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Storia Economica (Lo sviluppo economico nell’Europa del XVIII - XIX- XX secolo, Sintesi del corso di Storia Economica

gli argomenti trattati sono la sintesi dei tre capitoli del corso.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 20/02/2023

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Scarica Storia Economica (Lo sviluppo economico nell’Europa del XVIII - XIX- XX secolo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Economica solo su Docsity! La storia economica tratta tutti i fenomeni socio-economici dei secoli. Quelli che noi andremo a trattare riguardano il XVIII- XIX – XX. Per quanto riguarda il XVIII i temi caratteristici della storia economica del XVIII secolo furono: -l’illuminismo; -la rivoluzione francese con la crisi delle monarchie dell’ancient regime; --la rivoluzione industriale; -la guerra americana d’indipendenza; Lo studio di tali cambiamenti fu analizzato da Rostow, uno storico americano che nel 1960 nel suo stage of economic growth identificò nella rivoluzione industriale una crescita economica. Rostow denominò l’inizio utilizzando il gergo “il decollo”. Il decollo rappresentava il miglioramento tecnologico dei macchinari utilizzati per garantire aumenti di produzione. Rostow seppur vero che identifica la rivoluzione industriale come l’inizio della crescita economica, afferma che fu possibile grazie ad una serie di rivoluzioni avvenute in precedenza. In tali cambiamenti Rostow elencava una serie di rivoluzioni quali: -rivoluzione agricola, che consentì di aumentare la produttività favorendo l’aumento della manodopera ponendo le basi per una nuova forza lavoro. ( nuovi metodi di coltivazione) - la rivoluzione demografica = aumento offerta e della domanda di manodopera. -rivoluzione dei trasporti che facilitava la distribuzione su scala regione e interregionale. - rivoluzione del credito che avrebbe agevolato nuovi investimenti per imprese industriali e commerciali. -rivoluzione commerciale = capace di generare nuova ricchezza. Al modello di rostow ci furono delle critiche da parte dei maxisti che secondo loro il capitalismo industriale si fondava su un sistema di sfruttamento della manodopera mentre per Rostow il capitalismo industriale rappresentava un impresa libera fondata sull’innovazione tecnologica. La critica al modello unico di industrializzazione di rostow fu portata avanti anche dagli storici liberali tra cui alexander gerschenkron secondo il quale lo sviluppo industriale moderno presentava caratteristiche differenti a seconda dei vari paesi, in cui l’industrializzazione aveva conosciuto un’evoluzione in tempi e con modalità diverse. Un’altra critica mossa a rostow era che la crescita economica era collocabile a livello regionale non nazionale. Non a caso i stati nazionali nascono dopo la prima guerra mondiale. Considerando la crescita economica come un fenomeno molto più generalizzato nell’Europa del XVIII secolo, gli storici economici cercano di spiegare non solo perché la crescita economica diede vita all’industrializzazione in alcuni casi e non in altri, ma anche gli effetti che la crescita economica ebbe su tutte le società e le economie europee del XVIII secolo. A questo proposito nel 1966 l’economista statunitense Simon Smith Kuznets, nella sua opera, The Modern Economic Growth, indica la distinzione tra crescita e sviluppo: -crescita economica in cui si indica l’aumento del reddito nazionale, prodotto interno lordo, reddito pro capite -sviluppo economico indica i miglioramenti relativi ai tassi di alfabetizzazione, alla speranza di vita, al calo della povertà. I nuovi studi di storia economica dicono dunque, che l’industrializzazione divenne simbolo di crescita economica soltanto nella seconda fase di un processo articolato e complesso. 1.2 Lo storico economico Rostow si propone di spiegare la natura degli altri cambiamenti che avvennero nel XVIII secolo, e che in breve tempo misero in crisi l’intera struttura economica, sociale e politica dell’Ancien Régime ( la conformazione dello stato in Francia che era cosi composto: Stato – clero – popolo). Il periodo che va tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII segna il confine tra l’europa moderna e l’europa contemporanea. Il tema centrale dell’Europa del XVIII secolo fu la crisi e il collasso definitivo della struttura istituzionale, culturale, politica ed economica del mondo dell’Ancien Régime. La Rivoluzione del 1789 venne percepita come un cambiamento radicale e innovativo rispetto al secolo precedente. In questo periodo storico XVIII ci fu un’espansione coloniale accompagnate da realtà dinastiche interne. Ci furono numerosi conflitti tra Gran Bretagna spagna e francia per l’egemonia navale solo nella seconda fase i conflitti lasciarono spazio a nuove opportunità commerciali. Un cambiamento economico del XVIII fu rappresentato dal Gran Tour ovvero i viaggi fatti dai benestanti nord-europei grazie alle ricchezze dovuta allo sviluppo economico. Un altro cambiamento ci fu nella pubblica amministrazione, iniziarono ad introdurre nuove discipline come statistica ed economia politica. La nuova scienza dell’economia politica si sviluppò grazie agli scrittori dell’illuminismo scozzose tra cui Adam Smith nella welth of nations nel 1776. Egli diceva che i governi attribuirono crescente importanza alla promozione della crescita economica ed individuarono nelle nuove discipline (statistica ed economia politica) i principi sui quali basare le loro politiche economiche; si affermò anche l’idea della forza creativa della libera impresa. 