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Conseguenze economiche e sociali della Prima Guerra Mondiale e del crollo del 1929, Dispense di Storia Economica

La prima guerra mondiale e il crollo del 1929 hanno avuto conseguenze economiche e sociali significative, tra cui un cambio demografico, distruzione fisica, distorsione della normale attività economica, crollo del commercio internazionale, esaurimento delle finanze statali, inflazione e disoccupazione. Queste conseguenze hanno influenzato lo sviluppo del capitalismo e del mercato globale, portando a nuove politiche economiche e sociali.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 04/03/2024

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Scarica Conseguenze economiche e sociali della Prima Guerra Mondiale e del crollo del 1929 e più Dispense in PDF di Storia Economica solo su Docsity! SECONDO ESONERO STORIA 08/11/2023 1919-1943 Il 1919 anno di fine della guerra e il 1943 in pieno della seconda guerra mondiale. In mezzo ci sono quelli che sono stati considerati gli anni peggiori della storia del capitalismo occidentale (chiamato anche il mondo oscurato). Secondo Keynes il capitalismo liberale si è ammalato durante la prima guerra mondiale, peggiorando negli anni venti e morendo nel 1929. Fasi importanti della prima guerra mondiale 1. La prima guerra mondiale è uno scontro tra due nazioni europee, la Germania e l’Inghilterra. 2. Questo scontro si allarga coinvolgendo prima gli altri paesi europei (la Francia) e soprattutto coinvolgendo il resto del mondo (Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica URSS) sotto due aspetti economici: o Gli Stati Uniti diventano il primo creditore mondiale finanziando i paesi coinvolti nella guerra chiedendo poi indietro i soldi diventano quindi il centro finanziario mondiale. o La nascita di un modello economico alternativo ovvero quello Sovietico La prima guerra e gli anni 20  La guerra e il dopo guerra rompono tutti gli equilibri economici  La prima guerra mondiale introduce un modello economico alternativo: l’URSS  Dopo la guerra c’è una ripresa e un ritorno a crescere  L’instabilità monetaria e finanziaria rendono questa crescita molto fragile e instabile Conseguenze politiche: La prima guerra mondiale è generata dalla competizione per i mercati di sbocco (gli stati cercano mercati fuori dai confini nazionali che sono l’Africa l’Asia e il Sud America). La competizione dei paesi centralizzati per i mercati di sbocco genera la prima guerra mondiale La potenza economica tedesca diventa un fattore di crisi in quanto minaccio il predominio economico britannico Viene meno uno dei luoghi o dei mercati tipici degli investimenti dei paesi europei all’estero ovvero l’impero Turco portando a una forte instabilità Esiste una conflittualità che si afferma tra i popoli dominanti ed assoggettati (imperi tedesco, austriaco, russo e turco) La guerra ha enormi costi umani, economici e sociali che porta a un grave indebolimento con problemi di vasta portata: C’è un’interruzione dei flussi commerciali Incremento dell’intervento dello stato in economia, i governi spendono e intervengono in economia Questa guerra sostanzialmente porta alla fine del primato economico europeo Conseguenze economiche principali  Cambio demografico con perdita della popolazione  Distruzione fisica con un abbandono delle attività produttive e perdite di capitale con crollo degli investimenti e del prodotto interno lordo  Distorsione della normale attività economica nazionale, le risorse economiche sono orientate alla guerra  Crollo del commercio internazionale con una perdita dei mercati esteri  Esaurimento delle finanza statali, la guerra costa e gli stati si indebitano causando un aumento del debito pubblico La seconda conseguenza importante è la distruzione materiale e la perdita di capitali:  Vendita di attività estere con un crollo degli investimenti all’estero  Crollo degli investimenti  Obsolescenza dei sistemi produttivi Elemento più importante però è che tra il 1919 e il 1925 c’è una fase di crescita e di ripresa dopo l’evento traumatico della guerra ma c’è una instabilità monetaria e finanziaria le ragioni che determinano l’instabilità monetaria e finanziaria riguardano il bilancio pubblico Ci sono infatti tre grandi problemi:  inflazione da moneta  debito pubblico nazionale e internazionale  svalutazione della moneta Sostanzialmente gli stati finanziano la guerra in tre modi:  le tasse  i prestiti nazionali e internazionali  stampando moneta l’unico paese che adottò la tassazione per finanziare la guerra fu la Gran Bretagna grazie al grande consenso della popolazione che era di sostegno allo scontro bellico con la Germania. Gli altri paesi ovvero Franci, Germania e Italia ricorrono alle altre due forme di finanziamento, gli stati creano una serie di attività finanziarie vendono infatti titoli di stato ai loro cittadini che poi devono restituirli alla fine della guerra. Tutti questi paesi utilizzano anche i prestiti nazionali e internazionali. 1. punire i "paesi colpevoli" che avevano causato la guerra, cioè la Germania (essenzialmente solo lui) e l'Impero austro-ungarico (grande impero in profonda decadenza) 2. ricostruire le «frontiere storiche», quindi tornare agli stati-nazione dell’800 che aveva reso l’Europa il cuore del mondo, per tornare rapidamente alla normalità e alla ripresa economica: questo concretamente vuol dire creare 10 nuovi stati; 3. affermare il principio della «determinazione nazionale» (i 14 punti del presidente Wilson) su principi etnici: ogni popolo si autodetermina e decide il proprio destino (= ogni nazione decide il proprio assetto politico ed economico, non c’è cooperazione tra gli stati); ma... -> Non hanno pensato alla sostenibilità economica. Infatti le conseguenze economiche furono: - il default della Germania (l’idea di base era infatti annientare la Germania) - Il principio di ricostruire le frontiere e creare 10 nuovi stati avrebbe portato molti cambiamenti: 10 nuove monete, 10 nuovi mercati, 10 nuovi sistemi finanziari. Questo cambiamento poteva si essere un’opportunità, ma solo se si fossero presentate specifiche condizioni: la moneta doveva avere valore, che in questi paesi venisse attuata una politica di ripresa economica e che il sistema finanziario fosse in buone condizioni. Quindi voleva dire che bisognava mettere d’accordo tutti gli stati: se tale meccanismo non funzionava il problema si acuiva e il gold standard falliva. - Il principio di determinazione nazionale: concetto di autodeterminazione dei popoli, i paesi vincitori governeranno il mondo… (società delle nazioni, questione politico-diplomatica). Quindi bisognava mettere d’accordo tutti gli stati, altrimenti il meccanismo non avrebbe funzionato. Conseguenze dirette: - perdite di popolazione - distruzione fisica e perdite di capitale - distorsione della normale attività economica nazionale - perdita di mercati esteri - esaurimento delle finanze statali Quindi: Perché si ritiene che i trattati di pace abbiano ostacolato la ripresa dell’Europa? (definizione per esame) - perché la ridefinizione dei confini provocò nazionalismo/ neomercantilismo e alterò le relazioni economiche, interrompendo il commercio internazionale (=i nuovi stati furono tutti protezionisti > crollo commercio internazionale) - perché hanno privato la Germania delle sue più ricche risorse agricole e industriali (la repubblica di Weimar fu un grande fallimento politico-economico: quindi è scomparso il paese che aveva guidato la II rivoluzione industriale) - perché lasciarono irrisolte le questioni dei debiti di guerra e delle riparazioni Il trattato di Versailles ha quindi effetti ancora oggi, nel 2023 ->(Effetto del principio di autodeterminazione, che è sostanzialmente la fonte della confusione dei conflitti, ad esempio, tra la Polonia e la Russia) Inoltre ha uno specifico effetto economico: quello delle riparazioni. Definizione: Somma di denaro che viene pagata dopo una guerra dal Paese sconfitto per i danni e le lesioni che ha causato in altri