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Il Periodo Tra la Prima Guerra e l'Ascesa del Fascismo: Biennio Rosso e Dittatura Fascista, Appunti di Storia Moderna

Il periodo che va dalla vittoria nella prima guerra mondiale all'ascesa del fascismo in italia, dividendo questo arco di tempo in due periodi: il biennio rosso (1919-autunno 1920) e lo squadrismo fascista (autunno 1920-autunno 1922). Il documento illustra come il partito socialista si trovò senza una politica unitaria, le elezioni di novembre 1919, la formazione del partito fascista e la dittatura che ne seguì.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 10/12/2019

valentina-agro
valentina-agro 🇮🇹

4.5

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Scarica Il Periodo Tra la Prima Guerra e l'Ascesa del Fascismo: Biennio Rosso e Dittatura Fascista e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Il fascismo: I conflitti sociali del dopoguerra, diedero vita ad una serie di scontri di piazza che provocarono numerose vittime, tra cui operai, contadini, socialisti e anarchici. Il periodo che separa la vittoria della Prima guerra mondiale e l’ascesa del fascismo può essere diviso in due periodi: il biennio rosso (1919-autunno 1920), dominato da lotte contadine ed operaie e lo squadrismo fascista (autunno 1920-autunno 1922), che mise a ferro e fuoco il paese. Il sistema politico si rivelò incapace di gestire il tutto e l’esito fu l’instaurazione della dittatura. Per quanto riguarda la situazione economica venne aumentata la quantità di moneta emessa per fronteggiare i costi della guerra e ne risultò una svalutazione della stessa; ad essa aggiungiamo l’inflazione (aumento dei prezzi) e il ritorno dei soldati in fronte portò ad una grande disoccupazione La guerra portò l’industria italiana a svilupparsi e a produrre un capitalismo più concentrato; tuttavia la riconversione produttiva dalla produzione di guerra a quella di pace mise in difficoltà l’industria. -Primavera 1919= Lotte sindacali e sociali e occupazioni delle terre incolte da parte dei contadini, tumulti popolari contro il carovita, nascita di un ciclo di scioperi per gli aumenti (Cgl e Cil guide). Il governo reagì a queste rivolte con la forza, ma i lavoratori ottennero grandi risultati: -Nelle fabbriche ottennero aumenti salariali e la riduzione lavorativa a otto ore -Imponibile di manodopera nelle campagne del sud -Patti agrari tra coloni e mezzadri -Redistribuzione delle terre incolte ai contadini del sud La rappresentanza politica era in mano al Partito socialista, che aveva preso posizioni rivoluzionarie. Netta prevalenza, però, la ebbe il massimalismo, che teorizzava la violenza di classe e la dittatura del proletariato; in opposizione vi erano i riformisti, che negavano un approccio rivoluzionario. Il Partito socialista si ritrovò privo di una politica unitaria. Oltre che alle masse popolari, il disagio riguardava anche il ceto medio, in quanto l’inflazione tagliava gli stipendi, molti erano delusi dalla guerra e gli ex soldati si lamentavano di non ottenere un riconoscimento per il sangue versato, così nacque una comune AVVERSIONE PER IL SOCIALISMO. -Marzo 1919: Nascita del movimento dei Fasci di combattimento da parte di Benito Mussolini; l’insieme era accomunato dall’esperienza dell’interventismo e dal rifiuto per la politica tradizionale. Antipartito= I Fasci nacquero con un programma ultrademocratico che miscelava nazionalismo e sindacalismo rivoluzionario e che credeva nella violenza rigeneratrice. Inizialmente il fascismo non ebbe grande rilevanza; era il nazionalismo a dominare la scena pubblica. Trattative di pace= Trentino, Alto-Adige e Trieste all’Italia (NO Istria, Dalmazia e Fiume) Trattato di Rapallo= 12 novembre 1920, Giolitti assegnò l’Istria all’Italia, la Dalmazia alla Iugoslavia e Fiume divenne indipendente. -Gennaio 1919: Nascita del Partito popolare italiano fondato dal sacerdote Luigi Sturzo; il