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Storia Moderna (1492-1802), Sintesi del corso di Storia Moderna

Sintesi Storia Moderna per esame Prof Themelly, Università Sapienza Concetti: Espansione coloniale - Carlo V - Riforma protestante - Rivolta contadini e cavalieri - Concilio di Trento - Guerre di religione - Guerra dei 30 anni - Rivoluzioni Inglesi - Monarchia assoluta francese e Antico Regime - Guerre di successione - Guerra dei 7 anni - Illuminismo - Rivoluzione Americana e Rivoluzione Francese

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 24/02/2020

Chiara.Papacci
Chiara.Papacci 🇮🇹

4.3

(104)

43 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia Moderna (1492-1802) e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! ESPANSIONE COLONIALE Dal XV sec inizia l’età delle conquiste. Il Portogallo inizia la sua conquista nel 1400, dirigendosi verso l’Africa, sfruttandone le risorse (oro, avorio, schiavi). Importante fu Enrico il navigatore che fondò una scuola nautica e cartografica, un arsenale e un osservatorio. Il Portogallo riuscì ad aggiudicarsi Madera, le Azzorre, Rio de Oro e le coste africane. Giovanni II, nel 1481 iniziò la conquista dell’Africa orientale, dell’Egitto e dell’India. Importante fu Bartolomeo Diaz che scoprì il Capo delle Tempeste, ribattezzato di Buona Speranza. La Spagna era divisa in Castiglia e Aragona e ben presto entrò in competizione con il Portogallo. Nel 1469 Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, si sposarono, sancendo l’unione dei due regni. Essi si imposero come re cattolici, in quanto miravano all’evangelizzazione e cristianizzazione delle terre scoperte, mediante scomuniche, espulsioni, riforme e l’introduzione dell’inquisizione. Il confessore di Isabella e cardinale di Toledo si occupò della riforma del clero mendicante e dal 1520 dell’evangelizzazione dell’America Latina. Dal 1482 il regno spagnolo iniziò la conquista dell’ultima roccaforte araba in suolo spagnolo, l’emirato di Granada, conquistato nel 1492. La rivalità fra Spagna e Portogallo fu accesa e violenta e il teatro di scontro furono le coste africane. Ad una tregua iniziale si giunse con il trattato di Alcacovas: le Isole delle Spezie alla Spagna; Madera, Azzorre, le coste africane al Portogallo. Nel 1492 inizio l’Impresa delle Indie di Colombo, che voleva raggiungere queste zone mediante un’altra via. Propose la sua impresa prima a Giovanni II di Portogallo, ma davanti al suo rifiuto la propose ai re cattolici, che accettarono di finanziarlo, poiché consapevoli degli enormi profitti che potevano procurargli le spezie indiane. Colombo allora partì e la prima tappa furono le Canarie, possedimento spagnolo ad ovest, dopodiché avvistò terra (Haiti, Cuba, Bahamas). Di ritorno dal suo viaggio portò con sé degli indigeni da mostrare ad Isabella. In realtà Colombo, convinto di aver trovato un’altra via per le indie, aveva sottovalutato la circonferenza della terra e sopravvalutato la porzione della terra rispetto ai mari. Fu costretto, prima del suo rientro in Spagna, a sostare a Lisbona, dove avvertì Giovanni della sua scoperta: egli nello smentire Colombo, diede paradossalmente una visione più esatta, San Salvador e le altre isole non somigliavano all’India. Colombo arrivò poi in Spagna, dove disse della sua scoperta ai reali che ne diedero subito comunicazione al papa. Il 1492 è l’anno del trionfo della Spagna e Isabella signora del nuovo mondo. A partire da questo stesso anno, ci furono maggiori contese tra Spagna e Portogallo e si delineò il Brasile come punto di incontro tra il nuovo mondo orientale del Portogallo e nuovo mondo occidentale della Spagna. Si arriverà ad un compromesso con la divisione del continente americano: il Brasile al Portogallo, il resto alla Spagna. Nel 1493 i reali spagnoli chiesero al papa la donazione delle terre scoperte da Colombo: questa fu sancita da 3 bolle papali, le prime due con la specifica di cristianizzare le terre scoperte, e la terza riferita ad un’area delimitata da una linea a 100 leghe ad ovest delle Azzorre e di Capo Verde (vantaggio spagnolo). Ci sarà poi una quarta bolla