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Storia moderna parte 3, Appunti di Storia Moderna

Storia moderna parte 3di giuli

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 04/05/2022

Annavullo
Annavullo 🇮🇹

4.7

(11)

12 documenti

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Scarica Storia moderna parte 3 e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Istituzioni di storia moderna 15/09/2020 DUE CONCETTI FONDAMENTALI Perché si parla di modernità? Cosa significa? Problema di periodizzazione: Perché comincia convenzionalmente con il 1492 (scoperta dell’America, il quarto continente) e perché termina nel 1815 (chiusura congresso di Vienna)? Ci sono altre date altrettanto legittime e che più in generale si riferiscono ad un periodo storico che in più particolare si riferiscono alla storia. Apertura —> 1453: fine della guerra dei 100 anni, combattuta a partire dal 1337 al 1453 dalle due principali monarchie europee cioè Francia (vincitrice) e Inghilterra (inizio della manifestazione della sua diversità rispetto all’Europa), che si ritirò nella sua insularità e dalla prospettiva espansionistica verso il territorio europeo. La guerra dei cento anni ebbe anche una rivoluzione militare: fu caratterizzata dalla fine degli eserciti organizzati su base feudale e sull’uso della cavalleria pesante (fanteria al posto della cavalleria, primi eserciti professionali di mercenari, prime armi da fuoco). Per tutte queste ragioni il 1453 potrebbe essere preso come riferimento del passaggio tra medioevo e modernità. Inoltre nel 1453 i turchi ottomani di religione islamica conquistarono Bisanzio. Questo avrebbe portato uno stravolgimento dell’Europa cristiana orientale di rito greco-ortodosso, che si sarebbe trovata dinanzi il nemico turco ottomano di religione musulmana. Un ulteriore data che può essere presa come riferimento per l’apertura della modernità è la data della riforma luterana (1517): le 95 tesi contro la pratica delle indulgenze della chiesa romana (corruzione, simonia), che romperà L’Unità della religione cristiana. Prima di Lutero anche Girolamo Savonarola aveva predicato questa pratica a Firenze: si era scagliato verso alcuni meccanismi vigenti della chiesa romana. Girolamo morì arso sul rogo. Qualche anno dopo Lutero si scagliò in maniera ancora più violenta: la sua riforma determinò la frattura tra mondo luterano (protestante) e mondo cattolico, che comporterà in seguito le grandi guerre di religione in Francia, di matrice calvinista su radice protestante. Per quanto riguarda il termine di questo periodo storico, vediamo due date incisive: 1789: rivoluzione francese 1815: congresso di Vienna (chiusura dell’epoca napoleonica, della rivoluzione francese, inizio dell’età di restaurazione, della modernità) La suddivisione cronologica è sempre stata questa? No. Prima (fino alla prima guerra mondiale) l’età moderna era quel periodo che andava dal 1313 al 1713, cioè un blocco storico spostato indietro nel tempo. Perché ? 1313: anno di nascita di Giovanni Boccaccio, principale esponente dell’umanesimo rinascimentale; 1713: fine guerra di successione spagnola. Le date oggi convenzionate sono entrate nei manuali solo nel secondo dopoguerra. L’aggettivo MODERNO Da dove deriva? Deriva dall’avverbio latino “mo” = ora, adesso. Questo vuol dire che l’aggettivo moderno designa il tempo presente, della contemporaneità. Perché allora separare età moderna e storia contemporanea quando dal punto di vista semantico sono aggettivi equivalenti? Nel mondo anglosassone (e tedesco) entrambe le età sono riferite all’aggettivo “moderno”, ma con la precisazione “early” per riferirsi all’epoca prima (la nostra moderna). L’aggettivo moderno entrò in uso, con la “pregnanza” semantica attuale (ossia con significato positivo), proprio a partire dal 400: gli uomini, artisti e letterati, si autoaffermarono moderni nel senso di positivamente sviluppati rispetto a quel periodo buio del medioevo. L’età moderna nasce quindi in età rinascimentale come creazione intellettuale di artisti e scrittori che volevano recuperare la luce e la magnificenza greca e latina. Rappresentava cioè l’età contemporanea degli intellettuali rinascimentali, che si pensavano moderni. Gli stessi illuministi le 700 fecero propria questa tripartizione antichità-medioevo-modernità, con l’accezione qualitativamente negativa rispetto al medioevo. Cioè che sta alla base della decisione di far aprire e concludere l’età moderna rispettivamente con il 1492 ed il 1815 è una logica prettamente progressista ed eurocentrica. Questa costruzione cronologica non può essere condivisa, ad esempio, dalla cultura orientale. 