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Storia Moderna - parte 2, Appunti di Storia Moderna

Riassunto dal libro "Storia moderna" di Carlo Capra, Firenze, Le Monnier, 2004 capitoli presenti: -l'Europa nella Guerra dei Trent'anni -l'Inghilterra sotto gli Stuart -Francia a metà '600: governo di Mazzarino -rivolte nella penisola iberica -l'Italia nel '600 -l'apogeo dell'assolutismo: la Francia di Luigi XIV -nuovi equilibri europei tra '600 e '700

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/02/2021

martina99v
martina99v 🇮🇹

4.3

(12)

7 documenti

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Scarica Storia Moderna - parte 2 e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! L'EUROPA NELLA GUERRA DEI TRENT'ANNI IL SEICENTO, UN SECOLO IN CRISI? Tra il 1620 e il 1650 si esaurisce l'aumento demografico, principalmente nella zona Tedesca, devastata dalla guerra e nelle zone mediterranee colpite dalle pestilenze. Collegato al blocco demografico, abbiamo una crisi dell'economia, crisi delle manifatture tessile italiana e fiamminga. Il peso delle imposte diviene insopportabile per il popolo, la Francia ad esempio, aumenta di 3 volte le tasse. D'altro canto, il Seicento è il secolo di rivoluzioni filosofiche e scientifiche; nonostante sia un secolo che vive nella paura, nella persecuzione e nell'inquisizione, nella storia il Seicento è il periodo di transizione alla modernità. A livello scientifico la teoria copernicana del sistema solare, la dimensione del sapere è empirica e non più astratta come nella tradizione aristotelico-scolastica (= traduce letteralmente il pensiero di Aristotele). Alcune tra le piu grandi rivoluzioni: • Teoria eliocentrica, che sconvolge la visione del cosmo tradizionale • Keplero studia i moti eliocentrici dei pianeti • Galileo scopre innumerevoli corpi celesti • Newton teorizza la legge della gravità e la dimostra • scoperta della circolazione del sangue e funzione del cuore • Boyle fonda la chimica moderna OLANDA Nel 1609 la Spagna concede l'indipendenza all’Olanda, che ebbe un ruolo di rilievo nella rivoluzione del Seicento, riflesso di una società molto sviluppata. Amsterdam diventa un grosso centro di economia e di esportazione, in particolare, subito dopo la proclamazione dell’insediamento oltre oceano, la “Nuova Amsterdam”, che gli inglesi ribattezzarono “New York”; aprofittarono anche della guerra con la Spagna per accaparrarsi terre nei territori coloniali oltre oceano. Gli olandesi divennero presto i padroni delle vie d’acqua, compiendo due passi giusti: in primo luogo estesero la produzione alla colonie, in secondo luogo scoprirono l’Australia (1606) e poi la New Zelanda (1642). MONARCHIA FRANCESE - da Enrico IV a Richelieu Sotto la guida di Enrico IV Borbone, la Francia riuscì a guadagnare di nuovo potenza, dopo la guerra dei Trent’anni, tramite agevolazioni fiscali e rifiorendo attività economiche. Il re francese morì nel mentre della decisione di attaccare gli Asburgo, lasciando la corona al figlio, futuro Luigi XIII, di soli 9 anni; la reggenza verrà affidata alla madre/regina Maria de Medici. Durante il periodo precario di reggenza, le antiche casate riguadagnarono prestigio politico; vennero quindi convocati gli Stati Generali (nel 1614-15) e come portavoce dell'unità clericale vi era il duca di Richelieu, nominato poi cardin. nel '22. Cardinal Richelieu, inserito poi tra i consiglieri della corona, inizierà a concentrare nelle sue mani le decisioni della politica interna ed esterna francese. Tra i suoi propositi politici, vi era l'idea di rendere la Francia la più grande potenza in Europa; per fare questo, Richelieu si scontrò sia con i nobili sia con i protestanti francesi, chiamati ugonotti, e schierò l'esercito francese nella Guerra dei Trent'anni. Diverse volte mise in atto la "ragione di Stato", ovvero un insieme di atti che servivano a mantenere la sicurezza statale, anche utilizzando la forza e la repressione; grazie a queste ideologie la Francia divenne un paese egemone in