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storia medievale - parte seconda (Luigi Provero, Massimo Vallerani), Sintesi del corso di Storia Medievale

riassunto della seconda parte del libro "storia medievale" di Luigi provero e Massimo Vallerani.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 16/01/2020

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Scarica storia medievale - parte seconda (Luigi Provero, Massimo Vallerani) e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Parte seconda IL SISTEMA DI DOMINAZIONE ALTOMEDIEVALE Capitolo 1. Nobili, chiese e re: ricchezze e poteri 1. Nobili e re Tra VI e VIII sec. La geografia politica dell’Europa occidentale appare molto più stabile: la mobilità dei popoli germanici rallenta decisamente. Regni altomedievali: equilibrio tra la capacità regia di coordinamento e l’azione politica autonoma dell’aristocrazia. o Eserciti e clientele Processi di redistribuzione clientelare e fondamentale carattere militare del potere regio. Le famiglie aristocratiche furono sempre attente a conservare un legame con la corte. L’esercito: esercito di popolo e seguito del re. o La forza dei re visigoti Completamento della conquista della penisola iberica, sottomissione degli ultimi settori rimasti in mano bizantina, sulla costa mediterranea (625), conversione al cattolicesimo e scomparsa dell’arianesimo dal regno. Centralizzazione del potere  redazione delle leggi: Liber iudiciorum  completata da re Recesvinto nel 654. Cooperazione tra vescovi e sovrano  concili di Toledo (sia assemblee ecclesiastiche che organi governativi) o Le lotte per il trono La centralizzazione del potere non comportò un pieno controllo dell’aristocraazia: numerosi conflitti, colpi di Stato, e deposizioni di re. Il potere regio era una struttura forte. Fine VII sec  regno visigoto: probabilmente la struttura politica più forte e coesa dell’occidente europeo. (però imperfetto controllo militare) o La frammentazione dell’Irlanda Opera missionaria di san Colombano (diffuse modelli monastici irlandesi) o Britannia: una gerarchia di regni Tendenza alla gerarchizzazione. VII  conversione totale al cristianesimo e apertura a influssi provenienti dalla Gallia franca. Debole livello di urbanizzazione, sviluppo delle città portuali. Esisteva una pluralità di regni, a diversi livelli di importanza, alcuni appaiono più stabili (Mercia e Northumbria, East Anglia, Wessex, Sussex, Essex, Kent. (conseguente egemonia dei re di Mercia sui regni meridionali). o I franchi Dinastia più potente d’Europa  Carolingi. Lungo il VII sec: parziale riduzione dei territori alla Francia e la parte occidentale della Germania. o Nobili e re Fondamento principale del potere merovingio era il legame con l’aristocrazia: un legame solido. L’aristocrazia franca non era disposta ad accettare un re che non fosse della dinastia Merovingia (erano molto più ricchi di qualsiasi altra famiglia). o I Pipinidi Arnolfo di Metz e Pipino di Landen (leader dei due principali clan dell’Austria)  si alleano per appoggiare l’ascesa al trono del re Clotario II. Arnolfo diventa vescovo di Metz, Pipino maestro di palazzo d’Austria. Sistema parentale potentissimo nell’intera dominazione franca. o Maestri di palazzo (maiordomus) Era il punto più alto di potere sotto al re, capo della corte regia, colui che coordinava la vita politica attorno al re e metteva in atto le decisioni regie. Se il territorio franco era diviso in ambiti politici distinti, i maestri di palazzo pipinidi ne garantivano la fondamentale unità. 656  Grimoaldo (pipinide) esiliò Dagoberto (merovingio) e fece incoronare il proprio figlio, Childeberto  forte opposizione (Grimoaldo sconfitto e giustiziato)  forte fedeltà dell’aristocrazia nei confronti dei merovingi. o L’aristocrazia d’Austrasia Radicamento dei pipinidi nell’aristocrazia austrasiana. Coordinamento di questa aristocrazia ricca e potente  definisce la forza dei pipinidi. o La forza militare pipinide Rapporti vassallatici e fedeltà militare  forza armata coordinata (centralità della componente militare sia per garantire la forza politica dei maestri di palazzo, sia come base per la celebrazione dinastica) 732  battaglia di Pointiers  Carlo Martello sconfisse una spedizione proveniente dalla Spagna islamica. o L’ascesa al trono (751) Pipino III (pipino il breve) prese la corona (figlio di Carlo Martelletto), deponendo gli ultimi merovingi. o Le missioni di Wynfrith (nelle regioni orientali dell’attuale Germania) Wynfrith  monaco originario del Wessex (viene nominato vescovo da papa Gregorio II con il nome di Bonifacio)  missionario. Apertura verso i territori orientali, tutela delle chiese e della loro espansione, collegamenti indiretti con il vescovo di Roma. 2. Terre e uomini Essere ricco significava: avere molte terre, che servivano per ricompensare i propri fedeli, beneficiare le