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STORIA MEDIEVALE 9 CREDITI ESAME SINGOLO, Prove d'esame di Storia Medievale

PEGASO TEST DI AUTOVALUTAZIONE PARTE GENERALE

Tipologia: Prove d'esame

2018/2019

Caricato il 21/05/2019

FEDEMARRAZZO88
FEDEMARRAZZO88 🇮🇹

4.4

(115)

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Scarica STORIA MEDIEVALE 9 CREDITI ESAME SINGOLO e più Prove d'esame in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Nell'epoca delle crociate: Il Cristianesimo ebbe seguito nell'ambito circoscritto della Chiesa ortodossa bizantina, cui guardavano i popoli dell'Europa orientale, e della Chiesa romana, cui aderiva il resto d'Europa; la lotta contro il nemico islamico contraddiceva la missione della evangelizzazione ‘'universale' Il concetto di Medioevo e i suoi confini temporali: Sono stati elaborati dagli umanisti del Rinascimento La radice lessicale “"id”" della parola greca "“istorìa"”: E' presente anche nel verbo “"orào”" che significa "“vedere"” In alcune periodizzazioni, la storia medievale: E' circoscritta tra il 476 (deposizione di Romolo Augustolo, considerato ultimo imperatore dell'Impero Romano d'Occidente) e il 1492 (data della scoperta dell'America da parte di Colombo) Il concetto di Medio evo: Nasce con l'Umanesimo (XIV-XV secolo) nel momento in cui intellettuali e artisti ebbero piena consapevolezza di vivere in un'epoca nuova di grandi trasformazioni culturali, morali ed estetiche La connotazione del Medio evo: Come l'età degli eroi, formulata da Giovan Battista Vico nell'opera “Scienza nuova” è stata ripresa, nell'opera “La società feudale” di Marc Bloch In Italia la funzione della Chiesa medievale di conservazione e trasmissione: Della civiltà romana è stata evidenziata, tra altri, da Manzoni, Troya e Capponi XIII secolo, con riguardo particolare: Alla contrapposizione tra proprietari terrieri e popolani, a Firenze, è stata oggetto di studio degli storici fiorentini che si sono ispirati al Materialismo storico di Salvemini La corrente storiografica delle Annales: Trae il nome dalla rivista “Annales d'histoire économique et sociale” fondata, nel 1929, da due professori universitari francesi, Marc Bloch e Lucien Febvre Durante il Medioevo, il potere dell'Impero e quello della Chiesa: Si collocano all'interno del peculiare modello sociale, politico e della produzione di quell'epoca, come imprescindibili elementi, e però antagonisti sotto alcuni aspetti e in determinate fasi storiche La popolazione persiana, appartenente al ceppo indoeuropeo: In origine era formata da cavalieri-pastori nomadi che rapidamente si abituarono alla vita sedentaria e crearono un grande impero: ad Occidente comprendeva anche le valli del Tigri e dell'Eufrate; ad Oriente una zona più arida e montuosa La Persia fu conquistata da Alessandro Magno: Nell'anno 331 a.C, e verso il III secolo a.C. dai Parti. Fu in lotta con l'impero romano per il dominio della Siria, dell'Armenia e della Mesopotamia; la contesa divenne più aspra con l'ascesa al trono nel 224 d.C. della dinastia dei Sasanidi La popolazione indiana: Appartiene al ceppo linguistico indoeuropeo. In origine era un popolo di pastori e allevatori che progressivamente si vennero trasformando in contadini di una grande civiltà agricola Il Vallo Adriano, opera difensiva romana, fatta costruire: Dall'imperatore Adriano, fra il 122 e il 127 in Britannia, ebbe funzione analoga a quella della Grande Muraglia cinese. Separava due sistemi di vita e due diversi rapporti tra uomo e ambiente: da un lato il mondo delle foreste e delle grandi valli fluviali dell'Europa centrale e settentrionale, dall'altro il mondo abitato da popolazioni con sistemi sociali e culturali complessi La città romana aveva una struttura urbanistica: Non dissimile da quella ellenica. Il centro, la urbs, aveva funzioni amministrative, politiche e commerciali; la civitas era il territorio di insediamento abitativo; il suburbio era una zona intermedia tra il nucleo cittadino e la campagna; vi si trovavano gli impianti artigianali, gli anfiteatri, le necropoli e le ville lussuose Nella base sociale del Cristinesimo latino: Il Cristianesimo si affermò con molti decenni di ritardo. Inizialmente si diffuse tra le comunità giudaiche, successivamente (sotto il dominio di Costantino) ebbe seguito crescente tra i cittadini romani divenendo con l'Editto di Milano del 313 religione ufficiale dell'Impero Nella base sociale del Cristianesimo latino: Erano ampiamente presenti i ceti dirigenti romani che apprezzavano l'organizzazione gerarchica del clero (formata da presbiteri, vescovi e diaconi). Da ciò il connubio tra autorità religiosa cristiana e autorità politica romana e un mutamento rispetto all'assetto sociale della Chiesa primitiva L'organizzazione ecclesiale cristiana prese a modello quella amministrativa romana: Furono create le diocesi (coincidevano con i territori dei municipi romani) con a capo il vescovo; tra i vescovi di una stessa provincia assunse rilievo quello della città più grande e nacquero le chiese metropolite, gli arcivescovadi e i patriarcati Il primo concilio ecumenico: Fu convocato dall'Imperatore Costantino nel 325 a Nicea. L'Arianesimo venne condannato anche per gli argomenti sostenuti da alcuni vescovi contro le tesi del prete Ario di Alessandria ma principalmente per volere dell'imperatore che temeva la rottura dell'unità dottrinale nella Chiesa L'ingerenza di Costantino, a Nicea, nelle questioni dottrinali della Chiesa: Costituì un precedente nell'assegnare agli imperatori un ruolo nella difesa dell'ortodossia, e segnò l'inizio del processo di elaborazione della “ortodossia” dottrinale valida per la Chiesa universale; è in questo processo che le dottrine non approvate sono formalmente qualificate come eresie Contatti stabili tra i Romani e le tribù germaniche: Iniziarono con la conquista della Gallia da parte di Cesare. Nel De bello gallico, scritto nel 51 a.C., ne diede una descrizione accurata evidenziandone gli usi e costumi e le virtù guerresche Originariamente, l'economia delle tribù germaniche: Era basata su caccia e allevamento. L'agricoltura aveva un ruolo marginale applicando pratiche primitive di coltivazione come quella debbio che consisteva nel ripulire il suolo con il fuoco, metodo che rendeva presto improduttivo il terreno e costringeva le tribù a continui spostamenti Le tribù germaniche erano organizzate: In clan organizzati gerarchicamente con il potere