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Storia moderna dalla scoperta dell'America al congresso di Vienna, Appunti di Storia Moderna

Storia moderna dalla scoperta dell'America al congresso di Vienna

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 20/08/2018

jerrybrown486
jerrybrown486 🇮🇹

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Scarica Storia moderna dalla scoperta dell'America al congresso di Vienna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! • Alcune date che danno inizio alla storia moderna: 1453: caduta di Costantinopoli 1492: scoperta dell’America 1517: inizio del luteranesimo Alcune date che mettono fine alla storia moderna: 1789: scoppio della prima rivoluzione francese 1815: Congresso di Vienna 1820-30: Restaurazione Alla fine del Medioevo o all’inizio dell’età moderna (inizio XV secolo), secolo che prende il nome di “Secolo cerniera” perché costituisce un’età di transizione, non è l’Europa il primo mondo dell’epoca ma ci sono altre entità statuali più importanti dell’Europa perché questa è molto frammentata, non c’è un’autorità unica come in altre parti del mondo. Frammentarietà vuol dire debolezza politica e debolezza militare. All’inizio del 1500 qualcosa cambia e si crea un potere accentrato nelle mani di un’unica persona. • IL MONDO: ci sono territori più compatti: L’ Impero cinese, la Russia, l’impero giapponese (ma entra in contatto solo con la Cina mentre questa entra in contatto anche con l’occidente europeo), l’impero ottomano, l’impero persiano (con un islam differente da quello ottomano). Le figure più importanti di questo periodo sono: 1. Carlo V: Imperatore dal 1519 fino al 1556, quando abdicò. Diventa imperatore del Sacro Romano Impero 2. Ivan IV: Denominato il Grande o il Terribile, zar di Russia, il corrispettivo dell’imperatore del Sacro Romano Impero in Occidente. Regna dal 1553 al 1584 ma nel 1553 aveva solo 3 anni. Inizia, quindi, il suo governo personale nel 1547. 3. Solimano in Magnifico: Sultano ottomano dal 1520 al 1566, quando muore • Carlo V e Ivan IV rivendicano la discendenza dall’Impero Romano antico, diverso dal Sacro Romano Impero. Essi sono convinti che il Sacro Romano Impero di occidente e l’Impero Russo sono due imperi universali, ovvero credevano che questo dovesse espandere la propria dominazione su tutto il mondo. Solimano, oltre ad avere una discendenza dinastica che gli assicura il titolo di sultano, conquista l’Impero Romano d’Oriente o Impero Bizantino (dal nome del villaggio dove si sviluppò la città di Costantinopoli, Bisanzio, negli ultimi secoli dell’antico impero romano. La città di Costantinopoli deve il suo nome a Costantino che visse nel 1300). Conquistare l’impero bizantino significava ricollegarsi alla tradizione dell’Impero Romano che, sebbene avesse due capitali (Roma e Bisanzio) era uno solo. Solimano ha la possibilità, per atto di conquista, non di successione dinastica, di ricollegarsi alla tradizione dell’impero romano antico con le aspirazioni universalistiche che questo comportava. • Le importanti famiglie europee aristocratiche che, unendosi, danno vita a Carlo V sono: I nonni paterni sono: Massimiliano I degli Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero nel 1493 e Maria di Borgogna. Il padre di Maria, Carlo il Temerario, duca di Borgogna, è morto in battaglia nel 1477 lasciano solo lei come erede. La Borgogna è uno degli Stati più ricchi d’Europa e comprende i Paese Bassi e una parte dei territori di Francia e Germania; l’altro territorio di spicco in questo periodo è l’Italia settentrionale. Con il matrimonio, la Borgogna entra a far parte dei possedimenti degli Asburgo. I nonni materni sono: Ferdinando il Cattolico di Aragona (zona nord-orientale) e Isabella la Cattolica di Castiglia (zona nord-occidentale). Si sposano del 1469 e nel 1479 uniscono i loro due regni. Nascono Filippo il Bello di Asburgo e Giovanna la Pazza di Aragona e da loro nasce Carlo nel 1500 a Gande, in Belgio, nei territori dei Borgogna. Tra i fratelli più significativi c’è Ferdinando I, fratello minore. Nel 1519, Carlo I diventa imperatore del Sacro Romano Impero, ma prima diventa re di Spagna nel 1516. Diventa re di Spagna per diritto ereditario con il nome di Carlo I, nome insolito poiché di origini nordiche. Diventa Carlo V come Imperatore del Sacro Romano Impero per elezione (l’altra carica elettiva in Europa è quella papale). La carica di Imperatore: deriva dal latino Imperator, “colui che ottiene la vittoria in battaglia” ed è colui che è a capo delle milizie. In Europa ne è solo uno, colui che è capo del Sacro Romano Impero, ma di re ce ne sono tanti. Il ruolo dell’imperatore: 1. è il capo morale e politico della cristianità. Guerra e religione combaciano. I due nemici religiosi sono gli ottomani (musulmani), il nemico esterno, e i luterani, i nemici interni; 2. restaurazione dell’antico Impero Romano con l’individuazione di Roma capitale. Tutti gli imperatori medievali sono andati a Roma dalla Germania per farsi incoronare dal papa perché Roma è ancora identificata come il cuore dell’Impero; riesce a porre sotto il suo controllo la vecchia aristocrazia russa e inventa una nuova nobiltà da affiancare ai boiari: la nobiltà di servizio che aveva il compito di servire lo zar e, dato che vengono fatto nobili dallo zar, gli saranno più fedeli. Inoltre, questa nobiltà, se si fa corrompere o se non esegue in maniera corretta gli ordini del sovrano, può essere punita perché ha responsabilità penale e personale. RAPPORTO CON LA CHIESA ORTODOSSA Ivan IV fa in modo che la chiesa russa di Mosca si stacchi definitivamente dal patriarcato di Bisanzio e riconosca come suo capo lo zar. La chiesa russa diventa Chiesa di Stato. Nasce la monarchia teocratica dove il re è sia capo dello Stato, si capo della Chiesa. In questo modo lo zar può deporre i patriarchi di Mosca decidendo chi deve essere a capo della chiesa ortodossa e può sottrarre la terra alla chiesa ortodossa per ricavarne denaro. Nonostante questo investimento sulla religione, la monarchia russa è molto più laica di altre monarchie perché riconosce un solo capo sia religioso sia politico e non è un sacerdote bensì un sovrano. Mentre in occidente c’è sempre stata una diarchia, nell’impero ottomano e russo, la Chiesa era sempre stata sottomessa al monarca. Nella seconda metà del 1500 peggiora sempre di più la condizione dei contadini in Russia perché questi (ancora liberi e non schiavizzati) vengono sempre più tartassati dallo zar per dare soldi per il mantenimento dell’esercito e per finanziare la burocrazia. Questa condizione porterà, nel 1649, alla servitù della gleba, abolita nel 1860. Nel 1584 muore Ivan IV. Dopo aver ucciso suo figlio, si risposa e ha un altro figlio, troppo piccolo per governare quindi dal 1584 al 1613 la Russia vive un periodo di forte debolezza e destabilizzazione. Governa al posto del piccolo Dimitri suo zio Gudunov e in questo periodo Mosca viene conquistata dai polacchi per qualche anno. Si insedia a Mosca uno dei maggiori nemici della Russia e questo porta ad una ribellione da parte dei russi, guidati da Romanov che nel 1613 dà vita a una nuova dinastia che governerà fino al 1917. L’IMPERO OTTOMANO Solimano in Magnifico regna dal1520 al 1566 e, a differenza degli altri due sovrani che regnano per diritto ereditario, regna per diritto ereditario e per giusta conquista (era un conquistatore). Con una differenza fondamentale rispetto a come si comportavano i principi cristiani: i turchi-ottomani non decidono di convertire forzatamente la grande moltitudine di etnie che si trova a governare. Mentre in età moderna i cristiani, quando conquistano i territori impongono alla conversione al cristianesimo, la stessa cosa non vale con i turchi- musulmani. Come Carlo V e Ivan IV, anche gli ottomani hanno dei nemici, alcuni più acerrimi, altri meno. I nemici sono: • i persiani, musulmani sciiti. Quindi sono nemici all’interno della stessa religione già dalla divisione tra sciiti e sunniti, operata nel 632 dopo la morte di Maometto. Si succedono quattro califfi più o meno legati alla famiglia di Maometto e delle sue mogli; il califfo Alì viene ucciso circa 30 anni dopo da dei fanatici musulmani che non accettano il suo compromesso con un suo nemico, Moabia, colui che lo sostituirà e che darà vita alla dinastia degli Omayyadi che fonderà la capitale del califfato nell’odierna città di Bagdad. Dal 660 d.C. nel mondo islamico si è operata questa grande spaccatura tra sunniti e sciiti (poi gli islamici si sono divisi in molti altri gruppi a mano a mano che