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Storia e critica dell'opinione pubblica di Jurgen Habermas., Sintesi del corso di Storia

Una fondamentale interpretazione dello sviluppo dell'opinione pubblica nella società borghese, dalla funzione critica e di controllo sulle oligarchie dirigenti esercitata al sorgere degli Stati nazionali a quella attuale.

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Storia e critica dell'opinione pubblica di Jurgen Habermas. e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA E CRITICA DELL’OPINIONE PUBBLICA 1) DELIMITAZIONE PROPEDEUTICA DI UN TIPO DI SFERA PUBBLICA BORGHESE Pubbliche possono essere definite quelle istituzioni accessibili a tutti (da “publicus” = ciò che è collettivo). Lo Stato è il potere pubblico perché ha il compito di provvedere al bene pubblico e comune di tutti i consociati sotto lo stesso diritto. Il termine “sfera pubblica” fa riferimento alla lingua tedesca, in analogia con publicité e publicity: la PUBBLICITA’ è l’opinione pubblica, ciò che è sottoposto al giudizio pubblico. Il termine OPINIONE PUBBLICA nasce nel 700, nel dizionario di Oxford. Almeno in Germania si parla di SFERA PUBBLICA BORGHESE, appartiene alla società borghese che si costituisce in quel tempo: sfera dei privati riuniti come pubblico. Il modello ideale è un modello senza precedenti: si parla della sfera della polis, comune ai liberi cittadini, rigorosamente separata dalla sfera dell’oikos, propria di ogni singolo. La polis è: - città materiale con strade ed edifici; - rivoluzionaria forma di governo basata su: * uguaglianza di tutti i cittadini; * diritto dei cittadini di riunirsi in assemblea; * diritto dell’assemblea di votare pro o contro una legge proposta dai cittadini; * principio di maggioranza. La polis greca non è la città dei re, ma la città dei cittadini che, attraverso il voto, si autogovernano, si dotano di proprie leggi ed esercitano il potere eleggendo i rappresentanti e intervenendo durante le assemblee. Nelle poleis greche non tutti gli abitanti sono cittadini. Per avere il diritto di cittadinanza occorre essere: - maschi; - proprietari di terre; - liberi; - in grado di armarsi a proprie spese. I cittadini entrano in relazione gli uni con gli altri attraverso l’azione (praxis) e il dialogo (lexis). Nella polis greca ogni cittadino appartiene a due sfere separate: privata, domestica (oikos) e pubblica (bios politikos). La polis è caratterizzata da un’unità sociale e politica evidente anche sul piano urbanistico: - agorà (piazza), cuore politico, economico e sociale della città; - acropoli (città alta) cittadella fortificata sulla collina, sede del potere religioso; - chora (campagna) ospita una parte della popolazione e numerosi santuari. Questo modello della sfera pubblica ellenica ha conservato nei secoli la continuità come sfera pubblica nel diritto romano: RES PUBLICA, distinzione fra RES FAMILIARIS (insieme delle proprietà e degli interessi privati di una famiglia) e RES PUBLICA (complesso degli affari e degli interessi pubblici). La sfera pubblica rappresentativa è la rappresentanza davanti a un pubblico di un potere economico e sociale che si dipana nei confronti dei sudditi. Nel medioevo la distinzione fra publicus e privatus non era vincolante: nei rapporti giuridici tipici del vassallaggio e della signoria fondiaria non esisteva un contrasto fra dimensione pubblica e privata, non si poteva individuare la dimensione pubblica sulla base di criteri istituzionali. Però gli attributi della signoria, come ad esempio il sigillo del principe, si chiamano “pubblici” e sussiste una pubblica rappresentanza del dominio: questo carattere pubblico rappresentativo non è una sfera pubblica, è piuttosto un indice distintivo di status. I principi e i signori rappresentano il loro dominio anziché per il popolo, dinanzi al popolo. Questo carattere pubblico rappresentativo è legato agli attributi personali, alle insegne (stemmi, armi), allo habitus (vestiti, capelli), al gestus (forme di saluto), e