gli USA, che fece strada velocemente diventando primo ministro negli anni ‘70 e per un secondo mandato negli anni ‘80. Impegnato a livello internazionale all’anti-imperialismo, la battaglia in difesa del Vietnam lo avvicina molto agli studenti e alla nuova sinistra radicale e, a livello interno, si batte molto per la questione femminile, per l’emancipazione, la libertà individuale e per la presenza di uno “Stato forte” che potesse risultare una guida per il popolo. Il suo omicidio, dalle circostanze e dal colpevole mai chiariti, fu una sorta di spartiacque per la Svezia del “prima” e del “dopo” → un diffuso senso di smarrimento e sfide alla “società aperta” (migranti e xenofobia) si contrappongono a elevati diritti civili e una sistema economico molto forte. • FREMSKRITTSPARTIET (NO) → nonostante siano riusciti a rimanere al governo per svariato tempo e facciano ancora parte della coalizione di centro-destra, le nuove elezioni del 2021 hanno visto i socialdemocratici e centro-sinistra di nuovo al governo. I principali temi del Fremskrittspartiet sono la limitazione dell’immigrazione, lotta alla criminalità, minore coinvolgimento dello Stato nel controllo dell’economia, riduzione delle tesse, conquista e diritti delle donne in chiave anti-islamica • DANSK FOLKEPARTI (DK) → anche questo partito è riuscito a rimanere al governo e in coalizione con il centro-destra per svariati anni, vedendo anche il suo consenso aumentare nel corso del tempo. Attualmente, però, il governo è di centro-sinistra. I principali temi del Dansk Folkeparti sono lo scetticismo verso l’UE, conservazione dei valori tradizionalisti (famiglia tradizionale, Chiesa) e limitazione dell’immigrazione e del diritto di asilo • SVERIGEDEMOKRATERNA (SE) → fondato alla fine degli anni ‘80 come partito di estrema destra e neonazista, acquista un aspetto più presentabile (ma xenofobo nella sostanza) grazie al carismatico leader Åkesson, diventando sempre più influente nei consensi. Nelle elezioni del 2018 costringe la politica svedese a creare un nuovo scenario di grande coalizione che va oltre la tradizionale visione di centro-destra/centro-sinistra
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