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Storia moderna riassunto, Sintesi del corso di Storia Moderna

sintesi del manuale di Carlo Capra di storia moderna

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 30/11/2015

federica.battirossi
federica.battirossi 🇮🇹

4

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Scarica Storia moderna riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA – CARLO CAPRA CAPITOLO 1 : LA POPOLAZIONE E LE STRUTTURE FAMILIARI • Fonti e metodi Gli studi sulla popolazione hanno conosciuto nell’ ultimo mezzo secolo uno straordinario sviluppo, legato in parte alle correnti neomalthusiane. Thomas Malthus “ Saggio sul principio di popolazione “ ( 1798 ) diede vita ad una diffusa preoccupazione per lo squilibrio tra popolazione e risorse alimentari disponibili. Questo squilibrio nascerebbe dal fatto che la popolazione, se n on controllata, crescerebbe ad andamento geometrico ( da 1 a 2 a 4 a 8 … ), mentre le risorse alimentari crescono con andamento aritmetico ( da 1 a 2 a 3 a 4… ). Però a frenare la crescita della popolazione, intervengono spesso eventi come epidemie, carestie e guerre che ristabiliscono l’ andamento demografico definiti da Malthus “ freni repressivi “. L’ altra alternativa sarebbe l’ adozione di “ freni preventivi “ ovvero la limitazione cosciente dei matrimoni e di conseguenza della fecondità. È proprio nell’ epoca moderna che la statistica muoveva i suoi primi passi come disciplina che si occupava della raccolta sistematica dei dati relativi alla popolazione. Oltre agli studi della statistica, un’ altra miniera di dati è rappresentata dalle fonti ecclesiastiche, distinguibili in fonti relative allo stato e fonti relative alla popolazione. Le prime fonti consistono negli stati delle anime elenchi degli abitanti di una parrocchia redatti casa per casa al fine di controllare l’ adempimento dei precetti pasquali. Per quanto riguarda le fonti relative alla popolazione invece erano creati dei libri nei quali erano registrati gli eventi fondamentali, dal punto di vista religioso, della vita parrocchiale : la nascita, il battesimo, la comunione, il matrimonio … I registri parrocchiani sono quindi divenuti una fonte privilegiata per lo studio della popolazione a partire dagli anni cinquanta del XX secolo. • La popolazione europea nell’ età moderna EUROPA ( Russia compresa ) ASIA AFRICA AMERICA OCEANIA MONDO 1400 65 milioni 201 milioni 68 milioni 39 milioni 2 milioni 375 milioni 1500 84 milioni 245 milioni 87 milioni 42 milioni 3milioni 461 milioni 1600 111 milioni 338 milioni 113 milioni 13 milioni 3 milioni 578 milioni 1700 125 milioni 433 milioni 107 milioni 12 milioni 3 milioni 680 milioni 1750 146 milioni 500 milioni 104 milioni 18 milioni 3 milioni 771 milioni 1800 195 milioni 631 milioni 102 milioni 24 milioni 2 milioni 954 milioni 1850 288 milioni 790 milioni 102 milioni 59 milioni 2 milioni 1241milioni *Le cifre si riferiscono agli abitanti Tabella esplicativa della popolazione mondiale divisa per continenti nel periodo che va dal tardo Quattrocento agli inizi dell’ Ottocento. Molto più della metà della popolazione viveva nel continente asiatico, inoltre le cifre evidenziano la catastrofe demografica che colpì il continente americano con l’ arrivo della colonizzazione europea ed inoltre è evidenziato lo sviluppo della popolazione in Africa sempre facendo riferimento a questo evento. Si delineano per quanto riguarda il nostro continente, 3 grandi fasi di cambiamenti demografici : 1. Crescita demografica generale e continua : tra la metà del 1400 e l’ inizio del 1600 2. Forte rallentamento risultante di incrementi demografici diversificati per grandi aree : nel XVII secolo 3. Rinnovata tendenza espansiva nel Settecento che si prolunga e rafforza nel XIX secolo Un fattore fondamentale per i cambiamenti demografici erano le epidemie, i cattivi raccolti o il passaggio di un esercito, essi moltiplicavano per due, per quattro, per dieci il numero dei decessi. Nell’ età moderna inoltre erano pressoché sconosciute le pratiche contraccettive, che cominciarono a diffondersi solo nel tardo Settecento. In queste condizioni di fecondità naturale, ogni coppia non metteva al mondo una enorme quantità di figli perché : 1. In Europa le donne dell’ epoca si sposavano tardi ( 24 – 26 anni ) e quindi un terzo della loro vita feconda erano inutilizzato ai fini della riproduzione 2. Gli intervalli tra i parti tendevano ad allungarsi tra i due e i tre anni a causa dell’ allattamento al seno che induce la donna ad uno stato di temporanea sterilità 3. Erano molto frequenti le rotture dei matrimoni prima che la fecondità della donna giungesse al termine ( 45 anni circa ), mediamente un matrimonio non durava più di 12 – 15 anni e i figli che nascevano non erano mai più di 5 – 6. Le regioni situate ad Est dell’ Europa ( oltre la linea immaginaria tracciata dalle foci del fiume Elba a Trieste ) avevano caratteristiche diverse rispetto alle aree occidentali. Queste zone comprendevano enormi terreni ed erano densamente popolate ed il problema principale era la scarsità di forza lavoro. La servitù della gleba venne rafforzata a partire dal XV secolo e introdotta in quelle aree dell’ Europa orientale dove prima era sconosciuta. Tipicamente il terreno agricolo di un villaggio prussiano o polacco era diviso tra una o due grandi tenute signorili e un certo numero di poderi rustici e le famiglie insediate vi traevano dai campi il giusto indispensabile per vivere ma spesso dovevano dedicare una parte del loro tempo e delle lore energie a lavorare gratuitamente le terre del loro proprietario terriero. Anche il servizio domestico nella casa del signore era assicurate dalle figlie dei contadini. Tra il XVI e il XVII secolo le loro condizioni di vita andarono peggiorando e il grande ciclo di rivolte popolari iniziate nella seconda metà del XIV secolo ebbe un’ ultima recrudescenza nei primi decenni del 1500 con la grande rivolta ungherese capeggiata da Gyorgy Dosza nel 1514 e con la ribellione dei comuneros in Castiglia nel 1520 ed inoltre con la guerra dei contadini in Germania. • L’ economia urbana Ai bisogni primari, ovvero il cibo, le famiglie contadine provvedevano da sé, gran parte degli oggetti di uso quotidiano venivano prodotti da piccoli artigiani che lavoravano da soli o con pochi collaboratori nella propria abitazione o in piccole botteghe. I settori predominanti erano quelli relativi alla lavorazione del legno, dei metalli, del cuoio e l’ edilizia. All’ interno di ogni settore c’ erano a sua volta diverse specializzazioni, ad esempio nella lavorazione del cuoio si distinguevano i conciatori, i calzolai, i ciabattini, i pellicciai … In ogni mestiere esisteva un maestro che insegnava agli allievi, i quali avrebbero successivamente preso il suo posto. Il rapporto tra i numero dei maestri e il numero degli allievi variava a seconda dei mestieri : per i mestieri più umili il divario era minore rispetto a mestieri con livello di redditività più alto come l’ orefice. Per quanto riguarda l’ organizzazione produttiva, nei secoli XV – XVIII, rispetto al Medioevo, un grosso cambiamento si registrò nella comparsa dell’ industria a domicilio o protoindustria la figura centrale era il mercante imprenditore che acquistava la materia prima e la affidava ad operai che lavoravano nelle proprie abitazioni, spesso con l’ aiuto dei familiari, ed essi erano retribuiti a cottimo ( un tanto per ogni unità prodotta ). Il settore tessile rimase a lungo predominante nella scena dell’ industria europea. Accanto alla lana, molta importanza avevano i tessuti in lino, prodotti in grande quantità nei territori della Francia settentrionale. • Moneta, prezzi, mercato Tra il XVI e il XVIII secolo l’economia monetaria era ormai universalmente diffusa. A partire dal XIII secolo ovunque vigeva un regime di bimetallismo, nel senso che erano l’oro e l’argento a determinare i valori di scambio. Per eliminare gli effetti delle manipolazioni monetarie vennero trasformati i prezzi nominali in prezzi espressi in grammi d’argento, ma i prezzi aumentarono alla fine del XV secolo. Il motivo dell’ aumento dei prezzi lo dimostra la formula di FISHER MV = PQ ( M = massa monetaria in circolazione in una determinata area ed epoca; V = velocità di circolazione ; P = il livello dei prezzi ; Q = quantità di beni acquistabili ). Il prezzo è un rapporto tra il prodotto della massa e della velocità di circolazione della moneta e la quantità dei beni disponibili e se quest’ultima aumenta in misura minore di M e V i prezzi salgono. La produzione di argento delle miniere europee raddoppiò tra la metà del 1400 e il 1530 e in seguito la disponibilità di oro e argento crebbe grazie alle importazioni dal Nuovo Mondo. Il flusso di argento proveniente dalle Americhe non si arrestava in Europa. L’aumento della produzione industriale e la crescente richiesta di generi di prima necessità come il grano, il legno e il sale, portarono, tra il tardo Quattrocento e gli inizi del Seicento, ad una grande espansione dei traffici. Il trasporto via acqua, più rapido ed economico, continuò ad essere privilegiato soprattutto per le merci più ingombranti nonostante i pericoli costituiti dalle tempeste e dai pirati e nonostante le barriere daziarie lungo i fiumi navigabili. La navigazione ha compiuto progressi più rapidi del trasporto via terra grazie al perfezionamento di strumenti nautici come la caravella e il fluyt olandese. CAPITOLO 3 : CETI E GRUPPI SOCIALI • Ordini, ceti e classi. La stratificazione sociale dell’ Europa d’ antico regime la visione della società in Europa era di tipo corporativa e gerarchica, l’ individuo non contava a meno che fosse un re o un papa, contava solo in quanto membro di una famiglia e di una collettività. La società era divisa in tre grandi ordini : 1. Oratores coloro che pregavano, ovvero il clero 2. Bellatores coloro che combattevano, ovvero la nobiltà 3. Laboratores coloro che lavoravano per tutta la società Charles Loyseau, giurista francese e autore di “ Trattato degli ordini e delle dignità semplici “, giustificava le differenze tra classi con l’ idea di una gerarchia naturale tra tutte le creature, voluta dalla Provvidenza divina e implicita della visione tolemaica dell’ universo. In questo pensiero, l’ uomo, comporto da anima e corpo, da passioni e da sensualità, occupava una posizione intermedia, era un microcosmo che rifletteva un macrocosmo e così come nel creato vi sono diversi gradi di virtù, anche nella società umana esistono diversi livelli di bontà e di virtù che si collegano alle origini familiari e alla condizione sociale. • Nobili e “ civili “ Nobiltà e clero erano i due ceti meglio riconoscibili e ciascuno dei due comprendeva al suo interno una vasta gamma di sottogruppi differenziati per potere, ricchezza e prestigio. Le origini delle elites europee erano molto spesso derivanti da specificità locali. Nobiltà significa in primo luogo ricchezza, fondamentalmente basata sulla proprietà della terra alla quale si associa anche in misura variabile, la ricchezza e il prestigio. Esisteva anche la figura del nobile povera, più frequente laddove la nobiltà era più numerosa : ad esempio in Polonia, dove essa tocca il 7\8 % della popolazione, in Ungheria e Spagna dove si aggirava al 5 %. Ma come si diventava nobili ? I patriziati dell’ Italia centro – settentrionale avevano elaborato un sistema di cooperazione basato sull’ antica residenza in città, sulla ricchezza e sull’ astensione per più generazioni delle “ arti meccaniche “. In Francia, Inghilterra e Spagna si affermò il principio che i nobili erano tali sono se nominati e riconosciuti dal Re. • Poveri e marginali Nel considerare la fascia più povera della società, non possiamo non fare riferimento all distinzione effettuata da Jean Pierre Gutton tra poveri “ strutturali “ e poveri “ congiunturali “. I poveri strutturali erano coloro che, anche in tempi normali, vivevano di elemosine ; i poveri congiunturali invece comprendono tutti coloro che riescono a ricavare quel poco per vivere dal loro lavoro e che vivono alla mercè della loro occupazione. Il numero dei poveri nelle città variava dalla metà ai due terzi della popolazione totale. Nei confronti dei poveri le città e gli Stati corsero ai ripari emanando provvedimenti come l’ espulsione dalle città per i forestieri, mettendo un divieto di accattonaggio e emanando l’ obbligo lavorativo per i lavoratori abili. Nella seconda metà del XVI secolo almeno 60 città dell’ Europa centro – occidentale emanarono tali misure e in Inghilterra tra il 2587 \ 1589 e il 1601 fu varata una legge sui poveri di portata nazionale. In Francia un editto regio del 1662 stabilì che in ogni città e borgo del paese si dovesse aprire un ospizio generale con lo scopo di rinchiudervi gli accattoni per rieducarli e questa reclusione dei poveri continuò anche per il corso del 1700. Con lo sviluppo delle fabbriche tra il 1700 e il 1800, in Inghilterra e poi in tutta Europa, alimentò la formazione di un nuovo gruppo sociale, il Lumpenproletariat ( “ proletariato straccione “ ). CAPITOLO 4 : LE FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL POTERE della fanteria e dell'artiglieria: sono solo alcuni dei motivi all'origine di una fiscalità esosa e permanente. 3. La crescita dell'apparato fiscale-militare comportò la formazione di una burocrazia regia, che gradualmente andrà prima a sovrapporsi, poi a sostituire le forme tradizionali di autogoverno locale. CAPITOLO 5 : RELIGIONE, MENTALITA’, CULTURA • Religione e magia Se vi è un elemento comune tra le popolazione europee dell’età preindustriale è indubbiamente la centralità del carattere sacro nelle loro esistenze. Tutto era dominato dalle grandi solennità religiose, il calendario era organizzato in base al Natale, la Pasqua, il Corpus domini, esisteva una distinzione tra giorni lavorati e giorni festivi dedicati alla preghiera del Signore e i tempi della giornata erano scanditi dalle campane delle chiese e le ore della notte di cominciavano a contare dall’ Avemaria della sera. Tutta l’ Europa era costellata di santuari, come Santiago de Compostela e Loreto. La Madonna in particolar modo era oggetto di venerazioni superiori persino di quelle dedicate a Cristo e i Santi erano visti come intercessori in grado di operare miracoli e guarigioni ai propri fedeli. Molto spesso però i poteri magici erano attribuiti ai preti come partecipi della sfera del sacro. La contiguità tra religione e magia divenne nel XVI secolo uno dei motivi centrali delle polemiche protestanti contro la chiesa di Roma. Tra il 1580 e il 1660 la caccia alle streghe raggiunse il culmine, in coincidenza con il prevalere in Europa di un clima di paura e sospetto che si espresse nella persecuzione degli ebrei e nell’ ossessione degli untori. Questi processi alle streghe si concludevano spesso con la messa al rogo poiché considerate estensioni del male e del demonio. • Cultura orale e cultura scritta L’ opera di disciplinamento sociale ( processo di riconfigurazione dei comportamenti sociali dei vari ceti ) proseguì nel XVII e XVIII secolo e a lungo andare ne risultarono una più completa cristianizzazione delle masse, una diminuzione dei comportamenti violenti e amorali e perfino una crescente alfabetizzazione. Solo a partire dall’ età dei Lumi ( 1700 ) , lo Stato cominciò a subentrare alla Chiesa con la nascita dei primi sostegni di istruzione elementare. In particolar modo dobbiamo adoperare una distinzione tra la capacità di leggere e quella di scrivere : la prima era la più diffusa e anche tra gli scriventi era diversa la situazione di chi maneggiava la penna tutti i giorni e di chi era solo in grado di apportare la propria firma su di un foglio. Tra il XVII e il XVIII furono fatti notevoli passi avanti nel processo di alfabetizzazione : in Inghilterra sapevano leggere quasi tutti alla fine del Settecento ( 60 % dei maschi e 40 % delle femmine ); in Italia invece la situazione era diversa poiché all’ atto dell’ unificazione del 1861 ancora il 70 % della popolazione era analfabeta. Per quanto riguarda la cultura scritta la novità principale dell’ età moderna fu l’ invenzione della stampa, definita da Bacone, insieme alla bussola e alla polvere da sparo, come un’ invenzione in grado di cambiare le sorti del mondo. Fin dal XVI secolo era nota in Europa la tecnica della xilografia, di origine cinese : si trattava dell’ incisione di immagini, simboli o brevi testi su tavolette di legno che venivano poi intrise di inchiostro e utilizzate per la riproduzione di essi su carta o seta. La rivoluzione della stampa avvenne però nel 1455 grazie a Johann Gutemberg e l’ invenzione della stampa a caratteri mobili ebbe l’ idea di utilizzare per la stampa lettere e caratteri singoli, ottenuti dal versamento di piombo fuso in matrici metalliche dove il disegno della lettera era impresso in incavo con punzoni. Diveniva così possibile fabbricare una gran quantità di caratteri uguali, sistemarli in cassettini e servirsene per comporre testi anche di notevole grandezza. I caratteri ben presto assunsero eleganza ed importanza e accanto allo stile gotico e a quello romano comparve il corsivo. • Produzione e trasmissione del sapere Le università furono una delle più originali creazioni culturali del Medioevo europeo e continuarono ad espandersi per tutta l’ età moderna. La crescita degli studenti iscritti però sembrò arretrarsi nei primi decenni del XVII secolo in concomitanza di una crisi economica e demografica che investì l’ Europa. Nei paesi cattolici invece le famiglie aristocratiche preferivano affidare la formazione dei loro figli alla direzione dei collegi gestiti da ordini religiosi ( gesuiti, barnabiti ) dove la loro condotta era più controllata accanto ad un’ istruzione permeata dallo studio del latino e dall’ apprendimento delle lingue straniere. La scolarizzazione