apicale affidato ai duces, capi militari appartenenti a stirpi ritenute detentrici di poteri magico-sacrali. Non esisteva l'istituto della proprietà privata Per rafforzare l'esercito romano, si reclutavano: Intere legioni di Germani, Franchi, Alamanni e Burgundi che divennero un elemento essenziale per l'impero romano, da utilizzare nelle operazioni difensive dei territori periferici; alcuni dei loro capi ricoprivano importanti funzioni di vertice In Tracia, l'attuale Romania: I Visigoti praticavano razzie nelle città per procurarsi viveri. Fu così che iniziò una guerra che si concluse nel 378 con la clamorosa sconfitta romana ad Adrianopoli dove morì l'imperatore Valente Alla morte dell'Imperatore Teodosio: L'impero venne diviso tra i suoi giovani figli Onorio e Arcadio. A Onorio, posto sotto la guida del generale vandalo Stilicone, spettò la parte occidentale con capitale Milano mentre ad Arcadio, posto sotto la guida del goto Rufino, fu assegnata la parte orientale con capitale Costantinopoli Entrano nelle dinamiche politiche della penisola italiana per volontà del papato timoroso dei progetti espansionistici di re Desiderio. Usbergo dei pontefici furono, dapprima Pipino il Breve (754-756) che fu il primo a fregiarsi del titolo di Patricius Romanorum, e poi Carlo Magno Prima della nascita di Maometto, la penisola arabica: Era un vasto territorio tra l’Africa e l’Asia, era desertico nella parte centro-settentrionale, abitato dai beduini, nomadi dediti al commercio e alle razzie, e dai fellahin, contadini stanziali. Nella zona meridionale, favorita dalle piogge monsoniche, vivevano gruppi di livello socio-culturale più alto La Mecca, già nel V secolo aveva rilevanza: Per l’abbondanza delle sorgenti idriche, i traffici e la vitalità politica della tribù dei Quraish. I quraishiti costruirono un santuario dedicato al culto politeistico, detto Kaaba per la sua forma a cubo; in definitiva, la città in cui nacque Maometto era un centro oligarchico di tipo mercantile Dopo la fuga a Medina, 622, Maometto: Istituì La Mecca come punto di orientamento della preghiera; sottolineò il carattere esclusivistico della fede islamica, unica vera fede in Allah; istituì il digiuno nel mese di ramadan (=notte del destino) in ricordo della rivelazione notturna ricevuta da Dio I pilastri della religione musulmana sono nel Corano: Il primo è professione di fede (shahada); il secondo è la preghiera; il terzo è il ramadan; il quarto è il pellegrinaggio alla Mecca; il quinto è l’elemosina legale; il sesto, osservato da alcuni gruppi di musulmani, è la guerra santa La presa del potere da parte di Maometto: Dalla Mecca; inutilmente i Quraishiti tentarono di opporsi e preferirono permettere a Maometto un pellegrinaggio alla Kaaba e nel 630 convertirsi al suo verbo, seguiti da quasi tutte le tribù beduine Il califfato elettivo, iniziò alla morte di: Maometto (632). Primo “sostituto” (khalifa, califfo) fu Abu Bakr, suocero di Maometto e membro influente dei Quraishiti. Il suo governo e quello degli immediati successori fu contrassegnato da lotte di successione che culminarono con l’assassinio (661) del Califfo Alì, durante le lotte tra i suoi sostenitori, detti sunniti, e la maggior parte dei musulmani, detti sciiti Nei decenni successivi alla morte di Maometto: L’espansione islamica si indirizzò contro l’impero persiano (conquistato in circa 20 anni) e contro Bisanzio cui tolsero parte dei territori in Africa e Siria. Non conquistarono Costantinopoli e anzi ebbero distrutta (677) la flotta. Nel Mediterraneo, occuparono le isole di Cipro, Creta e Rodi La dominazione araba in Spagna: Iniziò nel 711 con lo sbarco del condottiero Tariq ibn Ziyad (da cui ha nome Gibilterra, il Monte di Tariq). La parte centro meridionale dell’attuale Spagna e il Portogallo costituirono il territorio di al-Andalus. L’Emirato di Cordova era tra i più potenti nel mondo arabo. Verso nord, nel 997 l’espansione raggiunse Santiago di Compostela ma fu fermato in Gallia (732, a Poitier) 9 In Sicilia:Gli arabi dominarono per quasi tre secoli. Gli Aghlabiti iniziarono la conquista nel 827, da Mazara, sconfiggendo a Corleone i Bizantini. Palermo cadde nell’anno 831; oltre dieci anni dopo capitolò Messina; Siracusa resistette fino all’anno 878 e più a lungo Taormina (presa nel 962) La Sicilia, durante la dinastia dei Kalbiti: Che ne fecero un emirato indipendente, conobbe floridezza economica. A Palermo vennero costruiti numerosi edifici e si svilupparono attività commerciali e artigianali (lavorazione delle stoffe e dei minerali dell’Etna) e tecniche agricole per produrre grano, frutta, ortaggi, agrumi, palma del dattero e papiro. Ebbero rilievo gli studi sul Corano, quelli filologici e storiografici Nei secoli dell’involuzione economica (tra il V e l’VIII), nelle campagne: I contadini dovevano al padrone parte del raccolto e giornate lavorative (corvée) oltre che beni. I coloni liberi dovevano al signore una quota del ricavato; quelli di condizione servile lavoravano la pars massaricia; altre terre, gestite dal proprietario formavano la pars dominicia). Curtis è il nome dell’insieme di queste terre e dei boschi, prati e terre incolte di pertinenza Dopo la morte di Clodoveo, il regno venne diviso: In quattro parti: Neustria, Austrasia, Aquitania e Borgogna. Nel VII secolo ci fu una guerra per l’egemonia in Neustria e Austrasia; uscirono vincitori i maestri di palazzo dell’Austrasia; l’artefice della vittoria fu Pipino II di Heristal che dal 687 al 714 governò Austrasia, Neustria e Borgogna Dopo la morte di Pipino II: Gli succedette il figlio Carlo Martello che estese l’autorità del potere regio sulla Frisia e la Turingia; rivolse i suoi interessi verso l’Aquitania e affrontò anche il pericolo degli Arabi che avevano valicato i Pirenei; li sconfisse a Poitiers, nel 732 Carlo Martello divide il regno tra i figli: Nel 741. Al primogenito Carlomanno andò l’Austrasia, l’Alemannia e la Turingia; al secondogenito Pipino il Breve lasciò la Neustria, la Borgogna e la Provenza. Carlomanno abdicò a favore di Pipino e si ritirò nel monastero di Montecassino Bonifacio, monaco: Anglosassone, ebbe un ruolo determinante per immettere nell’orbita cattolica il popolo franco. Carlomanno e Pipino ne appoggiarono la missione evangelizzatrice fra i Frigi e i Sassoni. Facendosi ungere con l’olio santo da Bonifacio, Pipino diede un segnale di collaborazione al Papa La ritualità del conferimento vassallatico: I Franchi