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Storia medievale Luigi Provero,Massimo Vallerani, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto dei primi 3 capitoli

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 27/03/2019

Mcrilu
Mcrilu 🇮🇹

4.2

(54)

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Scarica Storia medievale Luigi Provero,Massimo Vallerani e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! UNITA’ 1 MEDIOEOVO (media aetas) che si frappone tra età classica e moderna, il concetto di età medievale è stata creata a tavolino ed ha avuto una connotazione negativa dagli uomini del Rinascimento, ma è comunque utile come PERIODIZZAZIONE. Fu una fase costernata di cambiamenti non solo invasioni barbariche ma anche un cambiamento dal punto di vista religioso e dei costumi. Vediamo in estrema sintesi 4 linee di cambiamento: 1. Diffusione del Cristianesimo dei regni dell’Impero (libertà di culto da Costantino 313, riconoscimento di religione dell’Impero 380) 2. Barbari inclusi nell’Impero Romano 3. Presa del potere dei regni romano-germanici 4. Cambiamento nella distribuzione dell’economia Ovviamente una trasformazione di questa complessità non riesce ad avere una precisa data d’inizio, innumerevoli sono state le disquisizioni tra i seguaci delle diverse linee: 476 (fine dell’Impero Romano d’Occidente con la deposizione di Romolo Augustolo), 410 (sacco di Roma da parte dei Visigoti), 324 (fondazione di Costantinopoli), 313(editto di Costantinopoli). CAPITOLO 1 I secoli finali dell'età tardo romana sono chiamati tardoantico il periodo del tardo antico prima era visto come una lunga fase di decadenza solo dopo venne rivalutato positivamente. Il tardoantico ci potrà permettere di capire i funzionamenti della società europea del primo Medioevo. Qui osserviamo il cambiamento di diverse strutture come l'esercito, la religione. tutto dobbiamo riscontrare degli effetti distorsivi dal. di Vi le fonti, di fonti cristiane tra scontri tra scontri Pagani e cristiani, e fonti romane Nello scontro tra mondo romano e popolazioni barbare. Tarcoantico come età in bilico tra l’antichità e il medioevo usato da Burckhardt e poi ripresa da Alois Riegl (ha valorizzato l’arte tardoantica intendendola non più come deterioramento della forma classica ma come nascita di una nuova arte). Il concetto di tardoantico è un concetto recente. Diversa è stata la cronologia usata per questo tempo: Cameron IV-V sec, Jones 284-602, Marrou 200-600. Oggi il tardoantico è visto dagli studiosi come età di transizione e trasformazione ma prima veniva visto come periodo di decadenza, tramonto e crisi. Secondo l’ipotesi di Giardina e Schiavone il tardoantico è una età di lente trasformazioni che portano alla nascita di elementi presenti nel Medioevo ed è per questo che può essere diviso in 3 fasi al suo interno: 1. 220-280 assorbimento del mondo romano e del cristianesimo, divinizzazione dell’imperatore, assorbimento delle gerarchie sociali 2. … 3. 550-640 periodo segnato da epidemie di peste, fallito tentativo di restaurazione imperiale da parete di Giustiniano ed espansionismo dell’Islam. Per altri invece il periodo di avvio al Medioevo sarebbe pressoché vicino a Carlo Magno e Maometto quindi tra VII e VIII sec. http://www.treccani.it/enciclopedia/tardoantico/ Una nuova stagione della tesi di H. Pirenne, un’idea generale, della sua periodizzazione, del valore da attribuire ai singoli indicatori di continuità o di discontinuità, può trarsi soprattutto dall’analisi della morfologia sociale e dal ruolo svolto dalle istituzioni nella sua genesi come nel suo dissolvimento, sul modello delle indagini pionieristiche di S. Mazzarino. Il tardoantico inizia alla fine del II secolo d.C. quando termina l'espansione militare dell'impero e il Limes va dal Reno al Danubio. L'impero non aveva uno spazio di civiltà omogeneo veniva delle popolazioni diverse con tradizioni e lingue diverse. Terzo secolo: Serie di lotte per il Trono portano a imperatori contemporaneamente al trono, il potere viene ripristinato sotto Diocleziano che condivide il trono con Massignano nel 285 (diarchia). La diarchia divenne tetrarchia e questa polarizzazione tra Occidente e Oriente si accentua con i due Cesari e i due Augusti. I passaggi fondamentali il quarto secolo sono essenzialmente due: La formazione di Costantinopoli nel 324 che In un primo momento nacque come residenza imperiale, non come capitale virgola l'anomalia fu rappresentata dalla presenza dello Stato che veniva visto però come un'appendice del senato di Roma; solo nel quinto secolo Costantinopoli divenne una vera e propria capitale. Teodosio lascio come successori figli Arcadio e Onorio che ottennero rispettivamente l'oriente e l'occidente siano quindi a formare l'impero orientale e l'impero occidentale. I capitoli di spesa del grande impero sono sempre stati: Burocrazia, capitale, esercito. Le tasse venivano riscosse attraverso l'annona dai curiales non restavano alla singola provincia mandavano a sostenere i costi complessivi dell'impero. Da questa grossa circolazione economica che era in un primo momento finanziaria derivò poi quella commerciale. Il tardoantico è caratterizzato da alcune specifiche evoluzioni: La fine dell'espansione militare che determinò vini un espansione economica, le spese militari sempre più ingenti per la pressione dei popoli barbarici sul Limes con la conseguenze svalutazione della moneta che ricade sui Ceti più poveri. 