alla retorica, alla solennità del discorso in generale. Si cristallizza un sistema di virtù cortigiane, e questa rappresentanza acquista valore specialmente nel torneo (riproduzione dello scontro cavalleresco). A questa rappresentanza manca un luogo designato: il codice cavalleresco di comportamento è comune a tutti i signori, ovunque si trovino ad agire. Solo gli ecclesiastici hanno una sede di rappresentanza: la Chiesa, in cui ancora oggi, nei riti, sopravvive un carattere pubblico rappresentativo. In età moderna la sfera pubblica rappresentativa si forma a Firenze, poi a Parigi e Londra: il mondo culturale umanistico è integrato nella vita di corte. Con il Cortegiano, opera di Baldassarre Castiglione, un uomo di corte di formazione umanistica subentra al posto del cavaliere cristiano. La nobiltà terriera perde forza di rappresentanza, la sfera pubblica rappresentativa si concentra alla corte del sovrano e i contenitori spaziali sono i saloni delle feste e i castelli. Nel periodo di Luigi XIV osserviamo un distaccamento tra la sfera privata e quella pubblica. Privat indica l’esclusione dalla sfera dell’apparato statale, pubblico si riferisce allo stato formatosi con l’assolutismo, che si oggettiva rispetto alla persona del sovrano. Con la Riforma Protestante il legame con l’autorità divina diventa affare privato: la libertà di religione garantisce la prima sfera di autonomia privata. Separazione del bilancio pubblico dal patrimonio privato del signore territoriale – FINE DEL CARATTERE PUBBLICO RAPPRESENTATIVO. Genesi della sfera pubblica borghese Con gli inizi del capitalismo finanziario e commerciale (dal XIII secolo in poi in Italia del Nord verso l’Europa) si formano gli elementi di un nuovo ordine sociale. Circolazione delle merci e casa aristocratica viene sostituita dalla donna borghese. Nessuno scrittore avrebbe rinunciato a esporre in anteprima le sue opere nei salotti: venivano lette ad alta voce e potevano anche subire modifiche a seconda delle critiche dei partecipanti. Il salotto aveva quasi il monopolio delle prime edizioni. Quindi caffè e salotti vengono frequentati anche dalla borghesia, si condivide il piacere della conversazione: non più limiti di classe sociale, argomentazione varia. ILLUMINISMO, creazione di una SFERA PUBBLICA: - spazio in cui gli uomini possono uscire dal loro ruolo di sudditi esercitando e scambiandosi opinioni e idee; - spazio metaforico in cui i cittadini discutono sugli argomenti di interesse pubblico per esercitare un controllo attivo sull’operato del governo. L’Illuminismo e il suo richiamo alla ragione favorirono una dilatazione del concetto di sfera pubblica. L’ideale a cui la società borghese aspirava era una collettività autogestita di cittadini liberi, uguali sul piano giuridico e politico, capaci di giungere a decisioni razionali attraverso il dibattito politico. Dallo scambio di idee e dalla comunicazione intersoggettiva nasce l’opinione pubblica, e questa espressione designa uno spazio politico e sociale in cui regnano libertà di opinione e concorrenza di idee. Nella società novecentesca, l’AUDIENCE , il pubblico che dovrebbe costituire l’opinione pubblica, è diventato puro consumatore di cultura, le opinioni sono manipolate attraverso i mass-media e si assiste a un tramonto della sfera pubblica. PRIVAZIONE DELL’AUTONOMA CAPACITA’ DI ELABORAZIONE CRITICA DEI CITTADINI, che da insieme di privati riuniti in pubblico che dialogano e si confrontano razionalmente, diventano aggregato meramente ricettivo, non partecipe. I media hanno mutato la loro funzione originaria, da FORO DI PUBBLICA DISCUSSIONE a STRUMENTO DI MANIPOLAZIONE per la conquista di consenso delle masse passive. Il formarsi di un pubblico colto che discute di letteratura e arte è in relazione con lo sviluppo di una moderna sfera privata, la SFERA DELL’INTIMITA’ FAMILIARE BORGHESE. La famiglia intima borghese è una famiglia in cui incide l’esigenza di indipendenza individuale. Emergono le idee di libertà, amore, educazione. Né le associazioni culturali, né i partiti politici, né la famiglia lasciano autonomia agli individui o concedono libero dibattiti: sussiste la manipolazione, perché la formazione delle opinioni è influenzata dagli interessi economici, collegati con il potere politico. 