chiese a cui si chiedevano preghiere per la propria anima, fornire ricche doti alle figlie per stipulare utili alleanze matrimoniali. o Un popolamento per villaggi La forma più diffusa di insediamento era il villaggio  integrazione tra case e terre. Villaggio: nucleo di case contadine attorno a cui si sviluppavano una serie di cerchi concentrici (risorse agrarie). o Le forme della produzione agraria Alternanza d’uso di campi e pascoli. (rotazione biennale) Modello prevalente: case inserite in villaggi con una pluralità di terre disperse nel territorio circostante (frammentazione). o L’importanza dell’incolto (distese boschive e incolte) Beni comuni gestiti e sfruttati collettivamente dagli abitanti del villaggio. Nemus: bosco, spazio non coltivato ma antropizzato Silva: foresta, boschi lontani e inaccessibili. Incontro tra colto e incolto (carboidrati  cereali  tradizione romana, proteine  carne e pesce  tradizione germanica)  contesto di integrazione. Il regno longobardo è stato anche visto come un momento di possibile unità italiana, libera da egemonie straniere. Testi importanti: “storia dei Longobardi” di Paolo Diacono, raccolta delle leggi promulgate dai re longobardi a partire dall’editto di Rotari 643. o I regni del VI e VII secolo I regni nati nel V sec subirono nei due secoli seguenti importanti trasformazioni: parziale semplificazione della geografia politica dell’Europa occidentale  Vandali e Ostrogoti cancellati dall’espansione militare dell’Impero, Franchi consolidano dominio sulla Gallia, cacciando i Visigoti e assimilando i Burgundi. Isole britanniche  forte disgregazione I visigoti  sottomettono il regno Svevo della Galizia, conversione al cattolicesimo. Ostrogoti, svevi e burgundi scomparvero e nella penisola Italiana si affermarono i Longobardi  regno romano-germanico di seconda generazione. o Alla periferia dell’Impero I longobardi erano all’estrema periferia (probabile origine scandinava) Inizialmente stipularono dei foedus combattendo per l’Impero come mercenari. L’esercito che nel 568 si mosse alla conquista dell’Italia era quindi costituito da un popolo che conosceva la romanità ma che non si era romanizzato. o Migrazione e conquista La migrazione nacque con la pressione degli Avari e con la possibilità di bottino offerte dall’italia. I longobardi erano un popolo-esercito  popolo la cui occupazione principale era combattere. Azione militare e migrazione (abbandonarono la Pannonia)  uomini militari liberi, donne e bambini. o Un’etnogenesi accelerata Insieme delle persone che in un dato momento si riconoscevano come Longobardi, che aderivano a quel nesso politico e identitario. Re Alboino  re longobardi. Unirsi all’esercito significava unirsi al popolo. Nuovi gruppi armati attirati dalla ricchezza che rafforzarono Alboino. o La divisione dell’Italia Alboino e i Longobardi valicarono le alpi nel 568, e diedero vita a una conquista lunga, violenta e discontinua. Longobardi: pianura padan, tuscia, ducati di Spoleto e Benevento Impero: la maggior parte delle coste, Lazio, Ravenna, laguna veneta, Marche, Liguria, puglia e calabria, grandi isole. Entrambe le dominazioni erano discontinue  tanti punti di frizione (linea complessa di territori e confini). o re, duchi e farae popolo longobardo: organizzato in corpi militari chiamati  farae, a capo di queste c’erano i duces (guide militari) potere regio: coordinamento delle farae e dei duchi. Non si può parlare di ducati (circoscrizioni territorialmente descritti), ma si parla di sedi ducali. Il potere di un duca si estendeva fino a dove non andava a scontrarsi con il potere di un altro duca. o I poteri del re Il re era prima di tutto una guida militare. Re longobardi  elettivi, scelti dall’assemblea degli esercitali (di fatto nominato dai duchi). Tendenze dinastiche Convivenza tra principio elettivo e discontinue tendenze dinastiche. 572  ucciso Alboino e a lui succedette Clefi (ucciso due anni dopo). 574 – 584  i longobardi rimasero senza re 584  pressione dei franchi  esigenza di un potere regia (un re era necessario)  eletto Autari, figlio di Clefi. Alternanza elezioni e dinastia (non solo da padre in figlio) Morte Autari  vedova Teodolinda, sposa Agilulfo  nuovo re. o Le città e la capitale Identificazione di una capitale  Pavi (residenza, capitale, sede del re e degli organismi che a lui facevano capo). Pavia  capitale e sede del palatium fino al XI sec. Le città italiane subirono un significativo declino (non una rottura brusca)  manifestazione più chiara del mutamento delle funzioni urbane nel contesto del passaggio dai funzionamenti politici e fiscali di tradizione romana a quelli tipici dei regni altomedievale. 