della classi inferiori dovrà invece attendere le prime iniziative di despoti illuminati nella seconda metà del Settecento. CAPITOLO 6 : MONARCHIE E IMPERI TRA XV E XVI SECOLO • I regni di Francia, Spagna, Inghilterra e l’ Impero Germanico FRANCIA la monarchia francese sotto Carlo VIII e i suoi successori, Luigi XII e Francesco I, volle accentrare il potere nelle mani del re e dei suoi collaboratori. Si rafforzò l’amministrazione finanziaria basata sulla riscossione della taglia ( imposta sui sudditi da cui erano esenti la nobiltà e il clero ) , e sulla suddivisione del Paese in circoscrizioni fiscali. Inoltre crebbe l’autorità del Consiglio del re e si affermarono in ambito giudiziario l’azione del Gran Consiglio e dei Parlamentari. I funzionari e i magistrati venivano reclutati attraverso il meccanismo della vendita delle cariche pubbliche (1522). Con questo meccanismo lo Stato acquisiva introiti supplementari e si costituiva un ceto burocratico numeroso e potente, i vertici di questo ceto formavano una nobiltà di toga più rivale e una nobiltà di spada. Nei confronti del papato furono fatti valere i privilegi della Chiesa gallicana, nel 1516 Francesco I stipulò con papa Leone X un concordato a Bologna superiorità del concilio sul pontefice e in cambio il re aveva i diritto di nomina dei vescovati e arcivescovati. La monarchia francese nel 1500 non esercitava ancora l’autorità assoluta su tutto il territorio in quanto i grandi feudatari mantenevano il potere locale. Le province di recente annessione : Linguadoca, Provenza, Borgogna e Bretagna, avevano le loro assemblee di stati e avevano un autogoverno. SPAGNA il matrimonio di Isabella di Castiglia con Ferdinando d’Aragona nel 1469 portò alla congiunzione dei due regni ( la Castiglia era la regione più ricca e popolosa della Spagna ). Venne repressa l’anarchia feudale e il banditismo con la Santa Fratellanza , una confederazione di città che svolgeva compiti di polizia e di controllo. La sottomissione della nobiltà fu agevolata dalla politica di concessioni e di favori di Ferdinando, che oltre a farsi proclamare Gran Maestro ottenne dal papa la facoltà di conferire seggi episcopali e altri benefici ecclesiastici. Le tre province del Regno d’Aragona: Aragona, Catalogna e Valenza, mantennero inalterati i propri privilegi e le proprie autonomie. Gli elementi in comune tra i due regni erano : la tradizione della Reconquista , della guerra contro i mori e la difesa dell’ortodossia religiosa. L’Inquisizione spagnola, nel 1478, era l’unico organo la cui giurisdizione si estese alla Castiglia e all’Aragona. La tradizione spagnola di sostegno alla fede cattolica fu confermata nel 1492 con la conquista del Regno di Granada e con l’espulsione degli ebrei. Successivamente anche i mori rifiutarono la conversione al cristianesimo e furono costretti ad emigrare. Alla morte di Isabella, 1504, succedette Ferdinando. INGHILTERRA Enrico VII Tudor consolidò il proprio potere stroncando varie congiure e ribellioni nobiliari, amministrando le finanze e rafforzando gli organi centrali del governo, in particolar modo il Consiglio della corona, i Consigli del nord e del Galles e il tribunale della Camera Stellata. In sede locale furono rafforzate le funzioni amministrative e giudiziarie dei giudici di pace nominati dal re. Il Parlamento fu convocato da Enrico VII solo una volta in dodici anni di regno. Anche suo figlio e successore Enrico VIII continuò questa forma assolutistica e pose in primo piano la politica estera lasciando l’amministrazione interna al suo cancelliere Thomas Wolsey. IMPERO GERMANICO alla morte di Federico III d’Asburgo (1493) l’impero germanico rimase un ammasso di stati territoriali ingovernabili. Erano forti i contrasti tra le aree più urbanizzate e più sviluppate e le zone rurali che avevano ancora un modo di vita medievale. Questo Stato si ampliò non solo nell’Asia Minore ma anche nei Balcani meridionali fino a quando nel 1453 Costantinopoli cadde in mano a Maometto II che ne fece la capitale ( fino a comprendere la Serbia e la Bosnia ) denominata Istanbul. L’espansione ottomana nella penisola balcanica e nel Mediterraneo non incontrò ostacoli, ma a oriente venne contrastata dalla ricostituzione dell’impero persiano dalla dinastia safawide che aveva abbracciato la fede sciita e che riconosceva l’autorità politico-religiosa dei discendenti di Ali a differenza dei sunniti che ammettevano il principio elettivo. Shah Ismail, subentrato alla guida della setta safawide dell’ impero persiano, aveva esteso il suo dominio fino al golfo Persico e al Khorasan. Selim I mosse contro Shah Ismail un grande esercito ottenendo la vittoria per cui ebbe l’annessione dell’Armenia e del Curdistan. Selim I rivolse la sua attenzione al Mediterraneo sottomettendo la Siria e l’Egitto, abbattendo il regime dei mamelucchi. Tale conquista ebbe importanza sia dal punto di vista economico in quanto ai porti della Siria e dell’Egitto vi erano le carovane che trasportavano le spezie e le sete orientali attraverso il golfo Persico e il mar Rosso. Anche dal punto di vista religioso e morale fu una grande conquista in quanto dall’Egitto dipendevano le città sacre di Medina e la Mecca. Nel 1526 Solimano il Magnifico raggiunse il Danubio entrando nel territorio ungherese in cui venne sconfitto e ucciso il re d’Ungheria e di Boemia Luigi II Jagellone. Solimano decise di fare dell’Ungheria uno Stato vassallo sotto la sovranità del principe di Transilvania. Strinse la pace con Ferdinando che aveva il riconoscimento di un ampio territorio ungherese a nord-ovest ed estese i propri domini a sud fino allo Yemen e ad Aden. L’impero ottomano contava 30 milioni di abitanti tra cui cristiani, ebrei e musulmani. L’unica discriminazione a danno di coloro che non erano di religione musulmana, era il pagamento di una tassa speciale. Ci fu un rafforzamento del regime ottomano attraverso il sistema detto devshirme una sorta di leva forzata di bambini addestrati per il servizio di corte o per formare il corpo dei giannizzeri (esercito turco). Un altro elemento costitutivo dell’esercito ottomano erano i sipahi cavalieri che in cambio del servizio militare ottenevano concessioni di terre ( essi erano diversi dai feudi europei in quanto erano a carattere temporaneo e non ereditario ). Nell’impero ottomano la terra era di proprietà del sultano che esercitava un’autorità assoluta e dispotica. La vita della massa dei sudditi era per alcuni aspetti migliore di quella europea in quanto non esisteva la servitù della gleba e il prelievo operato sui contadini dai timarioti o dallo stato non era gravoso e la protezione dello stato era assicurata ai mercanti e agli artigiani riuniti in corporazioni. • Guerre ed eserciti tra Medioevo ed età moderna Elemento centrale della guerra nell’età feudale era la cavalleria pesante che, con la guerra dei Cent’anni subì un lento declino. I fanti svizzeri costituivano una parte rilevante dell’esercito di Carlo VIII conquistando il Ducato di Milano, il segreto della forza di questi combattimenti stava nel tipo di formazione grazie alla quale si schieravano in campo. Il generale spagnolo Consalvo de Cordoba, negli sconti con i francesi per il dominio sul regno di Napoli, adottò invece uno schieramento più flessibile Le pesanti armature di ferro e la lancia furono sostituite da un armamento più leggero che comprese sciabole e pistole. 1. Nel medioevo il guerriero era coperto di ferro, montato su un cavallo di razza e servito da palafrenieri e scudieri in quanto espressione di un ordine sociale che riservava la professione della guerra ad una classe di milites in grado di trarre dai proprio possedimenti feudali le risorse e gli uomini necessari. 2. Nell’età moderna ascesa della fanteria e dell’artiglieria ad armi decisive per vincere le battaglie e ciò manifestava la nuova potenza finanziaria e accentrata dello stato rinascimentale in cui la nobiltà aveva un ruolo secondario. Inoltre ci fu lo sviluppo delle fortificazioni in senso orizzontale con mura spesse a differenza delle alte e sottili mura dei castelli medievali. CAPITOLO 7 : I NUOVI ORIZZONTI GEOGRAFICI • Le conoscenze geografiche alla fine del Medioevo : l’ Africa nera Alla fine del Medioevo, i rapporti diretti degli Europei con gli altri continenti erano limitati esclusivamente agli scambi economici e culturali con le varie sponde del Mediterraneo. I viaggi verso il favoloso Oriente, frequenti all’ epoca di Marco Polo, si erano fatti molto più difficili dopo l’ avvento della dinastia Ming in Cina. Le nozioni geografiche del primo Rinascimento erano assai vaghe ed imprecise e in molti casi risalenti all’ antichità classica. Per quanto riguarda l’ Africa nera, gli studi recenti hanno definitivamente smentito la visione tradizionale di un continente senza storia, immerso in una condizione primitiva. Qui la popolazione, in lenta ma costante crescita, si aggirava intorno alla fine del XV secolo, sui 40 – 50 milioni, distribuiti molto irregolarmente nelle zone a maggior densità. • Le civiltà precolombiane in America Nel continente americano le civiltà più evolute si svilupparono nel millennio precedente all’ arrivo degli spagnoli. In queste zone era praticata l’ agricoltura sedentaria, basata sul mais e su altre piante nutritive come i pomodori, i fagioli, i peperoni e il cacao (l’allevamento aveva minore importanza). Quando gli spagnoli giunsero in America era ormai da tempo in declino la civiltà Maya ma la sua eredità spirituale era stata raccolta da nuove popolazioni guerriere provenienti da nord e stanziatesi nel Messico centrale ( Aztechi ). La religione degli Aztechi era imperniata sull’ idea della precarietà dell’ ordine divino cosmico continuamente minacciato da catastrofi naturali e dalla collera delle divinità. Inoltre la religione giustificava un ordine sociale caratterizzato da rigide divisioni di ceto. • I viaggi di esplorazione e di scoperta Il primo paese ad intraprendere viaggi di esplorazione fu il Portogallo, favorito anche dalla sua posizione geografica. La caravella di origine portoghese, che deve la sua fama ai viaggi di Colombo e Vasco de Gama, era un veliero di piccole dimensioni con scafo arrotondato ed una serie di altre costruzioni atte a rendere l’ imbarcazione più veloce. Se nel mare Mediterraneo era più facile orientarsi con l’ aiuto di punti di riferimento visivi, nell’ Oceano Atlantico questo era assai più difficile data anche la grandezza di quest’ ultimo. Naturalmente, a spingere gli esploratori verso sud non era solo la curiosità scientifica, ma anche il fatto che fin dagli anni 40 le prime caravelle che navigavano tornavano in patria carichi di schiavi neri ottenuti dalle razzie effettuate sui punti di approdo. Al re portoghese si rivolse un giovane navigatore italiano, Cristoforo Colombo, ma poiché la corte portoghese si era mostrata scettica egli concentrò le proprie speranze nella corte spagnola che proprio in quegli anni si accingeva a concludere la Reconquista con la presa di Granada. Così la Regina Isabella concedette a Colombo il titolo di “ ammiraglio del mare Oceano “ e la carica di vicerè per le terre eventualmente scoperte. Il 3 Agosto 1492 tre velieri ( due caravelle e una nave più grande ) salparono con 120 uomini dal porto di Palos e dopo un mese di sosta alle isole canarie la piccola flotta puntò verso ponente e dopo 36 giorni di navigazione, una mattina del 12 Ottobre 1492 videro una terraferma che si delineava all’ orizzonte : era con ogni probabilità l’ attuale isola di Warling, nelle Bahamas, battezzata da Colombo San Salvador. Cristoforo Colombo però, continuando a sostenere la validità della sua tesi iniziale, nonostante fosse arrivato in America era convinto di essere giunto in Asia e le isole di Cuba e Haiti vennero scambiate da lui per il Giappone. Il 14 Marzo 1493 fece un ritorno trionfale al porto di Palos portando con sé alcuni “ indiani “, pappagalli e un po’ di oro : tutto questo bastò a convincere la regina Isabella del valore della scoperta e indurla a finanziare un secondo viaggio. Purtroppo il secondo viaggio di Colombo portò solo carichi di schiavi e accuse di malgoverno. Un’ importante conseguenza del primo viaggio di Colombo fu la disputa insorta tra Portogallo e Spagna circa l’ appartenenza dei territori appena scoperti e questa rivalità spinse i portoghesi a partire verso le Indie orientali il cui comando della spedizione fu affidato a Vasco da Gama. Gama riuscì a portare in patria dalla spedizione carichi di spezie e pietre preziose. Ancora più ardua fu l’ impresa di Ferdinando Magellano, un portoghese postosi al servizio del re di Spagna che trovò on fondo alla Patagonia lo stretto che successivamente prese il suo nome. A questo punto del viaggio egli affrontò con tre sole navi la traversata del Pacifico e dopo 3 mesi sbarcò nelle Filippine e ne prese il possesso per conto del re di Spagna. • Le imprese dei conquistadores spagnoli Nei primi 25 anni che seguirono la scoperta di Colombo, la presenza europea nel nuovo mondo si limitò alle isole caraibiche e puntò soprattutto alla spietata ricerca dell’ oro e delle pietre preziose sfruttando la popolazione indigena locale. Solo nel 1517 ebbe inizio l’ esplorazione vera e propria della terraferma dove correvano voci che si nascondessero tesori immensi ed inestimabili. A tal puto i conquistadores spagnoli attraversarono l’ oceano alla conquista di grandi regni ed immense estensioni di territorio. Stupefacente fu l’ impresa di Francisco Pizarro e Diego Almagro che nel 1531 fondarono la prima città, Panama, attratti dalla notizia che vi si nascondesse un tesoro inestimabile ed un regno ricchissimo ovvero il Perù. • La colonizzazione spagnola del Nuovo Mondo Sempre secondo la sua dottrina, dei sette Sacramenti tradizionalmente ammessi dalla Chiesa, solo due si salvavano, ovvero il battesimo come cerimonia di iniziazione alla vita cristiana e l’ eucarestia che vede la reale presenza i Cristo nel pane e nel vino offerto ai fedeli. • La rottura con Roma e le ripercussioni in Germania la vicenda che condusse Lutero alle sue affermazioni è indicativa riguardo le preoccupazioni che all’ inizio del 1500 dominavano le istituzioni ecclesiastiche. Alberto di Hohenzollern, già titolare di due vescovati, aspirava a diventare anche arcivescovo di Magonza. Papa Leone X accettò di conferirgli la nomina dietro pagamento di 10.000 ducati e per metterlo in grado di raccogliere l’ ingente somma, il pontefice gli concesse l’ appalto di una vendita di indulgenze ( La dottrina dell'indulgenza è un aspetto della fede cristiana, affermata dalla Chiesa cattolica, che si riferisce alla possibilità di cancellare una parte ben precisa delle conseguenze di un peccato dal peccatore che abbia confessato con pentimento sincero il suo errore e sia stato perdonato tramite il sacramento della confessione. Quindi per indulgenza viene significata la remissione parziale o totale delle pene comunque maturate con i peccati già perdonati da Dio con la confessione ) allo scopo di finanziare la costruzione della basilica di San Pietro : metà del ricavato sarebbe andato ad Alberto, l’ altra metà alla Camera Apostolica. La teoria delle indulgenze era basata sul presupposto dell’ esistenza di un tesoro di meriti accumulati dalla Vergine e dai senti, al quale la Chiesa poteva attingere per rimettere le pene ai peccatori e per abbreviare le pene del Purgatorio. Il 31 Ottobre 1517 Lutero inviò ad Hohenzollern 95 tesi che secondo la tradizione affisse alla porta della chiesa di Wittemberg sulle quali non solo era stigmatizzato il traffico delle indulgenze, ma vi era negata la facoltà del pontefice di rimettere le pene. A Roma si tardò a prendere conoscenza dell’ accaduto e solo nel Giugno del 1520 fu emanata dal Leone X una bolla “ Exsurge Domine “ ( Levàti, O Signore! ) che lasciava a Lutero 60 giorni per ritrattare prima che contro di lui fosse scagliata la scomunica e per tutta risposta Lutero bruciò pubblicamente la bolla. La scomunica di Lutero giunse all’ inizio dell’ anno 1521 ma il nuovo imperatore Carlo V aveva promesso al protettore di Lutero di concedere a quest’ ultimo di giustificarsi alla sua presenza. Lutero di tutta risposta disse : “Se non sarò convinto mediante le testimonianze della Scrittura e chiare motivazioni razionali - poiché non credo né al papa né ai concili da soli, essendo evidente che hanno spesso errato - io sono vinto dalla mia coscienza e prigioniero della parola di Dio a motivo dei passi della Sacra Scrittura che ho addotto. Perciò non posso né voglio ritrattarmi, poiché non è sicuro né salutare agire contro la propria coscienza. Dio mi aiuti. Amen “ . L’ editto di Worms dichiarava così Lutero al bando dell’ impero. • Le correnti radicali della Riforma. La guerra dei contadini Nelle campagne furono soprattutto i motivi evangelici del’ uguaglianza tra gli uomini a fare colpo e a rafforzare il movimento di resistenza contro i proprietari terrieri. Fin dal 1520, alcuni seguaci di Luteo, cominciarono ad aizzare le folle non solo contro il clero e le istituzioni, ma anche contro tutte le forme di ingiustizia e di oppressione sociale. Molti di loro erano convinti che Dio non avesse parlato agli uomini una volta per tutte nella Bibbia, ma continuasse a rivelarsi agli spiriti eletti tramite l’ illuminazione interiore. Già da parecchi mesi era in atto in Germania una guerra dei contadini, gli insorti erano spinti dalla miseria e dalla volontà di ristabilire gli antichi diritti contro le usurpazioni dei signori. Le violenze e i saccheggi perpetrati dai rivoltosi indussero la nobiltà e i ceti alti ad armarsi per stroncare il movimento delle bande contadine. La repressione fu durissima, almeno cento mila furono i contadini e i popolani uccisi durante e dopo gli scontri. La corrente più radicale della riforma sopravvisse alla disfatta dei contadini grazie anche all’ unione degli “ anabattisti “ L'anabattismo, in greco ανα (di nuovo) +βαπτιζω (battesimo), ovvero battezzati di nuovo, è un movimento religioso di matrice cristiana nato in Europa nel XVI secolo, nell'ambito delle Riforma protestante. • La conclusione dei conflitti in Germania. Da Zwingli a Calvino : “ Il governo dei Santi “ L’avanzata dei Turchi nell’Europa orientale e la pirateria barbaresca nel Mediterraneo complicano ulteriormente il quadro politico-militare entro cui Carlo V è costretto ad agire. Tanto più che i principi riformati si uniscono nella lega di Smalcalda (1530) e il re francese, alleatosi con i turchi e pronto a sostenere i protestanti tedeschi, riprende le ostilità in Italia. Il fallimento di ogni tentativo di accordo tra protestanti e cattolici, l’intransigenza papale, la questione di Parma e Piacenza incrinano le stesse relazioni tra l’imperatore e il pontefice. La pace di Augusta del 1555 tra Carlo V e i protestanti tedeschi sancisce la divisione religiosa della Germania, il rafforzamento dei principati tedeschi e della monarchia asburgica, la dissoluzione dell’autorità imperiale; quella di Cateau Cambrésis (1559), tra Filippo II (che ha ereditato da Carlo V la corona di Spagna) e la Francia, conferma la supremazia spagnola in Italia. Svanito il sogno di riunificazione religiosa dell’impero, Carlo V cede la corona imperiale al fratello Ferdinando I. Per opera di Ulrich Zwingli (1484-1531) la riforma protestante si diffonde nei cantoni della Svizzera tedesca, con caratteristiche che tendono a diversificarla dalla corrente luterana. Ma è con Calvino (1509-64) e la sua Chiesa ginevrina che il movimento acquisisce una forma veramente originale: forte accento sulla predestinazione, disciplina morale, energico attivismo. Inoltre la concezione calvinista dello Stato prevede il controllo da parte dell’autorità religiosa sulle magistrature civili, chiamate a custodire l’ortodossia attraverso la repressione dei dissidenti. • La diffusione europea del protestantesimo. La Riforma in Inghilterra Ginevra divenne il centro di propagazione di una nuova fede intransigente ed eroica, pronta al martirio e alla ribellione per affermare la gloria di Dio. Sia in Inghilterra che nei Paesi scandinavi i mutamenti in campo religioso sono legati al processo di costruzione di un’ identità nazionale e di un forte potere monarchico. Nel 1528 il re d’ Inghilterra Enrico VIII Tudor chiese al pontefice l’ annullamento del suo matrimonio con Caterina D’Aragona, zia di Carlo V, poichè lei non era stata in grado di dargli un erede maschio. Il Papa Clemente VII rifiutò la richiesta di Enrico e così lui, spinto anche dall’ enfatuazione per la dama di corte Anna Bolena, decise di convocare un Parlamento dal quale ottenne sia l’ annullamento del matrimonio, sia la rottura di tutti i vincoli di dipendenza con la Chies di Roma ( 1529 ). Artefice principale dello scisma anglicano fu il primo segretario di Enrico, Thomas Cromwell che fu nel 1540 accusato di tradimento e giustiziato. Dal punto di vista religioso, la vera e propria riforma ebbe origine durante il regno di Edoardo VI. Maria Tudor, erede di Edoardo e moglie del re di Spagna Filippo II, si sforzò di riportare in Inghilterra la fede cattolica infliggendo numerose condanne a morte ai protestanti che loe diederono il nome di Maria “ la sanguinaria “. CRONOLOGIA 1483 Nasce Lutero 1516 Erasmo dà alle stampe l’edizione critica del testo greco del Nuovo Testamento. 1517 Pubblicazione delle 95 tesi di Lutero 1518 Zwingli giunge a Zurigo 1521 Il papa scomunica di Lutero, che viene convocato da Carlo V davanti alla Dieta di Worms. Carlo V promulga l’«editto di Worms» 1523 – 1525 Riforma religiosa attuata da Zwingli a Zurigo 1524 – 1525 Rivolta dei contadini 1531 Battaglia di Kappel: morte di Zwingli 1534 Gli anabattisti si impadroniscono del governo di Münster 1536 Cristiano III di Danimarca proclama il luteranesimo religione di Stato 1541 Riorganizzazione della Chiesa di Ginevra in base alle «Ordinanze» di Calvino 1547 Vittoria di Carlo V, a Mühlberg, sulla lega di Smalcalda 1547 – 1453 Regno di Edoardo VI in Inghilterra: si diffonde la dottrina calvinista 1553 – 1558 In Inghilterra tentativo di ritorno al cattolicesimo sotto Maria Tudor 1555 Pace di Augusta 1555 – 1556 Abdicazione di Carlo V: Filippo II re di Spagna; Ferdinando I imperatore 1558 Morte di Carlo V Per quanti riguarda i possedimenti della Spagna in Italia, l’ autorità sovrana era rappresentata da un vicerè ( a Napoli, Cagliari e Palermo ) oppure un governatore ( a Milano ), aiutato da comandanti dell’ esercito molto spesso appartenenti all’ alta nobiltà spagnola. A Napoli in particolar modo aveva notevole prestigio il collegio collaterale ( Il Consiglio collaterale fu il più importante organo politico e giurisdizionale del vicereame di Napoli. Istituito nel 1516 quando il Regno di Napoli fu conquistato da Ferdinando il Cattolico, sostituiva le antiche funzioni giuridiche della corte partenopea con un consiglio composto dal viceré e da cinque giuristi, spagnoli e napoletani e nel caso di morte del vicerè esso ne assumeva la reggenza ). Se nelle campagne meridionali e nelle isole rimaneva ancora gravoso il problema della feudalità, il governo spagnolo del Cinquecento riuscì a spezzare la forza politica e a limitare i peggiori abusi con l’ intervento della giustizia regia. Un processo di progressivo accentramento del potere caratterizza il Ducato fiorentino e lo Stato sabaudo. Nelle repubbliche di Genova e Venezia la lotta tra le opposte fazioni nobiliari si risolve in un ulteriore rafforzamento della tendenza oligarchica. Mentre cadono vittime dell’Inquisizione alcuni noti rappresentanti della cultura italiana (G. Bruno, G. Galilei), Venezia, entrata in conflitto con Roma per questioni puramente temporali, viene colpita dall’interdetto (1606). A prenderne le difese è il frate Paolo Sarpi. CRONOLOGIA : 1528 Nascita dell’ ordine dei frati cappuccini 1540 Paolo III approva la costituzione della Compagnia di Gesù 1542 Creazione del Santo uffizio dell’ Inquisizione 1545 Apertura del Concilio di Trento 1549 Il gesuita Francesco Saverio introduce il cristianesimo in Giappone 1557 Cosimo I annette Siena al ducato di Firenze 1562 – 1563 Fase conclusiva del Concilio di Trento 1565 – 1584 Carlo Borromeo diventa Arcivescovo di Milano 1559 Ai Medici viene riconosciuto il titolo di Granduchi di Toscana 1598 Ferrare viene annessa allo Stato della Chiesa 1601 Carlo Emanuele I ottiene il Marchesato di Saluzzo 1606 Viene interdetto Paolo V contro Venezia CAPITOLO 10 : L’ EUROPA NELL’ ETA DI FILIPPO II • Filippo II e i regni iberici Tra il 1555 e il 1556 Carlo V abdicò a tutti i suoi titoli e rese possibile la divisione dei suoi immensi domini mentre il fratello Ferdinando diveniva imperatore con il nome di Ferdinando I e ereditava, assieme agli Stati asburgici, le corone di Boemia e di Ungheria, mentre al figlio Filippo II toccava la corona di Spagna con i suoi numerosi possedimenti nel Nuovo Mondo e in Europa. Filippo II aveva ereditato dal padre Carlo V la totale dedizione al mestiere di re, la preoccupazione di rendere ai sudditi una giustizia imparziale e il senso di compiere una missione della quale bisognava rendere conto a Dio. A differenza del padre, Filippo, nato e cresciuto a Valladolid, si sentiva ed era internamente spagnolo, anzi casigliano. Tra il 1558 e il 1560 fu rafforzata in Spagna l’ Inquisizione, furono proibiti agli studenti i viaggi all’ estero e l’ introduzione dei libri stranieri e vennero colpite con condanne a morte numerose comunità protestanti a Valladolid e a Siviglia. Dieci anni dopo, la repressione si abbattè sui moriscos dell’ Andalusia che, nonostante la conversione ufficiale al cattolicesimo, avevano mantenuto la loro lingua e le loro usanze. Le persecuzioni a cui furono sottoposti li indussero a ribellarsi e con una vera e propria campagna militare la loro resistenza fu vinta dal sovrano e i sopravvissuti furono deportati nelle campagne settentrionali della Castiglia. A quell’ epoca era convinzione corrente che l’ unità religiosa fosse il presupposto dell’ unità politica e la migliore salvaguardia contro le lotte civili. Nonostante le restrizioni intellettuali di pensiero e di opinioni spagnole, non ebbero lo stesso effetto soffocante come avvenne in Italia il periodo che va dalla metà del Cinquecento alla metà del Seicento è noto come “secolo d’ oro “ testimoniato da nomi illustri come Miguel de Cervantes ( autore del “ Don Chiscotte “ ), Pedro Calderon de la Barca e Lope de Vega. Di ritorno dai paesi Bassi nel 1559, Filippo II non si mosse più dalla Castiglia e da Valladolid la sede del governo fu trasferita a Madrid, piccola cittadina molto strategica poiché posizionata nel perfetto centro della Spagna. Qui il sovrano vi fede costruire una sontuosa residenza estiva dalla quale dirigeva i suoi affari. Filippo II rimase sempre fedele alla concezione imperiale di Carlo V secondo cui ogni singolo paese doveva mantenere una propria individualità ed i propri ordinamenti ed essere unito agli altri sono nella persona del sovrano. Sempre sotto il regno di Filippo II venne esteso e perfezionato il sistema dei Consigli, il Consiglio di Stato, il Consiglio dell’ Inquisizione e i diversi Consigli territoriali. Nel 1580 il Portogallo fu annesso alla corona spagnola insieme ai suoi vasti possedimenti coloniali e anch’ esso mantenne la propria forma di governo e le proprie leggi. Nella stessa Castiglia, le capacità di Filippo II vennero messa alla prova dai sacrifici sempre più gravosi che venivano richiesti ai sudditi aumentando le imposte dirette ed indirette. Il sistema tributario era congegnato in modo da penalizzare i ceti produttivi e da privilegiare le rendite parassitarie. A partire dal 1570 la Spagna divenne un paese importatore di cereali anche se l’ ultimo decennio del Cinquecento fu segnato da terribili carestie e pestilenze che avviarono un lento declino della popolazione e dell’ economia iberica. • La battaglia di Lepanto e i conflitti nel Mediterraneo L’ ormai indiscussa egemonia spagnola in Italia e nel Mediterraneo garantivano a Filippo II una posizione dominante ma al tempo stesso lo rendevano più esposto agli attacchi dei corsari barbareschi e all’ avanzata Ottomana. Dopo un tentativo fallito di occupare Malta, la flotta ottomana al comando di Solimano il Magnifico, sferrò un’ attacco contro l’ isola di Cipro nel 1570. Per iniziativa del Papa Pio V si creò una “ santa lega “ in cui entrarono Venezia, Spagna, Repubblica di Genova, Ducato di Savoia e Malta. Il 7 Ottobre 1571 la flotta cristiana sotto il comando di don Giovanni d’ Austria e la flotta ottomana si scontrarono nei pressi di Lepanto. Nonostante gli ottomani erano in superiorità a livello di navi, i cristiani potevano contare su una maggiore potenza di fuoco. Lepanto fu l’ ultima grande battaglia della storia che vide protagoniste le navi a remi e che fu combattuta con la tecnica dell’ abbordaggio. La carneficina che ne derivò fu spaventosa ma alla fine della giornata si delineò la schiacciante vittoria delle flotte cristiane. • La rivolta dei Paesi Bassi All’ origine dell’ insurrezione olandese contro la Spagna vi furono 3 fattori: 1. Fattore religioso la religione più diffusa era il Calvinismo e ovviamente non poteva mancare la risposta repressiva da parte di Filippo II, strenuo difensore dell’ ortodossi religiosa 2. Fattore politico il monarca aveva affidato il regno alla sorellastra Margherita ma al suo fianco aveva posto il cardinale Granvelle che diresse la lotta contro l’ eresia 3. Fattore economico verso il 1560 una crisi economica colpì Anversa e i centri urbani a causa della chiusura del Baltico legata ad una guerra in corso tra Svezia e Danimarca. Nell ‘estate del 1566 ad Anversa e in altre città, una folla di calvinisti si diedero alla devastazione di chiese e di immagini sacre ritenute manifestazioni di idolatria e di fronte alla ribellione, Filippo II, decise di mandare nelle fiandre un esercito facendo arrestare i capi dell’ opposizione e istituendo un tribunale speciale che in pochi mesi pronunciò un migliaio di condanne a morte. Approfittando della situazione di fermento, il principe Guglielmo di Orange – Nassau riuscì ad allestire una flotta e ad invadere le coste settentrionali dal mare facendosi proclamare governatore militare delle provincie di Olanda e di Zelanda e convertendo esse al calvinismo. Nei primi mesi del 1579 si giunse alla definitiva scissione del paese, mentre le dieci provincie meridionali tornavano all’ obbedienza, le sette provincie settentrionali continuarono la loro lotta. politiques, cattolici moderati che ponevano l ‘ interesse dello Stato al di sopra di quello delle fazioni religiose. Il vecchio Filippo II riconobbe la propria sconfitta firmando la pace di Vervins e dopo un mese l’ editto di Nantes pubblicato da Enrico IV sanciva la pace religiosa mantenendo il cattolicesimo come religione di stato ma permettendo agli ugonotti di professare il loro culto. • L’ Europa orientale : Polonia e Russia Oltre che un crogiolo di popoli, la Polonia era un crogiolo di etnie religiose e benchè una controffensiva cattolica fosse in atto, diretta dai gesuiti, nella seconda metà del Cinquecento, nel 1573 venne ribadito il principio di libertà religiosa, creando nella Polonia una sorta di oasi in un’ Europa dominata dall’ intolleranza religiosa. Questa complessità etnica e religiosa rendeva difficile in Polonia l’ affermazione di un’ autorità statale e un ostacolo ancora più grande era costituito dalla presenza di una nobiltà molto numerosa. Questo ceto fu protagonista della fioritura intellettuale ed artistica dell’ età rinascimentale ( Niccolò Copernico ) e del forte aumento della produzione agricola. Nel 1572, morto senza eredi, l’ ultimo re, Sigismondo II, venne affermato il carattere elettivo e non ereditario della corona. Da allora la nobiltà elesse solo principi stranieri. In Russia le condizioni economico – sociali erano simile a quelle polacche : la Russia era un territorio sconfinato e poco popolato, quasi tutto in mano a stranieri e basato su una economia agricola che sfruttava il lavoro dei servi della gleba. L’ evoluzione politica però fu nettamente diversa da quella polacca. La Moscovia, fu protagonista di una grande espansione territoriale con Ivan III il Grande e con Basilio III che posero le basi della stretta associazione tra Chiesa e Stato e della creazione di una nuova nobiltà tale processo raggiunse il culmine con Ivan IV che dopo essersi fatto incoronare zar diede inizio ad una politica di rafforzamento del potere monarchico. Egli convocò nel 1550 la prima assemblea nazionale contrapposta alla Duma ( una Duma è ogni diversa assemblea rappresentativa della Russia moderna e della Russia storica. La Duma di stato nell'Impero russo e quella della Federazione Russa corrisponde alla camera bassa ed elettiva del Parlamento russo ), creò il primo nucleo di un esercito professionale, riordinò l’ amministrazione ed estese il reclutamento di una nuova nobiltà di servizio. A partire dl 1560 però , anche in conseguenza alla morte della moglie, Ivan IV cominciò a dare segni di squilibrio mentale e ad abbandonarsi ad atti di gratuita ferocia. Il terrore raggiunse il culmine nel 1570 con il massacro della popolazione di Novgorod. A Ivan IV succedette il figlio Fedor, debole e infermo di mente : il potere effettivo era esercitato dal cognato di questo, Boris Godunov, che riuscì a farsi riconoscere zar nonostante fosse sospettato dell’ assassinio del nipote Dimitri. Gravi carestie e pestilenze segnarono però gli ultimi anni del suo regno. Dopo la sua morte la Russia sprofondò in uno stato di anarchia che durò fino al 1613 quando ebbe inzio la dinastia dei Romanov con Michele Romanov ( questa dinastia dominerà in Russia fino al 1917 ). CRONOLOGIA : 1533 – 1584 Regno di Ivan IV il terribile in Russia 1556 – 1598 Regno di Filippo II in Spagna 1558 – 1603 Regno di Elisabetta I in Inghilterra 1559 Morte del re francese Enrico II 1562 Inizio ostilità tra cristiani e ugonotti in Francia 1566 Inizio della rivolta nei Paesi Bassi 1571 Vittoria della Santa Lega a Lepanto contro l’ impero Ottomano 1572 Notte di San Bartolomeo e strage di ugonoyyi in Francia 1578 Tregua tra Filippo II di Spagna e l’ impero Ottomano 1588 Vittoria della flotta inglese sull’ invencibile armada spagnola 1589 Ascesa al trono francese di Enrico IV di Borbone 1598 Pace di Vervins ed editto di Nantes in Francia 1600 Fondazione della Compagnia delle Indie Orientali 1613 Michele Romanov eletto zar in Russia CAPITOLO 11 : L’ EUROPA NELLA GUERRA DEI TRENT’ ANNI • Il Seicento : un secolo di crisi? Tra il 1620 e il 1650, sotto il profilo demografico, si esaurisce una lunga fase di crescita che durava fin dal 1450 : questo discorso è da fare solo per l’ area tedesca devastata dalla guerra dei trent’ anni e per i paesi Mediterranei devastati da pestilenze e carestie. Nell’ arco di un secolo la popolazione europea passò da 100 a 115 milioni, un aumento modesto ma più accentuato nelle regioni nord occidentali, economicamente all’ avanguardia e nelle regioni orientali che partivano da densità molto ridotte. Tra il 1620 e il 1650 si arresta o inverte la tendenza dell’aumento dei prezzi che aveva caratterizzato il Cinquecento. Questo fenomeno è d considerarsi in relazione con l’ attenuarsi della pressione della domanda legato alla curva demografica precedentemente descritta. Per quanto riguarda l’ industria e il commercio, non mancano i segnali di difficoltà con la crisi delle industrie tessili. Dal punto di vista delle tecniche agricole, non si registrano nel XVII secolo grandi cambiamenti, se si prescinde dall’ avvio della “ rivoluzione agricola “ in Inghilterra. Proseguì inoltre la tendenza, già affermata nel Cinquecento, all’ esproprio dei coltivatori diretti da parte dei ceti urbani. Sotto il profilo culturale, mentre in Spagna tramontava il secolo d’oro, la Francia entrava nel grande secolo e si verificava una vera e propria rivoluzione scientifica e filosofica. • La prosperità dell’ Olanda Il ruolo di primo piano degli olandesi nella rivoluzione scientifica e filosofica è un riflesso dell’ economia e della società delle Provincie Unite nel XVII secolo. Quando nel 1609 la Spagna riconobbe alle Provincie Unite la loro indipendenza, esse erano le protagoniste di uno spettacolare sviluppo economico che le fece diventare una potenza marittima ed economica in tutta Europa. Di questa rapida ascesa dell’ Olanda si possono fornire diverse spiegazioni : 1. I Paesi Bassi sono da sempre stati una delle aree nevralgiche d’ Europa per i traffici e gli scambi, situati allo sbocco di grandi vie fluviali che attraversano il continente e trovandosi di fronte all’ Inghilterra 2. I capitali, le energie imprenditoriali e le maestranze fiamminghe abbandonarono le loro terre d’ origine per le più ospitali provincie meridionali olandesi 3. Fin dal XV secolo si era sviluppata la pesca delle aringhe in alto mare, il pesce veniva salato e messo in barile ed esportato in tutta Europa. Inoltre, con una flotta mercantile che superava quella di Inghilterra, Spagna e Francia, gli olandesi divennero i “ carrettieri del mare “ 4. Fondamentale per lì’ ascesa degli olandesi fu la loro penetrazione nei continenti extraeuropei. Con un misto di brutalità e spregiudicatezza si installarono in Asia, sulle coste del Brasile per poi fondare la città di New York ( Nuova Amsterdam ) nel 1664. Protagoniste di questa espansione furono due compagnie privilegiate : la Compagnia delle Indie Orientali fondata nel 1602 e la Compagnia delle Indie Occidentali fondata nel 1621. Entrambe avevano la forma di società per azioni. Rispetto ai portoghesi, gli olandesi compirono due importanti passi avanti : da un lato estesero il loro controllo alla produzione di alcune spezie riducendo in schiavitù gli abitanti delle Molucche, dalla’ altra praticarono su larga scala il commercio tra diverse aree dell’ oceano Indiano. Nel corso di questi viaggi gli esploratori olandesi scoprirono l’ Australia nel 1606 e la Nuova Zelanda nel 1642 5. La facilità dei commerci di cereali via mare indusse gli olandesi a specializzarsi nell’ orticoltura, nella produzione di latticini e nella coltivazione di piante tintorie. 