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Il Medioevo: Periodo Complesso e Articolato della Civiltà Europea, Appunti di Storia

Storia SocialeStoria dell'EuropaStoria EconomicaStoria religiosaStoria Medievale Europea

Il medioevo è un periodo storico della civiltà europea collocato tra la fine dell’età antica e la nascita dell’età moderna. Connotato inizialmente da un giudizio negativo, oggi si riconosce come un periodo complesso e articoloato, caratterizzato da crisi e ricostruzione. La periodizzazione del medioevo, le sue espressioni culturali e sociali, l'economia e la società, la mentalità e la cultura. Il testo evita il pericolo di perpetuare il pregiudizio negativo e quello di una rivalutazione ingiustificata.

Cosa imparerai

  • Come la Chiesa e l'aristocrazia feudale hanno influenzato l'economia e la società nel Medioevo?
  • Quando inizia e termina il Medioevo secondo le coordinate cronologiche tradizionali?
  • Come la mentalità e la cultura sono state influenzate dal Cristianesimo nel Medioevo?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 23/08/2021

ida_f
ida_f 🇮🇹

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Scarica Il Medioevo: Periodo Complesso e Articolato della Civiltà Europea e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Il Medioevo è un periodo storico della civiltà europea che, sulla base di una tradizionale tripartizione, viene collocato tra la fine dell’Età antica e la nascita dell'Età moderna. Il termine stesso fa pensare ad un’età che stia “in mezzo” e che quindi non abbia alcuna valenza positiva ma soltanto un significato negativo: non più antichità, ma non ancora età moderna. In effetti l’espressione media aetas (“età di mezzo”) fu coniata e diffusa, a partire dal XV e XVI secolo, dagli umanisti e dagli intellettuali del Rinascimento per indicare quel lungo periodo di regresso civile e di decadenza culturale che, a loro parere, aveva fatto seguito alla caduta dell’Impero romano. Fin dalla sua origine, quindi, il termine “Medioevo” implicò un giudizio fortemente critico e polemico e divenne presto sinonimo di barbarie, arretratezza e oscurantismo: un significato che è tuttora presente, anche se spesso soltanto in chiave metaforica, nel nostro stesso modo di esprimerci. Una simile interpretazione tutta negativa del Medioevo oggi non è più accettabile: troppo lunga è la durata di questo periodo storico e troppo varie e diverse le sue espressioni culturali perché lo si possa racchiudere in una sola e unilaterale definizione. Il Medioevo, di conseguenza, non è più considerato dagli studiosi un’epoca “di mezzo” fra due altre epoche, ma un periodo storico articolato e complesso, con le sue caratteristiche peculiari e originali, alla stregua, cioè, di qualunque altro momento della storia. Il problema della periodizzazione Secondo le coordinate cronologiche tradizionali il Medioevo inizierebbe con la caduta dell’Impero Romano d'Occidente e si concluderebbe con la nascita dell’Età moderna. Più precisamente si collocherebbe fra il 476, l’anno della deposizione da parte del barbaro Odoacre dell’ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augustolo, e il 1492, l’anno della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo: una figura, oltre tutto, che esprime bene, in chiave simbolica, il “mito moderno” dell’uomo occidentale, capace di liberarsi dalle catene del passato e di aprirsi al desiderio di libertà e conoscenza del mondo, simbolo dunque dell’inizio di una nuova era, quella moderna. L’interpretazione del Medioevo In generale, per una corretta comprensione del Medioevo, occorre evitare un duplice pericolo: da un lato, quello di perpetuare il pregiudizio negativo che per secoli ne ha accompagnato lo studio e le interpretazioni, e, dall'altro lato, quello esattamente opposto di procedere ad una sua rivalutazione altrettanto esagerata e ingiustificata, che non tenga conto delle peggiorate condizioni che per secoli il crollo del mondo antico introdusse nella vita economica, sociale, politica e culturale degli uomini del tempo. Nel primo errore cadono, ad esempio, gli illuministi nel Settecento, nel secondo i romantici nell'Ottocento. Il Medioevo, secondo la ricerca storica più recente, è senza dubbio un’età di profonda crisi, ma anche di lenta ricostruzione, su basi nuove, della civiltà occidentale. Povertà, guerre, pestilenze, violenze, ignoranza diffusa sono per secoli i caratteri distintivi della società medievale. Ma in essa, nel contempo, vedono la luce, nel quadro della dominante mentalità religiosa, le grandiose sintesi filosofiche di Agostino e Tommaso d’Aquino, la bellezza austera delle chiese romaniche e quella luminosa delle cattedrali gotiche, la cultura cavalleresca delle corti feudali e quella pragmatica