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STORIA MODERNA dalla scoperta dell'America alla rivoluzione francese, Appunti di Storia Moderna

appunti chiari e precisi sull'esame di Storia Moderna con il professor MARCOCCI

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 20/01/2018

fraagrossi
fraagrossi 🇮🇹

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Scarica STORIA MODERNA dalla scoperta dell'America alla rivoluzione francese e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA 1) INTRODUZIONE GENERALE March Bloch → storico ebreo della prima metà del ‘900. Formazione repubblicana. Egli vive in Francia quando i nazisti erano in Francia. · cercare di costruire la mentalità collettiva degli uomini del passato; · scrisse un grande libro sul falso (per comprendere il passato bisognava comprendere il falso, gli inganni) Lo storico prende sul serio l’idea della DISTANZA con gli uomini del passato. Ci fa capire da dove si viene e l’idea dell’incertezza. Molto spesso, nel corso della storia, gli uomini si sono illusi. “La storia è la scienza degli uomini →non i re, ma essere qualunque- del tempo.” M. Bloch Lo storico è interessato al tempo in quanto il rapporto tra ciò che viene prima e ciò che viene dopo è importante per spiegare le cause. La storia può essere definita il modo in cui le domande degli storici ordinano i punti di fatti accaduti. 1450-1800 PERIODIZZAZIONE→ ci si occupa di un certo arco di tempo. I MODULO → 1400-1650 II MODULO→ 1650-1800 2) UNO SGUARDO SUL MONDO DEL QUATTROCENTO Il ‘400 per molti viene considerato ancora Medioevo, è un secolo molto complesso, identificato come un periodo di transizione. Dalla prospettiva europea il ‘400 è il secolo in cui l’Europa si riprende dalla peste nera che c’era stata nella metà del ‘200. Uno degli elementi in cui si vede la rinascita del ‘400 è la progressiva urbanizzazione. La società medievale è ancora una società tutta rurale; la peste segna il ritorno nelle città. L’Europa del quattrocento è ancora divista in tanti poteri, non ha ancora visto emergere le grandi monarchie, o meglio, alcune di queste esistevano già, ma occupavano territori molto ridotti. L’emergere dei poteri signorili/figura principesca può essere considerato lo strumento politico per unificare territori vasti. Il quattrocento europeo, quindi, è una storia di equilibrio tra tanti piccoli poteri che si fanno guerre tra loro che durano molto. Ma perché durano tanto le guerre? Perché sono società abituate al conflitto; sono molto lunghe in quanto non vi è un equilibrio tra i diversi poteri. La modernità è una serie di conquiste dal punto di vista politico, giuridico, economico. (IL PRINCIPE DI MACHIAVELLI→ l’origine della modernità politica) La peste nera che si diffuse in Europa aveva avuto origine in Asia. Riuscì ad arrivare in Europa in quanto vi era uno scambio tra le due. Sarà Cristoforo Colombo, nel 1492, che mette su l’impresa di poter essere finanziato nel suo viaggio per arrivare nelle Indie ed incontrare il Gran Can, l’imperatore mongolo. Colombo, come la maggior parte degli europei, immaginava che il Gran Can avesse un potere assoluto, ma in realtà questo valeva nel secolo precedente. (senso della distanza) Da dove veniva l’attrazione per l’Asia? Nel quattrocento l’Europa, l’Asia, l’Africa e l’America non avevano rapporti. Solamente con Colombo arriverà la svolta. Marco Polo era un veneziano che alla fine del ‘200 compirà un viaggio da mercante. Ciò che attira gli europei sono alcune cose che vengono dall’Asia, come per esempio le spezie, che possedevano un valore finanziario, un bene raro che veniva usato molto sia per insaporire i cibi, che per conservarli. I tessuti, i manili le ceramiche attiravano gli europei. L’Asia emerge così come un grosso mercato pieno di beni lussuosi. Quest’attrazione porta mercanti come Colombo ad intraprendere questo lungo viaggio, anche sotto testimonianza di Marco Polo nel “Il Milione”. Nei primi del trecento Marco Polo trasmette in Europa un’immagine dell’Asia potentissima. Una popolazione dell’Asia interiore riesce a sottomettere al suo potere una vastissima parte dell’Asia: è proprio di quella Cina lì che parla Marco Polo. Dal trecento, genovesi e veneziani hanno colonie nel Mar Nero. L’età della PAX MONGOLICA. I mongoli fanno sì che l’Asia abbia un secolo e mezzo, attraversato dal commercio, fatto di canali sicuri. Tamerlano è una figura che è stata trasformata in negativo da racconti . Egli è un sovrano, come altri imperatori mongoli; eredita la tradizione politica dei mongoli e tenta, da un’area più meridionale dell’Asia, di ricostituire l’impero mongolo contro il potere di un altro gruppo dell’Asia centrale, i Turchi, una popolazione nomade, mentre dall’altro lato va contro la nuova dinastia cinese. 1368: finisce impero mongolo e nasce la dinastia dei Ming (1368-1644) Tamerlano nel 1403 infligge una sconfitta durissima ai turchi, però due anni dopo egli muore dopo aver guidato il suo esercito ai confini della Cina. Nel 1405 muore combattendo col sogno di riunificare l’antico impero mongolo. Quindi, per concludere, questo disegno politico di Tamerlano s’infrange. Gli imperi che nascono nel corso del quattrocento sono gli imperi asiatici. Al tempo stesso, la Cina, avendo resistito all’invasione di Tamerlano, dal 1405 l’imperatore Ming affida all’ammiraglio Zheng He una serie di spedizioni navali nell’Oceano Indiano. Il suo è un viaggio di assoggettamento di tipo commerciale dei principali porti dell’oceano indiano. Nei primi decenni del quattrocento, i portoghesi iniziano a fare un piccolo passo verso l’Africa. Nel 1433 l’imperatore cinese metterà fine a queste spedizioni per ragioni di carattere economico. TRE PRINCIPALI IMPERI ALL’INIZIO DEL 1500: IMPERO OTTOMANO, SAFOVIOLE EMPIRE, MUGHUL EMPIRE (alcuni sovrani sono islamici). L’impero ottomano non è solo, è posto a cavallo tra tre continenti: l’Europa orientale, il nord Africa e l’Asia. L’Europa sarà molto connessa con l’impero ottomano. 