2. Longobardi e Romani o L’identità longobarda Teodolinda (bavara) e Agilulfo (turingio)  coppia regia importante anche religiosamente Nessuno dei due era longobardo di sangue, ma la loro adesione al nesso politico longobardo ne faceva candidati idonei a diventare regina e duca. o L’Origo L’identità longobarda era soggetta a un continuo processo di costruzione. Redazione della “origo gentis Longobardorum” (l’origine del popolo dei longobardi) Narra l’origine e le vicende (consolidamento di identità e coesione). o Fonti archeologiche e appartenenza etnica Corredi funebri  armi, gioielli, simboli religiosi  usati per rivendicare l’appartenenza etnica, per affermare il suo status o sottolineare i suoi legami. o Dalla separazione alla fusione La convivenza negli stessi luoghi permise matrimoni miste e fusione tra le popolazioni (si toglie il rilievo alla distinzione etnica, lasciando un peso maggiore alle differenze politiche, alla dipendenza dal re longobardo o dall’imperatore. o Coesistenza di fedi religiose Comprendeva credenze pagane tradizionali e Cristianesimo ariano  romanizzazione debole Non si delineo una chiara distinzione od opposizione tra Romani cattolici e Longobardi ariani. Arianesimo  perno per l’identità culturale dei Longobardi distinto dai Romani. Due comunità affiancate, con riti e punti di riferimento religiosi distinti. A Pavia erano presenti sia un vescovo ariano che cattolico. o La penetrazione del cattolicesimo Teodolinda  cattolica Agilulfo  ariano Adoloado (figlio)  battezzato Appoggiata l’operazione missionaria di Colombano e la fondazione della abbazia a Bobbio nel 614. Convivenza tra cattolici e ariani, lenta tendenza alla conversione del Longobardi al Cattolicesimo. Anastasio  vescovo ariano di Ticino si convertì alla chiesa cattolica, e resse la chiesa di Cristo. VIII  regno cattolico (conversione lenta) o Re e vescovi Non avvenne un processo di simbiosi tra regno e vescovi (come avvenne in altri regni) o L’ostilità papale Contrappose il regno al vescovo di Roma  origine politico-territoriale. (ostilità mai sparite, nemmeno dopo che Liutprando e Astolfo diedero vita a un regno pienamente cattolico  longobardi visti come minaccia  trasformati in eretici). o L’Italia imperiale L’efficacia del controllo imperiale diminuì (causa le svariate tensioni interne ed esterne). Roma  unica sede patriarcale d’Occidente  prestigiosa(successori di Pietro) Ravenna  residenza dell’esarca (contese a roma il ruolo di centro dell’Italia imperiale). o Gregorio Magno Vescovo di Roma e praefectus urbis Ultima riunione del senato romano, ormai privo di funzioni reali. Vuoto di potere imperiale  occasione per i vescovi di Roma (permette di agire su piani politici e amministrativi). Gregorio usò il ricchissimo patrimonio vescovile per garantire il regolare afflusso di grano in città, agendo come tutore dell’intera comunità. E così anche il vescovo di Ravenna. Gregorio  prospettiva più pienamente politica. (con i successori si pose come vertice politico dell’Italia centrale  potere imperiale debole e lontano, spesso assente). o Sicilia Assunse un grande rilievo economico e fiscale nel contesto imperiale perché sostituì l’egitto e la provincia della proconsularis (conquistati dagli arabi  granai dell’Impero). o La crisi del potere imperiale Pressione all’Impero dagli Arabi, Bulgari, Avari  crisi militare e perdita del Medio oriente e del Nord africa fino all’assedio di Costantinopoli da parte degli arabi nel 717. Profonda rottura religiosa con l’occidente, non sul piano teologico, ma piuttosto su quello delle forme del culto. Incidenza significativa nell’orientamento papale a favore dei Franchi, visti come i migliori possibili difensori della chiesa di Roma. Polarizzazione della società italiana attorno alle grandi sedi vescovili, in particolare attorno a Roma. 3. Crescita e fine del regno o L’editto di Rotari Emanato nel 643  regno di Rotari, estese il dominio verso alcune aree imperiali (la Liguria, parte del Veneto), trasformazione delle strutture interne al regno, progressivo indebolimento del potere ducale e una nuova capacità di governo da parte del re  rafforzamento regio. o Il potere legislativo regio Rotari pone al centro la propria persona Carlo avviò una campagna di espansione territoriale conquistando: Francia, Belgio, Olanda Germania, Svizzera, Austria e l’Italia centro-settentrionale. o La conquista del regno longobardo In Italia: Aree franche  parte centro-settentrionale del regno longobardo Aree bizantine  gran parte dell’Italia meridionale Aree papali  Lazio, Romagna Aree longobarde  area che faceva capo a Benevento La sottomissione al dominio franco non cancellò del tutto l’identità politico-territoriale dei longobardi, Carlo si intitola rex franco rum et langobardorum e conserva la capitale a Pavia, assimilò progressivamente l’aristocrazia longobarda all’interno del proprio seguito e del proprio apparato di governo. o La marca di Spagna e la Sassonia Dal 778 al 813  costituzione della marca Hispanica  fascia territoriale immediatamente a sud dei Pirenei (diventa