1.2. Come abbiamo detto una delle maggiori spese dell'impero era per l'esercito, che era stipendiato e mantenuto dai proprietari che pagavano per visitare i propri Coloni dal servizio militare. Nel corso del quarto secolo si definirono due settori fondamentali dell'esercito: I comitatensis, limitanei. Limes: Linea, come definizione e imperfetta anche perché era una serie di fortificazioni destinati a definire un confine che distingueva tra il mondo romano e il mondo non Romano ovvero Barbaro. Si può vedere il Limes anche come un'ampia fascia di incontro-scontro e tra popolazioni romanizzate e no. Possiamo dire che le popolazioni Barbare al di fuori del Limes non erano una civiltà Opposta a quella romana ma soltanto un sistema di periferia del mondo romano. quindi una gerarchizzazione sacerdotale ma solo Una superiorità da parte del Vescovo di Roma che era il successore di Pietro. Il cristianesimo passa in poco tempo da essere una religione minoritaria a diventare religione dell'impero. Tre sono i grandi momenti che segnano il rapporto tra il cristianesimo e l'impero romano: l'inizio sono sempre state le persecuzioni iniziate nel III secolo da Decio. ma un cambiamento si ebbe nei primi anni del IV secolo e poi per tutto il corso del IV secolo dopo una grande persecuzione che va dal 303-304. Editto di Milano: dopo la vittoria su Massenzio di Costantino (che fu il primo imperatore Cristiano) ed era pressoché una conferma all'atto di Galerio che poneva fine alle persecuzioni e sanciva la libertà di culto Cristiano non impedendo però libertà di culto ai diversi paganesimo. Concilio di Nicea: 325 dove fu condannato l'arianesimo una dottrina elaborata da un sacerdote Ario che affermava che Cristo fosse stato creato dal padre, dal concilio venne creato il credo niceno che ancora oggi si recita. Questa questione doveva essere risolta anche perché con il credo Ariano sarebbe venuta meno la visione salvifica del Cristianesimo e quindi del rapporto con l'imperatore, dopo il Concilio quindi il ruolo dell'impero su quello di tutore nei conflitti interni alla chiesa. Editto di Tessalonica : 380 che fece del Cristianesimo la religione ufficiale dell'impero. Prima dell'editto di Tessalonica: C'erano stati dei periodi di incertezza con Giuliano imperatore tra il 360 e il 363 che era pagano e la diffusione dell'arianesimo per tutto l'impero che aveva portato alle persecuzioni degli eretici questo sviluppo si estese fino al Limes arrivano inevitabilmente alle popolazioni Barbariche che essendo di maggior semplicità intellettuale trovarono un punto di forza nelle tesi Ariane. 1.4. Il Cristianesimo si diffonde maggiormente nelle aree urbane perché maggiormente sviluppate e pronte ad accoglierlo. Anche se nel IV sec troviamo il Cristianesimo come religione ufficiale dell’impero non possiamo ancora definire la Chiesa come sistema unitario e universale, c’era pluralità, la struttura portante era vista nella diocesi e nei vescovi la cui centralità influenzò l’aristocrazia senatoria. Si dice che le diocesi avessero la stessa strutturazione dei distretti imperiali per questo “la Chiesa conserva Roma”. Anche se non esisteva una supremazia alcune città venivano definite maggiori come Gerusalemme, Roma, Antiochia, Costantinopoli. Nonostante l’Editto di Tessalonica avesse approvato il cristianesimo come religione dell’impero c’erano ancora zone periferiche ancora fortemente paganizzate e furono proprio i vescovi a dare il via all’evangelizzazione, non solo nelle campagne ma anche oltre il limes (dove sappiamo era sviluppato l’arianesimo) e soprattutto nei regni britannici. Contemporanea all’evangelizzazione fu l’ascesi monastica, la creazione di collegi monacali che contemplavano la vita il solitaria piuttosto che l’evangelizzazione: monaci benedettini. Gli “Atleti di Dio” divennero gli eremiti che situarono le proprie abitazioni su alture non per essere più isolati ma per farsi meglio vedere e dare agli altri testimonianza della loro maggior vicinanza con Dio. CAPITOLO 2 La mobilità militare del V sec non può avere unna lettura complessiva, perchè troppi furono gli spostamenti dei popoli barbari dopo il crollo del limes renano tra il 406-407. Causa della caduta dell’impero è anche da cercare nel sistema fiscale romano, che incapace di pagare gli eserciti aveva dato adito a scorribande che l’impero non poteva controllare e quindi la successiva entrata di popolazioni barbare all’interno del limes. Movimenti militari più strutturati e riconoscibili: VISIGOTI: che si erano ribellati al potere imperiale e con Alarico nel 410 erano scesi in Italia conquistando e saccheggiando Roma, con la