il dominio arabo si estendeva nel Mediterraneo e in Asia). Questa suddivisione alternava momenti tranquilli a quelli violenti. lo scià di Persia, Ismail (imperatore dal 1501 al 1524), all’inizio del 1500 prende una decisione che provoca scompiglio nel mondo medio orientale: impone a tutti i suoi sudditi sunniti di convertirsi allo sciismo. Gli ottomani rispondono con una guerra tra il 1516 e il 1517 in Medio Oriente con la conquista della Siria e l’Egitto. I sunniti si ribellano sia all’esterno che all’interno dell’impero persiano all’imposizione dello sciismo. Nel 1534 gli ottomani acquisiscono la città di Bagdad, ovvero la Mesopotamia. Queste avanzate costringono l’impero persiano alla ritirata. L’impero ottomano diventa il più potente e il più popolato del mediterraneo e dell’Asia minore, ma ha anche dei punti di debolezza che risiedono nel sultanato: i. importanza dell’harem e dell’elemento femminile: avevano troppe mogli. Topkapi è la residenza del sultano e una sua considerevole parte è rappresentata dall’harem, dove vivevano le mogli del sultano. Solimano il Magnifico individua la sua donna favorita in Rosselana; ii. non è il primo figlio del sultano quello destinato a succedergli, tutti i figli hanno possibilità. A differenza dell’Occidente, nel medio Oriente i sultani avevano più figli (in quanto c’erano più mogli) e tutti quelli maschi erano in contrasto tra loro dando vita agli omicidi dinastici, disattivata solo all’inizio del 1600. Poteva succedere anche che era lo stesso padre ad ammazzare i figli indesiderati come eredi, come accade con Solimano. Questo, istigato da Rosselana, uccide il figlio di una precedente moglie e fa in modo che gli succeda il figlio della sua donna preferita, inaugurando una sequela di sultani poco competenti o paranoici (con la preoccupazione di essere uccisi). Le donne, quindi, giocheranno un ruolo molto importante della gestione dell’impero; iii. i giannizzeri, militari, scelti per la difesa del sultano. Questi appartenevano alla fanteria e, con le donne dell’harem, sono il punto di snodo per il controllo dell’impero ottomano. I musulmani e i cristiani hanno avuto sempre dei contatti culturali, sociali e commerciali. Gli avvenimenti all’interno degli imperi si condizionavano a vicenda. La differenza consiste nel lato economico: l’economia turca, almeno fino alla fine del XVIII secolo, si è mossa in modo indipendente rispetto a quella occidentale. FORMAZIONE DELL’IMPERO OTTOMANO I turchi sono una popolazione che, tra l’XI e il XII secolo, si muove dalle steppe dell’Asia centrale verso Occidente e comincia ad installarsi nell’Anatolia (Asia minore) e avevano il nome di selgiuchidi (dal nome del fondatore della dinastia, Selgiuk, che dà vita ai primi principati turchi in Asia minore). Solamente a partire dall’inizio del XIV secolo i principati dei turchi selgiuchidi si sfaldano e cominciano ad emergere dei principati dei turchi ottomani (dal nome del fondatore della dinastia, Otman o Osman), con capitale Bursa. Solamente a partire dal 1361 diventerò capitale la città di Adrianopoli (città europea di origine romana). Gli ottomani arrivano in Occidente e circondano l’impero bizantino. Questo si trova accerchiato sia in Asia, sia in Europa. La conquista dei Balcani dura per molto tempo data da tenacia dei guerrieri serbi e albanesi, cristiani ortodossi. Espandersi all’interno dei Balcani, significa affacciarsi sulle coste dell’Adriatico e affacciarsi alla penisola italiana. Ci sono due battaglie importanti che i cristiani hanno perso contro i turchi e che permettono una sempre maggiore espansione dell’impero turco: i. battaglia di Kossovo Polje (1389) vinta dai turchi contro i serbi, aiutati dagli occidentali; ii. battaglia di Nicopoli (1396) dove l’occidente aveva organizzato una crociata in cui i francesi e gli ungheresi si erano alleati per sconfiggere il nemico infedele. Pochi anni dopo questa battaglia, Tamerlano, un mongolo, si muove dalle steppe della Mongolia e arriva alle porte dell’Europa e fa sì che l’impero ottomano debba sguarnire i Balcani per contrapporsi a Tamerlano. Questa minaccia si disinnesca quando quest’ultimo, nel 1405, muore. L’occidente cristiano, in questo modo, non si sente più pressato per qualche anno dai turchi che ritornano, dopo aver sconfitto i mongoli, a premere verso i Balcani e nel 1430 conquistano la città greca importante per i commerci di Salonicco e nel 1439 conquistano definitivamente tutta la Serbia . Nel 1453 conquistano la città di Costantinopoli e conquistano l’Albania. Qui, Giorgio Castriota (soprannominato Scanderberg) muore nel 1468 ma fino ad allora riesce a respingere gli ottomani. Dopo la sua morte, anche l’Albania entra a far parte dell’impero ottomano. Nel 1480 conquistano la città di Otranto guidanti da Maometto II, che avrebbe portato all’invasione dell’intera penisola. l’obiettivo era quello di arrivare alla città di Roma, sede del papa; ma nel 1481 Maometto II muore e il figlio, Bajazet II sposta l’attenzione verso la contrapposizione dei confronti dell’impero persiano e abbandona Otranto. Gli ottomani si spostano anche in Crimea, dove ottennero l’aiuto dei tatari. Nell’oriente del Mediterraneo erano ancora forti le vecchie Repubbliche marinare italiane (Venezia e Genova sono le più importanti) e possiedono delle colonie. Genova, per esempio, ha la colonia di Caffa che era la cittadina commerciale da dove si scatenò la peste nera del 1447-48. Caffa viene sottomessa dai Turchi e i genovesi sono costretti al ritiro. Sempre sulle coste meridionali del Mar Nero, dopo la conquista di Costantinopoli, si era formato un ultimo baluardo dell’impero Bizantino, Trebisonda, conquistato dai turchi nello stesso periodo. CONQUISTE OTTOMANE IN ORIENTE NEL 1500 • Egitto. Era nelle mani della dinastia musulmana dei Mamelucchi che si erano insediati in Egitto alla metà del XII secolo. Lo Stato mamelucco si indebolisce sempre di più verso la fine del Medioevo ma è fondamentale per il commercio dato che controlla l’accesso al Maro Rosso e, qui arrivavano le merci (spezie, costose e richieste in Occidente). Quando questo Stato viene conquistato dai turchi, gli Europei occidentali perdono il contatto commerciale verso l’Oriente e questa sarà una delle motivazioni che porterà gli europei a cercare altre strade verso le Indie. Una seconda motivazione che porta alla conquista dell’Egitto è di carattere religioso: la sede del califfato, dopo la morte di Maometto, era stata individuata nella città di Damasco; poi, nel 750 si era trasferita nella città di Bagdad; poi arriva al Cairo (nel pieno Medioevo con i Mamelucchi). Quando i turchi, nel 1517, conquistano l’Egitto, il sultano trasferisce la sede del califfato dal Cairo a Istanbul e diventa il capo di tutto l’islam sunnita. Inoltre, conquistare l’Egitto significava controllare i flussi dei pellegrini che confluivano verso La Mecca. Qui, però, la contrapposizione tra islam sunnita e sciita provoca un blocco perché quando l’impero persiano e quello ottomano combattono tra loto, gli sciiti chiudono le vie di accesso più veloci ai pellegrini, costringendoli a fare un viaggio più lungo. I turchi ottomani, in questo modo, vedevano i territori di loro dominazione percorsi da questi pellegrini che portavano tanti soldi; • Siria; • Mesopotamia; • Tutta la costa nord africana che si affaccia sul Mediterraneo. Qui, però, c’è la popolazione dei berberi che si è convertita all’islam secoli prima e che vuole mantenere una certa indipedenza. Sono degli Stati semi-indipendenti che riconoscono la loro sudditanza nei confronti del sultano di Istanbul e sono Stati che, tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, finiscono nelle mani di capi della pirateria mediterranea. C’è Kair ed Din (soprannominato Barbarossa) che costituisce uno Stato intorno ad Algeri e 4. Tutti i sudditi dell’impero sono servi del sultano perché questo è la rappresentazione in terra di Allah. Tutti devono fedeltà e obbedienza assoluta al sultano e tutta la terra appartiene al sultano. Case e giardini possono essere di proprietà privata. ESERCITO C’è una divisione tra: 1. coloro che combattono a cavallo: cavalieri (sipahi). Questi possono finanziare le campagne militari tramite i loro redditi che gli provengono dalla terra che viene loro assegnata dal sultano (timar). Il timar è il reddito ricavato dalla coltivazione della terra. Il timariota (che è anche il cavaliere) è colui che gode di questi proventi e li utilizza comprando l’armatura per sé, la bardatura per il suo cavallo e mettendo a disposizione, grazie al timar, dei soldati