Paesi. Usato soprattutto per il risarcimento richiesto alla Germania dal Trattato di Versailles dopo la Prima Guerra Mondiale. Si trattava di un principio introdotto dalla Germania stessa inizio ‘900 nei confronti dei paesi scandinavi e della Russia. Tuttavia è generalmente ricondotta al prezzo che la Germania pagò dopo la guerra. (Pag. 90-95) Il trattato di Versailles nomina una commissione di diplomatici che definisce il valore delle riparazioni: quanto devono pagare i tedeschi; l’art. 19 prevedeva innanzitutto la restituzione delle riserve monetarie della banca nazionale belga e di tutti i titoli e i contanti dei territori occupati dalla Germania e inoltre individua una somma che i tedeschi devono pagare: 135 miliardi di marchi + un elenco di azioni (il “bottino” della Germania): - l’Alsazia-Lorena torna alla Francia (il parlamento europeo ha sede nella sua capitale, è un messaggio) - La valle della Saar, ricca di carbone, occupata dalle truppe francesi - l’Alta Slesia, ricca di minerali, alla Polonia - Perdita di 3/4 dei minerali di ferro, della maggior parte dei minerali di zinco e di 1/4 delle risorse di carbone (cedute ai paesi vicini) - Perdita del 13% del territorio e del 10% della popolazione - Colonie occupate dagli alleati - Confisca della marina mercantile L’idea di fondo era trasferire l’importanza della Germania ai paesi vincitori e in particolare alla Francia, secondo questo schema: l’idea era usare il risarcimento tedesco per pagare i debiti che Francia, Italia e Gran Bretagna avevano con gli Stati Uniti (che li avevano finanziati, cfr. Prestiti internazionali); il piano Dawes per la Germania (1924) - riduzione dei pagamenti annuali delle riparazioni (pagamento in 64 anni, partendo dal ’25 con 1 miliardo al ’26 con 2,5 miliardi) > meccanismo di indicizzazione legato alla prosperità dell’economia tedesca (dopo il ’28-’29, se l’economia tedesca fosse cresciuta, le tasse sarebbero aumentate). L’idea di fondo rimane dunque la medesima. - Le risorse per pagarle sarebbero provenute per il 50% dalle entrate tedesco e per il restante 50% tramite un’ipoteca sulle industrie tedesche. Per fare ciò sarebbe stato necessario creare una nuova valuta ed emettere un prestito nazionale tedesco che viene collocato sul mercato azionario americano (=no trasferimento risorse da Stati Uniti a Germania). - riorganizzazione della Reichsbank tedesca (nuova valuta), quindi riorganizzare la banca centrale tedesca ancorata al dollaro - prestito internazionale di 200 milioni di dollari alla Germania, che fu utilizzato dalla Germania per: • continuare a pagare le riparazioni • tornare al gold standard Ma le questioni sono due: - Chi l’avrebbe comprato? Lo comprarono in molti nella realtà - Perché avrebbe dovuto? Perché il prestito aveva dei rendimenti molto alti (introduzione al fenomeno di speculazione finanziaria; avvio alla bolla speculativa del ’29. Non è un prestito statale quindi veniva posto direttamente nella Borsa di Wall Street). Era dunque nelle loro mani il destino della Germania (se avessero voluto riscuotere il loro credito, la Germania sarebbe crollata). Inoltre vigeva il “gioco delle tre tavolette” o “partita di giro”: 1) Le riparazioni servono per pagare i debiti di guerra 2) Gli stati uniti prestano soldi alla Germania per debiti che la stessa aveva con loro 3) La Germania per pagare quei debiti se ne assume altre = accrescimento del debito pubblico tedesco. La Repubblica di Weimar dipende dall’andamento del mercato azionario statunitense. Nel 1931il piano fu poi recusato da Hitler, e il pagamento del debito nei confronti degli Stati Uniti non fu mai pagato. Le 4 conclusioni che dobbiamo trarre da questa vicenda… - Mancata ripresa della Germania - Il meccanismo delle riparazioni determina il fallimento monetario e finanziario della Repubblica di Weimar - Sostegno allo sviluppo del sistema finanziario americano (ci esce vincente la Borsa di Wall Street) - Il meccanismo internazionale dell’accordo fra le nazioni fallisce (sarà un grande tema del ’43-’44) Sostanzialmente sul piano economico… Le riparazioni e la gestioni di esse rappresentano la fine definitiva del Gold standard. L’idea è quella di ripristinare il modello del gold standard ai valori precedenti alla I guerra mondiale. Vi sono due interpretazioni a proposito: - Classica: torniamo alla parità sterline-oro (e per fare ciò bisognava operare una manovra deflatteva) - Nuova: adeguare il gold standard alla nuova realtà, ovvero prendendo in considerazione il rapporto sterlina-oro del 1919. Ambedue i casi non funzionano; ma emerge una debolezza complessiva del sistema finanziario internazionale, perché: - Il ritorno alla parità sterlina-oro non funziona, e questo implica la fine della superiorità inglese (quindi debolezza del nuovo sistema finanziario internazionale legato alla fine della supremazia della piazza inglese) - Si afferma la centralità finanziaria di New York (anche per effetto del piano Dawes), che però non svolge il ruolo di centro regolatore del sistema finanziario internazionale > Sistema senza una guida. Le difficoltà sono generate anche dal fatto che le riserve auree sul quale il sistema si fondava si concentrassero in Francia e negli USA (tesaurizzate), ma siano insufficienti per le esigenze del mercato internazionale.  Il Capitalismo manageriale ha portato a un aumento della produttività che ha però favorito i profitti e non i salari portando quindi a una crescita della diseguaglianza nella distribuzione del reddito. Prima novità introdotta dalla crisi del 29 è che l’andamento dei prezzi non segue l’andamento della domanda e dell’offerta salta infatti il principio base dell’economia classica. La seconda novità della crisi del 29 è che c’è una crescita della diseguaglianza nella distribuzione del reddito. La cattiva distribuzione del reddito è collegato alla domanda perché all’aumentare del reddito non è detto che aumentino i consumi (l’aumento del reddito non si è trasferito nell’aumento dei consumi). Il modello di Keynes non è un modello che ha come fine una migliore distribuzione del reddito ma ha come fine l’aumento dei consumi attraverso l’occupazione. Dalla fine della prima guerra mondiale a l 1938 è un periodo di cattiva distribuzione del reddito Dopo l’agricoltura e l’industria il terzo fattore di radice delle crisi è lo sviluppo di un mercato dei capitali molto forti con un rallentamento dell’economia reale dovuto alla stazionarietà dei beni industriali e alla caduta dei prezzi agricoli che determina che le imprese e gli imprenditori blocchino gli investimenti. (Importante è che le radici della crisi non sono finanziarie ma colpiscono l’economia reale) I profitti vengono quindi dirottati verso investimenti finanziari perché quelli industriali e agricoli hanno bassi rendimenti. Questa idea è rafforzata dall’eccesso di liquidità disponibile, dalla propaganda ovvero ottimismo sui rendimenti e infine dalle facilitazioni per investire in borsa. Il sistema economico capitalistico fu colto impreparato dalla grande depressione Questo fenomeno il credit crunch americano sostanzialmente colpirà il resto del mondo Questa è la prima crisi globale Quello che emerge è che le classe dirigenti non ne avevano coscienza (della crisi) essendo convinti che si era in una situazione economica solidissima La crisi del 29 quindi cambiò il rapporto tra stato e economia, si passa dall'economia minimale all'economia mista e negli anni 30 cambieranno anche le relazioni tra economia nazionale e economia mondiale 16/11/2023 Lo scoppio della bolla avviene nell’agosto del 1929. La bolla speculativa viene fatta scoppiare (non scoppia quindi autonomamente per via di un rallentamento dell’economia reale o del valore delle azioni). Il motivo dello scoppio è quindi la Federal Reserve che attuando il modello dell’economia classica alza il tasso di sconto dal 5% al 6% con l’obiettivo finale di fermare la speculazione (evitare che le banche prestino denaro per le speculazioni). Questo porta a un crollo complessivo del valore delle azioni. Tutti iniziano infatti a vendere le azioni e prevale un meccanismo emulativo (tutti corrono a vendere azioni perché emulavano chi lo faceva). L’apice di questo crollo è il martedì nero del 29 ottobre 1929 a cui segue un ribasso (sempre riferito al valore delle azioni) fino a metà del 1932. Tutto ciò durerà dal 1932 fino al 1954. Il meccanismo che ha portato alla bolla  L’investitore comprava azioni in borsa chiedendo prestiti alle banche. Le banche concedevano mutui senza garanzie: l’investitore pensava di pagare le rate del mutuo sfruttando la crescita nel valore dell’azione (acquistata a 100 e rivenduta a 150- speculazione): spirale continua di crescita dal 1925.  