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''storia moderna'' Prodi, Dispense di Storia Moderna

riassunto del saggio di Prodi ''storia moderna''.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 19/03/2020

lilliland
lilliland 🇮🇹

4.4

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Scarica ''storia moderna'' Prodi e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA – Prodi LA STORIA COME DISCIPLINA 1. Il mestiere dello storico :Il compito dello storico si divide in due passaggi: il primo consiste nell’estrarre dal manuale ( àessi sono contenitori di nozioni che assimiliamo e forniscono il materiale grezzo sul quale far funzionare la nostra intelligenza, devono essere studiati ma sempre con un senso di diffidenza, poiché dai manuali bisogna estrarre nozioni per costruire questioni in modo personale) i problemi e nozioni, questioni e dati in modo da ricostruire il reticolo spazio-temporale necessario per creare qualsiasi tipo di discorso storico; il secondo passo è quello di interrogarsi sul significato di storia come disciplina, sia come definizione di un settore particolare da conoscere, sia come acquisizione faticosa dei metodi necessari per apprendere un mestiere.La definizione data della parola stessa storia, dal greco istoria: indagine testimoni ha sia la nobile origine della storia come antenata di tutte le scienze dell'uomo ma anche che per il moltiplicarsi delle scienze dell'uomo lui sembra averla privata oggi della sua specificità.La storia come disciplina non studia genericamente il passato, ma il passato in funzione del presente. Questa affermazione risale al 1800 con Droysen Secondo il quale lo storico è lo scienziato della società mentre il politico è soltanto uno storico pratico, le sue affermazioni sono in funzione alla costruzione dello Stato prussiano ma la storia non è una scienza che mira alla ricostruzione impossibile di un passato ormai tramontato, ma è una scienza che ci aiuta a comprendere la società del presente. Nel Novecento si è sottolineato il carattere della storia come scienza sociale, come studio della civiltà in cui viviamo (à Bloch). Lo sforzo dello storico è quello di recuperare l’elemento dinamico: molto spesso la vicinanza del fenomeno storico è pericolosa perché impedisce la prospettiva. Non sembra esserci più la distinzione della storia come RES GESTAE ossia fatti avvenimenti del passato e la storia come racconto e interpretazione dei fatti stessi HISTORIA RERUM GESTARUM.Il passato esiste in noi stessi e in ciò che rimane dentro di noi, perché non si può ricreare. Il lavoro dello storico consiste quindi in una continua tensione tra il suo interrogarsi sul presente e la ricerca di risposte che provengono dal passato infatti lo storico si differenzia dall’antiquario perché è uno scienziato sociale. La storia potrebbe star dissolvendosi nelle moderne scienze sociali (l’economia, la sociologia, l’antropologia, la psicologia sociale), che hanno ridotto la storia ad un ruolo quasi marginale. Al contrario la storia ha ancora un ruolo fondamentale è una sua funzione specifica, per cui è importante il discorso sul metodo come riflessione concreta sul mestiere dello storico. Oggi il pericolo maggiore è quello di uno sbandamento dovuto alla mancanza di identità collettive e ad un oggi senza passato, elementi di cui invece abbiamo bisogno per affondare le nostre radici, e in questo contesto la storia assume una funzione di sopravvivenza della nostra civiltà. 2. Lo sguardo dello storico: il tempo e lo spazio: Quello che distingue uno storico da altri scienziati sociali è che egli ha nel vedere le cose in una quarta dimensione : quella temporale: egli vede le cose come sono divenute. Ciò che caratterizza l’occhio dello storico è la ricerca di questi rapporti che permettono di fissare le coordinate spazio-temporali di un fenomeno: non si tratta di andare alla ricerca di una causa o della causa unica del fenomeno ma egli cerca di mettere alla luce la rete che collega gli avvenimenti nella vita concreta degli uomini. Per questo è preliminare e indispensabile la conoscenza cronologica. La prima cosa che si impara è che non esiste un tempo unico: esistono dei tempi storici in quanto il tempo relativo al calendario o all’orologio è un fenomeno storico artificiale anche se la loro diffusione ha costituito un percorso verso la modernità. Questa molteplicità deriva dalla coscienza culturale che l’umanità ha avuto del tempo nelle varie epoche (tempo scandito dai campanili delle chiese, tempo del mercante che avvia la nascita verso la società moderna) e dalle caratteristiche del fenomeno specifico