3) LE ESPLORAZIONI OCEANICHE E LA NASCITA DEGLI IMPERI MODERNI Scoperte geografiche → parola che indica l’assunzione di un punto di osservazione. Le scoperte sono le nozioni che hanno descritto la storia in un’ottica europea. Esplorazioni oceaniche→ termine più neutro, non basato solamente sull’ottica europea. Il Rinascimento, però, è stato scollegato da una precisa geografia. Secondo Burkhardt, le città italiane erano il centro per il loro potere, ma anche per la loro attività nella vita pubblica. Ma vi erano anche altri stati collocati in Olanda. Huizinga (artista olandese) affermava che considerare l’altra area europea, non portava a trovarsi davanti ad un mondo nuovo, ma ancora il mondo del Medioevo. Quello che vedeva B. era un’esagerazione, non aveva una nuova dimensione di loro, gli individui olandesi. E’ da allora che s’inizia a vedere il Rinascimento come un movimento che si manifesta in alcune regioni europee (metà del ‘400, primi ‘600) e che fa emergere caratteristiche diverse in base ai luoghi in cui si sviluppa. Uno storico più recente, Burke, ha scritto che ogni espressione di questo movimento ha caratteristiche proprie. Presta attenzione alla complessità delle traduzioni nel Rinascimento. Al centro del Rinascimento→ mettere da parte l’eccessiva idealizzazione. Il Rinascimento è pieno di modi diversi di pensare. Ha un rapporto molto forte con la religione. Un autore che rincarna il Rinascimento è Lorenzo Valla. Il potere secolare della Chiesa (anche di territori non temporali) era giustificato dal fatto che Costantino avesse donato dei territori/terreni alla Chiesa. Il documento della donazione di Costantino è un falso. Solo Lorenzo Valla lo dimostrerà; è il manifesto di un atteggiamento di una certa tradizione umanistica (maestri di grammatica latina). Egli scrive un manifesto sulla falsa donazione di Costantino e la dimostra con vari argomenti: 1. la lingua con cui era scritta era un latino tardivo; 2. nelle monete, che egli possedeva, che erano state attribuite a Costantino non si riferisce mai alla donazione; 3. inoltre tutte le informazioni descritte nella donazione non trovavano riscontro. Lorenzo Valla, in quel periodo, stava inventando la filologia, lo studio di un testo antico. Questo studio rigoroso di testi antichi è alla base del Rinascimento. Il R. è un atteggiamento centrale per cui l’acquisizione delle conoscenze era stata raggiunta nel mondo classico. La lingua assume, così, un’importanza centrale, soprattutto il latino, seguito successivamente dal greco. Nel 1453 Costantinopoli cade in mano agli ottomani e l’Italia si trova al centro di un processo dell’uso del latino corretto, ma si trova anche ad affrontare le conoscenze del greco. Applicare il metodo di Valla anche nel greco. E’ l’epoca in cui nasce anche la stampa (Germania), che diventerà una grande alleata di questa disciplina, la filologia, e avere quindi, la possibilità di avere edizioni a stampa. Tutta la cultura degli uomini di quest’epoca, non solo in Italia, ma anche in tutta Europa, si manifesta in una febbre nella ricerca di manoscritti antichi per mettersi in contatto con i grandi classici dell’antichità (es: lo storico Tito Livio.) Questo atteggiamento non riferisce più solamente ai i testi, ma sfocia anche nell’arte. S’inizia, così, a ricopiare delle opere; questo lavoro di scavo nel passato è la base dei grandissimi maestri del Rinascimento. Questo rapporto con l’antico, però, ha delle ricadute complesse, ovvero il problema posto dal Nuovo Mondo, anche la POLITICA. Cosa era possibile imparare della politica dagli antichi? 1. NUOVO MONDO 2. POLITICA 3. RELIGIONE → PROBLEMI RINASCIMENTO Il mondo del Rinascimento è un mondo costantemente in guerra. La religione è un altro problema: la visione del cristianesimo è importante per comprendere l’importanza della riforma protestante. 1. NUOVO MONDO → tra i testi che entrano in circolazione grazie ai Greci che arrivano da Costantinopoli, vi è la saggezza del geografo Tolomeo. Le esplorazioni disegnano quel vecchio mondo ridefinito in chiave moderna da Tolomeo; per esempio l’Africa era circumnavigabile, una novità di cui non si prende coscienza subito, in quanto si prestava più attenzione all’antico che al nuovo. Dopo aver avuto la certezza di essere arrivati in una terra sconosciuta, si comincia a mettere in dubbio il fatto che gli antichi non conoscessero il Nuovo Mondo come il VI libro dell’Eneide. Presero a descrivere, quindi, il Nuovo Mondo secondo delle categorie che venivano utilizzate nel vecchio. Il termine SILVESTRES (selvaggi), era utilizzato per descrivere colore che venivano dai boschi, istruendo, così, una differenza tra abitanti di nuovo mondo e quelli di vecchio mondo. Ma come mai nella Bibbia non si parla di tutto questo? E’ proprio da qui che nascono tutte le diverse interpretazioni, inoltre si mette in discussione la figura di Adamo. Il Rinascimento, quindi, reagisce in maniera variegata all’antichità, ma anche alla novità. 2. POLITICA → la politica basata sulla morale faceva parte del Medioevo. Nel Rinascimento con le guerre che vi erano in Europa, foggiava la lettura degli antichi, come Machiavelli. Egli osserva la tradizione europea dei piccoli poteri e l’emergere delle grandi monarchie. Egli può essere considerato un grande testimone; mette al centro l’osservazione della realtà, m anche il continuo confronto con gli antichi, in particolare con i romani, che egli conosce attraverso Tito Livio. Machiavelli sgancerà la politica del “dover essere” e comincerà a descrivere concretamente alcune situazioni, quindi passare all’”essere”. Inoltre egli afferma che il problema della sua epoca, il motivo per cui gli stati sono così deboli, deriva dal fatto che non esista più una religione civile che vi era, invece, al tempo dei romani, sostituita ora dal cristianesimo. Un cristianesimo in cui i valori spingono a conquistare il paradiso e non a pensare a cosa succede veramente in terra, ad impegnarsi per la gloria terrena. 3. RELIGIONE → Machiavelli si schiera contro il Papa, per la sua dimensione temporale che impedisce l’unificazione dell’Italia: il Papa è troppo grande e troppo potente. Il suo attacco, quindi, si estende alla Chiesa e al suo potere temporale. Eppure il rapporto con la religione nel Rinascimento è molto importante, perché la filologia che veniva applicata ai testi antichi viene applicata anche alla Bibbia, la quale era scritta in un latino molto complesso. In una cultura dell’interpretazione del testo emergono delle figure che permettono di tradurre la versione originale in un latino più affidabile. Ciò la chiesa lo vede come un attacco; nel 1510-20 iniziano ad uscire Bibbie riscritte in un nuovo latino e allo scoppio della riforma protestante non si sa più quale sia l’autentica versione della Bibbia. 