Gli operatori di borsa (brokers) potevano operare allo «scoperto» ovvero acquistavano realmente solo una parte delle azioni.  Fondamentale era inoltre che nella borsa di Wall Street c’era un’assenza di controlli (chiunque poteva operare, non c’erano garanzie, ecc.) Il crollo della borsa si traduce in un’ondata di fallimenti bancari e quindi in una contrazione dell’offerta monetaria (non ci sono più soldi per investire in borsa ma anche per prestare). Questo genera una spirale deflazionistica con una calo degli acquisti e una contrazione dei prezzi. L’effetto finale sono i fallimenti e le riduzioni dei salari che portano a ulteriori difficoltà delle banche e nuove restrizioni del credito. Il sistema delle banche quindi collassa e aggrava il crollo dell’economia reale (rilevante è quindi il collasso delle banche e non il crollo della borsa di Wall Street). Di importante rilevanza per lo scoppio della crisi del 29 è anche che lo stato non ha un modello in grado di gestire la crisi rimanendo legato al sistema economico dell’economia classica Novità/Differenza con il passato del 1873 → crollo dell’economia reale perché fondamentalmente la crisi e la bolla speculativa che esplode è dovuta ad una carenza di domanda (cosa che non era presente a fine 1800). 3 FATTORI CHE PORTANO ALLA CARENZA DI DOMANDA: a. Inflazione (ereditata dalla Prima Guerra Mondiale) b. Disoccupazione , crescita instabile c. Cartelli industriali cioè l’idea che le grandi imprese tendono a non abbassare i prezzi ma, al contrario, a mantenerli alti e fissi per garantire alti livelli di profitto. Per tale ragione non funziona più la Legge di Say. Il profitto prevale sulla vendita poiché il modello del capitalismo manageriale lega i profitti/i dividendi al prezzo delle azioni. Indicatori della crisi  Verificare il prodotto interno lordo che in questo caso cade del 17%  Il livello della produzione industriale o degli investimenti  Le importazioni. Nel nostro caso c’è un crollo del 25%  Aumento della disoccupazione. Nel nostro caso un quarto della popolazione attiva era disoccupata La diffusione della crisi  Molti paesi si trovavano già in una situazione economica precaria (indebitamento e caduta dei prezzi agricoli)  Collasso dell’economia americana con un crollo delle importazioni. Il commercio internazionale subisce una fase di ristagno.  Ad aggravare la crisi sono però i senatori Smoot e Hawley proponendo di attuare una politica protezionistica molto forte ovvero di chiudere il mercato. L’idea è quella di difendere il mercato americano con una tassa dell’80% sulle importazioni tramite questa nuova tariffa Smoot-Hawley. Questo innesca una guerra tariffaria seguita dal crollo del commercio internazionale che causa la caduta del gold standard La diffusione della Crisi è legata a due aspetti principali: A) In Europa nel 1931 crolla il sistema bancario poiché si ritirano i capitali americani e crollano gli investimenti. B) Protezionismo americano spinge gli altri al protezionismo e, quindi, al crollo del commercio internazionale. Il crollo del sistema bancario americano determina un reflusso dei capitali verso l’America (richiedono i capitali che avevano prestato). Nel 1931 c’è il periodo peggiore della crisi europea che inizia a partire dal sistema bancario tedesco. Questo avviene per tre ragioni:  Fallimento in Germania del Credit Anstalt che è la maggior banca Austriaca che fallisce nel mese di Maggio  La Bolivia è il primo paese che dichiara di non poter restituire i capitali, viene poi seguita da tutti gli altri paesi sud Americani  Nel mese di giugno del 1931 la Germania dichiara che non pagherà più le riparazioni. Questo crea un panico finanziario e tutti corrono a recuperare i risparmi che avevano nelle banche tedesche. Il Governo tedesco dichiara quindi una settimana di chiusura delle banche e compra titoli delle banche per immettere liquidità. Nell’autunno del 1931 c’è la crisi del sistema bancario di Londra con l’Inghilterra che abbandona il gold standard. Ogni economia tenta quindi di adottare reazioni alla crisi ispirate all’economia classica e vengono attivate politiche protezionistiche con l’effetto del crollo internazionale. Ogni stato agisce quindi in autonomia La ripresa parte dall’abbandono del gold standard. Il paese che esce meglio dalla crisi è il Giappone che si può quasi dire non venga neanche coinvolto. Conclusioni sulla crisi del 29 1) I mutamenti degli anni Venti avevano reso il mercato dei prodotti, con lo sviluppo dei monopoli, e quello dei fattori molto meno flessibili e quindi era molto più difficile ristabilire automaticamente l’equilibrio dopo uno shock. Il mercato dei prodotti fa quindi si che la domanda non possa raggiungere l’offerta. La domanda è infatti bloccata da una parte perché i prezzi non cadono e dall’altra perché i prezzi diventano meno flessibili 2) Il gold standard fu reintrodotto a condizioni molto squilibrate con gli stati uniti che da debitori diventano creditori 3) Il ruolo della caduta della borsa di New York è stato enfatizzato: si sono avute crisi di borsa, sia prima sia dopo quella del ‘29, di maggiori proporzioni senza conseguenze così gravi. gold standard. Lo stato interviene quindi come prestatore di ultima istanza 22/11/2023 Nel 1936 lo Stato vara una nuova riforma bancaria Via di uscita dalla crisi per l’Italia: Autarchia → lo stato non solo attua un protezionismo passivo ma interviene/sostiene la produzione nazionale in agricoltura e in industria con sussidi attraverso il trasferimento diretto di denaro agli operatori. Il caso italiano tipico è quello della riforma agraria. L’autonomia produttiva viene attuata sostanzialmente in 2 modi: protezionismo + finanziamento diretto (sostegni diretti agli operatori). Riforma agraria del fascismo → l’intervento dello stato è finanziarie 2 cose: acquisto di macchinari (meccanizzazione dell’agricoltura). Il più grande produttore di macchinari agricoli era la FIAT di Torino. Quindi, questo significa sostenere anche l’attività industriale della Fiat. L’altra forma di finanziamento era legata alle terre. La riforma non funzionò perché la meccanizzazione richiedeva un grande investimento anche nella modernizzazione di altri elementi come i concimi (cosa non considerata). Inoltre, i latifondisti vendettero la terra ma quella meno produttiva. Corporazione → la corporazione è un’associazione di produttori organizzata per settori (setaioli, fabbri, muratori, orefici). Erano gli artigiani dell’Italia medievale che si erano organizzati per settori. La corporazione medievale aveva alcune caratteristiche principali: 1. Abilitava le persone (decideva chi poteva operare, forniva la patente); 2. Stabiliva il modo in cui si produceva, le tipologie di prodotto e, a volte, la quantità di produzione; 3. Fissava il prezzo (non era il singolo artigiano ma la corporazione che fissava i prezzi); 4. Controllava l’attività degli operatori (ti poteva anche cacciare). L’idea Medievale è trasferita nell’Italia degli anni ’30. Per decidere sulla quantità da produrre, vuol dire che negli anni ’30 decidevano gli investimenti. L’obiettivo era quello di organizzare la produzione per settori e imitando il modello medievale, il fascismo creò la camera dei fasci e delle corporazioni. (Il Senato Regio viene abolito). Devo ricordare che vengono create delle corporazioni per settore industriale. Inoltre, come le corporazioni medievali, quelle degli