1.3 Nel XVIII le società e le economie europee cambiarono molto lentamente. Gli europei lavoravano in agricoltura chiamata di sussistenza perché finalizzata al solo fabbisogno delle famiglie e dei proprietari terrieri. Progressivamente, l’adozione di aratri più evoluti o di nuove falci riuscirono a far aumentare la produttività, si passò dal raccogliere granturco ai più redditizi cereali. L’agricoltura si pose due nuovi obiettivi: -incrementare la produttività -orientarsi al mercato. Tuttavia nella maggior parte d’Europa, e in particolare nei territori montani e nelle aride regioni dell’Europa meridionale e mediterranea, i raccolti agricoli erano scarsi. Nella seconda metà del XVIII ci fu incremento produttivo. Troppa terra coltivata porto’ all’erosione del suolo con dei danni ambientali. Si introdussero le recenzioni. Introdotta la privatizzazione dei terreni con le recenzioni si verificarono liti tra agricoltori e allevatori di bestiame mettendo in crisi l’intero sistema. Tale cambiamento si era sviluppato dapprima in Inghilterra, dove la privatizzazione e la recinzione erano state incentivate dal Parlamento britannico già nella seconda metà del XVII secolo, per poi consolidarsi nel XVIII secolo, periodo nel quale il nuovo indirizzo venne alimentato dalla crescente domanda commerciale di prodotti agricoli e dallo sviluppo di nuovi metodi di coltivazione e di conduzione aziendale. Fu così che, nelle più fertili regioni agricole inglesi, i contadini piccoli proprietari terrieri vennero gradualmente sostituiti da più ricchi “fittavoli” lavoratori capaci di guadagnare di più. In inghilterra grazie alle recensioni e alla nuova scienza dell’economia si andò verso un agricoltura capitalista. 1.4 Durante la prima metà del XVIII secolo non si sarebbe verificata la “crisi malthusiana”: la produzione agricola non solo poteva sostenere, ma addirittura superare la domanda. L’europa moderna fu contraddista da una crescita della popolazione con picchi di natalità, contrapposti a malattie, epidemie e guerre che alzavano il tono di mortalità anche se ci fu questo fenomeno prevalse la ripresa. ( taglio a sega) L’incremento demografico della popolazione europea non era ancora da attribuire alla crescita dell’igiene bensì fu l’abbassamento dell’età maritale provocando nuove nascite e questa causa fu sfruttata dai più bisognosi provocando forza lavoro. 1.5 La misura adottata per diminuire i controlli sul commercio interno era una conferma dell’influenza dei fisiocrati che auspicava una libertà di scambio volta ad incrementare l’espansione della produzione agricola. Tali riforme di liberalizzazione si scontravano con problemi fiscali ed economici. Per quanto riguarda il commercio estero, i principi liberali erano ancora più difficili da applicare, potenze come la gran bretagna si chiudevano dietro una sistematica serie di molteplici restrizioni. Intanto si svilupparono le manifatture reali promosse dai governanti europei. ( Carlo III di Napoli fabbrica di porcellana – Stati germanici primo filatoio – primo motore a vapore nelle miniere di Mansfeld). Le monarchie spagnole e portoghesi non riuscirono a chiudere accordi commerciali con altre regioni europee e a mantenere una stabilità economica politica. Il segreto del successo britannico proveniva dalla naturale efficienza del sistema di imposizione fiscale. Molto rilievo fu anche la nascita nel 1694 della banca d’Inghilterra che consentì al governo britannico di ottenere prestiti garantiti. Soltanto nel XIX secolo il modello inglese fu assimilato dal resto dell’europa. Tali fattori consentirono ai governi inglesi di fronteggiare senza gran difficoltà le ingenti spese militari e navali. Tutto questo avvantaggiò l’inghilterra l’agricoltura nell’affrontare con maggiori efficacia le guerre. La complessiva solidità delle finanze pubbliche riuscì a far sviluppare più ampi mercati finanziari e commerciali. Le innovazioni bancarie unita ad una serie di servizi accessori ( assicurazioni marittima) fece sopravanzare londra come primo centro commerciale. 1.8 Il tentativo di napoleone di creare un progetto economico continentale era caratterizzato dall’obiettivo di escludere la gran bretagna dal commercio con gli altri stati europei. Louis Bergeron ha delineato il blocco continentale come un modo particolare di condurre la guerra, ma allo stesso tempo un modo del tutto nuovo di concepire lo sviluppo economico della francia e si sarebbe dovuto fondare sul dominio economico del continente europeo che sarebbe stato fieramente difeso. Questo disegno comportava la conquista di quei territori strategicamente importanti per realizzare questo progetto. Tuttavia questo progetto non fu realizzabile per la resiste che queste misure provocarono negli stati satelliti, sviluppando anche il commercio di contrabbando. Questo progetto provocò importanti effetti sullo sviluppo economico dell’europa. Ne derivavano riforme sia amministrative sia militari, venne abolito il feudalesimo. Lo stato tornò sovrano, furono abolite tutte le giurisdizioni private, prese corpo l’idea che le proprietà e l’impresa industriale rappresentavano lo sviluppo economico. Si iniziò a garantire l’istruzione pubblica, a diffondere conoscenza sia nell’agricoltura sia nella manifatture. Si iniziò ad imparare come costruire