da far confluire all’interno dell’esercito. Questo tipo di organizzazione rimanda al feudalesimo. Ci sono degli elementi in comune: 1.a. non è il timariota che coltiva, ma il contadino; 1.b. l’economia funziona come economia naturale: non c’è molta circolazione di moneta ma tanto scambio di merci. Gli elementi diversi sono: 1. il rapporto personale (vassallatico beneficiario) che il feudatario in occidente stabilisce con il suo signore (commendatio: affidarsi a qualcuno). Il feudatario (vassallo) dà il prodotto al signore (senior) e questo gli offre protezione e aiuto. Questa caratteristica non c’è all’interno del timar turco; 1.1. nell’impero ottomano tutti sono sudditi sul sultano. Gli unici che non rientrano in questa categoria sono gli schiavi che non sono musulmani. Se uno si converte all’islam diventa uomo libero e non può più essere uno schiavo. Quindi, nel mondo musulmano gli schiavi sono solo coloro che appartengono ad altre religioni 2. e coloro che combattono a piedi: i fanti. All’interno della fanteria, un posto di primo piano spetta ai giannizzeri (yenişeri: nuova truppa). I giannizzeri sono il corpo scelto che sta a presidio del sultano e della sua famiglia, sono degli islamici convertiti; esisteva una pratica (devşirme: raccolta) che permetteva i turchi di andare nelle regioni dell’Anatolia, soprattutto nella penisola balcanica, prendevano i bambini cristiani, li portavano a Istanbul e li formavano alla lingua turca e alla religione islamica. I più dotati venivano formati a Istanbul, gli altri venivano mandati in educazione nelle famiglie islamiche dell’Asia Minore e poi, una volta diventati adulti, entravano a far parte del corpo dei giannizzeri. Fino all’inizio del 1600 ai giannizzeri: • era vietato sposarsi fino a quando rimanevano in servizio per non distrarsi dall’assolvere il proprio dovere; • non pagavano le tasse; • se commettevano qualche reato, non venivano giudicati dai tribunali ordinari ma dai propri superiori; • Una volta che finivano il loro servizio venivano messi al riposo con la possibilità di acquisire un timar, diventando timaroti; • Dipendevano corpo e anima dal sultano e non potevano mai essere ridotti in schiavitù; 3. truppe irregolari o razziatari (akinci): dedite alla razzia all’interno dei territori nel quale si trovavano ad operare, soprattutto i territori di confine. Erano truppe formate anche da contadini ed erano utilizzate come elementi di disturbo per i nemici alle frontiere. L’impero ottomano sembra quasi invincibile agli occidentali perché: 1.c. ha un unico capo, elemento importante di coesione e compattezza; 1.d. la tattica di guerra era diversa: veniva mandati avanti un piccolo contingente di soldati per ingannare l’esercito nemico e facevano finta di fuggire in modo da essere inseguiti dai nemici. Fuggivano nel luogo solitamente sfavorevole ai nemici, in cui era concentrata la maggior parte dell’esercito ottomano. EUROPA: com’è possibile che un’Europa dal punto di vista demografico molto meno importante rispetto ad altri territori, molto frammentata sia riuscita, dalla fine de ‘400 fino all’inizio dell’800 ad espandersi in tutto il mondo e a sottomettere buona parte delle terre emerse? L. Dehio, “Equilibrio o egemonia”. Sono i due poli che rappresentano la storia europea dal 1500 in avanti. Egemonia: tendenza a unificarsi sotto un unico padrone senza mai arrivare al punto terminale di questo processo; Equilibrio: tendenza alla frammentazione delle proprie entità statuali senza mai arrivare ad una dissoluzione completa. Queste due dinamiche partono dal contesto italiano e si espandono a quello europeo con due date: 1454: Pace di Lodi. È una piccola città al sud di Milano. Questa data è immediatamente successiva alla caduta di Costantinopoli e inaugura la politica dell’equilibrio all’interno degli stati italiani; 1648: le Paci di Westfalia. Sono il corrispettivo europeo della Pace di Lodi. Pongono fine alla guerra dei 30 anni e inaugurano la politica dell’equilibrio all’interno del contesto europeo. • L’IMPERO GERMANICO (CARTINA) L’area germanica e la penisola italica sono le ultime zone che riescono ad unificarsi dopo un percorso lungo. Il Sacro Romani Impero era frammentato in più di 350 entità statuali tra stati grandi, medi, piccoli, principati ecclesiastici e laici, città Stato, Comuni che si ergono a Stato, ecc.… ▲ DEHIO: UNITA’ VS PLURALITA’: (aspirazione all’unità ma tendenza alla pluralità); ▲ All’interno della compagine europea sono esistite due differenti tipologie di Stati: insulari e continentali: ✓ Insulari: in alcuni casi hanno sede su un’isola, in altri no. Il primo Stato insulare individuato da Dehio è Venezia, poi ci sono i Paesi Bassi e, infine, l’Inghilterra. Dunque, la caratteristica principale dello Stato insulare è quello di rappresentare quello e quegli Stati che, tutte le volte che un soggetto ha tentato di farsi padrone dell’Europa, sono stati la causa del fallimento dei tentativi egemonici del sovrano; ✓ Continentali: sono rappresentati dagli Stati che si concentrano di più sulla tendenza alla frammentazione. Nell’arco della storia medievale (476 al 1453) c’è la prevalenza di due autorità universali: Impero, erede del vecchio Impero romano, e il Papato di Roma che si rafforza nell’ultimo periodo dell’Imperio Romano e i primi secoli del Medioevo. Verso la fine del Medioevo si indebolisce l’Impero. L’ultimo grande imperatore del Medioevo a soccombere è Federico II di Svevia. Il Papato utilizza le crociate per prevalere contro l’Impero (dal XII al XV secolo) dato che si pone a capo anche dello Stato Pontificio (Enea Silvio Piccolomini, poi Pio II è Stato il primo grande Papa). Il Papa ha la giurisdizione diretta sulle anime dei fedeli che si concentra non solo sul mondo reale ma anche sull’aldilà. In realtà, il Papa non era così forte dato che tra il 1300 e il 1400 avanzano dei protagonisti che riusciranno ad arginare e escludere dalla giurisdizione interna la intromissione de Papato di Roma con la cattività avignonese: la sede papale viene spostata da Roma ad Avignone dal 1309 al 1378 a opera del re di Francia, Filippo il Bello. Questo conferiva al re di Francia un controllo sul Papa. Il terzo motivo che porta alla sottomissione del papato è, quindi, la presenza degli stati nazionali o monarchici e la Francia è il primo e il più importante, poi ci sono stati i regni spagnoli e l’Inghilterra. Questi saranno gli Stati più potenti d’Europa. • L’ITALIA NELLA STORIA MODERNA (CARTINA ) È molto frammentata tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna. La pace di Lodi, 1454, fu siglata tra 5 Stati: Ducato di Milano (è una delle aree più ricche d’Europa (è uno Stato signorile governato dagli Sforza, succeduti ai Visconti), Repubblica di Venezia (grande erede delle Rep. Marinare. È una repubblica oligarchica in mano ad un ceto dirigente mercantile, il patriziato veneziano), Repubblica di Firenze (la famiglia dei Medici, con Cosimo il Vecchio, ha iniziato ad inserirsi nella magistratura di Firenze. In mano ad un ceto dirigente votato alla mercanzia e alla banca), Stato Pontificio (il Papa qui è un re. È una monarchia non ereditaria ma elettiva), Regno di Napoli (il più esteso e molto ricco. Mentre il Ducato di Milano ha una ricchezza sia agricola che mercantile, il Regno di Napoli ha una ricchezza basata sull’agricoltura). Questi Stati hanno deciso di siglare questa pace e dare il via alla politica dell’equilibrio perché nessuno aveva la possibilità di conquistare, da solo, gli altri quattro Stati. La pace di Lodi si manterrà per circa 40 anni fino a quando, nel 1494, lo Stato nazionale francese decide di impossessarsi di una parte della penisola italiana. Il re di Francia, Carlo VIII, si richiama alla dominazione di elementi della sua dinastia sull’Italia meridionale tra XIII e XV secolo, la dominazione Angioina che poi venne sostituita dalla dominazione aragonese. Richiamandosi ai diritti della dominazione angioina su Napoli, Carlo VIII la conquista. COLONIALISMO e COLONIZZAZIONE: dominio esercitato da un popolo su un altro popolo tramite lo sfruttamento economico, politico, ideologico del differente grado di sviluppo tra il popolo dominate e quello dominatore. Questo non indicava una subordinazione tra due culture, bensì del differente grado di sviluppo tecnologico. Ad esempio: l’impero cinese non riesce ad imporsi all’avanzata delle potenze occidentali ma aveva non aveva una cultura debole; inoltre, proprio questo impero ci fornisce la bussola , la polvere da sparo e la carta. Sono innovazioni che gli europei hanno saputo sviluppare. I