Europa. MONARCHIA SPAGNOLA - da Filippo III al conte di Olivares Con Filippo III (1598-1621) si inaugura il periodo dei 'privados' o 'validos', ossia dei favoriti del re a cui i sovrani incapaci delegavano poteri e decisioni. Quello scelto da re Filippo III, fu Francisco duca di Lerna, che decise di porre fine alle guerre in corso con l'Inghilterra e di cacciare i 'moriscos', popolo di origine araba convertita al cristianesi. Questi però, costituivano una grossa fetta di forza lavoro, portando ad un declino economico. Con Filippo IV, suo successore, il validos scelto fu G. Guzman, conte di Olivares, uomo energico. Era deciso di non rimanere a guardare mentre gli Olandesi guastavano il loro potere coloniale e avviò operazioni militari contro l'Olanda; questi però nel 1628 trafugarono una flotta spagnola che trasportava argento dall'America, dando un duro colpo alla Spagna che crollò finanziariamente per poi iniziare il declino della monarchia. Impergo GERMANICO e ascesa della SVEZIA Alla morte di Ferdinando I, la corona era passata prima al figlio e poi al nipote, Rodolfo II, che dovette affrontare la diffusione del luteranesimo e del calvinismo in Boemia (attuale Rep.Ceca) e Ungheria; a seguito di squilibri mentali, viene fatto deporre in favore del figlio Mattia. In Germania vi erano forti contrasti tra cattolici e protestanti, da un lato si viene a schierare l'unione luterani e calvinisti, chiamata Unione evangelica, in contrapposizione alla Lega cattolica. Il re Vasa di Polonia, ereditò anche la corona svedese, ma suo zio Carlo si oppose militarmente per poi prendere lui il trono sotto il nome di Carlo IX. Aveva l'idea di espandersi in direzione della Polonia e Danimarca e questi conflitti aprirono la strada al suo successore Gustavo Adolfo nell'impresa di imporre la supremazia svedese sul Baltico. La lotta per l'egemonia del Baltico sarà uno dei principali motivi dell'intervento svedese nella Guerra dei Trent'anni. Gli Stati Generali erano un organo di rappresentanza dei tre ceti sociali, clero, nobiltà e terzo stato. Gli Stati si riunivano in assemblea quando sul paese incombevano minacce e servivano a limitare il potere monarchico. Si riuniranno per l'ultima volta nel 1789, allo scoppio della Rivoluzione Francese LE RIVOLTE NELLA PENISOLA IBERICA La Catalogna si considerava una nazione distinta dalla Castiglia non solo per le istituzioni giuridiche ma anche per la lingua e la cultura. Il conte di Olivares, 'privato' di Filippo IV re spagnolo, aveva a lungo saccheggiato la Catalogna per le sue risorse e il popolo stanco insorse nel Corpus di Sangue, una rivolta contadina. Il popolo catalano chiese aiuto alla Francia di Richelieu e il cardinale, acerrino nemico della Spagna, non perse l'occasione di far capitolare lo stato nemico; inviò quindi un esercito. Olivares si trovò impreparato alla scontro e compì ogni sorta di atrocità contro i catalani. Il popolo resistette fino alla proclamazione dell'indipendenza, sotto la protezione della Francia. Ma il dominio francese si rivelò presto controproducente, se non peggiore di quello spagnolo; questo motivo, unito alle carestie e alla guerra, sollevarono malcontento nei catalani. L'ITALIA NEL '600 La prosperità italiana, soprattutto del sud, derivava dalla produzione di oggetti di Lusso e dell'esportazione nei mercati lontani Europei. Il settore della produzione di lana e di seta crollò drasticamente, soprattutto a Venezia, Genova e Milano; crebbe invece nel fiorentino. "L'Italia, da paese sviluppato importatore di materie prime ed esportatore di manufatti italiani, divenne paese sottosviluppato importatore di manufatti ed esportatore di materie prime". Ma come mai quest'inversione di rotta? Le manifatture delle grandi città ebbero concorrenza con i prodotti dell'Europa nord-occident. meno costosi e più richiesti dal mercato. Altre cause furono la Guerra dei Trent'anni e le epidemie che devastarono soprattutto Milano, Verona, Bologna, Napoli. L'agricoltura resse meglio il colpo, nonostante la scarsa richiesta di grano, i