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La Rivoluzione Economica del 600 in Olanda: Da Agricoltura a Mercato, Appunti di Storia Economica

Storia dell'OlandaStoria dell'industrializzazioneEconomia di mercatoStoria dell'EconomiaLiberalismo

La transizione dal sistema agricolo al mercato in Olanda nel 600. Il processo inizia con la trasformazione dell'agricoltura e dell'inurbamento, che consentono il commercio di prodotti locali. La manifattura di beni primari viene sostituita dalla produzione di beni mercantili, come armi e energia naturale. Il mercante imprenditore diventa un banchiere e il mercato urbano e rurale si integra. anche dei pregi e limiti del mercato imprenditore.

Cosa imparerai

  • Come è legata l'economia di mercato al liberalismo?
  • Quali sono i pregi e i limiti del mercato imprenditore?
  • Quali sono gli elementi che permettono la crescita economica e l'affermazione dell'economia di mercato?
  • Come è legata la produzione artigianale urbana alla creazione del mercato?
  • Quali sono i processi che hanno portato alla creazione del mercato in Olanda nel 600?

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 05/04/2018

eugenia-bizzarri
eugenia-bizzarri 🇮🇹

4.3

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Scarica La Rivoluzione Economica del 600 in Olanda: Da Agricoltura a Mercato e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! STORIA ECONOMICA LEZIONE 2 Umanesimo—> integrazione del sistema economico nell’Europa moderna Nascita del liberalismo ( nuovo sistema politico) Cos’è l’integrazione del sistema? Il primo elemento che l’economia guarda è il sistema demografico. Sistema di reversibilità. Alta mortalità, alta natalità—> Malthus—> il sistema non è in grado di generare risorse aggiuntive per sostenere la crescita della popolazione. Malthus è stato soppiantato dalla divisione del lavoro. 1 AGRICOLTURA Si vedono 4 idee: -andamento demografico -sistema agricolo -manifattura e commercio -le istituzioni e politiche che gli stati faranno per favorire l’integrazione L’agricoltura è il settore centrale (punte estreme in Russia e Italia del sud). 1871—> primo censimento in italia; il 70% della popolazione era ancora dedita all’agricoltura. La ruralità è dominante ed è condizionata dal vincolo malthusiano. Il sistema agricolo dell’Europa dell’età moderna ha come primo obiettivo la sopravvivenza collettiva della comunità, che sia comune, signoria o ducato. Cioè il problema che ha l’europa dell’età moderna è quella di crescere la curva delle risorse, di garantire che ci siano abbastanza risorse per la sopravvivenza della popolazione; in caso contrario si casca in crisi, epidemie, guerre e catastrofi. Il rapporto popolazione risorse spinge a regolamentare e dire come si deve gestire la terra. La comunità, ovvero l’insieme della popolazione che siede in un territorio, decide come si gestisce la terra (non l’individuo o il singolo—> è una comunità che si da delle regole o “usi” per la gestione della terra). USI: 1) Agricoltura, fornitrice di risorse per la comunità, deve stabilire degli usi per delle terre in comune, gestite dalla comunità. C’è un uso della terra per il villaggio, per il signore e non per il singolo. 2) vengono stabilite delle regole per il pascolo, soprattutto si stabiliscono delle regole su che cosa si produce e quando si produce —> rotazione delle colture 3) il sistema deve introdurre regole collettive per gestire delle risorse. È un’agricoltura: - a gestione collettiva; è la comunità e l’insieme dei residenti che decide - estensiva—> ci vuole tanta terra per avere un po’ di risorse. Il grande prodotto da realizzare è il grano/ cereali. - È un sistema che non garantisce la disponibilità di risorse, è vincolato. - Rotazione agraria su ciclo biennale; maggese (per un anno non si coltiva). Il sistema non era in grado di utilizzare continuativamente la terra. 2 SISTEMI FONDIARI - Atlantico —> grande estensione di terra a bassa resa—> produzione di un unico bene, monoculturale - Mediterraneo—> grande estensione di terra a bassa resa—> modello pluriculturale - Campi aperti o “open fields”—> sono legati alla comunità di villaggio. I campi aperti sono la gestione della terra da parte di un villaggio. Il campo aperto è un insieme di appezzamenti attorno al villaggio. Questo insieme di appezzamenti ha diverse caratteristiche: • Non esiste la proprietà individuale • La destinazione è legata o indotta dalla sopravvivenza della comunità, è una destinazione plurale. Tutto questo porta a una serie di usi: • È il villaggio che decide la destinazione delle culture • Il villaggio attribuisce la terra ai contadini • Il primo raccolto è per la comunità, destinato al villaggio. - Terre comuni o “common lands”—> Sono terre che sono destinate per tutta la popolazione. Serve per due fonti: la legna e per l’alimentazione del bestiame. - Servitù collettive—> una parte del lavoro agricolo è destinato per uso dalla comunità all’attività per il villaggio, principe o signore. Anche la distribuzione della terra rispetta il vincolo malthusiano: ovvero far prevalere la collettività sul singolo. Campi aperti—> Nel 1600 tutto questo sistema viene progressivamente cambiato: è il primo scostamento verso il nuovo sistema economico. Gli storici l’hanno chiamata rivoluzione agricola e agraria; questa precede la rivoluzione industriale. Slogan: “ dalla comunità all’individuo”- dalla gestione collettiva della terra all’individualismo agrario. A simboleggiare questo cambiamento c’è la scomparsa dei campi aperti. Tra il 1570-1630 come previsto da malthus i prezzi agricoli salgono, soprattutto quello del grano. Questa crescita dei prezzi è determinata da flusso di oro e argento dalle colonie. Questo aumento dei prezzi agricoli spinge i signori a voler comprare gli appezzamenti dei villaggi, smantellare il villaggio. Vengono distrutti i villaggi perché i signori iniziano a