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Storia Medievale E Moderna, riassunto - La riforma della Chiesa, Sintesi del corso di Storia Medievale E Moderna

Storia Medievale E Moderna, riassunto - La riforma della Chiesa

Tipologia: Sintesi del corso

2010/2011

Caricato il 24/09/2011

prinzina
prinzina 🇮🇹

4.2

(59)

68 documenti

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Scarica Storia Medievale E Moderna, riassunto - La riforma della Chiesa e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale E Moderna solo su Docsity! LA RIFORMA DELLA CHIESA La riforma gregoriana consiste in realtà in una serie di riforme all'interno della Chiesa cattolica, attuate nel corso dell'XI secolo, e il cui nome deriva dal principale rappresentante e il più strenuo difensore della riforma, papa Gregorio VII. Quest'epoca, che pose fine al cosiddetto Saeculum obscurum. Egli volle attuare una riforma di tipo morale e non ancora istituzionale. Il suo principale obiettivo fu la lotta contro il concubinaggio e la simonia. Questo papa si rese conto della difficoltà di questa impresa. Sapendo che la legge era violata da buona parte del basso clero, difficilmente raggiungibile dalla riforma, decise di limitare la riforma alla sola città di Roma e dintorni, come esempio per altre città. Egli proibì ogni relazione di laici con i presbiteri incontinenti, ospitando tutte le concubine in Laterano sotto il suo controllo. Lottò poi contro la simonia che intaccava preti e vescovi italiani e francesi. Essi sperimentarono la serietà dei decreti di Leone IX emanati nei diversi sinodi, in conseguenza dei quali, di fronte l'accusa, il vescovo veniva subito deposto. Secondo la mentalità del tempo, la simonia era l'eresia più grave, quella che non permetteva, allo Spirito Santo di agire liberamente: il vescovo non veniva legittimamente consacrato e, a sua volta, non trasmetteva l'ordine all'ordinato. Questi metodi drastici tentavano, allora, di salvare la sostanza della fede e della vita sacramentale, ma per questo furono anche fortemente osteggiati. Nacque, così, anche il problema della differenza tra illeicità e invalidità, pur nella non ancora chiara interpretazione, in quanto prevaleva ancora la visione del papa che riteneva l'ordinazione invalida (tamquam non esse). La riforma gregoriana Quindici anni più tardi l’ascesa al pontificato di Ildebrando di Soana, segnò l’acme della riforma designata come gregoriana. Gregorio VII riuscì ad affermare nei confronti dell’autorità suprema dell’ordine temporale, l’imperatore Enrico IV, la preminenza dell’autorità ecclesiastica anche nell’ordine temporale. Un testo di Gregorio, il Dictatus papae espone la tesi del pontefice: l’autorità del papa veniva affermata non solo nei confronti dei vescovi e dell’intera Chiesa, ma anche nei confronti dello stesso imperatore, che il papa avrebbe potuto legittimamente scomunicare e addirittura deporre. Il Dictatus Papae è una raccolta assiomatica di 27 enunciazioni di poteri arrogati al papa che è registrata come emanata da papa Gregorio VII nel 1075 e di cui esiste una seconda redazione, la Auctoritates Apostolice Sedis. Alcuni storici ritengono che il documento sia stato scritto da Gregorio VII stesso, mentre altri ritengono che esso sia stato scritto da altri, e inserito nel registro (falsificandolo) a posteriori. Nel 1087 il cardinale Deusdedit pubblicò una raccolta di decretali dedicata a Papa Vittore III che costituiva un corpus di diritto canonico e che il cardinale aveva raccolto da fonti sia legittime che storicamente false (si veda per esempio lo Pseudo-Isidoro). Il Dictatus Papae è in così stretta corrispondenza con questo testo che in molti hanno sostenuto che esso deve essere successivo alle decretali — da qui l'ipotesi della retrodatazione. Il titolo Dictatus Papae è l'intestazione nella raccolta di lettere personali della sezione che contiene il nostro documento. L'inserzione degli assiomi sotto questa intestazione vuol dunque dire che il Papa compose il testo personalmente (se si accetta l'autenticità della datazione), non che il testo costituisca una sorta di diktat papale. In effetti, il Dictatus Papae non fu nemmeno formalmente pubblicato, e non circolò al di fuori della Curia, tanto che non si ritrovano riferimenti al Dictatus nelle opere degli oppositori della Riforma gregoriana dal 1075 in poi (benché alcune delle posizioni espresse nel Dictatus fossero state espresse altrimenti da Gregorio, e solo di queste si trovi traccia nella documentazione storica). I principi espressi nel Dictatus papae sono quelli alla base della Riforma gregoriana, che era stata iniziata da Gregorio decine d'anni prima della sua ascesa al trono papale. Gli assiomi del Dictatus cercano di stabilire la più assoluta supremazia papale. L'assioma "Al Papa è permesso deporre gli imperatori" distrugge in un sol colpo la nozione alto-medievale del bilanciamento fra potere religioso e potere civile che era espressa dal simbolo delle "due spade", quella spirituale e quella
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