morte di Alarico in Calabria poco dopo i Visigoti si allontanarono dall’Italia andando a conquistare la Francia allargandosi man mano nella Penisola Iberica e conquistando sempre maggior unità politica e militare. Durò per 3 secoli. VANDALI: 417 varcarono il limes renano attraversando la Gallia si andarono a stanziare nella penisola Iberica per poi scendere con il re Genserico nel 427 nell’Africa Romana. I Vandali furono gli unici a distaccarsi completamente dal controllo romano andando a definire un potere ben stanziato e autonomo. UNNI: forza politicamente instabile ma di grande potere militare trova il suo momento culmine con il re Attila che portò avanti una serie di dure campagne militari ai confini dell’impero, venendo poi sconfitto e ucciso da Ezio nei Campi Catalaunici nel 451; come volevasi dimostrare gli Unni crollarono sotto l’assenza di un capo militare. I decenni centrali del V sec sono segnati dalla deposizione dell’ imperatore Romolo Augustolo da parte di Odoacre e il rinvio delle insegne imperiali a Costantinopoli, questa deposizione non ebbe gli stessi devastanti effetti che si erano avuti nel 387 o nel 410, molti imperatori prima di Romolo Augutolo erano stati deposti. Nei piani di Odoacre all’Italia no0n doveva essere imposto un dominio autonomo come quello dei Visigoti o dei Vandali ma doveva entrar a fare parte della forza imperiale che in questo secolo andava a spostare il suo potere centrale verso Oriente. Zenone non ritenendo Odoacre particolarmente affidabile passo l’amministrazione a Teodorico degli Ostrogoti. Odoacre deponendo l’ultimo imperatore non si impadronì di tutta la parte occidentale ma solo dell’Italia Quinto secolo si può riconoscere una geografia politica abbastanza delineata: L'Italia per pochi anni nelle mani di Odoacre poi passa a Teodorico quindi agli ostrogoti, nelle mani dei Franchi dei Visigoti e dei burgundi virgola che dominavano anche la penisola iberica virgola nell'attuale Galizia virgola sandali che avevano controllato per un periodo di tempo la penisola iberica adesso avevano il controllo sulla Sicilia la Sardegna e la Corsica, le isole britanniche che avevano diverse dominazioni autonome come le popolazioni celtiche e in parte invasori angli e sassoni. Molti problemi erano comuni a tutte queste strutture politiche ovvero gestire la convivenza tra una maggioranza di tradizione romana è una minoranza di matrice germanica. 2.2. Tra V e VI secolo possiamo constatare una forte divaricazione: Da un lato gli schiavi ci presentano un periodo di impoverimento della società europea quindi delle Fonti tecnologicamente più semplici e più modeste dall'altro invece questi regni che si vanno a sviluppare hanno gli stessi meccanismi politici e militari della società Imperiale. Questa ridefinizione e prima di tutto spostata su equilibri di tipo regionale, le trasformazioni coinvolgono tutto l'impero anche se diversamente in base cioè alle diverse forme di legno che si erano sviluppate nel corso del quinto secolo. Si assistette ad una ridefinizione del sistema politico militare Romano e ci fu un passaggio del potere nelle mani di quella minoranza armata costituita dai Germani che andarono a dominare la società di queste regioni. Anche per porre fine alla difficile convivenza tra gente di tradizione romana e questa piccola dominanza di matrice germanica, ad affiancare il re erano soltanto le assemblee di aristocratici ma anche Vescovi e funzionari di origine cultura romana (come vedremo per gli Ostrogoti e i Franchi). Venne eliminato il sistema fiscale Imperiale che aveva rappresentato il motore principale della circolazione economica Anche perché i regni romano barbarici non avevano una capitale o comunque la loro capitale non aveva la stessa grandezza di Roma, la burocrazia era un apparato molto più leggero rispetto a quello romano, l'esercito era stipendiato non attraverso del denaro ma attraverso delle terre. Inoltre i re Romano-germanici come del resto tutta la popolazione erano molto più poveri rispetto all'Impero; dal punto di vista è importante notare questi libri li ricchezze a vantaggio sempre del re e a discapito delle Elite e quindi una polarizzazione del potere al re, questa povertà era stata accentuata anche da una diversa circolazione economica che riguardava però soltanto all'interno delle Regioni, con la conseguente chiusura della circolazione interna al Mediterraneo e quindi la rottura dei sistemi commerciali che avevano fatto arricchire l'impero romano. 