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Storia Moderna (dal 1492 al XVIII secolo), Appunti di Storia

Eventi principali dal 1492 fino all'Illuminismo (1700)

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 25/10/2019

giulia-Dp
giulia-Dp 🇮🇹

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Scarica Storia Moderna (dal 1492 al XVIII secolo) e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! 1492: morte Lorenzo il Magnifico (signore di Firenze), che con la sua politica aveva garantito un lungo periodo di pace e sviluppo all’Italia, cominciato nel 1454 con la PACE DI LODI. Finito questo periodo, l’Italia, che era frammentata politicamente e divisa in tanti stati (Ducato di Savoia; Ducato di Milano; Rep. Di Venezia; Rep. Di Firenze; Stato Pontificio; Regno di Napoli), divenne terra di facili conquiste per gli stati nazionali europei. Alla fine del ‘400, infatti, l’Italia era uno dei paesi più ricco e civile. Controllare l’Italia significava controllare il Mediterraneo e i suoi ricchi commerci, e di conseguenza, ottenere la supremazia in Europa. 1494: Carlo VIII, re di Francia, fu il primo sovrano europeo a provarci. Scese in Italia con il suo potente esercito e, appoggiato da gran parte della popolazione italiana che lo considerava un redentore, riuscì a impadronirsi del Regno di Napoli. 1495: venne stipulata Lega di Venezia (Rep. Di Venezia, Ferdinando d’Aragona, Massimiliano d’Asburgo, papa Alessandro VI, gli Sforza) per combattere Carlo VIII, cacciandolo dall’Italia in seguito alla BATTAGLIA DI FORNOVO. A Firenze si instaurò un governo repubblicano, il cui protagonista delle vicende politiche fu Girolamo Savonarola, frate domenicano. Egli predicava contro il lusso e la corruzione della corte papale e condannava ogni forma di ricchezza  si guadagnò opposizione da parte delle famiglie più potenti della città che volevano restaurare il potere dei Medici. 1498: Savonarola fu condannato a morte come eretico. 1515: il nuovo re di Francia, Francesco I, marciò su Milano e sottomise la città al dominio francese. Dopo la morte di Ferdinando d’Aragona nel 1516, salì al trono di Spagna Carlo V d’Asburgo (strategie matrimoniali lo permisero). Egli aveva ereditato Spagna, Napoli , Sicilia e Sardegna (perché territori materni), Austria, Boemia, Fiandre e Paesi Bassi (perché territori paterni) ed era riuscito a farsi eleggere nel 1519 imperatore di Germania dai principi tedeschi. I suoi possedimenti circondavano la Franciapretendeva territori francesi. Carlo V e Francesco I (re di Francia) si scontrarono per conflitto di interessi e molte delle loro battaglie, si svolsero in Italia, a partire dal 1521. Questa lunga guerra si concluse nel 1559. 1521: Francesco I, approfittando del momento di crisi attraversato da Carlo V a causa della questione del luteranesimo, attacca Carlo. 1526: Francesco I, liberato dalla sua prigionia dopo essere stato attaccato dalle truppe imperiali di Carlo V, fonda la LEGA DI COGNAC in chiave anti-asburgica formata da: Inghilterra, Venezia, Milano, Genova, Firenze, papa Clemente VII. 1527: SACCO DI ROMA= i lanzichenecchi (truppe mercenarie del Sacro Romano Impero di fede luterana) entrano in Italia centrale e saccheggiano Roma con l’obiettivo di distruggere le alleanze tra stati italiani e potenze straniere e spingere l’Italia al riconoscimento dell’egemonia spagnola. 1528: Genova lascia Lega di COGNAC e si allea con Carlo V, entrando a far parte dell’Impero asburgico. 1529: LA PACE (fine 2° guerra)  TRATTATO DI BARCELLONA: tra Carlo V e papa Clemente VII, con le seguenti condizioni: il papa accondiscendeva a cedere all'Impero la supremazia sull'Italia, purché venisse reintegrato al Ducato di Milano Francesco II Sforza, alla Signoria di Firenze la famiglia Medici, cui il Papa apparteneva, e venissero restituiti allo Stato Pontificio i territori sottrattigli nel 1527. PACE DI CAMBRAI: tra Carlo V e Francesco I, con la quale: la Borgogna rimase unita alla Francia. 