5. L’EUROPA DIVISA DALLA RIFORMA E DALLE GUERRE Si parla di restaurare l’antico ciò a cui si attribuisce una purezza originale→ atmosfera primi ‘500. L’elemento che è nuovo è il modo in cui si guarda al passato. La Riforma Protestante scosse la storia europea. E’ un atto di rottura con il Papa, quindi può essere definita una grande frattura all’interno del cristianesimo, all’interno della cristianità europea che nel Medioevo era stata concepita come unitaria. La religione, quindi, ha un’importanza centrale. Il luogo d’origine della R. P. è la Sassonia, in cui troverà rifugio un monaco agostiniano Martin Lutero (1517). La prima parte della storia della Riforma è la vicenda tedesca. C’è un atto di rottura nei confronti del papato e poi vi è la scomunica del Papa nei confronti di Lutero. La Riforma inizia ad insistere sul Sacro Romano Impero, in cui il capo era anche il garante dell’unità cristiana e ne faceva un elemento di forza. La rilevanza europea di questa frattura è data dal contrasto con il papa e anche dal sacro romano imperatore del 1519 diventa Carlo V, che era già re di Spagna. Si rappresenta come l’autorità massima, il garante di un certo ordine politico. La Riforma si distingue in diverse correnti, perché il pensiero di Lutero, da altri teologi faranno delle variazioni sulla sua dottrina, la più importante è quella di Giovanni Calvino. La dottrina di Lutero si diffonde sul mondo che parla tedesco, quella di Calvino nel mondo francese. Vi è poi la vicenda inglese, che nel corso del 500 che s’intreccia con le dispute della Riforma. Con la Riforma c’è la prima grande frattura del cristianesimo occidentale, che s’intreccia con le guerre e costituisce una distinzione tra Europa cattolica e quella protestante. Contenuto dogmatico e conseguenze sociali. La società moderna è una società in cui il rapporto con il sacro permea tutta la vita, per guadagnare la salvezza eterna. Alla fine del ‘400 vi è una crisi profonda della Chiesa, legata alla corruzione morale e materiale. Significava che il clero che non assolveva i compiti che gli erano attribuiti, scarsamente presente nelle chiese, luoghi di frequentazione continua. L’assenza dei preti o la loro confusione, sono un prodotto del Concilio di Trento, che si riuniva in determinate occasioni. Sia all’interno del clero che all’interno del papato erano presenti delle istanze di Riforma, rispetto all’ordinamento tradizionale della Chiesa. Nascono delle confraternite in cui s’inizia a leggere la Bibbia in volgare. La lettura in volgare ci dice qualcosa di un tentativo di autorganizzazione. All’interno anche delle autorità ecclesiastiche viene riunito nel 1512 un importante concilio, Concilio Laterano V, con l’obiettivo di riformare le istituzioni della Chiesa. Questi proclami erano delle richieste che però non si traducevano in realtà. Siamo in un’epoca in cui dal 1494 l’Italia è attraversata da guerre dall’invasione delle truppe francesi guidate da Carlo VIII. La morte di Lorenzo il Magnifico porta allo schieramento dell’Italia con i grandi signori del tempo(SPAGNA FRANCIA). L’Italia, quindi, diventa un luogo in cui combattono anche i Papi (Giulio II che decide di combattere egli stesso). La richiesta di una Chiesa più spirituale stride con quest’immagine. La protesta di Lutero (1517 RIF. PROT.) è condivisa da molti fedeli e molti ecclesiastici. Lutero rimane profondamente deluso dalla realtà che le viene presentata, anche in Germania assiste all’acquisto delle indulgenze, l’acquisto di un perdono che permetteva di liberare l’anima da tutti i peccati. Alla fine del ‘400 vi era un’inflazione dell’uso delle indulgenze, che erano diventate in mano ai delegati pontifici uno strumento di arricchimento. Esiste una sorta di economia della salvezza. Tutto questo sommergeva la fede. Lutero protesta per questo. Lutero è un monaco agostiniano: la sua appartenenza si rifà a SANT’AGOSTINO DI IPPONA, un pessimista convinto che gli uomini non hanno nessuna possibilità di salvarsi da soli. Gli uomini sono una massa di dannati, intimamente malvagi, soltanto la grazia di Dio potrà salvarli. Lutero è un monaco educato secondo questa tradizione e, in un’epoca in cui salvezza significa per molti comprare le indulgenze, egli è profondamente pessimista. Secondo la dottrina tradizionale della Chiesa la salvezza si otteneva con il fare buone azioni, ma anche l’intensità con cui si credeva, l’intensità della fede, grazie anche alla mediazione dei Santi tra uomo e Dio, l’uomo potesse muovere Dio a dargli una mano a salvarsi. Tutto questo aveva come ricaduta un sacramento, la confessione, momento in cui i peccati venivano cancellati e il potere apparteneva soltanto al clero per assolvere dai peccati. Anche se la confessione in quest’epoca era qualcosa di molto strano. La religione è qualcosa di molto sociale, in quest’epoca; il peccato più grande è quello di ira, quando ci si odia tra fazioni diverse. La religione era anche uno strumento per pacificare. Dopo il Concilio di Trento, invece, si mette al centro l’individuo, costruendo un’altra idea di società cristiana. Lutero di fronte a questo scenario prova a lanciare una voce, che sposta l’attenzione sul dramma dell’uomo che è peccatore e non è in grado di salvarsi. Egli sostiene che il clero abbia il potere di mediazione, l’unica fonte di salvezza l’affermazione della fede. Dopo aver ridefinito i punti della dottrina, si passa al riordinamento all’interno della Chiesa: 1. l’obbligo della confessione annuale è importante in quanto altrimenti si viene scomunicati; 2. rieducare il clero. Vengono inventati dei seminari come luogo di formazione per il clero; 3. viene riorganizzato il sistema di controllo delle visite pastorali; 4. emissione dell’indice dei libri proibiti. Il Concilio proibisce la lettura della Bibbia in volgare. L’inquisizione organizza delle spedizioni per controllare le biblioteche. Si cerca, quindi, di ridefinire la cultura cattolica che riparte dalla centralità della teologia di San Tommaso D’Aquino e Aristotele, che forniva le basi di tutte le conoscenze. Grandi agenti della Controriforma sono i gesuiti, che si pongono come ordine, come milizia del Papa. Il Papa uscirà dal Concilio rafforzato, in quanto avocano a sé le interpretazioni di quest’ultimo. Il pontefice ritorna ad essere la guida della Chiesa, ma anche colui che è superiore al consiglio. L’autorità del Papa è, quindi, intoccabile. La fase della Controriforma è anche la fase dei papi inquisitori (tre capi dell’inquisizione). La nozione dell’individuo nel 1400-500 acquista sempre più forza. Sempre più la Chiesa sposta la sua attenzione dall’ira alla lussuria, alla vita sessuale, in quanto deve rispondere alla riforma di Lutero. Il matrimonio diventa parte della Chiesa in questo periodo, dopo il Concilio. Sta diventando un processo di ridefinizione, è anche una società molto devota(santi, confessioni e liturgie), tutto ciò per riacquistare conoscenza. Si lega a tutto questo anche il progetto missionario. Le missioni religiose, in cui i protagonisti sono i gesuiti, i francescani.. ecc. avviano un processo di conversione per quanto riguarda le popolazioni del Nuovo Mondo, in particolare nell’America latina. I missionari, nel convertire popolazioni diverse, adottano un atteggiamento diverso, chiamato STRATEGIA DI ADATTAMENTO. E’ un momento di grande scambio culturale con le culture non europee. L’età Moderna, per concludere, è segnata dalla frattura tra cattolici e protestanti. 