infrastrutture, dei canali, delle strade. Tutto ciò però portava a dei costi economici che non tutta l’europa poteva sostenere. Nel nord italia la dominanza francese coincise con la crescita della produzione di bachi da seta grezza e filata creando un area economica importante. Ci furono nuovi esperimenti finalizzati alla sostituzione delle importazioni. Anche se c’era difficolta nell’approvvigionamento delle materie prime. Tutto questo provocò nuove opportunità ma anche dei disagi. Il fatto che napoleone dopo aver perso la francia ha dovuto cedere delle colonie che avevano cambiato la geografa coloniale. Marsiglia restava il porto più importante del mediterraneo. La debolezza del sistema napoleonico consisteva nel fatto che si era concentrato solo sull’offerta senza tenere inconsiderazione la domanda. Dopo il 1815 si ritornò alla politica protezionistiche. Si vide il divario che c’era tra la gran bretagna ed il resto d’europa. Infatti in campo dell’industrializzazione il divario era enorme, si parlò quindi di vittoria pacifica della gran bretagna sul resto d’europa. L’europa continentale risultò frammentata tra più regioni. Questo fece esplodere il boom ferroviario degli anni trenta dell’ottocento che velocizzò l’industrializzazione anche grazie alle innovazioni portate dalla gran bretagna con conseguenza modernizzazione economica. Capitolo 2. 2.1 La crescita non è mai uniforme. Infatti ci sono delle aree guida dove i cambiamenti avvengono prima e delle aree inseguitrici in cui secondo lo storico Angus Maddison lo sviluppo avviene attraverso l’innovazione quindi chi riesce a sfruttare meglio le risorse che ha a disposizione. Per ottenere tale risultato si deve avere a disposizione personale sia in grado di usare e migliorare le nuove tecnologie. Infatti come visto nel XVIII lo sviluppo della gran bretagna è da ricercarsi con il rapido programma tecnologico ottenuto nella produzione tessile, meccanica, siderugica e nell’uso del carbon fossile. Si potè notare che l’economia dei principale stati europei e del nord america. Cambiò passando dal decremento degli uomini utilizzati in agricoltura ad un aumento di uomini nel settore industriale. Infatti essa divenne la principale fonte di lavoro e di guadagno. Lo sviluppo economico ottenuto nei veri comparti fu anche dovuto allo svincolarsi dall’aspetta demografico e dalle limitate risorse del suolo. Infatti costatiamo il passaggio da fonti energetiche animate a quella inanimate. La crescita economica europea del XIX fu di portata eccezionale. La parola chiave dello sviluppo economico è “continuità.” I parametri di una crescita economica vengono rapportati alla quantità di beni prodotta dal singolo paese: essa si calcola sommando il valore aggiunto da ciascuno stadio di lavorazione dei beni, il che equivale alla differenza tra il valore del prodotto finito e il valore dei prodotti intermedi utilizzati. Tale importo corrisponde alla somma dei costi dei fattori produttivi impiegati. La produzione totale può essere considerata uguale al reddito. La crescita viene stimata in relazione alla variazione nel tempo del PIL (prodotto interno lordo) a prezzi costanti. Il PIL è la misura del valore dei beni prodotti all’interno di un paese sia dai cittadini sia dagli stranieri. In un determinato periodo temporale. Il PNL (prodotto nazionale lordo) esprime il valore della produzione di beni e servizi, al lordo degli ammortamenti, realizzati da un Paese anche all’estero in un periodo di tempo considerato (un anno). Siccome nell’ottocento le nazioni erano ancora frammentate in regioni si evince che alcune zone erano più sviluppate altre meno ( torino – milano- genova) era un terzo superiore alla media nazionale. Il passaggio dall’economia rurale agricola alla civiltà industriale urbana determinò una profonda variaziazione della struttura dell’intera popolazione. Si passò all’espansione del settore secondario e terziario. Si può costatare che la crisi dell’agricoltura è stata più rapida quanto più precoce è stata la crescita. 2.2 La crescita della gran bretagna è stata analizzata dai fondatori dell’economia politica Adam Smith, john stuart mill ma anche Carl Marx il quale disse che c’era una distinzione tra la società precapitalistica e società capitalistica associando il mondo agrario al primo e la produzione industriale al secondo. Il sistema capitalistico è nato con la rivoluzione industriale. Gli studiosi affermano che le fasi della crescita viene suddivisa in stadi o sistemi economici singoli. La scuola tedesca dice che i vari stati seguirono percorsi e scelte diverse per raggiungere i propri livelli di sviluppo; affermano anche che le leggi economiche erano relative e cambiavano in base alle circostanze storico geografiche. Joseph Shumpeter verificò l’esistenza di tre cicli principali: - Ciclo classico o ciclo juglar che è un periodo compreso tra 7 e 11 anni suddiviso in 4 fasi: recessione – depressione – ripresa e boom. - Ciclo minore o ciclo kitchen, ciclo congiunturale con andamento simile a quello delle scorte di prodotti finiti conservate dagli operatori - i movimenti di lungo periodo che durano 45-50 anni si suddividono in due fasi più o meno della stessa lunghezza, una ascendente e una discendente. Secondo Schumpeter, i cicli rappresentano l’autentica sostanza dello sviluppo capitalistico, lo sviluppo generato dal sistema economico è per sua natura ciclico e le fluttuazioni sono la rottura dell’equilibrio stanzionario. Shumpter