cinesi usavano la polvere da sparo per i fuochi d’artificio e quando le navi degli europei arrivano d’avanti alle coste della Cina e cominciano a bombardarli, i cinesi si rendono conto dello sviluppo tecnologico. Esistono 3 tipi di colonialismo: ■ Colonie come basi di appoggio: la prima potenza coloniale che usa questo colonialismo è il Portogallo. I portoghesi e gli olandesi non sono interessati ad una sottomissione dell’entroterra, ma si accontentano di creare dei punti economico-commerciali sulla costa occidentale dell’Africa, l coste dell’Oceano Indiano e dell’estremo oriente e lungo le coste del sud America (creano porti e città-fortezza). I portoghesi saranno i primi a cominciare la tratta degli schiavi, utilizzati soprattutto in Brasile; ■ Colonie di insediamento: la utilizza la Spagna. Non è solo un interesse commerciale, sono colonie di popolamento dell’entroterra di coloni spagnoli. L’entroterra è lavorato dagli indigeni locali e gli schiavi africani. Inoltre, gli spagnoli importano la proprietà privata, dato che prima la terra apparteneva interamente al sovrano; ■ Domini coloniali: adottano questo metodo l’Inghilterra e la Spagna. La potenza coloniale ha il controllo di tutto il Paese, ad esempio la colonizzazione inglese dell’India. I colonizzatori che si trasferiscono in questo dominio sono molto pochi e si limitano ad occupare i posti di vertice. Dopo aver ripopolato le zone colpite dalla peste nera della metà del 1300, dalla seconda metà del 1400 all’inizio del 1600 la popolazione europea continua ad aumentare ininterrottamente. Si assiste alla TENSIONE DEMOGRAFICA. Alla fine del 1400 abbiamo in Europa dai 70 agli 80 milioni di abitanti, e alla fine del 1500 siamo sui 100-105 milioni: un aumento del 30%ca. oltre al problema di sfamare queste persone in più, nel panorama europeo questa tensione demografica vuol dire che: ♦ se coloro che abitano nelle zone montane cominciano a fare più figli, iniziano a spostarsi verso aree pianeggianti per lavorare ed avere cibo→ migrazione interna in Europa e spinta all’inurbamento; ♦ la messa a coltura di nuove terre. Sono due le possibilità per aumentare la produzione agricola: o estendere le aree coltivate e quindi disboscare, o intensificare la produzione agricola sulle terre già coltivate. Questo secondo aspetto è meno realizzabile e in Europa ci riescono solo due aree pianeggianti: la Pianura padana e l’Olanda (i polder olandesi nascono attraverso un sistema di diche mobili che sottraggono i terreni al mare e sono terre molto ricche di sostanze che permettono di aumentare la resa di produzione agricola per ettaro); ♦ immigrare in altri continenti, ma viene meno praticata inizialmente. MOTIVAZIONE DELLA COLONIZZAZIONE: ESTENSIONE DELLE CROCIATE IN FUNZIONE ANTI-ISLAMICA E SPINTA IDEALE: Nella metà del 1400, con la stampa della prima Bibbia, viene adoperata la stampa a caratteri mobili ed è aiutata nella sua espansione dall’uso della carta. Il 28 maggio 1453 Costantinopoli cade nelle mani dei turchi di Maometto II e tra la seconda metà del 1400 e l’inizio del 1600 i testi stampati sui turchi in Francia sono più del doppio di quelli stampati sulla scoperta dell’America: nell’immaginario europeo dell’età moderna colpisce di più l’idea nel nemico vicino che la scoperta di nuovi territori. Ciò che spinge gli europei alla colonizzazione è l’estensione delle crociate, ovvero, c’è una spinta ideale a contrastare la diffusione della religione islamica e a (ri)cristianizzare nuovi territori in Europa. Già dal Medioevo c’era una teoria dell’esistenza di un regno cristiano del prete Gianni (re-sacerdote) in Africa che avrebbe avuto la possibilità di allearsi con le potenze cristiane occidentali per sconfiggere i musulmani. I portoghesi che cominciano ad esplorare l’Africa sono spinti dalla speranza di entrare in contatto con questo regno cristiano che per secoli sarebbe rimasto separato dalla cristianità europea ma che ora sarebbe riuscito ad arginare l’espansione dell’islam; TENSIONE DEMOGRAFICA: la colonizzazione extraeuropea come valvola di sfogo rispetto al sovrappopolamento dell’Europa continentale. È la motivazione meno importante; ESPANSIONISMO ECONOMICO E COMMERCIALE: motivazione più forte. Carlo Maria Cipolla dice: “ la religione cristiana fornisce agli europei il pretesto per l’espansione coloniale, l’oro fornisce il motivo e il progresso tecnologico fornisce i mezzi”. Il vero potere degli europei è inizialmente sulla flotta militare, mentre l’impero ottomano aveva un esercito di terra imabattibile. Questa situazione si inverte a partire dalla metà del XVII secolo, dopo la fine della guerrad dei 30 anni: da questo momento gli europei diventano imbattibili sia per terra che per mare. La conseguenza a lungo periodo della colonizzazione sarà caratterizzata dalla rivoluzione industiale e dal raffozzarsi dei commerci all’interno dei mondi coloniali europei, in paricolare di quelli olandese e inglese. Dunque, il popolo più avanzato tecnologiamente è destinato a prevalere e i Paesi colonizzati sono stati in grado di ribellarsi ed ottenere l’indipendenza quando sono riusciti a svilupparsi dal punto di vista tecnologico. COLONIZZAZIONE DEL PORTOGALLO (CARTINA IMPERI COLONIALI PORTOGHESI) Il Portogallo è riuscito ad estendersi tanto sia all’interno dei territori allora conosciuti, sia di quelli sconosciuti fino a qualche anno prima. ♦ L’anno di partenza del colonialismo portoghese risale al 1415, con la conquista della città di Seuta, all’estremità settentrionale del continente africano (oggi è spagnola). Si dirigono verso questa zona perché, fin dall’epoca medievale, c’era un intenso traffico commerciale con le tribù africane e si basava sull’oro e sugli schiavi. Questi erano i prigionieri delle battaglie con altre tribù. Dal 1415, abbandonando il Mediterraneo e cominciando un lungo percorso lungo la costa occidentale del continente africano, i portoghesi cominceranno un percorso che, nel 1487-88 ad arrivare in fondo al continente e doppiare il capo di Buona Speranza con Vasco da Gama (1498) e ad iniziare una risalita lungo le coste orientali e arrivare anche alle Indie orientali arrivando a Calicut per poi colonizzare l’arcipelago indonesiano, arrivando ad intrattenere rapporti sia con l’impero giapponese, sia con quello cinese. La prima città europea fuori d’Europa è una fortezza che viene creata intono al 1480-82 sulle coste dell’Africa occidentale e si chiama Sao Jorgue de la Mina, una fortezza portuale che aveva nell’immediato entroterra che aveva anche la gestione di miniere di metalli preziosi nella zona dell’attuale Guinea. ♦ Il colonialismo portoghese viene definito con l’espressione di “conquista talassocratica”: potere sul mare. Ai portoghesi non interessa l’entroterra, mail controllo dei porti e delle rotte marittime. Inoltre, è gestito per gran parte dalla monarchia, quindi i navigatori e i mercanti devono sempre ottenere dei permessi da parte del re del Portogallo, che trattiene una quota dei proventi dei traffici commerciali (tesaurizzare). Dunque, la monarchia e la grande aristocrazia portoghese sono i veri beneficiari dell’espansione coloniale. Questo meccanismo portava ad una scarsa circolazione monetaria. Gli unici che facevano circolare la moneta erano i mercanti e i commercianti. All’interno del Portogallo non si crea un forte ceto mercantile e commerciale e i portoghesi dovranno sempre affidarsi a mercanti, banchieri e navigatori stranieri (Cristoforo Colombo). ♦ I portoghesi hanno acquisito anche un pezzo di costa del sud America, nella regione del Brasile. Con la scoperta dell’ America (12 ottobre 1492) si pone il problema della divisione tra la potenza coloniale portoghese e quella spagnola. Il Papa fu chiamato in causa , ma nel 1492 viene eletto un Papa spagnolo, Rodrigo Borjia (Alessandro VI) che nel 1493 emana molteplici Bolle papali dove viene identificato un confine (raja) tra i possedimenti spagnoli e quelli portoghesi. La raja era tracciata 100 leghe a ovest e a sud delle isole delle Azzorre e di Capo Verde . Questa decisone, però, non soddisfa le due potenze che, nel 1494, decidono di siglare il Trattato di Tordesillas e la raja si sposta di 270 leghe a ovest. Si passa a 370 leghe. Nel 1500 Cabral, navigatore portoghese, viene spinto dai venti molto a ovest e si imbatte in una terra sconosciuta, che chiama Terra de la Vera Cruz, successivamente verrà chiamata Terra de la Santa Cruz , ovvero il Brasile. Il Brasile, quindi, entra a far parte dei possedimenti coloniali portoghesi e a lungo non sarà la colonia più importante del Portogallo, dato