2.3. Nella cultura dei 100 gli Ostrogoti sono visti come un popolo Germanico e talvolta vengono confusi con gli avari e gli sciiti. Ostrogoti = Goti dell'oriente. Sulla base della tradizione biblica del IV secolo di Ulfila gli Ostrogoti possono essere ricondotti ad un popolo Germanico perché parlavano una lingua protogermanico. l'Italia tra il 476 e il 489 continuava a essere un mondo dominato dall'aristocrazia romana, Odoacre resse l'Italia in questa situazione di comodo per Zenone per 13 anni finchè l'imperatore d'Oriente non decise di riottenere il controllo indiretto sollecitandone la conquista da parte degli ostrogoti. occasione gli si concesse con Teodorico che per molti anni prigioniero a Costantinopoli si era rivelato un buon interlocutore tra le diverse parti dell'impero e sostenitore delle campagne militari, inoltre visto che si era reso necessario per la sua pericolosità tenerlo lontano da Costantinopoli, sotto ordine di Zenone Teodorico con un grande esercito di barbari, che durante la discesa in Italia si era unito a lui con la speranza di una grande ricompensa, scese in Italia ottenendo successi ma anche sconfitte. finche Odoacre non fu abbandonato dall' aristocrazia senatoria e dopo una lunga resistenza a Ravenna fu arrestato e dopo pochi giorni giustiziato. Il governo di Teodorico non fu molto diverso da quello di Odoacre, si fondò sul tentativo di coesistenza tra il controllo militare dei goti e l’amministrazione romana. Questa integrazione sfortunatamente • Lungo il V secolo si stanziarono al sud della Galli nella penisola iberica, • nella prima metà del VI secolo video ridursi il proprio dominio, • nella seconda metà del VI secolo si consolidarono ed elaborare nuove forme di governo. I Visigoti iniziarono loro ascesa nel 418 stanziando Sì nella zona attorno a Tolosa, che poi fu l'ambito della loro successiva espansione tra il 456 e il 480. Passaggio chiave fu la battaglia di Vouillè nel 507, Clodoveo il Re Franco sconfisse il re visigoto Alarico II e questa battaglia ridusse il regno visigoto. Ultima fase una fase di trasformazione vediamo i Visigoti governati dal Re Leovigildo che ali della penisola iberica sotto il suo controllo e pone come capitale della città Toledo, e fece anche cambiamenti di ordine religioso visto che i Visigoti avevano come religione e l'arianesimo egli vuole proteggere questa religione che aveva fatto si di espandere la loro identità etnica. Sara sotto il re Reccaredo che si promosse una conversione di tutto il popolo visigoto al cattolicesimo. E Toledo divenne un'importante città Dove si svolsero molti concili. CAPITOLO 3 Popolazione Franca merita una più ampia trattazione visto il suo forte incontro con la tradizione romana e l'affermazione nel giro di due secoli che la fece diventare il regno più importante d'Europa. Dobbiamo però partire dalle origini per capire come sia avvenuta questa grande espansione, importanti per i Franchi sono stati due re: Childerico I che nei decenni centrali del V e VI secolo avvio una prima transizione degli Franchi che arrivarono ad essere soldati al servizio dell'impero (allora l'impero Franco non aveva una strutturazione unitaria ma era diviso confederazioni sociali di tribù)Childerico connoto la sua azione militare in senso religioso Ovvero come una lotta contro i Visigoti Ariani (i Franchi prima erano atei). A completare però questo processo di consolidamento fu il figlio di Childerico, Clodoveo che successe al padre nel 481; riuscì ad affermarsi in gran parte della Gallia a combattere i Burgundi e i Visigoti (anche grazie al accentuata divisione tra Impero occidentale e impero orientale e la lontananza dell'imperatore d'Oriente). La battaglia di Vouillè nel 507 che affermò il gruppo parentale di Clodoveo che erano i Merovingi. Gregorio di Tours, più importante vescovo della storia franca, ci descrive la conversione di Clodoveo e la sua popolazione così veloce che portò dei privilegi allo stesso regno Franco e fece sì che Clodoveo fosse paragonato a Costantino. Ma l'unificazione da parte e del regno e dei vescovi è solo la punta di un iceberg che fu l'unione tra le due aristocrazie e quindi la creazione di un gruppo sociale dominante unitario. Ripetuti conflitti dinastici e la concorrenza dei potenti lignaggi aristocratici indebolirono irrevocabilmente la dinastia merovingia favorendo L'ascesa dei maestri di Palazzo in australia, i pipinidi, che dopo aver bloccato con Carlo Martello a Poitiers 732 l'espansione islamica assunsero direttamente carica regia con Pipino il Breve nel 751. Vincoli vassallatico-beneficiari: https://it.wikipedia.org/wiki/ Feudalesimo#Elementi_fondamentali_del_rapporto_vassallatico-beneficiario 3.2. Come abbiamo visto descritto da Gregorio di Tours l'importante è azioni dei vescovi all'interno della conversione della popolazione Franca(Remigio di Reims) i vescovi avevano anche importanza Perché erano prima di tutto i vertici della diocesi quindi figura centrale che rappresentavano il cattolicesimo nelle località dove svolgevano servizio e poi già a partire dal IV e dal V secolo erano delle figure di intellettuali che trasmettevano cultura letteraria e politica; che nel VI secolo fu utilizzata per trasmettere ai Franchi la tradizione romana. I vescovi però erano anche i ricchi e per la maggior parte facevano parte di un aristocrazia. Importante furono anche i monasteri sviluppatisi nel VI secolo nella società Franca (molto prima nel Mediterraneo Orientale). La vicenda Di Martino di Tours è particolarmente significativa per tutti i re Franchi che lo misero come patrono del regno e a cui si ispirarono: Martino