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STORIA - L'INGHILTERRA ELISABETTIANA, Schemi e mappe concettuali di Storia

APPUNTI SULL'INGHILTERRA ELISABETTIANA

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 05/08/2021

a.jj4
a.jj4 🇮🇹

4.5

(2)

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Scarica STORIA - L'INGHILTERRA ELISABETTIANA e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! L'INGHILTERRA ELISABETTIANA L'INGHILTERRA DI ELISABETTA 1° Dopo la morte di Enrico 8° Tudor (1509-1547), l'Inghilterra subì un tentativo di restaurazione della religione cattolica con Maria Tudor la Cattolica (1553-1558). La politica repressiva della sovrana le valse il nome di Bloody Mary, a causa delle persecuzioni religiose intraprese contro i protestanti ad i calvinisti. L'Inghilterra si riprese grazie all’energica azione di governo di Elisabetta 1°, la giovane, figlia di Enrico 8° e della sua seconda moglie Anna Bolena che sedette sul trono inglese dal 1558 al 1603; riuscì ad incider profondamente sulla società inglese e ad attuare importanti riforme, che rinnovarono il paese e lo rafforzarono sul piano internazionale. Salita al trono a soli 25 anni nel 1558, la giovane regina cercò di sviluppare con ogni mezzo l’agricoltura, favorendo l’eliminazione di un sistema agrario fondato sui Open fields, ossia sui campi aperti gestiti dal villaggio. Lo sfruttamento dei terreni fu reso così più intenso e produttivo con grande vantaggio sull’agricoltura, mente il sistema economico inglese, in generale, trasse beneficio dalla vendita dei beni ecclesiastici, seguita allo scisma anglicano. Elisabetta si preoccupò di incoraggiare l’allevamento degli ovini, per la produzione della lana necessaria allo sviluppo dell'industria tessile. LE ATTIVITÀ EMPRINDORIALI DELL’ARISTOCRAZIA E DELLE CAMPAGNE MERCANTILI La regina riuscì a trasformare l'Inghilterra del paese essenzialmente agricolo in un paese avviato verso uno sviluppo di tipo industriale, basato sulla produzione dei ricercatissimi tessuti grezzi di lana, ma anche di tipo commerciale, fondato sul progressivo ampliamento del mercato interno e soprattutto internazionale. Sorse una nuova classe di imprenditori e di commercianti, nella quale entrarono a farne parte persino alcune famiglie aristocratiche. Elisabetta era convinta che il destino dell'Inghilterra fosse legato essenzialmente al mare: potenziò lo sviluppo della marineria britannica, trovando l’appoggio dell’intraprendente classe mercantile inglese, che si impegnò in proprio in imprese commerciali a largo raggio, destinate a operare in territori lontani, attraverso la formazione di compagnie mercantili private. LA CORSARERIA E LE PRIME COLONIE BRITANNICHE La concorrenza inglese alle due grandi potenze coloniali era garantita anche da esploratori e contrabbandieri, ma soprattutto da audaci navigatori e temibili corsari, che, formalmente fuori legge ma segretamente forniti di una regolare autorizzazione della regina, assalivano, catturavano e distruggevano le navi spagnole e portoghesi che attraversavano l'Atlantico cariche di metalli preziosi provenienti dalle terre del nuovo continente. Tra i corsari fu particolarmente famoso Francis Drake (1540-1596) che, oltre a rapidi e improvvisi colpi di mano contro i più muniti porti spagnoli, tra il 1557 e il 1580 portò a termine, con l'approvazione di Elisabetta, la seconda circumnavigazione del globo dopo quella di Ferdinando Magellano, prendendo inoltre possesso della California, da lui chiamata "Nuova Albione" dall'antico nome della Gran Bretagna, derivato dal colore bianco con il quale si presentavano ai navigatori le scogliere di Dover. Fu in parte anche merito suo se l'Inghilterra elisabettiana dette inizio a un'intensa attività colonizzatrice, che a opera di Walter Raleigh (1522-1618) portò alla fondazione, nel 1584, della prima vera e propria colonia, detta "Virginia" in onore della "vergine regina" Elisabetta, che aveva sempre rifiutato le nozze. L'ampio programma di colonizzazione nelle terre d'America e d'Oriente ebbe come conseguenza lo sviluppo di una vastissima rete commerciale e quindi di ricchissimi traffici internazionali. IL RINNOVAMENTO CULTURALE E LE FIORITURA TEATRALE L'età elisabettiana fu estremamente vivace anche dal punto di vista culturale e produsse una straordinaria fioritura letteraria, teatrale, scientifica e filosofica. Fu proprio il teatro a raggiungere un vigoroso e sorprendente sviluppo nell'età elisabettiana, grazie a numerosi scrittori di talento, come Christopher Marlowe (1564-1593) e soprattutto William Shakespeare (1564-1616), geniale autore di drammi e di commedie destinati ad un successo ineguagliabile. Dal 1576 cominciarono a essere costruiti i primi teatri pubblici, i più grandi dei quali potevano contenere fino a 3000 persone. L'ingresso era aperto a tutti: nobili cortigiani, spettatori colti e pubblico popolare. Il teatro diventava così il luogo in cui si riunivano gli esponenti di tutte le classi sociali, i quali potevano apprezzare gli stessi drammi e le stesse commedie grazie anche al linguaggio molto diretto e vivo delle nuove opere teatrali, che era comprensibile anche da coloro che non sapevano né leggere né scrivere. ELISABETTA, LA CHIESA ANGLICANA E MARIA STUART A completamento del suo piano politico, Elisabetta si impegnò anche sul versante religioso, rafforzando la Chiesa anglicana: ciò le tornava oltretutto di grande utilità, dal momento che le permetteva di legare strettamente a sé, in quanto capo della Chiesa riformata inglese, la gerarchia ecclesiastica. La sua posizione così apertamente favorevole alla Riforma aumentò l'opposizione dei cattolici irlandesi e, soprattutto, i già gravi motivi di conflitto tra l'Inghilterra e la Spagna, che della Riforma era divenuta la più fiera avversaria. Il rapporto fra le due nazioni, si complicò ulteriormente per le vicende legate alla cugina Maria Stuart (1542-1587), figlia di Giacomo V Stuart regina di Scozia. Maria era stata data in sposa a Francesco II, delfino e poi re di Francia, la cui morte, nel 1558, appena diciotto mesi dopo il matrimonio, aveva costretto la giovane donna a rientrare nel Paese d'origine, dove non era ben accetta a causa della sua fede cattolica. In Scozia si era infatti largamente affermato il calvinismo a opera di John Knox (1514-1572), la cui predicazione aveva riscosso successo tra la piccola aristocrazia feudale, esasperata dallo strapotere della Chiesa e dei grandi feudatari. Forte dell'appoggio del papato e delle potenze cattoliche che contestavano a Elisabetta il diritto al trono essendo la figlia naturale e non legittima di Enrico VIII (il matrimonio Anna Bolena era stato dichiarato nullo dalla Chiesa di Roma), Maria, in quanto parente più prossima dei Tudor, si attribuì il titolo di regina d'Inghilterra, pur assicurando a Elisabetta che non avrebbe mai reclamato la Corona inglese finché la cugina fosse rimasta in vita. Come se ciò non bastasse, una volta stabilitasi in Scozia, non si preoccupò di raccogliere intorno a sé una maggioranza cattolica a sostegno della Corona.
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