che si vuole studiare. Quando si parla di storia si parla di eventi ma c'è una differenza tra la storia dell evento e la storia di un lungo periodo anche se in realtà all'evento non esiste o esiste come particella infatti elementi come una guerra o un assassinio sono degli avvenimenti più determinabili nel nostro spazio mentre sarà più difficile determinare l'evoluzione della mentalità collettiva in quanto non è facilmente afferrabile come evento.ma tutti ugualmente ci sfuggono se vogliamo comprenderli nel concatenazioni che li hanno determinati negli effetti che hanno prodotto. Braudel nella rivista annales del 1958 ci dà due indicazioni a riguardo: - Concetto della durata à tempo sociale - Concetto di struttura à I ritmi di questo tempio sono molteplici a seconda dei fenomeni che studiamo ad esempio la cronaca un ritmo velocissimo più lento invece per delle azioni economiche fino a un tempo di una lunga durata ha detto struttura che sono avvenimenti di lunghissima durata.Questo nuovo sguardo ha portato ad una rivoluzione degli studi storici.In primo luogo sono venute meno le tradizionali definizioni cronologiche (storia antica, storia medievale, storia moderna, storia contemporanea), che hanno assunto sempre più una forte relatività poiché si ha avuto sempre bisogno di una definizione delle epoche per orientarci meglio Infatti l'età moderna non è mai esistita come non sono mai esistiti il Rinascimento e il barocco nessuna astrazione e concetti usati per rendere possibile abbreviare il discorso come i matematici fanno con le formule. La periodizzazione della storia è un processo mentale che varia secondo il tempo e la cultura dello storico, e dipende dal periodo che vogliamo studiare e dalla sua collocazione nel tempo e nello spazio. Una seconda conseguenza è l’estensione dello sguardo dello storico a settori della vita umana prima trascurati come il clima, i sentimenti la cultura materiale Ma gli storici del passato hanno sempre inteso la storia come storia di civiltà che comprende tutta la vita dell'uomo anche se certo che con lo sviluppo delle scienze sociali la nostra attenzione verso i fenomeni della quotidianità è aumentata e ci ha portato alla scoperta di nuovi panorami. . Un discorso analogo va fatto riguardo la questione dello spazio: per molto tempo c’è stata una e distinzione tra una grande storia riservata agli accademici e una storia locale riservata in Italia, questo non è più valido non si può parlare di una storia locale come se fosse distaccata dalle altre storie . È più opportuno parlare di una dimensione spaziale della storia che si affianca a quella temporale. I fenomeni non sono mai collocati dallo storico in uno spazio astratto, ma in uno spazio concreto; infatti bisogna sempre tenere conto dell’uomo e l’ambiente che lo circonda. (usare un Atlante storico e importante in quanto mostra che gli avvenimenti non si collocano in uno spazio astratto ma in uno concreto). 3. L’oggetto dello sguardo: storia generale e storie speciali :La prima condizione per chi si avvicina alla storia è quella di avere qualcosa che interessi realmente, sia dal punto di vista collettivo che individuale. Bisogna cercare di leggere la cronaca dell’oggi cercando di scoprirne le profondità storiche. Dopo di che bisogna inserire l’interesse storico nel quadro di una mappa che ne permetta una visione chiara. Per ogni epoca e settore sono necessarie conoscenze specifiche in grado di analizzarne i problemi. Si può dire che da un sistema come nel 17 sec. in cui la storia era al centro ed intorno ad essa orbitavano le scienze ausiliarie, si è passati a una rete di discipline che interagiscono tra loro a seconda dell’epoca e del problema che si vuole affrontare. Una delle conseguenze più importanti di questo processo di specializzazione della ricerca è stato il distaccarsi dalla storia di interi settori che prima erano incorporati ad essa (storia letteraria, storia dell’arte, storia della filosofia, storia dell’economia, storia della scienza e della tecnica). La storia “senza aggettivi” deve rimanere come: - Studio del punto di intersezione delle storie particolari tra di loro, altrimenti non risulterebbero comprensibili e solo poste in relazione tra loro possono avvicinarsi alla vita concreta degli uomini; - Studio di una linea di confine lungo la quale le singole storie particolari degli uomini si confrontano con il problema del potere, con il conflitto tra libertà e dominio che caratterizza in tutte le epoche il grande percorso della convivenza umana à storia politico-costituzionale; essa veniva chiamata da Benedetto croce ‘’etico- rotazione. altra