1536: si riaccendono le ostilità tra Francia e Spagna e si concluderanno .. .. nel 1538 nel Convegno di Nizza (fine 3° guerra) 1542: inizio 4° guerra tra Carlo V e Francesco I, che questa volta si era alleato con i turchi e i principi luterani, nemici di Carlo V. 1544: PACE DI CREPY (fine 4° guerra), per via della mancanza di denaro dei due sovrani. Carlo V aveva sotto di sé un vero e proprio impero (anche le colonie spagnole del Nuovo Mondo), ma per mantenere il suo impero, dovette combattere molte guerre su cui investì cifre enormi sfruttando le ricchezze provenienti dalle colonie americane  sforzo economico fatale per la Spagna, infatti nel 1556 Carlo V fu costretto ad abbandonare il progetto di unire il Sacro Romano impero e abdicò il trono. Divise l’impero tra: suo figlio Filippo II a cui lasciò Spagna, Paesi Bassi, possedimenti italiani e colonie americane; suo fratello Ferdinando I a cui assegnò la Corona imperiale, l’Austria, l’Ungheria e la Boemia. 1557: la guerra riprese tra Enrico II (re di Francia) e Filippo II (re di Spagna); durante la battaglia di SAN QUINTINO, l’esercito spagnolo sconfisse quello francese. 1559: Trattato di CATEAU CAMBRESIS, pose fine alla guerra tra Spagna e Francia e segnò consolidamento della potenza spagnola in Italia e la perdita della Francia di tutti i suoi domini italiani. (Alla fine di queste guerre tra Francia e Spagna, prevalse la Spagna che assunse il controllo di Milano e Napoli). La situazione politica italiana (dopo 60 anni di guerre) era molto frammentata; l’unico stato a rimanere indipendente fu il Ducato di Savoia sotto Emanuele Filiberto di Savoia. La Repubblica di Genova passò sotto la protezione spagnola. Lo Stato della Chiesa stava vivendo una profonda crisi negli ultimi anni del 1400: il comportamento dei papi era immorale, si erano diffuse la simonia (vendita di beni spirituali, come l’indulgenza) e il nepotismo (tendenza di alcuni papi a favorire i propri parenti, assegnandoli cariche importanti). La Repubblica di Venezia, pur circondata dai domini spagnoli, riuscì a rimanere indipendente e fu protagonista della guerra contro i turchi, che furono sconfitti dalla LEGA SANTA (capeggiata da Papa Pio V) nel 1571 durante la battaglia di LEPANTO, in Grecia  Europa si libera dal pericolo turco, e il Mediterraneo torna ad essere mare libero. IN GERMANIA: Riforma protestante [ l’autorità della Chiesa venne messa in discussione da Martin Lutero: inizia un drammatico processo di cambiamento in tutta Europa, scatenando rivolte.] Unico punto di riferimento per il popolo nel Medioevo era la Chiesa, diventata la più potente istituzione in Europa, ma la smodata ricchezza e l’ambizione di potere l’avevano trasformata in un’istituzione corrotta. Ciò l’aveva allontanata dalla sua missione originaria (amore verso il prossimo e il distacco dai beni terreni). Per questo, soglie dell’età moderna, tra i cristiani era diffuso il desiderio di una riforma, che riportasse la chiesa a vivere il vangelo con coerenza. Vinti i Turchi, Filippo II dovette affrontare la ribellione dei Paesi Bassi, costituiti da 17 province (corrispondenti oggi al Belgio e all’Olanda). Qui prosperavano città economicamente sviluppate già dalla fine del ‘300. Erano città mercantili, con un’antica tradizione autonomistica, svolgendo commerci nel Mare del Nord, sul quale avevano il controllo della pesca. Nelle regioni del Nord dei Paesi Bassi, la religione prevalente era il Calvinismo, in quelle del sud il Cattolicesimo. Filippo II perseguitò i calvinisti (2/3 della popolazione), limitò le autonomie e aumentò le tasse, determinando la reazione dei protestanti, che nel 1556 attaccarono Chiese e conventi cattolici. In Spagna si accesero dibattiti riguardo la situazione di fermento dei Paesi Bassi; si formarono due partiti: - RUY GOMEZ DE SILVA: mirava a un’organizzazione imperiale rispettosa delle autonomie e costituzioni dei paesi che formavano l’Impero asburgico; - DUCA D’ALBA: mirava a una repressione di tutte le autonomie e a un modello centralizzato dell’Impero. 