papale di Alessandro VI, che sanciva alla Spagna il compito di esplorare il nuovo mondo. Tra Spagna e Portogallo verrà poi firmato il trattato di Tordesillas: continente europeo diviso tra le due (est linea Portogallo, ovest linea Spagna); la Spagna perse molti vantaggi e Colombo vide questo trattato come limitazione dei propri privilegi. Tra 1493 e 1494 Colombo parte per altre 2 imprese: con la prima arriva all’Isola Domenica nelle piccole Antille, dove avvia una campagna militare contro gli indigeni; con la seconda si dirige più a sud con coloni ex galeotti, ma costretto a rientrare da un governatore spagnolo. Colombo non fu l’unico a fare scoperte: troviamo Vasco De Gama e Pedro Alvares Cabras; ma chi si avvicina più a Colombo fu Amerigo Vespucci che riattraversò Spagna e Portogallo, raggiungendo l’America. Importante fu anche Magellano che avviò un’impresa simile a quella di Colombo, ma partendo da conoscenze geografiche maggiori: si conosceva l’esistenza dell’oceano Pacifico, ma non la sua grandezza. Da qui l’ipotesi spagnola che le Isole Spezie si estendessero ad est della linea di Tordesillas. Magellano partì, passando per l’oceano Pacifico tramite lo stretto che prenderà il suo nome. Dal XVI sec la Spagna si dirige verso la zona caraibica: inizia l’età della conquista. I conquistatori spagnoli, inseguiranno El Dorado. La chiesa approverà questa conquista e verrà stilato un documento, il Requirimento, da leggere agli indigeni per piegarli alla chiesa. Durante questo periodo di conquista, importante sarà l’encomienda, un’istituzione che regolava i rapporti tra datori di lavoro e indigeni. A vigilare sul lavoro di quest’ultimi vi erano gli encomendieros, che potevano anche usufruire di servizi personali da parte di essi ed avevano il compito di evangelizzarli. I re spagnoli unirono finalità economiche con finalità cristiane. L’encomienda fu l’istituzione base dell’oppressione del popolo nativo americano, basata sul feudalesimo che gli spagnoli sperimentarono in patria: i territori restano degli indigeni, ma i coloni possono sfruttarne tutte le risorse. Si ha quindi, anche un’invasione cristiana, nei confronti di un popolo che aveva una propria civiltà, che ora si sente schiacciata e umiliata. Con la morte di Isabella, Ferdinando si trova a dover affrontare il problema morale della conquista: tra 1512 e 1523 emana le Leggi di Burgos, con le quali verranno regolati i rapporti tra indigeni e spagnoli; la conversione non sarà mai completa. A partire dai primi anni del 1500 assistiamo alla caduta delle civiltà precolombiane. In territorio spagnolo si trova l’ultima roccaforte azteca, la città di Tetochtitlan (oggi Città del Messico), teatro dell’insurrezione della plebe azteca che mette in fuga gli evasori. Ma la tregua fu breve, poiché Cortes riuscì a riconquistarla. Dal 1520 venne abolita l’istituzione dell’encomienda, anche se non subito venne seguito il divieto; ma questa era destinata a sparire, con l’introduzione di restrizioni e di nuove leggi. La Spagna conquisterà anche le terre Maya: sarà impegnata in questa conquista per circa 10 anni (1524). Per quanto riguarda le Ande, registravano la presenza della popolazione Inca, che stava vivendo una cristi interna che la rese vulnerabile: Pizarro per 3 volte tenterà di entrare a Lima, riuscendoci la terza volta arrivando a Cuzco. Nel 1533 ci sarà una guerra tra spagnoli e Inca che terminerà con la morte dell’ultimo discendente di questa dinastia. Gli spagnoli conquistarono anche Rio della Plata, dove fu fondata nel 1530 Buenos Aires. Le indie furono da sempre considerate proprietà della corona spagnola, fu fondata anche la Compagnie delle Indie. Il continente americano fu diviso in due vicereami: vicereame del Messico, con capitale città del Messico, nuova Spagna; vicereame del Perù, con capitale Lima, nuova Castiglia. Questi due vicereami erano divisi in audiencias, a loro volta divise in altre piccole zone. A partire dal 1550 divenne più difficile il commercio di lana, seta e manufatti e furono innalzate le tasse e introdotto il dazio doganale. CARLO V Carlo V, nipote di Ferdinando d’Aragona, fu l’erede di