formalizzavano la nomina a cavaliere con la cerimonia «dell’omaggio». Il giovane guerriero (vassus) – che doveva essere fornito della cavalcatura, dell’armatura e di armi adeguate – si legava al signore col vincolo di fedeltà; quindi otteneva il «feudo» con la cerimonia di investitura Nel 754, il papa Stefano II invoca l’aiuto dei Franchi contro i Longobardi: Il re longobardo Astolfo avvia la conquista dei territori Bizantini avvicinandosi al territorio Sancti Petri; Stefano II si reca in Francia e chiede aiuto a Pipino il Breve che, patrizio dei Romani, è protettore della Chiesa. I Franchi sconfiggono i Longobardi alla Chiusa di San Michele e a Pavia L’epilogo della dominazione longobarda in Italia: Si ha con re Desiderio malgrado un proposito iniziale di pace tra i due popoli, sancito con i matrimoni (poi infranti) dei due figli di Pipino, Carlomanno e Carlo, con le due figlie di Desiderio Gerberga e Ermengarda. Chiamato da papa Adriano I, nel 773 Carlo sconfisse i Longobardi e dopo aver assediato Pavia per dieci mesi costrinse Desiderio a seguirlo in Francia come prigioniero Carlo è coronato Imperatore: Da papa Leone III. Riconoscente al re dei Franchi Carlo – che, nel 799, lo aveva fatto liberare dalla prigione in un monastero – il Papa ne invocò l’aiuto contro i suoi accusatori; Carlo organizzò per il 1°dicembre dell’anno 800 un’assemblea di prelati che prosciolse il Papa dalle accuse; due giorni dopo, durante la Messa di Natale, il Papa coronò Carlo imperatore 10 L’organizzazione territoriale nel regno dei Franchi: Fu riformata da Carlo Magno. Creò distretti a capo dei quali mise dei funzionari pubblici con il titolo di conti i quali avevano compiti riguardanti la difesa; le contee di frontiera denominò marche; altri grandi distretti erano i ducati che spesso avevano carattere nazionale. Per tenere sotto controllo questi funzionari Carlo aveva a sua disposizione suoi fedelissimi chiamati vassi dominici Carlo Magno provvide: Nell’anno 806, a dividere i suoi domini tra i tre figli: al primogenito Carlo assegnò gran parte della Francia e le terre orientali, a Ludovico (il Pio) l’Aquitania, a Pipino l’Italia e la Baviera. La morte prematura di Carlo e Pipino fece sì che Ludovico ereditasse il titolo e tutti i domini dal padre Per tempo, l’imperatore Ludovico il Pio: Provvide a regolamentare la successione dei figli emanando, nel 1817, la Ordinatio imperii. Erede imperiale, designò Lotario e agli altri due destinò domini su territori periferici: a Pipino l’Aquitania e la marca spagnola, e a Ludovico, detto il Germanico, la Baviera Dopo la morte, nell’840, dell’imperatore Ludovico il Pio: Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo (succeduto a Pipino) imposero (843) a Lotario il Trattato di Verdun col quale conservava il titolo onorifico di imperatore e governava in nord Italia, Provenza, Borgogna, Lorena e Olanda. A Carlo il Calvo toccò la Neustria, l’Aquitania e la Marca ispanica; a Ludovico, la parte orientale (Carinzia, Baviera, Alemannia, Turingia e Sassonia) Il problema della successione dinastica nel Sacro Romano Impero si ripropose alla morte di: Lotario (855). Gli succedette il figlio Ludovico II che morendo nell’876 lasciò il suo regno e la corona imperiale allo zio Carlo il Calvo. Poiché né Ludovico II né Carlo avevano lasciato eredi, il figlio di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso governò tutto l’Impero La fine del Sacro Romano Impero: Si compì con Carlo il Grosso. Incapace di fronteggiare le incursioni dei Normanni e gli intrighi di corte, abdicò nell’887 e l’anno dopo morì in un monastero. La parte orientale con la dignità imperiale andò ad Arnolfo di Carinzia; la Francia, al conte di Angers, re Oddone; il regno d’Italia fu attribuito al marchese del Friuli Berengario il quale era lontanamente imparentato con i Carolingi Con Signoria Bannale: Si intende un uso invalso in zone dell’Europa tra il IX-X secolo per cui grandi proprietari terrieri esercitavano abusivamente i poteri di comando senza averne delega dal re né dai suoi funzionari Le migrazioni dei popoli seminomadi continuarono con l’invasione degli Ungari: Che nell’896 erano in Pannonia (attuale Ungheria). In Italia devastarono Pavia (899) e raggiunsero Campania e Puglia. Raggiunsero anche Parigi e nel X secolo la Spagna e il Belgio Il valore di Ottone di Sassonia: Si dimostrò contro i Magiari che sconfisse ad Augusta, nel 955. In seguito, questa popolazione fu convertita al Cristianesimo e sostanzialmente integrata nel sistema politico-culturale europeo Nel X secolo, l’Europa cristiana fu minacciata dagli attacchi dei Saraceni: Che, dopo aver completato la conquista della Sicilia nel 902, crearono emirati a Bari e Taranto; da qui costruiti insediamenti fortificati, partivano per le loro incursioni, saccheggi e razzie L’ambizione dei feudatari che aspiravano a lasciare in eredità: I feudi produsse instabilità nel sistema delle investiture. Con il Capitolare di Quierzy, emanato da Carlo il Calvo nell’877 si stabiliva l’eredità dei feudi maggiori, cioè di quelli concessi dal re o dall’imperatore. Per i feudi minori concessi dai vassalli ai loro fedeli (valvassini) provvederà la Constitutio de feudis, emanata nel 1037 da Corrado II Il particolarismo nell’Italia del X secolo si ebbe per la coesistenza di: Regno d’Italia (con annesso titolo della corona imperiale); Ducati di Benevento, Salerno e Capua, dei Longobardi; Sicilia che gli Arabi avevano tutta conquistata all’inizio del 900; Territorio di San Pietro (Lazio, Marche e Umbria); Territori sotto giurisdizione dell’Impero bizantino Berengario I, marchese del Friuli: Inghilterra, Germania, Paesi Bassi, Francia settentrionale, ebbe ritmo triennale, con l’impiego dell’aratro pesante e su campi aperti distribuiti su grandi strisce; in particolare un terzo dei campi era seminato in autunno (cereali), un terzo in primavera (legumi) e un terzo era lasciato a maggese La rotazione biennale nell’Europa mediterranea: Era realizzata in Francia meridionale, Italia, Spagna e Grecia, con l’impiego dell’aratro leggero e su campi quadrati con assegnazioni strettamente individuali; metà terreno veniva coltivato ad esempio a cereali, mentre l’altra metà era lasciata a maggese, cioè a riposo, e serviva per il fieno e il pascolo degli animali; l’anno successivo la destinazione si invertiva Nevralgici del commercio, nei primi secoli del Millennio: Furono i punti d’incontro tra più Paesi. Venezia collegava