che il cespite più importante dei traffici commerciali portoghesi è rappresentato da due prodotti che vengono dal continente americano e da quello asiatico, dal quale comprava il pepe e le spezie. Queste due materie prime faranno la fortuna del Portogallo. Dato il loro peso minimo, le navi portoghesi si caricavano di questi prodotti (pagandoli pochissimo, a volte barattandole con qualche tessuto o suppellettile europei) e li rivendevano a prezzi esorbitanti. ♦ Non è Lisbona, la capitale del Portogallo, il vero centro importante di smistamento dei prodotti coloniali portoghesi ma è solo un porto di passaggio perché il vero centro non è in Portogallo, ma in una posizione strategica all’interno di una regione economicamente più ricca: Anversa. Qui i portoghesi fondano un’istituzione che gestisce dall’inizio del 1509 tutto il commercio portoghese in arrivo dalle colonie e poi diffuso lungo tutte le rotte commerciali europee, la Feitorìa de Flanders. Il grano era l’elemento maggiore degli scambi. ♦ L’espansionismo portoghese su tre continenti e l’Europa settentrionale atlantica come sede per gli smerciamenti, faceva preoccupare la Repubblica di Venezia dato che era un centro economico di rilevanza. In realtà, per quanto riguarda l’area mediterranea, nel corso del 1500 i traffici commerciali sono gestiti ancora per buona parte da Venezia, Genova e dal porto di Marsiglia. ♦ COLONIALISMO SPAGNOLO (CARTINA AMERICA ISPANICA) 12 ottobre 1942: scoperta dell’America AZTECHI, MAYA E TOLTECHI incidere in modo diretto. Risulta facile tramettere il potere al proprio figlio quando un encomendero è prossimo alla morte; b. Gli encomenderos si sottomettono ai grandi feudatari e al clero che vivono in Spagna e che contengono il potere del sovrano. Dunque, anche se il re di Spagna cerca di avere il potere assoluto, non ce la farà perché le encomiendas diventeranno proprietà private dei nobili e delle comunità ecclesiastiche spagnoli. Il re di Spagna blocca la trasmissione ereditaria con i corregiminetos, affidati a dei corregidores. I corregimientos limitano lo strapotere degli encomenderos mandando dei funzionari pubblici alle dirette dipendenze del sovrano, che vanno dall’encomendero e si appropriano del suo territorio quando è prossimo alla morte e decidono o di passarlo al figlio, o di assegnarlo ad un’altra persona che fa parte di un’altra famiglia, o tenerseli. ♦ L’apparato pubblico è strutturato in: i. Viceré: rappresentante diretto del sovrano. Tutti i territori in cui si divide l’America ispanica sono vicereami, in cui viene individuato un rappresentante del re, il viceré. Il primo data al 1535, Carlo V nomina Antonio de Mendoza come viceré della nuova Spagna; ii. Governatori: sono funzionari pubblici a capo delle province all’interno delle quali è suddiviso il vicereame; iii. Contadores de quinto: coloro che tengono i conti dei prodotti che vengono commerciati in questi territori. Il quinto è la quota di ogni provento di questi territori colonizzati che deve essere attribuita al sovrano; iv. Audiencias: tribunali formati da magistrati avvocati. Le Audiencias controllano l’operato degli amministratori pubblici (residencia). Durante gli ultimi sei mesi di mandato di un governatore, non gli viene pagato lo stipendio; alla fine del mandato una commissione, scelta all’interno dei magistrati delle audiencias, si riunisce e controlla l’operato del governatore. ✓ LA RIVOLUZIONE DEI PREZZI (MAPPA EU 1500) Nel corso dei 130-40 anni degli europei fuori d’Europa, è stato calcolato che dal 1627 i bianchi europei residenti in America erano 125 mila, mentre a popolazione europea di quel periodo supera i 100 milioni. Dunque, nel nuovo mondo l’uomo europeo è poco numeroso e anche gli indigeni sono diventati poco numerosi. C’è bisogno degli schiavi africani per poter lavorare e ripopolare questi territori, fenomeno che a partire dal XVI secolo (con la tratta degli schiavi) è molto limitato e si farà consistente tra il XVII e il XVIII secolo. I traffici commerciali con il nuovo mondo sono molto esigui sino alla metà del 1700: solo l’1% del prodotto interno lordo di tutta l’Europa hanno la consistenza dei traffici commerciali con l’America, quindi questi territori a lungo sono stati conquistati ma non sfruttati. La vera ricchezza per gli europei era in Africa (per l’oro) e in Asia (per spezie, tessuti, cotone). RIVOLUZIONE DEI PREZZI: i prezzi aumentarono? Ci sono varie risposte. 1. Sì. Ci fu un aumento che colpì la popolazione europea di questo periodo ma fu un aumento diversificato a seconda dei periodi, non è un aumento constante ma congiunturale; 2. Fu un rincaro senza precedenti; 3. Non fu solo un rincaro dei prezzi, ma anche degli affitti e del costo della terra. Aumenta la richiesta di terreno perché aumenta la richiesta dei cereali dopo l’aumento della popolazione; 4. Periodo di inflazione. Si colpevolizzarono coloro che vendevano le merci, ma in realtà loro sono il sintomo, non la causa dell’aumento perché aumenta il prezzo della materia prima; 5. I ceti più colpiti sono quelli più bassi, che vivono al limite della sussistenza; 6. Le monete di metallo prezioso vengono coniate con una quantità inferiore di metallo prezioso al loro interno (SVILIMENTO) e aumenterà la presenza del rame. L’effetto è la perdita del potere di acquisto della moneta. Valore nominale (£1= 1) e valore reale (quello che si può acquistare) della moneta. Dato che la maggior parte delle persone non usavano le monete preziose, viene maggiormente colpito dall’aumento dei prezzi; 7. Chi viene colpito in maniera più blanda è il ceto nobiliare, che pratica la TESAURIZZAZIONE: non pagare in monete preziose, ma a conservarle. All’interno del mercato la moneta preziosa tenderà a scomparire. JEAN BODIN (II META’ DEL ‘500) E HAMILTON (I META’ DEL ‘900) Jean Bodin parla di TEORIA METALLISTICA DELLA MONETA: a fronte della domanda e della velocità di circolazione della moneta stabili, il livello dei prezzi è direttamente proporzionale alla quantità di moneta presente sul mercato; dunque, se aumenta la quantità di moneta sul mercato, i prezzi aumentano e viceversa. Bodin ha notato che sia per le coniazioni, sia per l’importazione di argento dal nuovo mondo, la quantità di moneta presente sul mercato europeo è aumentata rispetto al passato. Bodin, quindi, colpevolizzava la scoperta dell’America dell’aumento dei prezzi. Hamilton: nel 1930 riprende questa teoria, nel periodo di crisi europea con il crollo della borsa di Wall Street. Gli storici dell’economia hanno scoperto degli errori in queste teorie: I. I prezzi hanno cominciato ad aumentare in Francia e nelle aree germaniche intorno al 1470, a distanza di circa 20 prima della scoperta del nuovo mondo; II. Non si conoscono con esattezza i dati sulle importazioni del metallo prezioso perché questa materie prime arrivavano di contrabbando; III. Non è vero che questi metalli preziosi si fermano nei territori colonizzatori perché prendono altre vie e vanno in parte nel nord Europa per garantirsi la possibilità di acquistare il grano, ma la maggior parte vanno a finire in estremo oriente perché indiani, cinesi e giapponesi volevano essere pagati solo in oro e argento. IV. Dunque, la vera causa dell’aumento dei prezzi fu l’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE EUROPEA: se c’è più domanda, i prezzi aumentano; V. Se aumenta la popolazione maschile, aumenta la forza lavoro e quindi diminuiscono i salari; VI. Diminuisce il valore nominale dei salari ma, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità, il salario reale diminuisce. Si innesca un processo di crisi, soprattutto nelle fasce basse della popolazione. • INNOVAZIONI TECNOLOGICHE DEGLI EUROPEI RIVOLUZIONE MILITARE, 1550-1560 sovrapponibile a quella dei prezzi. C’è stata una rivoluzione nella tattica, vengono abbandonate alcune tipologie di armi e ne vengono inventate altre: alle lance, alla picca e alla balestra vengono a sostituirsi l’arco e le armi da fuoco (cannoni, moschetto, fucile, ecc.