di Tours era un aristocratico figlio di un ufficiale dell'Esercito imperiale della Pannonia, fu attivo come soldato prima di dedicarsi alla vita religiosa come monaco per poi essere scelto come vescovo di Tours, muore Nel 397 viene acclamato come Santo. La vicenda di Martino di Tours mette in evidenza come il mondo monastico e il mondo vescovile fossero molto unti lo testimonia soprattutto un monastero in un'isola al largo di Cannes che ospitava i giovani aristocratici che avevano intenzione di intraprendere la vita monastica. Importante in questi secoli fu anche lo sviluppo del monachesimo che si afferma Prima di tutto in Italia ma ne abbiamo anche testimonianze in Irlanda. In Italia importante fu il modello benedettino: Benedetto da Norcia nasce nel 480, studia a Roma poi si allontana dalla città per vivere delle esperienze ascetiche prima come eremita poi come cenobita, queste esperienze culminate nel 529 lo portano, dopo la fondazione dell'abbazia di Montecassino, a scrivere la Regola, muore nel 547. La redazione della Regola divenne importante non solo per il monachesimo benedettino ma anche per altri monasteri. La Regola si può riassumere in “Ora et labora” ovvero “prega e lavora”, Benedetto da Norcia propone una serie di orientamenti della vita monacale sotto L’abate e dei Principi ispiratori come (per esempio l'isolamento dal mondo, la centralità della preghiera e la moderazione nel cibo). Nonostante questo però non esiste un ordine benedettino perché non c'era un istituzione superiore che coordinasse tutte le abbazie che aderivano alla regola di San Benedetto. La stessa cosa avvenne in Irlanda dove abbiamo un celebre Monaco Colombano che fu esponente del più noto e movimento missionario di monaci irlandesi. 3.3. All'interno del regno dei Franchi il protagonista è il popolo con gli aristocratici e non il re anche se era sempre il centro della politica essendo il più ricco tra tutta la popolazione(i re Franchi però erano molto più poveri rispetto a tutte le altre popolazioni perché avevano un diverso fiscalismo, utilizzavano stipendiale i militari con terre e non più con danaro). Importante durante il regno Franco furono le assemblee militari che decidevano in primavera la partenza per delle grandi spedizioni che si sviluppavano Poi nei mesi estivi, c'erano poi le assemblee di aristocratici. I merovingi non avevano una capitale ma le loro residenze erano concentrate soprattutto nel nord della Gallia. Alla morte di Clodoveo nel 511 visto che la corona era considerata come eredità del re quindi appartenente alle sue ricchezze veniva spartita nello stesso modo tra i figli, ecco perché il regno Franco venne a dividersi in: Regno di Austrasia, Neustria, di Burgundia, di Aquitania. Queste divisioni limitarono l'azione dei Re Franchi nel estendere il proprio dominio solo alla fine dell'ottavo secolo ci sarà una piena espansione carolingia. CAPITOLO 4 La caduta dell’Impero Romano d’Occidente ha dato grande ridefinizione agli assetti mediterranei che nella sua conquista Roma era andata a creare. Già a partire dal II secolo quando la conquista dell’Impero si era fermata e il limes stabilito tra il Danubio e il Reno furono molti i problemi riguardo i grosso capitali che andavano sparendo con la fine della guerra che aveva portano ingenti quantità di ricchezze e schiavi, ma tutto sommato fino alla fine del V secolo si riuscì a mantenere un grosso commercio. Testimoni ci sono oggi i dati archeologici che fino a poco tempo fa erano stati utilizzati per epoche più antiche. Il mutamento economico può essere letto attraverso quattro aspetti: le città, le reti interregionali di scambio, le forme della produzione e la società contadina. Le città La crisi si vide prima di tutto nelle città che nel periodo imperiale erano fiorenti centri del potere fiscale e del commercio, il tramonto dell’impero si tradusse con un abbandono delle città da parte delle élite per trasferirsi nelle campagne e occuparsi maggiormente delle proprie terre. Roma, che era stata la sede dell’Impero, casa del senato e della Curia romana, vide passare i propri abitanti a solo 20.000 e un grande impoverimento. Naturalmente si continuò a vivere all’interno delle mura imperiali ma le città divennero dei miseri agglomerati di piccole case. Il cambiamento urbano deve essere letto anche alla luce di diverse reti di scambio, ora interregionali. Reti Le reti commerciali venivano sostenute da un grosso movimento fiscale che coinvolgeva poi infrastrutture come porti e strade, il declino avvenne con la rottura dell’asse Roma-Cartagine, i vandali nel 439 conquistarono la Tunisia porto per il commercio del grano direttamente portato a Roma, con la conquista non finì il rapporto commerciale ma quello fiscale che comportò un minor flusso di grano e quindi una riduzione di popolazione a Roma. Produzione Ovviamente l’interruzione della fiscalità non poteva non portare se non ad un calo della produzione e anche della domanda aristocratica. Dopo il calo produttivo che si era avuto con la conquista vandala di