7) VERSO UN’EUROPA PROTESTANTE • Mondo germanico→ luterano • Francia protestante→ calvinista (ugonotti) • Scandinavia protestante→ luterana • Europa orientale→ situazione composita • Caso inglese→ rottura con Roma per motivi prima di tutto politici ed in seguito ecclesiastici con conseguente fondazione della Chiesa anglicana che si avvicinerà sempre di più al calvinismo INGHILTERRA L’Inghilterra nasce come regno tradizionalmente cattolico, colpito in seguito da un progressivo avvicinamento alla dottrina calvinista. Ciò non avverrà però solo a cause dei famosi matrimoni di Enrico VIII, in quanto si era già ricorso a decime ecclesiastiche(tributo generico gravante sui fedeli) e si era in procinto di organizzare un progetto politico ben preciso, mirato all’allontanamento da Roma. Tali eventi porteranno nel 1534 allo SCISMA ANGLICANO. In questo momento la proposta confessionale (confessione=professione di fede) anglicana lascia, infatti, i principi cattolici, ma sostituisce la figura del Papa con quella del monarca, con l’Arcivescovo di Canterbury come guida spirituale. La Chiesa d’Inghilterra trasforma, effettivamente, la sua dottrina con Edoardo VI (figlio di Enrico VIII)che, alla metà del cinquecento, nel suo breve regno, segnerà il passaggio definitivo al calvinismo attraverso il “Book of Common Prayer” ed i “Quarantadue articoli di fede della Chiesa anglicana”. Spodestata Jane Grey dal ruolo di regina, (che durò solo nove giorni) Maria I Tudor seguirà il fratellastro Enrico VI sul trono, reinserendo la dottrina della Chiesa d’Inghilterra. Al di fuori del mondo germanico e scandinavo, nel resto d’Europa l’affermazione della Riforma protestante scatena guerre violentissime dovute anche all’atteggiamento dei monarchi a riguardo, pronti al conflitto pur di valere sui loro nemici. Nel caso inglese non vi è una vera e propria guerra, piuttosto una fortissima repressione. Maria I verrà, infatti, conosciuta col soprannome di “BLOODY MARY”, avendo mandato sul rogo centinaia di protestanti calvinisti già degli anni 50 del cinquecento (gli stessi anni dell’inquisizione in Italia). Maria I sposò il cattolicissimo Filippo II di Spagna mandando al popolo un chiaro messaggio sulla confessione a cui l’Inghilterra avrebbe dovuto aderire sotto di lei. A seguire il breve regno di Maria I, durato solo cinque anni, fu Elisabetta I Tudor che regnò per quasi un cinquantennio. Elisabetta I è, contrariamente alla sorella, apertamente calvinista. Sebbene questa sia una scelta sentita e per cui rischiò anche la vita, è chiaro che Elisabetta avesse in mente un preciso schema politico. Infatti Elisabetta sa bene che il calvinismo sta dilagando nel pese, soprattutto in Scozia, grazie alla predica di John Knox, il che avrebbe rappresentato un rischio di guerra di religione fin troppo grande. Con il suo lungo regno, Elisabetta, ha così il tempo di ripristinare la dottrina calvinista e di calmare la fazione cattolica senza ricorrere alla forza. Tuttavia Filippo II, vedovo di Maria I, tenta senza successo di chiedere Elisabetta in moglie, continuando il suo piano cattolico in Inghilterra. Elisabetta è, però, ferma nelle sue scelte e nel 1570 viene scomunicata da Papa Pio V (famoso papa inquisitore). La regina porterà avanti anche una breve persecuzione dei cattolici, ma mai con la stessa violenza usata dalla sorella contro i protestanti. ORDINE e PACE è ciò a cui mira Elisabetta nel suo regno. Per evitare che alla sua morte il paese cadesse in una crisi di successione, per Elisabetta, che non ebbe eredi, l’unica scelta possibile sarebbe dovuta ricadere su Maria Stuarda che tuttavia era cattolica. Elisabetta fece, così, una scelta a lungo sofferta: giustiziare Maria Stuarda, una regina incoronata nel nome di Dio, e lasciare il trono a Giacomo I, figlio di Maria Stuarda, rieducato secondo il credo protestante. Giacomo I salirà sul trono d’Inghilterra nel 1603, rimanendo, però, anche re di Scozia, con il titolo di Giacomo VI di Scozia. E’ sotto Elisabetta e Giacomo che la potenza marittima inglese assume un forte potere, dovuto principalmente a due motivi: 1. nel 1577 Francis Drake, suddito di Elisabetta, circumnaviga l’Africa per la seconda volta dopo Magellano; 2. nel 1588, gli spagnoli tentano di invadere l’Inghilterra con l’Invincibile Armata che subisce una dura sconfitta, segnando la simbolica avanzata del dominio inglese che fonderà nel 1067 la prima colonia stabile: Jamestown(in Virginia), nell’America del Nord→ inizio della colonizzazione inglese. Tali eventi segnano la nascita del Rinascimento inglese, più tardivo rispetto al resto d’Europa, ma non per questo meno significativo: oltre ai grandi nomi dei monarchi, è questa l’epoca di Shakespeare, Marlowe e di un grande sviluppo su tutti i fronti per la Corona inglese. FRANCIA Nel 1525 Francesco I di Francia, dopo la battaglia di Pavia (guerra d’Italia) contro la Spagna, viene preso prigioniero per il potere spagnolo. Inoltre nel 1559 la pace di Cateau-Cambrésis tra Carlo V e la Francia sembra favorire di gran lunga la Spagna, che ne esce vittoriosa rispetto alla Corona francese. In questo clima di tensione, la Francia viene attraversata dalla Riforma Calvinista che aveva attecchito soprattutto presso l’alta nobiltà. Inoltre, il potere del monarca, in seguito alla pace di Cateau-Cambrésis, risulta molto fragile a cause dei regni brevi o regni tenuti da monarchi bambini che caratterizzano questi anni. Tale atmosfera favorisce la penetrazione protestante nel paese, in quanto non vi è un monarca come Elisabetta I, che in Inghilterra seppe fare da mediatrice. I reggenti sono quindi coloro che in questo periodo hanno in mano il vero potere, lì dove il monarca è minorenne. Inoltre nell’ordine dinastico francese, a differenza di quello inglese, il monarca doveva necessariamente essere uomo. Ora, tramite la reggenza, invece, molte donne possono avvicinarsi considerevolmente alla gestione del paese. Famosa fu una reggente italiana, Caterina de’ Medici, a partire dal 1559, è malvista dal popolo francese; è infatti una regina straniera, fiorentina, considerata machiavellica, portatrici di intrighi. Caterina viene opposta soprattutto dalla nobiltà ugonotta (calvinista). Al tempo non esisteva un vero e proprio esercito francese, bensì era l’alta nobiltà che prestava al servizio del re degli eserciti regionali, i quali tuttavia potevano, al contrario, anche essere rivolti contro il monarca. Gli ugonotti, seppure non ancora esplicitamente, hanno ormai preso il potere maggiore e chiedono a Caterina de’ Medici di lasciare loro spazio. Famiglie ugonotte come la famiglia dei Borbone (nobile, ma non ancora monarchica) i Montmorency-Chatillon si troveranno ad appoggiare la causa calvinista in Francia. Al contrario, la Corona supporta la fazione cattolica, con l’appoggio delle famiglie come quella dei Guisa, di orientamento cattolico intransigente. Caterina non si schiera mai completamente a favore di uno dei due fronti in lotta, ma tenta sempre di usare le fazioni una contro l’altra. La reggente non è però in grado di controllare l’aumento della tensione, che sfocia, nel 1567, in una vera e propria guerra civile. Non mancarono tuttavia tentativi di trovare dei punti d’intesa, che sembravano poter essere raggiunti tramite un matrimonio, organizzato da Carlo IX di Valois, il quale concede la mano di sua sorella Margherita al sovrano ugonotto Enrico di Borbone. Il matrimonio si tenne nel 1571 e Parigi fu una maestosa cerimonia a cui vi furono invitati molti membri delle due fazioni opposte. Tuttavia si trattò di una trappola: nella notte di San Bartolomeo, tra il 23 e il 24 agosto del 1571, si diede avvio ad una congiura anti-ugonotta che scatenò i sicari cattolici per mano di cui fu sterminato il fronte ugonotto. Il risultato, però, non era del tutto desiderato dai cattolici. Infatti, tra i pochi sopravvissuti, vi era proprio Enrico di Borbone. Riprese, così, una violenta ostilità che portò ad un quindicennio di conflitti. Emerge la figura vincitrice di Enrico di Borbone, che nel 1589, è l’unico pretendente legittimo al trono, ma anche il leader del fronte calvinista. Era però inimmaginabile che la Corona francese potesse favorire la dottrina calvinista. Il problema viene risolto con la conversione al cattolicesimo di Enrico VI di Borbone. La conversione di Enrico IV rende chiaro un elemento chiave: conflitto continuo che vi era tra MONARCHIA E RELIGIONE. Enrico IV è, tuttavia, visto con sospetto dal popolo, in quanto la sua conversione non può che essere forzata; conversione che passerà alla storia con il detto “Parigi val bene una messa”. Si tratta chiaramente di una conversione politica e poco sincera. I cattolici cristiani. Si vive da non musulmani grazie al pagamento di una tassa. La vera lingua ufficiale dell’impero Mugahl è l’urdu. Tutti questi imperi hanno una fase di forte espansione del ‘500, soprattutto l’Impero Ottomano, guidato da Solimano il Magnifico. L’impero Mugahl solo nel tardo ‘500 avvia la sua espansione che culmina nel ‘600. Rispetto agli altri imperi, in quello Mugahl vige, nella prima metà del ‘500, la tolleranza religiosa che viene considerata una base di equilibrio sociale e politico. Akbar, l’imperatore, sarà sostenitore e aperto culturalmente ad altre religione. E’ anche per questo motivo che i gesuiti arriveranno nella corte Mugahl. 9) SOCIETA’ E OSSERVAZIONE DELLA NATURA Il quadro degli imperi asiatici. Cina e Russia. Nelle società islamiche chi ascende nei rami alti della società lo fa attraverso la carriera militare o quella amministrativa. Questa è una concessione dell’imperatore, il quale concede dei passaggi. La posizione elevata nella società, quindi, non è frutto di una pretesa della nobiltà di sangue. Questo crea un principio. Nel caso della Cina e della Russia le cose sono diverse. La Cina è un impero che ha una dinastia lunghissima: i Ming sono sul trono dal 1368, con l’età della caduta dell’Impero Mongolo. I Ming sono la vera dinastia cinese. L’Impero Ming era l’impero più forte, centrale per gli europei, con il sistema amministrativo più sviluppato. Una serie di funzionari imperiali garantivano il controllo del territorio della Cina tradizionale. Si diventava fun. imperiali a seguito di un concorso, un sistema di selezione pubblica aperto a tutti. La democrazia cinese stupirà molto gli europei. La Russia, invece, conosce una fase di ascesa politica e militare che la trasforma, nel futuro, nel cuore della Russia. La figura chiave è Ivan III e poi Ivan IV; la cultura russa ha una nobiltà. Sotto il principato di Ivan III inizia a liberarsi del controllo dell’antico impero di Tamerlano, sotto Ivan IV si disegna un tentativo di forte accentramento del potere, la consolidazione di una figura monarchica che erediterà il titolo imperiale, arrivando a proclamarsi Zar. La chiesa di Russia viene proclamata la terza Roma. Ivan IV farà una lotta spietata verso la nobiltà. I Romanoaf seguiranno Ivan IV, fino allo scoppio della Rivoluzione Russa. La Russia nel ‘600 si consoliderà sempre di più, sia verso l’occidente che verso la Siberia, fino ad entrare in collisione con la Cina. Farà della Russia del Settecento una grande potenza. Siamo in una società pre-industriale, quindi una società più lenta. Una società non ha dentro di sé l’istanza della trasformazione, ma l’istanza della conservazione della tradizione ritenuta giusta. Le rivolte ci sono quando si ritiene che i potenti che sono lì per garantire ordine, in realtà non lo fanno. Quindi le rivolte di antico regime sono soprattutto dei tentativi di ripristinare l’ordine. Hanno dentro di sé un programma di cambiamento, cosa che la società non ha. Ciò non significa che non abbia il senso di percezione dell’ingiustizia, come per esempio la povertà eccessiva. Ci sono dei momenti, prima della metà del seicento, in cui appaiono delle incrinature. Un caso esemplare lo si trova nel saggio di Montaigne, in cui esprime con i suoi saggi (specialmente i Cannibali) la diversità delle culture, come quelle del Nuovo Mondo. Nel saggio “I Cannibali” finge un dialogo tra Indios, che nel 1562 furono visitati da Carlo IX, il quale aveva solo 12 anni. Sottolinea il fatto che ci sia un’ingiustizia sociale importante, una povertà assoluta. La prima critica profonda a fine Cinquecento dell’antico regime→ molti uomini che stavano intorno al re si assoggettassero ad obbedirgli. In secondo luogo, si erano accorti che vi era molta povertà e che le persone più bisognose dovessero accettare tale ingiustizia. Sul tardo Cinquecento matura una riflessione sugli elementi di fondo della società di antico regime. Il primo elemento della società di Antico Regime è il fatto che ci si trova di fronte ad una società profondamente rurale, l'Europa dopo la peste nera. I contadini vivono all'interno di un sistema