…). Questo provoca anche un cambiamento nell’esercito: ♦ la cavalleria, che aveva la preminenza nel Medioevo passa in secondo piano dopo la fanteria, che utilizzava le armi da fuoco; ♦ aumenta la consistenza numerica degli eserciti; ♦ aumenta l’impatto della guerra sulla società. Le guerre d’Italia ne hanno aperto le strade perché i francesi che sono scesi in Italia hanno cominciato ad uccidere anche la popolazione delle città e dei villaggi. Si struttura un mondo intorno all’arte della guerra; ♦ nascono le accademie militari per formare i soldati; ♦ nasce una letteratura sul come fare la guerra, le sue tattiche, le strategie, fino ad arrivare a dei manuali. Le innovazioni tecnologiche hanno dato una spinta della colonizzazione: nel 1800 le potenze europee occidentali avevano sottomesso e colonizzato il 35% degli altri continenti nel 1914 la percentuale passa all’84% Le prime armi da fuoco compaiono a Firenze e in Inghilterra tra il 1320 e il 1330. Nella seconda metà del 1300 vengono inventate le bombarde. Nell’Italia settentrionale e nei Paesi Bassi si affinano le tecniche delle armi da fuoco. Svezia e Inghilterra si sviluppano in seguito perché inizialmente i cannoni vengono prodotto in bronzo, che si ottiene dal rame e dallo stagno e necessitavano di Paesi dove si producevano, ma erano troppo costosi e troppo pesanti. Si comincia a pensare alla sostituzione col ferro ma gli europei ancora non conoscevano la tecnica di fusione del ferro. I cannoni, quindi, venivano prodotti unendo delle stecche di ferro legate da dai cerchi, ma spesso scoppiavano. Sarà un parroco del Sussex, nel 1540-50, ad inventare la tecnica della fusione del ferro e i cannoni in bronzo cominceranno ad essere prodotti sempre meno. Nel 1629, in Svezia, si inventa un cannone piccolo, in ferro, che aiuterà l’esercito svedese a vincere quasi tutte le battaglie. Le potenze europee che acquisteranno queste armi da fuoco saranno la Spagna e il Portogallo. FLOTTE MILITARI. Gli europei conoscevano due tradizioni di navigazione e due imbarcazioni. La navigazione nel Mediterraneo era affidata alle galere fino al 1700. Il modo di solcare le acque del Mediterraneo prende il nome di cabotaggio (navigare lungo le coste per favorire i rifornimenti). La navigazione sugli oceani prevedeva la cocca, navi più facilmente manovrabili e non necessitavano di un corpo di rematori. Gli uomini del nord praticavano anche la navigazione d’altura, ovvero si spingevano in alto mare, correndo dei rischi perché i punti di riferimento erano pochi; poi dalla Cina arriva la bussola. Un altro punto di riferimento dei nord europei è rappresentato dalla stella polare, ma quando i portoghesi cominciano ad andare sempre più a sud fino ad arrivare nell’emisfero australe, si cerca un altro punto di rifermento calcolando l’angolo che si forma tra il sole allo zenit e l’orizzonte. Un’ulteriore novità, oltre ai diari di bordo, è quella della carta nautica dove si segnano le rotte marittime e prendono il nome di portolani. Una delle importanti innovazioni che viene portata a termine dalla fine del Medioevo all’inizio dell’età moderna è quella di 1. Regolare. Segue una regola, quella benedettina (hora et labora). Rientrano tutti colori che fanno parte di un ordine religioso monastico: monaci, le monache, che vivono di rendita nei monasteri o nelle abbazie. Dal XIII secolo gli ordini monastici vengono affiancati da quelli mendicanti che vivono di elemosina e creano dei conventi all’interno delle città. Nei conventi c’erano i frati e le suore. 2. Secolare. Rappresentato dai preti, che rimangono al secolo, ovvero non finiscono una parte della loro vita per iniziarne un’altra (come accadeva per i frati che abbandonano il loro nome di battesimo per assumere un nuovo nome quando entra in un ordine religioso), non cambiano il proprio nome, non devono allontanare i parenti, possono trasmette i propri beni ai parenti. MARTIN LUTERO: è un frate e appartiene ad un ramo degli ordini mendicanti, gli eremitani agostiniani (si richiamano ad una regola creata di sant’Agostino). Nasce nel 1483 nella Germania centrale ed è indirizzato dalla famiglia verso gli studi di giurisprudenza, si iscrive all’università di Beerfurth all’inizio del 1500 e nel 1505 lascia gli studi universitari per entrare nell’ordine religioso e comincia a maturare delle critiche sull’organizzazione della Chiesa. Nel 1511 fa un viaggio a Roma. Lutero continua a rimanere all’interno della Chiesa cattolica; queste sue ansie interiori fanno sì che il suo confessore gli imponga di diventare docente di teologia (1512-13) all’università di Wittenberg, Sassonia, fondata da poco (1502) e insegna partendo dal commento delle Scritture. Fa un corso sui Salmi del Vecchio Testamento e individua il Salmo 22 all’interno del quale c’è una frase che lo colpisce e avvia una riflessione che lo porterà a distaccarsi dalla Chiesa: “Dio mio, perché mi hai abbandonato”, che Cristo pronuncia quando si trova sulla croce. A fronte di un processo che lo aveva portato ad una sempre maggiore sfiducia nei confronti del cristianesimo individua, nel momento della passione di Cristo sulla croce, la congiunzione tra umano e divino e quindi il Cristo che soffre e che però ha la speranza di poter risorgere rappresenta, per Lutero, il momento del riscatto dell’umanità. L’immagine sulla croce condiziona fortemente tutta la costruzione dottrinale di Lutero e del luteranesimo, una costruzione che si basa su una visione pessimistica della natura umana che può essere salvata solo dall’aiuto di Dio. L’affissione delle 95 tesi alla porta della Cattedrale di Wittenberg nel 31 ottobre 1517 sembra non essere mai accaduta. In realtà, queste tesi sono state inviate ad amici per trovare dei consensi alla polemica che lui sentiva nei confronti dell’accumulo dei benefici ecclesiastici (l’arcivescovo Alberto di Brandeburgo, pur essendo arcivescovo di due diocesi, voleva diventare anche Arcivescovo di Magonza e l’unico modo per ottenerli era di raccogliere i soldi per poter mettere a tacere il Papa) e la pratica delle indulgenze. Le tesi sono si sono diffuse dopo che i riceventi che i riceventi le avessero stampate. SCISMA: Nel 1520 Lutero viene scomunicato dalla Chiesa di Roma da Leone X e andrà in vigore nel 1521. La distanza di sei mesi dalla proclamazione della scomunica alla sua attivazione ha delle motivazioni: l’imperatore Massimiliano I, nel 1517 era in procinto di morire e si era alla ricerca di un successore. I tedeschi non volevano Carlo V nato nei Paesi Bassi, non in Germania e che si era formato anche in un’altra tradizione. Nel 1919 Massimiliano muore ci sono altri pretendenti, tra cui il Principe rettore di Sassonia. Inoltre, Leone X non sostiene Carlo d’Asburgo ma indivia come candidato Federico il Saggio, elettore di Sassonia. Il papa, quindi non poteva scomunicare un suddito del principe che voleva diventasse imperatore del Sacro Romano Impero e Lutero continua diffondere le sue idee. La spiegazione della rottura della Chiesa e la creazione delle chiese protestanti è che alle idee di Lutero aderiscono molti tedeschi potenti che decidono di convertirsi alle sue idee, incluso Federico il Saggio. Dunque, c’è una connessione tra religione e politica. FONDAMENTI DEL PROTESTANTESIMO 1. Sola fide: il cristiano si salva solo per mezzo della Grazia di Dio. La chiesa cattolica, invece, aggiunge a questo fattore che l’uomo può garantirsi la vita eterna anche attraverso le opere buone; 2. Sola scriptura: i fondamenti del cristianesimo si trovano nel Nuovo e nell’Antico Testamento; 3. Sacerdozio universale: per Lutero non c’è più necessità di un clero che si ponga come mediatore tra il fedele e Dio, ma tutti i cristiani sono sacerdoti; 4. Libero esame: ognuno deve ritrovare all’interno di sé steso il modo migliore di agire compiendo, alla fine di ogni giorno, un esame di coscienza. Nasce la figura del pastore, che non fa parte di un ordine. 