Cartagine, l’Impero d’Oriente aveva riconquistato i territori conservandoli per più di un secolo ma che alla fine non riuscirono a riavviare il clima di decadenza che si era avviato anche per altri fattori e passo a contribuire il sostentamento di Costantinopoli. La depressione in Italia iniziata con la caduta dell’Impero d’Occidente non vide nessuna ripresa, la frammentazione e gli scambi di prodotti di artigianato videro un brusco freno prima per la lunga conquista degli Ostrogoti o poi per quella dei Longobardi. Il concilio di Calcedonia pose rimedio ai dissidi creando il Diofisismo (dyo physeis= due nature)che sostenne la presenza di due nature distinte e unite in modo insolubile nella figura del Cristo. Fu il concilio di Calcedoni a ratificare l’ascesa di Costantinopoli come principale sede patriarcale, l’Imperatore aveva la responsabilità per la disciplina ecclesiastica e per l'ortodossia religiosa, in questo periodo allora non possiamo ragionare in termini di divisione tra Stato e Chiesa ma dobbiamo vederle come entità unite. In questo quadro Giustiniano condanna i cosiddetti Tre capitoli dei testi diofisiti, formulazioni troppo spinte; si tratta di un tentativo di avvicinare i monofisiti alla chiesa occidentale, ma il progetto falli perché le chiese d'occidente respinsero con il vescovo di Roma Vigilio dando vita ad un vero e proprio scisma che si sono soltanto nel secolo successivo. Altro tentativo di risanare questo vita Imperiale attraverso la religione fu anche con la creazione del Monotelismo dell'imperatore Eraclio: L'idea che fossero presenti due nature unite da un'unica attività è volontà. La conciliazione fa lì perché ormai il diofisismo era saldo nella dottrina Cristiana. UNITA’ 2 CAPITOLO 1 1.1. Apparentemente nei regni dei secoli altomedievali non c’è coesione e tanto meno una crescita unitaria, nonostante questo l’elemento comune che connotava i regni fu il rapporto tra re e l’aristocrazia, gli aristocratici nonostante fossero più ricchi del re si mantenevano in buoni rapporti con il potere regione che manteneva il controllo militare e quindi la pacificazione. • All’inizio del VII secolo il regno visigoto sembra entrare in una fase di pacificazione, il regno è consolidato e il passaggio al cattolicesimo è avvenuto velocemente e senza bruschi movimenti, la dimostrazione di questo processo è il Liber Iudiciorum, una redazione di leggi compiuta sotto il re Recesvinto nel 654. Come nel regno Franco il passaggio al cristianesimo fece si che si instaurasse uno stretto rapporto tra i vescovi e lo stato, aumentato dalla presenza di concili che si svolgevano nella capitale. Nonostante colpi di stato e inclinature nel potere regio questo rimase sempre in piedi. I visigoti caddero sotto la conquista islamica. • Alta frammentazione di regni che nelle fonti vengono dette tutte di carattere regio ci sono in Irlanda e in Britannia, per entrambi gli stati il VII secolo vede il passaggio al Cristianesimo, c’è un tentativo in Irlanda attraverso dei testi giuridici di unire sotto una stessa egemonia diversi regni, ma questo tentativo risulta fallimentare. In Britannia invece nonostante le fonti sfuggenti riusciamo a ricavare qualcosa: esisteva una pluralità di regni ma a diversi livelli di importanza, il contenuto dell’egemonia della Mercia tra VII e VIII secolo è difficile da definire ma sappiamo che è esistito. • Alla fine dell’VIII secolo vediamo nel regno Franco l’affacciarsi della dinastia dei Pipinidi/ Carolingi, ma per capire questa nuova potenza dobbiamo andare a pari passo con la cronologia. Dopo il VII secolo il regno franco aveva subito una parziale riduzione che aveva ridotto il proprio impero all’attuale Francia. Ancora come dinastia c’era quella dei Merovingi che si spostavano da un palazzo regio all’altro per motivi di amministrazione militare. I Merovingi erano una famiglia aristocratica molto più ricca delle altre che si erano guadagnate il rispetto delle altre attraverso rapporti con l’estero, non era possibile che il popolo acclamasse un re che non fosse parte di questa dinastia, tranne per Grimoaldo. I Pipinidi/ Carolingi (la dinastia dei Pipinidi chiamata così per la larga diffusione del nome Pipino poi cambierà nome in Carolingia dopo Carlo Magno per il diffuso uso del nome Carlo). Nei primi anni del VII secolo Arnolfo di Metz e Pipino di Landen si allearono per appoggiare l’ascesa al trono di Clotario II, arrivando ad ottenere come ricompensa la carica a vescovo e la carica a capo di corte regia, ovvero maestro di palazzo o maiordomus (l’incarico più vicino al re). Questo divenne l’obbiettivo specifico di tutti i Pipinidi che non volle fermarsi solo a parte del regno ma volle comprendere tutte e quattro le cariche regie. A ricoprire questo incarico fu Grimoaldo che nel 656 fece esiliare Dagoberto e mise al trono suo figlio Childeberto, fu poi giustiziato per l’affronto di far salire un uomo non appartenente alla dinastia dei merovingi al trono. La forza della dinastia Pipinide non viene solo dall’incarico che erano riusciti a tenere ma anche