anni ’30 fasciste controllano le attività dei singoli soci/componenti abilitando, decidendo l’attività/gli investimenti, fissando il prezzo, escludendo/controllando l’attività. Infine, hanno anche una funzione politica. A capo di ogni corporazione il governo nominava un membro del partito fascista. Le corporazioni fasciste controllavano l’attività per cui si avvia un meccanismo del controllo degli investimenti reciproci. Qualsiasi investimento doveva essere autorizzato dal ministero dell’economia delle corporazioni. Il dirigismo → come quello tedesco → intervento dello stato nel sostenere lo sforzo bellico (l’economia delle armi) Il New Deal è legato a Roosevelt che vince le elezioni nel 1932 con l’idea di abbandonare le vecchie politiche. Il New Deal ha molte somiglianze con ciò che viene fatto dal fascismo e nazismo. Il New Deal è sostanzialmente l’intervento dello stato con una politica economica espansiva. La politica economica espansionistica deve essere una politica di natura anticiclica sostenendo la domanda per contrastare la crisi. Quindi solo quando la domanda ha raggiunto l’offerta lo stato si ritrae, l’intervento espansionistico è quindi congiunturale (lo stato interviene solo quando c’è la crisi) e non strutturale. Le politiche espansionistiche adottate: - riforme per evitare nuove crisi (banche, borsa) - abbandono del gold standard - stimolo ai consumi → investimento pubblico in infrastrutture, programmi per ridurre la disoccupazione - sostegno al settore agricolo (prezzi, finanziamento) - migliorare la distribuzione del reddito → misure sociali (Wagner Act, Social Security Act) 23/11/2023 Il New Deal ha l’idea di rinnovare la democrazia liberale americana e di ricercare un nuovo modello economico. L’idea essenziale è quella di un’alternativa al capitalismo liberale e al modello sovietico. Obiettivo principale del New Deal è la ripresa economica attraverso :  Un intervento diretto dello stato in economia (Stato regolatore)  Una serie di riforme sociali Lo stato interviene solo dove ci sono i fallimenti del mercato Il New Deal si è occupato principalmente della ripresa economica e delle riforme sociali nei settori di: agricoltura, banche, sistema monetario, mercati mobiliari, lavoro, sicurezza sociale, sanità, alloggi, trasporti, comunicazioni e risorse naturali. Quali furono le principali riforme del New Deal? 1. Il sistema bancario 2. Sistema monetario 3. Reflazione 4. Industria e agricoltura 5. Disoccupazione 6. Disuguaglianza di reddito Sostenere l’occupazione e i consumi per alimentare la domanda C’è un tentativo di ripristinare la solidità del sistema bancario e di riconquistare la fiducia dei consumatori attraverso il Banking Act Il Banking Act è una riforma bancaria che nel 1933 porta a:  un’abolizione della banca mista e quindi l’abolizione della partecipazione bancaria al capitale delle imprese  un’autorità di controllo sulla Borsa valori Il Banking Act verrà poi abolito negli anni 80 Per quanto riguarda la riforma del sistema monetario c’è  Abbandono del gold standard che porta a una svalutazione del dollaro per favorire le esportazioni statunitensi  Abbandono delle politiche restrittive con un’espansione monetaria e creditizia Il New Deal è quindi una politica protezionistica Per quanto riguarda la reflazione: L’idea americana è quella di far salire i prezzi e fissare i salari e i prezzi in modo che non possano scendere ulteriormente. Questo è quindi un tentativo di garantire un livello minimo di reddito e consumo. (se il prezzo (?) o i salari sono inferiori rispetto a quelli stabiliti lo stato ci mette la differenza, sussidi) (utilizzare la spesa pubblica per fissare i prezzi) Industria e agricoltura: riduzione della produzione (pagamenti di sussidi governativi come compensazione per la riduzione della produzione) Lo stato effettua anche un intervento per regolamentare l’attività delle imprese (National Industry Recovery Act, 1933) National Industry Recovery Act (1933): 1. non impiegare persone di età inferiore ai 16 anni 2. settimana lavorativa massima di 40 ore 3. salario minimo di 12-15 dollari a settimana per gli impiegati e i venditori del settore dei servizi 4. salario minimo di 40 centesimi all'ora per i lavoratori delle fabbriche 5. non ridurre i salari esistenti che sono attualmente al di sopra dei minima Altra idea del New Deal è il Il National Labor Relation Act (Legge Wagner, 1935) che:  Garantisce ai lavoratori il diritto di iscriversi ai sindacati e il diritto, per i sindacati, di contrattare collettivamente.  I sindacati hanno contribuito all'aumento dei salari e del tenore di vita generale dei lavoratori dell'industria. Il New Deal introduce anche dei sussidi per i disoccupati e lavori pubblici (collocamento per i disoccupati):  le persone venivano assunte dalle agenzie governative per svolgere varie attività, tra cui la costruzione di strade, dighe ed edifici.  artisti, scrittori e musicisti furono sostenuti nel loro lavoro: lo Stato federale investì nella cultura americana Infrastrutture gestite dallo stato che garantiscono il collocamento dei disoccupati (spesa pubblica che sostiene l’occupazione) Tra le più importanti  *** imprese non rispondono agli incentivi del mercato. Le imprese infatti dovevano solo rispettare i dettami del piano che venivano stabiliti ogni 5 anni senza nessuna verifica. La fissazione dei sistemi produttivi??? Generava un fenomeno di sovrapproduzione che non teneva conto delle richieste e dei bisogni (ovvero della domanda). Si cercava infatti di sfruttare al massimo le risorse creando pero sovrapproduzione. Maturano quindi:  incertezze nei rifornimenti e nelle forniture di macchinari e pezzi di ricambio  scarso incentivo all’innovazione e rischio di fallimento degli obiettivi  c’era una determinazione arbitraria dei prezzi → non rispondono né ai costi di produzione né al mercato → non consentono un controllo dell'efficienza delle imprese Ricordare la nascita del modello comunista sovietico e la pianificazione integrale. LENIN inventa lo stato sovietico mentre STALIN l’economia sovietica 29/11/2023 QUESTO NON SERVE PER L’ESAME La seconda guerra mondiale è il periodo in cui c’è il maggiore impiego di risorse. Questa mobilitazione delle risorse è possibile grazie al riassorbimento e all’impiego dei fattori sottoutilizzati. La mobilitazione di risorse straordinarie in particolare la forza lavoro femminile e la diminuzione dei consumi e l’aumento della giornata lavorativa. Fondamentale è soprattutto che la guerra impiega molte risorse per la battaglia per poi distruggerle. In aggiunta alla prima guerra mondiale oltre ad avere un costo elevato è anche una guerra che distrugge e rende ovviamente necessario ricostruire tutto. La distruzione non colpisce solamente palazzi e documenti ma porta alla distruzione dei fattori produttivi, c’è quindi un blocco economico (l’Europa non ha quindi solamente un problema di costo della guerra ma anche della ricostruzione) (distruzione di fabbriche, ferrovie ecc.). Tutto ciò ha come effetto ultimo la caduta dei redditi, l’Europa che esce dalla seconda guerra mondiale presenta infatti anche un elevato livello di povertà e miseria. La seconda guerra mondiale con il suo carico di distruzione blocca anche il commercio internazionale con come unica eccezione gli Stati Uniti che non presentano alcuna distruzione di ferrovie, industrie ecc. .Negli Stati Uniti il sistema economico produttivo porta a una crescita commerciale e della produttività portandola ad uscire dalla crisi degli anni 30. C’è inoltre un mutamento del mercato del lavoro con la manodopera femminile e numerosi stranieri che vengono forzatamente portati a lavorare negli stati uniti. La guerra ha anche una serie di ricadute in termini di innovazione tecnologica che acquistano importanza rilevante in seguito con l’energia nucleare, l’aviazione e il progetto di navigazione spaziale. La guerra porta all’Europa e ai paesi occidentale nel 1945 con la fine della guerra. Per gli storici economici dalla primavera del 1945 fino al gennaio del 1953 al è considerato