1566: Filippo II manda il Duca d’Alba nei Paesi Bassi, scegliendo la via dell’accentramento repressivo. Intanto nei Paesi Bassi si forma la RESISTENZA ANTI-SPAGNOLA, al cui capo ci fu Guglielmo d’Orange. In questo periodo si assiste anche alla PACIFICAZIONE DI GAND, in cui Nord e Sud si uniscono contro gli spagnoli (unione che durò circa 1 anno per via delle differenze di interessi tra olandesi e valloni). La lotta contro la Spagna cattolica, sostenuta dall’Inghilterra protestante, si protrasse fino al 1581: dopo che la parte meridionale tornò sotto il controllo degli Asburgo, i Paesi Bassi erano divisi in due: a Nord nacque la Repubblica delle province Unite, che prese il nome dalla sua regione più importante, OLANDA, e si organizzò come stato federale. Il Belgio (Sud) rimase cattolico e fedele alla Spagna. [Il riconoscimento dell’autonomia dell’Olanda si avrà nel 1648 con la Pace di Vestfalia] Dopo aver ristabilito la pace, gli olandesi si dedicarono alla ricostruzione del paese, all’ampliamento delle terre coltivabili, al potenziamento della flotta mercantile, e alla creazione di un grande impero coloniale. Il capo della rivolta, Guglielmo d’Orange, divenne il governatore dell’Olanda e nel 1609 firmò una tregua con il nuovo re di Spagna, Filippo III. 1580: Filippo II riuscì ad annettere il regno del Portogallo al suo Impero (perché marito di Maria Emanuela di Portogallo e approfittando del fatto che il re portoghese fosse morto senza eredi), con il fine di rafforzare uno dei fianchi del suo impero atlantico. L’unione dei due regni durò fino al 1640. Filippo II poteva quindi contare anche sulle colonie portoghesi in Brasile e in estremo oriente per mantenere il suo esercito, che era il più forte d’Europa, e per continuare le guerre aperte su più fronti. INGHILTERRA: 1533: Elisabetta nasce dal matrimonio di Enrico VIII e Anna Bolena, ricevendo educazione umanistica. 1558: Elisabetta I sale al trono d’Inghilterra, succedendo alla sorellastra Maria I Tudor, detta la sanguinaria. Maria Tudor, infatti, era cattolica e aveva tentato di ricondurre l’Inghilterra sotto la Chiesa cattolica. Elisabetta ereditò un paese in cui erano presenti forti tensioni religiose, ma Elisabetta era anticattolica (infatti era nata da un matrimonio illegittimo per la Chiesa cattolica). La regina riuscì a riportare la pace nel Paese, e sotto di lei l’Inghilterra conobbe uno sviluppo per cui fu possibile competere con le altre potenze europee per il predominio sul continente. In questo periodo, infatti, si sviluppò sia l’economia interna che il commercio marittimo, grazie all’istituzione della marina reale da guerra, ROYAL NAVY, e alla fondazione di numerose compagnie commerciali, tra cui la EAST INDIAN COMPANY. L’Inghilterra di Elisabetta I conobbe anche un grande sviluppo culturale: la regina fece della sua corte un importante centro culturale, favorendo l’affermazione di intellettuali (Shakespeare, Bacon ecc.). Inoltre, dopo l’abrogazione dell’Atto di Supremazia del 1534, con cui Enrico VIII dichiarava che egli era "l'unico capo supremo sulla terra della Chiesa in Inghilterra", Elisabetta I lo riportò in vigore nel 1563, suscitando l’avversione della Chiesa. Papa