18/09/20 Alcune grandi questioni della storia moderna 1. La divisione religiosa 2. L’affermazione dello stato moderno 3. La globalizzazione del mondo 4. La critica del passato 5. La ridefinizione del rapporto individuo-famiglia 1 ) divisione religiosa: tra cattolicesimo e protestantesimo Con la redazione delle 95 tesi da parte del monaco agostiniano Martin Lutero nasce la riforma luterana, la prima grande riforma protestante, con la quale si determinò tale frattura. La spaccatura che si venne a creare tra il mondo del sud, cattolico, e quello del nord, protestante, andrà poi a riflettersi anche nel mondo americano. Aldilà delle differenze, ci furono comunque 2 elementi che accumularono i cristiani cattolici e i cristiani protestanti. Ø In rottura con il cristianesimo medievale: es.la confessione: nel medioevo era un atto comunitario, dal momento che il peccatore riceveva il perdono sia dal signore sia dal resto della società (per questo erano più importanti i 7 peccati capitali dei 10 comandamenti), ciò dovuto anche al fatto che all’epoca aveva un ruolo più autoritario sul popolo la religione piuttosto che lo stato. Questa concezione comunitaria della religione si perse progressivamente nella modernità, poiché in parallelo quel potere statale, civile, laico che in epoca medievale scarseggiava, si rafforzò, ed impose in maniera più autoritaria il proprio controllo sul popolo. In età moderna i 10 comandamenti sostituirono i 7 peccati capitali. Perciò la chiesa interessò ad interessarsi nei confronti dei peccati di matrice carnale sessuale (non aveva più voce in capitolo alle ostilità sociali, quindi andò ad indagare più personalmente). Ø In continuità con il cristianesimo medievale: esistenza di una sfera etica e religiosa sperata dalla sfera politica; le leggi della chiesa in età moderna andarono sempre più distinguersi dalle leggi dello stato, e viceversa. Chiesa e stato hanno mantenuto un rapporto di dualismo e autonomia. La prima potenza europea che si trovò ad affrontare questo problema fu la monarchia portoghese, che all’epoca era dominata dalla casa Aviz. La loro idea era quella di raggiungere l’estremo oriente attraverso la circumnavigazione dell’Africa. Scendere per il litorale africano voleva dire metter mani su oro, avorio, schiavi (La Costa d’Avorio, Il Ghana all’epoca Costa d’Oro). Furono due i navigatori portoghesi che si distinsero in quest’impresa: Bartolomeo Dias (1487) arrivò alla punta meridionale dell’Africa Vasco de Gama (1498) circumnavigò l’Africa e raggiunse l’India Perché i portoghesi dimostrarono di avere questa superiorità navale e marittima ? Per i grandi investimenti che i personaggi regnanti della casa aviz; per le innovazioni tecniche e strumentali di cui i portoghesi usufruirono, come il timone a ruota - il perfezionamento delle bussole ad ago magnetico – un nuovo tipo di imbarcazione: le caravelle. Le caravelle furono un tipo di imbarcazione molto importante per le navigazioni oceaniche: erano imbarcazioni molto piccole, con tre alberi, molto manovrabili e leggere, e per questo con un numero di membri di equipaggio ridotto (lo spazio lasciato dagli uomini veniva colmato con scorte alimentari più grandi). Accanto ai portoghesi arrivarono però presto gli spagnoli, con la dinastia regnante Trastámara. La monarchia spagnola era governata dai re cattolici: Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, sposati nel 1459, sancendo “l’unificazione della Spagna” (—> le due corone rimanevano separate). Furono proprio gli spagnoli, i castigliani*, a finanziare la spedizione di Cristoforo Colombo. Cristoforo Colombo aveva un progetto preciso: non più attraverso la circumnavigazione dell’Africa, ma lui pensava di potere raggiungere l’Oriente attraverso l’Occidente, a causa della sfericità della terra. A sua insaputa però, si imbatté nel 1492 nel nuovo continente, toccando una serie di isole dell’arcipelago delle Antille, spingendosi successivamente verso l’America meridionale arrivando in Honduras. Colombo si mantenne sempre convinto che queste terre che lui aveva toccato facevano parte del continente asiatico. Colui che si rese conto, a qualche anno di distanza, che si trattava di un nuovo continente fu il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci. Un cartografo tedesco decise di nominare il nuovo continente “America” in suo onore. *Colombo in realtà chiese al re d’Aragona il finanziamento, ma quest’ultimo si dimostrò del tutto disinteressato ad aprire nuovi scenari verso l’Oriente, preferiva concentrarsi sui suoi già numerosi territori. Isabella intraprese questo programma politico, in nome dell’arretratezza del regno di Castiglia. Alla Castiglia di fatto spettò il privilegio su rotte e colonie. Monarchia portoghese e monarchia spagnola (castigliana) divennero potenze rivali. Nacque però un contenzioso: come dividere le rispettive aree di interesse dal punto di vista oceanico. Il primo accordo in questo senso fu stabilito nel 1493: bolla INTER CAETERA, di papa Alessandro Borgia —> propose di tracciare una linea immaginaria (raya) ad ovest (di 100 leghe) dell’arcipelago di Capo Verde: la parte a occidente sarebbe spettata alla Castiglia, quella a oriente al Portogallo. I portoghesi protestarono, perché la linea avrebbe favorito eccessivamente gli interessi coloniali castigliani. Grazie al trattato di TORDESILLAS (1494) i portoghesi riuscirono a far spostare di 270 leghe la linea raya, che passò da 100 leghe a 370 leghe da Capo Verde. Dopo questi accordi, si ebbe il quadro geo politico per cui i portoghesi avevano il predominio delle acque africane, mentre i castigliani quello delle acque