Pianura Padana e mondo bizantino con l’Europa Centrale; Amalfi collegava l’Italia centro-meridionale con i mercati arabi e bizantini. Normanni ed Ebrei furono intermediari intercontinentali collegando, rispettivamente, il mare Baltico con i mercati bizantini, e la Germania all’Estremo Oriente Le rotte principali, all’inizio del nuovo Millennio erano: Nell’area mediterranea, quella con a capo Costantinopoli, quella comprendente i Paesi musulmani (Spagna, Africa del Nord, Sicilia, Siria) e quella dell’Occidente cristiano. Nell’area nordica, quella atlantica (Irlanda, Inghilterra sud-ovest, Bretagna, Spagna) e quella dei mari del Nord Una moneta prestigiosa e stabile che potesse circolare dappertutto: Fu coniata a Venezia, nel 1202, ed era d’argento pesante; analogamente, monete argentee emisero Firenze e altre città italiane e francesi. Federico II nel 1231 riprese a far coniare monete d’oro (l’augustale) nel Regno di Sicilia; circa vent’anni dopo furono coniati i fiorini a Firenze e il genoino a Genova, nel 1284 lo zecchino a Venezia e alla fine del secolo lo scudo in Francia Le città del Meridione d’Italia: Erano attive nello spazio commerciale bizantino e arabo. Lo erano i centri costieri della Puglia (Bari esportava in Oriente olio, frumento, vino e altri prodotti agricoli) e della Campania; Amalfi strinse relazioni dirette con Costantinopoli e con gli arabi della Siria, dell’Egitto e della Sicilia Tre città marinare ebbero la preminenza assoluta negli scambi sul Mediterraneo: Venezia si impose nel Mediterraneo orientale dopo la Bolla d’oro del 1082, con la quale l’imperatore bizantino Alessio Comneno concedeva a Venezia piena libertà di commercio in cambio di aiuto militare contro i Normanni. Pisa e Genova si contesero il predominio nel mar Tirreno e dovettero difenderlo dai pirati saraceni Fin dal X secolo si ebbe una rinascita spirituale nei monasteri dell’ordine: Cluniacense. Tutti i monasteri facevano capo a quello francese di Cluny, fondato nel 910 da Guglielmo d’Aquitania e dall’abate Bernone. Gli abati di Cluny fruivano di immunità feudali e dipendevano direttamente dal papato Caratteristica del monachesimo cluniacense: Fu la grandiosità dei riti e degli edifici di culto. Oltre che all’attività di studio e di riflessione teologica, all’attività letteraria volta a comporre opere agiografiche per l’edificazione morale di laici ed ecclesiastici, i cluniacensi si dedicavano alla preghiera e alle pratiche liturgiche; il lavoro manuale lo delegavano ai servi e a coloni L’ordine dei Certosini: Fondato in Francia alla fine del secolo XI, da Bruno di Colonia, prese il nome dal luogo ove sorse la prima “certosa”. Era formato da monaci eremiti intenti a condurre una forma di religiosità vicina all’ideale evangelico di povertà e semplicità. Le certose, piccole comunità di eremiti, erano costituite da luoghi comuni di preghiera e celle singole dotate di un piccolo giardino Ordini monastici: Eremitici furono quello dei Camaldolesi, fondato a Camaldoli (nell’Aretino) e quello dei Cistercensi, nato in Francia (a Citeaux) alla fine del XI secolo; illustre esponente di questo ordine fu Bernardo di Chiaravalle Una forma del movimento di riforma della Chiesa: Furono le comunità canonicali; i primi claustra canonico rum furono istituiti dall’imperatore Ludovico il Pio. Nel corso dell’XI secolo si intensificarono queste forme di vita religiosa in comunità, sul modello degli apostoli Enrico III si attivo per moralizzare la Chiesa: Condannò i vescovi che conducevano uno stile di vita simile a quello dei signori laici e appoggiò le forme monastiche come quella di Cluny. Nel 1046, Enrico intervenne per portare ordine a Roma dove l’aristocrazia aveva eletto ben tre papi. Convocato un concilio a Sutri, Enrico depose tutti gli ecclesiastici giudicati simoniaci, depose i tre papi e fece eleggere un suo candidato, Clemente II Papa Leone IX: Asceso al soglio pontificio nel 1049, si adoperò per la condanna della simonia e del concubinato e proclamò il primato del Papa sulla Chiesa. Tentato inutilmente di contrastare militarmente l’espansione dei Normanni nel meridione d’Italia, riconobbe loro le conquiste fatte (1059, Melfi) e conferì a Roberto il Guiscardo il titolo di duca di Puglia e di Calabria La contrapposizione per le investiture, tra Enrico IV e Gregorio VII: Si intensificò quando Enrico depose Papa Gregorio VII; questi rispose con la scomunica. Il Papa sostando nel castello della contessa Matilde di Canossa, fu raggiunto (1077) da Enrico postulante l’assoluzione; la ottenne dopo tre giorni nei quali attese a piedi nudi in mezzo alla neve in abito da penitente. In seguito depose Gregorio e lo costrinse (1084) a rifugiarsi in Castel Sant’Angelo Il Concordato di Worms: Fu stipulato nel 1122. Sancì l’autonomia di Callisto II e successori nella nomina di vescovi e abati; all’imperatore restò il diritto di assistere, in Germania, all’investitura o all’elezione e di dissentire eventualmente. Il concordato fu ratificato dal Concilio lateranense (1123) quando fu ribadita la condanna di simonia e concubinato, e si esclusero i laici dagli organismi ecclesiastici Il Liber censuum (1192) della Santa Sede censiva: Entrate derivanti: dalle rendite fondiarie laziali, dal censo pagato in stati vassalli (Portogallo, Sicilia, Aragona), dall’Obolo di San Pietro versato da regni i cui sovrani avevano ottenuto la corona dal Papa; dal censo pagato dai monasteri (Cluny, Camaldoli, Montecassino, Cava, Montevergine), dalle offerte erogate dai vescovi in occasione delle visite pontificie ad limina apostolorum Nel secolo XII, i monasteri più importanti furono: Quelli di Montecassino nell’Italia meridionale e quello di Bec in Normandia; fama ancora maggiore ebbe l’abbazia di Cluny, specialmente nel periodo in cui fu abate Pietro il Venerabile Le scuole cattedrali erano: Sotto il controllo dei vescovi. In Francia le più importanti furono quelle presso le cattedrali di Reims, Orléans e di Parigi; in Inghilterra quella di Canterbury; in Spagna quella di Tolosa 3 Le universitates in origine erano: Corporazioni e avevano 4 facoltà: quella delle Arti (Trivio e Quadrivio); quella di diritto (civile e canonico); quella di medicina; quella di teologia. Le più antiche furono a Bologna e a Parigi L’insegnamento nelle Università era articolato in: Lectio (lettura e commento delle opere di auctores autorevoli); Disputatio (esercitazioni di retorica inerenti la questio della lezione, coordinate