6. Oltre al commercio e all’ agricoltura, ebbero un ruolo fondamentale nell’ ascesa olandese le manifatture, la lavorazione dei prodotti coloniali quali tabacco e zucchero, la distillazione della birra, la produzione di armi … senza rivali in Europa erano infine le istituzioni bancarie di Amsterdam : la banca, creata nel 1609 in Italia, accettava depositi di mercanti e agevolava i pagamenti mediante semplici trasferimenti di somme da un conto all’ altro. La Borsa era il luogo deputato alle contrattazioni non solo di merci ma anche di titoli come le azioni 7. Un ultimo fattore fondamentale fu il regime di relativa libertà religiosa e civile di cui si godeva nelle Provincie Unite • La monarchia francese da Enrico IV a Richelieu Dopo il travagliato periodo delle guerre di religione, la Francia sotto la ferma guida di Enrico IV di Borbone, riguadagnò quella posizione dominante sulla scena europea che aveva perso. Il 23 Maggio, una folla di delegati invase il palazzo reale e gettò dalla finestra due tra i più odiati reggenti e il loro segretario, fu formato così un governo provvisorio che reclutò un esercito in previsione on l’ inevitabile contro con gli Asburgo. Nel frattempo l’ imperatore Mattia era morto e la Dieta imperiale elesse come successore Ferdinando II. Due giorni prima, i ceti boemi avevano offerto la corona all’ elettore del Palatinato, il calvinista Federico V, con la speranza di favorire la costituzione intorno a Federico, di un ampio fronte protestante. Ciò spinse l’ imperatore Ferdinando a chiedere l’ aiuto della Spagna e della Lega Cattolica tedesca e così nella primavere – estate del 1620 gli eserciti bavarese e imperiale sottomisero l’ alta e la bassa Austria penetrando in Boemia. L’ 8 Novembre le forze dei ribelli boemi furono sbaragliate ma alla vittoria degli imperiali seguì una dura repressione. Mentre Federico “ il Palatinato “ se ne andava ramingo per l’ Europa privato dei suoi domini, in Austria e Boemia i calvinisti furono cacciati e i capi della ribellione giustiziati e a questo punto l’ aristocrazia calvinista fu messa davanti ad una scelta, la conversione oppure l’ emigrazione. Alla ricatolicizzazione forzata in Boemia, si accompagnò l’ imposizione di una nuova costituzione che sanciva l’ ereditarietà della corona per gli Asburgo e limitava i poteri dei ceti. Nel 1621 si riaprirono le ostilità tra Spagna e Provincie Unite, però due fatti avvennero sulla scena politica a movimentare la situazione : lo spostamento della Francia su posizioni di sostegno alla causa protestante e l’ intervento armato del re di Danimarca Cristiano IV. Una spedizione inviata da Luigi XIII e Richelieu in Valtellina dovette essere quasi subito ritirata per i problemi interni della Francia. Nel frattempo Cristiano IV, che era direttamente interessato agli affari dell’ impero, si trovò di fronte un esercito imperiale guidato da Albrecht von Wallenstein che costituì un vasto possedimento territoriale in Boemia. Cristiano IV dovette chiedere la pace che fu firmata a Maggio 1629, il re di Danimarca riotteneva i territori perduti ma doveva impegnarsi a non intervenire più negli affari dell’ impero. Due mesi prima era stato pubblicato l’ editto di restituzione con il quale l’ imperatore Ferdinando II ordinava la restituzione di tutti i beni ecclesiastici secolarizzati dopo il 1552. La causa cattolica sembrava ormai avviata verso la completa vittoria sia in Germania che ne Paesi Bassi. • Dalla guerra di Mantova alla pace di Vestfalia Tra il 1628 e il 1630 il centro nevralgico della politica europea si spostò dalla Germania all’Italia settentrionale. Nel 1627 morì senza lasciare eredi il duca di Mantova Vincenzo II Gonzoga il cui successore era il francese Carlo, duca di Nevers. Gli Asburgo rivendicarono la dipendenza dall’impero del Ducato di Mantova e del Marchesato. Si giunse all’accordo di Cherasco nel 1631 in cui Mantova e il Monferrato rimanevano a Carlo I (Germania) e la Francia manteneva il possesso di Pinerolo. Il re di Svezia Gustavo Adolfo entrò in guerra appoggiato dalla Francia per difendere il protestantesimo e affermare La propria egemonia nel Baltico, la sua vittoria gli permise di arrivare fino alla Germania meridionale e invase la Baviera. Wellenstein espulse i sassoni dalla Boemia e accusato di trattative segrete col nemico venne ucciso. Il cardinale Richelieu mosse guerra alla Spagna e all’Impero, a fianco dei protestanti di Germania, per impedire il consolidamento della potenza imperiale in Germania. La flotta spagnola venne distrutta dagli olandesi nella battaglia delle Dune e l’esercito francese ottenne la vittoria. Nel 1648 ci furono una serie di trattati di pace tra Olanda e Spagna, tra Francia e Impero, tra Svezia e Impero pace di Vestfalia con la quale si ebbe : 1. Il riconoscimento spagnolo dell’indipendenza delle Province Unite 2. La Francia ottenne il possesso dei vescovati di Merz, Toul e verdun e di altre piazzeforti sul Reno e in Piemonte 3. La Svezia ottenne il dominio sul Baltico 4. Guglielmo ottenne la parte orientale della Pomerania e i vescovati di Magdeburgo, Minden e Halberstadt. Nell’Impero venne ammesso anche il calvinismo accanto al cattolicesimo e al luteranesimo e venne spostato al 1624 l’anno “normale” delle scolarizzazioni dei beni ecclesiastici. Dal punto di vista politico i principi ottennero il diritto di stringere alleanze e fare guerre per proprio conto. La guerra tra Francia e Spagna rimase fino al 1659 conclusa con la pace dei Pirenei. La Germania perse in 30 anni il 30% della popolazione, molti villaggi rimasero disabitati, molte terre incolte e ci fu una grande diffusione di epidemie. CRONOLOGIA : IMPERO : 1576 Rodolfo II succede a Massimiliano II sul trono imperiale 1608 «Unione evangelica» tra luterani e calvinisti 1609 «Lega cattolica». «Lettera di maestà» di Rodolfo II alla nobiltà boema 1612 La corona imperiale passa a Mattia SVEZIA : 1592 Sigismondo Vasa di Polonia eredita la corona di Svezia 1604 Carlo IX re di Svezia 1611 Gustavo Adolfo succede a Carlo IX 1617 Pace di Stolbova tra Svezia e Russia 1621 Occupazione svedese del porto di Riga PROVINCIE UNITE : 1602 Fondazione della Compagnia olandese delle Indie orientali 1609 Fondazione del banco di Amsterdam FRANCIA : 1610 Assassinio di Enrico IV. Reggenza di Maria de’ Medici 1614 – 1615 Convocazione degli «Stati Generali» 1624 Il cardinale Richelieu alla testa della politica francese 1628 Presa della fortezza ugonotta di La Rochelle SPAGNA : 1598 Filippo III re di Spagna 1604 Pace tra Spagna e Inghilterra 1609 Tregua di dodici anni con le Province Unite. Espulsione dei moriscos 1621 – 1625 Regno di Filippo IV 1626 Progetto della Union de las armas del conte-duca di Olivares GUERRA DEI TRENT’ ANNI : 1618 «Defenestrazione» di Praga 1619 Federico V del Palatinato è eletto re di Boemia. Ferdinando II succede a Mattia sul trono imperiale 1620 Vittoria delle truppe imperiali alla Montagna bianca 1621 Ripresa delle ostilità tra Spagna e Province Unite 1624 – 1625 Intervento militare di Cristiano IV di Danimarca e guerra franco-spagnola per la Valtellina 1628 Wallenstein è nominato generalissimo delle truppe imperiali 1629 Cristiano IV di Danimarca è costretto alla pace. «Editto di restituzione» 1629 – 1631 Guerra di Mantova e del Monferrato 1631 La Svezia interviene in Germania La guerra civile iniziò nel 1642 e all’iniziò sembrò a favore del re che poteva contare su di una cavalleria composta da nobili. In realtà era favorito il Parlamento in quanto poteva contare sul sostegno finanziario di Londra e sulle capacità contributive delle contee sud-orientali e sull’alleanza con gli svizzeri. Il primo successo avvenne nel 1644 nel nord grazie alla cavalleria di Oliver Cromwell, personaggio di fede calvinista, che l’anno successivo costituì l’esercito di nuovo modello ( New Model Army ) caratterizzato da una disciplina ferrea. Le vittorie ottenute sui realisti a Naseby e a Langport posero fine alla guerra civile, Carlo si arrese e fu consegnato al Parlamento di Londra. Nel Parlamento la corrente presbiteriana voleva riorganizzare la Chiesa con un sistema di Consigli gerarchizzati e con la rigida imposizione del credo calvinista. A loro si contrapposero gli indipendenti sostenitori della tolleranza delle opinioni religiose (esclusi i cattolici) e dell’indipendenza delle singole congregazioni dei fedeli. Il clima di libertà creato dallo scontro tra Corona e Parlamento favorì la proliferazione di sette e conventicole religiose che mettevano in pericolo l’ordine sociale e i dogmi del cristianesimo. Negli anni ‘50 nacquero nuovi movimenti religiosi : 1. I quaccheri coloro che tremano al cospetto di Dio 2. I battisti avevano in uso di conferire il battesimo agli adulti I legami tra queste tendenze eterodosse in campo religioso e il radicalismo politico si espressero nel movimento dei livellatori coloro che abbattevano le siepi e colmavano i fossati posti a difesa dei terreni recintati. In realtà i livellatori non misero mai in discussione la proprietà privata. I livellatori rivendicavano la sovranità popolare, chiedevano la soppressione di tutti i privilegi, la semplificazione delle leggi , un’istruzione per tutti ed esigevano un allargamento del diritto di voto a tutti i maschi adulti ( esclusi i mendicanti e i servi). Dopo la vittoria sul re, la propaganda dei livellatori fece molti proseliti tra le fila dell’ esercito di nuovo modello di Cromwell soprattutto quando nella primavera del 1647, divenne chiara l’ intenzione del Parlamento di scioglierlo o di spedirlo in Irlanda a combattere contro i cattolici, senza neppure pagare i salari ai soldati. I vari reparti dell’ esercito di nuovo modello nominarono quindi degli agitatori ( una sorta di rappresentanti sindacali ) incaricati di trattare con i capi. Nel giungo successivo l’ esercito si impadronì di Londra e il re Carlo I venne condannato e giustiziato nel 1649. • Il decennio repubblicano : Cromwell al potere L’esecuzione del re fu seguita da un Consiglio di Stato che prese il posto del Consiglio privato della corona, dalla soppressione della Camera dei Lord e dalla proclamazione della Repubblica unita di Inghilterra, Scozia e Irlanda ( Commonwealth ). Il primogenito di Carlo I, Carlo II, assunse il titolo regio venne riconosciuto dagli scozzesi e dagli irlandesi. Egli fece arrestare i capi del movimento livellatore con conseguente ribellione sanguinaria ad opera di Cromwell e che guidò la campagna contro gli insorti irlandesi. Nel 1651 venne proclamato l’Atto di navigazione che permetteva il commercio con le colonie nordafricane e ammetteva nei porti inglesi solo navi britanniche e dei Paesi da cui provenivano le merci era un colpo diretto contro gli olandesi che diede origine alla prima delle tre guerre navali anglo-olandesi che sanciranno la superiorità marittima britannica. Nel 1655 l’Inghilterra di Cromwell entrò in guerra contro la Spagna alla quale strappò l’isola di Giamaica. Questi anni segnarono la ripresa dell’espansione marittima e commerciale e inaugurarono l’era dell’imperialismo britannico. Per quanto riguarda la politica interna, nel 1653 venne sciolto il Lungo Parlamento e al suo posto venne insediata un’assemblea composta da 144 membri tutti scelti dai capi dell’esercito il Parlamento Barebone che durò 5 mesi e fu emanata una carta costituzionale che proclamò Oliver Cromwell protettore del Commonwealth. Egli scelse come membri del Consiglio di stato quasi tutti capi dell’esercito per cui il potere militare si identificava col potere politico. Però la dittatura militare non rispondeva ai desideri della gentry che voleva per sé il potere ed era ostile al mantenimento di una forte pressione fiscale. Alla morte di Cromwell venne proclamato suo successore il figlio Richard che però si dimostrò incapace per cui dopo la sua abdicazione il governo passò nelle mani di Carlo II Stuart. • La Francia a metà Seicento : il governo di Mazzarino e la Fronda L’aumento della pressione fiscale imposta ai francesi dal governo di Richelieu aveva provocato rivolte popolari. Un carattere in parte diverso ebbero i “ disordini della Fronda “ ( strumento usato dai ragazzi per lanciare pietre ), che videro protagoniste le classi dirigenti ed interessarono sia la capitale che tutto il Paese. Alla morte di Luigi XIII e di Richelieu la reggenza di Luigi XIV ( un ragazzino di appena 14 anni ), venne assunta da Anna d’Austria che affidò la direzione degli affari al cardinale Giulio Mazzarino, il quale si mantenne fedele agli indirizzi politici di Richelieu. Gli officiers, i detentori di uffici venali, protestavano contro l’autorità concessa agli intendenti e contro la creazione di nuove cariche. I rentiers invece, possessori di cartelle del debito pubblico, protestavano per i ritardi con cui venivano pagati gli interessi. Conclusa la guerra dei 30 anni si ebbero nuove misure fiscali come ad esempio una trattativa di 4 anni sugli stipendi dei magistrati in cambio del rinnovo della paulette la tassa che garantiva l’ereditarietà degli uffici venali. Inoltre il Parlamento di Parigi prese la testa del movimento di opposizione e decise con le altre corti sovrane, un comune programma di riforme : 1. Soppressione degli intendenti 2. Diminuzione delle imposte e del rifiuto del sistema degli appalti 3. Invalidità di ogni tassa che non avesse ottenuto l’assenso del Parlamento 4. Illegittimità degli arresti arbitrari Questo programma doveva bloccare l’assolutismo monarchico francese. La regina e Mazzarino fecero arrestare uno dei più autorevoli esponenti della magistratura, Pierre Broussel, ma il popolo si ribellò e a Parigi sorsero le barricate per cui la corte fu costretta a lasciare la capitale e ad accettare le richieste del Parlamento. Nel 1649 venne firmata la pace a Saint-Germain per chiudere la Fronda parlamentare. Ma nel 16503 fino al 1653, avvenne la Fronda dei principi che, a differenza di quella parlamentare, non era sostenuta da un disegno politico. A pagare il prezzo di questo rigurgito di anarchia feudale furono le campagne, i registri parrocchiali mostrarono l’aumento di mortalità e le diminuzioni delle nascite. Il fallimento della Fronda dimostrò ai francesi che l’autorità monarchica era l’unica che poteva scongiurare l’anarchia. Intanto la guerra contro la Spagna era ancora aperta e Mazzarino riuscì ad imporre alla corte di Madrid la pace dei Pirenei vennero assegnati alla Francia l’Artois, il Rossiglione e parte della Certagna e venne stipulato il matrimonio di Luigi XIV con la figlia di Filippo IV Maria Teresa. • Le rivolte nella penisola iberica La Catalogna si considerava una nazione distinta dalla Castiglia non solo per le istituzioni giuridiche e amministrative ma anche per lingua e cultura. Nel 1640 il conte di Olivares convocò le Cortes per effettuare delle modifiche , la Catalogna insorse e chiese l’aiuto della Francia. L’anno dopo venne proclamata la sua unione alla monarchia dei Borbone. In Portogallo, nel 1640, un insurrezione portò alla proclamazione dell’indipendenza e pose sul trono Giovanni I, il duca di Braganza. La riconquista della Catalogna fu possibile per il mutamento della situazione internazionale e per i timori dell’aristocrazia catalana di fronte al radicalizzarsi della lotta sociale. L’indipendenza del Portogallo venne formalmente riconosciuta nel 1668. CRONOLOGIA : 1603 Giacomo I Stuart succede alla regina Elisabetta sul trono inglese 1625 In Inghilterra Carlo I succede a Giacomo I 1628 Il Parlamento inglese impone al re la Petizione di diritto 