indica la differenza tra invenzioni e innovazioni: mentre le prime procedono autonomamente poiché rappresentano l’effettivo procedere della conoscenza che si realizza indipendentemente da un bisogno concreto, le seconde si sviluppano endogenamente al sistema economico in risposta a determinati bisogni e danno vita a ‘nuove combinazioni’ dei fattori produttivi. Le innovazioni nascono su iniziativa degli imprenditori che apportano miglioramenti o con nuovi prodotti o con nuovi processi. b) Walter rostow scrisse nel 1960 the stage of economy growt. La sua teoria degli stadi indicava un processo di crescita basato su 5 stadi, attraverso i quali ogni paese deve percorrere per giungere ad uno sviluppo economico. - SOCIETA’ TRADIZIONALE: fase preindustriale, poca produttività del lavoro umano, prevale l’agricoltura, società chiusa e soggetta a carestia. Il tasso di investimento è pari al tasso di incremento demografico. - LA TRANSIZIONE: periodo di transizione dove si creano i presupposti per lo sviluppo delle industrie attraverso accumulazione del capitale economico (infrastrutture) , del capitale sociale (lavoratori specializzati), e dell’imprenditorialità ( assunzione di rischio). Nei trasporti lo stato entra perché l’iniziativa privata non è in grado di fornire la quantità di capitali necessaria; lo sviluppo di industrie di servizio e di un efficace sistema bancario; un utilizzo efficiente delle materie prime locali o la loro importazione. - IL DECOLLO: si tratta di un processo che nel giro di tre decadi trasforma l’economia in modo permanente. Infatti i tassi di crescita della produzione e del reddito aumentano in maniera impensabile, oltre ad un cambiamento delle strutture economiche ad esempio: • innalzamento del tasso di investimento produttivo al livello del 10% circa del prodotto nazionale netto; • nasce un quadro politico, sociale e istituzionale che massimizza le tendenze all’espansione e consentire una crescita costante del reddito individuale. • lo sviluppo dei settori guida •lo sviluppo di industrie sussidiarie. - LA MATURITA’: il processo di crescita industriale si estende le innovazioni tecnologiche. Il volume degli investimenti passa dal 1% al 20% del reddito nazionale. La produzione supera di gran lunga l’incremento demografico e le maggiori risorse vengono destinate ai consumi. - L’ARTE DEI CONSUMI DI MASSA: tale studio può essere identificato con il modello americano di sviluppo. Il modello rostow ha offerto una visione complessiva dell’economia europea analizzando la crescita: il sistema di rostow trova comunque delle difficoltà di dimostrazione siccome non è possibile dimostrare il passaggio da uno stadio all’altro, ogni nazione ha delle differenze in ambiti nazionali e regionali. c) Gerschenkron Egli ipotizzava una nuova teoria rispetto a Rostow, analizzando solo due stadi quella della formazione delle precondizioni e quella del decollo. Gerschenkron fa un analisi di quei paesi chiamati ritardatari rispetto a quei paesi leader dell’industralizzazione ( Gran Bretagna). Affermando che più presupposti simili a quelli inglesi e più ci sono meno problematiche nello sviluppo. I vari paesi colmano il gap con i paesi leader attraverso fattori sostitutivi. Sia i fattori sostitutivi sia le politiche economiche devono essere diverse rispetto al grado di arretratezza. Egli dice che la gran bretagna stimolava processi naturali per ridurre il gap (catching up). Anche questo modello prevede una fase di decollo (big spurt). L’industrializzazione dei paesi ritardatari è data dai vantaggi dell’arretratezza; infatti chi trae gli stessi vantaggi arrivando in un secondo momento può imitare le tecnologie dei paesi leader. In pratica quanto è più alto il livello di arretratezza più veloce sarà il ritmo di sviluppo industriale, maggiore sarà la condizione nella produzione di beni strumentali, minore sarà la crescita agricola. Questa teoria alterna nei secoli i paesi leader. Seguendo questo modello si può sapere l’esistenza di un unico modello di industrializzazione. d) Pollard. Egli affermava che lo sviluppo economico dei vari stati avviene non in modo nazionale ma su scala regionale. Infatti ne parla nel suo volume “The peaceful conquest” dove sosteneva che le fasi di decollo sono diverse all’interno di ogni nazione e devono essere inquadrate a livello regionale. A suo giudizio l’industrializzazione si deve andare ad inquadrare in ogni singola regione. Afferma poi che il risultato Dal punto di vista monetario il xix fu caratterizzato dal sistema del gold standard, un sistema monetario internazionale basato sulla standard aureo, in base al quale ogni valuta nazionale doveva adottare una parita' fissa con l'oro. Con l'adozione di questo sistema la moneta cartacea metallica poteva essere convertita in oro in qualsiasi momento e ciò rendeva necessario che vi fosse una costante corrispondenza tra la quantità di biglietti in circolazione e le riserve di oro detenute dalla banca centrale nazionale. L'inghilterra fu la prima ad adottare questo sistema. Gli altri stati europei in un primo momento rimasero legati al sistema bimetallico (oro e argento) ma con la svalutazione dell'argento si rese necessario adottare il gold standad. La germania nel 1871, gli stati uniti nel 1900 e nel 1897 anche russia e giappone. 