espropriare i campi aperti. Contemporaneamente si introducono una serie di tecniche e innovazioni tecnologiche: è il primo spostamento dal sistema tradizionale. Malthus non aveva previsto che l’Europa cambiasse il sistema fondiario e dell’agricoltura. Finisce la gestione collettiva della terra a favore della proprietà privata. Non è un processo indolore o socialmente tranquillo per la popolazione. Il processo di privatizzazione dei campi aperti è un processo socialmente oneroso e comporta la trasformazione del contadino in salariato. Oppure nell’abbandono da parte del contadino in favore della città e di nuove attività industriali e mercantili. Il cambiare negli assetti e l’innovazione nella gestione della terra mettono fine al modello malthusiano. Nascono alcune innovazioni soprattutto in pianura padana e Olanda: -Fine dell’uso collettivo delle terre -Abbandono delle terre comuni e delle servitù collettive, in favore dell’individualismo agrario. -La rivoluzione agricola porta ad utilizzare la terra per produrre non per se stessi (autosufficienza) ma per vendere a qualcun’altro—> la riv. agraria e agricola del 1500 introduce il concetto di mercato (produco per qualcun’altro, sperando di coprire i costi di produzione e per fare profitto). IL CASO OLANDESE NEL XVII SECOLO (innovazioni introdotte in Olanda): • Prosciugare e bonificare la terra • Sostituzione della maggese con colture fertilizzanti (leguminose) • Fertilità tramite letamazione • Nuovi attrezzi • Colture industriali: lino e patata • Sviluppo dell’orticoltura La fine dei campi aperti porta ad una rivoluzione agricola e agraria e introduce nell’Europa del 1550-600 il concetto di proprietà privata. Quello che cambia è la disponibilità di un fattore economico: la terra. Si compra e si vende per produrre per un profitto: è il fattore economico che si mette in moto. Nel mercato si vende e con il profitto si comprano gli altri beni. La riv. agraria e agricola matura nell’Olanda del 600, era già presente nella pianura padana. Diventa importante in Olanda per due ragioni: - ragione storica: la specializzazione in Olanda viene bene perché esiste un mercato che è quello dell’area baltica, lega anseatica. - l’Olanda diventa nel 600 il fulcro della riv. che porterà poi anche ad una riv. commerciale. Perché l’Olanda e non la pianura padana? Siamo nel 600: gli olandesi sono liberi dalla dominazione spagnola (asburgo), la pianura padana no. In Olanda nel 600 si rompe l’asse negativo reversibile popolazione-risorse e si avvia un processo di creazione del mercato con un’attenzione che la creazione del mercato parte da un processo di trasformazione dell’agricoltura ed è legato profondamente all’inurbamento e creazione della città che permetta di commerciare questi prodotti. 3 IL SISTEMA DELLE MANIFATTURE La manifattura il settore secondario. In questa fase la manifattura occupa il 30% della forza lavoro e il 20% della produzione (o valore aggiunto), quindi occupa un valore marginale. La parola manifattura non è casuale: nel nostro cammino c’è prima la manifattura e poi l’industria. Qui no. In Europa c’è uno sviluppo sostenuto della manifattura e dei sistemi collegati alla manifattura. La manifattura è una realtà di trasformazione dei beni dove il lavoro, disponibilità di ore e di braccia è dominante sulla macchina. Nella manifattura il lavoro è preponderante rispetto al capitale. Nell’industria il capitale è preponderante rispetto alla manifattura. Oggi con il mercante imprenditore si ha invece la nascita della banca commerciale, cambia il concetto di banca. Essi hanno inoltre bisogno di gestire i flussi e la produzione, i processi di entrata e uscita, di contabilizzare (è completamente diverso dall’artigiano urbano). I flussi introducono il concetto di profitto: è l’idea che qualcuno fa previsioni, organizza la produzione e poi va a vendere per rientrare nei costi. C’è bisogno per fare ciò di contratti, regole stabilite e formalizzate. Il mercante imprenditore quindi introduce l’idea che il mercato ha bisogno di regole formali e di istituzioni che le facciano rispettare. Tutti devono rispettare le stesse regole e allo stesso modo, poiché regole uguali per tutti. Le istituzioni devono farle rispettare e devono far rispettare l’uguaglianza. Queste istituzioni nascono e si sviluppano solo in Europa—> è una delle grandi ragioni della fondamentale differenza tra Europa e resto del mondo. Infatti tutto ciò (tutte le regole informali) deriva da due grandi tradizioni europee: - Codice romano - Diritto canonico, cioè la legge con cui si regola e funziona la chiesa cattolica. Il mercato senza regole e istituzioni non può esistere. Lo stato gli garantisce l’applicazione dei diritti. Ecco che avviene il superamento delle corporazioni. PREGI E LIMITI DEL MERCATO IMPRENDITORE 1) evita i regolamenti corporativi 2) Offre una serie di prodotti nuovi che non sono più legati dalle regole stabilite dalle corporazioni 3) sfrutta la disponibilità locale di materie prime e organizza una risorsa che potenzialmente secondo Malthus poteva diventare un fattore di stagnazione: perché sfruttare le risorse e il lavoro agricolo, significa aumentare la curva delle risorse incrementando la disponibilità di beni 4) integrazione fra mercato urbano e rurale, città e campagna (non crea dualismo) Il mercante imprenditore utilizza nuovi prodotti ma non nuovi metodi produttivi: non utilizza l’innovazione tecnologica, la sua forza sta nei bassi costi di produzione. I limiti risiedono nelle difficoltà organizzative: difficile controllo su quantità, qualità e tempi di consegna. In alcune zone si radica il sistema e si specializza—> protoindustrializzazione. ————————————————————————————————————————— PRIMO PARZIALE NO capitolo 2 (pag.41 a 84 NO) - SI il capitolo 3 (da pag. 85 a 140 SI) - NO il capitolo 4- SI il capitolo 5 Fino ad ora abbiamo fatto il paragrafo 1.1 / 1.2 / 1.3 / 1.4 del capitolo 1. Quindi —> da pag. 3 a pag. 40 (da pag. 31 a 39 sono a carico nostro) ————————————————————————————————————————— CAPITOLO 3 Nel 600 l’Europa occidentale secondo gli economisti, sperimenta un processo di cambiamento degli assetti economico e sociale. Prima della riv. industriale e capitalismo anglosassone, l’Europa del 600 sperimenta un processo di trasformazione economico e sociale. L’economia di mercato ha come base e fondamento le trasformazioni dell’economia del 600. È un fenomeno che parte in Italia e arriva in Inghilterra, passando per Lione e per Berlino (lascia fuori Spagna e Portogallo). (NB: Essi sono gli stessi paesi fondatori della unione europea) IL 600 è un secolo di pesti, carestie e tragedie, non è un bel periodo, infatti le trasformazioni dell’Europa occidentale avvengono in una realtà di forte contrapposizione politico-religiosa e un forte ristagno demografico, ovvero in un periodo di crisi. Quindi, due corollari: - il processo non avviene in tutto il continente, ma avviene in un’area ancora più piccola del continente europeo—> tra il nord Italia e Inghilterra. - Sostanzialmente le trasformazioni dell’Europa del 600 avvengono in un periodo di crisi. L’Europa risponde alla crisi con una trasformazione del modello economico e sociale. L’Europa del 600 ha una capacità di resilienza, cioè di resistere e di trovare nuove soluzioni alla crisi. PRIMA IDEA: andamento demografico Nel 600 nell’Europa occidentale c’è un forte ristagno demografico. Ci sono forti crisi alimentari, le carestie e forti crisi epidemiche (le pesti). Il 600 è il secolo di Malthus. Egli ha osservato il 600, tutte le catastrofi e le epidemie. Si interrompe nel 600 il processo di crescita visto in precedenza. Negli anni 20 e 30 del 600, tutta l’Europa, oltre agli effetti della peste hanno anche quelli della guerra. L’Europa è in perenne guerra, ciò significa meno uomini e meno risorse. Soprattutto sono tre le aree e regioni che hanno conosciuto un vero e proprio regresso demografico, cioè che hanno sperimentato in pieno la reversibilità demografica: - La pianura padana - La Spagna e Portogallo—> tutta la penisola iberica - La Germania (l’insieme dei principati e stati tedeschi) In due di queste aree si erano fortemente sviluppate i fenomeni innovativi: l’agricoltura intensiva e la protoindustria. Il calo della popolazione determina un calo della domanda. Il calo della domanda determina un calo dei prezzi dei manufatti e del tessile. Si interrompe cosi il secondo trand positivo maturato nel 500 (il primo era che la popolazione cresceva). Precisamente tra il 1639 e 1666 c’è un calo dei prezzi. Invece tra il 1512 e 1574 c’era stata una crescita dei prezzi. Nel sistema di antico regime in età moderna, l’andamento dei prezzi è determinato dalla quantità di moneta in circolazione—> è la teoria quantitativa della moneta. Questo principio è alla base del sistema economico anche oggi, sono solo cambiate le forme di gestione di moneta. Nel 500 in ragione delle scoperte geografiche e coloniali, in Europa arriva una grande quantità di oro e argento che diventa moneta, aumentando il potere d’acquisto. Questo genera un aumento dei prezzi. Questa teoria si fonda sul fatto che tra 500 e 600 nell’economia di mercato la quantità di moneta che determina il livello dei prezzi è in relazione con l’andamento della domanda e dell’offerta. MONETA—> PREZZI—> ANDAMENTO DOMANDA E OFFERTA L’interazione tra domanda e offerta è regolata dall’andamento dei prezzi, punto di equilibrio tra domanda e offerta. Se la domanda diminuisce si abbassano i prezzi e se l’offerta aumenta si alzano i prezzi. L’offerta segue sempre la domanda e la domanda segue sempre l’offerta: il sistema si autoregola —> Jean Baptist Say. In un sistema perfettamente concorrenziale la domanda segue sempre l’offerta e viceversa. Nel 600 questi due elementi maturano e matura la teoria quantitativa della moneta. Questo ha un effetto dal mercato al sistema produttivo, perché il calo dei prezzi dato dal calo della domanda fa si che tutti coloro che vivevano sulla produzione agricola e manifatturiera, si ritrovano con un problema di diminuzione del reddito. C’è una crisi della proprietà agricola—> sia quelli che hanno in mano i latifondi sia per quelli che hanno attuato un’agricoltura intensiva. Essi nel 500 avevano incrementato la rendita fondiaria, invece nel 600 i mercati sono meno ricettivi e quindi soprattutto i piccoli proprietari dell’agricoltura intensiva e i coloni sono costretti a indebitarsi. Il processo finale, se non riescono a restituire i debiti, è quello di vendere la terra ai vecchi grandi signori, i latifondisti che appartenevano al mondo vecchio e che avevano la terra in ragione del censo OPPURE vendevano la terra ai mercanti imprenditori. Calo domanda e calo prezzi genera un processo di concentrazione delle terre i mano alla nobiltà o alla borghesia commerciale urbana. La terra torna nelle mani dei Lords in Inghilterra o della gentry (mercanti imprenditori). LEZIONE 4 12/03/2017 CRISI DEL SEICENTO Secolo della stagnazione demografica Il declino dei prezzi Teoria quantitativa della moneta La legge di Say o degli sbocchi (il mercato se non viene sottoposto a vincoli e condizionamenti, si autoregola, perché la domanda incontra sempre l’offerta e viceversa. Il prezzo scende o sale a seconda del punto di equilibrio tra domanda e offerta). Queste due sono a caposaldo della formazione di un MERCATO. Il mercato si lega fondamentalmente a due trasformazioni:
 1) interazione tra il ristagno demografico e il calo dei prezzi —>le due teorie producono lo sviluppo del sistema commerciale 2) trasformazione complessiva del sistema agricolo. È il secolo in cui i proprietari terrieri, gli affittuari, con il crollo dei prezzi tendono ad indebitarsi e vendono meno. Nel 600 con i prezzi in calo, questo meccanismo si rompe perché inizia ad essere adottato l’individualismo agrario—> si registrano perdite e avviene l’indebitamento. Quando non sono più in grado di pagare, vendono la terra. C’è un processo di concentrazione della terra nelle mani di coloro che hanno più patrimoni (nobiltà e mercanti imprenditori). È un processo avverso a quello del 500. NOTA: 1) nel sistema agricolo europeo, l’affitto è un processo di lungo periodo, quasi di 90 anni—> sono enfiteusi —> prevedono un versamento in denaro e talvolta un versamento di prestazioni, beni e servizi, ovvero la decima. Questo processo progressivamente arriva verso la mezzadria (= fare metà del prodotto). Ma anche questo è un processo regressivo, non migliorativo. Il 600 introduce processi di regressione, disincentivanti. 2) Questo processo di calo dei prezzi e indebitamento, sviluppa molto il processo dell’usura (= indebitamento verso i nobili che poi chiedono il riscatto). Da questo lo sviluppo dei moti di pietà, ovvero banche create dall’ordine francescano, per combattere l’usura—> piccole somme venivano erogate a fronte di tassi di interesse molto bassi che venivano fatti dagli usurai. Quindi, nella terra di mezzo: - nel 600 permane l’agricoltura ma la crisi spinge verso una declinazione del grano e la messa in uso di nuove forme: allevamento, viticoltura e tessile (perchè strettamente collegato all’attività del mercante imprenditore) - introduzione della rotazione triennale e del mais (cereale importato dall’America, coltura alternativa al grano)—> si cercano soluzioni alternative per garantire una maggiore resa. Esistono dei tentativi di superamento ma non si verificano cambiamenti. - Il quadro europeo presenta delle aree molto in crisi, affermazione dell’agricoltura legata alla borghesia commerciale—> Francia del sud, Italia settentrionale, Germania ovest. Queste aree ora in crisi, sono quelle che nel 400/500 avevano attuato il processo di cambiamento. Ci sono però aree che nel 600 sperimentano un processo di crescita: Olanda (province unite) e Inghilterra (del sud, Londra). Olanda è la prima, verrà superata dall’inghilterra; invece la francia sperimenterà un processo che si bloccherà e avrà bisogno di un processo violento per la trasformazione. Tutti e tre partono nel 1600/1640 e il processo di trasformazione si conclude tra 1700 e inizio 1800. 1581: L’Olanda si libera dalla dominazione spagnola degli asburgo. Metà 600: gloriosa rivoluzione Francia di Luigi xiv, idea di uno stato nazionale potente, mercantilista e assoluto. Questo stato finisce male e la nostra storia finisce con due personaggi: l’Inghilterra della riv. industriale è quella che sconfigge l’impero francese. Si parte dalla rivolta olandese, si passa per la gloriosa rivoluzione. Strana connessione tra economia di mercato e liberalismo, con due corollari: 1) liberalismo —> modello occidentale di democrazia e riconoscimento dei diritti e divisione dei poteri NON E’ IL LIBERISMO. 2) Tutte le teorie che gli economisti hanno proposto, si fondano su questo asse: connessione tra economia mercato e liberalismo, che è poi diventata una teoria politica. Dal 2000 si è capito che questo modello non funziona più perché il capitalismo e l’economia di mercato si sono sviluppati anche in cina (es.)—> comunista. OLANDA 1630-1640 —> area dei Paesi Bassi meridionali (Belgio e Lussemburgo), le province del nord (si uniscono in Repubblica olandese, staccandosi da belgio e lussemburgo) —> noi parliamo della repubblica olandese. Belgio e Lussemburgo—> cattoliche, saranno aree destinate all’agricoltura Province del nord —> protestanti, vedranno un progressivo svilupparsi dell’attività commerciale e finanziaria. Nel 600, rispetto a questo quadro, le province unite diventano Stato nel 1581, anche se solo nel 1640 gli spagnoli gli riconosceranno l’indipendenza. Affermazione del sistema economico duale : - da una parte l’Olanda sperimenta il realizzarsi compiutamente dell’agricoltura intensiva. L’Olanda diventa il paese dove si realizza il primato dell’agricoltura commerciale. Questo trionfo dell’agricoltura commerciale, va di pari passo allo sviluppo di una nuova fonte energetica, l’energia eolica. - sviluppo di una rete commerciale che vede il trionfo dei mercanti imprenditori e lo sviluppo di un sistema di commercio internazionale di grande rilevanza. Questo sistema commerciale ha due poli geografici o città che diventano i due motori: da una parte Anversa ( che diventerà capitale finanziaria e commerciale, con un commercio legato sopratutto alle spezie e al tessile, La moneta di riferimento è legata alla monarchia di mercato che ha più rilevanza. FRANCIA Tra 600 e 700 è il paese leader politicamente e culturalmente —> in tutte le corti europee si parlava francese. Ma in realtà noi ci interessiamo alla Francia perché è il modello alternativo a quello olandese: è un tentativo di passare dall’antico regime al mercato in modo differente. Modello francese: non funzionerà. Alla fine “vincerà” l’Inghilterra. Questa vicenda ha due elementi; il modello alternativo francese si forma su: - Fattore economico (colbertismo) - Fattore politico: nascita dello stato moderno, nazionale (mercantilismo) Francia caratterizzata da profonde lotte religiose, fino al dominio del cardinale Richelieu e Mazzarino sulla corona. La Francia, come GB e Olanda, è frutto di scontro tra religioni, culture—> non è una società pacifica. Nel 600 questo scontro si attenua e si arriva ad un equilibrio, dove si afferma il tentativo di un potere reale di diventare casa reale di tutta la Francia, cioè la costruzione dello stato nazionale dalle lotte religiose. È una monarchia assoluta (“il re è lo stato”), è un modello centralista che introduce nella storia europea un concetto fondamentale: il concetto di nazione. L’economia nel modello francese è legato al concetto di nazione. Quest’idea di nazione ha una declinazione—>bisogna avere un sistema economico unificato. La Francia del 600 nell’emergere delle lotte religiose tra protestanti e cattolici, non sceglie la via di una repubblica oligarchica, sceglie il modello dello stato-nazione. Idea non solo di un’identità culturale, ma anche di identità statuale. Bisogna avere un’identità anche economica. Si parte da un’idea fisiocratica per arrivare al mercantilismo. MERCANTILISMO: idea che la ricchezza di un Paese dipende dal controllo dello stato nazionale sul mercato. Il problema è la ricchezza: come si fa a far crescere una nazione? Come si fa a rendere la Francia ricca? -Diventa un elemento scontato il problema della crescita. Però dal 600 tutto il sistema economico occidentale si pone questa problema -La crescita è nazionale, legata al concetto di nazione Il mercantilismo dice che uno stato nazione deve controllare il mercato. (l’Olanda è l’esatto contrario: è il mercato che si da delle regole). Controlla il mercato sotto tre aspetti. 