di doveri. Si tratta di una massa analfabeta, che accetta questo ordine salvo momenti di carestia. In questo periodo vi sono dei motti che tendono a ripristinare la giustizia, l'ordine che è stato perso. Nelle campagne vi sono anche dei piccoli artigiani, è molto ricco il paesaggio da questo punto di vista. Le mura circondano le città, dividono estremamente dalle campagne, per proteggere da alcune figure e alcune paure. Le paure enfatizzano un fenomeno concreto, quello degli uomini dei boschi, dei vagabondi. La connotazione negativa di vagabondo deriva dallo sguardo dei cittadini nei confronti di queste persone. In questo periodo s'iniziano anche ad accentuare dei racconti che aumentano la diffidenza delle città nei confronti delle campagne. S'inizierà a distinguere tra poveri buoni e poveri cattivi distinguendo, quindi, un'assistenza meritata. Vi sono poveri che non meritano assistenza: un avvio della prima poltica di controllo della povertà. Dal mondo delle campagne si passa alla città, un contesto totalmente diverso. Le città oltre ai settori di artigiani e commercianti in condizioni totalmente diverse, la città è il luogo del clero e dei vescovi, tutta la struttura ecclesiastica è nelle città. Lucca, Genova, Venezia. La nobiltà, invece, si distigue in due categorie: la nobiltà di sangue, che è la nobiltà più importante e poi c'è la nobiltà di Toga, che sono gli appartenenti a delle famiglie, i cui membri più importanti hanno rivestito delle precise cariche politiche, che garantiscono l'accesso alla nobiltà. Solo a queste cariche si accede comprandole, mentre in Cina si fanno i concorsi, in Europa si accede alle cariche pubbliche con l'acquisto. Questi titoli hanno un costo e danno l'accesso alla patente di nobiltà. Nel corso del Seicento ci sarà un'inflazione, poi, della nobiltà di Toga. Vi sono anche le minoranze religiose, la più significativa è quella degli Ebrei, a volte sono ebrei convertiti, ma comunque individuati come Ebrei, macchiati da un'origine impura, vittime dell'Inquisizione e conferiscono al paesaggio una differenziazione. Se si allarga lo sguardo ed il discorso alle colonie, il discorso forgia su una pluralità di gruppi sociali diversi. Questo produce un forte senso di distinzione, è per questo che emerge una gerarchia di tipo razziale. Soprattutto nelle colonie americane si creerà un meccanismo di genealogie, un intreccio di origini molto complesso che favorisce il meccanismo di distinzione razziale. Nelle società asiatiche tutto questo non si vedo, in quanto sono abituate al cosmopolitismo di scelta, vi è una circolazione di gruppi che ha favorito la condivisione di comunità diverse, senza un principio di gerarchia. Nella culutra europea tutto ciò sarebbe impossibile, nell'India avviene molto spesso che schiavi diventano governatori di città, di legioni. Lo stesso non vale per la Cina ed il Giappone, che sono società in cui il senso della differenza nei confronti degli estranei è molto forte. Infatti i missionari gesuiti riusciranno ad entrare in queste terre solamente camuffandosi, travestendosi con i loro vestiti. In Giappone gli europei alla fine del Seicento saranno espulsi, perchè ad un certo punto era stato vietato il traffico mercantile agli europei. Queste società iniziano a guardare diversamente anche la natura. La natura nel Cinquecento è un mondo materiale che veniva spiegato in Europa secondo la dottrina aristotelica e soprattutto si credeva che la terra fosse al centro dell'universo. La terra vedeva con buon occhio la teoria geocentrica, che sembrava coincidere con la teoria dell'uomo al centro della terra. Queste dottrine scientifiche non erano traducibili in forme nel Medioevo e nell'Età Moderna. Le cose iniziano a cambiare quando l'osservazione della Natura inizia ad adottare dei modelli geometrici e matematici; il primo elemento è l'osservazione dei cieli. (Copernico) La teoria che non sia la terra al centro dell'universo, ma il sole al centro dell'universo. Esistono anche delle figure come Giordano Bruno, il quale sosteneva la teoria dell'infinità dei mondi. Sono il frutto di un'osservazione della Natura più attento che portava a sminuire le spiegazioni tradizionali. Quest'epoca inizia a passare dal mondo Pressappoco al mondo della Precisione. Il mondo del Pressappoco ci rinvia all'idea chiusa, l'altro rinvia all'inizio di un tentativo di tradurre le proprie ipotesi di osservazioni in pratica. Poter discutere, provare, giustificare. A tutto ciò si aggiunge il metodo sperimentale di Galileo, l'idea che i fenomeni fisici possano essere riprodotti e la sperimentalità garantisce a tutti di verificare la teoria, ciò che prima non era possibile fare. Su questo terreno Galileo si scontrerà con la Chiesa, in particolare col problema del geocentrismo ed eliocentrismo; si apre, quindi, uno scontro tra Galileo e Chiesa, con l'arrivo alla condanna nel 1633, in cui Galileo è costretto ad abiurare. La vicenda di Galileo è all'origine di un certo modo di pensare nei confronti della scienza. Molti dei progressi sulla coscienza anatomica sono stati alimentati dalla ricerca dell'anima: in alcune situazioni Chiesa e Natura coincidono tra loro. Anche il mistero della Verginità di Maria spinse ad una profonda riflessione sul corpo femminile, che portò a sviluppare molte conoscenze. L'osservazione della Natura e le credenze religiose, in alcuni casi, andavano di pari passo. La stregoneria era un'altra pratica del tempo, la quale rappresentava il male. I processi di stregoneria si verificavano molto spesso nelle campagne. L'idea che una figura femminile maligna si unisca a Satana per poi praticare il male. Soprattutto nell'Europa protestante, nell'Età Moderna la stregoneria attecchisce molto. Verrà superata solamente con le teorie scientifiche, che porteranno la Chiesa ad abbandonare queste credenze. 10) LA GUERRA DEI TRENT’ANNI COME PRIMA GUERRA CIVILE EUROPEA? Durante gli anni Quaranta del Seicento una sorta di terremoto politico investe le principali monarchie europee. 0 3 3 6 In Spagna il sovrano Filippo IV d’Asburgo si vede costretto a fronteggiare nel 1640, la ribellione della Catalogna e del Portogallo, che proclamano la loro secessione. 0 3 3 6 In Francia la monarchia fronteggia la rivolta generale, chiamata Fronda, capeggiata dal Parlamento di Parigi dalla nobiltà per cambiare gli assetti del governo, scatenando una guerra civile. 