programma ribadiva i punti chiave della dottrina cattolica (difesa dei contadini e della proprietà privata, libertà di insegnamento, rifiuto della lotta di classe ecc.. -Novembre 1919: Alle elezioni il partito cattolico ottenne grande successo assieme al Partito socialista, che divenne il protagonista con il 32,4% dei voti; date, però, le differenze tra socialisti e popolari, si formò una grande instabilità parlamentare e politica. -Agosto 1920: Alla rivendicazioni salariali gli industriali risposero attuando in alcuni casi una serrata, ovvero la chiusura degli stabilimenti che portò gli operai all’occupazione delle fabbriche. Gli industriali chiesero l’intervento delle forze pubbliche e Giolitti rifiutò per puntare ad un compromesso; in giro di poche settimane ci fu un accordo tra imprenditori e sindacato. Alle elezioni del 1919, i fascisti non ottennero seggi e ciò dimostra la marginalità del movimento. L’ascesa venne favorita da diversi elementi: -Furono capaci di proporsi come forza capace di riportare l’ordine nel paese -Impiegarono la violenza, tollerata dalle istituzioni dello stato -Trovarono delle istituzioni fragili ed instabili -I socialisti ed i popolari erano divisi (ciò portava ad un’instabilità politica e parlamentare) -Autunno 1920= Si diffuse lo squadrismo (camicie nere), ovvero delle spedizioni di squadre d’azione fasciste contro le sedi sindacaliste e socialiste finanziate dai proprietari terrieri. Queste squadre erano composte da giovani, ex combattenti, studenti ecc.. che sapevano maneggiare le armi (lo avevano appreso in guerra) e si muovevano su camion, distruggendo case, circoli, prelevando politici da torturare e uccidere. Queste squadre occuparono intere città (Bologna) e tutto ciò fu possibile in quanto incontrarono tolleranza e complicità, in quanto civili, autorità e militari avevano uno spirito antisocialista. Dalla fine della guerra al governo Mussolini si susseguirono sei governi (crisi della classe dirigente). Giolitti contava in un’alleanza per una maggioranza parlamentare. (liberale) -Maggio 1921= Elezioni in cui i fascisti si presentarono in blocco nazionali con i liberali e altri gruppi; la sinistra ebbe un calo sostanziale, i liberali una grande tenuta e i fascisti ottennero 31 seggi (1919=0 seggi), il risultato fu un parlamento ancora più frazionato rispetto alla scorsa elezione. In questa situazione Mussolini presentò il fascismo come la sola forza politica in grado di aiutare l’Italia e nel 1921 trasformò il movimento dei fasci in Partito nazionale fascista (Pnf). Il programma del Partito fascista era ben diverso da quello del 1919: divieto di sciopero, limitazioni dei poteri del parlamento, esaltazione della nazione. Programma conservatore e nazionalista. -Gennaio 1921: Congresso di Livorno, un gruppo di dirigenti dell’ala sinistra del partito diede vita al Partito comunista d’Italia. -Ottobre 1922: I massimalisti e i riformisti diedero vita al Partito socialista unitario (Matteotti). Negli ultimi giorni di ottobre ebbe inizio la marcia su Roma con l’occupazione di edifici pubblici del centro-nord mentre i fascisti si concentrarono sulla capitale, aspettando una reazione che non vi fu. -28 ottobre 1922: Il presidente del consiglio portò al re il decreto che proclamava lo stato d’assedio ma il sovrano si rifiutò di firmare. La marcia su Roma segnò l’inizio del primo governo Mussolini, ma il passaggio ad una dittatura non era scontato. -16 novembre 1922: Mussolini presentò il suo governo con il discorso del bivacco. -1923: Venne approvata una nuova legge elettorale maggioritaria, la legge Acerbo, che consolidò la maggioranza e tolse spazio alle opposizioni (due terzi assegnati alla lista con più voti). -Aprile 1924: Elezioni alle quali il Partito fascista si presentò in una lista nazionale, mentre gli antifascisti si presentarono in ordine sparso e così il “listone” ottenne grande successo (65% dei voti) Entrava così in parlamento