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Storia - Italia delle Signorie e la scoperta dell'America, Appunti di Storia

Appunti di storia relativi alla nascita dei Comuni, delle Signorie e degli Stati regionali in Italia, alle guerre d'Italia, alla scoperta dell'America e le sue conseguenze.

Tipologia: Appunti

2016/2017
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Caricato il 15/04/2017

Izanaginookami
Izanaginookami 🇮🇹

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Scarica Storia - Italia delle Signorie e la scoperta dell'America e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Comuni, Signorie e Stati regionali Nel corso del XIII e del XIV secolo la vita dei Comuni, affermatisi il secolo precedente, è caratterizzata da continui contrasti interni e lotte per il potere (tra guelfi e ghibellini, tra nobili e borghesi); ciò favorisce la progressiva concentrazione del governo nelle mani di un ristretto numero di famiglie, che riesce a imporre il proprio controllo sulla vita pubblica comunale arrivando a poter garantire in eredità gli incarichi istituzionali: si stabilisce un’oligarchia. In alcune città si passa addirittura a una sorta di governo assoluto di un unico signore il quale, lasciando intatte formalmente le istituzioni comunali, riunisce in sé tutti i poteri effettivi: in questi casi si verifica il passaggio dal Comune alla Signoria. In linea generale le Signorie non s’impongono con la forza, ma nascono nel solco delle strutture comunali e per libera decisione del Comune, è il caso di podestà o capitani del popolo che vengono riconfermati per molti anni di seguito fino a rendere la propria carica vitalizia e a ottenere la facoltà di passarla in eredità. Non mancano casi in cui una Signoria s’impone con la violenza: ciò si verifica quando alcuni podestà, capitani del popolo o anche soldati di professione conquistano con le armi il dominio su un territorio; in questi casi il signore per dare legittimità al proprio potere cerca di ottenere un riconoscimento da parte dell’imperatore, ancora considerato un’autorità anche se il suo potere effettivo era pressoché inesistente. L’espansione delle città più forti, contemporanea alla formazione delle signorie, porta alla graduale creazione di grandi Stati regionali (allo stesso modo degli Stati nazionali di Francia, Inghilterra e Spagna), come Milano con la Lombardia e Firenze con parte della Toscana. Si afferma inoltre la figura del capitano di ventura, condottiero a capo delle sempre più impiegate truppe mercenarie, che in alcuni casi riesce a imporsi signore di città e territori, come ad esempio Francesco Sforza a Milano. Il continuo impiego massiccio di truppe mercenarie fa indebitare le città. Le signorie formatesi sono abbastanza forti da non essere conquistati dalle altre, ma non sufficientemente potenti da assoggettare gli altri casati: si crea una situazione di stasi. Questo frazionamento, dopo la morte di Lorenzo de’ Medici “l’ago della bilancia politica d’Italia” e signore di Firenze, si rivela una debolezza nei confronti di forze esterne come Francia e Spagna, che con le Guerre d’Italia si spartiranno la penisola. Signoria di Milano A Milano già alla fine del ‘200 s’impone su tutte le altre la famiglia dei Visconti, che mantiene la Signoria di Milano per circa un secolo e mezzo. A fine ‘300 Gian Galeazzo Visconti ottiene il titolo di duca dall’imperatore, trasformando la Signoria in Principato, e con la sua politica espansionistica Milano raggiunge la sua massima estensione, arrivando a minacciare Firenze. Dopo la sua morte nel 1402, Milano si indebolisce rapidamente sotto gli attacchi di Venezia e Firenze, solo con l’ascesa di Filippo Maria Visconti 10 anni dopo, il ducato recupera tutti i territori perduti; la sua morte senza eredi scatena però una lotta per la successione che