3) FUNZIONI POLITICHE DELLA SFERA PUBBLICA Il modello di sviluppo inglese Una sfera pubblica con funzioni politiche appare per la prima volta in Inghilterra agli inizi del 700. Erano sorte compagnie che diffondono la manifattura tessile, la metallurgia e la produzione della carta. C’era però un antagonismo tra una generazione anziana, già insediata sul mercato (interessi restrittivi del capitale commerciale e finanziario) e una generazione giovane che deve conquistare nuovi mercati (interessi espansivi del capitale industriale e manifatturiero). Tre avvenimenti fondamentali: 1. Fondazione della Banca d’Inghilterra (27 Luglio 1694), nuovo stadio del capitalismo, promette il consolidamento del sistema. 2. Abolizione dell’Istituto della censura preventiva (1695), con il Licensing Act, nuovo stadio nello sviluppo della sfera pubblica, introduzione del dibattito nella stampa. 3. Primo governo di gabinetto (1695 – 1698, unicamente whig, insediato dal re Guglielmo III), nuovo stadio nello sviluppo del Parlamento, la conseguenza ultima sarà l’affermazione della stessa sfera pubblica con funzioni politiche quale organo dello Stato. Robert Harley, primo ministro, è l’uomo che sa trarre profitto da questa nuova situazione. Assume letterati come Defoe (il primo giornalista professionista) per difendere la causa whig sui nuovi giornali. Nasce quindi la Review di Defoe, trisettimanale, con dieci anni di vita. Il giornale dei tories è la controparte, fondano il giornalismo politico con The Craftsman. Ricordiamo poi anche le Lettere di Junius (nome fittizio, forse si trattava di Sir Philip Francis), apparse sul Public Advertiser, precorritrici degli articoli di fondo politici: in questa serie di articoli satirici il re, i ministri e gli alti gradi dell’esercito venivano pubblicamente accusati di macchinazioni. Il Parlamento disponeva di un efficace strumento contro questo tipo di critica: il segreto sui dibattiti parlamentari. Solo nel 1803 lo speaker assegnò ufficialmente ai giornalisti il loro posto in galleria, prima vi accedevano illegalmente. Dopo l’incendio del 1834 furono istituite tribune per i cronisti parlamentari. Negli ultimi decenni del 700 accanto ai nuovi quotidiani come il Times (1785) sorgono le altre istituzioni di un pubblico politicamente critico (circoli politici). Alla fine del secolo i partiti acquistano una base organizzativa fuori dal Parlamento: nascono i comitati locali. Nel 1792 il pubblico interessato al dibattito politico viene legittimato nelle sue funzioni di critica pubblica in un discorso di Fox (whig) ai comuni: si parla di public opinion in senso stretto: essa si forma nella discussione pubblica dopo che il pubblico è stato messo in grado di formarsi un’opinione fondata, mediante l’educazione e la comunicazione. Di qui la massima di Fox: dare al pubblico i mezzi per formarsi un’opinione. Un partito renderà pubblico il suo programma elettorale solo nel 1834 con il Tamworth Manifestum (tory). Le varianti continentali In Francia solo dopo la metà del 700 si forma un pubblico che dibatte su temi politici e senza l’approvazione della censura non si può stampare neanche una riga. Manca un giornalismo politico professionistico. Gli Stati Generali non furono convocati tra il 1614 e il 1789. Caratteristiche: - stato fondato sui ceti; - tutti sono sudditi; - la borghesia non si lega alla nobiltà e all’alta burocrazia. Nella prima metà del secolo la critica dei filosofi si occupa essenzialmente di religione, letteratura, poi solo con la pubblicazione dell’Enciclopedia si inizia a pensare anche alla politica. I filosofi diventano economisti: economisti sono i fisiocratici che si radunano da Quesnay, Turgot e Malesherbes, e vengono chiamati i primi rappresentanti dell’opinione pubblica. Ma soltanto