quest’ultimo per quanto riguarda il regno di Spagna e divenne poi anche imperatore. Il progetto di Carlo era quello di fare dell’Europa, un’Europa cristiana; ma per fare ciò dovette affrontare diversi ostacoli: impero ottomano, luterani, papi e la Francia. L’impero ottomano, con Solimano il magnifico, aveva già conquistato parte dell’Europa dell’est (Balcani, Ungheria e Vienna); il luteranesimo si diffuse a tal punto da portare dalla sua parte anche principi e vescovi (volevano il diritto di professare un cristianesimo differente da quello della chiesa; problema domini vescovili); i papi, timorosi dell’espansione del potere di Carlo, si alleano con la Francia. Per quanto riguarda quest’ultima la situazione fu più complessa: Carlo, come duca di Borgogna, era vassallo del re di Francia; come re di Spagna e imperatore, divenne il signore del re di Francia. La Francia era accerchiata. Francesco I rivendicava il possesso del ducato di Milano, ma questo era importante per Carlo V, in quanto gli permetteva di controllare i suoi domini in Italia. La Francia si allea quindi con l’impero ottomano, con i papi e con i luterani. Lo scontro con la Francia, avvenne in più fasi. riforme, introducendo un consiglio per poter vigilare sulla diffusione delle idee pericolose e sui mali della chiesa. Questo consiglio varò un programma di riforme amministrative: rafforzamento curia, obbligo dei parroci di risiedere nelle parrocchie affidatagli, rafforzamento potere vescovi, interventi contro moralità preti. Affianco a tutte queste riforme, fu introdotto il Sant’Ufficio per reprimere il dissenso religioso. Tutto ciò però non bastò, si chiedeva la convocazione di un concilio e Paolo III cedette. Il concilio fu convocato nel 1545 a Trento, località più vicina ai territori dell’imperatore, e riuniva tutti i vescovi cattolici del mondo. Questo si tenne, tra 1547 e 1549 a Bologna, in quanto il nord Italia era devastato dalla peste; e tra 1552 e 1555 ci fu un’interruzione dovuta alla lotta tra impero e principi luterani. Fu iniziato da Paolo III, continuato da Giulio III e Marcello II, e concluso da Paolo IV. Nel momento in cui iniziò il concilio ci si chiese da dove partire: dagli abusi della chiesa o dalle questioni dottrinali? L’assemblea tridentina decise che questi problemi andavano affrontati insieme. Il concilio, che doveva riconciliare cattolici e protestanti, sarà invece il mezzo tramite il quale verranno definite le basi della religione cattolica, senza tener conto dei protestanti. Vennero criticate e cancellate le tesi luterane: la giustificazione dell’anima, non avviene mediante la sola fede, ma anche grazie alle opere buone compiute; rifiuta la sola interpretazione personale della bibbia, affermando l’importanza dell’interpretazione che ne danno clero e papa; afferma che non sono solo 2 i sacramenti (battesimo ed eucarestia), ma ce ne sono 7 ed essi donano grazie poiché conferiti dal clero. Dal concilio uscirono dei documenti ufficiali, canonici, che stabilirono quindi confini ferrei con la dottrina protestante e documenti sulla disciplina del clero (obbligo residenza nelle parrocchie assegnatogli, creazione seminari per far fronte all’ignoranza). Inoltre papa Paolo IV, fece realizzare un insieme di libri considerati proibiti, l’Indice per evitare la diffusione delle idee pericolose. Il concilio si concluse in modo frettoloso nel 1563. Tra 1564 e 1565 vennero affermati i principi fondamentali del concilio e venivano letti ogni qualvolta fosse possibile. Venne anche introdotto il Catechismo, ossia un manuale per i parroci. Si entra così nella controriforma. Il papa si pone al centro e al controllo della religiosità: struttura verticalizzata, il sant’uffizio ha il compito di vigilare sul dissenso religioso, viene posto un rappresentante cattolico in ogni paese d’Europa. Per poter pagare i rappresentati e l’esercito, i papi punivano con scomuniche e interdette, principi e re che cercavano di mettere in cattiva luce il corpo ecclesiastico. I papi di questo periodo furono molto severi, in particolare Paolo IV e Pio V. Vi è inoltre la necessità di un’educazione della società: ciò sarà