americane. Sempre grazie a questo trattato, fu possibile per i portoghesi la scoperta del Brasile nel 1500, grazie al navigatore Pedro Alvares Cabral. Questo territorio, a motivo della linea raya, fu di dominio portoghese. Cosa trovarono i primi conquistadores nel continente americano? L’impatto degli europei nel continente americano fu violento: impressionante diminuzione delle popolazioni indigene e, allo stesso momento, uno stravolgimento sul loro assetto demografico su base etnica, perché ai propri indigeni che rimasero vennero affiancati, oltre ai coloni bianchi, gli schiavi africani. La popolazione locale fu decimata non soltanto a causa delle violenze e delle sconfitte, ma anche dal diffondersi di malattie europee cui non avevano difese adeguate. Queste civiltà andarono incontro ad un processo irreversibile di decimazione, distruzione e sfruttamento (miniere di oro e argento —> ANTROPOLOGIA !!!) Con la decimazione della popolazione indigena la mano d’opera venne progressivamente sostituita con la mano schiavile africana. Apporto dei missionari religiosi contraddittorio —> nei confronti dell’istituto di schiavitù ebbe genericamente un tipo di approccio che potrebbe sembrare paradossale: mentre condannavano la schiavitù delle popolazioni indigene, allo stesso tempo NON condannavano la schiavitù africana, anzi, cercarono di convincere i colonizzatori a non sfruttare il popolo indigeno (meritavano di conservare la propria libertà originale) ma gli schiavi africani, perché erano già schiavi nel loro territorio (era quello il loro status). è Trauma della conquista […] Gli europei come riorganizzarono dal punto di vista amministrativo il nuovo mondo? Attraverso sostanzialmente la fondazione di nuove città e nuove parrocchie: ritorna il motivo della spinta medievale della diffusione del messaggio evangelico e la conquista di nuovi territorio (la croce e la spada). Gli spagnoli fondarono le encomendias = gruppi di città e villaggi che il monarca Castigliano affidava al governo di un encomendero, come se fosse un vero e proprio feudo: lui doveva riscuotere prestazioni fiscali e lavorative, in cambio offriva l’educazione religiosa alla popolazione. La parte portoghese prese a governare i territori brasiliani sullo stesso modello spagnolo, ma con un processo più lento: data la delusione di non aver trovato l’oro e l’argento in Brasile, i portoghesi si concentrarono inizialmente sui mercati asiatici. 25/09/20 Rinascimento in Europa: mentre altre potenze si occupavano delle scoperte ed esplorazioni geografiche, in Europa la situazione geopolitica vedeva l’Italia come la principale area dello scontro tra la stesse potenze europee, in particolare tra la potenza monarchica iberica spagnola e la monarchia francese che ambivano ad impossessarsi di alcune parti del territorio italiano. Lo spirito di indagine, la sete del sapere, che erano atteggiamenti tipici dell’uomo moderno rinascimentale, furono elementi sicuramente presenti e che spinsero a finanziare e intraprendere questi viaggi oceanici ed esplorazioni continentali, ma che rimasero comunque in secondo piano: prevalsero infatti quelle ragioni medioevali riferite alla spada e alla croce. Tuttavia non si può negare che i navigatori, i cartografi e i geografi non avessero un atteggiamento comunque culturalmente spregiudicato. Un’idea particolarmente spregiudicata era quello di Colombo: la sfericità del globo. L’idea della sfericità della terra e quindi l’idea che si potessero raggiungere le indie viaggiando verso occidente. Questa idea non animava soltanto Colombo, ma era abbastanza diffusa nel corso già nella seconda metà del 400. Nel 1474 era stata realizzata la tradizione dal greco al latino di un opera di Claudio Tolomeo, un astronomo egiziano vissuto nel II secolo dopo Cristo, che già al tempo aveva calcolato la circonferenza della terra: aveva avuto l’idea che la terra fosse sferica e non piatta e ne aveva calcolato la circonferenza, ridotta però del 30%. Paolo Toscanelli fu influenzato da Tolomeo, e a seguire Colombo, che era in contatto con lui. Anche Colombo, stando ai calcoli di Tolomeo, pensava che la terra avesse la circonferenza calcolata da Tolomeo: per questo motivo, partì con scorte sufficienti al calcolo, ed incontrò il quarto continente. Copernico fu il primo grande propugnatore della teoria eliocentrica: un’idea che sulla base dei calcoli espressi da Tolomeo. Sebbene le motivazioni della spada e della croce siano state prevalenti rispetto agli esiti delle grandi scoperte geografiche, non vanno comunque dimenticate la ragioni culturali dominate dallo spirito d’indagine, che furono presenti sebbene in minoranza. Il termine “rinascimento” non è un termine moderno, cioè non nato nei secoli stessi dell’età moderna: è un termine coniato per la prima volta nel corso del diciannovesimo secolo, da parte di Jacob Burckhardt. Secondo lui l’Italia del 400 aveva rappresentato la madre e la patria dell’uomo moderno. “La civiltà del rinascimento in Italia” (1860) Pure il successore di Carlo VIII, Luigi XII, provò una spedizione nel regno di Napoli, anche questa inutile. L’unica cosa che i francesi