0 3 3 6 In Inghilterra il governo antidemocratico di Carlo I porta al suo scontro col Parlamento che porterà al processo e alla decapitazione del sovrano e alla proclamazione della repubblica inglese. La crisi che ne deriva è un processo complesso riguardante il rapporto tra società e potere. La guerra dei Trent’anni(16181648) La Guerra dei Trent’anni è significativamente attraversata da tali tensioni sociali.Si tratta di una guerra molto lunga ed europea che ridefinisce i confini dell’Europa. E’ inoltre il primo conflitto ad aver veramente investito la popolazione nella sua interezza, a differenza delle guerre a cui si era soliti assistere nell’antico regime, ossia episodi piuttosto violenti ma rari e ristretti alle forze militari. La Guerra dei Trent’anni risulta insistere maggiormente sul mondo germanico. Ciò avrà un forte impatto sulla popolazione che per la prima volta si trova a combattere in casa con eserciti estremamente potenti, responsabili di depravazioni e soprusi. Di fronte a tali pressioni e fenomeni ci si chiede se questa guerra possa essere considerata la prima guerra civile europea. La Guerra dei Trent’anni trattiene un rapporto con la crisi tra potere statale (= la monarchia) e la società. Si assiste infatti alla prima grande crisi della fiducia nel sistema monarchico nei termini della conservatrice ‘economia morale’ – idea secondo cui si riteneva che uno stato monarchico fosse sacro. Uscita dalle guerre di religione, infatti, l’Europa aveva affidato tranquillità. Si tratta ovviamente di un resoconto romanzato; in realtà, infatti, dopo la guerra la quiete è rara e si verificano molteplici rivolte. Ne deriverà una profonda crisi, non solo a livello europeo. 11) LA CRISI DI META’ SEICENTO: UNA SVOLTA GLOBALE? Conflitto complessivo che trasforma gli equilibri europei dal punto di vista politico e religioso: la guerra dei Trent'Anni. È un conflitto che impatta in particolare sulla società del mondo germanico. La guerra dei Trent'Anni è il motore della crisi del Seicento, in particolare metà Seicento. S'intende sottolineare che si è davanti ad un fenomeno di deturpamento profondo. La crisi di metà 600 è una crisi di natura politica, che ha delle forti radici sociali, un conflitto che si consuma intorno al rapporto fra corona, monarchia e nobiltà. Al tempo stesso, questo conflitto è stato anche inteso come una crisi del modello di governo di uno Stato, in cui l'uso privatistico delle casse del regno e dei titoli pubblici della corona, provoca attenzioni crescenti rispetto ad una serie di aspirazioni che emergono all'interno della società. Si tratta solamente di un fenomeno europeo questa crisi. Possono sembrare dei fenomeni di instabilità che hanno caratteristiche diverse tra loro. C'è questa questione politico-sociale: consumarsi del rapporto tra Corona, monarchia e nobiltà; ci sono corpi delle amministrazioni statali che entrano in conflitto con la Corona. Vi sono altre due aspetti: uno riguarda la fiscalità, il problema delle tasse; il diritto della Corona a tassare chi e quanto e in che forme? L'altro problema è la messa in discussione delle gerarchie sociali dal basso, poiché queste rivolte esplodono quando la guerra dei Trent'Anni è ancora aperta. Un problema del 600 è la monarchia spagnola, la quale prenderà parte alla guerra dei Trent'Anni a favore della corona asburgica. Non sono solamente eventi europei. SPAGNA: la guerra dei Trent'Anni segna il declino della potenza spagnola, solo con l'esaurimento della dinastia degli Asburgo avverrà il cambiamento. Nella metà del Seicento la Spagna è attraversata da due rivolte, che esplodono entrambe nel 1640, una nel Portogallo (nel 1580 diventa parte della Spagna, in quanto la dinastia portoghese si era esaurita.) e l'altra in Catalogna, che era parte del regno di Aragona, integrata con la Castiglia, unica, ma non compatta, in quanto obbligava il rispetto delle differenze. In entrambe le rivolte gioca un ruolo fondamentale la nobiltà. Nel caso del Portogallo quella che si verifica è una congiura nobiliare guidata dalla famiglia i Braganza. Si farà interprete della nobiltà e approfittando della debolezza della Spagna. Si ha un nuovo re, Giovanni IV di Braganza, per richiamare la continuità con la dinastia precedente. Si apre una guerra in realtà, in cui si assiste alla partecipazione popolare. Le difficoltà della Spagna e l'esplodere della rivolta in Catalogna rappresentano una situazione complessa (patto tra Castiglia e Aragona). Tutto ciò minacciava una dimensione del potere spagnolo molto più rilevante anche sul mediterraneo. La rivolta portoghese, alla fine, avrà successo. Nel caso della Catalogna il discorso è più complesso: la nobiltà catalana, inizialmente, appoggia la rivolta, ma la popolazione cittadina di Barcellona, interpreta questo atto di rottura politica come una forma di scontro sociale. Inizia a rivendicare dei maggiori diritti,venendo a creare una frattura. Nel 1652, quattro anni dopo la Guerra dei Trent'Anni, l'aristocrazia catalana favorisce l'ingresso delle truppe castigliane a Barcellona e la Catalogna rientra, una volta ripristinato l'ordine. C'è la perdita del Portogallo, ma rimane solido il controllo del Mediterraneo ed il confine con la Francia. Nello stesso momento in cui le rivolte hanno successo, anche altre parti della monarchia entrano in fibrillazione. Nel 1647 è la volta del Sud Italia. La più celebre è la rivolta di Napoli, innescata da Mazaniello, un giovane pescivendolo del mercato. Guida la rivolta contro il potere dei Baroni, alleati con la Corona Spagnola ed erano coloro che venivano identificati dalla popolazione come beneficiari della transazione. La rivolta di Mazaniello ha un esito nuovo, cioè porta alla proclamazione della Repubblica napoletana: non si è più di fronte ad un conflitto/rivolta per tasse giuste, ma è una rivolta che trasforma il passaggio dal vice regno nominato dal re di Spagna ad una repubblica; segna il tramonto del potere del sovrano, del singolo. Questa rivolta sperava nell’appoggio della Francia, che stava combattendo la Spagna, ma in realtà i francesi non entreranno mai in sostegno alla Repubblica che nel 1648 verrà repressa. Il cardinale Mazzarino era il primo ministro francese, una figura molto importante, al pari di altre figure di altri corte. Nel Seicento non siamo di fronte a grandi monarchi, come nella seconda metà del Cinquecento, ma si vede l’emergere la figura dei primi ministri, figure di particolare fiducia per il re. Sono figure incaricate dal sovrano a cui viene delegato il governo politico. I sovrani hanno necessità, quindi, di affidarsi a figure di grandi cardinali o grandi nobili, che segnano il destino politico del tempo. L’ascesa di questi ministri è un processo lento. Le principali figure sono nel caso francese Mazzarino e Richelieu, nel caso inglese il duca di