un distretto militare e amministrativo) 772 – 803  Guerra contro i sassoni (pagani): 772  Carlo fa distruggere l’Irminsul (un idolo di grande importanza religiosa per i sassoni)  sottomissione e assimilazione di questo popolo. La Baviera venne posta sotto un diretto controllo limitando le ambizioni autonomistiche del duca Tassilone (vassallo dei re carolingi). Costituzione della marca orientale  per tenere sotto controllo le popolazioni slave pagane estranee al dominio carolingio. o L’influenza carolingia oltre i confini L’influenza andava al di là dei confini politici: in Spagna e Austria, Carlo sconfisse gli avari stanziati nella valle del Danubio, impose agli slavi una forma di egemonia pacifica, creò un terrapieno come Davewirke per proteggersi dai Danesi, iniziano i rapporti tra mondo franco e regni anglosassoni (re Offa di Mercia). o Il titolo imperiale 25 dicembre 800  Carlo viene incoronato imperatore da papa Leone III. o L’imperatore a protezione di Roma Associare Carlo alla memoria di Costantino  grande debolezza papale evidente messa a repentaglio dalle altre dominazioni italiane, ma anche della stessa società romana. Carlo  controllo del regno d’Italia  capacità di proteggere Roma e i suoi vescovi. o La donazione di Costantino Fine VIII sec  la curia papale produce la donazione di Costantino  falso documento del IV sec che attestava la cessione al papato di tutte le regioni occidentali dell’Impero. o La tensione con Bisanzio Tensioni ideologiche dopo l’incoronazione di Carlo  non potevano esserci due imperatori. Atto di concorrenza e ostilità nei confronti di Bisanzio. Impero debole, governato da Irene, a causa di un conflitto religioso  movimento iconoclasta. Carlo sostegno azione missionaria a est, convocazione di concili ecclesiastici, costruzione della nuova capitale ad Aquisgrana, politica edilizia orientata alla celebrazione della grandezza del potere carolingio. 813  incoronazione del figlio di Carlo, Ludovico il Pio ad Aquisgrana, secondo modalità tradizionali franche. 2. Conti, vassalli e liberi o Il governo dell’Impero Necessario un sistema di deleghe che garantisse il controllo del vasto impero e dei sudditi. Coordinamento dell’aristocrazia laica e delle chiese: o conti e marchesi funzione chiave era quella dei conti: funzionari incaricati di governare a nome de re un territorio (comitato) al cui interno assolvevano funzioni spettanti al re: guida militare, giustizia, prelievo. Circoscrizioni più grandi  le marche affidate ai marchesi. Conti e marchesi erano figure chiave dell’apparato carolingio  potere personale e potere esercitato a nome dell’imperatore separati (inizialmente erano funzioni temporanee). o I missi regi (gli inviati dal re) Erano gli occhi e le orecchie e la voce dell’imperatore, funzionari in grado di garantire il collegamento tra centro e periferia affiancando, controllando o sostituendo i conti. o Funzioni e fedeltà Questi funzionari erano fedeli del re, aristocratici direttamente e strettamente a lui legati. o Il vassallaggio Il vassallo era un uomo che giurava fedeltà militare a un potente, impegnandosi quindi a servirlo e in specifico a combattere per lui, ottenendo in cambio protezione e un sostegno economico. o Il giuramento di Tassilone di Baviera 751  Tassilone si presentò alla corte di Pipino e face il giuramento di fedeltà prestato sulle reliquie e la cosiddetta immixitio manuum (il vassallo pone le mani nelle mani del signore), univa la persona di Tassilone con quella di Pipino per tutta la vita. o Una rete di fedeltà armate Ampie reti vassallatiche dei re, e dei maggiori aristocratici  forza militare. Capacità di coordinamento in forza militare, ponendosi al vertice di una trama di rapporti vassallatici. Attorno al potere e alla corte del re, l’aristocrazia trovava la propria coesione: il concetto di Reichsadel (aristocrazia del regno)  mette il luce come solo attorno al re trovassero una coesione tale da renderle un corpo sociale unitario. o Conti e vassalli I vassalli regi furono l’ambito di normale reclutamento dei conti e dei marchesi. Ludovico il Pio stabilì che chi veniva nominato conte doveva giurare fedeltà vassallatica al re. o Il coordinamento dell’aristocrazia Coinvolgendola in una rete di clientele e di funzioni, limitandone il potere in forme compatibili con la superiorità regia. o Il re e i liberi Conservare un rapporto diretto con i liberi, i pauperes: gli inermi, in opposizione ai potentes. I contadini si presentavano davanti alla giustizia del conte o anche al palazzo regio per chiedere di essere difese da un potente che tentava di sottometterli e asservirli (premessa: fondamentale solidarietà che univa il re ai potenti e che orientava a loro favore le decisioni della giustizia regia). Gruppi rurali non aristocratici non solo avevano la concreta ed effettiva possibilità di accedere alla giustizia regia, ma ritenevano tale giustizia sufficientemente credibile ed equa da affrontare i costi e le difficoltà derivanti da questi processi, nella convinzione che una sentenza favorevole fosse possibile. 