possibile grazie agli ordini dei cappuccini e dei gesuiti. Il papa ha quindi il controllo non solo sulla religiosità ma anche sulla società. Doppia fonte rivelazione: sacra scrittura e tradizione della chiesa. GUERRE DI RELIGIONE La crisi religiosa che si diffuse un po' ovunque generò un periodo di guerre, passate alle storia come guerre di religione. Abbiamo visto che nei territori dell’impero si giunge ad una prima situazione stabile con la pace di Augusta, che però riguardava solo cattolici e luterani, senza tener conto dei calvinisti. In Francia, infatti si diffuse la dottrina protestante, proprio nella versione calvinista. Qui la monarchia non aderì mai alla riforma. La lacerazione del regno iniziò a causa della morte di Enrico II (1559): da una parte troviamo un partito cattolico intransigente (ugonotti), che faceva capo ai Borbone; dall’altra un partito cattolico che anteponeva l’unità dello stato alle questioni dottrinali, che faceva capo ai Guisa. Inizia un periodo di guerra, di 40 anni, che vedrà contrapporsi in 3 Enrichi: Enrico III, Enrico di Borbone e Enrico di Guisa. Durante questi 40 anni non mancarono i massacri: ricordiamo quello della notte di S. Bartolomeo del 23 e 24 agosto 1572, dove vennero massacrati gli ugonotti. Alla fine, ne uscì vincitore Enrico di Borbone, che divenne Enrico IV. Egli fu educato da protestante, ma quando la lega cattolica e Parigi non vollero riconoscerlo, si convertì al cattolicesimo. Gli ugonotti sopravvissuti al massacro e alcuni leghisti cattolici, cominciarono a diffondere delle idee sovversive, che miravano a rovesciare l’autorità del re: al re buono si doveva obbedienza, al re tiranno no, e questo poteva essere ucciso. Nel 1598 Enrico IV emanò l’editto di Nantes: si riconosceva il culto protestante, ma questo non poteva essere amministrato in ogni luogo; vennero date fortezze e arsenali ai protestanti per potersi difendere (stato nello stato). Tra 1610 e 1620, continuarono le lotte che si conclusero con l’editto di Ales del 1629: tolte le basi militari agli ugonotti e la nobiltà ritorna al cattolicesimo. Queste guerre invasero anche le Province Unite, facenti parte della parte settentrionale dei Paesi Bassi e comprendenti anche l’Olanda. Qui iniziò una guerra nel 1567 per l’indipendenza di questa province dalla Spagna e si giunse alla tregua nel 1609, con il riconoscimento di questa. La guerra fu per l’Olanda molto importante: questo paese era piccolo, ma densamente popolato, con un’agricoltura e un commercio avanzato; era formato da città-stato e principati. Nelle province unite vi erano più religioni: si viene a creare un’unità plurireligiosa, pluriconfessionale e basata sulla tolleranza. Per quanto riguarda l’Inghilterra, alla morte di Enrico VIII Tudor, sale al trono il figlio Edoardo IV (calvinista), seguito da Maria (cattolica) e infine da Elisabetta, con la quale la chiesa anglicana viene nuovamente ristabilita e considerata quella predominante. Una crisi religiosa si avrà quando il successore di Elisabetta, Giacomo I Stuart, vuole fare del calvinismo la religione ufficiale, causando proteste. Il re alla fine verrà deposto e giustiziato nel 1649. Nel 1660 con la restaurazione, si ristabilirà la chiesa anglicana. Una nuova rivoluzione ci sarà nel 1688/89. GUERRA DEI 30 ANNI La guerra si svolse in Germania e la scintilla partì dai paesi dell’est Europa, in particolare dalla Boemia. Qui Ferdinando d’Asburgo, fu educato dai gesuiti e di conseguenza non poteva tollerare qualsiasi altra religione oltre quella cristiana. Ma in Boemia vi erano più confessioni religiosi. Non ricevendo tolleranza religiosa, i boemi si ribellarono con la defenestrazione di Praga: due legati imperiali vennero gettati giù da una finestra del palazzo reale. Questa guerra viene suddivisa in 4 periodi (periodo boemo-palatino 1618-1623; periodo danese 1623-1629; periodo svedese 1629-1635; periodo francese 1635-1648). Periodo boemo-palatino: i boemi volevano che prendesse il potere Federico V del Palatinato, ma ebbero la meglio le forze cattoliche che posero sul trono Ferdinando II, già re di Boemia. Queste con l’aiuto degli spagnoli, sconfissero