dal baccelliere. Il giorno dopo avveniva la determinatio (sintesi dei lavori precedenti) e si esponevano le tesi. In alcune facoltà si tenevano prove pratiche 5 Dispute di impegno particolare si tenevano sulle: Quaestiones quodlibetales che ogni magister doveva organizzare una o due volte all’anno alla presenza di tutti i membri della facoltà, in sessioni aperte a qualsiasi argomento culturale (de quolibet), per cui magister e i suoi assistenti rispondevano prontamente alle domande dei presenti Nelle Università europee del Medioevo, i testi: Erano cartacei, e non più in pergamena; erano scritti in carattere gotico e divulgati con il sistema della Pecia. L’uso universale della lingua latina creava una forte unione culturale e permetteva a insegnanti e alunni di spostarsi tra le Università La divulgazione culturale attraverso le lingue volgari: Esordì negli ambienti feudali dove il latino si era evoluto dando vita a parlate locali chiamate poi lingue romanze (la lingua d’oïl nel Nord della Francia e la lingua d’oc in Provenza e anche in Italia), e nelle scuole poetiche siciliana e toscana Il movimento dei Valdesi: Fu fondato, verso il 1170, dal commerciante di Lione Pietro Valdo che donò i suoi beni ai poveri e si dedicò alla predicazione dei Vangeli. Pur scomunicati da Papa Lucio III (1184), Valdo e i seguaci (i «poveri di Lione») ebbero seguito numeroso in Francia meridionale, Germania e Lombardia. Nel medesimo atto di condanna furono individuati come eretici gli Umiliati e i Catari Il papa Onorio III ebbe la sensibilità di apprezzare la rivoluzione spirituale prospettata da: Due ordini monastici. Approvò (1216) la Regola dell’ordine dei Frati predicatori, istituito da Domenico Guzman, e approvò (1223) la Regula della “Fraternità di penitenti di Assisi” formatasi attorno a Francesco di Assisi che, come segno di umiltà, diede all’Ordine il nome di Frati minori L’evoluzione dell’Ordine dei Francescani: Ne temperò la povertà e ne modificò la caratteristica dello stato laicale dei frati. Dopo la canonizzazione di Francesco, nel 1228, il papa Gregorio IX dichiarò che i beni in uso all’Ordine rimanevano di proprietà della Chiesa. Il Ministro generale Alberto da Pisa avviò la clericalizzazione dell’ordine che nelle sue fila ebbe vescovi e il papa Niccolò IV L’appartenenza alla cavalleria comportava una particolare condizione giuridica e sociale: Chi ne faceva parte era esentato dal pagamento delle imposte per i possedimenti terrieri e sottratto alla giustizia dei pari; poteva tramandare agli eredi la propria condizione giuridica e ottemperava alle Paci di Dio e alla difesa dei deboli. Nel 1054, il Concilio di Narbona definì i cavalieri milites Christi destinandoli a combattere gli infedeli Il riconoscimento giuridico-formale del diritto all’ereditarietà dei feudi: Fu sancito da una giurisdizione in parte debitrice del diritto romano e di quello canonico; sanciva che il potere imperiale e quello regio costituissero la fonte del diritto e che il potere nei feudi fosse conferito in ragione della fedeltà politica e a fronte di obblighi (tra cui quello militare o il pagamento di tributi a corrispettivo del mancato servizio armato) Il contrasto tra l’imperatore Corrado II e l’arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano: Influì sull’assetto politico nei secoli successivi. I grandi vassalli della chiesa arcivescovile (capitanei), spalleggiati da Ariberto, si erano contrapposti ai piccoli feudatari (valvassores) che, spalleggiati dall’Imperatore, chiedevano l’eredità dei feudi; del dissidio tentò di trarre vantaggio il popolo sotto la guida di Lanzone, un capitaneus passato dalla parte popolare In continuità ideale con la Constitutio de feudis: Che aveva favorito la tendenza auto dissolutiva della società feudale, gli Statuti comunali portarono la medesima tendenza nelle città, quanto ai rapporti tra feudalità e ceti emergenti; alcuni statuti riducevano perfino le prerogative dei sovrani Organi di governo comunali erano: Il Collegio dei consules civitatis (stava in carica pochi mesi e non erano scelto da un ceto chiuso) e l’Arengo (assemblea generale dei cittadini capifamiglia). Il console era eletto per acclamazione dai membri dell’Arengo ma ampliatosi il numero degli aventi diritto, questo Consiglio maggiore (con potere deliberativo) designò un Consiglio minore (o degli anziani) che affiancava il console L’avvento della dinastia imperiale di casa Sveva: sultanato egizio, contro cui il re capetingio aveva indirizzato i crociati, e avviarono la conquista sistematica dei territori in mano ai cristiani. Le ultime città a cadere furono, nel 1291, Tiro, Sidone, Beirut e San Giovanni d'Acri Nominato Papa nel 1198, Innocenzo III: Attuò un programma teocratico di governo dicendosi essere non vicario di Pietro, come i suoi predecessori si erano detti, bensì addirittura vicario di Gesù Cristo. Questa concezione della potestà sopraeminente del Papa sull’Imperatore la rese metaforicamente con l’immagine del sole a cui la luna deve la propria luminosità. Morì nel 1216 2 Intervenendo nella successione del Regno di Sicilia: Che considerava un feudo ecclesiastico, Innocenzo III cercò di orientare a favore della Chiesa il piccolo erede alla corona imperiale, Federico che gli era stato affidato dalla madre, Costanza d’Altavilla, la vedova di Enrico VI. A Federico, appena uscito dalla minorità, conferì la corona del regno di Sicilia, nel 1208 3 Contro gli eretici, Innocenzo III fu: Molto determinato; in particolare contro i Catari della Provenza e Linguadoca (molti della città di Albi, nella contea di Tolosa della quale era signore Raimondo, e perciò denominati Albigesi). Contro essi decretò, nel 1208 , una crociata utilizzando l’idea di crociata come strumento politico 4 Il re di Francia Filippo Augusto (1180-1223) stipulò l’alleanza con il Papa:Contro l’Imperatore Ottone di Bruswick e contro il re d’Inghilterra Giovanni che era, secondo l’ordinamento feudale, vassallo del re di Francia Filippo Augusto; questi, nella battaglia di Bouvines (1214), prevalse e sottrasse all’Inglese i possedimenti continentali: Normandia, Maine, Angiò, Turenna, Alvernia e Bretagna 5 Nella Dieta di Capua (1220), Federico II: Rivendicò i diritti regi e impose ai feudatari del Meridione d’Italia di consegnare le fortificazioni costruite abusivamente dopo la morte di Guglielmo II (1189): quelle costruite su terre feudali dovevano essere abbattute, mentre per quelle