Buckingham, nel caso spagnolo il duca di Nerma e il conte duca di Olivares. La figura di questi cardinali è piuttosto importante anche nel caso francese. FRANCIA: anche la Francia entra in fibrillazione negli anni 1640. Il momento in cui si gettano le basi della crisi è la morte del Cardinale Richelieu nel 1642, la figura che aveva garantito alla Francia un’uscita dignitosa dopo l’assassinio di Enrico IV nel 1610 da parte di un frate cattolico. La Francia ha il terrore di precipitare di nuovo nella guerra di religione con il successore di Enrico IV. Il fatto che Richelieu si riveli una figura capace di garantire un governo politico alla Francia, sembra garantire la stabilità. La sua morte e quella di Luigi XIII aprono le porte dell’instabilità; la madre di Luigi, Anna d’Austria, si affida a Giulio Mazzarino, il quale accompagnerà la regina nel governo della Francia. La Francia, però, è attraversata da una serie di tensioni per tre motivi: motivo politico (morte R. e Luigi XIII bambino), Anna d’Austria e Mazzarino si troveranno da un lato la nobiltà di sangue, dall’altro vi era la nobiltà di Toga, che non aveva sangue nobile, ma attraverso l’acquisto di cariche pubbliche importanti, dopo una serie di generazioni acquistava il titolo di nobile. La nobiltà di Toga, una volta che s’inizia a costituire, inizia a vedere male il fatto che altri possano diventare nobili, per questo motivo è ostile alla Corona che continua a vendere le cariche pubbliche. Il terzo conflitto è nei confronti di coloro del debito pubblico, Nantier, il quale davano denaro fresco alla Corona. Nel 1648 i Parlamenti, in particolare la nobiltà di Toga, progettano una rivolta contro la Corona, la prima Fronda, la prima rivolta anti monarchica. La Fronda del Parlamento è significativa: Parigi cade in mano alla popolazione rivoltosa, la Corona è costretta a lasciare la città, segno di grande fragilità. Questa situazione si protrae per circa due anni, un momento drammatico, in quegli stessi anni nel 1649 viene decapitato per la prima volta il re d’Inghilterra. Parigi e Londra sono contemporaneamente in mano agli anti monarchici. La Fronda rientra, ma sarà seguita dall’esplodere, successivamente, da una seconda Fronda, molto più simbolica, guidata dalla nobiltà, la Fronda dei principi, il quale spingerà sull’esigenza di una maggiore importanza dell’alta nobiltà. Si dissolve soprattutto in un confronto non militare tra gli eserciti del re e dell’alta nobiltà. Quest’esibizione si risolverà in un nulla di fatto e di nuovo si trova un’intesa che permette alle forze di rientrare. Su quel trono che si è spostato da Parigi, siede un re bambino, Luigi XIV, il re solo, un sovrano che da bambino ha visto la precarietà della sua monarchia ed ha imparato a diffidare dalla nobiltà. In questi stessi anni rivolte di instabilità sono caratteristiche in molte parti del mondo, in particolare rivolte legate al mal governo e alle carestie delle campagne, caratterizzano il grande impero cinese e portano, poi, all’invasione dell’impero dal Nord, da parte della Manciuria, che negli anni ’40 invadono la Cina e portano a termine la dinastia Ming, che verrà sostituita da quella Cing. Nel 1644 crolla anche la dinastia in Cina. La simultaneità di instabilità è evidente. Il Seicento è un secolo di profondo cambiamento climatico. Gli uomini del mondo di questi anni sono consapevoli delle rivolte di instabilità, le prime Gazzette riportano notizie su rivolte, rovesci di monarchie nelle diverse città. A questo clima partecipa in maniera forte l’Inghilterra. INGHILTERRA: è il caso più clamoroso, perché non vi è una semplice rivolta, un tentativo di ottenere delle trasformazioni, ma è una vera e propria rivoluzione, da cui nasce un modello politico nuovo, la monarchia parlamentare. Il potere di governo del monarca è affiancato da un’assemblea legislativa. La rivoluzione inglese ha un’origine simile alle ragioni delle rivolte di metà Seicento, ovvero una progressiva sfiducia nei confronti dei monarca, Carlo I accusato di essere cattolico in un regno protestante. La vicenda assume caratteristiche peculiari, per la presenza di quest’assemblea rappresentativa che ha caratteristiche diverse dalle altre. Il re non ha diritto di imporre nuove tassazioni per formare degli eserciti, senza il voto del Parlamento. Quindi ogni volta doveva convocare il Parlamento ed in queste assemblee venivano riunite dal sovrano. Nel Parlamento, vi era una divisione: la camera dei Lord e la camera dei Comuni, dove sedevano dei rappresentati dei poteri locali. La prima metà del Seicento è una storia di tensione continua tra Corona e Parlamento. La prima accusa dei sovrani è di chiedere più tasse per poi sperperarlo in cose inutile. Vi è anche una frammentazione religiosa inglese, dove abbondano i gruppi protestanti. Questa situazione è ulteriormente accesa anche dalla guerra dei Trent’Anni, ma le cose precipitano negli anni ’40, quando il re si trova a dover riconvocare il Parlamento, dopo diversi anni, con l’esplodere di due rivolte, una in Scozia ed una in Irlanda. Di fronte alle resistenze del Parlamento il re opererà da solo, subendo delle sconfitte, che metteranno in evidenza il fatto che senza l’appoggio del Parlamento il re non sia in grado di controllare le rivolte all’interno del suo regno. A questo punto il Parlamento vuole sottrarre al re il diritto di fare la guerra, avocando a sé una serie di poteri. Il conflitto diventa aperto tra la camera dei Comuni e quella dei Lord, lo scontro precipita al punto tale che scoppia la guerra civile. L’esercito parlamentare, quindi, con il nome di New Model Army, guidato da Cromwell, ha preso il sopravvento sul piano militare, al punto che il re viene arrestato. Nella seconda metà degli anni ’40, per quanto il re sia ancora presente, è in scacco la monarchia. Questo favorisce l’esplodere di nuove idee e correnti che fino ad allora avevano trovato la censura. E’ il momento in cui per la prima volta vengono fuori proposte mai fatte. Il problema più grande, nel 1647, si discute di quello che dovrà essere il diritto di voto del futuro e cosa sia la nazione inglese. Da un lato si contrappone l’idea che possano votare solo coloro che hanno una certa condizione economica, più conservatrice, dall’altro lato l’opzione che pretende il suffragio universale maschile. Emerge per la prima volta il fatto che tutti possano votare. Nel 1648 il re sarà condannato a morte il re e verrà distrutta la Monarchia. Nel 1649 il re viene decapitato e verrà istituito il sistema repubblicano, con la guida di Cromwell.
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