il periodo di ricostruzione. L’economia si ricostruisce con due idee:  Sul piano politico ci sono due nuovi soggetti ovvero gli Stati Unii e gli URSS (porta alla guerra fredda). L’Europa viene divisa in due tra i paesi demografici alleati con gli stati uniti e le repubbliche popolari legate con l’unione sovietica  La seconda idea vede invece uno scontro economico  Avvio del confronto tra il modello capitalistico e il modello di piano fuori dall’economia economica  La corsa agli armamenti Altro importante aspetto è la nascita della repubblica popolare cinese. POSSIBILI DOMANDE D’ESAME La conferenza di Bretton Woods (1944): è una conferenza internazionale . Questa conferenza unisce 130 Paesi. Alla conferenza partecipano anche i paesi dell’est Europa ovvero del blocco sovietico. Questa conferenza fa una dichiarazione fondamentale ovvero il nuovo ordine economico mondiale si basa sulla fine del nazionalismo economico e quindi si basa sul libero scambio . Inoltre c’è la creazione di strumenti per risolvere i problemi monetari e di bilancia dei pagamenti ovvero la creazione di un sistema internazionale dei pagamenti . Si torna quindi a un sistema dei cambi fissi ovvero il gold standard con però il dollaro americano che è l’unica banconota convertibile all’oro. Quello che è cambiato è che vengono creati una serie di meccanismi di cooperazione monetaria. I sistemi di cooperazione monetaria sono due:  il fondo monetario internazionale  la banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (oggi banca mondiale) Il fondo monetario internazionale non è una banca ma è una istituzione sovrannazionale ovvero una istituzione che vede la partecipazioni di tante nazioni con una quota. Il fondo ha sostanzialmente due obiettivi:  regolare il sistema monetario internazionale e il sistema dei cambi fissi  presta denaro ai paesi che hanno degli squilibri delle bilance commerciali e dei pagamenti per evitare attacchi speculativi e sui cambi e per concedere maggiore tempo per i necessari aggiustamenti strutturali In cambio per ciò chiede di attuare politiche monetarie e fiscali indicate dal fondo monetario per ridurre lo squilibrio della bilancia commerciale e dei pagamenti. Influenza così le economie dei singoli stati. La seconda istituzione che serve a regolare la bilancia commerciale e dei pagamenti è la banca mondiale. Questa è una banca che presta denaro a lungo termine per lo sviluppo economico NON occupandosi del sistema monetario e finanziario. L’Italia è il primo caso di intervento della banca mondiale che interviene con un prestito per la costruzione della cassa per il mezzogiorno. Woods si pone il problema dello sviluppo economico ovvero intervenire sul lato della domanda . Dietro la creazione di questi due fondi c’è come principio quello di evitare tutti gli errori commessi negli anni 30. Viene introdotta da Woods anche una terza strada ovvero nel 1948 nasce il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade). L’idea è quella di creare un terzo organismo sovrannazionale che gestisce il commercio internazionale riducendo i dazi per favorire il libero scambio. Questo accordo prevedeva una serie di riduzioni dei dazi con una eliminazione dei contingentamenti e con la riduzione dei dumping, dei cartelli e delle discriminazioni dei paesi. Questi accordi si chiamano round e segano una riduzione dei dazi e lo sviluppo del commercio internazionale. I più importanti sono quelli chiamati Kennedy round che porta a una grandissima riduzione dei dazi. Gli anni 90 inoltre sono segnati da una grande riduzione per via della globalizzazione. Le tre parole chiave del sistema descritto sono: REGOLAZIONE(*), COOPERAZIONE (l’idea era che per il fondo monetario internazionale e la banca mondiale l’Italia contasse quanto gli Stati Uniti e beneficiasse di interventi e aiuti. L’Italia è un esempio) E COMMERCIO (il commercio nazionale è un fattore di crescita) 30/11/2023 RICOSTRUZIONE POST BELLICA Il problema dei paesi europei non riguardava il commercio ma la sopravvivenza. Nel 1943 c’è un primo programma di aiuti gestito dalle Nazioni unite L’URSSA . Alla fine della prima guerra mondiale gli stati uniti scelgono di sostenere la società europea . L’Europa viene ricostruita a partire da un principio, ovvero gli Stati Uniti vogliono ricostruire l’Europa evitando gli errori del trattato di Versailles. Dietro ciò c’è una ragione economica ovvero si cerca di evitare la crisi della sovrapproduzione individuando nella crescita economica dell’Europa un mercato di sbocco. L’amministrazione americana fa sua la scuola dell’instabilità, è infatti un problema di crescita (Necessità di far crescere l’Europa). La ricostruzione dell’Europa parte dal ricostruire le infrastrutture, ricostruire il sistema produttivo e risanare la carestia di materie prime. L’Europa del 46 è infatti un’Europa che non ha un sistema economico, le entrate prodotte dalle esportazioni infatti non riuscivano comunque a garantire la ripresa. Inoltre ciò che era rimasto in Europa (quindi non distrutto) era troppo vecchio e non era stato rinnovato. Altro grande problema era l’assenza in Europa di una moneta internazionale (non avevano il dollaro). Ricostruire l’Europa era anche una questione politica ovvero non concedere tutta l’area dell’Europa all’Unione Sovietica. Il problema è quindi come intervenire per ricostruire l’Europa. La soluzione è conosciuta con il nome di piano Marshall nel giugno del 1947. Il generale Marshall era in quel momento il segretario di stato, questo si reca ad Harward e annuncia il proprio piano. Questo viene firmato dal successore di Roosevelt ovvero Truman. Il piano Marshall è sostanzialmente: -Un piano di aiuti, tra il 1948 e il 1952 gli stati uniti trasferiscono risorse finanziarie e tecnologiche dagli stati uniti all’Europa. Arrivano infatti aiuti per 14 miliardi di dollari di cui vanno aggiunti oltre 6 miliardi di prestiti e 4 miliardi di aiuti militari. Le cose importanti però sono due:  Gli stati uniti NON vogliono indietro i debiti . È un piano di aiuti e non un piano di rientro dal debito (diverso dal patto di Versailles)  È un trasferimento di tecnologia (impianti fisici). La tecnologia americana arriva in Europa. Si traferisce quindi il modello del capitalismo manageriale dagli stati uniti all’Europa. Ciò funziona in quanto innanzitutto viene creata un’organizzazione multilaterale, un nuovo istituto sovrannazionale che dovrebbe gestire l’europian recovery program ovvero l’ OECE . Questa era l’organizzazione europea per la cooperazione economica. La sua funzione era quella di coordinare tutti i paesi aderenti al piano Marshall negativi sono invece i rischi di distorsioni ovvero l’eccessiva presenza dello stato in alcuni settori e l’utilizzo eccessivo del debito pubblico per sostenere il ruolo dello stato in economia con il rischio di un indebitamento cronico. l’economia mista ha determinato l’affermazione della terza rivoluzione industriale nell’asse atlantico. L’economia mista porta a uno sviluppo dell’offerta. Le ragioni dello sviluppo dell’offerta sono principalmente:  Una crescita degli investimenti con profitti elevati, un aumento del reddito e dei risparmi e mobilità dei capitali  Sviluppo di energie e materi prime a basso costo  Crescita della produttività agricola con un’espulsione di manodopera agricola verso l’industria e una riduzione dei prezzi  Liberalizzazione dei commerci. Gli anni 50 e 60 sono caratterizzati da vantaggi comparati ed economie di scala  Istituzioni per promuovere la crescita nazionale e internazionale Il lato dell’offerta è collegato anche al cambiamento nel mercato del lavoro con:  Calo della disoccupazione e una crescita del lavoro femminile  Istruzione, formazione e crescita del livello professionale  Migrazione verso i paesi più Dal lato della domanda si registra una crescita dei salari e una migliore distribuzione del reddito che porta a un aumento dei consumi. Le ragioni sono la crescita dei salari. Tutto ciò determina una crescita della domanda. Dietro questo meccanismo c’è un rapporto molto