1) Sviluppo e centralità dell’agricoltura (eredità fisiocratica: la ricchezza delle nazioni dipende dalla capacità di produrre beni agricoli e di sfruttare la terra)—> idea di favorire il superamento della proprietà feudale a favore della piccola proprietà agricola. Questo crea un fortissimo dualismo che segna la storia francese, ovvero lo scontro tra nobili e piccoli contadini, fino ad arrivare alla riv. francese. Quindi intervento dello stato per la crescita agricola a favore della piccola proprietà, penalizzando con tasse la rendita fondiaria della grande proprietà. 2) Sviluppo delle manifatture urbane —> es. sedificio a Lione. Produzione dei beni di lusso e sviluppo del commercio dei mercanti imprenditori 3) Lo stato nazionale (re e governo) devono proteggere il mercato interno e conquistare quote di mercato all’estero. Il mercantilismo introduce il concetto di protezionismo (difendere mercati interni e conquistare quote di mercato—> l’obiettivo è il surplus della bilancia dei pagamenti). Il mercantilismo ha un’idea essenziale: il commercio estero, quantità di beni e servizi che si possono scambiare, sono una quantità finita; l’importante è che uno abbia la parte più grande. Non si può espandere il commercio in quantità o estensione geografica, è una quantità finita di beni e servizi, è una sorta di gara a chi ha la parte più grande —> Concorrenza anche militare. NB—> il mercantilismo spinge Luigi XIV a fare la guerra Il mercantilismo sul piano economico si fonda sull’idea che uno stato nazione deve avere un surplus nella bilancia dei pagamenti e nella bilancia commerciale (differenza tra le importazioni e le esportazioni). La bilancia commerciale deve essere non solo in pareggio, ma deve essere positiva, avere un avanzo—> esportazioni devono essere maggiori delle importazioni. La bilancia dei pagamenti è la differenza fra le entrate e le uscite di moneta di uno stato. Nel concetto mercantilista devono essere maggiori le entrate delle uscite. Per fare ciò è necessario proteggere i mercati interni e favorire il commercio estero. Nasce il concetto di protezionismo: è l’intervento dello stato che ha una politica commerciale. Come lo può fare? - operando sulle tasse o fiscalità - Operando sulle quote di commercio Il protezionismo ha a che fare con l’idea che lo stato interviene a regolare con le tasse e con le quote il commercio. Dualismo tra -protezionismo -libero scambio. Colbertismo da Colbert—> Egli punta come politica a sostenere l’aumento demografico (natalità) Egli vuole introdurre un sistema di protezione doganale esterna e interna (dazi + tariffe doganali) Egli vuole ristrutturare e ridurre il debito pubblico Egli vuole creare un apparato amministrativo che controlla l’economia Egli vuole introdurre una politica fiscale di incentivi alle imprese 2 corollari: 1) guardando la Francia mercantilista notiamo che per la prima volta si introduce un rapporto tra la finanza del re (soldi della corona) e l’andamento dell’economia. Storicamente la crescita del debito pubblico è stato avverso in dualismo rispetto allo sviluppo della crescita economica. Il dualismo fra il debito pubblico (promesse di pagamento) e lo sviluppo economico è perché nella Francia mercantilista il debito pubblico può essere finanziato in due modi: - tasse e pressione fiscale - stampando moneta Problema: è scomparsa la possibilità per il re di annullare il debito. Fino alla Francia del 600 il patrimonio del re coincide con il patrimonio pubblico. Quello che cambia è che si rompe la connessione tra patrimonio reale e quello statale. 2) dirigismo —> nasce l’idea che lo stato attraverso l’amministrazione pubblica conduca e gestisca la attività economica. La critica che viene fatta al modello francese è che la politica mercantilista e colbertista sia stata vincolata maggiormente dalla necessità di coprire con le tasse il debito pubblico per le guerre che quello di sviluppare il sistema economico per incrementare le ricchezze. NB La Francia assolutista introduce i due dualismi: esiste un rapporto tra lo stato e il sistema economico La Francia introduce il dualismo tra protezionismo e libero scambio. LEZIONE 6 CAPITALISMO—> è una serie di modelli, non uno solo. Analisi dei vari modelli che ci porterà a considerare non solo l’evoluzione storica dell’economia di mercato. Modelli: —> Interpretazione classica, che ha come padre Adam Smith e altri quali Ricardo ecc. L’economia classica è l’economia di mercato (in Inghilterra tra 700 e 800) —> altro modello che nasce con la crisi degli anni 20/30 del 900, ovvero l’economia Kennesiana che va a pari passo con l’economia mista. Essa finisce negli 70 del 900 con la nuova teoria, la teoria neoliberista (Freegma, scuola di Chicago). Questi modelli economici hanno come contropartita dei sistemi economici: Economia di mercato è legata al liberalismo Economia mista (teoria kennesiana) è legata a modello dello stato sociale (Welfare State) Economia neoliberista è legata al modello conservatore NB liberismo (modello economico) è