tentazione da evitare di voler riprodurre tutte le testimonianze.Ciò che è fondamentale nell’esposizione storica di qualsiasi tipo è che ogni affermazione di rilievo abbia un riscontro preciso nella documentazione bibliografica in modo che il lettore abbia la possibilità di verificare il percorso dello storico. con la nuova frontiera della tecnologia il computer è un ausilio in quanto trasformato i procedimenti di conservazione e di catalogazione delle forme, in più la crescita dei costi editoriali ha portato a rendere più difficile la pubblicazione di opere. LA STORIA MODERNA 1. La discussione sul moderno: Nei paesi anglosassoni e germanici con “storia moderna” si intende il periodo storico che va dalla fine del XV con la fine del medioevo fino al Novecento inoltrato, distinto poi in una prima età moderna (fino alla rivoluzione industriale -rivoluzione francese) e una tarda età moderna, che ha il suo perno nell’Ottocento fino alla prima guerra mondiale. In Italia, convenzionalmente, si intende con storia moderna il periodo che va dalla fine del XV secolo agli inizi del XIX secolo, periodo in cui per la prima volta il tempo si storicizza e la storia diventa progressiva. Infatti è un discorso più ambiguo negli studi universitari è stato introdotto a dopo l'unificazione italiana come una storia del Risorgimento ossia una materia cuscinetto per il periodo che va dai primi moti per l'indipendenza fino al consolidamento dello Stato unitario arrivando al 1815 e sai la storia moderna mentre una storia contemporanea entra da solo dopo la seconda guerra mondiale e generalmente comprende l'era fascista fino ai nostri tempi. Un gran buco nero ricopre gran parte dell'800.Voltaire, nel Settecento, fa un quadro della situazione storica dicendo che l’Europa cambia faccia, alla fine del XV secolo nasce la stampa, viene introdotta una nuova religione, un nuovo sistema politico si stabilisce, viene circumnavigata l’Africa, viene scoperta l’America, le arti raggiungono un culmine mai visto: l’essenza della storia moderna per Voltaire è fondata quindi sul progresso e riguarda direttamente l’uomo. Questo periodo di “gestazione” del mondo moderno ci riguarda da vicino perché stiamo assistendo al suo declino, Quindi lo studio della sua genesi e per sapere da dove viviamo L’esaltazione dell’individuo, il progresso senza fine della ragione, il dominio della natura, la conquista di tutta la terra da parte dell’Europa, lo Stato come unico soggetto della politica internazionale sono alcune delle caratteristiche fondamentali. Horkeimer in esilio in In America con l'esplosione delle bombe atomiche scriveva una denuncia della ragione come minaccia dell'individuo in quanto un tempo la ragione era solo lo strumento dell io ora era rovesciata diventando irrazionale stupida.Questi sono i motivi che attraggono lo studioso all’approfondimento della storia moderna: l’esame del nostro essere uomini occidentali. si capisce così come siamo diventati tutto ciò su diversi piani da quello religioso al politico creando una genesi della modernità. il problema della periodizzazione per definire l'inizio e la fine dello Stato moderno è complesso Il passaggio alla fine dell’età moderna o all’età contemporanea non è chiaro, si può pensare alla rivoluzione industriale o alla rivoluzione francese oppure alla conclusione dei movimenti di unificazione nazionale dell 800 a seconda dei problemi che si studiano. Effettivamente non esiste nessuna cesura fondamentale tra la prima parte e la seconda parte dell’età moderna. Convenzionalmente ci fermiamo all’inizio dell’Ottocento quando il processo di modernizzazione sembra aver coinvolto tutti i settori della società Infatti pombeni afferma che il problema della periodizzazione nell'impossibilità di fissare una linea di rottura ma nel vedere una continuità di sviluppo. Bisogna capire che le resistenze e le rivoluzioni non rappresentano mai l'esplosione di un nuovo improvviso ma sono la conseguenza di uno squilibrio tra strati sotterranei in movimento e strati di superficie rimasti immobili .Per quanto riguarda, invece, l’inizio dell’età moderna di concorda l’indicazione di Voltaire, che parla del XV secolo come punto di passaggio al moderno. L’epoca moderna non va però considerata come un’epoca chiusa: nei secoli dell’eta moderna persistono a lungo resistenze del passato e tutte le rivoluzioni non sono esplosioni all’improvviso, ma sono conseguenze di fenomeni già sotterranei.Si sbaglia infatti a fissare l'inizio dello Stato nel 18º secolo con l'illuminismo come molti intellettuali hanno fatto in quanto implicherebbe una diagnosi diversa il mondo apparirebbe come rovesciamento intellettuale e un ripudio del cammino compiuto dall occidente nei secoli precedenti. 