2.6 Con la seconda rivoluzione industriale il legame tra scienza e industria si manifestò ancora piu' chiaramente. Dalla metà del secolo il ruolo della scienza e delle novità tecnologiche divennero sempre più rilevanti nell'età dell'acciaio, della chimica e dell'elettricita'. I progressi tecnici vennero perfezionati nei laboratori. L’acciaio riuscì a riunire i vantaggi del ferro e della ghisa in termini di plasticità e durezza. L'era dell'acciaio fece registrare anche i progressi della chimica. Nel settore dell'elettricità nel xix erano stati intrapresi i primi esperimenti con le scoperte del motore elettrico e della dinamo; l'utilizzo principale dell'elettricità fu nel campo della telegrafia.. L’ energia elettrica entrò nella vita quotidiana cambiando la struttura delle officine e facendo comparire sul mercato nuovi prodotti come l'alluminio. Nel 1880 thomas edison costruì la prima lampadina portando la luce nelle case. Si aprì l'era del petrolio. anche il settore dell'informazione registro' una forte crescita, l'invenzione piu' celebre fu quella della macchina da scrivere. (iniziata in Europa continentale dal 1815, industrie principali: acciaio e chimica, fonte energetica: elettricità) 2.7 Il sistema capitalistico si fonda sulla figura dell'imprenditore definito come uno o più persone associate tra loro in possesso di mezzi di produzione, macchine e fabbriche (capitale fisso), materie prime (capitale circolante) attraverso i quali vengono realizzati prodotti. Se non si ha disposizine di risorse sufficienti l'imprenditore si puo' avvalere di prestiti. nel porre in essere tale attività egli assume il rischio d'impresa. c) Gli intermediari creditizi Nella prima metà del XIX secolo, le banche finanziarono soprattutto il commercio internazionale e i prestiti governativi. Il sistema si fondava su banche centrali e su banche private. Le prime , controllate da un numero ristretto di ricchi azionisti, praticavano il riscontro , svolgendo la funzione di banche delle banche e fornivano anticipi allo stato. Le banche provinciali scontavano le tratte di commercianti e piccoli industriali. Con l'avanzamento dell'industrializzazione il crescente bisogno di credito commerciale e industriale rese necessaria la nascita di nuove istituzioni bancarie. Tra le banche x azioni che prevalsero sulle grandi banche private si distinsero la banca di deposito , come il credit lyonnais , e la banca d'affari la banque de paris et des pays bas. In termini di risorse la prima disponeva di ingenti mezzi, consistenti nei depositi a vista e a breve termine, mentre la seconda poteva contare sulle risorse provenienti dai depositi a medio e lungo termine di ricchi capitalisti; lo sviluppo dei sistemi bancari si presentò in maniera diversa in relazione ai vari paesi. d) Le istituzioni pubbliche La crescita economica del xix secolo vide tra i suoi protagonisti anche lo stato. Nelle politiche fiscali ci si avvalse più delle imposte indirette, che incidevano sui consumi, rispetto alle imposte dirette. Le imposte sul reddito rappresentarono delle eccezioni , si crearono grandi risorse che incrementarono il livello di squilibrio sociale. Dal momento che l'inclinazione marginale al risparmio aumento al crescere del reddito, la struttura fiscale promosse gli investimenti riducendo le spese di consumo colpite dalle imposte indirette. Lo stato tramite le proprie leggi contribuì alla promozione della libera impresa. Le opere di urbanizzazione quali la costruzione di acquedotti , fognature , illuminazioni formarono in maniera sempre crescente una quota di capitale fisso. 2.8 a) Strade a pedaggio e canali Le scoperte e le innovazioni tecnologiche in grado di migliorarne la resa furono alla base della rivoluzione dei trasporti sia per quanto riguarda le merci sia per lo spostamento di persone . Con l'avvento delle ferrovie delle navi a vapore e del telegrafo iniziò una nuova epoca, sia nei trasporti che nelle comunicazioni. Le linee a vapore erano molto più veloci nel trasporto di cose e persone tra i vari continenti. Con il telegrafo e le reti di cavi sottomarini gli operatori economici poterono scambiarsi informazioni in tempo quasi reale. I trasporti e lo sviluppo economico sono fortemente correlati. In inghilterra si costruì una fitta rete di canali che consentiva di abbassare il costo dei trasporti e di materie prime e prodotti finiti. La francia poteva vantare la migliore rete di comunicazioni europea grazie ai finanziamenti pubblici. Per quanto fosse difficile il trasporto concorrente i canali fluviali restarono la più comoda e meno costosa via commerciale. b) le ferrovie La locomotiva è la piu importante invenzione ottocentesca nel settore dei trasporti le diede la possibilità di diventare autonoma . Il primo obiettivo fu raggiunto già nel 1835 quando una locomotiva superò i 100 km. Il secondo risultato fu l'incremento del peso e dell'aderenza allungando i treni di vagoni montati su carrelli. Ponti tunnel e viadotti consentirono alle ferrovie di oltrepassare fiumi montagne e valli. e) Il settore delle comunicazioni: il telegrafo, il telefono Il xix secolo fece registrare un grande progresso anche per quanto riguarda il sistema di trasmissione delle notizie e delle informazioni. Con Il telegrafo ottico, in grado di trasmettere segnali tra postazioni in contrasto visivo, presentato nel 1792 dal fisico Claude Chappe si potevano trasmettere 8464 parole in codice. Con l'avvento delle ferrovie, era necessario che le informazioni viaggiassero ancora più velocemente. Nel 1835, l'americano Morse perfezionò più volte il suo apparecchio telegrafo a relè. Negli anni sessanta nei principali Paesi europei , il mezzo di comunicazione più diffuso era costituito dai dispacci di borsa. Pel la comunicazione telegrafica si resero necessari interventi di armonizzazione normativa e standardizzazione tecnica. La velocità nello scambio di informazioni divenne ancora di più marcata circa mezzo secolo dopo grazie alla scoperta del telefono su iniziativa di Bell nel 1877. Nel 1900 il telefono serviva il 6% delle famiglie americane, ma il suo impiego prevalente restò quello finanziario. nel 1896 Guglielmo Marconi invento la radio e creò un sistema di comunicazione di massa. 