3. Le chiese carolingie o Re e vescovi I chierici non potevano giurare e portare armi e combattere, il legame tra il re e i vescovi del suo regno non assunse mai le forme del vassallaggio (i vescovi non divennero conti). I vescovi, piuttosto, avevano il titolo di missi regi. I vescovi si consideravano e agivano come collaboratori del re. Impegno a cooperare con l’imperatore per garantire giustizia e salvezza, ovvero a governare la città  capacità di orientare le anime dei fedeli verso l’ubbidienza al re, o le capacità culturali e di elaborazione dei testi necessari al governo. o I monasteri: preghiera, cultura e ricchezze Erano luoghi fondamentali per l’elaborazione culturale, punti di concentrazione di ricchezze che potevano fornire un aiuto importante al potere regio. Riforma promossa da Ludovico il Pio, attuata da Benedetto di Aniane  imposta la regola di Benedetto come unico testo normativo di riferimento. o L’immunità I diplomi di immunità  vietavano a qualunque funzionario regio di entrare negli edifici e sulle terre del beneficiario per riscuotere tasse o per amministrare la giustizia (concessi di norma a chiese). Spazio inviolabile, in cui il potere dei funzionari era limitato. Forme di riequilibrio tra l’apparato funzionariale e il patrimonio fiscale e le chiese. o La cultura di corte La corte di Carlo e di Ludovico, come le grandi chiese, collaborarono a costruire la memoria del popolo franco. Le leggi carolingie furono prodotte dai grandi ecclesiastici attivi alla corte imperiale. o Circolazione di persone e idee Circolazione fortemente polarizzata, con intellettuali che soggiornavano alla corte carolingia e di qui ripartivano portando con sé un bagaglio di idee e di memoria storica (es: Paolo Diacono). Arrivavano persone da tutto l’impero (gran parte dell’Europa)  soprattutto verso Aquisgrana. La cultura di corte operava quindi su ambiti diversi: le leggi e gli atti di governo, la storia dei Carolingi, delle singole chiese e dei popoli sottomessi, l’elaborazione di forme liturgiche. 813  concilio che impose ai chierici di tradurre le proprie omelie in rustica Romana lingua aut thoetisca (volgare romanzo o germanico) 842  Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico si scambiarono i giuramenti nelle rispettive lingue. IX sec  intensa copiatura e circolazione di testi antichi. 4. Dall’Impero ai regni o L’equilibrio tra re e aristocrazia Efficace equilibrio tra la potenza aristocratica e il coordinamento regio. o Progetti di divisione 814  morte Carlo magno divisione tra i tre figli: Carlo  parte centrale del dominio Ludovico  Aquitania, parte sudoccidentale della Francia o Una rottura economica L’espansione araba provocò una rottura profonda sul piano politico, religioso, culturale e economico. Province più produttive sul piano agrario: Egitto, Tunisia e Sicilia. Il califfato fu pienamente erede delle strutture romane e conservò un sistema di prelievo coerente con i modelli imperiali. 2. Bisanzio: crisi e riorganizzazione di un Impero o La riduzione a orizzonti regionali Dalla metà del VII alla fine dell’VIII secolo l’impero romano d’oriente subì pesanti effetti dell’affermarsi di due nuove dominazioni (territoriale e ideologico): l’espansione dell’Islam e il dominio carolingio. L’impero si trasformò in un’importante dominazione regionale, fortemente polarizzata sull’Egeo e attorno alla capitale. o La crisi dopo Giustiniano Pressione sui confini, impegno militare che aveva svuotato le casse imperiali  continua irrequietezza nei settori dell’esercito che facevano fatica a ricevere lo stipendio, tensioni religiose. o L’ordinamento tematico Regno di Eraclio (610 – 641): Abbandonato il complesso sistema provinciale, in favore di un’organizzazione per temi: thema (corpo militare) struttura istituzionale La difesa venne affidata a militari di professione, il cui mantenimento era garantito dalla concessione di terre e di esenzioni fiscali. Duplice mutamento: riunione dei poteri militari e civili nelle stesse mani, abbandono del sistema finanziario dell’esercito basato su tasse e stipendi. Potenza regionale. Mutamento strutturale e nella circolazione di risorse. o L’iconoclasmo Nuovo momento di rottura nella storia bizantina: movimento iconoclasta: rifiuto delle immagini sacre: fonti di idolatria e politeismo e le immagini potevano rappresentare solo la natura umana e non quella divina di Cristo, separandole. o Gli imperatori iconoclasti 730  l’imperatore Leone III vietò la venerazione delle immagini  frattura con la chiesa di Roma. Imperatori Leone III e Costantino V erano alla ricerca di una religiosità più austera. Esigenze di natura politica: rivendicare il ruolo