5. Battesimo/eucarestia: unici sacramenti, unici presenti nel Nuovo Testamento. Secondo Lutero, l’uomo non ha bisogno della paura della pena eterna per comportarsi bene perché c’è un faro guida: la vita di Cristo come esempio da seguire e amare non solo sé stessi, ma anche il proprio nemico. Lutero accetta che la religione sia sottoposta all’autorità statale e che la giustizia intervenga in caso dii crimini commessi dai fedeli. Negli Stati in cui si diffonde il luteranesimo si parla di CESAROPAPISMO (autorità religiosa e spirituale e il principe degli Stati luterani riveste entrambi questi ruoli) • LO ZWILNGLIANESIMO (cartina svizzera) La Svizzera si divide in cantoni ed è una delle regioni più povere. Il tasso di immigrazione è alto e gli svizzeri si offriranno principalmente come soldati mercenari. Zwingli è un prete, inizialmente entra nel clero secolare ed è cappellano militare, cioè segue le truppe durante le campagne militari per assolvere alle funzioni religiose. Partecipa alle guerre d’Italia, nel 1515 è coinvolto nella battaglia di Merigliano e accompagna le truppe mercenarie svizzere. FONDAMENTI DELLO ZWINGLIANESIMO ■ Quando torna in Svizzera comincia a subire l’influenza delle idee di Lutero e della formazione umanistica di Erasmo da Rotterdam. Questo, nel 1516, ha pubblicato una edizione del Nuovo Testamento in greco e latino, edizione capitale perché getta le basi della moderna filologia applicata inizialmente alla Bibbia. Lutero e Erasmo si scontreranno sul tema della fede e delle opere buone perché Erasmo non accetta il concetto di sola fide e difende il libero arbitrio. ■ Quando comincia la sua predicazione sulla riforma de cristianesimo, riceve ampio seguito a Zurigo (insieme a Ginevra, è la più importante città della Svizzera) presso la borghesia cittadina. Le sue idee sono ancora più radicali di quelle di Lutero; si parla di Chiese riformate e la prima è quella zwingliana di Zurigo. Lo zwinglianesimo annulla tutti i sacramenti, quindi non ritiene che la messa debba essere interpretata come la manifestazione di Dio in terra e nega la sua presenza nella celebrazione eucaristica. La messa è il momento in cui si ricorda la passione, la morte e la resurrezione di Cristo. Inoltre, decide che all’interno delle chiese riformate debbano sparire le immagini sacre e che il pilastro della celebrazione debba essere l’ascolto delle Scritture con l’aiuto di un pastore. Spariscono gli inni sacri, al contrario del luteranesimo. Né Leone X, né il suo successore, Papa Clemente VII della famiglia dei Medici scomunicano Zwingli perché dall’inizio del 1500 da Giulio II, i papi si servivano degli svizzeri come guardie personali. I religiosi svizzeri cercano degli alleati per difendere il loro culto: i cattolici trovano l’appoggio degli Asburgo, cattolici e gli zwingliani nei principi tedeschi protestanti. Zwingli propone a Lutero un incontro nella città tedesca di Marburgo nel 1529 ma Lutero non accetta di abbandonare la dottrina della consustanziazione e di annullare i sacramenti. In questo modo, però, i protestanti svizzeri indeboliscono le loro posizione anche dal punto di vista militare perché se i cattolici hanno la sponda degli Asburgo, i protestanti tedeschi intervengono in maniera molto blanda nella difesa dei protestanti svizzeri. Avvengono, tra il 1529 e il 1531, due scontri tra cattolici e protestanti nella città di Cappel e nel secondo Zwingli muore. Da questo momento si configura una convivenza tra cattolici e protestanti in Svizzera: nei cantoni a maggioranza protestante, le minoranze cattoliche possono continuare a vivere, ma non è possibile il contrario. I cantoni a maggioranza cattolica devono diventare uniformemente cattolici ma possono vivere anche in quelli a maggioranza protestante. ZWINGLIANESIMO: NESSUN SACRAMENTO CALVINISMO: 2 SACRAMENTI Eucarestia: annullata. È solo un momento di ricordo di Cristo Battesimo: il bambino è sottoposto al primo indottrinamento ed entra nella comunità religiosa. Messa: ascolto delle Scritture e no canti religiosi Eucarestia: simile allo zwinglianesimo • IL CALVINISMO Avrà il suo centro principale nella città di Ginevra, nella parte francofona della Svizzera. Giovanni Calvino ha origini francesi ed è un avvocato. Nasce nel 1509, quando il protestantesimo aveva già preso forma. È costretto ad abbandonare il suo paese nel 1534 a causa del cosiddetto affaire de placards: una mattina il sovrano religioso di Francia si stava recando in chiesa e, durante il percorso, vengono disseminati dai protestanti degli scritti che si scagliano contro la messa, come affronto alla monarchia cattolica. La conseguenza di questa sfida fu la morte di tante persone e tra queste ci sarebbe dovuto essere anche Calvino difendere la loro libertà religiosa. È una riforma non più solo dal punto di vista dottrinale, ma anche sociale e politico-militare. I CATTOLICI: la reazione della Chiesa di Roma Controriforma: non è solo un fenomeno di opposizione alla Riforma protestante. È esistita una Riforma all’interno del cattolicesimo già prima di Lutero; inoltre, la controriforma è anche un processo di modernizzazione della Chiesa e di miglioramento delle condizioni del clero. Parte con il Concilio di Trento (1540ca.) ma riceve questo nome due secoli dopo, all’interno di un manuale di storia del Sacro Romano Impero redatto da Johan Stephan Putter, docente universitario, tra il 1770 e il 1780. Putter periodizza il periodo della Controriforma dal 1555 fino al 1648. Queste due date coincidono con la pace di Augusta e la fine della Guerra dei 30 anni. CONCILIO LATERANENSE V/ CONCILIO DI TRENTO, 1512-15, da papa Giulio II Non tutti i cristiani vengono chiamati data la scissione. Questo concilio si sarebbe dovuto tenere molto prima del 1545 in un’altra città. Le due autorità coinvolte nella convocazione sono il Papa e l’imperatore. PRIMA DELLA CONVOCAZIONE, NELLE GUERRE D’ITALIA: nel 1527 avviene il sacco di Roma, dove l’imperatore Carlo V si contrappone al papa Clemente VII e rischia la vita. le truppe del Papa riescono ad uccidere il capo dell’esercito di Carlo V e i lanzichenecchi luterani, non avendo più un capo, si danno al saccheggio della città. Clemente VII, che si era alleato con la Francia, ora è costretto ad approcciarsi nuovamente all’imperatore e, nel 1530 a Bologna, per l’ultima volta, l’imperatore scende in piazza per essere incoronato dal Papa. Carlo V cerca di convincere Clemente VII a convocare un Concilio, senza esiti positivi; ci prova anche con il suo successore, Paolo III dei Farnese. Vengono individuate delle sedi per la convocazione del Concilio, ma saranno scartate: i. Vicenza: nella Repubblica di Venezia, neutrale; ii. Mantova: capitale del Ducato di Mantova, Stato indipendente appartenente ai Gonzaga. È un feudo imperiale e si prefigurerebbe un influsso maggiore dell’imperatore nel Concilio; iii. Trento: non è italiana. È un principato ecclesiastico e fa parte del Sacro Romano Impero ed è stata scelta perché è uno Stato con a capo un ecclesiastico, il principe-vescovo di Trento. FASI DEL CONCILIO: 1545-1563. VIVE 3 FASI: 1. 1545-1548 - Papa Paolo III; - combattere l’eresia protestante; 2. 1551-1552 -Papa Giulio III; -combattere l’eresia protestante; 3. 1562-1563 -Papa Pio IV; -miglioramento delle condizioni spirituali e morali della Chiesa; -riaffermazione dei 7 sacramenti; -Scritture e tradizione; -mantenere la mediazione del clero; -centralità delle opere buone accanto alla fede; -si abbozza il tema della residenza dei vescovi (di diritto divino per e vescovi stranieri) -riaffermazione della transustanziazione; -residenza dei vescovi; -riforma disciplinare; -si riconfermano le tesi dottrinali antecedenti; -residenza dei vescovi (Carlo Borromeo); -vescovi: visite a conventi, monasteri e parrocchie delle loro diocesi; - sinodi diocesani; -visite ad Limina; -problema dei preti concubinari; -erezione dei seminari; -comunione sotto le due specie (bocciata); -matrimonio: tametsi 1. All’intero del Concilio vengono convocati tutti i vescovi della cristianità e la Chiesa invita anche i rappresentati dei principi secolari, laici. I vescovi sono italiani tranne due spagnoli, un inglese, un francese e un tedesco. Il Papa Paolo III non partecipa personalmente al Concilio ma manda dei suoi legati (due di loro diventeranno papi: Giulio III, che convocherà la seconda fase del Concilio, e Marcello II). Due sono i propositi: combattere l’eresia protestante e il miglioramento delle condizioni spirituali e morali della Chiesa cattolica. La prima sarà trattata nelle prime due fasi, mentre della seconda se ne parlerà solo nella terza fase del Concilio. Per Carlo V il Concilio significava la volontà di superare la frattura e ricomporre l’unità del cristianesimo e del suo impero, ormai frammentato. RELIGIONE E POLITICA SI UNISCONO. Paolo III, invece, ammette la divisione dell’Europa e punta a combattere il protestantesimo e a convertire i protestanti non cercando dei compromessi con le definizioni dottrinali dei protestanti, ma riaffermando nettamente i fondamenti del cattolicesimo. DECISIONI: • riaffermazione di tutti i 7 sacramenti; • contro i protestanti che sostenevano che bisognasse riferirsi solamente a quello che c’era scritto nelle Sacre Scritture, il Concilio sancisce che accanto alle scritture è fondamentale la tradizione, cioè tutto quello che i padri della Chiesa (Ambrogio, Agostino, ecc.) e i teologi hanno affermato sui fondamenti del cristianesimo. • Ciò porta a mantenere la mediazione nel clero sia per l’amministrazione dei sacramenti, sia per la spiegazione dei fondamenti del cattolicesimo. • C’è la riconferma della centralità delle opere buone accanto alla fede. • Si comincia a porre il tema della riforma disciplinare, proponendo un tema che porterà a un disaccordo tra i partecipanti: la residenza