2. Il versante antropologico: individuo, famiglia, società :Il primo approccio al moderno è costituito dalla nascita dell’individuo, frutto del rinnovamento portato dall’umanesimo che dimostra una rinascita della classicità prima nella vita intellettuale e poi anche in quella sociale. Questa nuova consapevolezza a partire dal XIV-XV secolo, pone l’uomo al centro dell’universo. Nella tradizione storiografica la questione dell’inizio dell’età odierna si intreccia con quella dell’origine del rinascimento e con il riconoscimento della preminenza della vita intellettuale sulla vita politica, economica e sociale. Si passa da una struttura sociale legata a una visione dell’uomo come parte del cosmo, in cui l’uomo ha una sua posizione fissa e determinata all’interno di un ordine preordinato del mondo, di una visione legata alla casta, a una nuova concezione basata sul rapporto egualitario e mobile tra gli esseri umani.Al concetto di individuo è strettamente legato il concetto di rivoluzione, con la visione di un mondo in continua trasformazione è modificabile per l’intervento dell’uomo. La nascita della democrazia, che rappresenta la fase finale, spezza la catena che collegava il contadino al re: i cittadini non sono più legati a nessuno, hanno il destino nelle proprie mani. Questo cambiamento antropologico si ripercuote immediatamente sulle strutture sociali dell’Europa.(ipotesi di Norbert Elias in polemica con Talcoott Paesors) In questo momento storico individuo e società sono aspetti inseparabili tra loro, in quanto gli uomini sono coinvolti nei mutamenti strutturali della società, ma nella concreta realtà storica un importante elemento di novità è rappresentato dal diffondersi della convinzione dell’esistenza di un “io” separato dalle strutture sociali e in dialettica con esse. Una delle conseguenze più importanti di questo cambiamento antropologico è costituita dall’abbandono della concezione della divisione della società in tre grandi ordini (preti, nobili e lavoratori) e delle sottocategorie in cui erano suddivisi. Sbagliato è pensare che sia accaduto di colpo ma si può affermare che inserire una persona all’interno di un ‘’corpo’’ viene a meno. Si afferma quindi una mobilità sempre maggiore all’interno dei vari ceti sociali nei quali viene superato in concetto di casta basata su un consenso economico; si afferma inoltre la centralità della borghesia, chiamata ‘’terzo stato’’ e con essa un forte impulso verso una mobilità sociale che annulla l’antico ordine. Non vengono meno però i privilegi dell'aristocrazia ma essi si definiscono appunto privilegi mostrando il senso dell accanimento che si manifesta il loro difesa e l’aristocrazia manifesta quindi la necessità di trovare forme nuove di legittimazione del potere di fronte a una situazione di movimento sociale inarrestabile.Nonostante gli scontri rivoluzionari, è presente in questo momento un processo di osmosi: l’ideologia nobiliare appare come ultima trincea per la difesa della catena gerarchica. A livello antropologico, è importante la nascita della famiglia moderna, composta da un solo nucleo familiare con coppia e figli, si tratta di una composizione ristretta rispetto a quella medievale incentrata sull’allargamento e su un sistema patriarcale: la nuova famiglia rimane il centro degli interessi economici, ma viene completamente separata dalla sfera pubblica, il famoso ruolo della patria potestas si estingue.La famiglia diventa la cellula di base della sfera privata ma viene svuotata di ogni significato politico: nasce il matrimonio formalizzato come contratto di tipo particolare Esso è riconosciuto da parte dell autorità politica e religiosa . Questo mutamento del valore della famiglia e del matrimonio si sviluppa parallelamente alla divisione tra una sfera pubblica che tende a concentrarsi nello Stato è una sfera privata in cui domina l’individuo con il proprio patrimonio e le proprie difese giuridiche. Quindi alla nascita dell’individuo corrisponde la separazione di tutto ciò che non è più considerato parte della catena sociale, ma ancora non viene raggiunta l’autonomia dell’individuo come soggetto attivo nella vita sociale e suddito dello stato. Viene però presa in considerazione la tutela dell’infanzia e la figura della donna prende legittimazione a livello giuridico, come soggetto a livello contrattuale e patrimoniale. Anche la donna esce dalla passività diversamente dalle poket precedenti acquistando a poco a poco un suo ruolo non nel senso di una sua purificazione all'uomo ma come si è visto nella situazione contrattuale matrimoniale con il problema delle doti essa partecipa al processo produttivo. 