Pio V fu il primo a comprendere che per battere i protestanti era necessario battere l’Inghilterra. Il papa voleva portare sul trono inglese la cugina di Elisabetta I, Maria Stuart, che Elisabetta aveva fatto rinchiudere nella torre di Londra. Ma i nobili cattolici, sostenuti dal papa e dalla Spagna, organizzarono un complotto contro la regina Elisabetta e portare sul trono Maria Stuart. Nel 1587, dopo l’ennesimo complotto, decise di far decapitare Maria Stuart. Questa occasione provocò, l’anno seguente, il conflitto tra Elisabetta I e Filippo II: 1588: la flotta spagnola, Invincibile Armada (considerata la più potente d’Europa), iniziò una spedizione contro l’Inghilterra. Gli spagnoli furono sconfitti: segno del fallimento della politica di Filippo II e della superiorità della flotta navale inglese. FRANCIA: Per circa 40 anni, la Francia visse uno dei periodi più bui a causa delle molteplici guerre di religione. La maggioranza della popolazione in Francia era cattolica, di cui faceva parte anche la famiglia regnante, mentre 1/5 era calvinista (chiamati ugonotti). Dopo la morte di Francesco I e del suo successore, governò la vedova Caterina de’ Medici, nipote di papa Clemente VII. Sotto la reggenza di Caterina, la dinastia dei Valois si indebolì. Tra i problemi principali del periodo ci furono le tensioni religiose tra la popolazione: 1559: (anno della pace di Cateau-Cambresis) il duca di Guisa, il leader della fazione cattolica e aspirante alla corona, scagliò le sue truppe contro i seguaci del principe Enrico di Borbone, capo del partito degli ugonotti. Si diede l’avvio ad un lungo periodo di guerre di religione, che finì nel 1598. L’evento culminante di queste guerre fu il MASSACRO DI SAN BARTOLOMEO, nel 1572: la notte del 24 agosto, quando Caterina autorizzò il duca di Guisa a scatenare le truppe cattoliche contro i 5000 ugonotti riuniti nella capitale per il matrimonio di Enrico di Borbone e la figlia di Caterina. Invece di stroncare la resistenza dei protestanti, il massacro la rafforzò; la dinastia di Valois si estinse, in seguito alla morte senza eredi del figlio di Caterina de’ Medici. Enrico di Borbone propose ai cattolici un compromesso che accettarono: Enrico, dopo essersi convertito al cattolicesimo per motivi politici, fu riconosciuto dal nuovo papa Clemente VIII, nuovo re di Francia con il nome di Enrico IV di Borbone. Enrico IV si dimostrò un re tollerante: per riappacificare le due fazioni in contrasto, promulgò l’EDITTO DI NANTES nel 1598, con il quale si riconosceva agli ugonotti la libertà di culto e l’uguaglianza politica con i cattolici. In Francia regnò la pace fino al 1610, anno dell’assassinio di Enrico IV da parte di un cattolico fanatico. NEL 1600 Situazione europea: - Spagna in crisi; - Italia e Germania divisi in tanti piccoli stati; - Sviluppo di olanda, Inghilterra e Francia: affermarono la loro supremazia, non solo politica, ma anche economica. Olanda e Inghilterra, in particolare, rafforzarono i commerci mondiali a svantaggio della Spagna. Nella prima metà del ‘600 l’Europa fu dominata dalla lunga e sanguinosa GUERRA DEI TRENT’ANNI (1618-1648) Fu combattuta prevalentemente in Germania e scoppiò per cause sia politiche che religiose. Fu voluta dagli Asburgo d’Austria, come rivincita dopo la Pace di Augusta che aveva concesso ai principi tedeschi la libertà di scegliere la propria religione. Infatti gli Asburgo, cattolici e sovrani del Sacro Romano Impero, volevano imporre un ritorno al cattolicesimo per rafforzare la propria autorità. Attaccarono, dunque, la Boemia protestante. La reazione dei rappresentanti protestanti boemi fu molto forte: nel 1618 aggredirono i due rappresentanti dell’imperatore e li gettarono dalla finestra. Questo