dai rapporti interni che erano riusciti ad intessere con l’aristocrazia. La dinastia pipinide dei legami clientelari con le grandi famiglie australiane (i legami clientelari ancora dei rapporti vassallatico beneficiari formalizzati che vedremo soltanto nei secoli centrali del Medioevo). La capacità di coordinamento dei Pipinidi con l'aristocrazia si traduce in forza armata non sempre a servizio di re merovingi. La centralità del comportamento militare si vede nella vicenda di Carlo Martello, maestro di Palazzo di Austrasia, Neustria e Burgundia, morto nel 740 (Carlo Martello perché Piccolo Marte Da qui si vede la centralità della componente militare). Importante fu nella sua vita la battaglia di Poitiers nel 732 quando Carlo Martello sconfisse una spedizione proveniente dalla Spagna islamica che mise fine a incursioni e saccheggi. Carlo Martello non fu mai re diversamente dal figlio Pipino III o Pipino il Breve che venne Incoronato nel 751 dopo aver deposto gli ultimi merovingi che venivano chiamati i re fannulloni, probabilmente non erano proprio incapaci e nullafacenti (un mito che si è affermato nel IX secolo partito dagli stessi carolingi per sottolineare la situazione di indebolimento che il regno Franco sta vivendo sotto i merovingi). I Pipinidi stabilirono anche dei rapporti con la Chiesa di Roma attraverso un monaco originario del Wessex che fra il 722 il 754 inizio a costruire la propria diocesi avendo anche l'appoggio di Carlo Martello e Pipino il Breve una volta che i Pipinidi salirono al trono vennero avvantaggiati da rapporto con la Chiesa di Roma. 1.2. 1. villaggio 2. orti e culture specializzate 3. cereali e pascoli Abbonamento dei villaggi molto basso, molti spazi erano destinati alle culture o erano pieni di boschi. Gli insediamenti erano a forma di villaggio e non di case sparse che si sviluppavano attorno ad un bosco che svolgeva funzioni allevamento, riforniva di legna. Esso veniva chiamato Infatti con doppia accensione “nemus” bosco antropizzato o “Silva” foresta, boschi inaccessibili. Curtis(VII- VIII secolo) insieme di campi, prati, inframmezzati alle Terre di altri proprietari terrieri, non era unità territoriale. La Curtis è diversa dal villaggio entrano sempre in interferenza. La Curtis è divisa in dominicum e massaricium, il primo è la parte gestita dal proprietario(dominus) spesso tramite agenti con l'Impiego di manodopera servile. Le seconde sono le terre, il manso per il sostentamento della famiglia del contadino. Il contadino in cambio di denaro aveva degli obblighi verso il padrone come il versamento di prodotti e delle giornate di corvée (giornate di lavoro da compiere) e garantivano manodopera in periodi dell'anno in cui più serviva diversamente dalla manodopera salariata. Le Curtis però erano molto rigide, a i dominus non erano così ricchi da stabilire diversi giorni di corvée rispetto alla annata. ... 1.3. La curtis non era chiusa e autosufficiente, volta si facevano mercati settimanali. Editto emanato da Carlo Magno " Capitulare de Villis" descrive probabilmente il funzionamento delle villae o Curtis regie. I nobili franchi erano i più ricchi del regno, soprattutto dal possesso di terre fondiarie; Le Curtis rendevano redditizie le loro terre. Ma dove andava a finire il surplus dei proprietari, veniva commerciato. Grandi produttori sono le abbazie di Nonantola, Bobbio e Saint Denis. Dalle fonti però emerge che sono i monasteri a fare il bello e il cattivo tempo del mercato quindi ti aspettava che i monaci fossero andati via. ... CAPITOLO 2 Il regno longobardo fu la prima dominazione della penisola che si Limito solo a quella(a differenza del regno Franco). Negli studi del XX secolo si pone particolare attenzione non solo sul ruolo della Chiesa in questo periodo ma anche sulle questioni dell'identità etnica e dell'integrazione della storiografia longobarda in quella europea, visto che la dominazione Longobarda è vista come periodo di unità della penisola. 2.1. I Longobardi sono conquistatori di “seconda generazione” perché sviluppatisi un secolo dopo il V secolo, ovvero in un periodo di grossi cambiamenti. Si dice che fossero immigrati dalla Germania settentrionale nel primo secolo, poi stanziatisi in Pannonia vennero spinti dagli Avari e innescarono un primo foedus con l'imperatore e nel 586 si mossero alla conquista dell'Italia. Gastaldi a seguito dei duchi amministravano il patrimonio regio, quelli che erano maggiormente legati alla figura del re sono i gasindii. Lungo il VIII secolo si vede l’ascesa del regno dei franchi e il rinnovato rapporto con il papato. Il regno cade per la prima volta con Pipino il Breve nel 754 e poi con Carlo Magno “Re dei Franchi e dei Longobardi” (il regno dei longobardi ormai è solo un ricordo). Sotto il regno longobardo rimane solo il Ducato di Spoleto e Benevento frammentata e poi riunita sotto i Normanni nel XI secolo. CAPITOLO 3 Impero ed Ecllesia sono la medesima cosa espressa però in termini diversi. 