3. Il versante religioso: de-magificazione, riforma, confessionalizzazione: si ha la perdita della visione di un cosmo governato da un Dio supremo, un mondo nel quale l’uomo era prigioniero di un universo immobile e nello stesso tempo animato da potenze invisibili. La 1° definizione scientifica di questo processo di fuoriuscita dell’Occidente dalla visione magica del mondo è stata data all’inizio del ‘900 da Max Weber, cha ha coniato il termine di de-magificazione o disincantamento del mondo, mentre + equivocamente si usa spesso il termine “secolarizzazione”. Conil termine di “secolarizzazione” si rischia di proiettare nei secoli dell’età moderna una visione che è propria dell’epoca attuale e quindi di avallare un’interpretazione astorica, infatti. Questa tendenza ha coinvolto intellettuali sulla scia del razionalismo illuminista e positivista. Si ha così una paradossale coincidenza tra i sostenitori di una modernità frutto del trionfo della ragione sulla tradizione giudaico-cristiana, e i nemici della modernità(i religiosi). L’interpretazione di Weber sembra + comprensiva dell’insieme dei fenomeni religiosi: il moderno nasce con un forte richiamo religioso in tutti i movimenti di riforma che hanno caratterizzato il tardo Medioevo e la 1° età moderna. Se si accetta l’ipotesi di Max Weber si potrà vedere che la 1à tappa di questo processo avviene nel corso del Medioevo stesso, con lo sviluppo del pensiero teologico e la graduale affermazione di una religione, il cristianesimo occidentale, che pone in 1° piano il tema della trascendenza di Dio rispetto al mondo e che(con la fusione tra la dottrina cristiana e la filosofia classica) restituisce quindi al mondo una sua autonomia dalla sfera del sacro. In questa interpretazione, il culto dei santi diventa la 1°tappa x liberare il mondo da presenze ingombranti, come le divinità animistiche o i demoni. La funzione della Chiesa sta nell’essere il principale strumento della repressione, non negando l’origine soprannaturale dei fenomeni, ma comprimendoli sotto il suo potere(altrimenti si veniva colpiti di eresia e stregoneria). Il centro della vita sociale, dal tardo Medioevo fino ad oggi è rappresentato dalla comunità religiosa e di culto: la chiesaparrocchia, che costituisce il punto di riferimento sia nei Paesi cattolici sia in quelli passati alla Riforma durante tutta l’età moderna. Alcuni di questi tratti saranno cancellati dalla frattura religiosa del secolo 16° ad opera della Riforma Protestante e dallo Scisma Anglicano; ma il quadro fondamentale delle strutture parrocchiali rimane quasi intatto anche nei secoli seguenti, sino alla formazione delle attuali megalopoli e delle immense periferie nelle quali le Chiese sono quasi scomparse. Soltanto ora siamo in grado di cogliere con la necessaria distanza il significato della Riforma.Protestante e della stessa Riforma Cattolica promosse dal Concilio di Trento, avvenimenti con i quali di solito si apre nei manuali di storia l’età moderna. In realtà, questi avvenimenti ci appaiono sempre + non come un’improvvisa frattura, ma come la conclusione di un lungo periodo di crisi della cristianità medievale: non un punto di partenza ma in qualche modo il culmine. Con il grane. Scisma d’Occidente fra il ‘300 e il ‘400 si inclina l’unità della cristianità occidentale, la res publica christiana medievale, e fallisce l’ultimo tentativo, condotto attraverso i grandi Concili di Costanza e di Basilea(conciliarismo)nella 1° metà del ’400, x ricostituire i 2 poli dell’ universalismo medievale(papato e impero), ormai in crisi: dopo il fallimento del conciliarismo e con la trasformazione del papato stesso in principato rinascimentale, la strada è ormai aperta alla metà del ‘400 alla nascita delle nuove Chiese territoriali nazionali; la nascita della grande ricchezza mobiliare, distaccata per la 1° volta dal possesso della terra e degli edifici(alias il capitalismo).Sui fattori giuridici: l’abbandono del pluralismo egli ordinamenti giuridici medievali universalistici(diritto romano, diritto canonico)in funzione di una rete di tribunali per l’amministrazione della giustizia. La nascita dell’apparato burocratico e del fisco; degli eserciti permanenti; della moderna diplomazia. Nel Medioevo il potere del sovrano era esercitato in base a rapporti personali di fiducia e fedeltà, che trovavano la loro più tipica espressione nel rapporto feudale. Ora nasce un corpo di funzionari chiamati “ufficiali”, direttamente