contadini produssero altre colture come la vite e il riso. La produzione da seta e quindi dei filati, costituì comunque un'entrata ai paesi del Nord Italia, economia dalla quale fu escluso il Sud. VITA SOCIALE E CULTURA ITALIANA Vi era un groppo divario tra i detentori delle ricchezze, il clero e la nobiltà, e tra le classi di lavoratori dei campi e artigiani. La Chiesa e il pontefice esercitavano un enorme potere, anche fuori dai loro confini. I gruppi ecclesiastici detenevano gran parte delle ricchezze immobbili, inoltre il clero godevi di speciali immunità alla legge. Le classi dirigenti vedevano quindi nella Chiesa, un garante di ordine e di controllo sul popolo povero e anche uno sbocco per le figlie non destinate al matrimonio. In questo secolo in Italia, si assiste ad un impoverimento della cultura, la maggior parte degli intellettuali preferì obbedire ai dettami religiosi e filofici della Chiesa piuttosto che finire giustiziati come Giordano Bruno. Nelle arti figurative però, l'Italia mantenne il suo primato europeo. DOMINI SPAGNOLI: MILANO, NAPOLI e ISOLE Il governo spagnolo nelle città di Milano e Napoli rafforzò il potere statale, ma dal 1620 la richiesta tributaria da parte della Spagna per la guerra divenne insostenibile; la città di Milano dal '28 al '58 fu spesso terreno di scontri tra Spagna, Impero e Francia. Dopo la pace dei Pirenei, il paese ritrovò un equilibrio demografico. La crisi nel periodo bellico venne sentito meggiormente nel Mezzog iorno e nelle Isole italiane. Napoli a metà del '600 era la terza maggiore capitale in Europa, e il regno era un immenso contado attorno alla capitale. A Napoli però, diversamente da Milano, l'egemonia della nobiltà era contrastata da un forte ceto sociale; per questo i feudatari non riuscirono ad approfittare dell'indebolimento per espandersi. In Sicilia, come a Napoli, la popolazione crebbe fino a metà Seicento e il portavoce del potere era il Parlamento composto da 3 bracci, feudale, ecclesiastico e demaniale. In Sardegna invece la popolazione era molto inferiore, più povera e viveva di agricoltura e pastorizia. RIVOLTE ANTISPAGNOLE Carestia e malcontento crearono scontri e saccheggi a Palermo nel 1647. Il vicere spagnolo fu costretto ad eliminare la gabella (un'imposta). Nel resto del sud Italia il malcontento fu prolungato; a Napoli gli insorti proclamarono la repubblica chiedendo l'appoggio della Francia, ma card. Mazzarino appoggiò l'idea del Duca di Guisa che sperava lui di impadronirsi del regno napoletano. Il fallimento della rivolta antispagnola a Napoli determinò un aggravamento della crisi economica e sociale. DUCATO DI SAVOIA (1) e GRANDUCATO DI TOSCANA (2) (1) Il regno di Carlo Emanuele I, fu segnato da iniziative di espansione che contribuirono al rafforzamento interno dello stato La prima guerra del Monferrato (1614-15) non portò gran risultati, ma nella seconda ('28-'30) Vittorio Amedeo I di Savoia, ottenne alcune terre del Monferrato, anche se il ducato di Mantova e Monferrato rimaneva nelle mani dei Gonzaga. (2) I progressi compiuti da Cosimo I e dai suoi figli, Ferdinando I e Francesco I, in direzione di uno stato moderno si arrestarono con i successori, che si appoggiarono alle vecchie famiglie della nobiltà fiorentina. Le arti cittadine subirono un declino, vennero ostacolate le innovazioni culturali. REPUBBLICHE OLIGARCHICHE E LO STATO DELLA CHIESA La Repubblica di Venezia stava passando momenti di tensione con la Santa Sede per via del controllo veneziano dell'Adriatico, e per via dell'interdetto che aveva scagliato il papa contro il veneto, ovvero il divieto di celebrare qualsiasi funzione in territorio veneto. L'APOGEO DELL'ASSOLUTISMO - LA FRANCIA DI LUIGI XIV Luigi XIV, figlio di Luigi III, eredita la corona a 5 anni, ma prende il potere francese all'età di 23. Il suo regno dura moltissimo, 72 anni; rappresento l'apogeo monarchico e fu il re di una Francia che raggiunse una supremazia sul resto dell'Europa. Fin da giovane, 'Re Sole' manifestò la volontà di governare da