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Storia intellettuale del liberalismo, Appunti di Storia Delle Dottrine Politiche

appunti di storia delle dottrine politiche

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 06/09/2019

alessandropare
alessandropare 🇮🇹

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Scarica Storia intellettuale del liberalismo e più Appunti in PDF di Storia Delle Dottrine Politiche solo su Docsity! Rousseau critico del liberalismo Rousseau critica l’Ancien Régime, a suo parere la monarchia assoluta è detestabile, ma è internamente morta; come Montesquieu egli è certo che una “Rivoluzione” non tarderà a sconfiggerla. Secondo Rousseau, la Francia non si distingue più per il potere assoluto del re. A governare è l’opinione della società e la società è l’ineguaglianza. Gli uomini non si dispongono in base al loro potere, o alla loro nascita, o alla loro competenza, e neppure in base alla loro ricchezza, bensì in base al credito indefinibile attribuito all’opinione. Lo spirito della società che Rousseau contempla è l’ineguaglianza. Siamo differenti fisicamente ma non politicamente. Il fondamento del liberalismo consiste nella distinzione tra la società civile e lo Stato: la società civile tende ad essere autosufficiente, i membri della società sono ognuno fonte delle proprie azioni. Lo Stato, invece, promulga e fa applicare le leggi che garantiscono a ognuno la sicurezza e la libera ricerca della felicità. In un sistema di questo tipo, l’individuo è ipoteticamente l’unica fonte delle sue azioni, obbedisce solo a se stesso. Egli instaura un rapporto con gli altri per i suoi affari, la sua istruzione o il suo piacere e dipende da essi senza governarli nè essere governato da loro. Gli individui si paragoneranno gli uni agli altri. L’uomo che si paragona è sempre infelice e sempre corrotto, non solo perché il desiderio di essere il primo lo spingerà a commettere malefatte ma anche per la necessità della concorrenza che lo costringerà a presentare agli altri un’immagine di sé che piaccia a loro. La sua vita sarà una bugia permanente. L’inclinazione a paragonarsi nasconde una contraddizione: l’uomo che si paragona è l’uomo che, nei suoi rapporti con gli altri pensa solo a se stesso, e nei rapporti con se stesso pensa solo agli altri. È quindi un uomo diviso. Nell’opera di Rousseau notevole importanza ha la denuncia dei “ricchi” che non sono una categoria economica bensì è il riassunto della società fondata sul paragone cioè sul punto di vista dell’ineguaglianza fra uomini che non si governano più. L’uomo moderno è diventato un borghese, ha cessato di essere un cittadino. Rousseau formula per primo e nel modo migliore l’opposizione tra il borghese e il cittadino e la denuncia del borghese come tipo umano degradato. Viene meno la riflessione tra regime liberale d’Inghilterra e il regime assolutistico in Francia. Quello che conta per Rousseau è che l’importanza della vita sociale sia identica nelle due nazioni. L’assolutismo francese ha creato i borghesi e la psicologia dell’uomo borghese si è sviluppata nella sua pienezza. Con il liberalismo in Inghilterra l’uomo ha assunto le sembianze di cittadino per poi diventare borghese; gli individui hanno conservato un senso di virilità civica. L’assolutismo crea i borghesi che il liberalismo presuppone. Con la sua rivolta Rousseau ci mostra l’omogeneità della storia europea, l’omogeneità dei popoli moderni. L’autore che meglio riassume la storia europea è Hobbes, sarà lui infatti l’interlocutore principale di Rousseau. Entrambi hanno un pensiero comune: tutta la sventura politica dei popoli europei deriva dal cristianesimo cioè dalla costituzione di un potere religioso distinto e rivale del potere politico. Da qui ci sono delle differenze. Rousseau pensa sia possibile garantire l’unità politica e sociale senza dispotismo, e che le città antiche testimoniano questa possibilità. In queste città i cittadini erano strettamente legati gli uni agli altri da un interesse comune, quello della città, senza dispotismo. Nel suo patriottismo, il cittadino antico confondeva il proprio interesse personale con quello della città, non era diviso ma era uno quindi felice e virtuoso. Per Hobbes invece le città antiche sono la seconda ragione, dopo le pretese della Chiesa, dei disordini sociali che portano alla guerra civile inglese. Rousseau ammette che la civiltà antica teneva poco conto del desiderio di conservazione dell’individuo ciò che importava era la conservazione e la gloria della città. Ciò che Rousseau critica in modo particolare nella dottrina di Hobbes è l’infrastruttura civile individualistica, che è la base della politica moderna, sia assolutista che liberale. La divisione tra il potere politico e quello religioso che Hobbes ha superato al livello dello Stato-a prezzo del dispotismo- si ritrova nello stesso individuo. La divisione tra il cristiano e il cittadino è diventato il conflitto fra l’individuo e la società. Assolutismo e liberalismo hanno lo stesso elemento