1640 «Breve Parlamento» in Inghilterra. Indipendenza del Portogallo 1640 – 1652 Rivolta della Catalogna 1640 – 1653 «Lungo Parlamento» in Inghilterra 1641 Insurrezione cattolica in Irlanda 1642 Inizio della guerra civile inglese 1643 Morte di Luigi XIII, re di Francia. Inizio del ministero di Mazzarino. Filippo IV, re di Spagna, licenzia l'Olivares 1644 – 1645 Vittorie militari di Cromwell 1648 – 1649 «Fronda parlamentare» in Francia 1649 Condanna a morte di Carlo I. Proclamazione del Commonwealth (la Repubblica Unita di Nonostante la crisi negli altri settori, nelle arti figurative e nell’architettura l’Italia mantenne il suo ruolo d’avanguardia e il prestigio europeo, così come anche nella musica con l’invenzione di un nuovo genere che ebbe un enorme successo, il melodramma ad opera di Claudio Monteverdi. • I domini spagnoli : Milano, Napoli e le isole Il governo spagnolo a Milano e a Napoli portò ad un rafforzamento dell’ autorità statale e la tendenza verso un riequilibrio territoriale e fiscale. Ma dal 1620, l’intervento della Spagna nella guerra dei 30 anni portò ad un forte aggravamento della pressione tributaria e le classi dominanti ne approfittarono per riaffermare il proprio controllo sulle istituzioni locali. Tra il 1628 e il 1658 lo stato di Milano fu più volte trasformato in campo di battaglia dalle soldatesche spagnole, imperiali, francesi e piemontesi. Solo dopo la pace dei Pirenei tra Spagna e Francia, il paese ebbe una notevole ripresa demografica. Le conseguenze della crisi economica e politica che colpì la monarchia spagnola furono molto più gravi nel Mezzogiorno e nelle isole Napoli verso la metà del 600 era la metropoli più grande d’Europa, dopo Londra e Parigi. Tutto il regno era un unico gigantesco contado della capitale verso la quale convergevano i flussi migratori dalle province, l’olio, il grano delle Puglie e la seta grezza della Calabria. Questa situazione di indebolimento dell’autorità centrale portò ad un’estensione del potere feudale. I feudatari, detti baroni, ottennero un’ ampliamento delle loro attribuzioni di giustizia e polizia, l’infeudazione di comunità e una sostanziale impunità per le estorsioni e le prepotenze commesse a danno dei vassalli. Nella capitale risiedevano il vicerè ,il rappresentante dell’autorità sovrana, il Consiglio collaterale e le numerose magistrature giudiziarie e finanziarie. A Napoli l’egemonia della nobiltà era contrastata dalla presenza di un forte ceto civile composto da laureati in giurisprudenza di origine bolognese. Anche nel Regno di Sicilia, come nel Regno di Napoli, la popolazione crebbe fino a metà 1600. L’interlocutore principale dell’autorità sovrana era in Sicilia il Parlamento composto da 3 bracci feudale, ecclesiastico e demaniale. La Sardegna invece era la regione meno popolata e più povera del Mezzogiorno caratterizzata dalla prevalenza della pastorizia sull’agricoltura. • Le rivolte antispagnole a Napoli e in Sicilia Una grave carestia e il malcontento creato dal fiscalismo spagnolo furono all’origine del fermento popolare che si verificò a Palermo nel 1647 con saccheggi e incendi di case. Il vicerè spagnolo fu costretto ad abolire le gabelle ( imposte indirette sugli scambi e sui consumi di merci ) e ad approvare una riforma dell’amministrazione municipale che assegnava alle maestranze ( le corporazioni di mestiere) il controllo dell’annona e della polizia. Più prolungata fu la crisi del dominio spagnolo nel Mezzogiorno continentale, a Napoli la direzione del movimento di rivolta contro le gabelle fu assunta da un popolano, Antonio Masaniello, che però venne ucciso dopo dieci giorni dai suoi stessi seguaci. Gli insorti napoletani proclamarono la repubblica e invocarono la protezione del re di Francia, ma il cardinale Mazzarino era restio e si limitò ad appoggiare l’iniziativa personale di Enrico duca di Guisa che sperava di impadronirsi del regno con l’appoggio della nobiltà meridionale. Il fallimento della rivolta antispagnola a Napoli determinò un aggravamento della crisi economica e sociale e chiuse per sempre la prospettiva della formazione di un fronte antifeudale comprendente i ceti medi, popolari urbani e le masse rurali. Un ultimo tentativo rivoluzionario ebbe luogo a Messina, rivale di Palermo per il primato in Sicilia, negli anni ‘70 gli insorti messinesi chiesero aiuto a Luigi XIV ,in guerra contro la Spagna, il quale inviò una squadra navale ad occupare le città, ma il resto dell’isola rimase fedele alla sovranità spagnola. • I principati indigeni : Ducato di Savoia e Granducato di Toscana DUCATO DI SAVOIA Il regno di Carlo Emanuele I ( 1580-1630) figlio di Emanuele Filiberto che aveva restaurato il ducato sabaudo, fu contraddistinto da iniziative espansionistiche che contribuirono al rafforzamento interno dello stato e alla costruzione di un apparato militare e fiscale. Nel 1601 col trattato di Lione Carlo Emanuele cedette al re di Francia la Bresse, il Bugey e altri territori transalpini e ottenne in cambio il Marchesato di Saluzzo. Prima guerra del Monferrato 16114- 16115 scarsi risultati e successo ottenuto dal duca di Savoia contro l’egemonia spagnola. Seconda guerra del Monferrato 1628- 1630 i piemontesi si allearono con gli spagnoli contro i francesi e la battaglia si chiuse con il trattato di Cherasco firmato da Vittorio Amedeo I, che sancì l’acquisizione di terre del Monferrato. Nel 1631 anche il Piemonte ebbe una grave crisi economico-sociale, alla quale si aggiunsero gli effetti di una crisi dinastica avvenuta dopo la morte di Vittorio Amedeo I. soltanto con il regno di Carlo Emanuele II si ebbe un risollevamento dell’economia piemontese e un rinforzamento del controllo del governo centrale sulle comunità. GRANDUCATO DI TOSCANA Cosimo I e i suoi figli, Francesco I e Ferdinando I, si appoggiarono alle vecchie famiglie della nobiltà fiorentina. Le arti cittadine subirono un lento declino, ma nelle campagne rimase dominante il rapporto mezzadrile che ostacolava le innovazioni e le specializzazioni culturali. Quasi spopolata era poi la Maremma senese, abbandonata al pascolo brado e al banditismo. • Le repubbliche oligarchiche e lo Stato della Chiesa Gli indirizzi di politica estera e interna adottati alla fine del ‘500 dalla Repubblica di Venezia sotto l’influenza del partito dei giovani, determinarono una tensione con la Santa Sede che oltre a contestare il monopolio veneziano della navigazione nell’Adriatico, considerava lesive delle libertà ecclesiastiche come alcune nuove leggi : il divieto di costruire chiese senza il consenso del governo veneto. Il clero veneto non ubbidì all’ingiunzione, a parte i gesuiti e altri ordini che vennero espulsi e la Repubblica trovò un nuovo difensore :Paolo Sarpi. Negli anni 1645 - 1669 fu combattuta la guerra di Candia (Creta) contro l’impero ottomano. La pace di Carlowitz sancì la conquista del Peloponneso. Una ripercussione interna della guerra di Candia fu l’aggregazione di un centinaio di famiglie della terraferma al patriziato veneziano dietro un pagamento di forti somme. CRONOLOGIA : 1580 Regno di Carlo Emanuele I di Savoia 1628 – 1630 Seconda guerra del Monferrato di piemontesi e spagnoli contro i francesi 1545 – 1669 «Guerra di Candia» tra Venezia e l'impero ottomano 1647 Rivolta di Palermo 1647 – 1648 Rivoluzione napoletana 1656 – 1657 Epidemia di peste nel Mezzogiorno, nel Lazio e in Liguria 1663 – 1675 Regno di Carlo Emanuele II di Savoia 1674 - 1678 Insurrezione di Messina CAPITOLO 14 : IMPERI E CIVILTA’ DELL’ ASIA TRA XVI E XVIII SECOLO • La Cina sotto le dinastie Ming e Manciù I popoli dell'Asia avevano dato vita a grandi e millenarie civiltà, per molti aspetti più evolute rispetto a quelle Occidentali. La più antica e la più prestigiosa civiltà era quella del " Celeste Impero " cinese, che proprio nell'età moderna raggiunse la sua massima estensione. Tra il 1400 e il 1600 la popolazione cinese si era raddoppiata da 80 a 160 milioni; un tale sviluppo era stato possibile nelle regioni meridionali bagnate da grandi fiumi e grazie alla coltura del riso e alle innumerevoli invenzioni nel campo della risicoltura. Accanto a esso vi erano altre coltivazioni come quelle del tè e del cotone. In Cina ebbero origine inoltre molte scoperte importanti come la bussola ad ago magnetico, la carta, la stampa e la polvere da sparo. Anche il commercio conobbe tra XIV e XVI secolo un grande sviluppo in direzione CRONOLOGIA : 1368 – 1644 La Cina sotto la dinastia Ming 1526 – 1530 In India Babur getta le fondamenta dell'impero moghul 1556 – 1605 Consolidamento dell'impero moghul con il regno di Akbar il Grande 1587 – 1629 In Persia regno del safavide Abbas il Grande 1603 – 1867 Era «Tokugawa» in Giappone 1644 – 1911 La Cina sotto la dinastia Q'ing 1658 – 1707 Apogeo dell'impero moghul con il regno di Aurangzeb 1722 Invasione afghana della Persia 1736 - 1796 In Cina regno di Ch'ien-lung CAPITOLO 15 : L’ APOGEO DELL’ ASSOLUTISMO LA FRANCIA DI LUIGI XIV • Luigi XIV : “ il mestiere di Re “ Luigi XIV, figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria aveva appena 5 anni quando ereditò la corona nel 1643; ne aveva 23 quando alla morte del cardinal Mazzarino assunse il potere. Questo regno rappresentò l’ apogeo dell’ assolutismo monarchico e fu anche il periodo in cui la Francia giunse più vicina ad esercitare una supremazia sul resto d’ Europa. Per quanto riguarda la politica interna e l’ amministrazione del paese, Luigi XIV preferì servirsi di ministri di nascita modesta, più docili ai suoi voleri e la direzione delle finanze dello Stato fu affidata adun mercante, Jean-Baptiste Colbert ,che insieme al titolo di controllore delle finanze, assumerà quello di " super ministro " dell'economia e degli affari interni. Il paese all’ epoca era suddiviso in generalitès, preposte ad intendenti, che si occupavano : dalla giustizia alla fiscalità, dalle forniture militari ai lavori pubblici… Diverse le funzioni anche degli officièrs, cioè i detentori di uffici venali, ereditati o acquistati per denaro. Essenziale dunque era assicurarsi la fedeltà degli officièrs per il funzionamento del sistema. A Luigi XIV fu attribuita la frase “ Lo Stato sono Io “ e va intesa non solo come un ‘ orgogliosa autocelebrazione, ma come l’ involontario riconoscimento di un limite : quel tanto di obbedienza e di uniformità che si riusciva ad imporre in una società caratterizzata da una molteplicità di privilegi, era affidata non tanto alle istituzioni, ma al re in quanto vertice di uno Stato. • La corte e il paese A partire dagli anni Ottanta, Luigi XIV trasferì la sua corte nella splendida reggia di Versailles, lì vi regnava insieme alla sua famiglia e ad un esercito di persone costrette a sottostare alle rigide regole ed etichette dettate dal sovrano. Fuori dal cerchio di Versailles si estendeva la Francia con più di venti milioni di abitanti. Oltre l'80% viveva di agricoltura la coltura più importante era la vite, ma la scarsa produttività gravitava intorno alla struttura della proprietà terriera estesi infatti erano i terreni di possesso nobiliare, borghese ed ecclesiale, il feudalesimo era ancora forte e presente, perciò la rendita del contadino era scarsa perchè costretto a pagare tasse e imposte e a lavorare gratuitamente ( champart, corvées ) non solo per l'agricoltura ma anche per la pesca e la caccia. • La direzione dell’ economia di Colbert Assumendo il controllo delle finanze, Colbert si propose due obiettivi essenziali: 1. Rimediare al grave dissesto dei conti pubblici 2. Rilanciare l'economia francese. Una delle prime e più clamorose iniziative del regno di Luigi XIV fu la creazione di una Camera di giustizia straordinaria per indagare sugli arricchimenti illeciti di finanzieri, appaltatori e ricevitori di imposte in modo da diminuire il debito pubblico. La visione mercantilista di Colbert, prevedeva un risanamento finanziario per fornire interventi economici nelle campagne militari si sfruttò quindi il lavoro manifatturiero per l'esportazione e si investì sul commercio con l'estero per arricchire il paese. Per raggiungere questi traguardi, Colbert delineò una strategia: 1. Controllo sulle qualità dei prodotti mediante l'introduzione di minuziosi regolamenti, ispezioni e marchi di fabbrica; 2. Concessioni di sovvenzioni e privilegi agli imprenditori disposti a introdurre nuovi rami d'industria e creazioni d'imprese con capitale pubblico; 3. Protezionismo doganale, cioè imposizione di dazi molto alti sui manufatti stranieri in modo da scoraggiare le importazioni; 4. Costituzione di compagnie privilegiate per il commercio con le varie aree del globo ( Compagnia delle indie occidentali e orientali, Compagnia del levante ); 5. Sviluppo di una marina mercantile e da guerra e potenziamento delle infrastrutture atte ad agevolare circolazioni di uomini e merci( strade, canali ) L'attività colbertiana non registrò un iniziale successo ma avrebbe a distanza di poco tempo avuto uno sviluppo favorevole sotto il regno di Luigi XV. • La direzione delle coscienze Il regno di Luigi XIV fu caratterizzato dallo sforzo di dettare regole valide per tutti sia nei gusti che nelle idee. In questo settore Luigi XIV si trovò ad affrontare 3 ordini di problemi: 1. La diffusione della corrente giansenista ( I giansenisti ponevano l’ accento sull’ interiorità della fede e svalutavano l’ apparato delle devozioni esteriori tipico del cattolicesimo, dal punto di vista dottrinale seguivano Sant’ Agostino e sostenevano l’ importanza fondamentale della grazia di Dio ) 2. I contrasti con Roma 3. La questione ugonotta-calvinista Roccaforte del movimento giansenista a Parigi era il monastero di Port-Royal ( luogo dove si erano ritirati famosi intellettuali quali Blaise Pascal ). La condanna definitivacontro il movimento giansenista fu pronunciata dalla santa sede con la bolla “ Unigenitus “ nel 1711 ma il giansenismo continuò a vivere e a diffondersi tra i ceti medio-bassi. Questione più grave riguardava la minoranza calvinista presente nel paese, le clausole dell'editto di Nantes cominciarono ad essere interpretate in modo restrittivo finchè nel 1685 venne emanato l'editto di Fontainebleu, che annullava l'editto precedente ( di Nantes ) e faceva obbligo a tutti i francesi di riconoscere pienamente il culto cattolico. Oltre 200.000 furono gli ugonotti che si diedero all'esilio andando ad arricchire le capitali di paesi come la Prussia, Olanda e Inghilterra. Nella nazione francese il calvinismo sopravvisse solo clandestinamente. • La gloria militare : le guerre di Luigi XIV Nel pensiero di Luigi XIV la coesione interna, la prosperità e il rafforzamento del Regno erano le condizioni necessarie per l'attuazione di un disegno egemonico su larga scala reso possibile con la diplomazia e la guerra. Ingenti furono le spese per assicurarsi l'alleanza dei principati tedeschi, degli stati baltici e del sovrano inglese Carlo II. L'esercito fu riorganizzato e i soldati regi furono messi alla prova in occasione della " guerra di Devoluzione " contro la Spagna ( così chiamata perchè basata sulla rivendicazione al trono del sovrano francese in nome di sua moglie, figlia del re Filippo IV). Le truppe francesi occuparono la parte sud dei Paesi Bassi(1667) ma ricevettero pressioni dagli olandesi e dagli inglesi per fermare l'avanzata militare fu emanata la pace di Acquisgrana (1668) che vedeva riconosciuti alla Francia i territori occupati nelle Fiandre. Quattro anni dopo Francia e Inghilterra insieme alla Svezia dichiararono guerra alle Province Unite e l'entrata in guerra di Spagna e Impero costrinsero la Francia alla pace di Nimega (1678) Vienna in questi anni assunse il volto di una grande capitale ma tuttavia dietro questo splendore si nascondeva un'assai arretrata economia. A questo proposito il nuovo imperatore Carlo VI riconobbe la “ Prammatica Sanzione “ che sanciva l'indivisibilità dei domini asburgici e stabiliva un ordine preciso di successione regale. • La guerra di Successione spagnola e i regni iberici Il primo novembre 1700 dopo una lunga agonia, morì l'ultimo Asburgo della linea spagnola Carlo II e un accordo stipulato fra le maggiori potenze assegnava la corona spagnola a Carlo, secondogenito dell'imperatore Leopoldo I, mentre a Filippo d'Angiò sarebbero andati i domini italiani. Questa idea suscitava forti ostilità nella capitale spagnola e Carlo II si lasciò convincere a redigere un testamento che proclamava erede universale il duca d'Angiò (con la condizione che rinunciava ad una successione sul trono francese) che assunse il titolo di Filippo V re di Spagna. Il Re sole fece credere che le due corone (francese e spagnola) fossero separate ma inviò truppe nelle guarnigioni olandesi e milanesi rendendo così evidente che le altre potenze non potevano accettare la situazione Asburgo, Inghilterra e Olanda stipularono il 7 settembre 1701 una nuova Grande Alleanza. All'alleanza antifrancese aderirono la Danimarca, Savoia, Portogallo e molti principati tedeschi i sovrani francese e spagnolo si trovarono isolati. In un primo momento dopo iniziali successi franco – spagnoli, le forze della Grande Alleanza volsero le sorti del conflitto a proprio favore. Le cose sembravano peggiorare per la Francia, quando l'Inghilterra si trovò in difficoltà con la caduta del ministero whig a Londra, seguito da un governo tory e la Spagna si trova a far fronte alla scomparsa prematura di Giuseppe I. La successione di questo agli stati ereditari austriaci poteva ricreare un potere simile a quello che aveva avuto Carlo V due secoli prima. Fu firmata invece nel 1713 la pace di Utrecht con la Francia mentre la monarchia austriaca firmò la pace di Rastatt nel 1714. Gli esiti del conflitto contribuirono a sviluppare e ad affermare un concetto politico di stabilizzazione dell'equilibrio europeo da difendere contro ogni progetto egemonico. Il regno di Filippo V, che inaugurò la nuova dinastia