3.1 Dal 1900 e fino all'inizio della prima guerra mondiale, l'economia attraversò un periodo di grande crescita, coincidente con la Belle Epoque e la globalizzazione. Il denaro , le informazioni , le merci e le persone circolavano quasi liberamente, ad un ritmo notevole e con incredibile regolarità. L'equilibrio dell'economia mondiale viene raggiunto grazie alla gran bretagna. La ledership inglese semplificava gli scambi a livello mondiale. Nascevano le prime multinazionali. a) L’evoluzione demografica Il pil europeo nel 1900 è cresciuto come non mai. L'aumento è derivato grazie ad un evoluzione demografica. Il benessere europeo era quasi riuscito a doppiare la media mondiale, durante il secolo, i paesi europei hanno fatto registrare un incremento di circa trecento milioni di abitanti , ovvero il 60%. Nel 1913 la popolazione europea era concentrata in Russia, Germania, Austria-Ungheria, Regno unito , Francia Italia e spagna. Era l'epoca delle grandi potenze europee che sarebbe finita con la prima guerra mondiale. Tra il 1900 e il 1913 la crescita demografica europea fu consistente . Dal il 1913 e il 1950, aumentarono le periferie europee come quella mediterranea e settentrionale. Dal 1950 al 1958, il ritmo globale di crescita aumentò come conseguenza naturale della ripresa del dopoguerra. I tassi di mortalità soprattutto infantili scesero. Nel xix secolo l'europa fu un paese di migrazione, mentre il xx fu un paese di immigrazione in quanto i paesi dell'europa occidentale iniziarono ad avere bisogno di manodopera. b) I nuovi modelli di consumo Le grandi potenze assommavano circa l'85% del pil. Nell' Europa del 1914 il pil metropolitano andava sommato il pil coloniale, (vedi inghilterra con tutte le sue colonie). Nel secondo dopoguerra l' Europa si era avvalsa delle tecnologie sviluppate negli Stati Uniti come motore della propria crescita. Il modello della catena di montaggio , "il fordismo" fu il modello tecnologico organizzativo importato dagli stati uniti in europa. La crescita del reddito pro-capite consenti di migliorare i livelli di consumo in primo luogo quello alimentare. I consumi maggiormente cresciuti furono quelli legati alle spese di trasporto, come la benzina e l'ordinaria manutenzione delle automobili. Tra il 1960 e il 1980, la crescita del settore automobilistico nell' Europa meridionale portò una vera e propria socializzazione tecnologica. Anche gli apparecchi televisivi ed i personal computer iniziarono a diffondersi. Nel 1999 la televisione era ormai diffusa ovunque. Nell'industria automobilistica in quella chimica e in quella delle costruzioni meccaniche le imprese fecero il loro ingresso nei mercati internazionali. Negli anni 80 il personal computer era un settore in costante crescita. Negli anni 90 l'interconnessione dei pc attraverso il www diede inizio alla rivoluzione di internet. d) Il cambiamento strutturale In europa alla fine del xx secolo il settore terziario è stato il settore prevalente di sviluppo. La diminuzione del ruolo strategico dell'agricoltura comunque ha portato un incremento del prodotto agrario. Gli agricoltori erano ancora operativi, si unirono sulla via dell'aggiornamento tecnologico e della capitalizzazione delle rispettive attività. La rivoluzione verde si andò a sovrapporre all'incremento della produttività per l'uso di trattori dei concimi dei motori elettrici e dei diversi macchinari. Il xx secolo è l'epoca dell'industrializzazione , ma la crescita della produttività ha risentito dei due conflitti mondiali della crisi degli anni 30 e della deindustrializzazione dopo il 1975. L'eccellenza del settore manifatturiero ha visto gravitare intorno alla sua dinamicità le imprese di più grandi dimensioni. I Tedeschi si concentrarono su quattro settori: la siderurgia , l'industria pesante ad essa collegata, la chimica e il settore minerario del carbone. In francia dominavano le compagnie minerarie attorno al 1973 iniziarono a svilupparsi le imprese farmaceutiche. Tra il 1913 ed il 1950 si registrò una domanda sempre più forte dei servizi amministrativi aprendo alle donne mansioni lavorative. Negli anni 80 ebbe inizio la rivoluzione informatica esplosa nel decennio successivo in abbinata con le telecomunicazioni. 