riuscirono ad ottenere dall’Italia fu il Regno di Milano che, con Carlo VII era dominato dal signore Ludovico Sforza, ma che poi con Luigi XII divenne diretto dominio francese. *tale passaggio fu facilitato grazie alla signoria dei Medici: Piero dei Medici (Piero il Fatuo), figlio di Lorenzo, aveva concesso nel 1494 a Carlo VIII e alle sue truppe di passare dalla Toscana. Questo atteggiamento aveva determinato una reazione a Firenze: tutte le famiglie nemiche, ad esempio gli Strozzi, sfruttarono l’occasione per cacciare da Firenze Piero e la sua famiglia. Tra le figure in opposizione alla famiglia dei Medici emerse quella del frate domenicano Girolamo Savonarola. Il regime repubblicano da quel momento instaurato, dopo la cacciata, fu fondato su principi savonarolesi: nuova repubblica teocratica. (1494-1498) 1498 —> Savonarola arrestato e condannato al rogo dopo essere stato impiccato: il modello rigoroso, ascetico, intransigente instaurato a Firenze non poteva durare a lungo. La vicenda della repubblica Fiorentina continuò però fino al 1512, guidata da Piero Soverini, fino a quando il papa guerriero Giulio II appoggiò il ritorno del ritorno dei Medici. 29/09/20 Ø Tre grandi figure dell’età moderna: Carlo V di Asburgo – Luigi XIV – Napoleone Carlo V è cronologicamente la prima figura e caratterizzò particolarmente questa prima parte; “egli governava l’impero sopra il quale non tramontava mai il sole” —> ereditò una serie di territori non solo in Europa. Carlo V fu il protagonista principale della 2ª parte delle Guerre d’Italia. (APPROFONDIRE SU MANUALE!!) La 1ª fase delle guerre d’Italia (1494: discesa di Carlo VIII-1516: pace di Noyon) si conclude con la sconfitta dei francesi, ma con la conquista della Lombardia; il regno di Napoli resta agli aragonesi. La 2ª fase inizia a partire dagli anni ’20 del Cinquecento, con nuovi protagonisti: Leone X de’Medici (nuovo papa dal 1513, secondogenito di Lorenzo il Magnifico), Francesco I di Valois-Angoulême (re di Francia dal 1515, successore di Luigi XII), Carlo I di Asburgo (re di Spagna dal 1515 e successivamente imperatore del Sacro Romano Impero della nazione tedesca —> Carlo V). Come riuscì Carlo I a diventare il personaggio più potete dell’epoca? Tramite una serie di fortunate vicissitudini ereditarie che lo rendono prima re e poi imperatore. La carica imperiale era elettiva: 7 principi elettori (4 principi laici e 3 arcivescovi). Candidato al titolo di imperatore nel 1516 non era solo Carlo: nello stesso anno si candidò anche Francesco I re di Francia e il principe Federico di Sassonia. Cosa succede? Comprando attraverso il finanziamento di potenti banchieri tedeschi, Carlo di Asburgo, già re di Spagna, riuscì nel 1519 a farsi eleggere imperatore comprando i voti dei principi elettori. Cos’era l’impero all’epoca? Non uno stato unitario; era un grande mosaico di città-stato, feudi, ciascuno dei quali aveva la propria autonomia e il proprio signore, il quale però in ultima istanza, riconosceva la figura principale dell’imperatore, come garante della pace e dell’ordine nell’impero. Il modello fu un modello medievale: Carlo Magno. Carlo d’Asburgo ricevette dai precettori* un’educazione basata su principi erasmiani. Erasmo da Rotterdam, nel 1515, scrisse indirizzando a Carlo d’Asburgo un’opera: “institutio principis cristiani” = trattato educativo per il giovane Carlo secondo i principi cristiani. Fu proprio questo l’obiettivo politico di Carlo: guidare i propri sudditi cristiani così da conservare la pace. Monarchia universale cristiana tipicamente medievale. *(Adrian Florensz, Mercurino di Gattinara, Alfonso de Valdés). I problemi del regno di Carlo 1517 —> Sassonia (all’interno dell’Impero): diffusione protesta luterana di Martin Lutero, che alla lunga compromise L’Unità religiosa e politica dell’impero. Pressioni esterne Ø TURCHI: arrivati nel 1453 a Costantinopoli, e da lì in poi espansi in Europa orientale lungo la direttrice balcanica sotto il Solimano il Magnifico, che nel 1526 sconfisse il re d’Ungheria e di Boemia, Luigi II, e nel 1529 arrivò addirittura alle porte di Vienna (capitale Impero). D’altro canto però l’impero turco non era forte solo su terra, ma anche su mare: attività dei corsari da Tripoli, Tunisi, Algeri (località impero turco). Khayr al-Din: principale corsaro. Ø FRANCESI (di Francesco I): la pace di Noyon non durò a molto a lungo: il conflitto tra Francia e Spagna riprese nel giro di pochi anni. La monarchia francese si sentiva accerchiata dalla grande potenza asburgica (Spagna+impero). La Spagna aveva territori strategici: in possesso anche della Lombardia. I trattati di pace non potevano essere in questo quadro duraturi; il conflitto riprese nel 1521 e di nuovo l’Italia fu il principale teatro di questa contesa. 1525 —> Battaglia di Pavia: francesi sconfitti e il re Francesco I catturato dall’esercito spagnolo. 