Borbone spagnola, fu contrassegnato da una notevole attività riformatrice e da una buona ripresa dell'iniziativa in campo internazionale a partire dal 1714 un meccanismo intenso di matrimoni riportarono la Spagna sugli scenari italiani poichè la seconda moglie di Filippo V era Elisabetta Farnese. Si formò una quadruplice alleanza composta da Inghilterra, Francia, Austria e Olanda la flotta spagnola fu annientata al largo di Capo Passero e le truppe imperiali intervennero in Sicilia. All'Aja si firmò un ennesimo trattato di pace che riportava la situazione a prima dello scontro bellico(tranne lo scambio imposto a Vittorio Amedeo II che prese la Sardegna al posto della Sicilia). • L’ ascesa della Russia di Pietro il Grande e il declino della Svezia La Russia di fine Seicento era un immenso territorio esteso dal Dniepr al Pacifico e popolato da 15 milioni di abitanti. La dinastia Romanov, salita sul trono all’ inizio del 1600, continuò con Michele Romanov la tradizione assolutistica affermatasi già con Ivan IV e portarono al compimento con Alessio Romanov una notevole espansione territoriale. Gli inasprimenti fiscali provocati dalla guerra e il progressivo peggioramento delle condizioni di vita dei contadini servi della gleba, determinarono malessere e carestia nella popolazione. Questa crisi fu aggravata da una terribile pestilenza scoppiata nel 1654 e dal grande scisma religioso i “ vecchi credenti “ o seguaci dell’ antica Chiesa si separarono dalla Chiesa ufficiale e centinaia di migliaia di fedeli affrontarono persecuzioni ed emarginazione sociale. Dopo la lunga crisi nel 1689, il secondogenito di Alessio, Pietro, salì al trono deciso a portare il paese sulla strada della modernizzazione. Egli compì viaggi in Olanda, Inghilterra e Germania per studiare tecniche militari e lavorare nelle fabbriche per apprendere le tecniche Occidentali. La sua opera di modernizzazione cominciò col mandare molti giovani aristocratici all'estero a studiare ed apprendere quelle tecniche e quelle scienze dai paesi sviluppati : furono abbandonati modelli, religioni e tradizioni arcaiche e in pochi decenni la mentalità e i costumi russi ebbero un notevole cambiamento. Pietro aveva anche progetti militari ben definiti e li raggiunse quando nel 1700 intervenne a fianco di Polonia e Danimarca per fermare l'avanzata svedese guidata da Carlo XII nonostante le vittorie svedesi, il sovrano russo riuscì ad impadronirsi di tutti i territori che si affacciavano sul Baltico ( Livonia, Estonia, Ingria, Carelia ) dopo la pace di Nystadt del 1721. Il predominio svedese sul baltico era finito. Pietro indirizzò tutti gli sforzi economici della nazione verso un potenziamento dell'esercito e della Marina, la necessità di armare e di equipaggiare queste moltitudini di soldati e marinai fu la principale molla dell'impulso dato alla siderurgia e alla metallurgia, dalle manifatture tessili alle costruzioni navali. Anche il commercio con i paesi occidentali ebbe discreto successo, ma l'economia russa, fondamentalmente agricola, era caratterizzata all’ autoconsumo. Le maggiori innovazioni introdotte furono l’ abolizione della Duma che cessò di riunirsi e fu sostituita da un consiglio chiamato Senato, fu abolito inoltre il patriarca di Mosca poichè venne creato un collegio nominato Santo Sinodo ( volendo il sovrano spezzare l'opposizione del clero locale di fronte alla sua opera di modernizzazione ). Il sovrano promosse inoltre l'istruzione ( l'Accademia di scienze di Pietroburgo ) e l'attività editoriale. • La nascita dello Stato Prussiano Federico Guglielmo di Hohenzollern approfittando delle sconfitte inflitte alla Polonia e alla Svezia acquisì la sovranità della Prussia. Nelle campagne brandeburghesi e prussiane vigeva allora un radicato feudalesimo e questi feudatari ( Junker ) videro salvaguardati i loro diritti in cambio del riconoscimento del potere a Federico Guglielmo. Il figlio di Federico Guglielmo nel 1701 ottenne il titolo di Federico I, egli ridusse le spese per la corte e dedicò cure alla formazione di un forte esercito grazie ai mezzi finanziari per il mantenimento di esso forniti in buona parte dal demanio regio. Fu riorganizzata la percezione delle due imposte principali che gravavano sui contadini e nuovi commissari regi furono introdotti nelle città ( mentre nelle campagne l'amministrazione rimase in mano agli Junker ). La burocrazia dello Stato era reclutata per lo più tra borghesi colti e sottoposti al sovrano, al fine supremo della potenza statale fu subordinata l'azione del governo per promuovere le manifatture e gli scambi e per attirare nel paese profughi per motivi religiosi. Federico I, alla sua morte, lasciava al figlio oltre a un potente esercito, un'amministrazione efficiente e un paese in via di sviluppo, ingrandito nel 1721 con l'annessione della Pomerania svedese. CRONOLOGIA : 1673 «Test Act» (in Inghilterra). 1683 Ultimo assedio ottomano di Vienna, seguito dalla controffensiva asburgica 1686 Formazione della «Lega di Augusta» contro la Francia 1688 – 1689 In Inghilterra «Gloriosa Rivoluzione» e «Dichiarazione dei diritti» (Bill of Rights) 1689 – 1697 Guerra della «Lega di Augusta» contro la Francia di Luigi XIV 1689 – 1725 Pietro I il Grande, zar di Russia 1696 Pace tra la Francia e Vittorio Amedeo II: Pinerolo viene annesso al Ducato di Savoia 1697 La pace di Ryswick mette fine alla «guerra della Lega di Augusta»: ritorno alla situazione anteriore al conflitto 1700 Morte di Carlo II re di Spagna 1701 «Act of Settlement» che fissa l'ordine di successione al trono inglese. Federico I acquisisce il titolo di re di Prussia 1701 – 1702 Formazione della «Grande alleanza» antifrancese e inizio della guerra di successione spagnola 1703 Fondazione di Pietroburgo 1709 Vittoria russa sugli svedesi a Poltava Oramai il protagonista del commercio era decisamente l'Oceano Atlantico ( che dava il contributo più importante con le colonie inglesi, francesi, spagnole e portoghesi ) anche se nel 1700 il Mar Mediterraneo conobbe una notevole ripresa che fece la fortuna di porti come Marsiglia, Livorno e Trieste. Nel nuovo continente, a settentrione, inglesi e francesi colonizzavano le coste insediandosi o immigrando, mentre al centro America erano due i padroni : spagnoli e portoghesi. Gli spagnoli estesero il loro dominio dagli Stati attuali della California e del Texas fino alla cordigliera delle Ande, invece verso il Sud - America la presenza portoghese gravitò a lungo soprattutto in paesi promettenti come il Brasile dove l'impiego di manodopera africana era fluente. Fu proprio in queste zone che i portoghesi scoprirono grandi quantità di oro e più tardi di diamanti. • Le origini della rivoluzione industriale La Rivoluzione industriale è un complesso di trasformazioni nel modo di produrre che determinò un profondo e irreversibile mutamento nei consumi, nel modo di vita e nei rapporti sociali. Di tali trasformazioni fanno la parte le macchine azionata da energia inanimata ( la forza idraulica, il vapore ) e la concentrazione del lavoro nelle fabbriche. Il termine "industria", che indicava un senso di operosità e ingegno pratico, era inizialmente utilizzato per indicare l’ operosità e l’ ingegno pratico. Si parlava piuttosto di “ manifattura “ per indicare quei processi produttivi che eccedevano le dimensioni di una modesta bottega. Più frequente era anche l’ applicazione del termine “ manifattura “ a quella che noi oggi chiamiamo “ protoindustria “ produzione di filari, tessuti o altri oggetti che aveva luogo nelle abitazioni dei lavoranti, in città o in campagna , i quali ricevevano la materia prima da mercanti imprenditori e a loro consegnavano il prodotto per un prezzo generalmente proporzionato alla sua quantità. La spinta ad ideare macchina che sostituissero il lavoro manuale fu data dalla difficoltà nell’ accellerare i ritmi produttivi del lavoro manuale. Solo in Inghilterra questo settore insieme a quello del commercio verso l'estero e all'agricoltura era talmente unito da poter permettere un guadagno e una ricchezza che in Europa non era eguagliata. • Dall’ età del cotone all’ età del ferro Nei primi decenni del Settecento, la manifattura di gran lunga più importante in Inghilterra rimaneva quella della lana grazie all'allevamento ovino era questa la produzione più importante perché la produzione di cotone fu inizialmente vietata con una legge nel 1721, abrogata però nel 1774 permettendone la produzione. A partire dagli anni ottanta si ebbe un decollo dell'economia inglese nella produzione di cotone e nei primi decenni dell'Ottocento la loro esportazione superò quella della lana. Le esigenze del settore tessile concorsero a determinare passi decisivi in altri campi : lo sviluppo della chimica, la lavorazione del carbone fossile, l'impiego del coke il quale fu sperimentato con successo ma stentò a diffondersi per varie cause tra cui la difficoltà a mantenere temperature elevate negli altiforni necessari per la produzione. Da paese importatore l'Inghilterra si era dunque trasformata in paese esportatore di ferro. Inoltre venne largamente impiegata l'energia idraulica l'invenzione di James Watt portò il brevetto di una macchina a vapore munita di un condensatore del vapore separato dal cilindro. La forza del vapore era oramai pronta per essere utilizzata nell'industria tessile e (più tardi)nella rivoluzione dei trasporti rappresentata dalla ferrovia e dal piroscafo. • Le ripercussioni sociali dell’ industrializzazione In primo luogo si registra una grande affluenza nelle città, per via della nascita di industrie o dell'ingrandimento di centri urbani ( urbanizzazione ) questo flusso di persone si registrò poichè erano spinte dall’ esigenza di lavoro e di stabilità economica. Gli imprenditori non reclutavano solo uomini nelle fabbriche, ma anche donne e bambini (il più delle volte provenienti dagli orfanotrofi o dalle parrocchie ). Le ore di lavoro erano 13-14 al giorno per sei giorni settimanali e i ritmi imposti dai sorveglianti non ammettevano pause e distrazioni. Il proletariato inglese però reagì a queste dure condizioni di lavoro creando organizzazioni sindacali ( trade unions ) e non mancarono sollevazioni e sommosse che comunque non portarono risultati positivi. Il lato positivo della rivoluzione industriale è che la figura degli imprenditori ,spesso uomini di modeste origini, erano saliti a grandi ricchezze grazie al fiuto per gli affari e per le capacità organizzative. CRONOLOGIA : 1720 e 1743 Ultime apparizioni della peste, rispettivamente a Marsiglia e a Messina 1733 John Kay inventa la spoletta volante 1769 Macchina a vapore di James Watt 1783 – 1784 Viene introdotto il processo metallurgico del puddellaggio 1787 Primo brevetto di telaio meccanico 1795 «Sistema di Speenhamland», per l'integrazione dei redditi al di sotto della sussistenza 1810 - 1820 Diffusione del luddismo CAPITOLO 18 : LA CIVILTA’ DEI LUMI • Fede e ragione La definizione d'Illuminismo più convincente è quella del filosofo Immanuel Kant : " L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso ". Il philosophe è uno spregiudicato indagatore del vero, in qualunque campo del sapere e l'unica verità per lui è quella che deriva da un'osservazione diretta dei fatti o da testimonianze superiori a ogni dubbio, da vagliare, gli uni e le altre, al "lume" della ragione. In quest'epoca si distinguono scrittori filosofi come Spinoza, Bayle, Locke ( che si sforzò di conciliare fede e ragione, rendendo quest'ultima arbitra dei problemi morali ). Anche personaggi come Voltaire, Diderot insieme a d'Alembert ( autori dell'Enciclopedia ) e lo scienziato Lamarck ( anticipatore della teoria evoluzionistica ). • L’ uomo e la natura Alcuni filosofi si spinsero fino ad un materialismo integrale, cioè alla riduzione di tutto ciò che esiste, compreso l'uomo e le sue facoltà mentali, a pura materia “ Discorso preliminare alla Enciclopedia “ di Jean – Baptiste d’ Alambert. Altri ancora come lo scozzese David Hume svilupparono l'empirismo lockiano in una direzione diversa, che portava alla negazione del concetto di sostanza. La figura dominante però del panorama scientifico europeo è senza dubbio l'inglese Isaac Newton (1642 - 1727) che impose un metodo scientifico basato sul rifiuto delle ipotesi astratte e sulla sintesi tra indagine sperimentale e procedimento matematico. L'autorità newtoniana rimase indiscussa per tutto il diciottesimo secolo. Inoltre fecero passi avanti la botanica e la zoologia, così come anche la chimica rinforzata dagli studi di Lavoisier ( scopritore dell'ossigeno e della composizione dell'acqua ). • La “ pubblica felicità “ In campo filosofico i vari orientamenti possono essere racchiusi in 3 nomi: Montesquieu, Voltaire e Rousseau. Montesquieu affermava che le leggi sono i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose, a lui premeva fornire i meccanismi e i princìpi che regolano i vari ordinamenti politici: 1. dispotismo (paura), 2. monarchia (senso d'onore), 3. democrazia (virtù dei cittadini). quale presentò una serie di arditi progetti di risanamento finanziario aumento della massa dei mezzi di pagamento con l'emissione di carta moneta. Law creò una banca che ottenne il diritto di emettere banconote e una Compagnia di commercio che assorbì tutte le compagnie privilegiate ( denominata nel 1719 la Compagnia delle Indie ). Tutto questo apparato crollò quando ci si accorse che essa non distribuiva i guadagni sperati e Law fu costretto a fuggire all'estero. Alla morte di Filippo d'Orleans il suo posto fu preso da un duca di Borbone per pochi anni fino a che Luigi XV, ormai maggiorenne, accordò la sua fiducia a Andrè Hercule Fleury. Il suo governò fermo e prudente assicurò un lungo periodo di pace interrotto solo da una vittoriosa campagna contro l'Austria nella guerra di Successione polacca che fruttò l'annessione della Lorena. Tuttavia verso gli anni ’30 del Settecento quando fu diffusa la Bolla "Unigenitus" si profilò un periodo di contrasti religiosi che avrebbero negativizzato il regno di Luigi XV. • La Gran Bretagna nell’ età di Walpole Alla morte della regina Anna salì al trono l'elettore di Hannover Giorgio I, egli e il suo successore Giorgio II si interessavano tuttavia alle faccende del loro paese d'origine piuttosto che alla politica inglese. Prese così forma un governo di gabinetto ( veniva assegnato ad un primo ministro e ai suoi collaboratori il compito di governare in nome e in luogo del re ) e si registrò un aumento della corruzione e delle differenze ideologiche fra i partiti whig e tory in lotta per il potere. Tra il 1721 e il 1742 il ruolo di primo ministro fu ricoperto da Robert Walpole, che mantenne buone relazioni con i francesi e si adoperò per ridurre il debito pubblico e per proteggere commercio e industria. Sotto la guida di Walpole, il paese godette di un buon periodo di prosperità e nel complesso la società inglese settecentesca appare oggettivamente come miscuglio di libertà, di dipendenza, mobilità sociale individuale e solidità delle gerarchie di gruppo, di tradizionalismo e progresso. • I conflitti dei decenni centrali del Settecento Il lungo periodo di pace che aveva goduto la Francia dopo il Re Sole venne interrotto dalla guerra di Successione polacca ( 1733 – 1738 ). Nel 1733 morì il re di Polonia Augusto III e la Dieta polacca elesse a successore il nobile Stanislao Leszczynski, ma Russia e Austria proposero con le armi il principe di Sassonia Federico Augusto che come re polacco prese il nome di Augusto III. Per vendicare l'oltraggio il governo francese organizzò una coalizione antiaustriaca con il re di Sardegna Carlo Emanuele III e la monarchia spagnola. L'attacco di questa coalizione colse impreparata la monarchia asburgica che perse Milano e i regni di Napoli e Sicilia. Negli anni seguenti l'Inghilterra esercitò un'opera di mediazione che portò alla pace di Vienna nel 1738 L'Austria recuperava il Milanese ma cedette alla Savoia due province e a Carlo di Borbone Napoli e la Sicilia. L'estinzione della famiglia fiorentina Medici favorì un altro scambio di territori, il duca di Lorena Francesco Stefano divenne granduca di Toscana e la Lorena fu assegnata a Stanislao col patto che alla sua morte la regione sarebbe tornata in mano francesi. Forti delle concessioni del trattato di Utrecht i mercanti inglesi avevano preso a padroneggiare le coste dell'America Latina e quando le autorità spagnole sequestrarono alcuni carichi inglesi, quest ‘ultimi dichiararono guerra agli iberici. Le ostilità si trascinarono fino alla metà degli anni 40' confluendo nel conflitto europeo più vasto noto come Guerra di Successione Austriaca ( 1740 – 1748 ). A scatenarla fu l'aggressione lanciata dal nuovo re prussiano Federico II contro la Slesia ( parte più settentrionale della Boemia austriaca ). A questo conflitto si aggiunsero Spagna e Francia desiderose di sferrare il colpo mortale alla dinastia asburgica, non solo ma anche gli elettori di Baviera e Sassonia miravano al trono austriaco. In seguito però il ritiro della Prussia dal conflitto,g li aiuti finanziari inglesi alla corona austriaca, l'intervento del re di Sardegna a fianco degli Asburgo e un più deciso impegno inglese raddrizzarono le sorti della guerra. Nel marzo 1744 Luigi XV dichiarò allora guerra all'Inghilterra per via terra i francesi spezzarono le difese inglesi nei Paesi Bassi, ma via mare la superiorità britannica fu piuttosto evidente. La pace di Aquisgrana nel 1748 sancì il possesso prussiano della Slesia, la cessione dei ducati di Parma e Piacenza da parte di Maria Teresa Asburgo a Filippo di Borbone. La Francia non ebbe alcun vantaggio territoriale e questo fatto minò la popolarità del sovrano francese che alla morte di Fleury, prese personalmente le redini del governo. Le sue scelte furono però bilanciate dai consigli della marchesa di Pompadour. A un trattato di alleanza stipulato tra