i ribelli (protestanti) nella battaglia della Montagna Bianca del 1620. Periodo danese: entra in guerra Cristiano IV di Danimarca, a fianco dei protestanti. Raggiunse la Germania, dove però venne sconfitto da uno dei più importanti generali boemi che conquistò gran parte della Danimarca. In questo periodo la guerra coinvolse anche l’Italia settentrionale. Il primo conflitto ci fu per il possesso della Valtellina, importante per gli Asburgo, poiché univa Milano (Asburgo Spagna) con il Tirolo (Asburgo Austria). La Francia si allea con Carlo Emanuele di Savoia e Venezia che non volevano che il potere asburgico si espandesse ulteriormente. Il secondo conflitto ci fu alla morte di Vincenzo Gonzaga, duca di Monferrato e di Mantova, che era senza erede. La meglio la ebbe Carlo di Nevers, sostenuto dalla Francia. Vittorio Amedeo sarà costretto a firmare il trattato di Cherasco: libera Monferrato e il Pinerolo alla Francia. Periodo svedese: lo scontro si sposta in Svezia, dove brilla Gustavo Adolfo, che sosteneva i protestanti e che raggiunse la Germania con il suo esercito di cavalieri, artiglieri e fucilieri. Gustavo Adolfo perse però la vita nella battaglia di Lutzen, mentre nella battaglia di Nordlingen del 1634 la Svezia dovette sottomettersi. Periodo francese: la situazione cambia con i francesi in guerra in funzione antiasburgica. Lo scontro si spostò sul Reno e a Rocroi dove le truppe francesi ottennero una grande vittoria nel 1643. Gli Asburgo furono sconvolti e nel frattempo si trovarono a dover far fronte a delle rivolte indipendentistiche in Catalogna. Già a partire dal 1642, l’imperatore consapevole di un’impossibilità di vittoria, si cominciarono a intavolare trattative segrete per la pace in due cittadine della Westfalia: Munster (tra impero e protestanti) e Osnabrück (tra impero e cattolici). Alla fine si arriverà alla Pace di Westfalia nel 1648: vittoria Francia; indipendenza Province Unite dalla Spagna; la Germania non perde autonomia; gli Asburgo mantengono il titolo imperiale. Per quanto riguarda la religione: cattolici, protestanti e calvinisti convivono. RIVOLUZIONI INGLESI I RIVOLUZIONE: Giacomo I Stuart, erede di Elisabetta, favorì l’aristocrazia scozzese, portando al malcontento. Si vennero a creare due fazioni: pro re (proprietari terrieri) e contro re (mercanti). Tra quest’ultimi vi era Cromwell. Tra i suoi sostenitori vi erano gli estremisti (abolizione monarchia e camera lord, parlamento a suffragio universale, libertà religiosa) e i moderati (abolizione monarchia). Con Cromwell si apre la politica di protezionismo, con l’introduzione nel 1651 dell’atto di navigazioni: divieto di commercio di navi non britanniche con l’Inghilterra. Alla morte di Cromwell (1658), gli succede il figlio Riccardo che però fu costretto a ritirarsi. Si creò un bi-partismo: tories (proprietari terrieri, favorevoli alla monarchia e alla chiesa) e i whings (mercanti e amatori, favorevoli al parlamento). II RIVOLUZIONE: quando al trono salì Giacomo II Stuart, ci fu nuovamente una ribellione da parte del parlamento che chiamò Maria e Guglielmo d’Orange. Questi sbarcarono in Inghilterra, mettendo in fuga Guglielmo II. Nasce la monarchia parlamentare: il re garantisce libertà di voto e di parola, e il parlamento esprime la volontà del popolo. MONARCHIA ASSOLUTA FRANCESE Alla morte di Luigi XIII, il regno passa a Luigi XIV, che aveva solo 4 anni e la reggenza è di Anna d’Austria. Il cardinale Richelieu, morto poco dopo il sovrano, riuscì a ristabilire le basi per quello che sarà l’assolutismo monarchico di Luigi XIV: reprime ugonotti, sottolinea potere regale, aumento tasse. Questo accentramento di potere verrà portato avanti dal cardinal Mazzarino, che però si trovò a dover affrontare una ribellione e delle instabilità. Questo periodo passò alla storia con il nome di Fronda (1648-1653). Il parlamento di Parigi, si rifiutò di ratificare i 7 editti fiscali di Mazzarino e si riunì per ratificare le proprie riforme fiscali e giudiziarie: da qui ne usciranno 27 articoli. La reggente e il cardinale furono costretti a piegarsi al parlamento, ma poi fecero uccidere dei rappresentanti