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Storia: l'Italia delle signorie e degli stati regionali, Appunti di Storia

Nel documento vengono approfonditi il passaggio dai comuni alle signorie, la situazione negli stati regionali di Milano, Firenze e Venezia, nello stato della Chiesa, nel regno delle due Sicilie fino alla Pace di Lodi (1454).

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 15/08/2022

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Scarica Storia: l'Italia delle signorie e degli stati regionali e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA: L’ITALIA DELLE SIGNORIE E DEGLI STATI REGIONALI Dai comuni alle Signorie Come nel resto d’Europa, anche in Italia si verificò la tendenza alla formazione di organismi statali più ampi e ad assetti sociali e politici più stabili. Tra il XIV e il XV secolo avvenne dunque una graduale trasformazione delle istituzioni comunali in signorie (=forma di gestione monocratica del Comune cittadino, basata sul dominio di in signore che fece la sua comparsa intorno alla metà del XII secolo) e in Stati regionali (=forma di organizzazione politica affermatasi nell’Italia centro-settentrionale tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento dall’unione di più città sotto uno stesso signore->Milano o sotto una stessa città dominante->Firenze, Venezia). Questo passaggio avvenne comunque in maniera graduale e le vecchie istituzioni vennero solo di rado abolite. Nella parte centro-settentrionale le instabili istituzioni comunali vennero sostituite con governi signorili (->Milano, Firenze) o repubbliche oligarchiche (->Venezia). Nell’Italia centro-meridionale si consolidarono 2 Stati Monarchici: lo Stato della Chiesa e il Regno delle due Sicilie. Il problema principale delle signorie e degli Stati regionali fu la LEGITTIMAZIONE DEL POTERE. A Firenze i Medici esercitarono il potere senza abolire formalmente gli ordinamenti comunali; a Milano i Visconti cercarono invece una legittimità dall’imperatore: nel 1395 Gian Galeazzo Visconti ottenne il titolo di duca. (Azzone —> vicario 1329) NUOVO CETO DIRIGENTE-> accanto alla tendenza al consolidamento del potere del signore vi fu la formazione di un nuovo ceto dirigente, composto dall’antica nobiltà feudale e dagli esponenti di maggior successo nel mondo del commercio e del denaro. Questo ceto era propenso ad escludere dal governo i rappresentanti dei ceti minori. Ciò portò ad una chiusura sociale e politica, che si manifestò sia nelle signorie sia nelle città che mantennero un ordinamento repubblicano, come Lucca o Venezia. I particolarismi locali si rivelarono comunque forti e ostacolarono l’accentramento del potere. Dunque prevalsero il policentrismo, ossia la distribuzione del potere nelle diverse realtà locali, e il decentramento del potere che ponevano la Penisola in un equilibrio precario. Gli Stati regionali di Milano, Venezia e Firenze I più importanti stati regionali si costituirono in Lombardia, Veneto e in Toscana fra la metà del Trecento e la metà del Quattrocento. Nell’Italia nord-orientale, già da metà del Duecento, Ezzelino da Romano, alleato di Federico II, aveva formato un vasto dominio comprendente Verona, Vicenza, Padova e Treviso. Alla sua morte il dominio passò agli Scaligeri, signori di Verona. Il tentativo degli Scaligeri di imporsi nell’Italia Padana si scontrò con la famiglia dei Visconti, signori di Milano. Milano- Visconti e Sforza Nel 1277 Matteo Visconti (membro di un’importante famiglia di Milano) riceve la nomina da Enrico VII come vicario o duca dell’imperatore. Prima di ottenere però dovette fare i conti con i Torriani, altra famiglia importante di Milano. Dal 1395 al 1402, con Gian Galeazzo Visconti, Milano conosce la sua massima espansione in quanto Galeazzo è convinto fortemente che il suo ducato debba diventare il più grande d’Italia. Negli anni successivi Filippo Maria Visconti riuscì a porre confini ai suoi possedimenti ma finì per far scontrare la sua Milano con Venezia. Lo sconto si concluse nel 1427, con la battaglia di Maclodio. Venezia, guidata da Francesco Bussone, vinse contro Milano e divenne minaccia degli equilibri in Italia. Alla morte di Filippo Maria Visconti, vista la mancanza di eredi maschi, fu Francesco Sforza (marito di Bianca Visconti, figlia di Filippo Maria e abile professionista della guerra) ad acquisire il titolo di signore di Milano nel 1450. Subentrò dunque la dinastia degli Sforza, in modo legittimo in quanto attraverso un’unione matrimoniale. Venezia- la repubblica oligarchica Per secoli Venezia aveva esteso il suo dominio sul mare e ad Oriente, consolidando un Impero marittimo che dalle coste della Dalmazia arrivava sino al Mar Nero, passando per l’arcipelago greco. Inoltre dalla metà del Trecento aveva inaugurato un collegamento via mare con Bruges e le Fiandre. La vittoria contro Genova nella guerra di Chioggia (1378-81) le aveva assicurato una posizione di vantaggio sulle rotte commerciali che sarebbe durata per tutto il Quattrocento. Per quanto riguarda l’espansionismo sulla terraferma, esso fu sostanzialmente difensivo e contro la minaccia milanese (->vedi Battaglia di Maclodio). Il cosiddetto Dominio di Terraferma di Venezia comprendeva il Friuli e città come Padova, Vicenza, Verona, Brescia e Bergamo. Le città assoggettate dovettero rinunciare all’autonomia politica e amministrativa e il potere venne affidato a un RETTORE, cioè un governante nominato dalla Serenissima. Con la conquista dell’entroterra mutarono gli interessi dei Veneziani che cominciarono ad interessarsi di possedimenti agrari, meno redditizi ma più sicuri del commercio marittimo. Firenze- Medici Come Venezia, anche Firenze diventò uno stato regionale per reazione all’espansione dei Visconti. Nel corso della seconda metà del Trecento aveva accresciuto la propria influenza sulle altre città della regione al punto che solo le antiche repubbliche di Lucca e Siena riuscirono a conservare la propria indipendenza. RIVOLTA DEI CIOMPI -> la vita politica interna di Firenze fu segnata da una rivolta contro i cittadini più ricchi, indetta dai Ciompi (lavoratori delle manifatture tessili). Questi ultimi si ribellarono nel 1378 ai bassi pagamenti a cui erano sottoposti e poiché erano privi di corporazione. Dopo che la rivolta dei Ciompi venne domata, nel 1434, Cosimo I de Medici, mercante e banchiere influente sul piano economico di Firenze, riuscì a cacciare gli Albrizzi (altra famiglia importante della città) e ad impadronirsi del potere, grazie al consenso del popolo. Egli rifiutò di essere chiamato “signore” ma di fatto, per il forte controllo da lui esercitato, Firenze divenne una Signoria.
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