diverso da liberalismo (modello politico) RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE 1) È il punto di partenza della nascita dell’economia di mercato; però da oggi è il prodotto finale di un cambiamento strutturale di un sistema economico e sociale europeo durante 500 e 600 (Rinascimento). È in questa duplice natura che si insinua il problema: la rivoluzione industriale è cambiamento, perché nasce un nuovo modello economico MA è il prodotto di tutto il cammino precedente. È un cambiamento del sistema economico e sociale ma per arrivare li bisogna tenere conto del cammino, processo cumulativo che ci ha portati alla rivoluzione 2) Definizione data da Adam Smith: • è un processo irreversibile. La rivoluzione industriale ha introdotto l’economia di mercato che ha una serie di crisi ma non è mai stata essa più in discussione come modello economico—> anche oggi rimane come modello economico che influenza tutto il mondo. • È un processo che si è autoalimentato - cumulativo • È un cambiamento del modo di produrre beni e servizi: applicazione della tecnologica. Il principio alla base è che sono le macchine, la tecnica/tecnologia, fondata sulla ratio, che determina il modo di produrre beni e servizi. Questo ha addirittura cambiato la struttura sociale dei paesi che hanno sperimentato la rivoluzione industriale. • È la nascita di una nuova fonte energetica (l’utilizzo di questa è l’elemento fondamentale del cambiamento) —> petrolio, carbone (GB). • Questo processo (rivoluzione industriale) che avviene in GB è preceduto da altri fenomeni—> da quella che si chiama la rivoluzione agricola del 600 e dalla gloriosa rivoluzione (rivoluzione politica) e diffusione dello stato liberale (pag. 130 in poi) Gli economisti sostengono che i grandi cambiamenti tecnologici sono stati resi possibili nella storia dell’economia di mercato anche quando è cambiata la fonte energetica. RIVOLUZIONE -Agricola—> cosa si coltiva? Le colture. Lo sviluppo della rotazione triennale e introduzione della coltivazione continuativa, abolizione del maggese a favore di un sistema di conduzione della terra continuativo—> ciclo di Norfolck (colui che ha codificato il sistema) + allevamento del bestiame (modello di agricoltura intensivo). La rivoluzione agricola in Inghilterra è l’affermazione della produzione capitalistica. -Agraria —> proprietà. È sostanzialmente lo smembramento dei campi aperti e riaccorpamento (sul modello europeo) da parte dei Lords per la creazione di grandi proprietà agricole orientate al mercato in mano ai signori. Sono aziende orientate al mercato. Il signore inglese produce beni agricoli per il mercato. Questo processo prende il nome di enclosures. Il parlamento si dedica alle leggi per riconoscere la creazione delle enclosures—> Enclosures act (sanciscono il passaggio di possesso dal villaggio al signore). Perché il parlamento inglese legifera sui passaggi di proprietà? Devono introdurre i Property Rights; perchè? Introducono a fondamento dello stato nazione inglese, la proprietà privata inglese come diritto patrimoniale. La proprietà si vende e si compra. Viene introdotto il concetto di proprietà privata che diventerà diritto naturale con la rivoluzione francese. “siete cittadini e quindi avete diritto alla proprietà”. Non è più il signore che concede la terra, la terra si compra e si vende con i soldi. È un processo socialmente oligarchico—> sono i lord alleati con la borghesia commerciale che gestiscono tutto. Non è un processo democratico—> viene introdotto l’individualismo agrario, spostamento dalla campagna alla città. GLORIOSA RIVOLUZIONE 1603-1714—> processo di trasformazione dello stato inglese Dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale: monarchia di separazione dei poteri tra il re, il parlamento e il potere giudiziario. Monarchia costituzionale passa per una vicenda repubblicana (Cromwell) legata alla tradizione protestante. 3 avvenimenti politici: 1) il Re Carlo I vuole aumentare le tasse e introdurne nuove per finanziare le guerre di religione. Carlo I è cattolico. 2) Il parlamento inglese (i lords) mettono sotto processo il re, che viene convocato dal parlamento per discutere delle finanze dello stato. La stessa cosa farà la Francia ma solo 100 anni dopo. 3) Il re viene condannato e il successore è costretto ad accettare una carta che limita i suoi poteri:
 —> il re vuole gestire le finanze dello stato - il parlamento si oppone - nasce un accordo di separazione delle finanze statali. La gloriosa rivoluzione introduce la separazione tra le finanze del re e le finanze dello stato (gestite dal parlamento attraverso il metodo della tassazione con rappresentanza). Coloro che hanno interessi economici gestiscono le risorse dello stato. Il bilancio viene fatto dal ministro dello scacchiere. La gloriosa rivoluzione introduce una monarchia costituzionale dove l’interesse politico coincide con l’interesse economico dei proprietari terrieri (lords) e della borghesia commerciale (gentry)—> (diverso è in Francia, dove è l’esercito, chiesa che hanno il dominio). Questo processo fa si che l’economia minerale si afferma dove c’è un basso costo del lavoro. Nella fabbrica il lavoratore è un lavoratore dequalificato. 