Inghilterra e Prussia nel 1756, l'abile diplomazia del cancelliere austriaco Kaunitz, deciso a riprendersi la Slesia, riuscì a contrapporre una coalizione composta da Austria, Francia e Russia nella quale si unirono in seguito Svezia e Polonia Questo schieramento pose fine alla tradizionale rivalità tra francesi ( Borbone ) e austriaci ( Asburgo ) , le operazioni belliche si svolsero in modo favorevole alla coalizione finchè a Londra fu richiamato William Pitt che salì al ministero degli affari estero nel 1757. Egli seppe unire la nazione dietro di sè e dirigere al successo militare l'Inghilterra contro la Francia sul territorio coloniale americano ( neppure l'entrata in guerra della compagine spagnola riuscì a evitare il trionfo inglese ). I negoziati di pace si risolsero nel 1763 a Parigi. • Il fallimento delle riforme in Francia La Francia era uscita umiliata dalla guerra dei 7 anni e in condizioni finanziarie disastrose e non bastarono l'annessione della Lorena e l'acquisizione della Corsica nel 1768 dalla repubblica genovese. Nel 1764 venne emanato un editto di espulsione dei gesuiti e il governo fu assunto da un Triumvirato Aiguillon, Maupeou e il controllore delle finanze Terray. Il triunvirato riuscì a ridurre il deficit francese. A Luigi XV succedette Luigi XVI che sciolse il triumvirato e nominò il fisiocratico Turgot come ministro delle finanze, ma la libertà di commercio stabilita non coincise con un buon raccolto agricolo e ciò indusse il sovrano a ritirare il suo appoggio al ministro che rassegnò le dimissioni nel 1776. • L’ Inghilterra nell’età di Giorgio III Al contrario della Francia, la Gran Bretagna era uscita molto rafforzata dalla guerra e non aveva più rivali in ambito marittimo - coloniale, ma lo sviluppo economico non impedì l'insorgere di alcune tensioni : 1. Il nuovo re Giorgio III manifestò l'intenzione di esercitare un ruolo più attivo nella politica nazionale suscitando l'opposizione del Parlamento e della pubblica opinione 2. Parallelamente si formò accanto alla fazione whig una corrente ancor più radicale per un allargamento del suffragio e per un'estensione delle libertà religiose e civili 3. Causa del malessere politico fu la disastrosa conduzione della crisi nordamericana da parte del governo di Lord North, l'impopolarità del suo governo convinsero Giorgio III ad affidare il nuovo governo a William Pitt il Giovane, protagonista di una notevole attività riformatrice, introducendo una più equa imposta proporzionale ai redditi di qualunque natura. CRONOLOGIA : 1714 – 1727 Regno di Giorgio I di Hannover in Inghilterra 1715 – 1774 Regno di Luigi XV in Francia (dal 1715 al 1723 sotto la reggenza del padre, Filippo d'Orléans, nipote di Luigi XIV) 1721 – 1742 Ministero di Walpole in Inghilterra 1726 – 1743 Ministero del cardinale Fleury in Francia 1727 – 1760 Regno di Giorgio II di Hannover in Inghilterra 1733 – 1738 «Guerra di successione polacca» 1740 – 1748 «Guerra di successione austriaca» 1756 – 1763 «Guerra dei sette anni» 1757 – 1761 Ministero di William Pitt il vecchio in Inghilterra 1760 – 1820 Regno di Giorgio III di Hannover in Inghilterra 1774 Sale al trono francese Luigi XVI 1776 In Francia dimissioni del controllore delle finanze Turgot Nei primi mesi del 1794 Robespierre si sentì forte da lanciare un attacco contro la sinistra di Herbert e contro gli " indulgenti ", i sostenitori di Herbert vennero ghigliottinati a fine marzo, insieme a Danton e Desmoulins poco dopo questa manovra rafforzò il potere di Robespierre. Tra giugno e luglio i francesi vinsero a Fleurus, aprendo così la via per la conquista del Belgio e intensificando internamente il periodo del terrore che contava 1376 vittime in un anno e mezzo. L'opposizione a Robespierre fu però lanciata: ( tra l'8 e il 9 Termidoro ) accusato in piena assemblea, venne arrestato insieme a Saint-just e Couthon. Il 28 luglio fu ferito ad una mascella e fu trascinato alla ghigliottina mettendo fine a questo terribile momento vissuto dalla nazione francese. • Da Termidoro a Fruttidoro La caduta di Robespierre fu accolta da molti francesi come una liberazione e nelle strade della capitale prese a imperversare la " gioventù dorata ", i responsabili del Terrore, i bevitori di sangue e i sanculotti divennero a loro volta bersaglio di un odio a lungo represso. In alcune province,specialmente del sud, vi fu un'ondata di "Terrore bianco" che fece vittime su vittime fra i giacobini del posto. Il tribunale rivoluzionario venne soppresso, i poteri del Comitato ridotti e i club giacobini chiusi e nel dicembre 1794 fu definitivamente abolito il " maximum " sui prezzi agricoli. L'anno successivo venne insediata una commissione incaricata di elaborare una nuova costituzione che doveva garantire il predominio delle classi abbienti e impedire un'eccessiva concentrazione dei poteri, fu approvata una costituzione dell'anno III il 22 agosto 1795 insieme ad una dichiarazione dei diritti ( più restrittiva rispetto a quella precedente ) e fu rinnovata l'assemblea detta ora “ Consiglio dei 500 “ che doveva presentare e discutere le leggi e il Consiglio degli anziani che dovevano approvarle e respingerle. Il potere esecutivo spettava invece a un direttorio di cinque membri ( uno dei quali doveva essere sostituito ogni anno dagli anziani tra 50 nomi indicati dai Cinquecento ). Questa soluzione più moderata non servì comunque ad arrivare a cambiamenti drastici anche perchè la continua crisi finanziaria, la guerra incombente e la divisione religiosa del paese premevano sugli organi politici in cerca di consenso popolare. Un episodio circoscritto rimase la cosiddetta "congiura degli eguali" organizzata da François-Noel detto Gracchus Babeuf, compilatore di un giornale intitolato " il tribuno del popolo ", con la collaborazione dell'emigrato toscano Filippo Buonarroti e di alcuni ex montagnardi. Il programma degli eguali prevedeva l'abolizione della proprietà privata e la messa in comune dei beni questo progetto era una specie di “ comunismo di distribuzione " che rimandava ad utopie settecentesche. Questa congiura però fu sventata in maggio dal Direttorio grazie a una delazione e Babeuf con altri fu condannato a morte. Nel febbraio 1797 si ritornò alla moneta metallica, approfittando delle rimesse di buone monete nei territori conquistati ma ciò non bastava a salvare la situazione, poichè la crisi imperversava e la corruzione dilagava rapidamente in tutta la nazione. Nello stesso anno le elezioni politiche si risolsero con il trionfo della destra monarchica all'interno dei due consigli, ai primi di settembre ( fruttidoro ) due dei Direttori furono destituiti e le elezioni favorevoli ai monarchici furono dichiarate nulle, ne seguirono arresti e chiusure di circoli di destra. La repubblica era salva e la legalità era stata per il momento restaurata con la Costituzione dell'anno III e con la soggezione del potere politico al potere militare. • La rivoluzione francese e l’ Europa Tra le classi colte europee, nobili e borghesi, la convocazione degli stati generali e il preannuncio di un nuovo ordine monarchico - costituzionale furono accolti in un primo momento con simpatia ed entusiasmo, ma poi sorsero perplessità con l'abolizione dei diritti feudali e con le giornate rivoluzionarie. Alcuni governi assoluti furono tanto più sensibili a queste argomentazioni in quanto temevano il contagio delle idee rivoluzionarie, soprattutto a queste argomentazioni in quanto temevano il contagio delle idee che dalla Francia si espandevano a lungo raggio nel resto del continente. La capacità di resistenza mostrata dalla Francia rivoluzionaria e la svolta moderata di Termidoro indussero alcune potenze a cessare le ostilità contro i francese ( per esempio la Prussia ) , però alcuni rimasero in armi, come Piemonte, Inghilterra e Austria. Per la Francia le frontiere su cui si combatteva erano confini naturali, su cui era impossibile rinunciarci e la guerra appariva l'unico strumento per difendere queste zone. Se le armate francesi sul fronte tedesco arretravano gradualmente, in Italia grazie ai successi di un giovane generale, Napoleone Bonaparte, fecero di quest’ area il centro nevralgico della guerra. Napoleone Bonaparte, nato ad Ajaccio nel 1769 e di nobile famiglia, aveva potuto compiere ottimi studi grazie anche a borse di studio concessegli dal governo. Nel 1794 ebbe il comando dell'artiglieria nell'armata d'Italia e contribuì all'occupazione francese di Oneglia. Seguì poi il matrimonio con la bella Josèphine de Beauharnais e la nomina a generale in capo delle truppe di istanza in Italia, egli stipulò un accordo con Vittorio Amedeo III tramite l'armistizio di Cherasco. Bonaparte proseguì costringendo le truppe austriache a ripiegare fino alla vittoria di Lodi, aprendosi così la via per Milano. Tra il 1796 e il 1797 l'avanzata proseguì verso sud e Napoleone costrinse i governi di Parma, Roma e Napoli a firmare tregue onerose. Con Roma si firmò il trattato di Tolentino che sanciva la rinuncia dello stato pontificio a Bologna, Ferrara e alla Romagna.Non contento, valicò nuovamente le Alpi puntando su Vienna ma la diplomazia austriaca riuscì a bloccare i suoi intenti con la pace di Loeben il 18 aprile 1797. • Il triennio rivoluzionario in Italia A seguito delle conquiste napoleoniche, in Italia si formarono nuove realtà politiche e il 27 dicembre fu fondata la Repubblica Cispadana ( Bologna, Ferrara, Modena e Reggio ) a cui fu aggregata la Repubblica Cisalpina con i territori milanesi e veneti sottratti agli Asburgo. Nel maggio del 1797 fu aggiunta anche la Repubblica di Genova, ribattezzata Repubblica Ligure. Venezia, libera dal domino austriaco, si liberò anche dal patriziato che per secoli si era succeduto alla guida della città, cacciando l'ultimo doge nel maggio 1797, e, senza tener conto dei desideri delle popolazioni, Napoleone firmò con l'Austria il trattato di Campoformio, nel quale cedeva Venezia all'Austria in cambio del Riconoscimento della Repubblica Cisalpina. Questo amareggiò molto quegli italiani che vedevano in Napoleone il mezzo per la liberazione dell'Italia dallo straniero invasore. Il generale Bonaparte, dopo aver insediato consigli legislativi della Repubblica Cisalpina, abbandonò l'Italia, ma l'anno dopo si ripresentò nella penisola e a causa di un incidente diplomatico, invase lo Stato pontificio, proclamando la Repubblica Romana. In seguito conquisto anche la Svizzera ( nominata poi Repubblica Elvetica ) , annesse il Piemonte e con l'occupazione militare della Toscana tutta la penisola si ritrovò sotto il dominio napoleonico (a parte il Veneto, Ducati di Parma, Piacenza e il regno di Napoli che era in mano ai Borbone ). A Milano, Genova, Roma, Lucca e Napoli, furono promulgate Costituzioni in linea francese del 1795 e il potere esecutivo fu affidato ad un collegio simile al Direttorio. Dovunque furono aboliti i titoli nobiliari e i privilegi feudali, incamerati i beni ecclesiastici e proclamata l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, anche se in Italia, più che in Francia le vecchie tradizioni erano le più dure a morire ( infatti le masse rurali si sollevarono non contro i proprietari terrieri, ma contro i francesi e gli odiati giacobini ). Nella primavera del 1799 un esercito austro-russo occupò Milano e ciò fece scoppiare rivolte in Piemonte, Marche, Lazio, Umbria e Toscana. Delle Repubbliche " Giacobine " la prima a cadere fu quella Napoletana, un'armata "cristiana e reale comandata dal cardinale Fabrizio Ruffo e composta di contadini e briganti, mosse dalla Calabria verso Napoli abbandonata dai francesi. Ruffo entrò nel capoluogo campano ma il contrammiraglio Horatio Nelson impedì la ripartenza di questo esercito consegnandolo a Ferdinando IV di Borbone. • La seconda coalizione anti – francese e il colpo di Stato di Brumaio La pace di Campoformio lasciava in lizza contro la Francia solo l'Inghilterra, padrona indiscussa dei mari e dei commerci oceanici. Napoleone propose al Direttorio una spedizione in Egitto da dove sarebbe stato possibile colpire gli interessi britannici in India. Dopo essersi impadronito dell'isola di Malta, la flotta francese si presentò davanti al porto d'Alessandria i mamelucchi ( principale milizia egiziana ) furono sconfitti nella battaglia delle Piramidi, ma i francesi videro distrutta la loro flotta nella rada di Abukir il 1°agosto ad opera di Horatio Nelson. La riscossione di tributi fu affidata ad agenti statali preparati ed efficienti e con la creazione di una Banca di Francia ( 1800 ) si posero le basi per un consolidamento del debito pubblico al 5% d'interesse e nel 1803 fu creata una moneta nuova il franco germinale, destinato a mantenersi stabile fino al 1914. In campo militare la situazione si presentava sotto buoni auspici a causa del ritiro russo dalla coalizione antifrancese. Il progetto napoleonico era quello di battere gli austriaci per poi affrontare gli inglesi con più comodità e, dopo aver ripreso Milano, Napoleone vinse a Marengo sugli Austriaci e l'Austria fu costretta a cedere firmando la pace a Lunéville il 9 febbraio 1801 ( con le stesse clausole della pace di Campoformio di quattro anni prima ). Dopo lunghe trattative il 25 marzo 1802 ad Amiens venne raggiunto un accordo anche con gli inglesi, il quale sanciva la restituzione alla Francia delle sue colonie ai cavalieri di San Giovanni dell'isola di Malta, mentre l'Egitto tornava a essere possedimento turco. Per la prima volta dopo un decennio, la Francia non aveva più nemici e anche internamente si riacquistò tranquillità e nel luglio del 1801 il console strinse un concordato col pontefice di allora, Pio VII, nel quale il riconosceva il cattolicesimo come " religione della grande maggioranza dei francesi ". • Dal consolato all’ Impero. La terza e la quarta coalizione antifrancese Con il plebiscito del 2 agosto 1802, Napoleone fu dichiarato console a vita e pochi giorni dopo il Senato varò una riforma costituzionale che accresceva i suoi poteri. Il risultato inevitabile fu la nomina di Bonaparte a " Imperatore dei francesi " decretata dal Senato il 4 aprile 1804. Il 2 dicembre nella cattedrale di Notre Dame fu incoronato dal pontefice dando così vita ad un nuovo dispotismo illuminato. Non appena Bonaparte fu intitolato imperatore, la Gran Bretagna, preoccupata, riprese le ostilità contro i francesi organizzando una " terza coalizione " composta da Inghilterra, Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli. A fianco dei francesi si schierò la Spagna. Il 21 ottobre la flotta franco-spagnola venne affrontata e distrutta da Nelson a Trafalgar, presso Cadice, da quella britannica, sul fronte terrestre però a causa del successo napoleonico di Austerlitz ( in Moravia ), Vienna dovette chiedere la pace, concessale il 26 dicembre 1805 a Presburgo. Le condizioni del trattato erano la cessione austriaca del Regno d'Italia, del Veneto, dell'Istria e della Dalmazia. Nel 1806 invece un esercito francese s'impadronì senza colpo ferire del Regno di Napoli e sul trono di esso fu posto Giuseppe Bonaparte, fratello dell'imperatore francese fu creata a luglio di quell'anno una Confederazione del Reno, un'associazione di Stati tedeschi filo francesi. Ciò impaurì il re prussiano Federico Guglielmo III, promotore della " quarta coalizione antifrancese ", ma sul fronte terrestre le armate napoleoniche continuavano a dettar legge in seguito a due successi ottenuti : Jena e Auerstadt. Fu firmata poi dopo la Campagna russa la tregua di Tilsit ( 1807 ) . Le continue vittorie di Bonaparte erano frutto del suo genio militare la strategia offensiva della grande armata che puntava sul movimento e sulla sorpresa era stata in qualche modo innovazione dello stesso generale. L'amalgama dei nuovi con i vecchi reggimenti aveva creato una ferrea disciplina alimentata anche da un entusiasmo rivoluzionario e da una mentalità offensiva dei giovani ufficiali. Nel settembre 1798 fu introdotto un sistema di coscrizione obbligatoria basato sulla formazione di tutti i maschi dai 20 ai 25 anni, all'interno delle quali, speciali commissioni arruolavano mediante sorteggio, i contingenti d'anno in anno stabiliti. Accanto ad essi vi erano poi reggimenti di cavalleria e fanteria e le armi tecniche. • Il blocco continentale, la guerra di Spagna e la quinta coalizione Dopo la pace di Tilsir, l'unica potenza in guerra era la Gran Bretagna e ad essa fu posto uno stato di blocco, ovvero era proibito ai sudditi imperiali il commercio con le isole britanniche e per essere efficace questo blocco aveva necessità di essere sorvegliato continuamente e, sebbene l'apparato militare napoleonico fosse infallibile, il contrabbando era diffusissimo. Pur essendo colpita da una grave crisi economica, l'Inghilterra resistette e potè respirare quando la penisola iberica insorse contro i francesi e quando i porti russi riaprirono alle esportazioni. Nel 1806 fu nominato Robert Stewart vicsconte Castlereagh a ministro della guerra inglese (poi degli esteri) e, fallito il tentativo di occupare il Portogallo ( tradizionale alleato inglese ), Napoleone s'impadronì della Spagna spodestando Carlo IV e proclamando re il fratello Giuseppe. Nel 1808 Napoleone s'impossessò anche dello Stato pontificio e incarcera il pontefice che aveva osato scomunicarlo. Nonostante l'intervento diretto di Napoleone in Spagna, la guerriglia non cedette e rimase a costituire per i francesi una fastidiosa spina nel fianco. L'Austria invece, ansiosa di vendicare l'umiliazione subita col trattato di Presburgo, nell'aprile 1809 riorganizzata un'altra coalizione con l'Inghilterra, invase la Baviera, i francesi contrattaccarono e il 12 maggio entrarono per la seconda volta a Vienna. Il 6 luglio l'arciduca Carlo ( Il miglior comandante austriaco ) subì una decisiva sconfitta a Wagram con la pace di Vienna ( 14 ottobre ) l'Austria perdeva la Galizia,i territori di Istria e