la classe politica che rappresentava la generazione della trincea. Il 10 giugno 1924 Matteotti venne rapito e ucciso da una squadra fascista e per la prima volta Mussolini sembrava vacillare sotto il peso di una condanna generale ma, ben presto, riprese il pugno della situazione e il 3 gennaio 1925 organizzò il discorso in cui si assunse la responsabilità del delitto = percorso che avrebbe portato alla dittatura. -Comunità di popolo= La sconfitta, i conflitti del dopoguerra e l’inflazione avevano distrutto il mito della comunità del popolo, che Hitler restaurò; egli soffiò sul fuoco del risentimento. -Spazio vitale= Lo spazio vitale era quello cui la Germania avrebbe avuto diritto per svilupparsi e affermarsi sul piano internazionale. -Razza= Per il nazismo il popolo non è un insieme di individui legati dalla storia e dalla cultura, ma una comunità omogenea razzialmente parlando; l’identità razziale fa un cittadino e chi non è di sangue tedesco non può essere cittadino e non può avere nessun diritto fondamentale. Il razzismo e l’antisemitismo costituirono la propaganda di Hitler; gli ebrei divennero la causa della crisi del paese. Con Hitler l’antisemitismo divenne arma politica; l’effetto fu tragico in quanto esso divenne uno degli ingredienti principali della sua dittatura. Egli offrì una prospettiva di mutamento alla Germania: il sogno di un risorgimento si unì all’odio verso i nemici e questi temi fecero larga presa in tutto il paese. L’elettorato era per di più giovanile, maschile e protestante; la base era costituita dai ceti medi. Hitler ottenne consensi anche in ambito economico-finanziario e incominciarono a vederlo come una risorsa per uscire dalla grande crisi e fu così che conquistò egemonia e trasformò il partito in un’organizzazione gerarchica. Alla ricerca di maggioranze stabili si fece frequente ricorso alle elezioni ma gli unici partiti che aumentavano erano quelli nazista e comunista. Ebbe quindi buon gioco la propaganda di Hitler e la svolta decisiva si ebbe tra il 1930-32, quando il debole governo del cattolico Bruning dovette ricorrere all’appoggio della destra e della sinistra. -Giugno 1932: Von Papen divenne cancelliere e si orientò a portare Hitler al governo. Nel luglio 1932 Hitler pretese di diventare capo del governo ma si rifiutarono; il paese era ormai ingovernabile e non si riusciva a formare una maggioranza stabile. -Gennaio 1933: Hindenburg si decise e affidò ad Adolf Hitler il ruolo di cancelliere. Per conquistare il potere, egli applicò la tattica di mescolare violenza e legalità. -Marzo 1933: Si tennero le nuove elezioni precedute da intimidazioni attuate dalle SA e dalla polizia; Hitler ottenne il 44% dei voti e ciò gli assicurò la maggioranza assoluta. Vinte le elezioni presentò al parlamento una legge sull’Eliminazione dello stato di bisogno del popolo e nonostante non avesse la maggioranza per far passare la legge venne approvata. Allineamento: I giornali di opposizione vennero chiusi, la stampa e la radio vennero controllate, i sindacati furono sciolti e tutti i partiti vennero dichiarati illegali; quanto alle chiese, i rapporti vennero regolati da un concordato in cui la chiesa non interferiva nella vita politica. -20 marzo 1933: Venne costituito a Dachau il primo campo di concentramento in quanto era impossibile tenere in carcere migliaia di comunisti, cattolici oppositori ed ebrei. Il 30 giugno 1934 nella notte dei lunghi coltelli Hitler ordinò l’eliminazione del capo e dei dirigenti delle SA e egli riuscì ad apparire come colui che manteneva le promesse riportando la pace in paese. Con la morte di Hindenburg Hitler assunse anche la carica di capo di stato e si costituì lo stato totalitario nazista, il Terzo Reich e a differenza del fascismo, gli organi dello stato divennero esecutori della volontà del partito unico e del suo Fuhrer, unica fonte del diritto che disponeva del potere assoluto in ogni settore e incarnazione della