della civiltà comunale, la sapienza mistica dei monasteri cristiani e quella razionalistica delle università. Nel Medioevo, infine, hanno origine, dalle ceneri del latino, le moderne lingue nazionali, la nostra prima poesia, la letteratura eccelsa di scrittori e intellettuali come Dante, Petrarca e Boccaccio. Economia e società nell’Alto Medioevo Sul piano economico e sociale, aggravando alcune tendenze regressive già presenti negli ultimi secoli dell’antichità, le invasioni barbariche hanno effetti catastrofici e distruttivi e contribuiscono a generare, a partire dal IV e dal V secolo, mutamenti drammatici e radicali nella vita dei popoli di tutta Europa. In primo luogo si assiste ad un accentuato calo demografico e all'abbandono di molte attività produttive, nel contesto di un’esperienza di vita resa precaria dalle quasi ininterrotte invasioni, dai saccheggi e dalle guerre. AI venir meno poi dell’antico sistema di comunicazioni, con conseguenti gravissime difficoltà nello sviluppo degli scambi, si accompagna un rapido regresso delle conoscenze tecniche, che contribuisce al crollo dell'economia, ormai circoscritta alla sola agricoltura. Il mondo medievale si presenta, in questa fase, come una realtà sociale politicamente instabile ed economicamente immobile, legata ad un'agricoltura che non sempre riesce a garantire la sopravvivenza degli uomini, mentre la paura - della guerra, della fame, delle malattie - diventa sempre più uno dei motivi dominanti dell’esistenza. In questa difficile situazione il ruolo della Chiesa risulta determinante. | monasteri e le abbazie diventano importanti centri di attività economica, dove le funzioni e le forze produttive tentano di sopravvivere e di riorganizzarsi. In tale contesto, anche l’aristocrazia feudale, nata come aristocrazia guerriera, viene assumendo la fisionomia di nobiltà terriera, alla cui autorità è sottoposto tutto l’insieme delle attività produttive del feudo, in un sistema che prende il nome di economia curtense (dal latino curtis, “corte”, cioè l'insieme dei terreni, edifici, castelli e possedimenti di proprietà di un unico signore). La grande proprietà fondiaria, ecclesiastica e signorile, diventa la base economica della società altomedievale: contadini, artigiani e altri umili lavoratori tendono a raggrupparsi in villaggi che si ammassano attorno ai castelli e ai monasteri. In un'economia agricola poverissima, caratterizzata da un regime limitato di scambi e da una circolazione monetaria quasi inesistente, il sistema curtense punta sull’autosufficienza economica e si fonda sul lavoro obbligatorio senza compenso (corvée) dei servi della gleba, che lavorano le terre del signore ottenendone in cambio protezione o piccoli appezzamenti da coltivare per la sopravvivenza personale. La piramide feudale e i tre “ordini” sociali Legati ereditariamente di padre in figlio, senza alcuna possibilità di riscatto, ad un determinato fondo, con il quale possono anche essere ceduti, i contadini vivono una condizione servile di estrema miseria, solo parzialmente alleviata dalla progressiva scomparsa, grazie anche all’influsso del Cristianesimo, della figura sociale dello schiavo. La struttura piramidale della società feudale, fortemente gerarchica, si caratterizza per la sua rigidità e immobilità: per un verso le classi sociali (nobili, clero e contadini) sono nettamente distinte e separate sia per funzioni sia per modi di vita; per altro verso le disuguaglianze e i privilegi vengono considerati del tutto naturali e indiscutibili. A mo’ di esempio si può citare il vescovo francese Adalberone di Laon, che in un carme del X secolo inviato al re Roberto il Pio espone in maniera chiara ed emblematica questa concezione, suddividendo la società in tre ordini (classi, ceti sociali): gli oratores (coloro che pregano, cioè il clero), i bellatores (coloro che combattono, cioè i nobili) e i laboratores (coloro che lavorano, cioè i contadini), i quali ultimi devono provvedere al sostentamento dei due ordini superiori. Viene cioè teorizzata una società “trinitaria”, che riproduce, in terra, la trinità di Dio e la perfezione immutabile e provvidenziale del mondo celeste e dell’intero universo. LA MENTALITÀ E LA CULTURA MEDIEVALE La civiltà altomedievale è complessa e ricca di elementi diversi e talora contraddittori, ma alcuni aspetti essenziali, che la caratterizzano in modo peculiare, emergono con nettezza, permettendo di tracciare le linee fondamentali di un modello culturale dell'Alto Medioevo, anche se, come è ovvio, ciò non significa che in esso debba essere ricondotta forzatamente ogni manifestazione della civiltà del tempo senza eccezioni. Innanzi tutto, nel lungo periodo che va dal V al X secolo, viene
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