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La nascita del Principato Romano: la trasformazione del potere da Repubblica a Monarchia -, Appunti di Storia Romana

Storia dell'Europa anticaStoria AnticaStoria antica romana

Sulla teoria secondo cui la necessità di gestire un territorio troppo vasto e complesso per la repubblica romana ha portato all'ascesa del principato. Esplorato il declino del governo senatoriale e la diffusione del senso individualistico a roma, il testo analizza la dittatura di gaio mario, silla e cesare, e la successiva instaurazione del principato di augusto. In dettaglio l'ascesa di augusto, la sua abilità a imporre un governo personale e la continuazione dell'espansione territoriale dell'impero romano.

Cosa imparerai

  • Perché la Repubblica Romana non era in grado di gestire un territorio troppo vasto e complesso?
  • Come Augusto ha riuscito a imporre un governo personale e a mantenere l'Impero Romano unitario?
  • Come ha contribuito la figura di Scipione Emiliano alla nascita del Principato Romano?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 03/12/2019

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Scarica La nascita del Principato Romano: la trasformazione del potere da Repubblica a Monarchia - e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! La tesi secondo cui il dominio di Roma ormai si estendesse su un territorio troppo vasto e fosse troppo complicato per le strutture della Repubblica gestirlo,[27] provocando così la nascita del Principato, è ancora valida.[28] Le ragioni dell'ascesa di un modello di governo centrale su base sempre più spiccatamente personale si devono ricercare, tuttavia, anche nel declino del governo senatoriale della Repubblica Romana, il cui primo atto va riallacciato alla figura emblematica di Scipione Emiliano. La diffusione di un sempre più marcato senso individualistico a Roma ha sicuramente traccia nella diffusione di effigi monetali ritraenti non più solo il più rappresentativo degli antenati del magistrato in carica, ma spesso il magistrato medesimo. Questo processo si manifestò in concomitanza con la penetrazione dei valori della civiltà ellenistica, favorita indubbiamente dalla conquista romana delle pòleis elleniche sulle coste della Magna Grecia (Italia meridionale) e della Sicilia, e sospinta dalla conquista romana della Macedonia, della Grecia e di gran parte del mondo ellenistico, ad eccezione dell'Egitto dominato dalla dinastia Lagide (l'Egitto venne comunque sottoposto a un sempre più pressante protettorato). Il ricorso sempre più assiduo al mandato della dittatura iniziato con Gaio Mario, stravolse poi la portata costituzionale della magistratura dittatoriale, prevista dall'ordinamento repubblicano, fino all'esito della dittatura sillana, intesa come mandato a restaurare lo Stato romano in senso conservatore-oligarchico (a favore degli optimates) e non pervenuta ad un esito monarchico per l'esclusiva volontà di Silla. La dittatura cesariana (46-44 a.C.) riprese in pieno il modello sillano, seppur partendo da un campo politico opposto (quello dei populares, gli oligarchi più propensi ad usare la demagogia sul popolino, il vulgus, per assumere il potere) e formalizzò il rifiuto di un esito monarchico naturale adducendo la ragione del rifiuto culturale della Romanità per l'istituto monarchico ufficiale. Alto Impero (31 a.C. - 284 d.C.)[modifica | modifica wikitesto] Il centro di Roma al tempo dell'Impero Romano Lo stesso argomento in dettaglio: Alto Impero romano. L'ascesa di Augusto (44-30) attraverso la partecipazione ad un istituto apertamente sovversivo come il "secondo" Triumvirato, si formalizzò nel 27 a.C. nella rinuncia ai poteri dittatoriali ormai estesissimi in cambio di un cooptato riconoscimento senatoriale di un "bisogno dello Stato romano" ad una figura di guida e di ispirazione politica del governo: con l'appellativo di Augusto, Ottaviano inaugurò così quel particolare istituto costituzionale romano noto come principato (da princeps senatus, presidente del Senato), erroneamente talvolta chiamato "impero" per l'appellativo di imperator assunto da Augusto, dimenticando che tale termine nella Repubblica non designava altro che il generale vittorioso e che la creazione di un'amministrazione decentrata attraverso la creazione di provinciae risaliva già al 237 a.C., con la conquista della Sicilia. L'abilità di Augusto, in sostanza, risiede nel fatto che seppe imporre un governo personale, dotato di poteri amplissimi (imperium proconsolare maius et infinitum, cioè un comando superiore a quello dei proconsoli su tutte le province e gli eserciti; tribunicia potestas, ovvero l'inviolabilità, il diritto di veto e la facoltà di proporre e fare approvare le leggi; carica di pontifex maximus, che poneva sotto il diretto controllo anche la religione), camuffandolo da Repubblica restaurata, tramite la rinuncia formale alle cariche eccezionali tipiche della dittatura (rinuncia al consolato a vita, alla dittatura, ai titoli di re o di signore-dominus), non urtando così la suscettibilità della classe aristocratica, che aveva accettato il compromesso della cessione del potere politico e militare in cambio della garanzia dei propri privilegi sociali ed economici. Per tutto il primo secolo continuò l'accrescimento territoriale dell'Impero (nuove province: Rezia, Norico, Pannonia, Mesia, Galazia, Egitto, Cappadocia, Britannia) sotto le dinastie dei Giulio-Claudii, e dei Flavi. Sotto Traiano, con la conquista della Dacia e di nuovi territori in Oriente, l'Impero raggiunge la sua massima estensione (117 d.C.). Sotto la dinastia degli Antonini si ebbe un periodo di pace e prosperità, sebbene verso la fine cominciò ad essere sempre più pressante il compito di difendere i confini dell'impero dalla pressione dei nemici esterni. La crisi del principato, avviatasi già alla morte di Marco Aurelio, si concretizzò nell'ascesa di Settimio Severo (193-211) e nella riforma dell'istituto del principato, ormai estraneo alle dinamiche dell'ambito senatoriale e dominato da quelle dell'esercito. La monarchia militare severiana (193-235), seppure ripescò talvolta la necessità di una legittimazione senatoria, fu il preludio dell'avvento del dominato (285-641), dopo la fase assai dinamica dell'anarchia militare (235-285). Dopo la dinastia dei Severi, per tutto il III secolo saranno infatti le legioni a proclamare imperatori che spesso regneranno solo per brevi periodi e saranno perennemente impegnati in campagne militari di difesa dei confini dalle penetrazioni barbariche e di mantenimento del proprio potere dai rivali interni. La crisi economica fu anche crisi ideale e si diffuse il
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