dell’imperatore come centro assoluto della società bizantina, come principale mediatore tra il mondo e Dio. potere religioso imperiale offuscato dal culto dei santi e delle immagini. Riaffermare la supremazia imperiale. o I conflitti all’interno dell’impero Concilio di Hierea  754  costantino V condanna il culto delle immagini Dura opposizione alle scelte di questo consiglio  repressione per chi si opponeva. Concilio di Nicea  787  riaffermò il culto delle immagini (moglie di Leone IV, Irene) Concilio di Costantinopoli  815  riaffermato l’iconoclasmo Concio di Costantinopoli  843  movimento iconoclasta condannato. o La rottura con Roma L’orientamento iconoclasta di Bisanzio fu un elemento di allontanamento tra le due chiese. o Le province italiane Marginalizzazione dell’impero rispetto al territorio italiano. Roma e Napoli  forme di ampia autonomia Venezia e Marche  assimilazione all’impero carolingio Sicilia  (provincia cerealicola) polo centrale italiano dell’impero, ellenizzazione e sottomissione delle chise locali al patriarcato di Costantinopoli. L’azione imperiale in Sicilia si interruppe dalla conquista islamica lungo il IX sec. 3. Le articolazioni del mondo islamico e bizantino o Dagli Omayyadi agli Abbasidi 750  cambio ai vertici del califfato: deposti gli Omayyadi, nuova dinastia  Abbasidi. Spostamento della capitale a Baghdad  trasformazione del califfato: perse le caratteristiche arabe per divenire più pienamente un dominio islamico, privo di connotazioni etniche. o Divisioni territoriali Gli emiri (delegati del califfo a governare ampi territori) assunsero una piena autonomia d’azione. o L’emirato di Al-Andalus Assunsero il titolo califfale nel 929 (penisola iberica). Il dominio islamico rimase nel complesso unito lungo tutto il X sec per poi articolarsi in dominazioni autonome (tayfas)  subirono la pressione dei regni cristiani (reconquista) o La conquista della Sicilia Dal 827  gli Aghlabiti dell’Ifriquiya avviano una campagna di conquista  dominio organizzato e unitario, controllo islamico su Bari. Dal 916-917 la Sicilia fu sottomessa alla potente dinastia dei Fatimidi o Gli imperatori basilidi 867  salì al trono Basilio I  rafforzamento di Bisanzio o Le divisioni teologiche tra Roma e Costantinopoli Si contrappose sul piano teologico e su quello dell’ordinamento ecclesiastico. Filioque: credo elaborato a Nicea nel 325  lo spirito santo procede dal padre e dal figlio, posizione ritenuta inaccettabile dal clero orientale che affermava che invece lo spirito procedesse unicamente dal padre. o Le dominazioni slave Contrapposizione tra patriarcato di Roma e Costantinopoli, opposizione che trovava espressione evidente nell’Europa orientale, area su cui entrambi gli imperi cercavano di imporre la propria egemonia. Slavi  insieme complesso di popoli, con alcuni caratteri culturali e linguistici comuni (pressione dagli imperi). Bulgari e Grande Moravia  dominazioni principali. o Costantino e Metodio (bizantini) Inizialmente gli slavi erano restii ad una conversione al cristianesimo perché poteva essere un implicazione politica (la sottomissione a uno dei due grandi imperi cristiani). Due fratelli missionari che scrissero nella lingua slava, traducendo i principali testi sacri e liturgici e di fatto avviando un processo di profonda assimilazione culturale delle popolazioni slave, che rientrarono nell’orbita di influenza di Bisanzio. o La pressione bizantina sull’Italia Basilio I cercò di coordinarsi con i sovrani carolingi per cancellare le basi islamiche nelle aree peninsulari, consolidando così il proprio controllo tra Puglia e Calabria. Estese all’area italiana l’ordinamento tematico. Azione molto limitata dal punto di vista territoriale: oltre ai domini diretti carolingi, anche Venezia, Ravenna, Roma, il principato longobardo di Benevento e la Sicilia islamica restarono al di fuori della portata dei sovrani bizantini. Capitolo 5. Società e poteri nel X secolo 1. I mutamenti dei poteri comitali L’impero mutò di natura dall’interno, in conseguenza della divisione in regni distinti, e soprattutto per un cambiamento capillare nei comportamenti politici dell’aristocrazia e delle chiese. Le terre dell’impero furono colpite da nuove minacce militari (Saraceni, Ungari, Normanni). Le incursioni non furono la causa della crisi, ma la conseguenza  ridotta capacità militare carolingia. o Un nuovo equilibrio Si ridusse la capacità redistributiva del re. I re avevano bisogno dell’appoggio e dell’aiuto dell’aristocrazia, quindi furono più disposti a cedere alle loro richieste. o Stabilità delle funzioni Mutamento della natura delle funzioni, con una saldatura tra funzioni di governo e benefici vassallatici  trasmessi per via ereditaria. I re, non avevano pieno controllo della rete funzionariale e si appoggiavano soprattutto sui legami personali, sulle clientele vassallatiche. Perciò le stesse