1526 —> Trattato di Madrid: Francesco I fu rilasciato e la Francia promise che avrebbe da lì in poi a qualsiasi tipo di velleità nei confronti di Milano e della Lombardia. Questo trattato non solo era svantaggioso per la Francia, ma provocava timore anche per il resto degli Stati, in particolare la Santa Sede e la Repubblica di Venezia. Nello stesso anno, si costituì la Lega di Cognac, voluta dal Papa Clemente VII (successore di Adriano VI precettore di Carlo d’Asburgo) per fronteggiare il potere spagnolo. Della Lega fanno parte: la Francia, la Santa Sede, la Repubblica di Venezia. I rapporti si increspano tra il re di Spagna e Roma. 1527 —> Sacco di Roma: esercito di mercenari non pagati che marcia su Roma, in maniera del tutto autonoma, senza limiti né ordini: esercito tedesco, luterano. Carlo V non ordinò di occupare e devastare Roma, però non fece nemmeno niente per evitare questa cosa si trattava di migliaia di soldati allo sbando, senza guida né soldi, che occuparono Roma anche per diversi mesi. A questo sacco venne attribuito un significato simbolico di punizione divina contro la corruzione e l’immortalità del papato. “Dio ha permesso questo perché la città di Roma se lo meritava”. Dal punto di vista politico, rappresentò il punto più basso dei rapporti tra papato e re cattolico/imperatore. Due anni dopo il Sacco di Roma seguirono le Paci di Barcellona (pace con Clemente VII) e di Cambrai (pace con Francesco I). Francesco mantiene, in quanto re di Francia, il possesso della Borgogna (rivendicata da Carlo in nome dell’eredità) ma torna a rinunciare alla Lombardia. La pace di Barcellona costituì invece il preludio di ciò che successe nel 1530: all’interno della basilica di San Petronio, i due protagonisti si incontrano e suggellano quanto stabilito con la pace: Clemente VII riconosce come imperatore e come re d’Italia Carlo V e lo incorona. Però ci sono altri accordi: Clemente si impegna di convocare un concilio religioso per sanare i contrasti tra Cattolici e Protestanti. Carlo V si impegna a ripristinare il potere mediceo a Firenze* e contrastare l’espansionismo turco nei Balcani mediterranei. *Medici espulsi nel 1527. Nel 1530 Carlo V in qualità di monarca spagnolo si impegnò ad appoggiare il tentativo di ritorno dei Medici a Firenze. …… approfondisci Che fine fa Carlo V? Il suo sogno di mantenere unito il suo vasto dominio non poteva essere realizzato, a causa di pressioni interne ed esterne. Alla fine, questo scontro tra Francia e Spagna si concluse soltanto nel 1559: le guerre continuarono anche dopo i trattati di pace. La pace definitiva venne firmata a Cateau-Cambrésis da Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna. Carlo V abdicò, deluso e stanco, tra il 1555 e 1556. Dalla pace del 1559 fino al 1713/14 si parla di Italia Spagnola. 06/10/20 Come Roma ha reagito alla diffusione in Europa delle varie dottrine protestanti La reazione del papato è passata con il nome di Controriforma, per indicare il ripristino forzato dell’obbedienza confessionale alla chiesa di Roma, e per indicare quei tentativi intrapresi dalla chiesa di Roma per riconquistare quegli stati riformati (ad esempio la Polonia). Questo termina tuttavia, che per certi aspetti ha assunto nel corso dei secoli in significato quasi del tutto negativo, negli ultimi decenni è stato confutato, criticato dalla storiografia di matrice cattolica, che ha ritenuto indicasse un movimento di pura e semplice reazione cattolica di fronte alla riforma luterana. In sostanza, non darebbe un’idea concreta di quello che davvero fosse successo: non si trattava soltanto di una controffensiva, ma anche di qualcosa di propositivo. La storiografia ha per questo preferito da qualche anno il termine “riforma cattolica”, per togliere l’accezione negativa del termine. L’evento che ha sicuramente caratterizzato questo periodo storico è il Concilio di Trento (1545- 1563). Il concilio durò per 25 sessioni diverse e 3 fasi distinte. Il concilio fu aperto da parte di Papa Paolo III Farnese, un papa potente che, in cambio della garanzia nei confronti di Carlo V, ottenne da lui un dominio territoriale di tipo politico nel cuore della pianura padana: creò qui il Ducato di Parma e di Piacenza, creati per i figli e i discendenti. All’interno di questo concilio la chiesa di Roma cercò di rispondere punto per punto alle proposte luterane, e più in generale protestanti, ed ad organizzarsi anche da un punto di vista morale: consapevoli che questo aspetto dovesse essere preso in considerazione già da un po’ di tempo. (A partire da Savonarola, o anche da Dante nei confronti di Bonifacio VIII: simoniaco). È per questo che ad oggi si riconsidera il “lato propositivo” assunto dalla chiesa di Roma in questo quadro generale: cercare di riunificare la fede cattolica, ma allo stesso tempo rinnovarsi interiormente. Inizialmente in realtà il concilio si aprì piuttosto “in solina”, anche per la mancanza partecipazioni di protestanti; sebbene l’obiettivo di Carlo V era quello di riunire le dottrine, durante il concilio i rapporti non fecero che inasprirsi sempre più, anche a ragione del fatto che i cattolici rimarcarono le proprie radici. è VALIDITÀ DELLE INDULGENZE; ribadire le buone azioni significa ribadire le indulgenze, ribadire le indulgenze significa ribadire l’esistenza del purgatorio. I sacerdoti per essere preparati dovevano essere istruiti —> un altro “capo d’imputazione” della