del partito parlamentare. Nel 1649 ci fu lo scontro armato tra parlamento e corona, che si concluse con una tregua. Ma questa fu breve, poiché si passò dalla fronda parlamentare alla fronda aristocratica (1650-53). A causare questa seconda fronda, fu il principe di Condé, che inizialmente sosteneva Mazzarino, ma non vedendosi riconosciuti i benefici sperati, gli andò contro. A questa ribellione si unì anche la Spagna. Nel 1651 Mazzarino fu costretto a lasciare la città, mentre Anna e Luigi rimasero in balia del parlamento parigino. Condé stipulò un accordo con la Spagna: garantiva il suo aiuto per la conquista di alcune piazze francesi e in cambio chiedeva risorse economica. Il principe di Condé, verrà poi però sconfitto dal maresciallo Turenne al servizio di Luigi XIV. Quest’ultimo, con la madre, potè rientrare nella capitale e Luigi decise di non far più entrare nelle questioni amministrative dello stato le corti sovrane. Luigi XIV fu incoronato a Reims nel 1654 e nel 1660 sposò Maria Teresa d’Austria, come d’accordo con il trattato dei Pirenei del 1559. Luigi non voleva si ripetesse ciò che era accaduto con la fronda, per questo, morto Mazzarino, decise di non sostituirlo e venne abolita la carica di primo ministro. I ministri venivano scelti personalmente da lui dalla borghesia e dalla piccola nobiltà: dell’uomo mediante delle leggi. Maggior esponenti di questo movimento fu Voltaire: secondo lui l’unica religione possibile è quella della ragione. Da qui si sviluppa il sensismo: ogni emozione umana deve essere ricondotta ai 5 sensi, alla percezione fisica. La civiltà umana è vista come un progresso scientifico, dalle società antiche a quelle moderne. La storia può solo migliorare e progredire. Gli eruditi entrano in contatto con i popoli indigeni, con i selvaggi e da qui nascono due temi: mito del selvaggio di Diderot e la teoria della pedagogia di Rousseau. Si era convinti che studiando l’uomo in contatto con la natura, si potesse trovare una soluzione ai problemi della società contemporanea. La storia viene quindi indagata mediante un metodo scientifico. Secondo Vigo, l’unico campo del sapere che si può indagare è la storia, poiché prodotto dell’uomo. La storia è indagata mediante la filosofia, il vero e la filologia, il certo. Montesquieu: teorizza la storia climatica, cambiando il clima, cambia la vita e i tipi di governo; sostiene che per garantire a tutti eguali diritti bisognava dividere i 3 poteri (giudiziario, legislativo ed esecutivo); teorizza i 3 modelli di governo (dispotismo- timore, repubblica-virtù, monarchia-onore). Rousseau: si forma da solo e ha numerose relazioni. Si lega poi ad una donna, ma non ufficializza mai l’unione. Rousseau afferma che il filosofo è colui che dice quali sono le cose giuste, ma non necessariamente deve seguirle. Egli è il meno illuminista di tutti, poiché tendente al pensiero romantico. Il suo pensiero si divide in: pessimismo storico e ottimismo antropologico. Rousseau è convinto che l’uomo nasce naturalmente felice, ma che poi, una volta inserito nella società, viene corrotto e si assiste ad una degenerazione. Ha cercato di trovare una causa a questa desolazione e la trova nella disuguaglianza degli uomini. Scritto importante è l’Emilio: per tornare ad una società felice, l’uomo dovrebbe essere formato all’esterno e reinserito solo successivamente (visione utopistica). Secondo Rousseau la donna è sottomessa all’uomo. Afferma che per tornare ad avere una famiglia felice, bisogna ritornare agli affetti naturali: il matrimonio basato solo sull’amore. Bisogna tornare alla felicità e all’uguaglianza. RIVOLUZIONE AMERICANA Nel 1732 la Georgia diventa la tredicesima colonia dell’Inghilterra (in onore di Giorgio I). I frutti di queste colonie, sono molti richiesti (cotone, seta e tabacco) e per poterli raccogliere, si aveva bisogno di braccia, braccia che furono trovate in Africa. I coloni avevano dato una mano alle autorità inglesi nella guerra dei sette anni e ora speravano in una rappresentanza maggiore in parlamento. Il governo britannico però, per far fronte alle spese sostenute in questa stessa guerra, aumentò