permette di far rinascere brevemente la Repubblica ambrosiana, ossia l’antico comune. In seguito il condottiero Francesco Sforza, dopo aver sposato Bianca Maria Visconti, figlia di Filippo, s’impadronisce della città nel 1450 e ne diventa il nuovo duca, iniziando così l’epoca sforzesca di Milano. Signoria di Firenze A Firenze si afferma all’inizio del ‘400 la famiglia dei Medici, che crea una delle più grandi banche d’Europa; a guidare l’ascesa politica della famiglia è Cosimo de’ Medici che trasforma Firenze in Signoria e inaugura una politica di equilibrio tra gli Stati nel 1454 con la pace di Lodi: le 5 maggiori potenze, ovvero Milano, Venezia, Firenze, Napoli e Stato della Chiesa si uniscono nella Lega italica con l’intento di evitare conflitti tra di essi. Questa pace assicura un periodo di tranquillità durante il quale gli Stati italiani conoscono una fioritura artistica e culturale: il Rinascimento. Questa politica è proseguita dal nipote Lorenzo che merita l’appellativo “Ago della bilancia politica d’Italia”. Egli riesce a confermarsi signore dopo essere scampato a una congiura ordita dalla famiglia dei Pazzi e fa di Firenze uno dei centri culturali più importanti del Rinascimento; poeta egli stesso, guadagna l’appellativo “Magnifico”. La sua morte coincide con la fine del Medioevo e la ripresa delle guerre tra i vari Stati italiani, che apre la strada a dominatori stranieri: Spagna e Francia. Stato della Chiesa e l’Italia Meridionale Mentre Milano, Firenze e Venezia emergono tra ‘300 e ’400, nel Centro-Sud le formazioni politiche più importanti, ossia lo Stato della Chiesa, il regno di Sicilia e il regno di Napoli sono alle prese con problemi interni. Dopo un tentativo fallito di creare a Roma un governo di tipo comunale promosso da Cola di Rienzo, i pontefici, che non avevano più alcuna autorità in Italia a causa della cattività avignonese (1309-1377), riportano ordine nei territori italiani recuperando parte di essi. Ma era chiaro che le iniziative prese si sarebbero rivelate insufficienti se il papa non si fosse deciso a tornare a Roma, questo passo è compiuto da Gregorio XI che rientra a Roma nel 1377. In seguito alla sua morte, tuttavia, la Chiesa piomba nuovamente nel caos con il Grande Scisma d’Occidente: lo scontro tra i cardinali per la successione pontificia porta alla nomina di due papi, frammentando la cristianità occidentale in due (Germania, Inghilterra e Stati italiani tranne Napoli supportano il papa italiano mentre Francia, Napoli e i regni iberici sostengono quello francese). L’esistenza di due, e a volte anche di tre, papi determina un forte disorientamento tra i fedeli, che non sparisce neanche quando, dopo parecchi decenni, Papa Martino V viene riconosciuto come unica guida del mondo cattolico nel 1417. Si aggrava, inoltre, la corruzione ecclesiastica con il diffondersi del nepotismo, pratica che consiste nel concedere possedimenti territoriali ai parenti dei papi. Nel frattempo l’Italia meridionale, suddivisa sin dalla pace di Caltabellotta (1302) tra gli Angioini nel Regno di Napoli e gli Aragonesi nel Regno di Sicilia, s’impoverisce: l’economia arretra e torna a basarsi sul modello del latifondismo feudale già tramontato. Le due Corone vengono temporaneamente unificate dal sovrano di Sicilia, Alfonso V d’Aragona nel 1442, tuttavia alla sua morte decide di dividere i suoi domini: si torna così alla separazione sancita sin dal 1302, i due sovrani, però, appartengono ora alla stessa casata. Guerre d’Italia Con la morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 riemergono i conflitti tra gli Stati, l’instabilità politica e la loro aspra conflittualità aprono la strada alle rivendicazioni delle potenze straniere europee, interessate a estendere il loro dominio in Italia: i sovrani spagnoli d’Aragona sono i più vicini in linea ereditaria al