sorte su terre demaniali il sovrano si riservava di acquisirle al patrimonio pubblico o abbatterle 6 Contro i Saraceni che in Sicilia possedevano molti territori: Federico II mosse con successo violente spedizioni, tra il 1222 e il 1224. Deportati a Lucera, in Puglia, i Saraceni sconfitti poterono continuare a professare la propria religione; questo gesto di tolleranza di Federico fu premiato con la completa dedizione degli abitanti di Lucera che gli fornirono le guardie del corpo e molti contingenti militari Impegnato nella crociata in Terra Santa, Federico II: Stipulò, nel febbraio 1229, un trattato con il sultano d’Egitto che prevedeva il libero accesso a Gerusalemme non soltanto dei cristiani ma di tutti i fedeli delle religioni del Libro. Questo esito della crociata esacerbò il papa Gregorio IX che organizzò una crociata contro l’Imperatore; già nel 1227 lo aveva scomunicato 8 Al trono del Regno di Sicilia: Nel 1258 ascese il figlio naturale, Manfredi, avversato dal Papa e da Luigi IX di Francia; la sorte del giovane svevo fu segnata dalla sconfitta a Benevento (1266), in cui perse la vita sotto l’impeto dei cavalieri di Carlo d'Angiò. Due anni dopo, anche l’ultimo Hohenstaufen, il figlio del morto imperatore Corrado IV, fu sconfitto in battaglia (Tagliacozzo) dai francesi e poi messo a morte 9 Nella penisola iberica, la fase decisiva della reconquista contro gli Almoravidi e contro: Il regno berbero degli Almohadi, va dai primi dell’XI secolo, fino alla battaglia di Las Navas de Tolosa (1212). Simbolo della reconquista fu nella seconda metà dell’XI secolo il Cid Campeador, soprannome di Rodrigo Díaz de Bivar (1043-1099), capitano castigliano, eroe nella presa di Toledo e Valencia 10 Alla metà del Duecento, in Spagna tre erano i regni maggiori: La Castiglia, l’Aragona e la Catalogna. Vi fu una rinascita della vita economica e civile con la ripresa dei mestieri artigiani e commerciali urbani, quest’ultima in Aragona e nella marinara Catalogna. Sul piano dell’organizzazione civile e politica, nell’XI secolo fecero la loro comparsa i primi statuti municipali (fueros), e tra il XII e il XIII secolo si costituirono le prime Cortes Nel IX secolo, i Vichinghi: Che le popolazioni slave chiamarono Rus, fondarono, sotto la guida di Oleg, il principato di Kiev, una vasta dominazione territoriale che riuniva tribù degli Slavi dell’Est; il declino di questo principato data a partire dalla metà del secolo XI, in concomitanza con il fiorire di quelli di Novgorod e di Mosca 2 I rapporti commerciali tra il principato di Kiev e l’Impero Bizantino: Furono fiorenti; i Rus erano stati convertiti al Cristianesimo greco- ortodosso già all’epoca del principe Vladimir (978-1015), dai missionari bizantini; il metropolita di Kiev doveva obbedienza a Costantinopoli 3 I Mongoli, o Tartari secondo la denominazione araba, erano: Una popolazione seminomade. Si volsero verso Occidente sotto la guida del condottiero Gengis Khan, a partire dal 1220 conquistando la Mesopotamia, la Georgia e la Russia meridionale e, successivamente, la Persia, il principato di Kiev, l’Ungheria e la Polonia. L’amministrazione e il potere politico-militare facevano centro alla capitale Karakorum 4 L’espansione dei Mongoli proseguì: Anche dopo la morte di Gengis Khan, verso l’Armenia e l’Azerbaigian, e si bloccò in Egitto dove, nel 1260, i Mongoli furono sconfitti dai mercenari turchi a servizio del sultano. Tra le ragioni della sconfitta, le tendenze separatistiche tra i discendenti di Gengis Khan 5 L’Impero del Gran Khan, uno dei quattro maggiori potentati Mongoli: E che comprendeva i territori della Cina e della Mongolia, raggiunse il massimo splendore quando a governarlo fu Kubilai (1260-1294) che trasferì la capitale da Karakorum a Khanbalik (la città di khan), odierna Pechino. In Cina, i Mongoli assunsero la raffinata cultura degli autoctoni convertendosi al Buddhismo 6 Nel IV secolo, la città di Mosca: Acquistò importanza dapprima rapportandosi con i Mongoli (il principe Ivan I ottenne il compito di riscuotere i tributi per l’Orda d’oro) e poi sconfiggendoli (1380) vicino il fiume Don, con una coalizione guidata dal principe Dimitri 7 Nel secolo XIV si accesero, in Europa, epidemie: Focolai non simultanei ma diffusi, come nelle Fiandre dove perì circa un quinto degli abitanti contestualmente al secolare conflitto tra Francia e Inghilterra, e come la grande peste del 1347 che dall'Italia dilagò, fino al 1350, in tutto l'occidente. Ne conseguì una duratura contrazione demografica, fino alla fine del secolo XVI 8 Rovinosi fallimenti finanziari: Colpirono, a metà del XIV secolo, le compagnie fiorentine dei Bardi, dei Peruzzi e quella dei loro soci bergamaschi, gli Acciaiuoli. Firenze soffriva, così, i contraccolpi della insolvenza di Edoardo III d’Inghilterra che aveva ottenuto prestiti per preparare la prima campagna della guerra dei Cento anni 9 Le compagnie di ventura, formazioni di soldati mercenari: Fin dalla seconda metà del XII secolo si offrivano in armi, in cambio di un salario regolato da un contratto, detto “condotta” (da ciò il nome dei loro capi, i condottieri). La necessità di assoldarli nasceva dal fatto che per la cavalleria feudale e per la milizia delle città comunali era invalsa la consuetudine di riscattare con una tassa in denaro l’obbligo di prestare servizio militare 10 Tra i mercenari che combatterono nel corso del XIV secolo: Restano tristemente famosi gli Écorcheurs (sgozzatori) delle Grandi Compagnie operanti in Francia nella guerra dei Cent’anni (in Inghilterra, i mercenari non erano ammessi). In Italia, condottieri furono: il tedesco Werner di Urslingen, il francese Giovanni di Montréal (Fra’ Moriale), l’inglese John Hawkwood (Acuto), Alberico da Barbiano, Braccio da Montone, Muzio Attendolo Sforza, Erasmo da Narni (Gattamelata), Bartolomeo Colleoni, Francesco di Bussone (Carmagnola) Dopo la rinunzia di Papa Celestino V: Fu eletto Bonifacio VIII (1294-1303), della famiglia romana dei Caetani, avversato dai sostenitori della famiglia Colonna e dal re di Francia Filippo il Bello; questi non solo impose i tributi al clero francese ma ordì di fare catturare il Papa ad Anagni e di sottoporlo in Francia a giudizio All'inizio del secolo XIV, i re di Francia riuscirono ad esercitare il controllo sul papato: Facendo eleggere Papa un cardinale francese, Bertrand de Got, con il nome di Clemente V (1305-1314) e inducendolo a trasferire ad Avignone la Sede