funzioni di conti e marchesi si andarono sovrapponendo e confondendo con in benefici vassallatici. o Il capitolare di Quierzy 877  Carlo il Calvo: è un testo normativo promulgato nella città di Quierzy-sur-Oise. Esso stabiliva che alla morte del vassallo, a cui erano state date in beneficio delle terre in cambio di servizi resi al re, le suddette terre tornassero al re che poteva decidere di affidarle all'erede più prossimo (come di fatto usualmente accadeva) oppure di darle in beneficio ad altri che gli avessero dimostrato fedeltà. o La tendenza all’ereditarietà Nella prassi e nella cultura del tempo il successore naturale di un conte era sempre il figlio, a meno che ne fosse impedito. Conti e vassalli non erano la stessa cosa però facevano parte dello stesso ampio processo di ridefinizione dei rapporti tra il re e i grandi che si raccoglievano attorno a lui. o Terre e potere Concentrazione del patrimonio del conte all’interno delle aree da lui governate. Tra la fine del IX secolo e l’inizio del X  lunga durata delle cariche, e trasmissione ereditaria. Radicamento nelle aree governate da parte di conti e vassalli. La funzione comitale e la potenza dinastica si fusero. Processo di regionalizzazione delle aristocrazie. o Il limite del potere dei conti Il conte era più attento e presente nelle aree in cui disponeva di terre, chiese, castelli e vassalli, ed era assai più distaccato dalle zone in cui analoghe condizioni patrimoniali erano nelle mani di altre dinastie e chiese. I diplomi di immunità facevano sì che questo astensionismo da parte dei conti fosse giustificato e anzi agevolato. Opposizione tra i marchesi del Friuli e quelli di Spoleto: Berengario  Friuli (re nel 888), sconfitto da Guido di Spoleto l’anno successivo. Guido  re nel 889 e imperatore nel 891 Berengario riprese un ruolo centrale dopo la morte di Guido nel 894, regnando fino alla morte nel 924 (corona imperiale 915). Subì attacchi di Lamberto di Spoleto e di Ludovico di Provenza (morte del primo e sconfitta del secondo). o Le grandi dinastie Opposizione tra le maggiori famiglie dell’aristocrazia italica, le grandi dinastie marchionali che cercavano di controllare la corona direttamente o indirettamente. Es: Ascarici (Ivrea), Adalbertini (Tuscia). Opposizione tra Berengario e Rodolfo di Borgogna (morte del primo). Scontro tra Rodolfo e Ugo di Provenza (sconfitto il primo costretto a tornare in Borgogna 926). Regno di Ugo  relativa stabilità, mantenne la corona fino al 946. Lasciò il regno al figlio Lotario. Morte di Lotario (950) passaggio della corona a Berengario II  non finiscono le tensioni  crebbero le ambizioni egemoniche del re di Germania Ottone I. Ottone unisce il regno di Germania con quello d’Italia. 3.2 Germania o Re elettivi L’ultimo re carolingio a controllare il regno dei Franchi orientali fu Ludovico il Fanciullo (morì nel 911). Nel regno tedesco si impose un principio elettivo (il re scelto dall’insieme dei duchi). Convivenza tra potere principesco e potere regio  principio elettivo e principio dinastico (nel momento di crisi del potere regio e dinastico veniva eletto dai duchi, se invece il re era sufficientemente potente, l’erede era il figlio). o L’affermazione dei duchi di Sassonia 911  scelto come re Corrado di Franconia Avversario di Corrado fu Enrico di Sassonia  accordo di reciproca fedeltà. 919  ascesa di Enrico alla morte di Corrado. Fino alla morte di Enrico II nel 1024, la corona venne trasmessa nella dinastia dei duchi di Sassonia. o La conquista dell’Italia 925  Enrico sottomise il regno di Lotaringia Ottone  conquista del regno d’Italia (951) 951  sposa la vedova di Lotario, Adelaide, a Pavia (affermazione della protezione della regina e della superiorità di Berengario II. Il re dovette impegnarsi a condurre il difficile scontro con il figlio in Germania, dove Liutdolfo aveva cercato di riunire i grandi del regno al suo seguito. Riconoscimento di Berengario II e del figlio Adalberto come re sottoposti a Ottone. 954  sottomissione da parte di Liutdolfo. Affermazione del massimo potere politico-militare dell’Europa di tradizione carolingia. o L’Impero ottomano 961  Ottone poté scendere di nuovo in Italia 962  ottenere a Roma la corona imperiale Impero costituito da Germania e Italia e Borgogna in seguito. Il re di Germania veniva eletto dai principi tedeschi, doveva poi scendere in Italia per prendere possesso di questo regno e infine recarsi a Roma per ottenere dal papa la corona imperiale. Dinastia regia  famiglia sassone Stabilità politico-territoriale e continuità familiare. Successione al trono  consenso dei grandi del regno (una forma di elezione), idea di linea dinastica che favoriva il primogenito e escludeva gli altri figli. o Il controllo dell’aristocrazia ducale Sistema di potere estremamente solido  piena occupazione dei ruoli di potere nel regno da parte di un unico