semplice, i salari crescono perché cresce la produttività. L’economia quindi si fonda su un assioma, non è più la teoria quantitativa della moneta ma è una semplice formula ovvero produttività=salario (i salari devono crescere quanto la produttività e viceversa. Diventa quindi una questione di politica economica). Questo processo vede una leadership americana (gli stati uniti guidano questo modello). Nel 1945 gli USA realizzano il 50% della produzione mondiale e il 70% nel 1971. Questo è legato:  al ruolo delle multinazionali  al primato tecnologico e finanziario  alla centralità del dollaro con il sistema di Breton Woods Le difficoltà legate agli stati uniti sono:  il costo dell’impero (forte spesa militare, guerre e sostegno agli alleati)  Dalla metà degli anni 60 si registra un forte debito pubblico con una crescita del deficit della bilancia dei pagamenti  Il primato tecnologico e finanziario americano è legato alla terza rivoluzione industriale con una perdita della capacità competitiva Durante il periodo dell’economia mista l’Europa cresce più velocemente degli USA e diminuisce il gap tecnologico. I due paesi che crescono più velocemente sono quelli che hanno perso la guerra ovvero l’Italia e la Germania dell’ovest. Come ha fatto l’Europa ad agganciare gli stati uniti e ridurre il gap tecnologico?  Il consenso sociale per mantenere l’aumento dei salari al disotto dell’aumento della produttività. Si punta infatti a politiche che favoriscono la piena occupazione. Questo serve per favorire gli investimenti  Aumento della scolarizzazione  Investimenti pubblici in ricerca e sviluppo con lo stato che sostiene anche gli investimenti privati  Applicazione del modello dell’economia mista ai paesi europei ovvero politiche di cooperazioni 06/11/2023 L’integrazione europea il successo del piano marshall contriubisce a favorire il processo di integrazione europeo, il processo di integrazione è la creazione di un unione di stati (quelli dell’europa occidentale) che parte dalla dimensione economica. L’OECE diventa l’organizzazione sovrannazionale che si deve copiare per creare l’unione europea. Il processo di integrazione europea nasce con la CECA (comunità europea del carbone e dell’acciaio). Il processo di integrazione europea deve partire dall’integrazione dei mercati, viene infatti abbandonata l’idea di creare un’integrazione politica. La CECA inoltre:  La CECA è l’applicazione (di due modelli) del sistema dei vantaggi comparati e del trattato di Cobden- Chevalier ai sei paesi aderenti ovvero Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia  (La CECA inoltre non è altro che lo Zollverein)  La CECA mette d’accordo due paesi che avevano sperimentato la prima e la seconda guerra mondiale ovvero la Francia e la Germania che si ritrovano a cooperare  La CECA nasce come area di libero scambio del carbone e dell’acciaio  La CECA consente la ricostruzione dell'industria pesante tedesca La CECA è un fenomeno che tra il 1950 e il 1957 porta a una ripresa economica in Europa Il successo della CECA porta alla CEE che viene istituita nel 1957 con i trattati di Roma . Questa è importante perché riprende la struttura di funzionamento della CECA ovvero è un istituto sovrannazionale. L’idea è quella di creare un istituto sovrannazionale per gestire un mercato comune. C’è quindi una libera circolazione delle merci, dei lavoratori e dei capitali. La seconda idea fondamentale è che oltre alla creazione di un mercato comune porta a un processo di abolizione dei dazi tra i paesi aderenti. Quello che viene aggiunto sono le cosiddette politiche comuni verso l’esterno. La componente più rilevante delle politiche comuni è la PAC ovvero il sostegno all’agricoltura . L’elemento fondamentale della PAC è la creazione di un fondo sovrannazionale che distribuisce risorse tra gli stati membri, è il modello delle politiche strutturali di intervento. Questo vuol dire che c’è una quantità di risorse che vengono messe in comune e non vengono distribuite per quote nazionali ma in base a una scelta sovrannazionale. COSA è IMPORTANTE PER L’ESAME DI QUESTO (La CEE è la creazione di un mercato comune e quindi la libera circolazione di merci, dei capitali e dei lavoratori. Politiche strutturali di sostegno ovvero le politiche comuni con l’idea di creare un fondo sovrannazionale…..) La CEE porta poi all’allargamento della comunità. Il boom dell'interscambio fra i paesi aderenti e i positivi effetti economici che ne derivano generano una forte attrazione: - 1973 entrano Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca (è importante che la Gran Bretagna decide di essere uno dei paesi della CEE) - 1981 Grecia - 1986 Portogallo e Spagna (l’ingresso della Grecia, del Portogallo e della Spagna hanno dietro importanti questioni: nella CEE entrano i paesi del sud dell’Europa che erano tutte ex dittature militari) - 1995 Svezia, Austria e Finlandia - tra il 2004 e il 2007 altri dodici stati dell'Est europeo (Quest’ultimo è l’allargamento che va verso l’est Europa(sono entrati quindi i paesi dell’unione sovietica ovvero con economia pianificata).) Per l’esame serve ricordare solo le date Lo stesso modello viene adottato in un area completamente lontana dagli stati uniti, ovvero dal Giappone. Il Giappone è il paese che esce sconfitto dalla guerra peggio di tutti, come l’Italia e la Germania diventerà uno dei paesi di maggiore ripresa e sviluppo economico. Il Giappone vive un periodo di amministrazione controllata dal governo americano, gli americani impongono il modello del capitalismo manageriale e il modello dell’economia mista . A sostenere questo avvio del modello c’è la domanda generata dalla guerra di corea. Questo trasferimento che avviene tra il 1947-1953 porterà a un modello nazionale, il modello giapponese. Importante è:  che il modello Giapponese si fonda su un’abbondanza di capitale e di lavoro  Il Giappone inoltre aggiunge a questo modello lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e organizzativa arrivando a creare il toyotismo e il just in time. (acquisizione della tecnologia occidentale per poi esportarla con innovazioni implementate) .(Importante è anche l’elemento culturale ovvero nel mondo asiatico l’idea del copiare non è negativo ma è un modo di acquisire tecnologia e conoscenza)  importanza delle esportazioni → Il Giappone si basa anche sul dumping (vendere a basso costo all’estero) per conquistare i mercati esteri. Collaborazione strategica tra imprese e MITI (Ministero del commercio estero e dell'industria) che finanziava il dumping mettendoci la differenza. L’economia mista arriva anche nei paesi decolonizzati (paesi periferici). Tutti i paesi appartenenti alle vecchie colonie francese, inglese, tedesco e italiano dal 46 in poi iniziano un processo di indipendenza e autonomia che iniziano da quando la Gran Bretagna abbandona il protettorato dell’india. Importante è l’aspetto economico perché questi paesi a partire dall’india avviano La crisi energetica degli anni '70 si è verificata quando il mondo occidentale, in particolare gli Stati Uniti, il Canada, l'Europa occidentale, l'Australia e la Nuova Zelanda, hanno dovuto affrontare una sostanziale carenza di petrolio, reale e percepita, nonché prezzi elevati. Le due peggiori crisi di questo periodo sono state la crisi petrolifera del 1973 e la crisi energetica del 1979, quando la guerra dello Yom Kippur e la rivoluzione iraniana hanno provocato interruzioni delle esportazioni di petrolio in Medio Oriente. La crisi iniziò a svilupparsi con la produzione di petrolio negli Stati Uniti e in alcune altre parti del mondo che raggiunse il suo apice alla fine degli anni '60 e all'inizio degli anni '70. Conseguenze della crisi petrolifera: • il costo delle materie prime è aumentato (a partire dall’energia) (si passa dai 5 ai 33 dollari a barile) • i prezzi dei beni sono aumentati (inflazione da costi) (aumento inflazione) • Reazioni: Gli imprenditori hanno trasferito i maggiori costi sui prezzi dei beni per mantenere i guadagni precedenti (questo determina l’inflazione da costi) 