comunità di popolo. Il sistema nazista, però, era una pluralità di centri di potere: il partito; la Gestapo, polizia segreta del regime; le istituzioni= POLIARCHIA (Molto comando). Le SS e la Gestapo furono gli strumenti con i quali incarcerarono e eliminarono ogni oppositore. Il lavoro fu un’ideologia sulla quale il nazismo si battè con più forza; fu creato il Fronte del lavoro, un’organizzazione che inquadrava tutti i lavoratori e che comprendeva l’organizzazione del dopolavoro che offriva escursioni ed attività ai lavoratori. Allo stesso modo il nazismo si comportò con l’istruzione, attraverso il controllo su scuole e attività. Dal punto di vista economico il regime attuò una politica di autarchia e questa presenza dello stato accentuò il suo carattere monopolistico: la Germania divenne il paese che riuscì ad emergere dalla crisi economica più rapidamente e questo successo costituì un fattore di consenso per lo stesso. Lo Stato finanziò opere pubbliche e attuò una politica di riarmo; le spese militari costituivano il 50% della spesa dello stato ma preparare il paese alla guerra era il secondo obiettivo del nazismo. Violenza nazista: repressione politica, sociale e politica razziale. Il nazismo considerava gli ebrei come una razza e in quanto razza inferiore dovevano essere colpiti. Dai primi provvedimenti di esclusione dall’insegnamento, dal giornalismo e dalla pubblica amministrazione, si passò alle leggi di Norimberga, che privavano gli ebrei della cittadinanza e vietava matrimoni e rapporti sessuali tra ebrei e ariani. -Notte dei cristalli,1938: Una notte di violenza antisemita gestita dai capi centrali del nazismo. Coloro che compresero la gravità della cosa fuggirono, gli altri vennero deportati nei campi di concentramento (1925=564000-1944=14500). La guerra mondiale darà il via alla “soluzione finale del problema ebraico”, ovvero la distribuzione fisica degli ebrei d’Europa. Lo stalinismo: Dicembre 1922= Nascita dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss); le condizioni del nuovo stato erano critiche, circa sei milioni di soldati erano morti, il rimanente civili, vittime del terrore bianco e rosso, vittime di epidemie e della carestia del 1921-22. L’abolizione della proprietà privata (comunismo di guerra) ebbe conseguenze disastrose, perché i contadini reagirono alle requisizioni riducendo la produzione=CRISI. Le città si spopolarono e mutarono struttura sociale, si assottigliarono le classi operaie. L’URSS era una repubblica federale con potere ai soviet ma, in realtà, il potere effettivo era esercitato dal Partito comunista. Vi era il suffragio universale ma il diritto di voto escludeva i nemici dello stato; al di là di ciò una frattura si era aperta tra governo e popolazione che portò allo scoppio di una serie di rivolte contadine e scioperi (marzo 1921= Rivolta dei marinai nella base di Kronstadt). Alla crisi si aggiungeva il fallimento della rivoluzione europea; nasce a Mosca la Terza internazionale per unificare le organizzazioni rivoluzionarie. Il “comunismo di guerra” era dato dalle necessità della crisi e di vincere la guerra civile, ma anche la voglia di edificare il comunismo per eliminare la proprietà privata. -Marzo 1921= Con il X congresso fu avviata una Nuova politica economica (Nep) che stabilì un prezzo per gli ammassi, ovvero il grano dovuto allo stato; consentì la vendita delle eccedenze agricole e liberalizzò il commercio interno; consentì piccole imprese private, controllando però le principali. La Nep diede buoni risultati: nelle campagne si rafforzarono i contadini benestanti, i kulaki e nelle città nacquero i nepmany, piccoli commercianti; nonostante ciò ebbe forte opposizione nel partito. Secondo i bolscevichi questa politica portava a rafforzare elementi come i kulaki e i nepmany, ostili al socialismo, ma il problema più grave fu lo sviluppo dell’economia critica data dall’arretratezza del paese. Nonostante i miglioramenti