3.2 particolare spinse verso la produzione nazonale di articoli sostitutivi delle importazioni , incoraggiando la chiusura commerciale. Alcuni elementi di politica economica tedeschi e americani furono riproposti in altri paesi come in Gran Bretagna. Il mutamento delle politiche economiche, insieme al progresso industriale e tecnologico, semplificò le vie di uscita dalla crisi. Dal 1932 al 1939 furono, infatti, sette anni di crescita continua 3.4 La seconda guerra mondiale, combattuta con armi più moderne e distruttive,ebbe conseguenze ancora più devastanti della prima, Anche nella seconda guerra i paesi avviarono la mobilitazione industriale bellica , come era avvenuto nel primo conflitto. Anche gli stati uniti e Giappone accentrarono il più possibile i loro sforzi produttivi , destinati agli armamenti. Il boom produttivo degli stati uniti fu smisurato con il vantaggio di tenere lontane le armi dal proprio territorio e tutto il potenziale produttivo smisurato rimasto inutilizzato durante la crisi del 29-33 , il pil dal 39 nell'arco di 5 anni arrivò addirittura a raddoppiarsi. Portogallo svezia e svizzera rimasero neutrali. a) Ricostruzione: gli accordi di Bretton Woods Nel giugno del 1944 a bretton woods venne convocata una conferenza economica internazionale, con l'obiettivo di definire il quadro in cui avrebbero dovuto svolgersi il commercio, i movimenti di capitali ed i pagamenti esteri. Gli accordi si basarono su 3 nuove istituzioni sovrazionali : l'organizzazione per il commercio internazionale (OCI) , la banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo o banca mondiale (BIRS) ed il fondo monetario internazionale (FMI). L'OCI avrebbe dovuto mirare alla realizzazione di un commercio libero e non discriminatorio. La BIRS aveva come scopo quello di contribuire al finanziamento, con investimenti a lungo termine, collaborare alla ricostruzione economica dei paesi distrutti dalla guerra. Il FMI era l'elemento cardine degli accordi finalizzato alla difesa di un sistema cambiario a tassi fissi. Il FMI poteva concedere prestiti a breve termine per dare respiro ai paesi in deficit temporanei nei loro conti esteri, in tal modo da evitare l'alterazione di tassi di cambio. b) Piano Marshall L’europa era spaccata a metà tra le due superpotenze mondiali. Il principale problema dell’europa del dopoguerra era la fame, nonostante vi fossero tantissimi altri problemi. Di fronte a questa emergenza, il governo americano decise di varare il piano marshall dal nome del ministro americano George Marshall che se ne occupò. Il piano marshall, noto come ERP ( EUROPEAN RECOVERY PROGRAM), prevedeva la fornitura a titolo gratuito di ingenti quantità di grano e di altri prodotti e macchinari per sfamare la popolazione europea e permettere la ripresa. Gli stati uniti non potevano permettersi di far crollare l’europa perché avevano interessi nel piazzare i prodotti che producevano in eccesso. Il piano marshall fu fondamentale e per molti anni fu decisivo: salvò paesi come l’italia, la germania e la gran bretagna, in cui la guerra aveva causato tanti problemi. c) L’UEP, la CECA, la CEE, l’EFTA Nel 1950 gli europei avevano creato con il benestare degli americani l’Unione Europea dei Pagamenti (UEP), questa “cosa” venne creata per evitare la fissazione dei tassi di cambio, cosi com’era stata imposta dagli accordi di bretton woods. Il regno unito a partire dal settembre 1949 aveva deciso di svalutare la propria moneta, questo poteva essere paragonato all’uscita del paese dal gold standard. Dopo la grande svalutazione i paesi dell’europa occidentale introdussero un nuovo modello di cooperazione monetaria intereuropea chiamata UEP (Unione Europea dei Pagamenti). Man mano questi stati europei avevano costituito la comunità economica europea CEE. In francia il ministro degli affari esteri Robert Schuman, attraverso la “dichiarazione Schuman” garantiva che il governo transalpino rinunciasse al controllo di un settore economicamente vitale per l’epoca. (il controllo della produzione del carbone e dell’acciaio), questo per far si che il governo della Repubblica Federale Tedesca fosse un loro alleato e quindi consentiva di scongiurare una terza guerra mondiale. Nel 1951 con il trattato di parigi nacque la comunità europea del carbone e dell’acciaio chiamata CECA. Nel 1957 venne sottoscritto il trattato di roma, che istitutiva la CEE ed entrato in vigore nel 1958. La CEE contribuì alla costruzione di una solida base per una crescita economica capace di soddisfare gli interessi della germania e di altri membri europei. Il vantaggio per la Francia, l’Italia, il Belgio, l’Olanda ed il Lussemburgo consisteva nell’avere un canale privilegiato nei confronti del dinamico mercato tedesco. Nel 1959 i Paesi europei occidentali che non aderirono al Trattato di Roma, con in testa il Regno Unito, formarono l’European Free Trade Association (EFTA), costituita da Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo,Svezia e Svizzera, oltre alla Finlandia, che dal 1961 vi si aggregò come Stato associato. L’Irlanda non faceva parte dell’EFTA, ma aveva il proprio trattato commerciale con il Regno Unito. d) La divisione del mondo in blocchi e la guerra fredda Tutti i paesi sottoposti all'occupazione sovietica si autoesclusero dal piano Marshall. Bisogna considerare che il mondo ,nelle due conferenze di Yalta e di Porsdam nel 1945 era stato diviso in 2 blocchi. I paesi del blocco americano decisero di istituire nel 1949 , l'alleanza dell'atlantico settentrionale, ovvero la nato. Nello stesso anno , la nascita del consiglio di mutua assistenza economica (comecon) rappresentò la risposta politica dell'urss alla creazione della nato, radunando tutti i paesi ad economia socialista che gravitavano nella sfera di influenza sovietica. Gli stati rimasti sotto l'influenza sovietica iniziarono ad approntare le loro strategie nazionali. Nel caso dell'Albania e della Yugoslavia , ciò determinò un allontanamento del campo sovietico. L'Albania si accosto alla Cina di Mao e la Yugoslavia rimase sospesa tra