le tasse ai coloni e vietò a questi di commerciare con altri paesi. Queste presero il nome di Leggi intollerabili, che sollevarono le prime reazioni dei coloni che andavano acquisendo una propria coscienza, tutto aiutato dalle università di Harvard e Yale che sostenevano l’individualismo e l’egualitarismo. Dal punto di vista religioso il calvinismo riuscì ad attecchire. Le prime insurrezione verso il parlamento britannico ci furono a Boston, Massacro di Boston del 1770 e il Boston Tea Party del 1773: dei patrioti vestiti da indigeni all’urlo “niente tasse senza rappresentanti in parlamento” salirono su una nave gettando in mare il carico da tè proveniente dalla Cina. La reazione delle autorità inglesi fu la chiusura del porto di Boston fino a completo risarcimento della merce perduta in mare. Vicino a Boston sorsero congressi spontanei di coloni per rovesciare la autorità britanniche. Dove non arrivavano le parole, ci pensarono le armi: nel 1775 a Lexington i Minutemen aprirono il fuoco contro le Giubbe Rosse. Questo evento è considerato l’inizio della rivoluzione americana. Ben presto ci si accorse che per sconfiggere l’esercito britannico, serviva un esercito più organizzato: prese forma l’esercito continentale con a capo George Washington. Quest’ultimo, ben presto, si rese conto di essere a capo di un esercito impreparato militarmente per questo decise di puntare tutto sugli attacchi a sorpresa e la guerra di logoramento. George Washington ebbe modo di mettere in pratica la sua tattica nella battaglia di Bunker Hill sempre del 1775, dove subì una sconfitta numerica, ma segnò l’inizio della fine dell’esercito britannico. Il 4 luglio 1776 a Philadelphia, i 33 delegati (padri fondatori) si riunirono per la Dichiarazione d’Indipendenza: tutti hanno diritti e ognuno ha il diritto alla vita, alla libertà e alla felicità. Questa dichiarazione era in contraddizione con lo stato di schiavitù in cui si trovavano i neri, e questo funse da spinta per la liberazione da parte dell’esercito continentale: attraversato il fiume Delaware, George Washington, riuscì a riconquistare il New Jersey (Battaglia di Trenton). Nel 1777 ci fu la battaglia di Saratoga che segnò un’enorme sconfitta per l’esercito inglese, poiché Washington spostò la guerra nell’entroterra selvaggio. La svolta ci fu con l’entrata in guerra di Francia e Spagna a fianco dei coloni, per terra e per mare. Nel 1783 si arriverà al trattato di Versailles dove le 13 colonie ottennero l’indipendenza, divenendo Stati Uniti d’America con George Washington come primo presidente. La rivoluzione americana gettò le basi per quella francese. RIVOLUZIONE FRANCESE La rivoluzione francese rovescerà tutti quei sistemi alla base dell’antico regime: feudalesimo e assolutismo. Si tenterà di affermare i principi dell’illuminismo, anche se non tutti gli obiettivi vengono raggiunti. La rivoluzione francese iniziò nel 1789, mentre la data finale è di difficile individuazione: c’è chi afferma sia nel 1799 quando Napoleone con un colpo di Stato diventa primo console della repubblica. Prima della rivoluzione la Francia era sull’orlo della bancarotta a causa delle spese di Luigi XVI e dei suoi predecessori, e a causa degli investimenti per la rivoluzione americana. Inoltre vi erano carestie ed epidemie che aggravavano la situazione. Nel 1786 de Calonne, che si occupava nelle finanze del regno, presentò al sovrano un pacchetto di riforme finanziarie che miravano ad abolire i privilegi dei clero e della nobiltà. Per realizzare ciò il sovrano indisse gli Stati generali il 5 maggio 1789: assemblea rappresentanti dei tre ceti della società (evento fondamentale, poiché gli stati generali non venivano convocati dal 1604). Il terzo stato rappresentava la maggior parte della popolazione, ma poteva essere comunque sconfitta dagli altri due ordini. Il terzo stato chiedeva una maggiore rappresentanza negli stati generali e che i voti non valessero più per stato, ma per testa. Ovviamente la nobiltà non voleva rinunciare ai proprio privilegi. Quando si riunirono gli stati generali il dibattito sul voto si perse, e le ostilità si acuirono, venne messa in