episodio, conosciuto come DEFENESTRAZIONE DI PRAGA, segnò l’inizio alla guerra tra Sacro Romano Impero e la Boemia, che dilagò in tutta Europa. Contro gli Asburgo si schierarono gli Stati protestanti dell’impero: Danimarca, Svezia, e in seguito anche la Francia, accerchiata dai possedimenti asburgici; la partecipazione della Francia era dovuta dal predominio in Europa. Poiché sia le guerre, sia l’epidemia di peste provocarono milioni di vittime, nel 1648 fu firmata la PACE DI VESTFALIA che segnò la fine delle guerre di religione e la maggiore tolleranza tra le diverse fedi. Finì anche il progetto degli Asburgo di dominare l’Europa e di riportare il cattolicesimo nei paesi protestanti. I principi tedeschi non solo ottennero la libertà religiosa, ma anche autonomia politica, divenendo indipendenti dall’Impero. Anche l’Olanda ottenne il riconoscimento della propria indipendenza. La guerra tra Francia e Spagna continuò fino al 1659; alla fine del conflitto la Spagna, perdente, si avviò al declino, mentre la Francia si affermò come potenza più forte d’Europa. FRANCIA: Dopo l’assassinio di Enrico IV di Borbone, il trono passò a suo figlio Luigi XIII (9 anni), dunque fino alla maggiore età assunse il governo sua madre Maria de’ Medici. Divenuto maggiorenne, Luigi XIII assegnò gli affari di Stato al cardinale Richelieu, il quale propose un programma che attuò in modo ferreo: restaurare il potere divino della monarchia. Il suo programma prevedeva: - limitare la potenza militare degli ugonotti; - incrinare il potere dei nobili e salvaguardare il re; - dare gloria alla monarchia conquistando nuovi territori (infatti la Francia partecipò alla guerra dei trent’anni). Sotto Richelieu la Francia divenne uno Stato accentrato, dove tutte le decisioni facevano capo a Parigi. 1643: morte Luigi XIII; poco dopo morì anche il suo ministro Richelieu => sul trono salì il figlio di Luigi XIII: aveva solo 5 anni Luigi XIV. La regina madre affidò il potere a Mazzarino, un cardinale italiano raccomandato da Richelieu. ITALIA: Nel ‘600 il Mezzogiorno viveva una profonda crisi economica: - in seguito alla scoperta dell’America, i porti italiani avevano perso importanza. - i mercanti, i produttori e le banche non furono capaci di reagire alla crisi. - ci furono due epidemie di peste. - il Sud era gravato da pesanti tasse imposte dagli spagnoli. Nel Nord la situazione era diversa: tra gli stati italiani rimasti indipendenti dalla Spagna c’erano lo Stato della Chiesa, il Granducato di Toscana, la Repubblica di Venezia, il Ducato di Savoia. 1700: IL SECOLO DEI LUMI Si diffuse in tutta Europa un movimento culturale, l’Illuminismo, che vede l’uso della ragione e della scienza applicata a tutti i campi: “L’illuminismo è l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso” – Kant Gli illuministi contestavano l’ordine sociale dell’Antico regime basato sulla disuguaglianza. - - -> L’Illuminismo nacque in Inghilterra verso la metà del 1700, si sviluppò soprattutto in Francia per poi diffondersi in tutta Europa. La prima idea-guida dell’Illuminismo fu il nesso religione-libertà- tolleranza. Si tratta di un movimento laico in cui utilizzando la ragione si rifiutano: - la tradizione antica e il passato; - l’obbedienza all’autorità; - il diritto divino, considerata un’invenzione umana per giustificare il potere del re. Intolleranza, censura, monarchia assoluta, persecuzioni religiose, privilegi dei nobili, disuguaglianza facevano parte dell’Antico regime che gli illuministi vedevano rappresentati nella monarchia assoluta francese e nella Chiesa Cattolica. L’intellettuale luminista non è più colui che ha il compito di custodire il sapere, ma di indicare a tutti (in particolar modo dei governanti) come agire