i comunisti e i paesi non allineati del terzo mondo. Tutti i paesi si orientarono verso un modello autarchico, che pativa essenzialmente tre limiti. Il primo nasceva dalle esigenze dell'unione sovietica che fissava i prezzi dei prodotti commerciabili tra i paesi comecom , il commercio tra i paesi appartenenti allo stesso blocco non poteva crescere , rimanendo in una sorta di perenne stagnazione, gli scambi andavano a vantaggio dell'urss. Il secondo limite consisteva nella mancanza di libertà all'interno del comecon , dal momento che le trattative tra i suoi membri erano sottoposte al benestare sovietico. Il terzo limite nasceva dall'assenza di competitività dei prodotti dell'area ,dall'impossibilità di conoscere il prezzo migliore per non rimanere indietro nel commercio internazionale. Il trattato di Roma e la creazione della CEE e dell'EFTA obbligarono i paesi del blocco sovietico ad attivarsi per fornire una risposta. L'allontanamento degli opposti orientamenti fu inevitabile. Il dinamismo dell'europa occidentale appariva molto attraente per i paesi dell'est da cui s’intensificò il fenomeno dell'emigrazione illegale ciò portò la repubblica democratica tedesca a costruire il muro di Berlino nel 1961. Fu questo l'apice della guerra fredda. e) La “golden age”: il primo, il secondo ed il terzo mondo Il primo mondo era il blocco atlantico, guidato dagli stati uniti, composto dai paesi capitalisti. Il secondo mondo, era il blocco sovietico, guidato dall'Unione Sovietica e comprendeva economie socialiste di pianificazione centralizzata. Il terzo mondo erano invece tutti quei paesi che non rientravano nei primi 2 ed era anche il più povero. La maggior parte del terzo mondo era formato da ex colonie delle potenze occidentali o dal Giappone. La decolonizzazione fu il primo fattore unificante dei paesi del terzo mondo, le 2 grandi decolonizzazioni furono quella inglese e quella francese, verificatesi tra il 1945 e il 1965. L'indipendenza offrì nuovi spunti di sviluppo politico e sociale, ma il problema era rappresentato dal collegamento con i mercati metropolitani. In quanto pur avendo vie privilegiate nei mercati delle metropoli esse non avevano più importanza come in passato , essendo soggette ad altri accordi internazionali come il Gatt. Ciò nonostante i risultati economici ottenuti nel terzo mondo furono assai positivi durante la Golden age. La crescita tra il 1950 e il 1973 si realizzava in tutti i paesi e la ricerca del progresso, attraverso la competizione tra i diversi sistemi per raggiungerlo, contribuirono ad incentivare lo spirito finalizzato ad una distribuzione più giusta ed omogenea della proprietà e del reddito. L'ocse raggruppava o paesi ad economia di mercato e quelli sviluppati con un tipo di crescita intensiva, l'unione sovietica è stata invece estensiva. Al termine della guerra, gli europei disponevano di un'enorme quantità di tecnologie di altà qualità , che dovevano essere utilizzate da persone qualificate. Il grande sviluppo europeo dopo il 1950 fu dovuto anche alla repubblica federale tedesca articolata su un modello regionale appositamente progettato, che sarebbe diventata il motore dell'economia europea. Il 1958 fu un anno di crisi , essenzialmente dovuta agli accorgimenti produttivi imposti dall'entrata in vigore degli accordi di Bretton Woods. Dal 1958 al 1971 l'europa occidentale e con essa gran parte del mondo , visse in un sistema di parità fisse che ,dopo i primi anni di assestamento, fece tornare a parlare di golden age. Nel 1970 essendo venuto meno il potere di de gaulle in francia ed anche in virtù della disponibilità britannica ad accettare integralmente il trattato di Roma, l'invito ad entrare nella CEE fu accettato in tempi brevi. Tutti i paesi europei , tranne il regno unito,crebbero più degli usa. A crescere di più furono i paesi più poveri di meno quelli più ricchi . 3.5 La crisi del petrolio divise il mondo in base a nuove frontiere, le risposte alla crisi furono diverse nei vari paesi. Lo shock petrolifero rappresentò uno scossone alle certezze, fino ad allora nutrite, nelle risorse illimitate e disponibili e indusse alla riflessione sulla possibilità di utilizzo di fonti energetiche alternative e non inquinanti, stimolando la nascita dei primi movimenti ambientalisti. Potete partire dalla storia delle crisi petrolifere e collegarvi alla situazione attuale di indisponibilità di fonti energetiche sufficienti e non inquinanti. Nel 1973 l'Organization of the Petroleum countries ( OPEC) aumentò in modo vertiginoso il prezzo del petrolio, in risposta all'attegiamento pro-Israele dei paesi occidentali. In appena tre mesi il prezzo " dell'oro nero" si quadruplicò, creando un deficit commerciale nei paesi importatori. Le due grandi potenze mondiali Stati Uniti ed Unione Sovietica risolsero il problema in modo differente. Gli Stati Uniti applicando una rigorosa politica di risparmio energetico, mentre l'Unione Sovietica prese spunto dalla crisi per incrementare il suo impegno in favore delle esportazioni e per ricavare profitti senza precedenti a livello mondiale. La risposta a tale crisi fu diversa nei vari stati mondiali, ad esempio i governi di Svezia e Spagna pensarono che si trattasse di una fase transitoria e che la perdita della capacità di acquisto potesse essere assorbita tramite il bilancio pubblico. Tali paesi riuscirono a mantenere tassi di crescita leggermente
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