la Russia non riusciva a rifornire le sue città, i contadini decisero di accumulare scorte o consumare i prodotti piuttosto che darli allo stato ecc.. La Nep propose così una trasformazione graduale del sistema economico, basato sull’agricoltura. Gli oppositori (Trockij), però, ritenevano necessario accelerare l’industrializzazione. Il dibattito si accentuò con il problema del potere nel Partito comunista; dopo la morte di Lenin, Stalin si impose come personalità di spicco nel partito e nel 1922 venne nominato segretario generale, nomina che gli permise di costruire la base che lo avrebbe portato al potere. Stalin riuscì subito ad emarginare Trockij, il quale sosteneva l’industria e la rivoluzione, a differenza di Stalin che sostenne il socialismo in un solo paese. Egli assunse una posizione centrale nel partito e venne visto come la più sicura garanzia per il paese. -1926= Trockij lanciò un’accusa nei confronti di Stalin che lo accusava di autoritarismo e tradimento della rivoluzione, ma tutti si schierarono dalla parte di Stalin, che si installò alla testa del partito. La crisi degli ammassi segnò il fallimento della Nep e venne attuata la “grande svolta” data da tre decisioni: -La pianificazione dell’economia con piani quinquennali; il primo fu attuato tra il 1933 e il 1937 -La collettivizzazione dell’agricoltura, ogni azienda privata divenne proprietà dello stato -L’industrializzazione accelerata per creare grandi complessi industriali (Stalin accetta così la politica economica di Trockij). Stalin era consapevole che queste decisioni avrebbero portato a scontri sociali e lo stato sovietico mosse la guerra nel confronti dei contadini; i contadini si opposero con ogni mezzo (macellando il bestiame per esempio, che provocò un danno enorme al patrimonio zootecnico). Il potere sovietico impiegò il terrore; l’ideologia totalitaria di Stalin doveva distruggere il vecchio stile di vita per costruire una società nuova e tutto ciò avvenne con la lotta contro i kulaki. Il sovrano attuò così una eliminazione fisica di molti contadini e kulaki attraverso un decreto che li suddivideva in tre categorie: i controrivoluzionari, quelli che non potevano contribuire alla controrivoluzione e i leali nei confronti del regime. Le prime due categorie venivano deportate e fucilate in caso di resistenza, mentre la terza venne trasferita; decine di migliaia di famiglie vennero eliminate fisicamente. I contadini si piegarono a lavorare per i kolchoz (cooperative di produttori) piuttosto che essere ammazzati, ma la collettivizzazione non ebbe un grande esito: la produzione di grano diminuì e le risorse agricole vennero depredate = CARESTIA. Industrializzazione accelerata: Gli obiettivi vennero raggiunti parzialmente ma in pochi anni la Russia divenne una grande potenza industriale; i costi, però, furono molto alti sia in ambito sociale che umano e fu attuata una militarizzazione del lavoro, che consisteva nel divieto di cambiare lavoro (Stachanovismo= Completa dedizione al lavoro). Il tenore di vita dei lavoratori si abbassò; l’alfabetizzazione dei cittadini, però, fu un successo. L’industrializzazione accelerata portò ad una trasformazione della distribuzione territoriale dei cittadini, in quanto gli abitanti delle città salirono e i contadini lasciarono le loro terre per sfuggire alla carestia e alla violenza. =URBANIZZAZIONE che venne placata con passaporti interni. Dittatura totalitaria all’interno della società; il partito divenne una strumento di controllo e si occupò dell’educazione politica giovanile con la Komsomol, composta da attività ricreative. Tutto questo controllo portò ad una forte burocrazia e ogni cosa doveva passare attraverso il partito. -1937-38: Fase del Grande terrore attuata dalla polizia segreta (Nkvd) con una serie di purghe attraverso processi che colpirono specialisti e dirigenti bolscevichi e l’Armata rossa.
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