dipendente dal principe; alla base del rapporto compare lo “stipendio” e il funzionario assunto diventa servitore dello Stato, ma soprattutto domina il principio della “venalità(vendita)”degli uffici, contrario a qualsiasi concetto di burocrazia moderna. Gli uffici sono venduti dal sovrano come una specie di appalto x anticipare le entrate dello Stato, con diverse conseguenze, negative e positive: da una parte l’ufficio rimane percepito x secoli come un investimento privato da parte di colui che l’ha acquistato; dall’altra parte il sovrano ottiene di legare a sé con questo sistema gran parte del ceto alto borghese che diventa così in qualche modo azionista dello Stato. Le entrate derivanti dalla vendita degli uffici sono una piccola parte delle entrate derivanti da prestiti pubblici, appalti me soprattutto dalle nuove forme di tassazione: nel periodo precedente non esisteva una forma continua di tassazione, ma le riscossioni avvenivano in base alla necessità delle circostanze(campagne militari ad es); ora l’imposizione fiscale diventa permanente. Lo Stato è costruito in funzione delle guerre: mentre nel Medioevo le guerre avevano sempre un carattere episodico, ora gli Stati portano alla formazione di eserciti permanenti,a partire dal XV secolo: si passa lentamente nei secoli dell’età moderna dai corpi mecenari alla coscrizione forzata di leva. L’invenzione dell’artiglieria e delle armi da fuoco facilita la concentrazione della forza nelle mani dei sovrani delle grandi potenze. Il 3° importante settore d’innovazione è quello legato direttamente alla politica estera, ai sistemi degli Stati, alla necessità di mantenere l’equilibrio mediante un continuo gioco di alleanze e contro alleanze. Nel Medioevo le relazioni diplomatiche avevano un carattere temporale e disomogeneo: quando si avevano dei problemi si inviavano temporaneamente rappresentanti x le tratte(paci, matrimoni, ecc). All’inizio dell’età moderna nasce la diplomazia stabile, nascono le moderne ambasciate. Si modifica lo stesso modo di concepire la politica: al centro c’è il concetto di fedeltà non come semplice dovere di obbedienza, ma come conformità e adesione, anche interiore, a un sistema di potere, è il legame con il sovrano, con il monarca, che nei primi secoli dell’età moderna costituisce il perno el vincolo politico ‘’chi nasce in n determinato territorio incorpora un legame di federltà verso il principe’’. Però solo con la Rivoluzione France e con l’età romantica Stato e nazione si fondono e la Patria diventa nella coscienza collettiva la nuova religione dei tempi moderni. Vediamo dal punto di vista della costruzione dello Stato e della vita politica una continuità assoluta tra quello che viene chiamato “Antico Regime”e il periodo successivo alla Rivoluzione Francese, sino ai nostri giorni. Però vi sono anche alcune fasi intermedie: 1) una 1°fase, che possiamo chiamare “dello Stato confessionale”, copre pressappoco i primi 2 secoli dell’età moderna e può essere definita cuius regio, eius et religio: il suddito cioè deve seguire la religione del principe e dello Stato a cui appartiene. Lo Stato incorpora in qualche modo la Chiesa nel suo sistema amministrativo e delega alla Chiesa stessa molte delle funzioni che non è in grado di svolgere direttamente in una simbiosi non certo priva di tensioni, particolarmente nei Paesi cattolici in cui la Chiesa continua a rivendicare il suo magistero.Il papato unisce la funzione di comando e di formatore. ( questo serve per capire le guerre di religione e la repressione delle eresie). 2) una 2°fase, che copre il 18 secolo, è quella che possiamo chiamare dell’assolutismo illuminato: le strutture statali e il controllo ideologico si sono abbastanza rafforzati per l’affermarsi della ‘’felicità pubblica’’. Il sovrano perde la sacralità incorporata che aveva nei secoli precedenti e diviene il 1° servitore dello Stato rimanendo assoluto.In questo quadro si afferma il principio della tolleranza religiosa non come libertà religiosa diventando il primo servitore dello stato, ma appunto come tolleranza, dalla quale sono esclusi gli atei o tutti coloro che non danno garanzie di sottomissione al potere. 3) una 3°fase che si apre in modo traumatico(rivoluzionario)o gradualmente nella 2° metà del ‘700, caratterizza gli ultimi 2 secoli e si può definire come la fase dello Stato-nazione, dello Stato costituzione o di diritto. Lo Stato riesce ormai a penetrare e a centralizzare tutte le funzioni della società civile con l’idea di Nazione e di Patria come anima collettiva nella quale il cittadino-suddito è in qualche modo assorbito o incorporato sin dalla nascita: il motto + efficace x comprendere questa metamorfosi è il pro patria mori; l’amore x la patria sino a morire x essa nelle guerre e a orientare il suo servizio tutta la vita diviene la religione secolarizzata. Le costituzioni formalizzano le norme fondamentali, mentre a poco a poco la democrazia si afferma come unica ideologia capace di sostenere questa costruzione politico-costituzionale. 