chiesa pre-concilio di Trento: i sacerdoti non erano preparati, erano ignoranti. Dal concilio di Trento vennero infatti istituiti i seminari. Questo periodo storico è stato ribattezzato anche il periodo storico della confessionalizzazione della società, del disciplinamento: la chiesa rafforza le sue posizioni, le sue istituzioni. (—> professio fidei Tridentinae, Pio IV 1564). Controllo maggiore della società attraverso strumenti o istituzioni che vengono create dal nuovo o rivisitate, ad esempio il luogo stesso del confessionale (Borromeo). ~ Prosperi mette a fuoco questa confessione mediata dei paesi cattolici in Europa meridionale: i popoli riformati hanno sviluppato nel corso dei secoli un senso di individualità maggiore, mentre i cattolici si sono sempre aggrappati alla figure di un responsabile, rendendoli meno responsabili ed autonomi. 09/10/20 La Francia: dalle guerre di religione alle fronde La monarchia francese nel corso del ‘500 e nella metà del ‘600. Le vicende cinquecentesche francesi si ricollegano molto da vicino al problema religioso che si sviluppò a partire dalla diffusione delle religioni protestanti. La forte compenetrazione tra religione e politica in questa situazione, che determinò il disgregarsi politico di vari stati, non intaccò soltanto i regni dell’impero ma anche la Francia. È per questo che si parla di “guerre di religione” = guerre civili tra schieramenti aristocratici contrapposti, da una parte cattolici da una parte ugonotti (calvinisti francesi). Storicamente i re francesi rispetto ai re spagnoli hanno rivendicato rispetto alla chiesa di Roma una maggiore autonomia della chiesa francese (—> tradizione gallicana: chiesa svincolata in riferimento alle autonomie, come la nomina dei vescovi). Il sovrano francese era comunque cattolico: ma la diffusione del calvinismo all’interno del territorio francese complicò molto le cose. CALVINISMO: Juan Calvan, tra gli anni 30 e 40 del ‘500 fondò la sua dottrina basata sulla predestinazione degli eletti. Le guerre di religione Sono state in tutto 8, combattute in Francia dal 1562 al 1598. Le guerre di religione insanguinarono la Francia anche perché all’epoca in cui divamparono il potere della monarchia era piuttosto debole. Il grande protagonista francese della seconda parte delle guerra d’Italia fu Francesco I, avversario di Carlo V. Francesco morì nel 1557; la pace di cateau-cambresis (1559) venne firmata dai figli dei due antagonisti, Enrico II per la Francia ed Filippo II per la Spagna. Enrico II era marito di Caterina de’Medici: da loro nacque Elisabetta, che nell’anno dei festeggiamenti per la pace, prese in marito il re di Spagna, Filippo II. La morte accidentale di Enrico II nel 1559 fu l’inizio dei problemi per quanto riguarda la Francia. è Problemi dinastici e di gestione del potere politico; aggravati dalla diffusione del calvinismo. I tre successori di Enrico II erano suoi figli: Francesco II, Carlo IX ed Enrico III. Francesco fu il primo a succedere, ma il suo regno durò molto poco: morì a 16 anni, un anno dopo il padre. Carlo IX gli succedette, ma pure lui morì molto giovane, a 24 anni; è durante il suo regno che iniziarono le guerre di religione (1562). Essendo molto giovane, la situazione era perlopiù gestita dalla madre. Questa dinamica rafforzò la convinzione di varie famiglie nobili francesi provinciali che fosse possibile ottenere, rispetto al potere monarchico, un maggior grado di autonomia. Il calvinismo peggiorò le cose in questo senso poiché le province a sud, che aderirono a questa dottrina, furono portate a rivendicare ancora più autonomia. In questo contesto nacquero due schieramenti, che facevano riferimento a due casati importantissimi della Francia: il casato dei Guisa (schieramento cattolico) e il casato dei Borbone (schiarimento riformato). Nacquero quindi lotte di potere tra queste componenti che non solamente disgregarono i rapporti tra nobilita di provincia e corte origina, ma più in generale l’intera società francese (ceto subalterno). Caterina cercò di mantenere una situazione di equilibrio, concedendo una serie di prerogative che portavano ad una quasi libertà di culto (protezione monarchia); queste posizioni però non portarono ai risultati sperati: si acuirono massacri e violenze tra i due schieramenti. Questi massacri culminarono nel 1562: massacro di Vassy (episodio che segna l’inizio la seria delle guerre di religione in Francia). Cosa accadde? I partecipanti ad una riunione ugonotta furono sorpresi e trucidati dai cattolici. L’ordine e la pace in Francia era finita. Iniziano così questa serie di conflitti. A dieci anni di distanza dal massacro di Vassy viene ricordato come episodio culminante quello della notte di San Bartolomeo (1572); cosa accadde? Qualche giorno dopo il matrimonio tra Enrico di Borbone e Margherita di Valois, che avrebbe dovuto garantire tra cattolici e ugonotti, i nobili ugonotti furono colti di sorpresa la notte del 23 agosto da parte di sostenitori dello schieramento cattolico e furono sterminati. Questo massacro non rimase circoscritto a Parigi; nelle settimane successive le violenze divamparono in tutta la Francia: il fanatismo religioso era diventato a un punto di disperazione. Nel 1574 il giovane Carlo IX muore e a lui succede il fratello Enrico III. Enrico III, anch’esso giovanissimo, si ritrova a dover rimettere in piedi, con la madre, una situazione ormai esasperata. Negli anni ’80 la situazione si acuì al punto che scoppiò una sorta di sotto-guerra all’interno del conflitto generale. Questo sotto-guerra passa con il nome di “guerra dei tre enrichi”: il re – Enrico di Guisa – Enrico di Borbone. (1584-1589) al termine rimase un solo Enrico: Enrico di Borbone (primo nella linea di successione al trono francese). Filippo II nacque e crebbe in Castiglia, fu un re religiosissimo, aveva quindi i favori della nobiltà castigliana. “Rey papelero” = re delle scartoffie: stava dietro ai documenti nel suo ufficio piuttosto che “uscire a cavallo”, dando via ad un processo di modernizzazione per quanto riguarda le attività di governo e di amministrazione. Con Filippo II la capitale della Spagna è Madrid, con capitale del governo Escorial. Rispetto a questa configurazione amministrativa della Spagna, una cosa che fu fondamentale perché caratterizzò il regno di Spagna a partire da Filippo II è il problema finanziario. I problemi finanziari che la Spagna ebbe con Carlo V si acuirono durante il regno di Filippo II: fu costretto a dichiarare bancarotta a causa degli enormi debiti arretrati. Questi problemi finanziari caratterizzano anche i successori: Filippo III, IV e Carlo II. Dal punto di vista invece della politica estera, Filippo II ebbe due successi e due insuccessi: I successi: o Contrasto all’espansionismo ottomano Il problema turco-ottomano si manifestò dinanzi agli europei cristiani con la conquista di Costantinopoli e la successiva politica espansionistica lungo la direttrice balcanica e via mare (corsari berberi). Questa avanzata fu limitata, seppur momentaneamente, dalla battaglia di Lepanto (1571) tra la flotta della lega Santa (Santa sede e repubblica di Venezia) e la flotta ottomana. Si verificò questa battaglia dove la flotta turca prese una batosta storica: l’importanza fu più simbolica che concreta, in quanto nel giro di due anni i turchi furono in grado di riproporre una flotta molto più grande e forte. Perciò l’espansionismo via mare riprese: continuò per decenni e per tutto il Seicento (conquista di Creta e assedio alle porte di Vienna – da lì si fermarono). o Ottenimento della corona portoghese Tra il 1578 e 1580 scoppiò la questione portoghese: con gli ultimi due sovrani Sebastiano I ed Enrico I si estinse la dinastia degli Aviz. A questo punto il re di Spagna può reclamare i diritti di successione della corona portoghese: questo perché fin dalla metà del quattrocento i Trastamara si erano legati agli Aviz (matrimoni), e Filippo II, essendo discendente dei trastamara da parte di madre, reclama su questa base i diritti si successione sul trono di Lisbona. Riuscì effettivamente a mettere mani sulla corona portoghese nel 1580 stesso, e la unì a quella spagnola, ma mantenendo la propria autonomia. Così nasce l’Unione iberica (fino al 1640). Filippo è Filippo II come re di Spagna, ma Filippo I come re del Portogallo. Gli insuccessi: • Rivolta dei Paesi Bassi Per via delle discendenze di Carlo V, Filippo II, in quanto re di Spagna, si ritrovava ad avere possedimenti nei Paesi Bassi. Qui però scoppiò una rivolta a partire dagli anni Sessanta del cinquecento (parallelamente alle guerre di religione in Francia) a causa della dominazione spagnola. All’epoca questi territori dipendenti dalla corona spagnola, erano suddivisi in 17 province: all’interno di queste provincie si era diffuso innanzitutto il calvinismo. Aldilà dei problemi religiosi, una diversa intraprendenza dal punto di vista economico-finanziario: la (alta) società spagnola era dominata da un’aristocrazia oziosa (causa anche questa della bancarotta), mentre nei Paesi Bassi era presente un ceto diligente (borsa ad Anversa). A tutto questo va aggiunta una ostilità dei Paesi Bassi nei confronti della Spagna per il riscatto di un’autonomia, soprattutto dal punto di vista fiscale. A partire dalla fine degli anni sessanta cominciano le prime ribellioni: il duca di Alba, inviato dalla Spagna, comincia un’azione repressiva fallimentare. Le provincie, coalizzandosi, riconoscono Guglielmo di Nassau (principe di Orange) come figura principale della lega di gent?. La Spagna cambia strategia: Alessandro Farnese viene inviato nei Paesi Bassi in qualità di governatore, per sedare la rivolta, non più attraverso la violenza, ma attraverso l’attività diplomatica. In parte riuscì l’azione, facendo leva sulla condizione religiosa delle province meridionali. Le province settentrionali, calviniste, continuarono la loro ribellione (che trovano appoggio dagli ugonotti francesi e dall’Inghilterra della regina Elisabetta, grande nemica di Filippo II). Nonostante la presenza di Farnese, la ribellione continuò, fino alla dichiarazione d’indipendenza (1581), firmata bilateralmente dalla regina Elisabetta: così si formò la repubblica delle province unite. *manca duca di ? 