gruppo parentale, sotto la guida della linea dinastica. o La Renovatio Imperii Ottone III  propria ideologia di Renovatio Imperii Romanorum 996  mentre il re si avviava verso Roma per ottenere la corona imperiale, gli arriva la notizia della morte di Giovanni XV, così Ottone impose un proprio cugino, Bruno di Worms che divenne Gregorio V, che pochi mesi dopo incoronò Ottone imperatore. Novità  il nuovo papa proveniva da Oltralpe, dall’aristocrazia tedesca. I romani si ribellarono duramente (ottone dovette intervenire militarmente). Alla morte di Gregorio, Ottone impose Gerbert d’Aurillac (Silvestro II). o Ottone III e Roma Si fece costruire un palazzo in città, in analogia e concorrenza con il Laterano. La nomina imperiale dei papi non ebbe seguito. o Enrico II e Arduino 1002  morte precoce di Ottone III  breve crisi dinastica. Ascesa al trono del cugino Enrico II  diede spazio a nuovi gruppi aristocratici che ascesero alle cariche ducali. Un gruppo di grandi aristocratici dell’Italia settentrionale si radunò a Pavia per incoronare re d’Italia Arduino, marchese di Ivrea. Fu sconfitto da Enrico nel 1004, e definitivamente nel 1014. La sua elezione rese visibile una tensione sotterranea  ricorrente volontà dell’aristocrazia italica di imporre le proprie decisioni nella nomina del re. Equilibrio tra regno e aristocrazia: preminenza dell’aristocrazia ducale tedesca, che affermò il proprio potere di elezione del re; ricorrenti tendenze dinastiche; un’autorità regia condizionata dall’aristocrazia principesca, dotata di una forte base di potere (controllo di terre, castelli e vassalli). L’aristocrazia italica consolidò il suo potere dinastico e signorile. 3.3 Francia o Oddone di Parigi e Carlo il Semplice Nuove dinamiche nella lotta per il regno. Prese il potere il conte Oddone di Parigi  inizio instabilità politica. 893  incoronato Carlo il Semplice (carolingio) a Reims, si contrappose a Oddone, la cui morte nel 898 rese Carlo unico re di Francia  re estremamente debole che venne deposto nel 922. o Principati territoriali Suddivisione in principati regionali largamente autonomi: Borgogna, Champagne, Aquitania, Anjou si organizzarono attorno ad altrettante dinastie di conti e duchi. Aristocrazia francese pose sul trono Roberto di Neustria (fratello di Oddone), poi Rodolfo di Borgogna (genero)  si scelsero i re all’interno del gruppo parentale di Oddone (Robertini). o L’affermazione dei Capetingi 936  morte di Rodolfo, torna Ludovico IV (figlio di Carlo il Semplice)  i carolingi riprendono il trono fino al 987. Costruzione dell’egemonia dei Robertini  987  ascesa al trono di Ugo Capeto (nipote di Ugo il Grande  figlio di Oddone)  dinastia dei Capetingi conserva la corona fino al 1328. 987  momento fondativo della monarchia nazionale Lungo il XI sec  duplice carattere del potere regio, di forza egemone e forza regionale. 3.4 Ai margini del mondo carolingio o Principati territoriali Inghilterra  alta frammentazione politica. Crescita delle incursioni normanne, crescita dell’egemonia del Wessex. Regno di Alfredo il Grande, che sottomise la Mercia e arrivò a controllare tutti i regni inglesi non compresi nella dominazione normanna. Ala morte di Alfredo, salì il figlio Edoardo che nel 911 dovette rifondare il proprio dominio e riaffermare il dominio sulla Mercia. o Knut e l’unificazione dell’Inghilterra Inizio XI  costituzione di un regno unitario inglese. 1016  re norvegese Knut, partendo dai domini normanni dell’Inghilterra orientale, arrivò ad affermare il proprio controllo sul Wessex e quindi su tutti i principali regni inglesi. Knut controllava i regni di Danimarca e Norvegia  potere egemone normanno. Unificazione inglese dopo Knut. o Guglielmo il Conquistatore 1066  morte di Edoardo, la corona contesa tra: duca del Wessex Harold Godwinson, re di Norvegia Harald e duca di Normandia Guglielmo. Battaglia di Hastings (Guglielmo prevale)  non solo cambiamento di re ma affermazione dell’aristocrazia normanna sul territorio inglese. Integrazione tra aristocrazia normanna e inglese, ridefinizione delle gerarchie sociali, con una nuova efficace centralità del potere regio. o Spagna: regni cristiani ed emirato Conquista araba nel VIII sec  dissolto l’unità visigota. La parte centrale e meridionale della penisola  emirato si al-Andalus Nel nord  si formano regni cristiani delle Asturie, e di Pamplona/Navarra. Continua interferenza tra le diverse dominazioni. o Prima della reconquista Equilibrio dinamico e conflittuale  stabilità territoriale delle diverse dominazioni. Alla fine del XI  in parallelo con la formazione dell’ideale crociato, la reconquista assunse una forma strutturata ed efficace, ideologicamente organizzata, sostenuta dal papato, segnando l’avvio ad un processo di espansione territoriale dei regni cristiani ai danni dell’emirato.
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