solo, senza delegare a nessuno il proprio potere; preferì circondarsi di ministri modesti, che potessero essere più soggiogabili e più fedeli. STRUMENTI DELL'ASSOLUTISMO Luigi XIV esercita un potere assoluto senza alcun vincolo e si avvale della collaborazione di: • ministri di nascita modesta, che devono al re la propria elevazione sociale (il ministro delle finanze Colbert è figlio di un mercante) e lo assistono nell’amministrazione centrale del regno • Intendenti, preposti alle généralités, stipendiati dallo Stato con poteri periferici di giustizia, fiscalità, fornitura militare; • luogotenente generale di polizia per l’amministrazione della capitale Parigi; • officiers, detentori di uffici venali, rientrano tra di loro anche i consiglieri dei tribunali e del Parlamento. LA CORTE e IL PAESE I primi anni di regno vi è un'itineranza tra Parigi e le residenze intorno. A partire dai primi anni '80 del 1600 , la corte si trasferisce a Versailles. La reggia accoglie diecimila ospiti tra cortigiani di origine aristocratica, ministri, funzionari, tecnici e personale di servizio. Il re impone una rigida etichetta di corte, tutto ruota intorno al sovrano, ed è un privilegio assistere ai momenti che scandiscono la sua giornata, quasi come una rappresentazione teatrale; Luigi XIV rende 'protagonista' l'aristocrazia, quindi uno sguardo, un saluto o un cenno del re possono essere fonte di privilegio o di chiacchiericcio di corte. La nobiltà residente a Versailles vive in una condizione di prigionia dorata, l'aristocrazia che si è trasferita alla reggia si allontana dai proprio feudi, quindi il re li riesce a controllare meglio perchè vivono nel suo palazzo. POPOLAZIONE Circa 20 milioni di francesi, di cui quasi l'80% risiede nelle campagne ed è impiegato nell’agricoltura. Nelle campagne si conduce una vita ai limiti della sussistenza con il rischio di cattive annate e carestie, aggravate dagli effetti negativi delle lunghe guerre. Inoltre le tassazioni potevano variare dal 20 al 60%, una tassazione che metteva in ginocchio il popolo. L'ultima pace di Carlowitz (1699) tolse gran parte del territorio allora nelle mani degli ottomani, causandogli un grave arretramento, annettendo sotto gli Asburgo l'intera Ungheria e la Transilvania. L'ascesa degli Asburgo venne completata con la guerra di sucessione spagnola, acquisendo i territori spagnoli in Italiae Belgio. Vienna diventa una fiorente capitale, ma dietro questo volto di bellezza si nascondeva un'economia molto arretrata. GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA Carlo II, re di Spagna muore nel 1700, lasciando il trono senza eredi (sarà l'ultimo Asburgo spagnolo). Un'iniziale accordo sulla discendenza, lasciava la corona spagnola al secondo figlio di Leopoldo I d'Austria, ovvero Carlo IV (Asburgo); ma un mese prima di morire Carlo II, redige un secondo testamento in cui proclama erede universale Filippo d'Angiò (Borbone), nipote del re Sole, che assunse il nome di Filippo V re di Spagna. Il comportamento nei mesi seguenti di Luigi XIV fu molto ambiguo, facendo apparire illusoria la separazione tra le due corone francese e spagnola; situazione che non poteva essere accettata dal resto dei reami europei. Venne a crearsi una nuova Grande Alleanza antifrancese, formata da Asburgo, Inghilterra, Olanda e Savoia, a cui aderirono poi Portogallo e principi tedeschi; la guerra scoppia nel 1702. Esito con la pace di Rastatt (1714): Filippo V rimane a Madrid, dichiarando incompatibilità con la corona francese. Carlo IV d'Austria passarono come indennizzo, per la mancata successione, i Paesi Bassi spagnoli e l'Italia spagnola, ad eccezione della Sicilia che andò a Vittorio Amedeo II di Savoia. La sostituzione del dominio spagnolo con quello austriaco in Italia, fu uno dei maggiori risultati nella guerra di successione. Filippo V nella sua Spagna, fu un grande riformatore e cercò di rifarsi sul piano internazionale: nel 1714 uno scambiò matrimoniale riportò la Spagna sui suoli italiani, in quanto marito di Elisabetta Farnese. La