2 ELEMENTO: il capitale. Il capitale è il vero vincitore della storia. Quello che cambia oltre al lavoro (che diventa fattore produttivo a basso costo despecializzato) è il capitale. C’è un processo di accumulazione del capitale da parte del sistema agricolo e dell’attività mercantile. Se non c’è la tradizione mercantile non c’è l’economia mineraria o riv. industriale. Infatti lords e gentry investe capitale accumulato nell’attività industriale. L’economia di mercato richiede investimenti e non distribuisce automaticamente il reddito—> è dimostrato dagli storici attraverso il calcolo del tasso di interesse (basso tasso di interesse—> alto possedimento di capitale). Non è necessario avere grandi capitali per avviare importanti produzioni: quello che conta è l’investimento in tecnologie innovative. Quello che conta non è la quantità di denaro ma far corrispondere l’investimento alla innovazione tecnologica. Il fattore capitale è legato al ruolo degli imprenditori, deve essere gestito da questi. L’imprenditore è colui che rischia il capitale per il profitto. L’imprenditore è figlio del mercante imprenditore ma a differenza di questo ha una novità: egli rischia il capitale e ricerca il profitto (come il mercante imprenditore) ma investe quest’ultimo nell’innovazione tecnologica (novità rispetto al mercante imprenditore). UN PASSO AVANTI CIT. La rivoluzione industriale non modifica solo il modo di produrre. Il 900 è stato anche il secolo del modello fordista. A differenza del medioevo o del rinascimento, quello che dal 1760 matura, è sostanzialmente che l’economia di mercato ha plasmato e influenzato la società. Prima la settimana era caratterizzata dal mondo agricolo e dalle feste religiose; poi la settimana è caratterizzata dal lavoro—> il modello economico cambia e detta i tempi. Con la rivoluzione industriale inglese viene introdotto un sistema di regole sociali diverse, non più dominato da mondo agricolo e feudalesimo. 1) economia di mercato ha come conseguenza sociale l’introduzione di due concetti: —> concetto di consumo —> concetto di reddito Il concetto che si lavora per avere un reddito che può essere consumato o risparmiato. Si lavora per consumare e se non si consuma, si risparmia. Il consumo è reso possibile dal reddito. Paradigma: lavoro—> consumo—> reddito Paradigma: terra—> capitale—> lavoro Il teorema di malthus viene rotto da due processi: - innovazione tecnologica che è il fattore che modifica la produzione aritmetica delle risorse - Il binomio consumo-reddito determina una trasformazione dell’andamento demografico e della curva della popolazione. Malthus nel suo modello non considera il prometeo liberato, ovvero la capacità dell’uomo di creare nuove risorse. Nel modello di malthus manca la divisione del lavoro. Ora ci sono operai, operatori specializzati e imprenditori—> l’economia modifica la struttura sociale. Interessante è l’aspetto economico: queste classi sociali hanno una caratteristica—> sono costituite dall’accesso ai beni economici (non dipendono dalla nascita o religione o ruolo all’interno della struttura sociale). L’appartenenza ad una classe sociale riguarda la proprietà dei beni economici—> introduzione del concetto di mobilità sociale. Nella società precedente se io ero un contadino non sarei mai potuto divenire nobile. Ora è cambiato. Infatti il perfetto funzionamento dell’economia di mercato è caratterizzato da un elevato grado di mobilità sociale: prima conseguenza sociale dell’economia di mercato. Se l’accesso al capitale e lavoro è un fattore che determina l’appartenenza sociale, dall’altra parte si pone il problema di come accedere e quando. La mobilità sociale ci dimostra come la società sia fortemente diseguale: chi accede al lavoro e capitale sta bene, chi non accede non sta bene. LA NASCITA DELLA CLASSE OPERAIA È determinata dal fenomeno della disuguaglianza nella società capitalistica. L’operaio dequalificato presta il suo tempo in cambio del lavoro. Questo fa si che egli non possegga il capitale. Questo ci porterà a vedere 3 elementi:
 1) gli operai tendono a unirsi e a diventare un unico gruppo—> risposta associativa e sindacati 2) la classe operaia incontra nel suo formarsi una teoria politica che spiega la sua condizione (lavoratore contro salario) e che introduce l’idea di un superamento del capitalismo (teoria marxista).
 3) RISPOSTA ASSOCIATIVA: idea che nella società capitalistica esistono i cosiddetti corpi intermedi (i sindacati, associazioni imprenditoriali che sostituiscono le corporazioni). Ora nascono nuove forme intermedie di rappresentanza degli interessi. L’economia di mercato modificando la società interagisce con la politica e con le regole istituzionali. Affermazione del mercato resa possibile dalla concentrazione di fattori in alcune aree LEZIONE 8 LE CONSEGUENZE SOCIALI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Le conseguenze sociali partono dall’idea che i nuovi assetti economico produttivi e la nuova organizzazione della produzione, determina un cambiamento della società e della cultura. Questo cambiamento è un cambiamento dei comportamenti, dei valori ma non riguarda l’altro elemento fondamentale che caratterizza l’assetto della società, ricchezza/patrimonio—> concetto di reddito. La rivoluzione industriale inglese ha cambiato i costumi, i valori Problema di allocazione o distribuzione del reddito—> il capitalismo garantisce la crescita (produzione di beni e servizi), non la distribuzione del reddito. Cambia l’offerta/ produzione di beni e servizi, rimane il problema di allocare il reddito (le risorse). 3 elemento—> nascita di nuove classi: - Operaia - Imprenditoriale (riv. ind. introduce la figura dell’imprenditore) Sono gli assetti economici che determinano la nascita di nuove classi sociali (non sono le dimensioni religiose, etniche o razziali, culturali). L’elemento fondamentale —> la nascita della classe operaia è la conferma che è cambiato il paradigma produttivo. Il capitale è diventato preponderante e vincolante rispetto al lavoro. C’è l’abbandono del mestiere/della professione riconosciuta dalla corporazione, la cosiddetta specializzazione del mestiere, a favore della despecializzazione nel sistema di fabbrica. Catena di montaggio come affermazione della macchina—>simbolo della subordinazione del lavoro al capitale e despecializzazione del lavoro. Subordinazione e de specializzazione portano alla necessità di riconoscersi come classi. La classe operaia nasce in ragione dell’essere sottomesso alla macchina—> dipendenza dalla macchina genera il riconoscimento della cosiddetta coscienza di classe. STORIA DELLA NASCITA DELLA CLASSE OPERAIA Insieme dei lavoratori de specializzati prodotti dal sistema di fabbrica che si riconosce come gruppo con stessi interessi, stessa cultura (800 è attraversato profondamente dal desiderio di diventare classe). Questa classe diventerà alla fine il cosiddetto MOVIMENTO OPERAIO. PIRAMIDE DEL SISTEMA CAPITALISTICO 1) L’economia di mercato ha cambiato il paradigma della produzione ma ha sostituito, non annullato un processo di gerarchia sociale. 