centrale: l’individuo. Per il primo gli individui possono essere tenuti insieme da un sovrano, per il secondo invece gli individui sono meno ribelli quindi non hanno bisogno di un sovrano assoluto. Nell’anima del cittadino moderno si costituisce l’amor proprio, passione fondamentale e unica. L’amor proprio non è l’amore di sé, ne è addirittura in certo qual modo il contrario. L’amor proprio sa di non poter essere soddisfatto, si nutre nell’anima l’amore infelice per se e l’odio per gli altri. Il nostro stato è pacifico mentre lo stato di natura no, è guerra di tutti contro tutti. Le nostre passioni però sono le stesse dello stato di guerra e il fatto che non sfociano nella guerra contribuisce solo ad accrescere il loro potere. Per Rousseau occorre mettere l’uomo a nudo, spogliarlo da ogni convenzione. L’uomo non sarà altro che un animale caratterizzato da perfettibilità cioè capace di diventare uomo. L’uomo naturale è quello che vive al di fuori di ogni società. Ogni società è contraria alla natura dell’uomo. Come sostituto al liberalismo Rousseau propone la città antica ma non da un punto di vista desiderabile poiché: le monarchie hanno costituito grandi Stati mentre il civismo antico esigeva un corpo politico di dimensioni molto ridotte; e perché la città non sarebbe più desiderabile, non è realmente un modello positivo per Rousseau. Rousseau ha scritto il Contratto Sociale che è un’analisi sufficientemente precisa delle condizioni di un regime politico legittimo Il contratto è volto a preservare l’unità, l’integrità individuale, quella autarchia individuale. Giungere ad identificare l’individuo con il nuovo tutto di cui farà parte. L’uomo sarà uno perché farà tutt’uno con il corpo politico. la difficoltà principale del Contratto risiede nella contraddizione tra natura della città e l’origine della città che risiede nell’istinto di conservazione ▲ L’Ancien Régime Per alcuni storici l’Ancien regime inizia con la nascita dello stato moderno e non viene diviso in due parti poiché nel primo tempo lo stato non esiste. Nel secondo tempo invece le istituzioni assumono maggiore rilevanza. Caratteristiche dell’Ancien regime: a) Controllo del territorio da parte del potere centrale b) Amministrazione pubblica centralizzata (primo periodo in cui l’amministrazione è giudicativa senza stabilire i rapporti che regolano gli individui e il governo) c) Riorganizzazione della struttura giuridica non lasciata nelle mani del sovrano d) Assolutismo monarchico: fase costituita da alcun limite al potere del sovrano L’obiettivo è eliminare il pluralismo del potere del sovrano. IL NUOVO REGIME: Entra in crisi con il congresso di Vienna e la rivoluzione francese (la restaurazione), crisi del trionfo che produce l’assolutismo. ● Nascita e diffusione dell’illuminismo in cui il tema della libertà sarà sempre presente. ● La terra diventa nuova fonte di ricchezza come nuova forma economica e si passa da: 1. Una produzione estensiva (feudale) a quella intensiva (nascita del capitalismo) → si inizia a produrre più del necessario e la ricchezza viene accumulata. L’economia diventa mutevole. 2. L’intensificarsi del commercio tra le nazioni (soprattutto con la nascita dello stato nazione è più favorevole il commercio). 3. Cambia la fonte di ricchezza→ la terra è fonte di scambi commerciali. La base dello spirito di globalizzazione (interdipendenza globale). Una nazione sarà ricca quando massimizzerà l’espansione e minimizzerà l’importazione (idea dei mercanti misti). Nasce una nuova moneta, il dazio. 4. Diffusione dei governi colonizzatori per aumentare la propria ricchezza di prodotti, aumentare quindi la forza commerciale. 5. Rivoluzione industriale con cui cambiano le ragioni della coesione sociale 6. Cambiamento della costituzione che viene costruita dal popolo e avrà come centro il rapporto tra individui e ordine politico. 7. Consapevolezza che il potere debba essere diviso. A tal proposito Montesquieu parla del passaggio dal vecchio al nuovo regime come portatore del nuovo ordine politico. Alla base della nuova costituzione sia francese che americana vi è la libertà data dall’autonomia politica collettiva. 8. Emerge la borghesia (il borghese della minoranza che dipendeva dalla benevolenza dell’aristocratico e dal clero) 9. Si sviluppa il concetto della critica e della ragione. La libertà esige il discorso critico→ il compito del critico è quello di criticare l’azione del sovrano sempre. Tutto questo porta al cambiamento di alcuni elementi: L’aristocrazia, il clero e il terzo mondo. Il clero era l’unico ceto che portava più benefici a livello economico. Tocqueville: il liberalismo di fronte alla democrazia La società che Constant e Guizot consideravano come un dato chiaro e distinto portato dalla storia, appare invece a Tocqueville come il luogo di un processo misterioso ed estremamente importante. L’eguaglianza è la caratteristica predominante del nuovo stato sociale; è un principio che capovolge tutti gli aspetti della vita umana. Secondo Tocqueville le condizioni sociali