Spagna fu sconfitta ancora, un'ennesima pace dell'Aja nel 1720 confermava i territori come erano prima, ad eccezione di uno scambio: la Sicilia dei Savoia andò all'Austria, in cambio della Sardegna. ASCESA DELLA RUSSIA di PIETRO IL GRANDE e DECLINO SVEDESE La Russia di fine Seicento era un immenso territorio esteso dal Dnepr al Pacifico e popolato da 15 milioni di abitanti. I Romanov saliti al potere con Michele, portarono a termine una notevole espansione territoriale con Alessio. Gli inasprimenti economici per la guerra, la povertà dei servi della gleba portarono un malcontento nella società, aggravata da una carestia nel 1654 e dal grande scisma religioso. Nel 1689, dopo una lunga crisi, Pietro figlio di Alessio, salì al trono con l'idea di portare un'ondata di modernità sull'esempio dell'Europa Occidentale: furono abbandonati modelli,religioni e tradizioni arcaiche e in pochi decenni mentalità e costumi russi ebbero un notevole cambiamento. La trasformazione era finalizzata soprattutto ad un rafforzamento militare e a un dominio sul Baltico, ma le aree che sboccavano su quest'ultimo erano di dominio svedese. Pietro il Grande nel 1700 decise di entrare in guerra con l'obiettivo di conquistare il suo dominio, contro il nuovo re di Svezia, Carlo XII. La grande guerra del nord terminò con una pace, che annetteva alla Russia la Livonia, l'Estonia, Ingria e Carelia (parti delle attuali Lettonia ed Estonia). Il predominio svedese era terminato; con la morte di Carlo XII iniziò un'era di equilibrio tra monarchia e parlamento, tutt'ora presente. Maggiori innovazione vennero promosse nello Stato Russo: venne sostituita la vecchia duma con un consiglio nominato dallo zar chiamato Senato e gli affari ecclesiastici venne creato il Santo Sinodo. Pietro promosse l'istruzione e la cultura. La Russia diventava una potenza in grado di poter partecipare al gioco delle alleanze in Europa. NASCITA DELLO STATO DI PRUSSIA Quando si pensa alla Prussia viene in mente di solito il periodo del suo massimo potere, cioè il 700-800 e si pensa alla dinastia degli Hohenzollern, in particolare al re della Prussia Federico II, chiamato anche Federico il Grande. In quell’epoca la Prussia faceva parte dei cinque stati che dominavano l’Europa (Russia, Austria, Francia, Inghilterra e Prussia). Ma mentre gli altri stati, in quell’epoca, avevano alle spalle già centinaia di anni di storia, la Prussia è esistita per soli 170 anni, e cioè dal 1701 al 1871. Dopo il 1871 cominciò lentamente a scomparire, lasciando pochissime tracce. Siamo nel 1660 e per la prima volta si intravede la possibilità di uno stato unitario; Il nuovo stato Brandeburgo-Prussia aveva raggiunto delle dimensioni notevoli ed era, una media potenza in Europa. Il sovrano di Brandeburgo-Prussia, Federico III, che regnò dal 1688 al 1713 e che portava sempre i titoli "Margravio di Brandeburgo" e "Principe Elettore" voleva essere di più, voleva diventare un Re. Federico non poteva prendere il titolo di re a Brandeburgo, in quanto era sotto il Sacro Romano Impero, quindi si autoproclamò "Re in Prussia" con il nome di Federico I, sostenendo che la Prussia non era effettivamente a controllo del re imperiale. Il Papa non assistette alla sua incoronazione in quanto la Prussia era uno stato luterano. Ma ora Federico I era comunque un re, anche la popolazione del Brandeburgo lo chiamava così e tutti gli atti dello stato, a partire dal 1701, erano "atti reali". Federico I amava anche il lusso e sotto il suo governo, le altissime spese dello stato portarono all'impoverimento della popolazione. Alla sua morte lasciò un regno quasi in bancarotta a suo figlio Federico Guglielmo I. I due successori, Federico Guglielmo I e poi Federico II, che regnarono dal 1713 al 1786, crearono uno stato che era un piccolo capolavoro di efficienza, ammirato in tutta l'Europa, con un sovrano che amava la cultura, ma allo stesso tempo fu anche uno stato temuto per la sua forza e la sua aggressività militare.
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