pontificia. Il periodo che è stato denominato della Cattività avignonese si concluse nel 1376, con il ritorno dei papi a Roma Dopo l'estinzione della dinastia degli imperatori svevi: Né Enrico VII (1308-1313) né di Ludovico il Bavaro furono in grado di restaurare la dignità imperiale, malgrado che il secondo fosse stato incoronato imperatore da Sciarra Colonna, rappresentante del popolo romano (ma contro il volere del papa). Maggiore successo ebbe Carlo IV di Boemia che, con la Bolla d'oro, affidò l'elezione degli imperatori a sette grandi elettori Enrico III (1216-1272), re di Inghilterra, confermò le prerogative politiche e fiscali: Riconosciute alla nobiltà, nel 1215, da re Giovanni Senza Terra; anche dispose che il Parlamento (nel quale ammise due rappresentanti della piccola nobiltà per ogni contea e due borghesi per ogni città della corona) fosse articolato in Camera dei Pari (alta nobiltà e prelati) e Camera dei Comuni cioè della bassa nobiltà, del basso clero e dei rappresentanti delle città La Guerra dei Cento anni ebbe inizio nel 1337, quando Edoardo III: Reclamando il trono francese dopo l'estinzione della dinastia dei Capetingi, sbarcò in Fiandra. L'evento decisivo di questa fase della guerra si ebbe nel 1346, quando a Crecy gli arcieri e i balestrieri inglesi distrussero la lenta cavalleria francese. Con la pace di Bretigny (1630) Edoardo conservò i territori invasi (circa 1/3 della Francia) dietro formale rinuncia al trono La fase conclusiva della Guerra dei Cento anni ebbe inizio nel1415 con lo sbarco di re Enrico V: Lancaster in Normandia, a sostegno del duca di Borgogna Giovanni Senza Paura, contro il re di Francia Carlo VI. Questi, perduta la Francia nord-occidentale e Parigi riconobbe Enrico re di Francia. Dal 1429, una pastorella, Giovanna d'Arco, guidò la riscossa francese che si concluse con la liberazione di Parigi (1436); agli inglesi rimase il distretto di Calais Nell'Inghilterra sconfitta e umiliata, per ipotecare la successione al trono del malato re Enrico VI: Si accese una lotta tra i sostenitori della casa degli York (avevano come simbolo una rosa bianca) e quelli della casa dei Lancaster (avevano simbolo una rosa rossa). Seguì la ventennale guerra civile (1455-1485) nota come Guerra delle due Rose; si concluse con la designazione di un discendente dei Lancaster, Enrico VII Tudor Della dinastia d'Aviz, i re del Portogallo: Favorirono un'efficace attività marinara di esplorazione lungo le coste occidentali dell'Africa e per la circumnavigazione verso l'India. Doppiate le Azzorre (1448), le navi portoghesi raggiunsero il Golfo di Guinea (1460) e il Capo di Buona Speranza (1447, doppiato da Bartolomeo Diaz), nella punta meridionale dell'Africa Il Regno di Aragona: Iovanni II, avviò l'unificazione politica della penisola iberica e organizzò una migliore amministrazione e un più forte esercito che completò la Reconquista occupando l'Andalusia dall'emiro di Granada Il re Ferdinando d'Aragona e Castiglia: Con il Portogallo, col quale s'era acceso un contrasto per la spartizione delle terre oltre Atlantico, concordò (Tordesillas, 1494) la linea divisoria dell'Oceano, dal meridiano Ovest posto a 370 leghe dalle isole di Capo Verde: la parte a destra fu assegnata ai Portoghesi (Africa, Asia, parte orientale del Brasile), la sinistra fu assegnata agli Spagnoli (America centro-meridionale) La particolare cura del papato nel salvaguardare il proprio possedimento feudale in Sicilia: Diventato puramente nominale al tempo di Federico II, spinse Papa Urbano IV e il suo successore Clemente IV, cardinale francese, a sollecitare il conte Carlo d'Angiò e di Provenza affinché invadesse il Regno di Sicilia che comprendeva il Meridione d'Italia La discesa di Carlo d'Angiò in Italia: Attraversò Roma dove il Conte fu acclamato senatore e penetrò in Campania attraverso Ceprano; sconfitto re Manfredi a Benevento (febbraio 1266), Carlo saccheggiò la città (pur soggetta alla sovranità pontificia). Due anni dopo sconfisse, a Tagliacozzo, Corradino di Svevia, figlio dell'Imperatore Corrado IV figlio di Federico II La rivolta del Vespro, a Palermo: Fu dovuta - quale che ne fosse la causa occasionale – all'ambizione del re d'Aragona Pietro III e al malgoverno di Carlo d'Angiò (che impose la “colletta” a un baronaggio feudale geloso dei propri averi). Il lunedì di Pasqua del 1282, a Palermo la rivolta scoppiò all'ora del Vespro; ebbe il pronto sostegno della feudalità siciliana e calabrese che offrì a Pietro III la corona del Regno La contesa tra Angioini e Aragonesi per il possesso della Sicilia ebbe questo incerto iter: Bonifacio VIII caldeggiava un'intesa (Trattato di Anagni) per cui gli Aragona avrebbero ceduto agli Angiò la Sicilia in cambio del regno di Sardegna e Corsica; ma i Siciliani preferirono offrire il regno a Federico III d'Aragona. Neanche il Trattato di Caltabellotta (1302) fu rispettato, e alla morte del re di Trinacria Federico, la Sicilia non fu restituita agli Angiò Nella prima metà del secolo XIV, il dominio nel Meridione d'Italia: Fu mantenuto dagli Angiò grazie all'appoggio papale e al contributo degli uomini d'affari fiorentini (a fronte di esenzioni doganali e cariche operare al riparo dagli intrighi della nobiltà romana. Ciò consentì di organizzare la curia in modo da accentrare nel papa la scelta delle alte gerarchie ecclesiastiche e l'assegnazione dei benefici, riducendo gli spazi di autonomia delle chiese locali Il ritorno a Roma della sede papale fu negli auspici: Di Dante che accusava la Chiesa, soprattutto quella avignonese, di essersi distolta dalla missione spirituale; di Marsilio da Padova che, nel Defensor pacis, accusava la Chiesa di essersi allontanata dagli ideali del Vangelo; di Santa Caterina da Siena; di Brigida di Svezia; di Petrarca Il movimento, a carattere pauperistico, degli Apostolici: Sorse nel 1260, con la denominazione Ordo apostolarum. La Chiesa cercò di limitarne il proselitismo emanando, al Concilio di Lione del 1274 regole restrittive per tutti i nuovi Ordini mendicanti. Tra le guide del movimento, il fondatore fu condannato al rogo e Dolcino da Novara preferì trasferire la comunità in Valsesia Giovanni Wyclif: Fu un colto teologo riformatore (per primo tradusse la Bibbia in inglese) che predicava contro la mondanizzazione della chiesa di Roma denunciandone i privilegi e le ricchezze; riteneva che i sacramenti dell'Eucarestia e della Confessione non avessero fondamento dottrinale