2) La nuova gerarchia fondata su contrapposizione capitale (colui che gestisce e ha il capitale) e lavoro (chi presta il proprio lavoro in cambio di un salario) —> nuovo dualismo legato alla presenza della tecnologia e delle macchine. Il primo step è quello di distruggere le macchine. 3) Nella prima fase c’è l’individuazione del nuovo rapporto —> capitale che domina sul lavoro. Le nuove classi sono dominate dalla presenza del capitale sul lavoro. —> lotta e scontro 4) Nella seconda fase di fronte alla repressione dell’autorità istituita, si passa alla difesa e tutela degli interessi—> il sindacato. Nasce inizialmente come associazione per il sostegno reciproco per migliorare le condizioni di lavoro. ES. società di mutuo soccorso—> mettiamo insieme risorse finanziarie per migliorare le nostre condizioni che riguardano il consumo con la nascita delle cooperative di consumo , delle cooperative edilizie, cooperative dell’assicurazione (per infortuni e malattia)—> associazioni di auto-tutela. Spesso nelle società di mutuo soccorso, tra i soci c’è anche l’imprenditore. Dalle associazione di auto-tutela si arriva al sindacato che aggiunge la rivendicazione delle condizioni di lavoro. Quando si introduce la rivendicazione si parla di ore lavoro, di salario e soprattutto dell’elemento fondamentale, ovvero del contratto. Contratto collettivo—> regola scritta che non è più legata al rapporto individuale ma si configura per categorie. NB—> l’elemento fondamentale della nascita del sindacato è quello che il lavoro è diventato un bene, una merce, un prodotto. NB—> tecnologia modifica il lavoro Viene introdotto lo SCIOPERO—> come forma di astensione al lavoro. 5) Terza fase—> la classe operaia incontra la teoria marxista che diventa il movimento operaio. Incontra un’ideologia politica che copre, tutela e indirizza la reazione rivendicativa del sindacato. I processi di auto tutela e rivendicazione trovano una cornice politico culturale e base ideologica nella teoria marxista—> il marxismo diventa il linguaggio e strumento per la lotta della classe operaia. Questo dualismo, capitale e lavoro, è garantito e sostenuto dagli altri tre piani. Il liberalismo è il sistema politico che permette il capitalismo. Quindi se bisogna eliminare il capitalismo, bisogna eliminare anche il liberalismo. Il capitalismo è legittimato e difeso dal liberalismo. Il liberalismo deve essere distrutto insieme al capitalismo. L’altro filone è quello del movimento anarchico. Di fronte a queste tre fasi c’è una risposta. Il movimento operaio, che ha incontrato o il marxismo o le dottrine anarchiche, si contrappone e trova una risposta nel cancelliere tedesco Bismark. Perché? Noi dobbiamo considerare che nella lotta del movimento operaio c’è una prima risposta nella Germania di fine 800—> nascita del sistema di Welfare. MODELLO DEL WELFARE (sistema di assicurazione) Definizione: - idea che viene introdotto il concetto di protezione sociale: esiste un costo sociale dell’industrializzazione. Esiste un problema di oneri e di costi dell’industrializzazione che vanno coperti e che il mercato, il sistema economico, l’imprenditore non è in grado di assolvere. - È lo stato, la politica e le istituzioni che intervengono. Bismarck introduce una delle grandi caratteristiche di tutta l’economia occidentale, ovvero l’intervento dello stato nell’economia di mercato. Politiche che introducono nella Germania tre forme di tutela e sistema di protezione sociale: —> assicurazione obbligatoria per la malattia dell’incidente sul lavoro —> sistema di assicurazioni contro gli incidenti sul lavoro —> sistema di pensione, assicurazione sulla vecchiaia Per costruire questa assicurazione vengono chiamati a contribuire lo stato, i lavoratori e gli imprenditori, dando luogo ad un sistema a tre. Il problema è chi ci mette di più o di meno. Lo stato si fa carico e tutela l’assicurazione. È la risposta del liberalismo alla questione sociale. Questo modello supera un altro sistema, ovvero la politica di assistenza sociale. Sistema di assistenza—> erogazione o trasferimento di denaro senza un corrispettivo. Il modello dell’assistenza sociale viene superato dal modello dell’assicurazione. Poor laws—> leggi sui poveri. Gli enti locali inglesi e lo stato erogavano tramite la carità e assistenza delle parrocchie una quantità di denaro per prevenire l’accattonaggio. Dietro alle leggi sui poveri c’è un mutamento di prospettiva—> prima la povertà è condizione di vita che appartiene alla sfera della socialità ed è un problema di ordine pubblico. Nel modello del Welfare, lo stato interviene per modificare la distribuzione del reddito; nell’Europa di fine 800 la povertà (=accesso alle risorse) diventa una condizione economica, non più sociale. Lo stato attraverso le assicurazioni interviene per modificare la distribuzione del reddito. NB—> si sceglie di collegare l’intervento dello stato in materia assicurativa al lavoro. Non si interviene per ridistribuire il reddito a coloro che non hanno un lavoro. Indicazioni per lettura capitolo quinto—> leggi bene paragrafo 1.1 1.2 1.3 e paragrafo 2.1 2.2 2.3 Il terzo paragrafo—> leggere solo 3.1, gli altri NO. Paragrafo 5 tutto 3 definizioni o domande brevi —> definire che cosa è la VOC (6 righe) 15pt 1 domanda aperta a scelta tra due —> tipo saggio breve 15 pt 1 domanda facoltativa (per la lode) lode
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