Necker, ministro francese, riuscì a scavare una breccia nel sistema assolutistico a favore di una sfera pubblica con funzioni politiche: diede pubblicità alla disastrosa situazione economica dello stato. Tramite i Cahiers de Doleance le critiche del pubblico in materia di affari pubblici sono ufficialmente tollerate, e ciò porterà alla convocazione degli Stati Generali. In Francia tutto si crea da un giorno all’altro, in Inghilterra c’era stata una graduale evoluzione. Nella Costituzione del 1791 si dirà che la comunicazione libera delle idee e delle opinioni è un diritto fondamentale, come già si era detto nel Bill of Rights del 1776 (stilato dal Parlamento Britannico), che affermava la libertà di stampa. Nel 1800, il 17 gennaio, Napoleone abolirà del tutto la libertà di stampa, che verrà reintrodotta dai Borboni. Germania: barriere forti tra nobiltà e borghesia, e tra borghesia e popolo. Il popolo era formato da soldati, servitori, salariati giornalieri. Il lavoro manuale e la vendita al banco escludevano le persone dalla borghesia. I nuovi borghesi appartengono ai ceti colti, sono uomini d’affari, accademici, medici, giuristi, insegnanti. Il pubblico che discute di politica trova prima il suo luogo negli incontri privati tra i borghesi, poi le società di lettura si estendono a tutte le città. Le società di lettura eleggono per statuto il loro comitato direttivo e deliberano a maggioranza l’ammissione di nuovi membri, escludono le donne e vietano il gioco. Esprimono il bisogno dei privati borghesi di formare una dimensione pubblica, di leggere riviste e discuterne, di scambiarsi opinioni personali. 4) SFERA PUBBLICA BORGHESE: IDEA E IDEOLOGIA La registrazione ufficiale del termine OPINIONE PUBBLICA avviene nel 1781 sull’Oxford Dictionary. Prima di questa data circolavano altre espressioni: opinione (senza “pubblica”), spirito - uomo veramente se stesso secondo natura; - uomo che si costruisce sotto il gioco dell’opinione. SOLUZIONE: il compromesso tra l’opinione sociale e le personali convinzioni e inclinazioni. IMMANUEL KANT (1724-1804) Si rifà a Rousseau e Locke (società civile contrapposta allo Stato). Secondo Habermas, Kant aggiunge un tassello fondamentale al concetto di Spirito Pubblico. C’è un’esigenza di flusso comunicativo tra società civile e stato. SOCIETA’ CIVILE: comunità di cittadini, uno spazio in cui i cittadini interagiscono per soddisfare i propri bisogni e interessi economici e raggiungere un migliore standard di vita. Emerge il PARTICOLARISMO (soddisfare i propri bisogni individuali) e i CONFLITTI ECONOMICI. STATO: Istituzione politica che nasce per contratto e ha due funzioni: legislativa e di assistenza (tutelare e assistere i cittadini). Chi garantisce il flusso comunicativo? Filosofi e uomini di cultura. Il loro compito è aiutare i cittadini a manifestare pubblicamente la propria opinione su ciò che nei decreti sovrani arreca ingiustizia alla comunità. Il divieto di pubblicità dell’attività dello Stato impedisce il progresso di un popolo verso il meglio. Importante la trasparenza dell’opinione politica. Due usi della ragione secondo Kant: - uso pubblico: proprio dei filosofi e degli studiosi. È l’uso che una persona ne fa come studioso davanti all’intero pubblico dei lettori; - uso privato (non personale): quello che una persona investita di funzioni pubbliche ne fa nel più ristretto ambito della propria sfera di funzionario. Possibilità di ragionare e discutere entro una stretta cerchia di ascoltatori. La differenza sostanziale è il pubblico a cui mi rivolgo, o numerosa platea, o cerchia limitata. L’uso pubblico della ragione è un uso che permette lo scambio e la critica. Filosofo contro Cittadino Chi partecipa alla discussione pubblica deve mantenere la sua posizione anche nella sfera privata. Il cittadino per Kant è il proprietario, colui che detiene il potere economico, la ricchezza. Pensiero elitario: non tutti sono ammessi alla discussione pubblica, ma solo i più ricchi. I cittadini sono proprietari e sono padroni di se stessi. I