2.5. Il versante culturale e scientifico: università, stampa, istituzioni educative: è solo nell’età moderna che l’uomo diviene capace di mettere a servizio della sua attività scienza e conoscenza. Per comprendere ciò, e quindi l’età moderna, bisogna arretrare nei secoli del pieno Medioevo. Un primo passo si può individuare nella nascita dell’università e nello sviluppo del pensiero teologico, filosofico e giuridico nei secoli 12-13. Organismi di altissimo livello di scienza si erano sviluppati anche in altre civiltà e in particolare nella contemporanea e splendida civiltà arabo-islamica, ma ciò che distingue le nostre università dalle precedenti organizzazioni del sapere è la loro autonoma consistenza rispetto al potere politico e religioso: all’interno della cristianità occidentale regnum sacerdotium-studium(potere politico, sacro, della scienza)costituiscono strutture in dialettica tra loro, sempre in lotta per il predominio, ma senza che nessuno dei 3 poli riesca mai a impadronirsi degli altri. Al suo interno l’università nasce poi organizzata come un’associazione giurata di studenti e docenti e ciò è molto importante non solo per l’autogoverno interno, ma anche per l’affermazione della figura del “dottore”(la prima classe dirigente europea è quella dei dottori delle università). In più il concilio di Basilea stabilisce che i cardinali devono possedere il grado dottorale. Si sviluppano la filosofia scolastica e la scienza del diritto, canonico e civile. Questo sarà superato quando tutte le scienze usciranno dalla teologia e della filosofia.La città è il terreno in cui cresce questa nuova cultura, in rapporto con l’ascesa dei commercianti e della borghesia. La stampa diventa l’elemento moltiplicatore di queste conoscenze: l’invenzione della stampa a caratteri mobili e la sua diffusione nel ‘400 cambiano davvero il volto dell’Europa. Si sviluppa grazia a essa la società e la cultura.Nel ‘500 e nel ‘600 il progresso dell’alfabetizzazione e dell’istruzione diviene già visibile e palpabile in tutta Europa, Istruzione diventa uno strumento di mobilità e di ascesa sociale con l’introduzione di un sistema basato sulle classi di età e di apprendimento, che inculca sin dall’infanzia il criterio della competenza e della competizione come elemento essenziale x la formazione dell’uomo moderno, dell’individuo. Occorreranno secoli prima che si arrivi in Europa alla diffusione quasi universale della lettura e della scrittura: bisognerà arrivare al secolo scorso perché sia diffusa in tutti i Paesi l’istruzione elementare obbligatoria, alfabetizzazione non ancora gestita dallo Stato, ma in qualche modo dalle comunità locali o appaltata alle Chiese e agli ordini religiosi. L'invenzione dell orologio a partire dal 13º secolo mostra come la misura del tempo diventa una programmazione delle attività dell'uomo.L’uomo quindi diviene il centro di un universo che si dilata sempre di più Anche se non si tratta di un processo omogeneo nello spazio e nel tempo in quanto il riscontro avverrà molto tardi e zone come le campagne non vennero mai toccate dal processo di culturalizzazione anche se il libro assume un'importanza straordinaria . In questi primi secoli dell’età moderna muta lo stesso concetto di Dio e il modo di rapportarsi a lui, mutano gli attributi della divinità: Dio è visto non tanto come colui che interviene continuamente nel destino dell’uomo, quanto come creatore di un mondo da sé dotato di leggi sue proprie, un modo nel quale si manifesta la sua onnipotenza. Per molti pensatori del 17 secolo, la teologia e la scienza finirono col fondersi in un linguaggio unico, espressione di una vera e propria teologia laica, come non si era mai verificato prima di allora e come non sarebbe più accaduto in seguito. La religione viene percepita non solo nella partecipazione a rituali collettivi, ma anche nella concezione di un Dio creatore e legislatore dell’universo e quindi anche giudice supremo. Nasce l'etica come scienze del comportamento e la teoria del diritto naturale come concezione di un mondo umano sottoposto a leggi analoghe. Rispetto alle vecchie e nuove Chiese, le risposte sono diverse,e non mancano certo di conflitti clamorosi, come quello che