adeguato, come anche contestava ai papi il potere di imporre le decime e di comminare le scomuniche Con la conclusione della Cattività avignonese e il ritorno a Roma: Di Gregorio XI (1377), il dissidio tra i cardinali della "obbedienza avignonese" (fautori della permanenza della Santa sede in Francia) e i cardinali della "obbedienza romana" non si spense. Alla morte di Gregorio XI, fu eletto papa il cardinale barese Bartolomeo Prignano, Urbano VI. I cardinali filo-francesi gli contrapposero come antipapa Clemente VII che si insediò ad Avignone Nel concilio di Costanza: Del 1414-1415, prese corpo ufficialmente, con il decreto Haec Sancta, la dottrina secondo la quale il concilio trae la sua autorità direttamente da Cristo. Due anni dopo, il decreto Frequens stabilì che i concili generali si sarebbero dovuti riunire periodicamente, a cadenza decennale. Si trattava di due importanti decisioni intese a condizionare il carattere monocratico del papato Le tesi dei teologi e dei cardinali anti conciliaristi: Furono sostenute, tra altri, da Niccolò da Cusa, Giovanni di Torquemada, Enea Silvio Piccolomini. Quest'ultimo, eletto papa, emanò, nel 1460, la bolla Exsecrabilis, nella quale riaffermò il ruolo del papato come guida suprema della cristianità escludendo che il concilio potesse essere un organismo permanente e sovraeminente al papa La conclusione della controversia tra conciliaristi e anticonciliaristi: Si ebbe al Concilio di Basilea (1431) indetto da Eugenio IV; questi, temendo il prevalere della tesi per cui il concilio può esso stesso esercitare, con propri organi, il governo della Chiesa, ostacolò la prosecuzione dei lavori. Nel 1439, i conciliaristi gli contrapposero un antipapa, Felice V, nella persona dell'ex duca Amedeo VIII Agli inizi del XV secolo, la Chiesa nazionale francese: Mise in discussione la superiore autorità del papa e sue prerogative, quali: la tassazione dei beni ecclesiastici francesi, l'entità delle decime da versare alla curia pontificia, le scelte per la nomina alle alte cariche ecclesiastiche (quali vescovati e abbazie), le competenze dei tribunali ecclesiastici, la rappresentanza francese all'interno del collegio cardinalizio Fu il re Carlo VII a porre le premesse: Dell'autonomia della Chiesa Gallicana dal papa; convocò tutto il clero francese, nel 1437, in un sinodo nazionale, e decretò, a tutela dell'autonomia della Chiesa nazionale dall'ingerenze di quella romana, che il Papa non potesse più assegnare benefici feudali né scegliere i vescovi e gli abati degli ordini monastici Durante il lungo regno di Filippo Maria Visconti: Dal 1412 al 1447, il ducato di Milano attuò una politica espansionistica in Veneto e Romagna servendosi dei condottieri Francesco Sforza e Niccolò Piccinino. Contro Firenze coltivò l'alleanza di Lucca e Siena; per lunghi periodi fu in guerra contro Venezia e il Ducato di Savoia Venezia intraprese una politica espansionistica: Durante il dogado di Francesco Foscari, tra il 1423 e il 1457, nel patriarcato di Aquilea e di Zara, nel ravennate e nei territori degli Scaligeri, dei Visconti e dei Carraresi. Queste imprese furono facilitate dall'alleanza con i duchi di Savoia e il re di Napoli e contrastate da Francesco Sforza La Pace di Lodi: Del 1454, consentì un lungo periodo di pace nella Penisola, fino al 1494. Fu accompagnata con la formazione della Lega Italica alla quale aderirono Milano, Venezia, Firenze e, successivamente, il papa e il re di Napoli Giunto al potere a Firenze, alla morte del padre Pietro: Nel 1469, Lorenzo dei Medici cercò di mettere sotto controllo le prerogative delle istituzioni comunali e fu costantemente in conflitto con altre famiglie di maggiorenti, in particolare con quelle dei Pitti e dei Pazzi (favoriti, questi, dal Papa Sisto IV). Nel 1478, sicari assoldati dai Pazzi si avventarono su Lorenzo e suo fratello Giuliano; il primo sopravvisse, Giuliano fu ucciso Una periodizzazione storiografica: Distingue, nel Rinascimento, una prima fase, quella dell'Umanesimo, che coincide all'incirca con il Quattrocento, ed è l'epoca della rinascita dell'interesse per l'antichità, della riscoperta dei classici e della filologia, degli studia humanitatis e del canone dell'imitazione, e una seconda fase, quella del Rinascimento vero e proprio, nei primi decenni del Cinquecento Il Mecenatismo nel Rinascimento: Fu particolarmente presente nelle corti di Firenze e Roma. Intorno ai Medici e ai papi si raccolsero, come ospiti, gentiluomini, dignitari, funzionari, intellettuali, filosofi, architetti, musici, artisti e scienziati. Il termine “mecenate” richiama il nome di un patrizio amico dell'imperatore Augusto (I secolo a.C) Il Rinascimento comportò una concezione del mondo e dell'uomo: Differente rispetto a quella caratteristica della civiltà alto medievale; questa, teocentrica, quella rinascimentale antropocentrica secondo la quale l'uomo è faber fortunae suae, sicuro e ricco di forze, capace di contrastare, con la propria energia e intelligenza, il gioco capriccioso della fortuna; uno dei temi della cultura quattrocentesca fu l'esaltazione della dignità dell'uomo La riscoperta degli autori classici latini e greci: Fu la caratteristica dell'Umanesimo. I testi antichi furono letti secondo un'ottica filologica rigorosamente applicata ai significati testuali, differente rispetto a quella prevalente nelle grandi biblioteche monastiche medievali dove in quei testi si cercavano spunti di interpretazione allegorico-morale, di edificazione spirituale e di conferma della dottrina cristiana I principali centri di irradiazione dell'Umanesimo furono: Venezia, Milano sotto la signoria dei Visconti e degli Sforza, Napoli sotto gli Aragonesi, Ferrara sotto gli Estensi, Mantova sotto i Gonzaga, Urbino sotto i Montefeltro, Firenze sotto i Medici. Qui, e nella Roma della instituenda Biblioteca vaticana, convennero, da Costantinopoli conquistata dai Turchi (1453), studiosi ed ecclesiastici greci e bizantini che recavano gli antichi codici Scopritori di testi antichi: Mai trascritti dagli amanuensi medievali perché di scarso valore educativo, furono Petrarca, Coluccio Salutati e Poggio Bracciolini. Petrarca rinvenne alcune epistole di Cicerone; Bracciolini che, nella sua funzione di segretario pontificio ebbe occasione per visitare biblioteche e monasteri, trovò testi antichi di Quintiliano, Valerio Flacco, Cicerone e il De rerum natura di Lucrezio
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