secondo ragione e garantire “la massima felicità divisa nel maggior numero” (frase di Cesare Beccaria). Intellettuali illuministi: MONTESQUIEU: nato a Bordeaux nel 1689, la sua essenza politica era il liberalismo; sosteneva che ogni popolo dovesse esercitare la forma di governo più adatta perché non esiste un modello politico ugualmente valido per tutti. La sua opera più importante fu “Lo spirito delle leggi”, in cui si affermò la teoria della separazione dei poteri, per la quale bisognava esercitare un equilibrio tra i tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Se i tre poteri sono divisi, e spettano a organismi diversi, verrà garantita la giustizia. VOLTAIRE: fu il Deista (afferma l’esistenza di Dio entro una religione naturale non rivelata) più popolare tra gli illuministi. Egli sollevò la questione della tolleranza: il governo non deve costringere gli individui a seguire idee alle quali non credono. Accettava anche l’idea di un sovrano assoluto, purché fosse un illuminato, cioè guidato dalla ragione (assolutismo illuminato). Antico regime: insieme degli aspetti politici e sociali che caratterizzarono la storia dell’Europa tra XIV e XVIII secolo. La società di quei tempi si basava su: il diritto divino dei re assoluti; i rapporti sociali immutabili perché così erano stati voluti da Dio: la società era divisa in ordini (clero, nobiltà e terzo stato, che non aveva nessun diritto). ROUSSEAU: svizzero, propose l’idea di uno stato democratico in cui gli uomini nascono liberi e uguali: idea di stato come patto tra cittadini (contratto sociale), perciò il potere politico appartiene al popolo. Le sue idee politiche influenzarono, in seguito, la costituzione sia degli Stati Uniti, che quella francese. BECCARIA: fu uno dei più importanti illuministi italiani. Scrisse “Dei delitti e delle pene”, in cui si schierò contro la tortura e la pena di morte, perché va contro la giustizia che nasce dalla ragione. Occorreva dunque aumentare l’efficienza della giustizia. Gli intellettuali illuministi compresero che per cambiare il modo di pensare del popolo era necessario scrivere un dizionario di scienze, arti e cultura collegate alle nuove idee illuministe. Nasce e si diffonde, così, l’Encyclopédie nel 1751. La direzione dell’opera fu assunta dagli illuministi Diderot e D’Alembert. Poiché conteneva tutte le idee illuministe, fu censurata dal re di Francia e dalla Chiesa. La diffusione delle idee illuministe fu resa possibile grazie alla stampa: la diminuzione dell’analfabetismo permise ad un vasto pubblico la lettura di libri e giornali. Erano prevalentemente i borghesi colti a leggere i giornali. Nacquero anche nuovi luoghi di incontro, come i Caffè: il primo fu aperto a Venezia nel 1763, poi la moda si estese in tutta Europa. I clienti erano solo uomini borghesi ricchi e colti (perché alle donne era vietato frequentarli) che si incontravano per discutere di giornali, politica e letteratura. Fu proprio in uno dei tavoli dei Caffè in Francia in cui si discusse del progetto dell’Enciclopedia; non solo, da queste discussioni nacquero anche rivolte che caratterizzarono gli anni seguenti. In economia -> gli illuministi ritenevano che qualsiasi persona dovesse essere libera di praticare l’attività che desiderava, senza far ricorso a licenze e permessi da parte del sovrano. Lo scozzese Adam Smith propose il modello del liberismo economico (libertà di produrre e commerciare qualsiasi bene e di comprare e vendere liberamente merci all’interno di uno Stato o fra Stati diversi). Grazie all’idea di libertà e uguaglianza si diffuse il fenomeno dell’opinione pubblica in Olanda e Inghilterra: l’Europa stava cambiando significativamente.
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