16/10/20 Ramo imperiale della dinastia asburgica dopo l’abdicazione di Carlo V e l’elezione del fratello 1555/6: abdicazione Carlo V – concluse le guerre di religione tra cattolici filo-imperiali e luterani, firmata pace di Augusta. Già a partire dagli anni precedenti, e soprattutto nel corso degli anni successivi, alla pace di Augusta. Cosa era successo in Europa? - Diffusione del calvinismo - Apertura del Concilio di Trento (1545) Queste due condizioni andarono a determinare una situazione particolare soprattutto nei territori dell’impero: Perché? Finché vi furono Ferdinando, fratello di Carlo V, ed il figlio Massimiliano II, la situazione si mantenne abbastanza stabile; il problema fu che nel frattempo nei territori dell’impero si diffuse progressivamente il calvinismo, ma anche le nuove norme uscite dal Concilio di Trento, che irrigidirono le posizioni cattoliche: questo anche grazie alla lotta dei gesuiti. A un certo punto i cattolici dell’impero, recependo le direttive che erano state ratificate nel concilio, dettero vita a un maggiore irrigidimento delle loro posizioni e alla volontà di riconquista dei territori dell’impero passati alla riforma luterana. In ciò l’opera dei gesuiti fu molto importante: obiettivi di ri- cattolicizzare i popoli che o erano passati al luteranesimo (all’interno dell’europa) o non avevano conosciuto la fede cattolica (America). La sfera politica e religiosa di nuovo si rimescolano, provocando una nuova guerra: la guerra dei trent’anni. Come si verifica la guerra dei trent’anni Nuovo irrigidimento delle posizioni cattoliche + diffusione calvinismo (radicamento in Boemia) Sulla base della diffusione del calvinismo in Boemia, i calvinisti stessi iniziarono a reclamare quei diritti di autonomia che non si riferivano però alla confessione del proprio credo, ma al principio della pace di Augusta, dato che prevedeva la confessione da parte dei principi solo del cattolicesimo o luteranesimo. Sulla base di questa rivendicazione, i calvinisti della Boemia, rivendicano anche un maggior grado di autonomia giurisdizionale rispetto al potere dell’imperatore. Chi erano stati gli imperatori durante la diffusione del calvinismo? Rodolfo II, erede di Massimiliano II, e Mattia; Cresciuti nella Spagna cattolicissima di Filippo II. Furono due imperatori che si proposero di difendere con la forza di reprimere il calvinismo dell’impero, a difesa della fede cattolica. Mattia divenne imperatore nel 1612, e trovò la situazione molto difficile soprattutto nel cuore dell’impero, la Boemia. Unione evangelica (calvinisti): voleva autonomia rispetto al potere assoluto dell’imperatore e voleva che il principio della pace di Augusta fosse allargato anche ai calvinisti. Gli imperatori non furono d’accordo. Avvenne quindi che un gruppo di calvinisti nobili boemi si presenteranno dinanzi al palazzo imperiale cercando di avere un confronto con l’entourauge di Mattia: il confronto si trasformò in diverbio e a sua volta in aggressione fisica (maggio 1618) —> episodio scatenante della guerra dei trent’anni. La guerra dei trent’anni Rappresenta un insieme sparpagliato di vicende belliche, una quindicina, interrotte da una dozzina di tregue, che durano per un trentennio. Dal 1618 al 1648. All’interno di questo lungo periodo, la storiografia ha individuato quattro fasi principali: 1. Fase Boemo-palatina (1618-1620): la lega cattolica, guidata dal duca di Baviera, in questa prima fase vinse. 2. Fase danese (entra in scena l’esercito danese luterana-protestante) (1620-1629): l’esercito danese, guidato dal re Cristiano IV, viene sconfitto nel 1629 dalle truppe imperiale, guidate dal mercenario Albrecht von Wallenstein, nella battaglia chiamata “della montagna bianca”. 3. Fase italiana: dal punto di vista italiano fa parte della guerra dei trent’anni, mentre da quello europeo non sempre. Si combatte in Italia; coincide con la guerra di successione al ducato di Mantova e del Monferrato: l’ultimo duca di Mantova, dei Gonzaga: Vincenzo III muore senza eredi. Erede designato francese: Carlo di Nevers—> non accettato dagli Asburgo, che rivendicano per loro il trono di Mantova e di Monferrato perché sostenevano che tali territori spettassero all’impero. Questo scontro fu segnato dalla peste di cui parla Manzoni. Alla fine riuscirono a trovare un accordo che fu firmato a Cherasco nel 1631: l’impero rinunciava ai territori, ma il nuovo duca doveva riconoscersi suddito dell’impero, così da evitare che potesse essere influenzato dalla monarchia francese nelle sue scelte politiche. 4. Fase svedese (scende in campo l’esercito svedese, appoggiato dalla Francia di Rechelieu e dalle provincie unite): potente esercito guidato da Gustavo II Adolfo. La Svezia infatti riesce a penetrare all’interno del territorio tedesco, penetrando addirittura verso la Baviera, ma il re di Svezia muore in battaglia —> lenta ritirata. Pace separata con le forze asburgiche. Qui la Francia entra direttamente nella guerra. 5. Fase francese (1635): obiettivo si spezzare alleanza asburgica, alleandosi con l’Unione evangelica. Caduta di Praga ad opera dell’esercito francese —> pace di Westfalia 1648.
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