discussione l’autorità del re. Il terzo stato decise di riunirsi senza gli altri due ordini, nell’Assemblea Costituente. Questa si riunì nella sala della pallacorda (ambiente regio per lo sport). Luigi XIV decise poi di accorpare tutti e 3 i ceti nell’Assemblea Nazionale Costituente. Nel giugno 1789 a Parigi cominciarono a scoppiare i primi tumulti. A causa di questo clima il 14 luglio 1789 venne assaltata la Bastiglia, fortezza-carcere per munirsi: questo viene considerato l’evento che diede inizio alla rivoluzione francese ed oggi viene commemorato in Francia con una festa nazionale. Questo periodo di terrore e di ribellioni fu chiamato Grande Paura. L’assemblea nazionale costituente abolisce il feudalesimo. Nell’agosto 1789 viene accettata dall’assemblea la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (principi illuminismo). Durante questa rivoluzione la Francia adotta 3 costituzioni: 1791, 1793 e 1795. 1791: separazione dei poteri (al re il potere esecutivo, all’assemblea legislativa il potere legislativo). Per il sistema di votazione la popolazione venne divisa in cittadinanza attiva (chi paga le tasse per almeno 3 giornate lavorative, maschi di più di 25 anni) e cittadinanza passiva (mercanti, domestici). Nella cittadinanza attiva troviamo gli elettori (che pagano le tasse per almeno 10 giornate lavorative), coloro che si occupano di eleggere i deputati (che hanno proprietà terriere e versano contributi per almeno un marco d’argento). Il re mantenne il potere di formulare un veto sulle disposizioni emanate dall’assemblea legislativa, ma non poteva farlo per leggi costituzionali, fiscali e deliberazioni. Nel frattempo l’assemblea dichiara guerra all’Austria e alla Prussia, considerati colpevoli di ospitare degli esuli responsabili di organizzare una controrivoluzione. Nell’agosto del 1792 ci fu una rivolta popolare guidata da giacobini estremisti che culminerà nell’abolizione dell’assemblea legislativa, sostituita dalla convenzione nazionale. Viene proclamata la repubblica francese. 1793: il sovrano viene giustiziato per alto tradimento e a prendere il potere sono i giacobini estremisti che adottarono una dittatura rivoluzionaria. Si darà inizio a quel periodo che passerà alla storia come Terrore, tutti coloro che si opponevano al regime venivano giustiziati mediante la ghigliottina (Robespierre). Le elezioni avvenivano mediante suffragio universale, quasi tutti potevano votare. I francesi chiedono la pace, i giacobini perdono credibilità e su di loro si abbatte il terrore bianco. 1795: nuova costituzione per la Francia. Corpo legislativo diviso nel consiglio dei 500 e nel consiglio degli anziani (che avevano il compito di accettare o meno le decisioni prese dal primo consiglio). Il potere esecutivo andò nelle mani del Direttorio, composto da 5 membri eletti ogni anno e che non potevano avere sfiducia. Sistema votazione: suffragio elettorale maschile con limiti censitari. Il 9 novembre 1799 Napoleone, facente parte dell’esercito francese, con un colpo di Stato rovesciò il Direttorio e divenne Primo Console della Repubblica. Così si concluse la rivoluzione francese. NAPOLEONE Uno degli obiettivi di Napoleone era sconfiggere la Gran Bretagna e nel 1798 fu attaccata prima l’Austria e poi l’Egitto. In Egitto Nelson, sconfigge le truppe francesi di Napoleone e crea la seconda coalizione antifrancese. In Europa, la coalizione sconfisse Napoleone assediando i territori conquistati da questo; in Italia, vennero abolite le nuove repubbliche e Napoli tornano i Borboni. Nel 1799 Napoleone divenne primo console della repubblica, ponendo il potere totale nelle sue mani, appoggiato dall’esercito e da parte della popolazione. Con lui si avrà stabilità politica-economica-sociale. Nel 1800 Napoleone, sconfigge ufficialmente l’Austria nella Battaglia di Marengo. Nel 1801 venne ristabilita la repubblica cisalpina, che nel 1802 divenne repubblica italiana. Nel 1802 la Gran Bretagna è costretta firmare la pace di Amiens. Napoleone stringerà rapporti anche con la chiesa: il cattolicesimo è la religione della repubblica.
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