re defunto di Napoli (Ferdinando I), mentre il re di Francia Carlo VIII è erede degli Angioini che avevano controllato il Regno di Napoli fino al 1442. L’occasione per intervenire si presenta a Carlo quando il signore di Milano, Ludovico Sforza lo sollecita a scendere in Italia; il re francese giunge quindi in Italia nel 1494 e sconfigge gli Aragonesi a Napoli, ma la sua fulminea vittoria crea scompiglio in tutti gli Stati italiani, che temono di finire soggiogati dal re di Francia. Si uniscono perciò in una Lega antifrancese, alla quale partecipano anche l’imperatore Massimiliano d’Asburgo e il re di Spagna Ferdinando, decisi a impedire che l’Italia si trasformasse in un possedimento di Carlo, che riesce a fatica a tornare in Francia. L’impresa francese dimostra quanto fosse facile impadronirsi di un’Italia frammentata, essa è infatti replicata pochi anni dopo da Luigi XII, successore di Carlo, che si impossessa del ducato di Milano, mentre la Spagna occupa tutta l’Italia meridionale. Tra le vicende politiche di quegli anni assume particolare rilievo il tentativo di Cesare Borgia di creare uno Stato unitario, che fallisce a causa di papa Giulio II Della Rovere, grande avversario dei Borgia e passato alla storia come il “papa guerriero” per essersi recato sui campi di battaglia con le armi in mano. Una nuova visione del mondo: Umanesimo e Rinascimento Nel corso del ‘400 si verifica una vera e propria svolta della civiltà europea, segnata da fondamentali mutamenti nella visione del mondo e della vita, e un rinnovato senso di fiducia nelle capacità creative dell’uomo: nasce l’Umanesimo, secondo cui l’uomo è “centro e misura di tutte le cose” e artefice del proprio destino (homo faber fortunae suae). La definizione di Umanesimo si aggiunge quindi a quella di Rinascimento, nata in riferimento al rifiorire della arti e della cultura che caratterizza soprattutto l’Italia nel ‘500. A differenza del Medioevo in cui tutta la conoscenza è rintracciabile nelle sacre scritture, l’uomo e Dio sono ora su due piani differenti: la religione non passa in secondo piano, ma non influenza più tutti gli aspetti della vita umana. Con l’Umanesimo si ha, infatti, una riscoperta della civiltà classica e dei suoi testi, i quali sono ora contestualizzati nella loro epoca e non più adattati al Cristianesimo. I luoghi di trasmissione della nuova cultura sono le corti signorili, centri di potere dove i signori accolgono e sostengono economicamente letterati, filosofi, artisti e scienziati, acquisendo in cambio fama e prestigio: si diffonde il fenomeno del mecenatismo. Le fortune degli eruditi, tuttavia, dipendono dal signore e questo li incoraggia ad assumere atteggiamenti adulatori, servili e ipocriti pur di conquistarsi o difendere un posto a corte. Nasce, in campo artistico la prospettiva, risultato della nuova concezione intellettuale, raffinata e complessa dell’arte. Progresso scientifico e tecnico nei secoli XV - XVI Nei secoli XV e XVI, grazie alla fiducia nelle potenzialità umane, si verificano notevoli progressi in campo scientifico. Fra quelle più importanti si distinguono il modello eliocentrico del cosmo introdotto dall’astronomo polacco Niccolò Copernico, che afferma la centralità del Sole e gli studi sul corpo umano del medico Andrea Vesalio , attraverso la dissezione dei cadaveri e l’autopsia. Vengono introdotte macchine, inizialmente in legno e poi in metallo, per velocizzare i processi produttivi, che rimarranno invariate fino al tempo della rivoluzione industriale a metà ‘700. Fondamentale è la diffusione sempre più ampia delle armi da fuoco, che contribuisce a tramonto della cavalleria feudale. La diffusione di queste nuove teorie scientifiche è facilitata dall’invenzione della stampa nel 1454 dal tedesco Johannes Gutenberg, che
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