13/12/2023 Crisi del 1973 che si ripete nel 79. Causa due effetti:  Passaggio da Keynesismo al neoliberismo  Fine dell’economia mista ed affermazione del turbocapitalismo La crisi degli anni 70 (crisi economica) è causata da una serie di cambiamenti della politica sociale (VEDERE BENE QUELLO DI SOPRA). Secondo contento importante è la guerra del Vietnam (con gli Stati Uniti che dalla seconda guerra mondiale in poi perdono tutte le guerre) che destabilizza e mette in crisi la potenza economica che guidava il sistema di Breton Woods e la golden age. Terzo fattore importante è l’autunno caldo che è la protesta del movimento operaio, diventa la messa in discussione del modello del capitalismo manageriale che aveva segnato la golden age. Nel 73 e 79 importante è il primo grande scontro tra l’America e il mondo islamico (guerra dello younchipur). In reazione a questa guerra l’OPEC alza il prezzo del petrolio. L’altra guerra è uno scontro politico tra gli stati uniti e l’Iran causata da una vicenda politica. (PENSO VADA BENE LA PARTE DI SOPRA DELLA VECCHIA LEZIONE) Le cause del declino della Golden Age (DA SAPERE A MEMORIA): 1. Le istituzioni NON sono più efficaci per il coordinamento delle politiche economiche (Viene abbandonato il sistema di Breton Woods) 2. Il pieno impiego delle risorse: aumenti salariali e calo della produttività (il sistema ha raggiunto la sua piena occupazione e alla fine degli anni sessanta ulteriori aumenti della produzione richiedono aumento dei salari e quindi causano un calo della produttività. Salta quindi il legame tra la produttività e i salari (i salari salgono più della produttività)) 3. Il gap tecnologico Europa-Usa si è colmato: è necessaria nuova fase di innovazioni tecnologiche (necessità di cercare nuove innovazioni 4. La liberalizzazione del commercio internazionale: arrivano nuovi competitori agguerriti. Le Tigri asiatiche e il Giappone (la liberalizzazione del commercio internazionale negli anni 70 diventa un problema in quanto si affacciano nuovi competitori, le tigri asiatici e il Giappone) 5. Prezzi delle materie prime in crescita (crisi del petrolio, salta uno dei pilastri fondamentali della terza rivoluzione industriale) 6. Speculazione finanziaria: i petrodollari. I paesi arabi investono in Occidente (Negli anni 70 nascono una serie di mercati finanziari secondari con fenomeni di speculazioni finanziaria che parte dai cosiddetti petrodollari. Il sistema di regolazione dei flussi finanziari previsti da Breton Woods va in crisi. I protagonisti di ciò sono l’unione Sovietica e i paesi arabi) 7. Politiche economiche nazionali espansive finanziate con moneta e debito: inflazione (Le politiche economiche nazionali generano una inflazione da costi) 8. Le politiche di welfare costano molto (con l’aumentare della popolazione e della speranza di vita il costo aumenta) Dal 1965 molti dei fattori di crescita scompaiono: 1. Dal 1968 in quasi tutti i paesi occidentali i salari aumentano 2. Le economie occidentali raggiungono la piena capacità produttiva 3. Nel 1973 finisce il sistema di Breton Woods ovvero c’è la fine del dollar gold standard con un ritorno a un sistema dei cambi flessibili che è molto instabile sul piano monetario. 4. Crescita dei prezzi delle materie prime (shock petrolifero) La crisi energetica degli anni 70 si verifica quando tutto il mpondo occidentale ha un problema di carenza del petrolio con il loro sistema industriale che nel 73 arriva fondato su produzioni che hanno uso del petrolio (modello industriale legato al petrolio) proprio per questo aumentando il prezzo del petrolio questo diventa un problema. Dalla crisi petrolifera degli anni 70 si genera come effetto un eccesso di diversificazione delle fonti energetiche. Le guerre petrolifere portano il problema del costo dell’energia. Il meccanismo è molto semplice in quanto il costo delle materie prime aumenta e quindi aumenta il costo di produzione causando anche un aumento dell’inflazione con un aumento dei prezzi dei prodotti finiti. tutto ciò determina la STAGFLAZIONE (stagflation): stagnazione (del PIL) + inflazione In economia, con il termine stagflazione si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell'economia in termini reali (stagnazione economica). In pratica, inflazione e stagnazione economica decretano una crescita zero del Prodotto interno lordo (Pil), con evidenti conseguenze anche sul debito pubblico del Paese. È generata dall’inflazione da costi e l’automatica conseguenza della diminuzione di domanda (calando così il fatturato). Ciò che è inconsueto (e che fa riferimento alla crisi del 1873) è l’aumento della disoccupazione. Infatti l’inedita combinazione di stagnazione economica e inflazione (stagflazione) costituì un fenomeno del tutto nuovo che contraddiceva la “curva di Phillips”, in base alla quale si credeva che disoccupazione e inflazione fossero tra loro inversamente correlate (come in effetti era accaduto fino ad allora). Negli Stati Uniti, nel corso degli anni ’70, si passa da un’inflazione del 4,5% ad una pari al 15%, ed Inghilterra si arriva ad oltre il 20%. Il tasso di di disoccupazione negli Stati Uniti era, nel 1978, pari a circa il 15% mentre in Italia circa del 25% con un’inflazione del 15%. Si tratta di un dato comune a tutti i paesi OCSE. In quel mondo si profila nuovamente la drammatica insicurezza ed instabilità degli anni ’30. I due vincoli per l’ulteriore crescita furono proprio l’effetto inflazione sulla domanda e il fatto che le aziende vogliono far rimanere i profitti alti, quindi devono ricorrere al licenziamento. Fu proprio a partire da questo secondo shock che vennero presi dei provvedimenti più seri, soprattutto dagli Stati Uniti, per ridurre il consumo o comunque per farne un uso più ponderato. Nasce infatti in questo periodo la ‘questione ambientale’. = Lo stato interviene in economia con un nuovo obiettivo: difendere i livelli occupazionali (alti costi per il bilancio pubblico). Il sistema di Bretton Woods salta proprio per questo: la moneta viene svalutata. Il disperato tentativo di molti governi occidentali per recuperare la competitività avviene svalutando la moneta (inflazione da svalutazione). Nel breve periodo la moneta in circolazione aumenta (quindi il potere di acquisto), ma nel medio-lungo periodo le esportazioni aumentano ma le importazioni diventano più costose (ed era necessario importare il petrolio). Per contrastare la disoccupazione interviene lo stato, che acquisisce l’imolese sull’orlo della crisi (= svalutazione, che fa saltare il sistema dei cambi, e salvataggi sono gli elementi caratterizzanti). Lo stato non acquisisce per lo sviluppo industriale delle aree depresse ma per garantire i livelli occupazionali (cambia la missione dell’impresa pubblica). Quindi, di fronte alla stagnazione gli stati e le classi dirigenti degli anni ’70 non hanno la capacità di aggredire contemporaneamente inflazione e disoccupazione. Matura, alla fine degli anni ’70, l’idea che il modello economico dell’economia mista non aiuti in ciò in quanto la politica fiscale porta ad un aumento del debito pubblico e genera inflazione. All’inflazione da costi si aggiunge l’inflazione da moneta: si pensa sia necessario tornare alla politica liberale, così da intervenire sulla massa monetaria e modificare il ruolo dello stato imprenditore, quindi il suo ruolo nell’economia. = l’idea di una politica monetaria restrittiva e il ritorno di un modello di economia liberista con una cambiamento nel tipo di intervento da parte dello stato Le prime voci contro il pensiero dominante dell’economia mista furono quelle della scuola dei monetaristi guidata da Milton Friedman dell’università di Chicago, con l’idea che la crescita è data dal rapporto fra l’offerta e la moneta. L’idea è quella che la crescita economica dipenda dall’offerta e dalla politica monetaria (che deve essere restrittiva). Infatti i provvedimenti di salvataggio sono costosi ed hanno come conseguenza quella di indebitare lo stato. Si sceglie quindi di tornare alla politica economica restrittiva degli anni ’20, quella liberale. L’idea è quella che si debba aumentare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, con la novità di intervenire anche sull’economia A partire da ciò avviene negli anni ’80 in America lo smantellamento del sistema di Bretton Woods: l’amministrazione americana abolisce l’attività di controllo sulla borsa e tutto quanto stabilito nel New Deal. D’altronde si trattava solo di concludere un processo già in atto dagli anni ’60, in quanto al New Deal già erano state applicate delle deleghe importanti, per cui era già stato minato come sistema, e in particolare il mercato dell’euro-dollaro e il mercato dei petrodollari (spiegato meglio a pg. 241-242). Le deleghe sono: Nel ’63 l’URSS deposita dollari presso le banche occidentali, le quali investono queste somme nel mercato finanziario occidentale e restituiscono all’URSS i rendimenti. Negli anni ’60 c’è un notevole flusso di denaro tra il continente sovietico alle banche occidentali, e tutto ciò non era previsto da Bretton Woods, interessando soprattutto la Svizzera e Milano. I soldi vengono investiti nelle borse europee e i profitti vengono trasferiti nell’Unione Sovietica: creazione del primo mercato secondario. La seconda deroga riguarda il soggetto, in quanto ora gli investitori sono i produttori di petrolio e i profitti da loro generati finiscono investiti nelle banche e nelle borse europee (quindi non localmente)> sviluppo di una finanza alternativa. Si trattava quindi del processo di crescita di investimenti rischiosi finanziati dagli eurodollari. Negli anni ’80 si sviluppano una serie di nuovi prodotti finanziari che amplificano questo bacino di investimenti, tra cui rientra l’ingegneria finanziaria (la cui nascita parte proprio dal mercato degli eurodollari). L’ingegneria finanziaria Anni '80: il mancato rimborso dei prestiti bancari suggerisce una serie di innovazioni finanziarie per rendere liquidi i prestiti (che si vendono e si comprano, e si specula sui rendimenti). Il principio era vendere crediti a sconto, così da recuperare denaro contante ed effettuare altre operazioni Nuovi titoli azionari: derivati, hedge funds, asset backed securities (abs), credit defalut swaps (cds); collateralized debt obligations (cdo): rendimenti elevati sia per le banche che per i risparmiatori. 2. Monetarismo – Milton Friedman Il monetarismo è una scuola di pensiero che sottolinea il ruolo dei governi nel controllo della quantità di denaro (no politica fiscale) in circolazione (il ruolo dei governi rimane ma cambia l’ogetto). La teoria monetarista afferma che le variazioni dell'offerta di moneta hanno una grande influenza sulla produzione nazionale nel breve periodo e sui livelli dei prezzi su periodi più lunghi. I monetaristi affermano che gli obiettivi della politica monetaria sono meglio raggiunti puntando sul tasso di crescita dell'offerta di moneta piuttosto che impegnandosi in una politica monetaria discrezionale (=importanza alle banche centrali). Il monetarismo è associato principalmente al lavoro di Milton Friedman, che è stato tra la generazione di economisti ad accettare l'economia keynesiana e poi a criticare la teoria di Keynes di combattere le recessioni economiche usando la politica fiscale (spesa pubblica) > bisogna tornare alla politica monetaria. Friedman e Anna Schwartz scrissero un libro influente, A Monetary History of the United States, 1867-1960, e sostennero che "l'inflazione è sempre e ovunque un fenomeno monetario”. Nb: questo libro è il punto di partenza della teoria dei giochi. -> A partire da questa teoria la Federal Reserve ha spinto il tasso di interesse a breve termine, dal 10% al 15%. Questo fatto ha spinto l'economia in due recessioni successive (come era successo negli anni ’30). Disoccupazione all'11% e inflazione sotto il 4%. Il tasso di interesse reale negli USA è aumentato e così il capitale è andato al mercato finanziario di NY. C’è stato un ‘gioco’ tra breve e lungo periodo. 3. Privatizzazione e deregolamentazione Privatizzazione: Se un governo privatizza un'azienda, un'industria o un servizio che è posseduto e controllato dallo Stato, cambia la sua proprietà in modo che diventi privata e di proprietà di un individuo o di un gruppo. L’obiettivo è favorire la competizione riducendo i prezzi. Questo negli anni ’80 è stato necessario per il costo elevato che lo stato stava iniziando a fronteggiare con i salvataggi, oltre che matura un condizionamento politico: molte imprese pubbliche vengono gestiti da partiti politici e il controllo di questi ha determinato un’inefficiente allocazione degli investimenti, oltre che diffusi casi di corruzione e clientelismo > matura una concezione negativa dell’impresa pubblica. Tra gli anni ’70 e ’80 l’impresa pubblica non sembra investire nell’innovazione tecnologica Deregolamentazione: è il processo attraverso il quale i governi e gli stati cessano i controlli del mercato e rimuovono le restrizioni nell'economia al fine di incoraggiare le operazioni di mercato, che in questa misura sarebbe considerato come un organismo di autoregolamentazione. Sono due elementi che vanno di pari passo. Il fenomeno delle privatizzazioni investirà anche Asia e America Latina oltre che Europa > fenomeno globale. Le privatizzazioni avvennero in questo ordine: ha avvio nel Regno Unito e la prima azienda fu la British Petroleum Seguì la Francia Poi l’Italia, che in quanto a numero fu seconda solo all’Inghilterra, per un importo pari a circa 100 miliardi di dollari (pari all’8% del PIL nel ’95), e riguardò soprattutto l’IRI e le banche. Perché privatizzare? Una prima ragione era l’efficenza economica, quindi l’idea che le imprese private fossero più efficienti nel generare redditi e profitti e che la competizione avrebbe ridotto i prezzi sul mercato, beneficiando gli utenti. Le privatizzazioni avrebbero inoltre sviluppato il mercato finanziario tramite la collocazione di azioni sul mercato (rifornimento del mercato borsistico) facendosi conoscere anche a livello internazionale. La terza ragione è che la privatizzazione doveva rifornire le casse dello stato. Come privatizzare? Si ricorre all’offerta pubblica di vendita, al Golden Share (il “nocciolo duro”) e l’impresa pubblica collettiva (public company o azionariato diffuso). L’offerta pubblica di vendita è stata quella più seguita dalle economie occidentali nel quale la borsa aveva grande peso, prima fra tutte la Gran Bretagna, e consisteva nella vendita del capitale azionario nella borsa valori. La Golden Share prevedeva invece la vendita parziale del capitale azionario e la conservazione di una quota di controllo da parte dello stato, per garantire un controllo indiretto (in Italia avvenne con Eni, Enel e Poste Italiane). L’ultima modalità fu adottata in gran parte delle vecchie economie pianificate e prendeva la distribuzione di voucher convertibili in azioni alla popolazione, al fine di creare un vasto azionariato popolare per quote limitate. -> Questo va di pari passo e genera il turbocapitalismo, ovvero il primato della finanza sull’industria. Dopo il 1979 le istituzioni hanno favorito la comunità finanziaria. La fine della spirale inflazionistica ha costretto le aziende a ridurre i salari e a sviluppare tecnologie innovative (la riduzione della forza lavoro e la riduzione dei prestiti per i macchinari erano più costosi). Da una parte c’è l’intenzione di mantenere bassi i salari e spingere verso l’innovazione tecnologica; dall’altra c’è un nuovo ruolo del sistema bancario. Da "Istituzioni" per il finanziamento della produzione e del consumo a "Credito alle imprese" per il profitto dell'ingegneria finanziaria utilizzando l’ingegneria finanziaria. Dal Glass Stegall Act (1930) alla "deregolamentazione degli anni '90": le banche d'investimento utilizzano i depositi dei clienti per commerciare: comprare e vendere azioni per generare profitti a breve termine. Le banche americane e poi quelle europee operano in brevissimo tempo, per scopi speculativi e non per sostenere attività produttive.
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