servitori, i salariati, sono semplici CONSOCIATI, non possono partecipare alla discussione pubblica. Nell’800 comincia il processo di demistificazione dell’Opinione Pubblica. Due nuove concezioni dello Stato: - ATOMISTICA: lo Stato è l’unione, per fini utilitaristici, di individui sostanzialmente autosufficienti (teorie liberali); - ORGANICISTICA: lo stato è qualcosa di più rispetto alla somma dei singoli individui, è una realtà nuova che forma gli individui stessi (pensiero romantico e idealistico). LIBERALISMO: insieme di dottrine che pongono precisi limiti al potere e all’intervento dello stato, al fine di proteggere i diritti naturali e di promuovere l’autonomia creativa dell’individuo. Lo Stato svolge una funzione sussidiaria perché si occupa di quegli aspetti di cui non si possono occupare i singoli cittadini: - rapporti con gli altri Stati; - garanzia del sistema giuridico; I nemici del liberalismo sono le concezioni autoritarie e assolutistiche. Nelle società democratiche il nemico maggiore è il dispotismo della maggioranza. Questo concetto è citato da Tocqueville e Mill (esponenti del pensiero liberale inglese [il secondo] e progressista francese [il primo]). Affermano che il dominio dell’opinione ha una sua specifica forza coercitiva. TOCQUEVILLE (1805-1859) Uno dei primi autori che richiama l’attenzione sui pericoli del dispotismo della maggioranza. La sua opera si chiama “La democrazia in America”, scritta in due momenti (1835 e 1840), in seguito a un viaggio negli USA per studiare il sistema penitenziario statunitense. Descrive pregi e limiti della società americana (democrazia, libertà di opinione e di stampa). Il difetto maggiore era l’onnipotenza della maggioranza: tutti fanno le stesse cose, si divertono allo stesso modo, hanno gli stessi gusti, perciò emerge il CONFORMISMO. L’individuo che vuole agire diversamente può farlo, ma rischia l’esclusione e l’isolamento, quindi la soluzione è il CONFORMISMO. La società democratica si basa sull’uguaglianza delle condizioni sociali (pregio), ma prevale il livellamento intellettuale, morale e nello spirito pubblico (stesso modo di pensare, difetto). JOHN STUART MILL (1806-1873) Saggio “On Liberty” (1859) afferma la centralità dell’individuo come valore, considerando l’individualità come uno degli elementi del benessere. Individualità: espressione della genialità, originalità, spirito di iniziativa. TEMA PRINCIPALE: libera circolazione delle opinioni, giuste o sbagliate. Solo così si può giungere alla verità. La società democratica di massa tende a inaridire qualunque originalità individuale e a far trionfare il conformismo. Dire che l’opinione pubblica governa il mondo equivale a dire che la massa (mediocrità collettiva) e la generale mediocrità esercita una costante violenza morale sulle minoranze – l’opinione pubblica è ormai considerata come spirito di conformismo e non più come forza della critica. 5) MUTAMENTI NELLE STRUTTURE SOCIALI E NELLE FUNZIONI POLITICHE DELLA SFERA PUBBLICA Il fenomeno dei mutamenti nelle strutture sociali della sfera pubblica riguarda la compenetrazione tra Stato (sfera pubblica) e società civile (sfera privata). Sfera pubblica borghese: quindi, distinzione tra pubblico e privato. Con l’avvento del Welfare State (stato sociale) viene meno la distinzione fra ambito pubblico e privato, perché lo Stato si appropria di funzioni un tempo appartenenti alla società civile. Compiti tradizionali dello Stato: ordine pubblico e difesa tramite - polizia; - giustizia; - politica fiscale; - politica estera. Nuove funzioni dello Stato Sociale e delle grandi imprese: - assistenza collettiva (protezione dei gruppi sociali più deboli); - intervento nella sfera economica (costruzione di chiese, scuole, alloggi). Lo Stato svolge funzioni un tempo proprie della famiglia. I BASIC NEEDS non fanno più parte della sfera familiare: - ricerca della casa e dell’impiego; - consigli per la scelta della professione e dell’indirizzo scolastico;
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