3.1. Sotto la dinastia dei Merovingi (VII-VIII) si affermano i Pipinidi con azioni politiche, militari e culturali. Punto chiave è il 751 Pipino il Breve spodesta Childerico III e prende il trono. Negli “Annali del regno dei Franchi” il Papa Zaccaria su sua stessa iniziativa riconosce Pipino come nuovo re franco, ma nella deposizione dello stesso Childerico si porta in luce la natura di colpo di stato, era stata l’aristocrazia franca a nominare Pipino come successore dei Merovingi e questo poi era stato unto dal monaco Wynfrith (l’unzione è un nuovo rito per i Franchi, proveniente dal libro di David e di tradizione ebraica)il Papa sarebbe intervenuto solo successivamente. Nel 754 Papa Stefano II riconosce i Franchi come protettori della Chiesa di Roma, raggiunge Pipino sulle Alpi e li incontra a Saint-Denis dove unge Pipino e i figli Carlo e Carlomanno. Inoltre Pipino viene nominato patricius (protettore della Chiesa di Roma) e questo atto orientò il regno verso una lunga collaborazione con il Papato. Pipino avviò una grande opera di legittimazione sul piano religioso, politico e storico. Eginardo scrisse sul vuoto potere di Childerico e il concreto potere di Pipino. È dallo stesso Eginardo che partì la tradizione dei “re fannulloni”, ed ancora due generazioni dopo si prova a legittimare il colpo di stato di Pipino. (deposto Childerico viene rasato a zero e chiuso in un monastero) La prima azione dopo l’incoronazione di Pipino nel 754 fu la discesa in Italia, questa però non partì come conquista ma come proposta di ridimensionamento del regno longobardo che aveva iniziato a minacciare lo Stato Pontificio. I rapporti tra i Pipinidi e i Longobardi furono sempre buoni lo dimostra la politica matrimoniale portata avanti dalla moglie e dai figli di Pipino alla sia morte (768), anche se durò pochi anni (Carlo e Carlomanno sposano le figlie del re Desiderio). Alla morte di Carlomanno (771) Carlo iniziò una politica espansionistica che in pochi anni lo portò ad annettere al regno Svizzera, Belgio, Germania , Francia e Italia centro-settentrionale, gli fu per questo attribuito l’appellativo di Magno (grande). Questo fu la premessa della trasformazione del regno a Impero. Carlo affrontò in diverse battaglie i Sassoni per impadronirsi della Germania settentrionale partendo dalla distruzione e del idolo pagano (Carlo sapeva che per assimilare un popolo bisogna partire dalla dimensione religiosa) poi si mosse alla conquista della Baviera (772-803). In alcune zone ai confini del regno vennero istituite delle Marche (luoghi di difese di scambio tra popolazioni) vennero messe in aria austriaca e danese. Titolo di Imperatore: In un primo momento il papato aveva appoggiato la discesa carolingia ma quando il regno dei Franchi aveva trattenuto la zona Mediterranea assieme a Longobardi e Bisanzio aveva portato dei dubbi e tra VIII e IX secolo compito del papato fu di consolidare non solo la presenza nell'Italia centrale ma anche i rapporti con il regno Franco. Papa Leone III incorona imperatore Carlo La notte di Natale dell'800 ma non si capisce ancora se iniziativa fosse stata Papale o carolingia. Venendo Incoronato Carlo diventa il protettore della Chiesa di tu ma il fatto di essere stato nominato imperatore porto Bisanzio ad un irrigidimento perché era l'unico a porsi in continuità con l'impero romano, inoltre Carlo venne paragonato a Costantino. (Bisanzio negli ultimi anni era governata da un’Imperatrice Irene, inoltre affrontava un periodo di pericolosi conflitti dovuti alla lotta iconoclasta) Donazione di Costantino= cessione al papà di tutte le regioni occidentali dell'impero, non la uso mai ma significa che il papà doveva altri progetti oltre i Franchi. 3.2. Conti e Marchesi= governavano una regione per conto del re, i marchesi avevano una più chiara connotazione militare. Il potere nei Pipinidi era temporaneo è lontano dalle loro ricchezze in modo da non instaurare troppo potere; nel corso del regno le cariche diventarono vitalizie. Missi Regi= legati all'imperatore non avevano un territorio preciso erano gli occhi le orecchie e la voce del re. Ultimi decenni dell'800 instaurarono dei rapporti vassallatici sviluppatisi dei rapporti di gasindii Longobardi. Vassallo da Gwas che significa garzone, quindi era il centro l'idea di servizio e solo dopo ebbe connotazioni militare ottenendo in cambio un beneficium. Il maggior rapporto tra politici di alto livello sia con la sottomissione del Duca di Baviera, Tassilone al re. Descritto negli annali dei regni Franchi c'è la immixtio manuum (ovvero quando il Vassallo poneva le mani dentro quelle del suo protettore). I legami vassallatici quindi furono non solo a Re ma anche agli aristocratici Si venne a creare una nuova aristocrazia che in Germania era distinta da quella Fondiaria perché chiamata aristocrazia del regno. I Vassalli erano le persone che maggiormente venivano destinati al potere Ducale perché quelli di cui si poteva più fidarsi, con Ludovico Il Pio venne emanato una legge che stabiliva che ogni Duca o Marchese dovesse giurare fedeltà vassallatica al re.
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