dei vescovi. Una delle critiche dei protestanti sulla chiesa cattolica era che i vescovi cattolici vivevano a Roma e non si recavano a risiedere nelle diocesi a loro assegnate dal Papa. E questo portava ad una maggiore difficoltà nella gestione delle loro diocesi data la distanza. I padri conciliari stranieri tentano di dichiarare la residenza dei vescovi di diritto divino, ovvero il Papa non poteva dispensare un vescovo dal recarsi nella sua diocesi e rimanere a Roma perché dovrebbe ottenerla solo da Dio. Papa Paolo III, però, rifiuta perché avrebbe indebolito l’autorità del Papa e aumentato quella del Concilio. Durante i primi tre anni del Concilio, nel 1547, Carlo V sconfigge la Lega di Smalcalda nella battaglia di Munlberg. I principi protestanti di Sassonia e Assia, pilastri della Lega e convertiti al luteranesimo, vengono sconfitti dall’imperatore. Carlo V, avendo sconfitto i protestanti, ha la possibilità di obbligarli a recarsi a Trento e di partecipare alle sedute del Concilio. In quell’anno, però, si diffonde la notizia dell’arrivo di un’epidemia di peste e diventa il pretesto grazie al quale Papa Paolo III decide di trasferire il Concilio da Trento a Bologna per evitare l’incontro tra i padri conciliari e i protestanti (1547-1578). Scegli Bologna perché fa parte dello Stato pontificio. Pochi mesi dopo, però, sia perché Carlo V non è riuscito ad ottenere il suo risultato, sia perché Paolo III è molto vecchio, anche questo spostamento fallisce e si chiude la prima fase conciliare. 2. Passano alcuni mesi in cui i cardinali cercano un successore per Paolo III e lo trovano in Giulio III. Questa seconda fase si riapre a Trento e vede una maggiore affluenza di vescovi europei dalla Germania e dovrebbero arrivare anche i protestanti, sotto la spinta dell’imperatore. I padri cattolici riuniti a Trento bloccano qualsiasi possibilità di accordo, riaffermando con forza la dottrina della transustanziazione. Si stabiliscono due partiti: quello filo-papale, di cui fanno parte soprattutto i vescovi italiani ; e il partito imperiale, composto dai principi tedeschi e dai vescovi spagnoli. questo secondo partito tira fuori nuovamente il tema della residenza dei vescovi e della riforma disciplinare della Chiesa, senza alcun risultato. Anzi, nel 1552 i principi protestanti della ricostituita Lega di Smalcalda sconfiggono Carlo V. Questa sconfitta lo porta ad abdicare e dividere il suo impero. Nel 1555 è siglata la Pace di Augusta, sottoscritta da Ferdinando, fratello di Carlo e re dei romani, rappresenta l’impero nei territori germanici. È riassunta dall’espressione latina “cuius regio eius et religio”: ogni entità statuale abbraccerà la fede religiosa del proprio principe naturale. A differenza degli svizzeri, dove i protestanti potevano accogliere i cattolici e non viceversa; qui si stabilisce che ogni Stato deve avere una sua uniformità religiosa. L’unica eccezione è il Brandeburgo Prussia, dove la dinastia 3. L’Inghilterra diventa lo Stato insulare per eccellenza e che farà fallire tutti i tentativi egemonici dei sovrani europei continentali (Carlo V, Filippo II, Luigi XIV, Napoleone). Qui regna Elisabetta I. In questo periodo è una potenza molto più debole della Spagna, ma nel 1588 a fronte di un’enorme flotta spagnola (l’invincibile armata) guidata da Filippo II, che voleva conquistare l’Inghilterra con una flotta di 150 galeone contro circa 30 navi inglesi. L’invincibile armata, pero, è stata costretta a combattere nel canale della Manica, dove si è trovata in difficoltà contro le piccole navi inglesi e va incontro alla sconfitta. OLANDA: IL PRIMO STATO DELLA STORIA MODERNA Il suo nome corretto sarebbe Repubblica delle sette corone unite. Non è democratica, ma oligarchica e il potere non era solo della nobiltà, anche del ceto mercantile. È divisa in due parti: quella meridionale, spagnola (Paesi Bassi spagnoli) e quella settentrionale, indipendente. Questa indipendenza è unilaterale, ovvero è uno Stato che si crea senza il riconoscimento delle altre potenze europee, che arriverà nel 1648. È formata da sette province e l’Olanda è la più importante, ma ci sono anche la Zelanda, la Gheldria, la Signoria di Utrecht a sud e formano la parte più ricca; a nord ci sono l’Overijssell, Groninga e la Frisia, la più povera di tutte. Nel 1579 si uniscono nell’unione di Utrecht e nel 1581 danno vita al nuovo Stato, la Repubblica delle Sette Province Unite. La motivazione della rivolta dei Paesi Bassi settentrionali al dominio spagnolo è dovuta dalla diffusione delle idee protestanti: il luteranesimo viene velocemente soppiantato dall’anabattismo e poi dal calvinismo. L’attivismo del calvinismo è la causa dell’opposizione violenta al dominio spagnolo che vorrebbe la loro riconversione forzata. È un piccolo Stato ma molto ricco sia per il settore primario, ovvero l’agricoltura, sia per il settore secondario, nell’ambito manifatturiero e anche nel settore terziario, ovvero nel commercio. La Repubblica sostituisce dal punto di vista commerciale il Portogallo e la Spagna. Gli olandesi si sostituiscono fisicamente soprattutto ai portoghesi sia nel nuovo mondo, sia in Africa e Asia. Mentre in Africa prendono il possesso di tutte le basi commerciali portoghesi; nel nuovo mondo, si insediano in Brasile e in Nuova Amsterdam (che diventerà Nuova York quando gli sarà sottratta dagli inglesi). Questo impero commerciale si gestisce creando delle compagnie commerciali. Gli olandesi le dividono in due tronconi: i. uno che gestisce le Indie occidentali. Nasce nel 1621e gestisce il commercio dello zucchero (tipico del Brasile), caffè e pellicce . ii. uno che gestisce le Indie orientali. Nasce nel 1601 prima per il commercio delle spezie (tipico del Portogallo). Gli olandesi aggiungono altre invenzioni. Nel 1608 viene fondata la prima borsa merci e valori d’Europa e nel 1609 viene fondata la prima banca nazionale europea. Questi ultimi due nascono ad Amsterdam, città più importante della Repubblica e che sarà sede di 200 mila abitanti alla fine del ‘600, come effetto dei traffici commerciali. Sostituirà Anversa come base commerciale. In Oriente e nell’arcipelago indonesiano, gli olandesi acquisiranno dei punti di appoggio sulle coste e si sposteranno anche verso l’entroterra e metteranno a coltura questi territori con delle piantagioni di caffè. È un colonialismo a metà tra quello portoghese (come punti di appoggio) e quello spagnolo. Quando i portoghesi vengono cacciati dall’Impero giapponese, gli unici europei che sono legittimati a commerciare con i giapponesi dal 1630 saranno gli olandesi, ai quali verrà costruita un’isola artificiale di Deshima davanti al porto di Nagasaki. POLITICA COMMERCIALE OLANDESE Ci sono due differenti tipologie di commerci: ■ Mare chiuso: il filosofo olandese Ugo Grozio nel 1609 scrive il trattato “Mare Liberum”, dove sostiene la necessità dell’assoluta libertà di portare avanti i traffici commerciali all’interno dei territori coloniali. Questo vale solo per gli altri mondi fuori dall’Europa; all’interno gli olandesi sono fautori di una restrizione dei traffici commerciali che viene teorizzata nel Mare aperto. È l’incarnazione del liberismo assoluto dei traffici commerciali ■ Mare aperto: l’inglese John Seldem risponde a Grozio nel 1635 con il trattato “Mare clausum” in cui sostiene che le potenze europee devono avere diritto di proprietà sulle acque circostanti il loro Paese e su quelle circostanti le loro colonie. Adotta una politica restrittiva del commercio. Nel 1620-30 nasce il giornale, inizialmente di carattere economico e poi di carattere politico e sociale. Inoltre, il ‘600 è conosciuto come secolo del mercantilismo e solo l’Olanda attua una politica economia innovativa che si muove in direzione del liberismo. Il mercantilismo trae la sua origine dalla contingenza che si crea nell’Europa dalla fine del ‘500 e l’inizio del ‘600: dopo una fase espansiva durata dalla metà del ‘400 fino al ‘500, l’Europa va incontro ad una fase di recessione economica dovuta alla rinnovazione delle epidemie di peste, di carestie, dalla condizione permanete di guerre. Questa fase prende il nome di “CRISI DEL ‘600 (ultima fase del XVI secolo-1670), con l’eccezione dell’Olanda. La ricchezza di un Paese si basa sul quantitativo di moneta preziosa circolante. La politica deve fare affluire la maggiore quantità di moneta preziosa dall’esterno piuttosto che farla uscire, dunque dovrà aumentare l’esportazione e porre dei dazi sulle importazioni. Si parla di un NAZIONALISMO PROTEZIONISTICO.
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