portò alla condanna delle opere di Galileo da parte dell’Inquisizione romana, ma qui occorre solo aggiungere che i processi della scienza, e le nuove scoperte avvengono nei secoli dell’età moderna molto spesso all’interno e non al di fuori di questa nuova concezione religiosa del mondo che solo con l’Illuminismo radicale lascerà il posto, nel ‘700, a una concezione di una razionalità intrinseca del mondo che ormai può fare a meno di Dio. Viene meno il latino come lingua universale, mentre le lingue moderne diventano importanti. La stampa diventa uno strumento formidabile al servizio del potere da una parte in senso negativo in quanto censura i libri ma anche in termini positivi perché la lingua e la grammatica assumono una funzione fondamentale nella costruzione della nuova identità collettiva della patria e della nazione. Le università attraversano una grave crisi tra il Medioevo e l’età moderna proprio per la perdita della loro caratteristica di universalità: si moltiplicano le nuove fondazioni ma esse si regionalizzano e sono sempre + legate ai principi e alle monarchie che en detengono il controllo, divenendo uno degli strumenti dello Stato moderno. Accanto nascono nuove istituzioni, come le accademie e le società scientifiche che riescono + facilmente a superare i lacci delle vecchie culture e + facilmente divenire diretta espressione del potere statale. In questo quadro va inserito il problema circa il rapporto tra cultura popolare e cultura delle èlites dominanti. La cultura scritta tende a distruggere le tracce delle cultura inferiore con la repressione e con l’assimilazione. E’ il teso che diviene la base su cui può nascere la nuova società burocratica e industriale. 2.6. Il versante economico: la rivoluzione industriale: universalmente si continua a parlare di rivoluzione Industriale per designare il fenomeno centrale x la vita economica dell’età moderna, cioè quel complesso di innovazioni tecnologiche e organizzative che sostituendo al lavoro e alla fatica dell’uomo e degli animali le macchine, alimentate da energie naturali(acqua, carbone, petrolio, atomo)ha permesso il passaggio dalla produzione contadina o artigianale fino alla produzione di serie in grandi quantità di merci, dando vita alla moderna civiltà dei consumi. Una riv industr che si sviluppa prima in Inghilterra, poi sul continente europeo e in America del Nord, e che investe man mano nel corso dell’800 e del ‘900 tutti i Paesi e tutti i settori della vita umana, dalla siderurgia alal chimica, e poivia via ai trasporti, sino ai grandi mezzi di automazione e comunicazione elettronica: si parla quindi di 1°, 2°, 3° rivoluzione industriale, ecc. Due sono le cose importanti: 1) con rivoluzione si intende in modo traslato o Analogico per indicare il passaggio da una vita economica statica di sussistenza basata sull agricoltura sull'artigianato sul commercio ho una fase dinamica di continuo mutamento in cui i mercati si espandono anche se alternati a periodi di depressione e di miseria. Si ha la formazione del proletariato, della grandi imprese nazionali e multinazionali, sino all’attuale società planetaria del mercato e dei consumi. 2)La rivoluzione industriale costituisce non soltanto un punto di partenza ma anche il punto d'arrivo di un'evoluzione verso il moderno come afferma landes ‘’la rivoluzione industriale è simile al gesto compiuto di Eva allorché gusto il frutto dell' albero della conoscenza il mondo non è mai stato più lo stesso’’. Rimane il quesito di fondo: perché solo in Europa maturò questa trasformazione? La risposta a questa domanda rappresenta il nocciolo della storia moderna.La sovranità rinuncia a entrare nella sfera della vita economica se non con il prelievo di una quota della ricchezza prodotta, mediante il fisco. E’ su questa distinzione che la tassazione diviene il punto centrale, la base x l’esistenza e il funzionamento di tutti i sistemi rappresentativi(nessuna tassazione senza rappresentanza), di tutti i contratti sociali e di tutte le costituzioni. Il punto principale è che: tra il Medioevo e l’età moderna in Europa si spezza la 1° volta il legame intrinseco fra la ricchezza immobiliare(il possesso della terra)e il potere politico che aveva caratterizzato tutte le civiltà precedenti. La ricchezza mobiliare, legata alla moneta, al commercio, al credito, diventa autonoma e forma un livello superiore completamente distinto. Il sovrano perde il diritto di disporre liberamente delle ricchezze dei sudditi, se non attraverso la mediazione del fisco, ma nasce il liberismo moderno con un vero e
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