sono oggi più eguali di quanto non siano mai state in alcun luogo e in alcun tempo. È per scoprire la natura della democrazia che Tocqueville nel 1831-1832 fa un viaggio in America: negli Stati Uniti, la democrazia sembra aver raggiunto i propri “limiti naturali”. La caratteristica principale della democrazia americana è che gli americani sono nati eguali. Questo resoconto di viaggio è molto importante dal punto di vista del pensiero politico di Tocqueville poiché è portato a cogliere le specificità della vita generale e politica rispetto a quelle del vecchio continente. Ciò che in Francia viene considerato come un convulso movimento sociale, negli Stati Umani appare come un insieme armonico di costumi e istituzioni. Perché in America si e in Europa no? Poiché gli europei che sono andati a colonizzare le Americhe provenivano da un passato democratico europeo e poiché l’estensione della terra in America permetteva che tutti potessero partecipare con una ricchezza mai estrema. C’era una mancanza di estremi. In America non esistono ruoli prestabiliti ed insormontabili nella società tutti possono auspicare al ruolo migliore per ognuno. Lo stato governa ma non amministra poiché da soli gli individui riescono ad individuare le loro esigenze e da soli attraverso un tessuto riassociativo cercano le associazioni che meglio possono soddisfare i propri bisogni. L’America per Tocqueville è la patria della libertà dello stato puro, che prorompe dal basso con le proprie istituzioni. Tocqueville vede il rovescio della medaglia: in America c’è un estremo conformismo dove ognuno può realizzare i propri desideri ma non può aspirare all’unicità individuale. Per Tocqueville il liberalismo è l’immissione nel tessuto democratico della società di una linfa aristocratica; l’indirizzare la forza della democraticità verso dei fini di valore. L’originalità della posizione di Tocqueville deriva dal fatto che egli accetta e radicalizza la diagnosi reazionaria ma ciò nonostante resta altrettanto liberale. La percezione dei due partiti è unilaterale in quanto gli uni e gli altri tendono a confondere i due momenti della democrazia che il paragone tra Stati Uniti e Francia ha spinto Tocqueville a distinguere in maniera rigorosa. I reazionari vedono solo il suo momento negativo: l’individuo separato dall’altro individuo; i liberali vedono il suo momento positivo: l’individuo che decide in che cosa consisterà il suo legame con l’altro individuo. Non soltanto l’uomo democratico si vuole eguale all’altro uomo, esso forse innanzitutto si sente simile a lui. Tocqueville lo spiega nel capitolo della Democrazia dove analizza come la democrazia modifica i rapporti del servo e del padrone. Mentre la società da aristocratica diventa democratica questo rapporto cambia significato. Con l’affermarsi del concetto di eguaglianza il padrone e il servo guardano la propria posizione in modo diverso: se l’uno serve l’altro è solo in virtù del contratto. Alla fine del secondo libro della Democrazia, Tocqueville traccia l’immagine del nuovo dispotismo che minaccia i popoli democratici. Un elemento caratterizzante di questo nuovo dispotismo è la sua mitezza: l’uomo democratico ha infatti orrore della violenza. Una possibile affermazione è il dispotismo della maggioranza. Il dispotismo della maggioranza è molto pericoloso perché chi ha un’idea diversa dal gruppo non la dirà per non uscire dalla maggioranza. Note: ▲ Dispotismo Dispotismo: Il dispotismo è una forma di governo in cui una singola entità governa con potere assoluto. Normalmente, quell'entità è un individuo, il despota, come in un'autocrazia, ma anche le società che limitano il rispetto e il potere a gruppi specifici sono state definite dispotiche. ▲ la guerra di indipendenza americana: Nota negli Stati Uniti come Rivoluzione americana fu il conflitto che, tra il 19 aprile 1775 e il 3 settembre 1783, oppose le tredici colonie nordamericane, diventate successivamente gli Stati Uniti d'America, alla loro madrepatria, il Regno di Gran Bretagna. A partire dal 1778 la guerra, iniziata come ribellione indipendentistica locale, si trasformò in un conflitto globale tra le grandi potenze europee per il predominio sui mari e nei territori coloniali. La Francia entrò in guerra a fianco degli americani. Dopo alterne vicende, la sconfitta britannica a Yorktown contro le forze franco-americane guidate dal generale George Washington e dal generale Jean- Baptiste de Rochambeau, segnò una svolta decisiva della guerra. Il trattato di Parigi, firmato nel 1783, pose ufficialmente fine al conflitto, già concluso di fatto tra il 1781 e il 1782. La Dichiarazione d’Indipendenza: Documento di protesta (documenti che venivano inviati dai sudditi inglesi alla corona per denunciare crimini fatti dalle autorità). In realtà è un documento nuovo, politicamente parlando perchè distrugge il legame tra monarca e sudditi proclamando: 1. La Sovranità Popolare 2. Diritti Naturali alla vita, alla libertà e alla felicità
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