Dalmazia che entrarono a far parte dell'impero francese col nome di "province illiriche". Nel tentativo di ammorbidire il vincitore, il nuovo cancelliere austriaco offrì a Napoleone la mano della figlia di Francesco I, l'arciduchessa Maria Luigia. Da quest'unione nacque l'anno successivo il sospirato erede,Napoleone Francesco Carlo Giuseppe, che conseguì poi il titolo di " Re di Roma ". • La società francese all’ apogeo dell’ Impero Con le annessioni del 1809 - 1810 l'impero francese raggiunse la sua massima espansione : comprendeva 130 dipartimenti e circa 44 milioni di abitanti senza contare anche gli stati vassalli. Bonaparte continuò imperterrito ad esercitare il potere, dando prova di una prodigiosa capacità di lavoro e di un'attenzione per ogni dettaglio dell'amministrazione. Il Tribunato venne soppresso nel 1807 e il Corpo legislativo,così come il Senato si immobilizzò nelle mani dell'imperatore. Anche la stampa era sotto il suo controllo come anche i ministri che lui accuratamente nominava. Dal 1802 al 1806 fece alcune riforme come la creazione dei licei a fianco dei quali furono mantenute le scuole private, sotto l'autorità di un Gran Maestro. Anche la religione fu riformata : venne imposto al clero un " catechismo imperiale " che inculcava il dovere della venerazione e della gratitudine nei confronti del sovrano. L'annessione allo stato pontificio e la deportazione di Pio VII e il rifiuto di riconoscere la consacrazione vescovale di nuova nomina, turbarono gli animi dei cattolici francesi danneggiando la popolarità dell'imperatore. Questa popolarità venne compromessa anche da una grave crisi economica che attanagliò la Francia tra il 1810 e il 1812. Anche le pubbliche finanze erano in una situazione critica e al malcontento suscitato dall'inasprimento di dazi e imposte, si aggiungeva quello determinato dalle continue leve da gettare nella fornace spagnola e poi nella spedizione russa. • La riorganizzazione politico – territoriale della penisola italiana In seguito alle conquiste napoleoniche i Paesi Bassi, Italia, Spagna, Germania e Polonia entrarono a far parte del sistema continentale elaborato da Bonaparte con 3 situazioni diverse : i territori direttamente annessi all’ Impero francese come il Belgio, l’ Olanda e parte dell'Italia centro- settentrionale ( territori direttamente annessi alla Francia ); gli stati separati dalla Francia ma sotto il controllo di Napoleone come il Regno d'Italia; gli stati vassalli affidati a membri familiari o a sovrani amici come la Spagna, il Regno di Napoli, la Vestfalia, la Baviera e la Sassonia. In Italia il Regno d'Italia nel centro-nord si contrapponeva a sud col Regno di Napoli : entrambi erano stati aggregati in momenti diversi all'impero napoleonico, quello a sud era preposto ai Borbone mentre l'entità che rimaneva fuori era lo Stato dei Savoia, sotto protezione inglese. Napoleone assunse la Presidenza della repubblica e nominò vicepresidente un patrizio milanese di grande prestigio, Francesco Melzi d'Eril ( 1753 – 1816 ). Nella Repubblica Cisalpina furono introdotti istituti e ordinamenti simili a quelli francesi e nel 1805 essa venne trasformata in Regno d'Italia Napoleone si dichiarò Re e nominò vicerè il figliastro Eugenio di Beauharnais, creò un Consiglio Statale col compito di elaborare proposte di legge e un Senato composto di almeno due rappresentanti per dipartimento che prese del soppresso Corpo legislativo. Il Regno si distinse dalla Repubblica per una più decisa opera di ammodernamento e razionalizzazione nei vari settori : 1. Venne dato un impulso al settore dell'istruzione 2. Venne dato un impulso al settore giudiziario e fu adottato il codice Napoleonico. Milano venne assumendo il volto di una grande capitale, sede di una burocrazia numerosa ed efficiente e di prestigiose istituzioni culturali. Nel 1806 il Regno d'Italia venne ingrandito con l'aggregazione di tutto il Veneto, l'Istria e la Dalmazia e nel 1808 entrarono a far parte anche le Marche e successivamente Trentino e Alto Adige. L'agricoltura soffrì in alcune regioni per la tassazione eccessiva e per la perdita degli sbocchi tradizionali, ma fu stimolata dalla richiesta di generi alimentari per l'esercito e di seta greggia per Alla fine del 1813 tre eserciti alleati varcarono il Reno e un esercito inglese risalente dalla Spagna puntava dritto sui francesi, minacciati da due parti. Napoleone tentò di riscaldare lo spirito nazionale ma con scarso successo e subì una pesante sconfitta ad Arcis-sur-Aube ( 20 marzo 1814 ) e gli invasori entrarono a Parigi il 31 marzo al cui seguito vi erano imperatore austriaco, zar russo e re prussiano. Il 3 Aprile 1814 il Senato, proclamò la decadenza di Napoleone ed egli, ritiratosi a Fointenbleu, abdicò senza condizioni, ma con l’ impegno dei coalizzati a conferirgli la sovranità dell’ isola d’ Elba. Lo stesso giorno il Senato invitò Luigi XVIII, il fratello di Luigi XVI, ad occupare il trono sulla base di una nuova costituzione i spirata al modello inglese e al principio della sovranità popolare. Nel frattempo i confini della Francia erano stati riportati alla situazione del 1789, con l’ aggiunta di Avignone e della Savoia. Intanto si erano anche decise le sorti del napoleonico Regno d’ Italia il 16 Aprile, appresa l’ abdicazione di Napoleone, il vicerè Eugenio firmò con l’ Austria un armistizio che lo lasciava padrone della Lombardia e del Veneto, ma le sue speranze di ereditare questi territori furono stroncate da una sommossa popolare scoppiata a Milano dove il ministro delle Finanze venne linciato dalla folla. Contemporaneamente anche il papa Pio VII, il re di Sardegna e il granduca di Toscana Ferdinando III riprendevano possesso dei loro stati. L’ ultimo atto del dramma si consumò nel 1815 , quando i ministri delle grandi potenze riunite a Vienna, stavano decidendo le sorti dell’ Europa. In Francia, il sollievo per il ritorno della pace aveva rapidamente lasciato il posto ad un diffuso malcontento e intanto Napoleone decise di tentare di nuovo l’ avventura. Egli abbandonò l’ isola dì Elba con i suoi seguaci e sbarcò nei pressi di Cannes la popolazione lo accolse energicamente ed entrò a Parigi il 20 Marzo nonostante si fosse gia formata una coalizione antifrancese composta da tutti i suoi nemici. Napoleone, con 125.000 soldati, sferrò il suo attacco prima che l’ esercito russo ed austriaco potessero intervenire, ma a Waterloo non riuscì ad impedire la congiunzione tra inglesi e prussiani e subì una rovinosa sconfitta ( 18 giugno 1815 ). Consegnatosi agli inglesi, fu deportato sull’ isola di Sant’ Elena, in mezzo all’ oceano Atlantico dove scriverà le sue memorie e morirà in solitudine il 5 maggio 1821. Intanto Gioacchino Murat, nel timore di essere spodestato dalle grandi potenze, dichiarò guerra all’ Austria il 15 marzo 1815 esortando gli italiani ad unirsi a lui per proclamare l’ indipendenza del regno. L’ appello cade nel vuoto e fu sconfitto. Pochi giorni dopo fu firmata la “ Convenzione di Casa Lanza “ che sanciva il ritorno al trono di Ferdinando IV di Borbone. CRONOLOGIA : Dicembre 1799 Entrata in vigore della Costituzione dell'anno VIII 14 giugno 1800 Napoleone batte gli austriaci a Marengo 9 febbraio 1801 Pace di Lunéville tra la Francia e l'Austria Luglio 1801 Concordato con Pio VII 26 gennaio 1802 Proclamazione della Repubblica Italiana e approvazione della nuova Costituzione 2 agosto 1802 Napoleone primo console a vita Maggio 1803 L'Inghilterra dichiara nuovamente guerra alla Francia Marzo 1804 Promulgazione del Codice civile 4 aprile 1804 Napoleone imperatore dei francesi Marzo 1805 La Repubblica Italiana si trasforma in Regno d'Italia Ottobre 1805 Distruzione della flotta franco-spagnola a Trafalgar Dicembre 1805 Vittoria di Napoleone sugli austro-russi ad Austerlitz 26 dicembre 1805 Trattato di pace di Presburgo con l'Austria Primi mesi 1806 Riconquista francese del Regno di Napoli 30 marzo Napoleone nomina il fratello Giuseppe re di Napoli Agosto 1806 Legge che sopprime la feudalità nel Regno di Napoli. Soppressione del Sacro Romano Impero Ottobre 1806 Vittorie napoleoniche di Jena e Auerstädt sui prussiani Novembre 1806 Istituzione del «blocco continentale» contro l'Inghilterra Luglio 1807 Creazione del Granducato di Varsavia sotto la sovranità del re di Sassonia 31 luglio 1807 Gioacchino Murat diventa re di Napoli 1809 Annessione dello Stato pontificio e deportazione di papa Pio VII prima a Savona, poi in Francia 8 luglio 1809 Vittoria di Napoleone sull'Austria a Wagram 1810 – 1812 La Francia attraversa una grave crisi economica Marzo 1812 Le Cortes spagnole riunite a Cadice approvano una Costituzione liberale Giugno – Novembre 1812 Campagna di Russia: Napoleone entra a Mosca il 14 settembre, ma deve ordinare la ritirata un mese dopo. Gravissime perdite della «Grande Armata» 16 – 19 ottobre 1813 Sconfitta di Napoleone a Lipsia Dicembre 1813 Ferdinando VII di Borbone ritorna sul trono di Spagna, evacuata dai Francesi 6 aprile 1814 Abdicazione di Napoleone e riconoscimento da parte del Senato francese di Luigi XVIII come re di Francia 20 aprile 1814 Un tumulto popolare a Milano segna la fine del Regno d'Italia e prelude all'occupazione austriaca 30 maggio 1814 Trattato di pace che riporta la Francia ai confini del 1789 4 giugno 1814 Luigi XVIII promulga la Carta costituzionale 20 marzo 1815 Napoleone rientra trionfalmente a Parigi 18 giugno 1815 Napoleone è sconfitto dagli anglo-prussiani a Waterloo 22 giugno 1815 Seconda abdicazione di Napoleone 5 maggio 1821 Napoleone muore in esilio sull’ isola di Sant’ Elena CAPITOLO 26 : L’ ETA’ DELLA RESTAURAZIONE • Il congresso di Vienna e la riorganizzazione dell’ Europa Le potenze che avevano sconfitto Napoleone e abbattuto il suo impero si trovarono di fronte al gravoso compito di ridisegnare un ordine europeo, creando un equilibrio che scoraggiasse spinte egemoniche e garantisse pace. I governi di Austria, Russia, Prussia e Inghilterra ebbero la saggezza di associare anche la Francia, considerata vittima del marchio napoleonico. Le deliberazioni del Congresso di Vienna furono risultati di accordi presi tra queste cinque potenze: la Francia venne riconsegnata alla monarchia borbonica, le sue frontiere furono riportate al periodo del 1792 conservando però Savoia e Avignone; il Belgio venne unito all'Olanda ( eretta dalla dinastia degli Orange ); Vittorio Emanuele I di Savoia ottenne la repubblica genovese e la riva sinistra del Reno restava sotto controllo prussiano. Non venne resuscitato il Sacro Romano Impero, la Norvegia venne staccata dalla Danimarca e unita alla Svezia; il Regno di Polonia fu ricostruito dopo le spartizioni settecentesche, e venne posto sotto la sovranità dello zar russo che in un colpo solo annesse al suo impero anche Bielorussia, Lituania e Ucraina. L'Austria rinunciava al Belgio ma otteneva le vecchie province illiriche che Napoleone le aveva sottratto, infine Ferdinando III tornò al Granducato di Toscana e Francesco I nei ducati di Modena e Parma. Una relativa indipendenza fu riconosciuta al Regno di Napoli dove Ferdinando IV prese nel 1816 il nuovo titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie. Gli inglesi ottennero maggiori vantaggi in campo marittimo e coloniale. Un'altra area di tensioni e potenziali conflitti erano i Balcani che la decadenza dell'impero ottomano ancora immenso sulla carta ma indebolito dalle ambizioni autonome dei vari Stati che ne facevano parte. Già Serbia e Montenegro avevano ottenuto tra Sette - Ottocento un' indipendenza di fatto da Istanbul e si governano con dinastie proprie. Una risonanza maggiore ebbe nell'opinione pubblica la questione della Grecia L'insurrezione contro il dominio turco divampò in tutta la Grecia continentale nel 1821 e nel gennaio 1822 proclamò l'indipendenza nazionale. Le forze ottomane intervennero con successo grazie all'invio di un corpo di spedizione guidato Mehmet Alì, ma i gesti di violenza gratuita a cui si abbandonarono suscitarono indignazione in tutta Europa e Francia, Inghilterra e Russia si unirono per fronteggiare i turchi e per liberare i greci. Il conflitto si risolse nel 1829 con la pace di Adrianopoli che sancì l'indipendenza greca benchè ancora molte regioni settentrionali fossero sotto dominio ottomano. La Repubblica greca fu proclamata nel 1827 ma fu di breve durata poichè nel 1832 le 3 potenze vincitrici imposero l'elezione di un monarca bavarese come reggente della nazione greca : Ottone di Wittelsbach. • L’ emancipazione delle colonie latino – americane e lo sviluppo degli Stati Uniti L'America Latina poteva contare all'inizio del XIX secolo venti milioni di abitanti dei quali 3 milioni erano creoli, cioè bianchi di origine spagnola nati nel nuovo mondo, due milioni erano schavi neri e quattro-cinque milioni meticci di sangue misto. L'invasione della penisola iberica da parte delle truppe napoleoniche nel 1808 aveva avuto come conseguenza la formazione di Giunte che si svincolarono di fatto dalla madrepatria, e ciò favorì insurrezioni a sfondo radicale - popolare e in questa confusione furono determinanti la ridotta capacità delle forze lealiste e le qualità militari di alcuni grandi personaggi carismatici come l'argentino Josè de San Martin e il venezuelano Simòn de Bolivar. Nonostante la buona volontà di queste compagini politiche, l'arretratezza economica, le enormi discrepanze sociali e una moltitudine di contadini e analfabeti dovevano rendere la vita di questi movimenti politici instabile e travagliata. In parte differente fu la vicenda brasiliana, la cui separazione dal Portogallo fu frutto dell'iniziativa della dinastia di Braganza, rifugiatosi oltreoceano nel 1807. Otto anni dopo Giovanni VI proclamò il Brasile regno autonomo e nel 1821 la reggenza fu affidata al primogenito, don Pedro, che prese il titolo di Pietro egli promulgò una costituzione fortemente autoritaria che tese i rapporti tra governo e creoli. All'evoluzione del continente latino-americano guardavano con interesse non solo britannici ma anche gli statunitensi i quali, grazie all'ingrossarsi del flusso migratorio dall'Europa, si videro quadruplicare in quarant'anni passando da sette milioni a trentuno milioni di abitanti. Nel frattempo proseguì l'espansione americana verso ovest che portò alla creazione di nuovi Stati che si aggiunsero a quelli già presenti : Michigan, Wisconsin, Florida, Louisiana, Texas e poi il Nuovo Messico, Arizona, Colorado e California ( dopo una guerra contro il Messico ). La colonizzazione di queste terre acuì i contrasti tra sud agricolo e schiavista interessato ad acquisire nuove aree per estendere le coltivazioni di tabacco, cotone e sviluppare un'economia mercantile e industriale. Negli Stati Uniti intanto, l'egemonia del partito repubblicano continuò con il duplice mandato di James Monroe ( 1817 – 1825 ) passato alla storia per il famoso manifesto del 2 dicembre 1820 ( in cui si rivendicava il preminente interesse statunitense alle sorti della parte centro-meridionale del continente ) con la formula : " l' America agli Americani ". A Monroe succedette Quincy Adams e poi Andrew Jackson, uno dei padri del partito democratico. Tra le mosse di Jackson si ricordano l'istruzione elementare obbligatoria, l'allargamento del suffragio universale, il riconoscimento dei diritti sindacali e altri provvedimenti favorevoli ai lavoratori. Superata la difficile guerra civile tra Nord e Sud, gli Usa avrebbero ben presto affermato il diritto ad essere considerati una delle più grandi potenze economiche e politiche del mondo. CRONOLOGIA : ▲ L’ EUROPA DELLA RESTAURAZIONE 1814 In Spagna brutale restaurazione assolutista di Ferdinando VII. In Francia Luigi XVIII promulga la Carta costituzionale Novembre 1814 Congresso di Vienna Settembre 1815 Austria, Russia e Prussia firmano a Parigi il trattato della Santa Alleanza, a cui si unirà anche la Francia Novembre 1815 Quadruplice Alleanza tra Austria, Russia, Prussia e Inghilterra in funzione antifrancese, che stabilisce il «principio dell'intervento 1820 In Spagna rivolta di Cadice, ripristino della Costituzione del 1812 e formazione delle Cortes 1821 Inizia la rivoluzione greca contro il dominio turco 1823 La Santa Alleanza interviene in Spagna: fine dell'esperimento Costituzionale 1824 Inizia in Francia il regno di Carlo X, che riprende il corso reazionario 1825 In Russia ascesa al trono dello zar Nicola I: congiura «decabrista» 1828 – 1829 Guerra russo-turca. Pace di Adrianopoli ( 14 settembre 1829 ) : espansione russa nel Caucaso 1830 Indipendenza della Grecia. In Francia il governo conservatore emana quattro «Ordinanze» per stroncare l'ascesa dei liberali: insurrezione popolare a Parigi ▲ LA QUESTIONE SOCIALE 1776 Adam Smith pubblica la Ricchezza delle nazioni 1848 Appare il Manifesto del Partito comunista di Karl Marx e Friedrich Engels 1859 Charles Darwin pubblica L'origine delle specie 1867 Marx pubblica la prima parte del Capitale ▲ LE AMERICHE 1819 Repubblica federale della Grande Colombia (Venezuela, Nuova Granada, Ecuador) 1820 «Compromesso del Missouri» negli Stati Uniti, che esclude la schiavitù 1821 Indipendenza del Messico 1822 Secessione del Brasile dal Portogallo (Pietro I incoronato imperatore) 1823 Il presidente Monroe dichiara che gli Stati Uniti respingono ogni ingerenza europea negli affari del continente americano («dottrina di Monroe») 1824 Nasce la Repubblica federale degli Stati Uniti del Messico 1825 Nasce la Bolivia 1828 Indipendenza dell'Uruguay 1845 Gli Stati Uniti si annettono il Texas 1846 – 1848 Gli Stati Uniti attaccano il Messico e con il trattato di Guadalupe Hidalgo si annettono Nuovo Messico, Arizona, Colorado e California 1846 – 1850 Gli Stati Uniti si assicurano la neutralità della provincia di Panama 1854 Negli Stati Uniti si rifonda su basi moderne il Partito repubblicano (antischiavista)
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